I porno-teologi del galantiniano Avvenire: una profanazione sacrilega dell’Eucaristia di Padre Ermes Ronchi

— bollettino di guerra: è in corso una guerra contro la fede? —

I PORNO-TEOLOGI DEL GALANTINIANO AVVENIRE : UNA PROFANAZIONE SACRILEGA DELL’EUCARISTIA DI PADRE ERMES RONCHI SUL GIORNALE DEI VESCOVI ITALIANI.

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… bisogna delineare la differenza sostanziale e formale che corre tra due “benemerite” riviste erotiche come Playboy e Penthouse, ed il galantiniano Avvenire : le prime due, sono delle riviste erotiche, mentre il secondo ― il galantiniano Avvenire ―, tramite questo articolo di Ermes Ronchi è “consacrato” in tutto e per tutto come quotidiano porno nel senso etimologico del termine.

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Autori
Giovanni Cavalcoli, O.P. – Ariel S. Levi di Gualdo

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«Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma; fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero ed infallibile metodo; ma è difficile. Hic opus, hic labor»

Don Ernesto Buonaiuti [Roma 1881 – Roma 1946]

 

 

 

L’articolo del porno-teologo Ermes Ronchi su Avvenire [vedere QUI ]

Sull’ineffabile Avvenire galantiniano del 15 giugno è apparso un commento al Vangelo della Solennità del Corpo e del Sangue del Signore [cf. Gv 6,51-58], in cui si afferma e si scrive candidamente che in questa liturgia «non adoriamo il Corpo e il Sangue del Signore» e che non è esatto affermare che «celebriamo Cristo che si dona, corpo spezzato e sangue versato» [vedere articolo, QUI] .

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Seguendo la logica filosofico-teologico-pedagogica «non pigliateli sul serio, pigliateli per il culo», campagna pastorale lanciata tempo fa da L’Isola di Patmos [cf. QUI], questa volta tocca al porno-teologo Ermes Ronchi O.S.M, autore di questo commento sull’organo della Conferenza Episcopale Italiana e personaggio del quale già ci siamo occupati quando fu invitato a sparare raffiche di eresie a tutta la curia romana per la predicazione dei pii esercizi spirituali [vedere precedente articolo, QUI]. Dinanzi a quella predicazione a parlare non furono i commenti dei convenuti ma le immagini delle loro facce: il Cardinale Gianfranco Ravasi era ritratto in foto sorridente, distante alcuni metri dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Cardinale Gerhard Ludwig Müller, impietrito e sbiancato in volto come uno ch’è in procinto d’accasciarsi a terra colto da un colpo apoplettico. Inutile dire che se al posto del Cardinale Müller fosse stato presente un suo predecessore come il Cardinale Alfredo Ottaviani, prima sarebbero partite le legnate, poi, direttamente nel cortile della casa di esercizi spirituali che si trova in quel di Ariccia e che è gestita dai membri della Compagnia delle Indie, già Compagnia di Gesù, sarebbe stato issato un rogo. Se ci pensate bene sarebbe stato un gesto salutare di giubilo misericordioso, una espressione della più perfetta carità cristiana che avvolge con tutto l’amore del fuoco che arde il corpo dell’eretico, purificandone l’anima. Certo, oggi è difficile parlare di arrosti salvifici in un mondo nel quale sono in continuo aumento i fedeli della “chiesa dei vegetariani ” e della “chiesa dei vegani ”, pertanto chiudiamo il discorso per non recare offesa ai membri di questi altri culti religiosi oggi sempre più diffusi e anche agguerriti.   

l’attrice Kim Basinger su una castigatissima copertina di Playboy

Dinanzi alla parola «porno» poc’anzi richiamata, qualcuno potrebbe pensare a due riviste come Playboy e Penthouse, che però non sono pornografiche. Infatti, questi due mensili sono catalogati tra le riviste erotiche, che come sappiamo si differenziano parecchio in sostanza e forma da quelle porno. Una cosa è infatti ἔρως [eros], cosa ben diversa è invece πόρνη [pòrne]. Detto questo i nostri Lettori non si lascino sviare per i rivoli delle varie tangenti, perché noi intendiamo rimanere sulla più squisita autostrada etimologica del πόρνη, che per intendersi è la precisa e diritta autostrada greca, sia sul piano lessicale che su quello etimologico.

