Legittima difesa dalla Unione dei Cretini Confermati e Riconosciuti (U.C.C.R.)
— nota redazionale —
LEGITTIMA DIFESA DALLA UNIONE DEI CRETINI CONFERMATI E RICONOSCIUTI (U.C.C.R).
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In questa giungla telematica anche l’ultimo degli ignoranti, mettendo mano sulla tastiera di un computer dietro l’anonimato della rete, diviene un arrogante esperto di quelle discipline verso le quali noi, che pure abbiamo dedicato ad esse la vita e lunghi anni di studio, seguitiamo ad avere un approccio sempre basato sul sacro timore e sull’umile pudore, tanto ci sentiamo piccoli, limitati e profondamente inadeguati dinanzi ai grandi misteri della fede.
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Marrucine Asini, manu sinistra
non belle uteris: in ioco atque vino
tollis lintea neglegentiorum.
Hoc salsum esse putas?
[Catullo, carme XII]
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Mai il Padre Ariel S. Levi di Gualdo s’è irritato con chi l’ha criticato. La critica, che lui stesso esercita talora in modo severo, rientra nell’esercizio delle libertà garantite [Cost. art. 21]. Non rientra però nei diritti costituzionali il diritto alla falsità, come nel caso del blog casereccio denominato U.C.C.R, che vorrebbe indicare l’acronimo Unione Cristiani Cattolici Razionali, dove in uno scritto rigorosamente non firmato [cf. QUI] si afferma:
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«il preoccupante fenomeno dei preti mediatici che trovano nei social network la loro valvola di sfogo. Conosciamo bene i preti “progressisti” che combatterono aspramente Benedetto XVI dai loro blog, come don Giorgio De Capitani, don Paolo Farinella, don Aldo Antonelli, don Franco Barbero. Anche Papa Francesco ha i suoi nemici tra i preti-blogger, legati questa volta all’eresia del “tradizionalismo”: don Curzio Nitoglia, don Minutella (recentemente scomunicato), don Ariel Levi di Gualdo e i vari esponenti della Fraternità San Pio X. Un’eccezione in mezzo a tantissimi buoni pastori, ma un grosso problema a causa della visibilità loro donata dal web» [cf. QUI].
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Questo sproloquio, che peraltro annovera implicitamente il Padre Ariel S. Levi di Gualdo tra i cattivi pastori escludendolo di fatto dai «tantissimi buoni pastori», è inserito nel delicato contesto di quel rapporto ebraico-cristiano per dissertare sul quale sono richieste alte e profonde competenze bibliche, storiche e teologiche, non un gruppo che si definisce:
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«UCCR è solo un sito web, non ha sede, non ha statuto, non ha organico, non spaccia tessere e non batte cassa. Nasce il 2 febbraio 2011 come hobby di un gruppetto di universitari [cf. QUI] ai quali, in poco tempo, si uniscono altri amici conosciuti in rete».
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Per inciso, i burloni di questo blog casereccio che si definiscono niente meno che «Razionali», sorvolando sul fatto che ad esercitare il munus docendi ed il munus santificandi sono per Sacramento di grazia i cattivi pastori come Padre Ariel, dovrebbero spiegare in modo giust’appunto razionale in quali faccende sono invece affaccendati i «tantissimi buoni pastori» di loro conoscenza, a ben considerare che l’affluenza alla nostre chiese è in caduta libera, che la Santa Sposa di Cristo è oggi deturpata da una crisi morale e dottrinale senza precedenti storici, che i battesimi sono in vertiginoso calo assieme ai matrimoni ed ai Sacramenti della iniziazione cristiana, mentre sui confessionali sopravvissuti — ossia quelli che i «tantissimi buoni pastori» non hanno ancora messo in magazzino o venduti agli antiquari —, abbonda la polvere e crescono sopra le ragnatele. E lo sanno, questi razionali, qual è la Diocesi che detiene l’assoluto primato nazionale delle chiese vuote? Ebbene: è Roma.
