Il problema è che il Santo Padre è privo di protezioni a tutela delle sue stesse espressioni infelici

(English text after the Italian / texto español posterior al engles)

 

IL PROBLEMA È CHE IL SANTO PADRE È PRIVO DI PROTEZIONI A TUTELA DELLE SUE STESSE ESPRESSIONI INFELICI

Proteggere il Sommo Pontefice vuol dire anzitutto proteggere la Chiesa di Cristo e l’istituto del papato che non è un bene disponibile appartenente a chi lo ha ricevuto, come ai vescovi non appartiene l’episcopato e a noi preti non appartiene il sacerdozio.

— Le brevi dei Padri de L’Isola di Patmos —

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Ormai ci abbiamo fatto il callo: nessuno come questo Pontefice aveva mai bersagliato sacerdoti, religiosi e religiose.

Il problema non sono i toni di rimprovero, perché anche il suo Sommo Predecessore Pio XI scrisse nel 1935 una memorabile enciclica sulle derive e le inadeguatezze del clero, la Ad catholici sacerdotii, ma lo fece con amore di padre e cuore di pastore. Francesco non si limita a rimproverarci, perché ci irride. E ogni volta che lo fa, tutte le sinistre internazionali e la frange del laicismo più radicale gioiscono dinanzi alle battute del primo Sommo Pontefice della storia che prende pubblicamente in giro i suoi sacerdoti, religiosi e religiose (tema questo trattato anche nel mio libro: Digressioni di un prete liberale).

Nulla da dire che certe suore possano avere «la faccia da aceto» (cfr. QUI), come ha affermato il Santo Padre, dopo averle già esortate in passato a «non essere zitelle acide» (cfr. QUI). E ce ne sono di zitelle acide, lo sappiamo, da sempre. Il problema è però altro: sono questi gli argomenti e i linguaggi di un Sommo Pontefice le cui parole fanno poi il giro del mondo?

Il Santo Padre, per sua scelta e volontà, è privo di tutti quei meccanismi di difesa con i quali la tanto disprezzata Curia Romana ha sempre protetto i suoi predecessori. Proteggere il Sommo Pontefice vuol dire anzitutto proteggere la Chiesa di Cristo e l’istituto del papato che non è un bene disponibile appartenente a chi lo ha ricevuto, come ai vescovi non appartiene l’episcopato e a noi non appartiene il sacerdozio. Mentre su tutti noi incombe il severo monito:

«A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più (Lc 12, 48)».

E questo vale soprattutto per l’Augusto successore del Beato Apostolo Pietro, che più di tutti noi ha ricevuto molto, facce da aceto a parte …

Dall’Isola di Patmos, 5 gennaio 2025

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THE HOLY FATHER ISN’T PROTECTED FROM THE RISKS HIS UNHAPPY EXPRESSIONS, THIS IS THE PROBLEM

Protecting the Supreme Pontiff means first of all protecting the Christ’s Church and the institution of the papacy which is not an available good belonging those who received it, just as the episcopate does not belong to bishops and the priesthood does’t belong to us priests.

— The short articles by Fathers the Patmos Island —

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By now we are used to it: no one like this Pontiff has ever targeted priests, men and women religious.

The problem is not the tone of reproach, because even his Supreme Predecessor Pius XI wrote a memorable encyclical in 1935 on the inadequacies of the clergy (see: Ad catholici sacerdotii), but he did it with the love of a father and the heart of a shepherd. Francis does’t limit himself to reproaching us, because he mocks us. And every time he does so, the entire international left and the fringes of the most radical secularism rejoice at the jokes of the first Supreme Pontiff in history who publicly mocks his priests, men and women religious (this topic is discussed also in my book: Digressions a Liberal Priest, currently available only in Italian).

Nothing to say that certain nuns may have «vinegar faces» (consult here), as the Holy Father stated, after having already urged them in the past «not to be sour spinsters» (consult here). The problem is something else: are these the arguments and languages of a Supreme Pontiff whose words go around the world?

The Holy Father, by his own choice, is deprived of all those defense mechanisms with which the much despised Roman Curia has always protected its predecessors. Protecting the Supreme Pontiff means first of all protecting the Church of Christ and the institution of the papacy which is not an available good belonging to those who received it, just as the episcopate does not belong to bishops and the priesthood does not belong to us priests. While the severe warning looms over all of us:

«Much will be required of the person entrusted with much, and still more will be demanded of the person entrusted with more» (Lukas, 12, 48).

And this is especially true for the successor of the Blessed Apostle Peter, who has received more than all of us, faces of vinegard aside …

From the Island of Patmos, 5 Jannuary 2025

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EL PROBLEMA ES QUE EL SANTO PADRE YA NO TIENE LAS PROTECCIONES PARA PROTEGER SUS INFELICES EXPRESIONES

Proteger al Sumo Pontífice significa, ante todo, el proteger la Iglesia de Cristo y la institución del papado, que no es un bien disponible que pertenece a quien lo recibe, así como el episcopado no pertenece a los obispos y el sacerdocio no nos pertenece a nosotros.

— Artículos breves de los Padres de la Isla de Patmos —

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Ya nos hemos acostumbrado: nadie ha atacado nunca a sacerdotes, religiosos y religiosas, como este Pontífice.

El problema no son los tonos de reproche, porque su Sumo Predecesor Pío X en el 1933 escribió una memorable encíclica sobre las desviaciones e insuficiencias del clero, la Ad catholici sacerdotii, pero lo hizo con el amor de un padre y el corazón de un pastor.

Francisco no sólo se limita a regañar, sino que se burla de nosotros. Y cada vez que lo hace, toda la izquierda internacional y los grupos más radicales del laicismo se alegran de las bromas del primer Sumo Pontífice de la historia que se burla públicamente de sus sacerdotes, religiosos y religiosas. Tema que también trato en mi libro: Digressioni di un prete liberale (Digresiones de un sacerdote liberal).

No se puede negar que algunas monjas tienen “cara de vinagre”, como afirmó el Santo Padre (noticias aquí), después de haberlas exhortado en pasado a «no ser solteronas agrias» (noticias aquí). Y si hay solteronas amargas, siempre lo hemos sabido. Sin embargo, el problema es otro: ¿son estos los argumentos y los lenguajes de un Sumo Pontífice cuyas palabras dan la vuelta al mundo?

El Santo Padre, por propia elección y voluntad, está desprovisto de todos aquellos mecanismos de defensa con los que la tan despreciada Curia Romana siempre había protegido a sus predecesores. Proteger al Sumo Pontífice significa, ante todo, el proteger la Iglesia de Cristo y la institución del papado, que no es un bien disponible que pertenece a quien lo recibe, así como el episcopado no pertenece a los obispos y el sacerdocio no nos pertenece a nosotros. Mientras la severa advertencia se cierne sobre todos nosotros:

«A todo aquel a quien se le ha dado mucho, mucho se le pedirá; a quien mucho se le ha confiado, mucho más se le exigirá (Lc 12, 48)”.

Y esto se aplica sobre todo al Sucesor del beato Apóstol Pedro más que a todos nosotros, quien ha recibido mucho, dejando de lado las caras avinagradas…

Desde la Isla de Patmos, 5 de enero de 2025

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1 commento
  1. lydia2005
    lydia2005 dice:

    Condivido interamente la Sua riflessione! La citazione di Luca , poi, e perfetta a chiudere un pensiero più che condivisibile. Grazie.

I commenti sono chiusi.