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Al termine greco πόρνηια, da cui derivano i lemmi porno e pornografia, noi diamo l’originario significato filosofico per così dire autostradale, poi trasposto nel lessico sia evangelico che in quello dell’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni. Il termine πόρνη [pòrne], che è sinonimo indicativo anche di prostituta ― in nobile romanesco mignotta ―, è presente nella letteratura apocalittica [Ap 17:1], ed è citato per ben quaranta volte nell’Antico Testamento.

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il porno-quotidiano Avvenire ed i suoi mostri in prima pagina pel gaudio di tutte le Sinistre del mondo. Potrebbe infatti, il politicamente corretto quotidiano dei Vescovi italiani, prendersela con gli eretici?

Detto questo va delineata la differenza sostanziale e formale che corre tra due “benemerite” riviste erotiche come Playboy e Penthouse, ed il galantiniano Avvenire : le prime due, sono delle riviste erotiche, mentre il secondo ― il galantiniano Avvenire ―, tramite questo articolo di Ermes Ronchi è “consacrato” in tutto e per tutto come quotidiano porno nel senso etimologico del termine.

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Fece ricorso al termine di porno-teologia l’insigne filosofo tomista e teologo Padre Cornelio Fabro, che nel lontano 1973 apostrofò così i porno-teologi :

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«Chi pretende di avanzare tagliando i ponti con il passato non avanza, ma precipita nel vuoto, non incontra l’uomo storico in cammino verso il futuro della salvezza, ma viene risucchiato dai gorghi del tempo senza speranza». 

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L’articolo di Ermes Ronchi, prima di essere eretico è sacrilego, o come sin qui spiegato è porno-teologico. Infatti, per costui, nell’Eucaristia non si tratta di adorare ma di mangiare, perché in caso contrario disprezzeremmo il dono che Cristo ci fa: «che dono è quello che nessuno accoglie? Che regalo è se ti offro qualcosa e tu non lo gradisci e lo abbandoni in un angolo?».

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Ebbene, secondo Ermes Ronchi, lasciare Gesù nel tabernacolo, vuol forse dire disprezzarLo e «lasciarLo in un angolo»? Perché seguendo le sue parole è presto detto che non si tratta di guardare al tabernacolo e alla pisside «con ciò che contiene», ma si tratta solo di mangiare. Inutile ricordare che questi sono i presupposti fondanti attraverso i quali Giovanni Calvino distrusse il mistero della presenza reale di Cristo nella Santissima Eucaristia, riducendola ad un banchetto, ad un solo mangiare tra fratelli, che ricordava simbolicamente la presenza di Cristo nel mondo.

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Prosegue Ermes Ronchi: «Nel Vangelo della Messa, Gesù non sta parlando del sacramento dell’Eucaristia, ma del sacramento della sua esistenza, che diventa mio pane quando la prendo come misura, energia, seme, lievito della mia umanità […]. Mangiare e bere la vita di Cristo non si limita alle celebrazioni liturgiche, ma si dissemina sul grande altare del pianeta, nella “messa del mondo”» [Teilhard de Chardin]».

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Osserviamo che nel Vangelo Gesù ci invita a mangiare la sua carne e a bere il suo sangue: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui» [cf. Gv 6, 51-58]. E detto questo ricordiamo che nell’Ultima Cena, Cristo Dio prese il pane e disse «questo è il mio corpo»; e preso il vino, disse: «Questo è il mio sangue» [cf. Mt 26; Mc 14; Lc 22; I Cor 11]. l’Eucaristia è pertanto il sacramento del corpo e del sangue del Signore, ed è falso affermare che nel Vangelo della Messa Cristo non stia parlando dell’Eucaristia. È falso anche affermare che l’Eucaristia non sia il sacramento dell’esistenza del Signore, giacché al contrario essa contiene tutto Cristo: corpo, sangue, anima e divinità, basti leggere neppure i grandi trattati di dogmatica sacramentaria, né le stupende encicliche dedicate alla Santissima Eucaristia dai Sommi Pontefici del Novecento, ma solo il Catechismo della Chiesa Cattolica, che forse Ermes Ronchi non conosce, o se lo conosce, lo capovolge male [cf. CCC 1322-1405]. E siccome l’Eucaristia contiene per concomitanza la divinità di Cristo che dev’essere adorato come nostro Dio, è falso negare che nella liturgia della Messa «non adoriamo il Corpo e il Sangue del Signore» …

