La virile tenerezza dei guerrieri della luce, mandati come pecore in mezzo ai lupi

Padre Gabriele

Omiletica dei Padri de L’Isola di Patmos

LA VIRILE TENEREZZA DEI GUERRIERI DELLA LUCE, MANDATI COME PECORE IN MEZZO AI LUPI

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Essere agnelli mandati da Gesù è un po’ questo: essere guerrieri della Luce, capaci a sconfiggere i lupi, od ammansirli, per la potenza di grazia di Colui che ci ha mandati come agnelli in mezzo a lupi.

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Autore:
Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

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Cari fratelli e sorelle,

guerrieri della luce

Questa XIV domenica del tempo ordinario ci offre un Vangeli denso di immagini che ci parla della missione affidata da Cristo agli Apostoli [cf. testi della Liturgia della Parola, QUI].

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In questi periodi di vacanza può capitare spesso di fare memoria di quando eravamo più piccoli. Quando le vacanze al mare erano con i nostri genitori, e si trascorreva molto tempo in spiaggia fra scherzi, giochi e tanta dolcezza e tenerezza. Anche adesso, se trascorriamo del periodo coi nostri genitori, ringraziamo Dio per il dono del loro amore e della fede: questo infatti ci ha portato fino ad oggi e fino a qui, ad essere chi siamo nella via del Signore.

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Le letture di oggi vogliono farci addentrare in questo grande mistero di Dio nella sua consolazione e tenerezza che ci invia ad essere creature nuove, e dunque inviati del suo grande amore.

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Nei testi profetici vetero testamentari leggiamo:«Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati» [Is 66, 13]. Si noti che il terzo Isaia scrive nel post esilio ebraico del VI a.C., quindi la Città di Gerusalemme, in questa precisa circostanza, è il luogo che richiama simbolicamente la consolazione materna di Dio. Questo ci insegna che Dio non sta rinchiuso nei cieli ma ci consola, ci è vicino con affetto di una mamma. Di questa tenerezza parla spesso Papa Francesco, e questo ci deve far porre attenzione: la tenerezza consolatrice è uno degli elementi caratteristici propri di Dio, quasi fosse il DNA stesso di Dio. Noi non siamo lontani da questa mano tenera del Signore, eterno innamorato di noi. Siamo consolati quando veniamo assolti nella confessione e quando riceviamo la fragranza della Eucarestia. Oppure nella misericordia amichevole di qualche amico e familiare.

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Questa consolazione ci rende nuovi di zecca. In un brano delle sue lettere apostoliche San Paolo scrive:

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«Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura» [cf. Gal 6, 15].

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Ricevere la consolazione e tenerezza di Dio ci fa sentire immensamente amati. Cambia tutto il nostro modo di essere da testa a piedi. E nonostante i nostri difetti, peccati, vizi, debolezze noi siamo continuamente amati da Dio. Nel suo amore, ogni giorno siamo resi nuovi, ricostruiti, riprogettati ogni volta che ci sembra di fallire. Ognuno di noi è chiamato a un progetto più grande da Dio stesso: per questo siamo resi incredibilmente nuovi dal Signore, forti e ad un tempo tranquilli e sereni nella Sua Verità.

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Consolati e resi creature nuove, finalmente Dio ci invia. Come ha fatto con i Settantadue discepoli qui descritti nel Vangelo di Luca. A questi discepoli Gesù dice: «Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi» [Lc 10,3].

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Anche noi siamo mandati, come creature nuove per portare quella consolazione e tenerezza che abbiamo ricevuto. Questo ci permette di trasmettere anche la gioia e la comunione con Dio. Ci permette di essere suoi missionari di pace nelle sofferenze e nelle difficoltà della vita, di tutti coloro che incontreremo. Questa è l’ottica di essere agnelli fra i lupi. Il lupo è l’immagine biblica di chi è rapinatore rapace che viene nella notte. È l’immagine della cultura attuale che non rispetta chi ha bisogno di cure. Si pensi a tal proposito alle terribile sofferenze che sta soffrendo ora Vincent Lambert [cf. QUI]. L’agnello invece è l’immagine di chi è mansueto e buono. Appunto di chi è ripieno della pace di Dio e si fa missionario della luce e della consolazione di Dio.

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Ricordo di aver letto a 16 anni un bellissimo libro di Paulo Coelho, da un titolo altrettanto splendido: Manuale del Guerriero della Luce.

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Essere agnelli mandati da Gesù è un po’ questo: essere guerrieri della Luce, capaci a sconfiggere i lupi, od ammansirli, per la potenza di grazia di Colui che ci ha mandati come agnelli in mezzo a lupi.

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Il Signore ci conceda la Luce della Sua Grazia e della Sua consolazione, perché diventiamo tradizione viva e autentica del Suo Amore che si donò fino alla fine.

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Così sia.

Roma 6 luglio 2019

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Novità dalla Provincia Domenicana Romana: «Il bene di vivere ed il diritto di non soffrire: il testamento biologico», di Riccardo Lufrani, O.P. [testo, QUI].

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