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Il gruppetto di universitari ed amici vari uniti nella rete, ignorano che il Padre Ariel S. Levi di Gualdo dette alle stampe 12 anni fa il libro Erbe Amare, il secolo del sionismo, in commercio per sei anni, diverse migliaia di copie vendute e considerato da studiosi di fama nazionale e internazionale una «pietra miliare sulla fenomenologia ebraica». In questo libro di 360 pagine con 520 note storico-scientifiche, la sezione centrale, pari a 120 pagine, è interamente dedicata alla figura di Pio XII, a cui riguardo l’Autore smonta con inconfutabili dati storici le polemiche ideologiche montate contro questo Sommo Pontefice da certi circoli ebraici che, come ampiamente dimostrato, sono risultati tutti quanti legati ai vari movimenti marxisti ed alle varie logge massoniche internazionali. Il libro è attualmente in fase di ristampa.
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Accomunare il Padre Ariel S. Levi di Gualdo ai membri della Fraternità di San Pio X o cosiddetti lefebvriani, è cosa invero grottesca. Infatti, questo presbìtero e teologo, ha ripetutamente indicato i lefebvriani come scismatici, di conseguenza come eretici, spiegando ripetutamente i loro errori, oltre a sollecitare in più occasioni i fedeli cattolici a non partecipare alle loro sacre celebrazioni ed a non ricevere da essi i Sacramenti, se non in caso di pericolo di vita, perché in questo caso persino un prete scomunicato e dimesso dallo stato clericale può amministrare validamente i Sacramenti [cann. 976; 986 §2; can. 883 n. 3].
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Riguardo il presbitero Alessandro Minutella, in un articolo addolorato firmato dai Padri de L’Isola di Patmos Ariel S. Levi di Gualdo e Padre Giovanni Cavalcoli [cf. QUI], i due teologi lo hanno pregato di ritornare sui propri passi. Poco dopo, Padre Ariel, non avendo ottenuto alcun effetto, lo ha amaramente indicato come un modello da non seguire, invitandolo a rinnovare la sua professione di obbedienza al Vescovo in comunione col Vescovo di Roma [cf. QUI].
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Indicare poi il Padre Ariel S. Levi di Gualdo come «nemico di Papa Francesco» nonché legato alla «eresia del tradizionalismo», denota due diverse forme di stoltezza: anzitutto non conoscere la devozione che questo presbìtero nutre verso il Successore di Pietro, quindi confondere la legittima critica rivolta a certe espressioni od a certe scelte pastorali del Romano Pontefice con quelli che invece sono i suoi atti di magistero, dinanzi ai quali ripetutamente, in quattro anni di attività pubblicista sulla rivista telematica L’Isola di Patmos, egli ha invitato alla dovuta obbedienza, perché «Se il Sommo Pontefice emana un motu proprio, il discorso è chiuso e non c’è proprio nulla su cui discutere, c’è solo da obbedire».
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Questi goliardici universitari che si palesano teologi, ecclesiologi e canonisti per hobby, si sono pertanto qualificati e squalificati con l’espressione «eresia del tradizionalismo», ignorando che i Santi Padri e Dottori della Chiesa, la traditio catholica l’hanno diffusa e difesa, alcuni sino allo spargimento del proprio sangue. Infatti, mutare la parola “tradizione” e “tradizionalismo” in accezione negativa sino ad usarla persino come sinonimo di eresia, equivale ad affermare autentiche assurdità, come quelli che usano in accezione negativa le parole “dogma” e “dogmatico”. Basterebbe infatti conoscere anche e solo superficialmente i documenti del Concilio Vaticano II per sapere quante volte i Padri della Chiesa riuniti in quella assise si richiamano e richiamano alla tradizione ed al rispetto della tradizione, variamente definita come «santa», come «sacra» e come «perenne».
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Poste queste premesse, i ragazzi del blog U.C.C.R rischiano di essere annoverati nella Unione dei Cretini Confermati e Riconosciuti, che vi preghiamo di prendere per ciò che sono, soprattutto per ciò che intellettualmente dimostrano di valere, in questa giungla telematica dove anche l’ultimo degli ignoranti, mettendo mano sulla tastiera di un computer dietro l’anonimato della rete, diviene un arrogante esperto di quelle discipline verso le quali noi, che pure abbiamo dedicato ad esse la vita e lunghi anni di studio, seguitiamo ad avere un approccio sempre basato sul sacro timore e sull’umile pudore, tanto ci sentiamo piccoli, limitati e profondamente inadeguati dinanzi ai grandi misteri della fede.
