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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI
Nei secoli passati molti pellegrini a Loreto usavano farsi fare un tatuaggio particolare di lì come prova del pellegrinaggio. Poi la cosa a fine Ottocento fu vista come una pratica incivile e mano mano venne abbandonata.
Per quanto mi riguarda, trovo i tatuaggi orripilanti, disgustosi e inguardabili. Mi trasmettono un senso di sporcizia, disgusto, ignoranza. Sono essenzialmente l’ennesima moda, iniziata da qualcuno in qualche Paese occidentale credendo di imitare certi popoli primitivi e poi esplosa in quest’epoca di cafonaggine imperante e massificazione idiota.
Finalmente un articolo diverso, attuale, utile ed equilibrato. Bravo padre Ivano Liguori.
Di certi articoli stancamente e sterilmente polemici che ultimamente sempre più spesso purtroppo albergano su questo sito, francamente vorremmo farne a meno.
… e naturalmente, bravo don Ettore Barbieri. Non per le botte date, ovviamente.
Bravo Luca, brava Maria.
Ricordo un’omelia di un sacerdote, originario della regione subsahariana, a proposito del dilangante fenomeno del tatuaggio in occidente.
Disse a un certo punto: ”Man mano che la mia gente si convertiva a Gesù Cristo, abbandonava l’usanza di tatuarsi”. Credo che la cifra interpretativa per la nostra civiltà stia proprio in questa semplice constatazione.
Io sono amaramente convinto che nelle nostre terre di antica cristianizzazione stia avvenendo esattamente il contrario rispetto a quanto rilevato dal sacerdote africano per le sua gente. Indebolito, o mancando del tutto, l’Annuncio, il culto di latria scivola inesorabilmente verso oggetti diversi da quelli suoi propri. Dall’Unico Creatore si va verso i beni creati, e tra questi c’è, ovviamente, anche il corpo umano. Il quale è diventato, ormai, oggetto di un’attenzione, così potente, da apparire addirittura ossessiva. E i tatuaggi non sono che uno dei modi di questa fascinazione.
Ai miei figli ho detto: “Tatuarsi è prima di tutto un errore. Esso è l‘esito spesso esiziale di una seduzione che viene dal mondo e non da Dio. È un’aggressione al corpo che segue un dettame che non viene dalla retta coscienza.“ Dopodiché, come sempre faccio quando cerchiamo di discernere, alla luce della fede, i nostri dubbi, li ho invitati a stare ciascuno, da solo per un po’, presso Gesù sulla croce. E nel silenzio del Suo abbandono, di fronte a Lui straziato nel Suo Corpo Santissimo, chiedersi se tatuarsi avrebbe veramente un qualche senso. La risposta è adesso nei loro cuori di adolescenti che camminano tra tante difficoltà nella fede.
Nessuno poi parla dei costi di questa attenzione smodata al proprio corpo. Buttano via un sacco di soldi per scopi estetici, e i poveri non si rassegnano. Ho aiutato un adolescente straniero che fin da bambino ha chiesto l’elemosina per la sua numerosa famiglia. Ebbene una volta che gli ho dato un po’ di più è andato a farsi fare un tatuaggio sul collo. È piccolo, si giustificava tutto contento, è piccolo e non ho speso tanto.
Le usanze, negative o dubbie, colpiscono sempre i più fragili e i più poveri che non amano sentirsi emarginati.
Dove c’è un bravo papà, come Luca, c’è da ringraziare Dio.
Grazie Maria per le tue parole. Francamente non credo di essere un bravo padre. Questo potremo saperlo solo alla fine. Posso solo affermare questo che oggi, il nostro dovere di genitori cattolici è lottare insieme con i nostri figli (qualche volta contro!). E alla fine del giorno, ritrovarsi per cena, ringraziare il Signore, e dire con Paolo:” Abbiamo combattuto la nostra battaglia, abbiamo terminato la corsa, abbiamo conservato la fede”.
Rev. Padre Ivano,
nel 2003 mi fu diagnosticato un tumore al polmone destro e mi fu detto che era inoperabile per la posizione particolare e per altre problematiche non necessarie a spiegarsi perché altro conta …
Sono stata sempre devota alla Madonna di Lourdes ma per una ragione o per l’altra non sono mai potuto andare, avrei voluto farlo in occasione della malattia ma i medici me lo sconsigliarono.
Decisi di farmi tatuare una immagine della Madonna di Lourdes sulla parte destra del torace.
Nel 2004 il tumore è scomparso.
Nel 2005 il vescovo della mia città che era venuto a conoscenza del caso per tramite del cappellano dell’ospedale volle parlarmi e pochi mesi dopo tutte le cartelle cliniche furono presentate alla commissione che studia i miracoli al santuario di Lourdes.
