Quando il Vescovo Luigi Negri credette che le mignotte lungo la Via Aurelia omaggiassero lui

QUANDO IL VESCOVO LUIGI NEGRI CREDETTE CHE LE MIGNOTTE LUNGO LA VIA AURELIA OMAGGIASSERO LUI

Aveva lanciato la battuta più o meno goliardica sulle «troie ossequiose», proprio perché era rimasto molto toccato da quelle ragazze giovani e belle ridotte a battere sulla strada. Dopodiché mi disse: «Raccomandiamole alla Madonna». E cominciò: «Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum …». E i suoi occhi erano lucidi.

— Le brevi dei Padri de L’Isola di Patmos —

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Luigi Negri (Milano, 26 novembre 1941 – †Milano, 31 dicembre 2021) Vescovo di San Marino-Montefeltro (2005-2012), Arcivescovo di Ferrara-Comacchio (2013-2017), oggi avrebbe compiuto 83 anni.

Luigi Negri e Ariel S. Levi di Gualdo nella sacrestia della chiesa di Santa Prisca all’Aventino (2010)

Personalità complessa, uomo di grande fede e di solida dottrina, dotato di acume e al tempo stesso gravato da forme di ingenuità che lo portarono a compiere anche errori grossolani. Servitore fedelissimo della Chiesa e del Papato, generalmente delicato come la carta vetrata numero 10, specie quando apriva bocca nei contesti più o meno privati con esilaranti frasari da carrettiere trasteverino di fine Ottocento, che a me personalmente facevano morire dal ridere, tanto sono allergico alla falsità di certe boccucce clericali all’apparenza così delicate. Tutto questo, però, era perlopiù scena, perché in pochi avevano capito come realmente fosse: con queste sue pose, Luigi Negri nascondeva il proprio carattere di fondo timido e un animo sensibile persino tenero.

Correva il mese di maggio 2009 quando venne a trovarmi nella casa sacerdotale internazionale dove risiedevo sulla Via Aurelia, mentre mi accingevo a completare la mia formazione. Lasciò libero per un paio d’ore il suo autista, che lo attese davanti all’Aula Paolo VI, dove si svolgeva l’assemblea plenaria della CEI, presso la quale lo riportai io con la mia macchina.

Lungo la Via Aurelia le mignotte, perlopiù giovani romene già al palo in pieno giorno, mentre passavamo in macchina sorridevano e salutavano con gesti delle mani. Dopo una, due, tre … Luigi Negri sbotta divertito: «Ma queste troie sono sempre così ossequiose verso i vescovi?». Risposi: «Non si faccia illusioni, non è lei che salutano, ma me». E gli spiegai che spesso facevo quel tragitto a piedi camminando per qualche chilometro e mi fermavo sempre a salutare quelle povere ragazze, a tutte quante avevo regalato anche una corona del rosario.

Aveva lanciato la battuta più o meno goliardica sulle «troie ossequiose», proprio perché era rimasto molto toccato da quelle ragazze giovani e belle ridotte a battere sulla strada già in pieno giorno. Dopodiché disse: «Raccomandiamole alla Madonna». E incominciò: «Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum …». E i suoi occhi erano lucidi.

Anche questo era Luigi Negri, anzi, soprattutto questo. Con buona pace della animelle delicate dalle clericali boccucce fiorite che non direbbero mai «cazzo!», come più o meno trenta volte al giorno diceva lui, che però si commuoveva dinanzi a delle giovani mignotte e pregava la Vergine Maria per loro.     

dall’Isola di Patmos, 26 novembre 2024

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