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… ciò equivale a dire con giochi di fatua semantica poetica — ed i misteri della fede non sono poesia —, che Dio non è realmente presente nell’Eucaristia, il che è eresia. Infine c’è da notare che il «pianeta» non è affatto l’altare del sacrificio di Cristo e quindi della Messa. Sul «pianeta» non si celebra alcuna liturgia. Il luogo nel quale si celebra la liturgia, di norma non è il «mondo», ma è un luogo e un edificio sacro, è il tempio. Perché mai vengono costruite le chiese? Per tenerci che cosa? Si deve dire dunque che l’altare sul quale si è consumato il sacrificio di Cristo, l’altare sul quale Cristo Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza ha celebrato la sua Messa, il sacrificio liturgico, grazie al quale abbiamo l’Eucaristia, non è genericamente il «mondo», ma è la croce, capisci Ronchi ― oh, marrucine asini  ― la croce!

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Dunque l’altare della Messa non è «il mondo», ma l’altare è il simbolo della croce e sull’altare il sacerdote, pronunciando le parole della consacrazione del pane e del vino, rinnova in modo incruento il sacrificio di Cristo, che è il fondamento e la ragion d’essere del sacramento dell’Eucaristia.

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Il mondo è la creazione che è salvata e redenta dal sacrificio della croce che si perpetua nella Messa. L’altare è il luogo del sacro, dove il sacer-dote celebra il sacri-ficio e confeziona [conficit] il sacra-mento. Il mondo è la profanità [pane], che viene purificata, consacrata ed innalzata al sacro [corpo di Cristo], ma non è di per sé sacro.

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È vero che grazie all’Eucaristia Cristo viene in me, Dio è in me. Tuttavia, se nell’Eucaristia non c’è Dio, diversamente la si potrebbe e dovrebbe adorare? Come fa Dio a venire in me per il tramite dell’Eucaristia? Allora, delle due cose una: o l’Eucaristia contiene Dio per concomitanza, ed allora vale e ha senso l’adorazione eucaristica; oppure Dio non c’è nell’Eucaristia, ma .. «Dio è egualmente in me». Ma che Dio è, questo Dio che è «ugualmente in me»? È presto detto: non è il Dio cristiano, ma ha tutta l’aria di essere il Dio panteistico dell’immanentismo hegeliano. Dunque un falso Dio, un idolo.

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il porno-quotidiano Avvenire ed i suoi mostri in prima pagina pel gaudio di tutte le Sinistre del mondo. Potrebbe infatti, il politicamente corretto quotidiano dei Vescovi italiani, prendersela con gli eretici?