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dall’Isola di Patmos, 29 novembre 2018
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Si invitano infine gli “scienziati” del blog U.C.C.R. a smentire questa lectio sul piano prettamente e strettamente teologico, oppure a dichiarare in caso contrario che i Santi Vangeli e che i Beati Evangelisti hanno sbagliato
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Padre, per quanto possa importarle, alla luce dello scarso valore dell’appoggio virtuale di uno sconosciuto, lei ha tutta la mia stima. Le premetto che spesso non gradisco (o forse comprendo) la sua “pungente ironia”, tuttavia tralasciando la forma, approvo in pieno la sostanza di quasi tutti i suoi contenuti. Parafrasando Orwell “nel regno dell’inganno universale, la verità è un atto rivoluzionario”, ed alcuni suoi articoli (in quanto veritieri) hanno dato fastidio a più persone (soprattutto la mostra sui paramenti sacri a New York, lei è stato uno dei pochi in Italia a farci apprendere il come celebrità devote a simbologie occulte li abbiano “dissacrati”). Inoltre lei è stato associato ad un soggetto che, oggetto di un reportage televisivo de Le Iene, afferma di comunicare con la Santa Vergine, ciò è un chiaro tentativo di screditare il suo lavoro e la sua persona perché, inconsciamente all’analisi, il lettore la pone sullo stesso piano.
Sia saggio e non faccia il loro gioco: troppo facilmente riescono a mettere in controversia il certo ed ad oscurare il vero!
Grazie.
Con quella sequenza di malignità, bugie, calunnie, contumelie e pettegolezzi, con quella scriteriata assimilazione di nomi e di posizioni, facendo di ogni erba un fascio, prendendo lucciole per lanterne, quegli “ignoranti” di UCCR hanno dimostrato tutta la loro boriosa incompetenza perché: 1. o non hanno mai letto; 2. o non sanno leggere, forse si fermano ai titoli; 3. o non hanno proprio capito quello che viene scritto, “consigliato ai dubbiosi” ed “insegnato agli ignoranti” da Don Ariel e dagli altri Padri dell’Isola.
Sempre si tratti di un caso di imprudente ignoranza, e non di una insolente provocazione studiata … anche solo per farsi belli agli occhi di qualcuno.
L’esempio peggiore di quali sono i frutti di un cattivo insegnamento, di un cattivo discernimento, di una scarsa conoscenza del Vangelo: è palese che “non sanno quello che fanno”.
Non conviene stare al loro gioco, al di là di una sacrosanta indignazione e di una doverosa e severa ammonizione, non vale proprio la pena di preoccuparsi più di tanto e di farsi il sangue amaro; non è l’opinione confusa di questi “giovani molestatori” che si deve temere, ma del giudizio di Dio che legge nei cuori.
Quelli del UCCR sono semplicemente ciellini carroniani. Questo spiega in gran parte la loro metamorfosi
Leggo volentieri il blog UCCR da anni e ne trovo giovamento. Ma questa volta hanno preso un abbaglio clamoroso e la cosa mi da fastidio e meraviglia. Spero vivamente che diano pubblicamente una smentita con una rettifica.
Ma siete seri? Un articolo sciocco pieno di livore adolescenziale, scritto per “vendetta” (o “legge del taglione”) e che storpia i nomi e mette le foto degli asinelli. E voi sareste teologi? I difensori della santissima dottrina cattolica? Dei bambinetti all’asilo avrebbero fatto miglior figura del fantomatico Levi di Gualdo….non avete il senso del ridicolo.
Caro Don Pietro,
oltre ai “bambinetti da asilo” esistono anche le donne con le mestruazioni, le quali solitamente, per bloccare il flusso mestruale, usano degli assorbenti interni noti come Tampax, te ne consiglio l’uso.
