«Chiesa aperta» III puntata — A cura di Giovanni Zanchi: in questo momento di grave emergenza i vostri Sacerdoti, seppure da soli, seguitano a celebrare le Sante Messe offrendo il Sacrificio Eucaristico per la salute dei corpi e delle anime
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Scusate, qui la polemica non la faccio io.
Piuttosto ho l’impressione che state etichettando come facinorosi quelli che vogliono un ritorno non dico alla normalità, ma quanto alla libertas ecclesiae.
E non mi pare proprio che mi sia stato risposto nel merito ma solo con “Lei non sa chi sono io” e “Non seccare e stai chino”.
Allora vi pongo alcune domande (per le quali naturalmente, vista la vostra sapienza, avrete tutte le risposte).
1. Dove sono i vescovi, gli illuminati vescovi italiani, per quei sacerdoti denunciati, vilipesi mentre facevano la Messa da soli (vedi Cerveteri), con tanto di profanazione e abuso contro il Concordato?
2. Perché in Polonia, invece di rinunciare alle messe pubbliche, le hanno raddoppiate, per mettere d’accordo prudenza e esercizio della fede? Forse perché i vescovi polacchi sono dei criminali, e da noi sono saggi?
3. Perché state facendo una serie reiterata di articoli per difendere le scelte dei vescovi, raccontando anche situazione negli ospedali che, francamente, in prima linea (Lombardia, Veneto) sono amarcord? Lì i cappellani li tengono ormai solo in anticamera o nell’obitorio.
Grazie per ogni vostra risposta …
E meno male che lei non fa polemica, figurarsi se la facesse.
Anzitutto, invocare la “profanazione” del Concordato, è una espressione talmente roboante e fuori logica dinanzi alla quale morirebbero letteralmente dalle risate teologi dogmatici, ecclesiologi e canonisti.
Comunque le rispondo in merito alla questione polacca facendole qui copia/incolla di un commento di spiegazione che ho pubblicato ieri sulla mia pagina Facebook:
LE COLOSSALI BUFALE DEI GIORNALISTI E BLOGGHETTARI “CATTOLICI”: «IN ITALIA NON SI CELEBRANO PIÙ SANTE MESSE IN PUBBLICO A CAUSA DEL CORONAVIRUS MENTRE IN POLONIA I VESCOVI LE AUMENTANO A CAUSA DEL CORONAVIRUS»
– se i numeri non sono un’opinione –
Un affezionato lettore de L’Isola di Patmos mi ha posto questo quesito interessante: «La Conferenza Episcopale Polacca, per ottemperare alle logiche e dovute misure di sicurezza e di prevenzione della diffusione del virus, sembra abbia deciso di intensificare il numero delle messe per dar modo che pochi fedeli per volta riescano a parteciparvi».
Ciò è vero, i Vescovi polacchi hanno agito così e ciò ha fatto dire ad alcuni giornalisti cattolici di lungo corso, oggi specializzati nel tiro al bersaglio sui vescovi e sul clero italiano, che «mentre in Polonia si aumenta il numero delle Sante Messe, in Italia si chiudono le chiese».
Delle due l’una: o questi soggetti ridotti ormai a vecchi avvoltoi e cecchini non conoscono le situazioni ecclesiali dei vari Paesi, oppure non sono neppure in grado di leggere i numeri. Perché la risposta è proprio scritta nei numeri, ossia i seguenti:
I cattolici polacchi sono 35 milioni circa e il loro clero è composto da 31.442 sacerdoti secolari e 8.412 sacerdoti regolari (“sacerdoti regolari” sono i religiosi dei vari ordini maschili). Il numero delle parrocchie è pari a 10.379.
L’età media del clero polacco è pari a 44,08 anni.
Dividendo il numero delle parrocchie per il numero dei soli sacerdoti secolari, il risultato è che per ogni parrocchia polacca ci sono 3,04 sacerdoti. Ripeto: il tutto senza contare i religiosi, ossia i membri del clero regolare.
In Italia la popolazione cattolica è pari a 47.021.200, le parrocchie sono 25.741, i membri del clero secolare sono 34.121 e i membri del clero regolare 9.112.
L’età media del clero secolare italiano è pari a 67, 09 anni.
È presto detto: noi abbiamo 1,02 sacerdoti per parrocchia, con una differenza di non poco conto: una media di età superiore di 23,01 anni rispetto a quella media del clero polacco.
Ergo, giornalisti cattolici di lungo corso e blogghettari cattolici all’arrembaggio, stanno scrivendo e sostenendo delle cosiddette grandi ed emerite cazzate, se cortesemente mi passate il termine aulico.
Padre Ariel S. Levi di Gualdo
24.03.2020
Ma figuriamoci … che assurdità chiedere la ripresa della partecipazione pubblica ai sacramenti “nel rispetto delle misure messe in atto dal governo”, vero?
Noi siamo assetati di Cristo, e chiederemo insistentemente che ci venga ridato ciò di cui abbiamo bisogno, nell’ambito dell’umanamente possibile.
E non è tristezza, ma la gioia di aver incontrato Qualcosa di più grande, oltre la fallacia degli uomini!
Si guardi cosa sta succedendo in Polonia ed altri paesi …
Se è veramente assetato di Cristo come scrive, incominci a seguire ciò che i Pastori della Chiesa hanno deciso in questi momenti di emergenza, perché sono loro che Cristo ha costituito come apostoli e guide.
E non confonda la “sete di Cristo” con la gratuita polemica, per cortesia.
https://isoladipatmos.com/stage/il-coronavirus-ha-suggellato-il-fallimento-delleuropa-chiudono-le-chiese-mentre-gli-lbgt-fanno-feste-orgiastiche-al-muccassassina-si-fanno-disegnare-ai-bimbi-arcobaleni-al-grido-ce-la-faremo/
Alla sua domanda devo rispondere si, lo rintengo vero, primo perchè non è specificato il modo: si dicevano dei vaghi “mantenere le distanze” e “moltiplicare le messe” e io vorrei sapere con quali protezioni mediche che già scarseggiano e con quali sacerdoti si potrebbe fare.
Secondo perchè il pubblico che partecipa alle Messe è esattamente la fascia più a rischio, per non parlare dei sacerdoti stessi la cui età media non è certo bassa.
Terzo perchè le disposizioni della Chiesa sono queste, e se si può non apprezzarle bisognerebbe almeno cercare di capirle nel contesto anomalo in cui avvengono prima di urlare al tradimento (ed è per questo che aggiungevo “tristemente” all’ aver assunto questa posizione da parte di un commentatore solitamente lucido come Tosatti)
Per il resto la invito a riflettere su quel “Noi”, che ha usato e sull’implicito delle sue parole, ovvero che chi non chiede questa ripresa dei sacramenti immediata non è veramente cristiano e non ha incontrato quel Qualcosa; spero non fosse il senso in cui lo intendeva.
Grazie davvero per aver segnalato questi video, almeno fanno chiarezza sulla situazione. Purtroppo in questo momento vedo che buona parte dei commentatori cristiani un po’ più “underground” impegnano il tempo libero gridando all’apostasia manifesta; c’è persino una petizione tristemente firmata da Marco Tosatti e da altri che invoca la ripresa della partecipazione pubblica ai sacramenti “nel rispetto delle misure messe in atto dal governo” (la modalità effettiva e con quali sacerdoti attuarla è rimessa alla fantasia della CEI).