Felici e anche onorati di lavorare gratis, però cerchiamo di non esagerare …

FELICI E ANCHE ONORATI DI LAVORARE GRATIS, PERÒ CERCHIAMO DI NON ESAGERARE … 

«Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo» [I Cor 9, 13-14].

 

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Cari Lettori,

La rivista L’Isola di Patmos compirà 10 anni di attività pubblicistica ed editoriale nell’ottobre del 2024. Quando cominciammo la nostra attività, furono diversi a darci meno di un anno di vita. Il risultato è stato che siamo andati avanti con un numero sempre in crescendo superando nel 2022 i duecento milioni di visitatori in 8 anni.

Nel 2018 aprimmo anche le Edizioni L’Isola di Patmos, i cui libri seguitano a essere venduti con buoni esiti in un mercato costituito da un pubblico di nicchia, non certo da quei “cattolici” ben più numerosi che si acculturano saltando da un blog all’altro dove si nutrono di “profezie” e “rivelazioni”, o che su Facebook ti chiedono di spiegargli in quattro righe il Prologo del Vangelo di Giovanni e l’incarnazione del Verbo di Dio, perché su un sito di ufologia gestito da un anonimo hanno letto che Gesù Cristo era un alieno.

Non abbiamo mai chiesto niente, ci siamo solo limitati a inserire il collegamento al comodo e sicuro conto PayPal e il numero del nostro conto corrente presso la BPM di Roma, certi che coloro che avessero voluto sostenere la nostra opera lo avrebbero fatto senza bisogno di essere sollecitati in tal senso.

Alla fine dell’estate dobbiamo pagare il server-dedicato e i vari abbonamenti annuali per un importo complessivo di 5.800 euro. Ciò di cui al momento disponiamo sul conto PayPal e sul conto corrente è però una somma risibile:

 

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Mi sono consultato con i confratelli e abbiamo deciso di ricordare il monito dell’Apostolo: 

«Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo» [I Cor 9, 13-14].

Perché nascondere l’amarezza, specie quando si ha per indole un temperamento generoso? Ritengo per questo doveroso aggiungere qualche precisazione sotto forma di domanda: alcuni, o forse molti, pensano che i preti siano limoni da spremere? Perché la logica del non meglio precisato “cattolico” è la seguente: quando cade nel bisogno si rivolge ai buoni preti, che trova, perché ci sono ancora, forse sempre di meno, ma ci sono. Però, se deve mettersi le mani in tasca e contribuire al lavoro pastorale dei buoni sacerdoti, in tal caso comincia a pubblicare sui social media post e foto del peggio che tra i preti si può trovare e che nessuno ha mai negato che esista e che ci sia. Strana logica, non vi pare? Quando dai buoni preti si deve prendere, si prende a piene mani, ma quando l’opera dei buoni preti necessita di essere sostenuta, allora si sigilla il portafogli e si va a cercare il peggio che può esserci nel clero, come ovunque, pubblicando pianti e lamenti sui social media al fine di giustificare il proprio egoismo e la propria avarizia.

Da anni mi dedico all’apostolato con i sacerdoti e da questo osservatorio privilegiato conosco e tocco con mano casi di presbiteri anziani e ammalati che dopo una vita dedicata ad assistere e accudire il Popolo di Dio versano oggi in condizioni di solitudine e abbandono, sperimentando anzitutto l’ingratitudine delle numerose persone alle quali hanno fatto del bene finché hanno avuta la forza fisica per farlo. Se però richiami il cattolico-si-fa-per-dire alle sue responsabilità verso i preti, per tutta risposta lui ti pubblica sui social media la foto del prete che celebra la Santa Messa al mare in costume da bagno sul materassino inserendo semmai la didascalia: «… dovremmo anche finanziare questa gente?». Non ti racconta, però, del vecchio e santo parroco, oggi dimenticato in una casa di riposo con il catetere attaccato addosso, che gli salvò il matrimonio e che convinse sua moglie a non abortire un figlio che poi nacque e che cresciuto e divenuto adulto gli ha dato la gioia di diventare nonno. Certe cose no, quelle non si raccontano né con foto né con didascalie sui social media.

Tra le varie forme di ingratitudine confesso che mi hanno colpito in modo particolare quelle persone che oltre ad avere le mani solo per prendere ritengono che dal prete si debba persino pretendere, in testa a tutti quelli che sono finiti nei giri dei vari santoni e delle varie sedicenti veggenti in stretto contatto con le molteplici madonne parlanti o piangenti che rivelano tremebondi segreti catastrofici ai vari ciarlatani che impazzano sulla piazza. E oggi, le persone che cadono in queste reti, sono sempre di più. Fin quando numerosi di questi raggirati e spennati come polli finiscono per rivolgersi a noi, che facendo il nostro dovere, ossia i preti, i pastori in cura d’anime, nel corso degli anni abbiamo aiutato e sostenuto persone disperate, raggirate e tradite, cercando opportune e prudenti soluzioni, non limitandoci al mero conforto spirituale ma cercando spesso di aiutarle anche attraverso specialisti o consulenti legali di nostra fiducia e conoscenza, i quali non di rado li hanno aiutato a titolo persino gratuito, considerando che i dementi piangenti erano stati ridotti a cosciotti di pollo spolpati dai più voraci dei peggiori imbonitori.

Qualcuno di loro ha avuto per caso la sensibilità di versare 5 o 10 euro sul nostro conto a sostegno della nostra opera, semmai dopo avere elargito per anni soldi a certa gente? Certo che no, i soldi si mollano senza esitazione a quelli che raccontano di parlare con la Madonna, che vantano doni sensitivi, di preveggenza o di guarigione, o che a distanza di 55 anni dalla sua morte si presentano come figli spirituali di Padre Pio da Pietrelcina, ai quali il Santo Cappuccino, manco a dirsi, rivelò cose sensazionali che costoro, a loro volta, rivelano solo a pochi eletti, ovviamente paganti, beninteso!