Ci vuole una bella dose di fantasia o di ignoranza teologica o di empietà o di spudoratezza o di confusione mentale o come meglio la vogliamo chiamare, per collezionare un tale cumulo di errori e di eresie in così poche righe su di un tema così fondamentale della fede come il mistero eucaristico, per di più su di un quotidiano cattolico controllato dai vescovi italiani, i quali evidentemente non hanno fatto caso ad Ermes Ronchi, occupati in più importanti impegni pastorali, a partire da S.E. Mons. Nunzio Galantino loro segretario generale, da una parte impegnato ad affermare che Dio non castigò le città di Sodoma e Gomorra [cf. QUI], dall’altra a definire «paganesimo senza limiti» l’affermazione legata alla teologia del peccato originale [cf. QUI]. Tutto questo dinanzi ad una generale incuranza: se c’è davvero un problema «senza limiti», è purtroppo la palese ignoranza dottrinale manifestata da certi soggetti con le loro improvvide e infauste dichiarazioni. E dopo che qualcuno osò scuotere con una orrenda “bestemmia” il mondo galantiniano misericordista, molliccio, buonista ed ecologista, affermando che «Dio castiga e usa misericordia» [cf. QUI], lo scandalo prodotto fu tanto e tale che poco dopo si videro alcuni membri dell’episcopato italiano muoversi in mutande tra una dichiarazione concitata e l’altra, dopo che si furono stracciati di dosso le vesti come il Sommo Sacerdote nel Tempio di Gerusalemme [cf. Mt 27,56-68; Mc 14,53-55]. Pare che in quei giorni, la sartoria ecclesiastica romana del nostro amico Ety Cicioni in Borgo Santo Spirito, fece affari d’oro, nel rifare corredi interi a diversi vescovi [cf. QUI], con i Padri de L’Isola di Patmos che riscuotevano gioiosi percentuali sottobanco per avergli procurato svariati clienti di riguardo.

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Noi non pretendiamo che S.E. Mons. Nunzio Galantino faccia scrivere su Avvenire che lo scritto di Ermes Ronchi è di un «paganesimo senza limiti», anche perché di prassi, i ladri della fede, quando si mettono in coppia agiscono di solito a questo modo: uno ruba e l’altro gli regge il sacco. Sicuramente, i nostri Lettori, dinanzi a queste evidenze capiranno meglio ancora il senso del lancio della nostra accorata e disperata campagna … «non pigliateli sul serio, pigliateli per il culo» [cf. QUI]. Cos’altro ci resta da fare, dinanzi ad eresie sul mistero eucaristico pubblicate dal giornale dei Vescovi italiani e quindi diffuse a mezzo stampa col marchio C.E.I, le cui iniziali, purtroppo, come tutti ben sappiamo non indicano affatto i tarocchi China Export, ma la Conferenza Episcopale, che di questi tempi, in quanto a tarocchi …

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da L’Isola di Patmos, 25 giugno 2017

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e daije: famose ‘na cultura teologgica !

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10 commenti
  1. non metuens verbum dice:

    Gli sarebbe bastato di leggere la sequenza di San Tommaso: Lauda Sion Salvatorem… , ma senza dubbio, come il 99 per cento dei preti, si sarà avvalso della comoda rubrica: Sequenza facoltativa, si può omettere oppure leggere nelle forma breve (= un ventesimo della forma completa).

    Non sia mai che i fedeli in Chiesa sentano qualche cosa di cattolico.

    • Ariel S. Levi di Gualdo
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … e pensare che io, la sequenza, l’ho scandita in metrica latina e poi, durante l’omelia, l’ho spiegata al buon Popolo di Dio.
      Ah, se ci avessi pensato prima, me la potevo cavare con un pensierino da Bacio Perugina di Tonino Bello …

      • non metuens verbum dice:

        Sarebbe piaciuto anche a me di poterla salmeggiare in latino, ma per i dodici fedeli della prima Messa sarebbe stato un po’ troppo. Già contento che il rettore (bravo) abbia acconsentito a farmela leggere tutta, in italiano.

    • orenzo
      orenzo dice:

      Sumunt boni, sumunt mali:
      sorte tamen inæquáli,
      vitæ vel intéritus.
      Mors est malis, vita bonis:
      vide paris sumptiónis
      quam sit dispar éxitus.

  2. Iginio dice:

    Scusi, don Ariel, una trentina di anni fa, quando ero ancora bambino, ebbi occasione di ascoltare un certo don Palumbieri, salesiano docente di “antropologia filosofica”, il quale spiegava come per i cristiani non esistesse più la differenza tra Sacro e Profano. Mi potrebbe spiegare se c’entra qualcosa col tema da lei affrontato qui sopra e da dove deriva questa teoria? Di per sé, sembra suggestivo credere che dopo la Risurrezione di Cristo tutto il mondo è stato, diciamo così, santificato da Lui.
    Per quanto riguarda Ravasi, in Vaticano è diventato obbligatorio elogiarlo perché dicono che, quando parla lui in pubblico, tutti pendono dalle sue labbra.