Nel 2008 fui riconosciuta miracolata dalla Madonna.
Oggi ho 82 anni e tutti gli anni vado in pellegrinaggio a Lourdes, ho saltato solo lo scorso anno per causa del coronavirus.
Mi scusi se non scrivo bene Rev. Padre ma credo di avere detto quel che dovevo dire.
Maria Assunta
In Giacchetta Bianca, Melville accenna ai tatuaggi, e nota che i cattolici dell’equipaggio si facevano tatuare croci sui quattro arti colla finalità, se rinvenuti morti su coste di paesi cattolici, di assicurarsi sepoltura in terra consacrata, mentre i protestanti lo facevano dicendosi certissimo che in quel modo, se caduti in acqua, non sarebbero stati attaccati da squali…
Grazie per questo chiarimento riguardo ai tatuaggi… Premetto non mi piacciono e su di me non ne farei mai… ma non li ho mai demonizzati… pur essendo molto credente… In molti ambiti della chiesa (e non solo da parte di chi frequenta Medjugorie… Luogo a me molto caro… ) ho sentito dire che il tatuaggio è un un segno che avvicina al satanismo. Credo, però, è ne sono convinta che facendo un discorso etico le persone che hanno causato tanti mali nell’unità sono quelle in giacca, camicia e cravatta e non chi magari si è tatuato un’immagine sul corpo per ricordare un momento felice della propria vita.
Premesdo che “laicamente” ritengo il tatuaggio di pessimo gusto estetico, Il divieto del deuteronomio è stato applicato estensivamente ai tatuaggi, ma si riferisce piuttosto alle pratiche di culto cananee in cui i sacerdoti di Baal si laceravano le carni con lance e spade, descritte anche nell’episodio della “disfida” con il profeta Elia sul Monte Carmelo; detto questo, il più antico tatoo shop del mondo si trova a Gerusalemme: dai tempi delle crociate, qui si facevano tatuaggi a crociati e pellegrini sia come ricordi del pellegrinaggio, sia perchè in caso di morte inprovvisa da soli potevano essere riconosciuti come cristiani e quindi avere sepoltura ecclesiastica; anche in Italia vi era l’uso del tatuaggio religioso, come ricordo del pellegrinaggio a Loreto, dove vi erano frati tatuatori detti “frati marcatori”. Per cui il tatuaggio non deve essere considerato vietato dal punto di vista religioso, ma solo a seconda dei soggetti: per esempio tatuaggi con soggetti blasfemi, satanici o osceni sono certamente peccato, soggetti “neutri” o addirittura sacri, per quanto discutibili dal punto di vista del buon gusto estetico, non sono però peccaminosi.
Sig Gingo mi permetta …
Oltre agli esempi portati da relatore dell’articolo può leggersi il bel testo di Nuccio d’Anna “Il cristianesimo celtico I pellegrini della luce” e vedrà che l’arte di tatuarsi esercita da PARTE DI MONACI – EREMITI, ha avuto, in quella specifica linea spirituale, non un valore meramente esornativo ma operativo Una sorta di lorica corporale.
Si tratta quindi di una vera e propria preghiera condotta con il corpo e sul corpo di cui l’autore del testo potrà illustrale le finalità molto meglio di quanto possa fare io, semplice lettore, che tra l’altro scrivo un po’ a memoria avendo letto il libro molto tempo fa.
Ogni epoca ha la sua complessa rete di segni e di significati.
Non dimentichiamo però che, in un tempo più recente, i nazisti tatuavano i nostri fratelli nel campo di sterminio di Auschwitz.
Anche questo dovrebbe fornirci uno spunto di riflessione.
Ma dove siamo arrivati? Un prete fuori di testa (certo padre Ariel) che parla di “morale chiusa dentro un preservativo” e un francescano … (dico francescano!) che “benedice il tatuaggio” indicato dal padre Amorth come simbolo demoniaco … avete altro in programma?
Si, abbiamo in programma di seguitare a fare i sacerdoti a tutti i costi, che costi pure quel che costi in prezzi e anche in gratuite offese pubbliche, pur di recuperare alla fede e alla ragione gli idioti come lei, che sono comunque creature amate dal Signore, quindi anche da noi.