Con i numeri ho da sempre un pessimo rapporto, però, pur non sapendo fare le divisioni senza calcolatrice, a dei calcoli elementari ci arrivo anch’io: come possono, un Tale o una Tale di neppure sessant’anni d’età essere stati figli spirituali prediletti di questo Santo Frate morto nel 1968 e avere ricevuto da lui confidenze straordinarie? Padre Pio da Pietrelcina andava forse a prendersi i propri figli spirituali all’asilo nido o alla scuola materna per farne dei depositari privilegiati dei suoi segreti?

Il mio parlare è nudo e crudo? Sì, perché tale deve essere con tutta l’amarezza del caso da parte di un prete che assieme ai propri confratelli redattori ha impiegato tempo, energie, risorse umane e spirituali per tante persone, inclusi quelli che dopo essersi fatti togliere persino le mutande di dosso dai peggiori ciarlatani sono venuti a piangere aiuto da noi. E lo hanno avuto l’aiuto, immediato e senza risparmio alcuno di noi stessi, che spesso siamo stati sino a tarda notte a rispondere e a farci carico dei loro problemi. Però, in cambio, non ci hanno offerto nemmeno un caffè, cosa questa che duole, parecchio.

Più che chiedere – cosa che mai abbiamo fatto – vi confido amarezza, che ritengo abbia la propria ragione di essere, per il resto facciano coloro che del nostro duro lavoro hanno beneficiato e beneficiano, pur dimenticando che «coloro che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo».

dall’Isola di Patmos, 13 giugno 2023

Questa rivista richiede costi di gestione che affrontiamo da sempre unicamente con le vostre libere offerte. Chi desidera sostenere la nostra opera apostolica può farci pervenire il proprio contributo mediante il comodo e sicuro Paypal cliccando sotto:

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Se fate un bonifico inviate una email di avviso alla redazione, la banca non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un messaggio di ringraziamento:
isoladipatmos@gmail.com

Vi ringraziamo per il sostegno che vorrete offrire al nostro servizio apostolico.

I Padri dell’Isola di Patmos

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6 commenti
  1. Antonello
    Antonello dice:

    Io ogni tanto compravo un vostro libro, ma da quando ho saputo che amazon è ultra-filo-abortista ho qualche remora e ho smesso di comprare su questa piattaforma. Fermo restando che 10 euro di offerta li posso eventualmente versare come contributi libero indipendentemente dal libro, mi può dare qualche motivo per cui posso continuare a comprare i vostri libri? Oppure, potreste pubblicarli con una casa editrice che sia anche etica (secondo i princìpi cristiani)? Grazie.

    • Padre Ariel
      Padre Ariel dice:

      I nostri libri, come indicato, può ordinarli anche direttamente presso il nostro negozio librario, oppure può recarsi in qualsiasi libreria e chiedere di ordinarglieli

      • Antonello
        Antonello dice:

        Il punto non è dove comprarli e da chi farlo spedire. Il punto è che voi li fate stampare da Amazon

        • Padre Ariel
          Padre Ariel dice:

          … allora smetta di andare in macchina e di usare tutti i mezzi di trasporto, perché vanno con carburanti prodotti attraverso il petrolio, ed il petrolio lo compriamo dagli arabi di Paesi musulmani, ma soprattutto Paesi in gran parte dei quali il Cattolicesimo è considerato fuorilegge e non è possibile professare la fede cristiana.
          Intenderà mica usare mezzi che vanno con carburanti prodotti col petrolio provenienti da questi Paesi?

          • Antonello
            Antonello dice:

            Mi sfugge il nesso tra petrolio e aborto. Che c’entra il comprare il petrolio da paesi che vietano il cattolicesimo con il finanziare indirettamente una multinazionale che favorisce la soppressione di vite innocenti? Forse lei sarà un grande dogmatico, ma uno scarso moralista. La sua levatura morale, con questa risposta che mi ha dato, si attesta sul livello che sinceramente mi aspettavo: prossimo allo zero.

          • Padre Ariel
            Padre Ariel dice:

            Glielo spiego subito il nesso morale: se lei fosse colpito – è un esempio, Dio non voglia! – da una grave insufficienza cardiaca e fosse trasportato d’urgenza in un ospedale nel quale si praticano aborti, per imperativo morale di coscienza, rifiuterebbe il ricovero e le cure per essere trasportato in una clinica privata cattolica gestita dalle suore dove la sola degenza le costerebbe 500/600 euro al giorno esclusi esami, visite, medicinali, oltre a un intervento chirurgico al cuore il cui costo potrebbe peraltro variare dai 30.000 ai 40.000 euro? Anziché farsi sottoporre a terapie d’urgenza salva-vita si premurerebbe di scegliere e farsi trasportare in un ospedale in cui non sono praticati aborti, posto che la sua morale cattolica, al contrario della mia, non è certo prossima allo zero?
            Lei è il paradigma contemporaneo, triste e desolante, del cattolico fai-da-te che non trova di meglio da fare che dare giudizi tanto ingenerosi quanto lapidari verso coloro che hanno ricevuto dalla Chiesa il mandato di guidare il Popolo di Dio e di istruirlo nella fede e nella dottrina.
            Pertanto, faccia il prete di se stesso e se la goda quanto e come meglio vuole.
            Dio la benedica.

I commenti sono chiusi.