Da questa evangelica risposta si può ben capire perché Santa Madre Chiesa non ha mai affidato a questo sig. Levi di Gualdo (che si finge “teologo”) nemmeno una cappelletta in alta montagna e, anzi, l’unica cosa che dalla Chiesa ha ricevuto è stata una “scomunica” morale inflittagli da S.E. Mons. Luigi Negri: http://www.diocesi-sanmarino-montefeltro.it/pennabilli-28-maggio-2013-circa-lintervento-di-don-ariel-levi-di-gualdo/
Così ha scritto S.E. Mons. Luigi Negri del buffone Levi di Gualdo: “E’ un atteggiamento, quello di questo “giornalista” che avvilisce l’intera Chiesa di San Marino-Montefeltro e che riempie di tristezza tutti coloro che soffrono nella Chiesa e per la Chiesa, ma non hanno mai inteso fare soffrire la Chiesa”.
Si osservi come l’unico titolo affibiatogli da Mons. Negri è quello di “giornalista”, il quale al posto di seminare per raccogliere frutti spirituali “avvilisce” la Chiesa e “riempie di tristezza”. E un personaggio così infimo non può che partorire “articoli” d’odio del genere, raccogliendo attorno a sé sporcizia e l’immondizia (basta vedere i commenti).
La mia risposta è dettagliata e come mio stile corredata di tutte le prove inconfutabili del caso, dinanzi alle quali S.E. Mons. Luigi Negri, trattato come purtroppo meritava, fatta sempre salva la devozione dovuta alla sua persona ed al suo episcopato, non ha reagito né con una querela, né tanto meno deferendomi al Tribunale Ecclesiastico.
Io rispondo sempre e solo con le prove, è un mio costume di vita, che non posso né intendo dismettere certamente a 55 anni.
https://isoladipatmos.com/stage/vi-narro-una-triste-storia-se-larcivescovo-luigi-negri-e-un-difensore-battagliero-della-chiesa-allo-sbando-io-sono-un-difensore-battagliero-piu-di-quanto-lo-fu-il-santo-pontefice-pio-v-durante-la/
Don Piero, volevo risponderle sull’altro sito, ma i commenti sono ormai chiusi: cosa ne pensa di mons. Negri?
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/25/papa-francesco-vescovo-cl-di-ferrara-bergoglio-deve-fare-la-fine-dellaltro-pontefice/2251753/
Reverendo don Pietro,
l’aver annoverato me e altri lettori fra la sporcizi e l’immondizia, costituisce un vanto, mi creda. L’iracondia genera confusione, la mancanza di mitezza del cuore produce le mostruosità che ha scritto nei commenti a questo articolo.
Il paragone più azzeccato l’ha scritto don Ciro nell’ultima frase. L’UCCR (per il quale uso altri acronimi rispetto a quello del titolo) è stata una delle più grandi delusioni cattoliche. Intorno al 2013 non erano così, ma poi si sono degradati in fretta. Infangando la R della razionalità, sono diventati un becero sito clericale di “character assassination” che prende di mira chiunque non si adegui anche alle virgole di quello che esce da Santa Marta. Non c’è discussione o fatto che tenga. È meglio non leggerli, cosa che non faccio ormai da anni, salvo ogni tanto essere aggiornato sulle loro imprese “di rimbalzo”, come in questo caso. Andranno a fondo con tutto il resto della parte marcia della Chiesa visibile.
Concordo su tutto, in passato lo leggevo volentieri. Ormai sono anni che di razionale non ha più nulla. Peccato.
Concordo con il fatto che chi troppo facilmente parla di “tantissimi bravi pastori” non vede la realtà da un punto di vista cristiano e cristiano cattolico perché se “Dio distruggerà questa nostra società ” è molto anche x le colpe e mancanze comuni di zelo dei pastori cattolici.
Tuttavia, don Ariel se vuole veramente essere devoto al Santo Padre dovrebbe cercare – anche lui – un linguaggio più consono alla devozione e al sacerdozio magari inoltrandosi, senza timore, in un esame di coscienza specifico. Con affetto. Erick.
Un vero peccato… molte notizie e interventi di UCCR sono interessanti e certamente eretici rispetto alla cultura dominante (uno su tutti: il dossier sul “caso” Madre Teresa), pur con tutti i limiti del blog e della forma “casereccia”.