Si legga la enciclica Fides et Ratio del Santo Pontefice Giovanni Paolo II, anziché andare ad abbeverarsi di blog in blog dove si parla di scemenze satatiche, perché il Demonio è una persona seria, molto seria, purtroppo!
http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_14091998_fides-et-ratio.html
P.S. etimologia di “idiota”
«idiòta (ant. idiòto) aggettivo e sostantivo maschile e femminile [dal latino idiota, dal greco ἰδιώτης […] – S’intende per idiota un uomo semplice; una persona rozza e priva d’istruzione»
Sig. Gingo,
io mi sono fatto tatuare l’effige di san Gennaro sulla chiappa destra poi sono andato dal mio arcivescovo e gliel’ho mostrata a prova della mia devozione.
Lui ha approvato, mi ha chiesto soltanto di non esibirla ai fedeli nella chiesa cattedrale nel giorno in cui si rinnova il prodigio della liquefazione del sangue.
Pensa che anch’io sia demoniaco?
No, sei solo scemo.
Prendere dello “scemo” da un prete che è finito su tutti i giornali italiani per avere preso a botte e fatto finire in ospedale un suo confratello di 70 anni, oserei dire che è quasi un onore.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/03/botte-tra-preti-in-seminario-ad-albenga-ha-rubato-i-soldi-della-cassa-no-mi-vuole-cacciare-dal-mio-alloggio/2692930/
Ah, complimenti al vescovo che ti ha nominato preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, la Chiesa italiana vola sempre più alto!
https://trucioli.it/2019/07/16/don-ettore-barbieri-nuovo-direttore-issr-della-diocesi-di-albenga-imperia-e-vice-in-liguria-prende-il-posto-del-canonico-corini/
Ma che bravo che sei! Hai fatto le tue ricerchine su internet, vero? Eh sì, perché io ci metto nome e cognome, tu, invece, ti firmi don Ciro, che a Napoli e in Campania è come dire Brambilla a Milano o Parodi a Genova. Bene, caro don Ciro, se tu avessi letto, in passato, un articolo del tuo amato Don Ariel, sapresti a quali tensioni siamo stati sottoposti per anni nella Diocesi di Albenga a causa delle scelte scellerate di un certo Mons. Oliveri e capiresti perché uno, dopo vent’anni di Messa, e dopo aver sputato sangue da quando è stato ordinato può arrivare al gesto estremo di alzare le mani sul povero confratello di 70 anni, che probabilmente sarebbe stato meglio nelle patrie galere.
Quanto alla nomina a direttore dell’Istituto di Scienze religiose, puoi star certo che né l’ho cercata né mi piace esercitarla; in ogni caso, per tua conoscenza, ho una licenza in Filosofia, ho insegnato nel nostro Seminario per 13 anni, e anche, nel passato, cinque o sei anni all’Istituto.
Di fronte ad un commento così stupido e volgare come quello da te postato sono sbottato, ma so bene che in questo sito la carità sacerdotale è molto selettiva e il coraggio anche. Auguri per il tuo ministero.
Caro Confratello,
la risposta di Don Ciro è stata pubblicata perché a tutti, come avrai notato, diamo diritto di parola e di replica.
La redazione approva tutti i commenti in sé come pubblicabili senza di necessità sposarne i contenuti.
Don Ciro è un ottimo sacerdote con una vena di ironia tutta quanta partenopea, se tu lo conoscessi di persona sono certo ti piacerebbe soprattutto per la sua intelligenza e preparazione.
Per quanto riguarda la Diocesi di Albenga, confermo ciò che tu dici: anni addietro ha attraversato un periodo terribile con ripercussioni che hanno ferita l’intera Chiesa italiana, te compreso che fai parte di quel presbiterio.
Ti auguro ogni bene e grazia dal Signore per il tuo sacro ministero.
Nel Cantico de cantici si legge “Mettimi come sigillo sul tuo cuore…”
Don Ciro può cantare ” T’ho messo come sigillo sul mio cu..”
Povero san Gennaro!
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Il cardinale benedicente il deretano tatuato di un suo presbitero.
Peccato non ci fosse un Michelangelo Merisi ad immortalare la scena con i suoi mirabili chiaroscuri!
era l’ora!
Quasi non ne potevo più delle persone che abbinano tatuaggi e tatuati al satanismo.
Certo, io non mi farei mai certe tappezzerie, ma neppure una piccola farfallina, vedere però il demonio in ogni dove meno che dove veramente è e dove davvero lavora mi pare a dire poco eccessivo.
don Claudio – Monza
Anch’io terrò molto conto di questo articolo illuminante nel rispondere ai giovani su questo tema.
Grazie Padre Ivano.
Padre Ivano, francescana pace e bene!
Articolo molto illuminante e soprattutto tanto equilibrato.
Già stasera lo userò nell’incontro di catechesi con i giovani dell’oratorio.
Tante grazie e buon lavoro a tutti voi dell’Isola di Patmos.