    • Ariel S. Levi di Gualdo
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Ah, ma le garantisco che anche a me, quando parla, mi fa pendere, però non le dico dove e cosa, mi fa pendere …

  3. orenzo
    orenzo dice:

    A leggere padre E. Ronchi si potrebbe dire che quegli psichiatri che vedono nell’Eucarestia una forma di cannibalismo che fagocita l’altro, in questo caso la divinità, al fine di acquisirne le proprietà, hanno ragione.
    Dimentica forse padre E. Ronchi che il Corpo ed il Sangue di Cristo permangono sotto le specie del pane e del vino solo fino a quando il pane rimane pane ed il vino rimane vino? E’ a conoscenza padre E. Ronche che, a causa delle fisiologia del nostro stomaco, dopo circa 15/20 minuti, il pane ed il vino non sono più tali dentro di noi?

    Se si traggono le debite conseguenze dalle parole di Gesù alle nozze di Cana, quando noi mangiamo del Suo Corpo e del Suo Sangue, più che ad una mensa ci accostiamo ad un talamo nuziale nel quale lo sposo e la sposa sono l’uno nell’altra.

  4. Giorgio M.G. dice:

    Ormai si sono scatenati perchè da veri smidollati quali sono si copiano l’un l’altro e, tutti insieme, si esaltano trionfanti a picconare l’odiata Chiesa. Probabilmente ne verranno fuori anche altri perchè, ora, è il loro infausto momento di “gloria”…tirino fuori pure le loro superbe ed orgogliose testoline così poi quando dai piani celesti le conteranno per metterle nell’oglio nessuno potrà dire…”era innocente”…

  5. Padre Ariel
    Zamax dice:

    Cari Padri,

    Ronchi è un imitatore sdolcinato di Enzo Bianchi: come lui mezzo sospiroso e mezzo sentenzioso, ma sempre accompagnato da qualche citazione pseudo-colta per meglio infinocchiare il gregge. Ma purtroppo tanto basta per essere efficace nei confronti di tanta gente, anche pia e in buona fede, ma poco smaliziata o attenta, che del presente articolo riterrà un Bacio Perugina semplice semplice ed anche ortodosso: e cioè che l’Eucarestia a nulla serve, se non accogliamo Gesù nel cuore; mentre intanto respirerà una dose di gas velenoso inodore nell’ostinata e melliflua celebrazione di un Gesù umano, ma così umano, e così immerso nella realtà di questo mondo, da annichilire ogni traccia di una divinità, la Sua, che trascende la scena di questo mondo.

    Nella visione di Ronchi la creazione non ha bisogno di essere redenta: essa è già perfetta e compiuta e bastante a se stessa; e Gesù è “divino” solo in quanto figlio e perfetto interprete di questa realtà. Quando ci ri-diede i 10 comandamenti il profeta Benigni la riassunse così: «Saltate dentro all’esistenza ora. Perché se non trovate niente ora, non troverete niente mai più. E’ qui l’eternità, non ce n’è altra!» Papale papale.”

  6. fabriziogiudici dice:

    In una delle chiese che frequento non è che non si ascolti ogni tanto qualche pipponcino in stile bergogliano (tipo roba sui migranti), ma il prete è preparato e eresie non ha mai dette. Non ho dubbi sul fatto che alla Presenza Reale ci creda.

    Ora è in ferie ed è arrivato un sostituto. Ormai io davanti ad un prete mai visto divento subito sospettoso. Già durante la prima predica c’era stato un passaggio strano, ma poteva essere un’infelice scelta di parole. Durante la seconda (proprio quella del Corpus Domini) se ne è uscito con varie perle, tra cui “il Sacrificio (*) non c’entra con la sofferenza”. Chiesa subito messa sulla lista nera, finché non torna il titolare.

    (*) Io l’ho scritto maiuscolo, come dev’essere, ma se non è sofferenza avrei dovuto riportarlo minuscolo, nell’interpretazione di quel prete.

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