Dopo un anno di pausa, hanno ripreso da questa estate e alcuni articoli sono basati su un’unica, irrevocabile classificazione manichea (molto razionale): i pro-Francesco e i contro-Francesco. In quest’ultima categoria si piazzano senza distinzioni tutti coloro che hanno osato anche solo proferire un sospiro su Francesco, ovviamente a firma de “La Redazione”. A titolo esemplificativo:
https://www.uccronline.it/2018/10/10/il-premier-conte-schiaffo-a-la-verita-le-accuse-di-vigano-assurde-e-pretestuose/ [AIUTO!!]
https://www.uccronline.it/2018/09/28/aver-chiesto-le-dimissioni-al-papa-un-errore-di-vigano-i-blogger-si-arrendono/
https://www.uccronline.it/2018/10/03/vescovi-cinesi-a-san-pietro-la-commozione-del-papa-e-la-cattiveria-dei-blogger-farisei-video/
Speriamo UCCR possa tornare ad essere quello che dice di essere. Massima solidarietà a Padre Ariel, non vedo l’ora di poter acquistare Erbe Amare ed altre sue opere
Mettere padre Ariel in mezzo a quella gente indicandolo come antipapista ed eretico tradizionalista, è come mettere un cammello ad abbeverarsi alla pila dell’acquasanta della chiesa cattedrale di Napoli, città nella quale i cammelli vanno al pascolo sulle pendici del Vesuvio nella misura stessa in cui i “cattolici” di questo blog UCCR sono “razionali”.
Leggo L’Isola di Patmos dal 2015, la scoprii, ricordo, sotto Natale e rimasi colpito dai commenti teologici di Padre Ariel sul Verbo Incarnato.
Sono abbonato da allora alla newsletter e non ricordo di avere mai letto niente firmato da questo teologo che ponga in discussione l’autorità di Papa Francesco.
ha rivolto a lui delle critiche, qualche volta anche severe, mai rivolte però al suo magistero, solo a suoi discorsi a braccio, esternazioni estemporanee, interviste a Scalfari … e ricordo anche a diverse omelie proprio infelici, ma infelici al punto da imbarazzare gli stessi iperbergogliani, che infatti tacquero.
Se Padre Ariel ha criticato o messo in discussione un atto magisteriale del Papa, segnalatemelo, perché io non l’ho mai letto.
Pigliamola a ridere, anche se su certe cose si tende a rimanere male.
Certo, inserire padre Ariel in quel minestrone, è come gettare un bicchiere di acqua santa dentro una pentola di olio bollente che frigge …
Padre Ariel in quel … minestrone di articolo?
no, ma proprio no!
La persona più sbagliata messa nel posto e nella compagnia più sbagliata.
A qual pro, e per il diletto di chi, questo assurdo sfregio alla persona?
Mi piacerebbe capire dove hanno letto attacchi al Papa su questo blog. Siete sempre attenti a esprimere il vostro pensiero facendo attenzione alle parole che usate. Dovrebbero scusarsi e soprattutto leggere qualche libro sulla Tradizione dato che la considerano come un’eresia
Ai Signori U.C.C.R lo dico serenamente da prete: leggete le omelie di padre Ariel, poi leggete le omelie di Santa Marta, e razionalmente, molto razionalmente, perché voi siete razionali, valutate e date poi un giudizio, ovviamente razionale …
Ho collaborato anche io con i “ragazzi” di uccr fino ad ottobre del 2013, poi non hanno richiesto altri articoli, e la circostanza non mi ha per niente addolorato. Del resto, ogni articolo mi richiedeva un mucchio di tempo per consultare testi, documentarmi…però tutti gli articoli che venivano pubblicati erano sempre firmati – i miei ci sono ancora, basta cercali all’interno del sito. L’esperienza però è stata positiva, ogni articolo generava una discussione dove, oltre ai soliti troll e ai “leoni da tastiera” buoni solo ad insultare anche ricorrendo alla becera bestemmia, c’erano anche tanti che si confrontavano civilmente con me o con altri visitatori del portale. Non seguo più il loro lavoro, privato come sono per ovvie ragioni di elementi idonei per formulare un giudizio, prendo atto del fatto che sul web il confronto fra cattolici diventa sempre più aspro. Dovremmo essere più preparati al confronto con atei, agnostici, bestemmiatori vari…invece ci logoriamo in dispute infinite quando invece dovremmo ricordarci che “è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione” (1 Cor. 1, 21). In realtà ci parliamo addosso, (quasi) nessuno ascolta…