La logica di Alessandro Minutella: «Gli altri fanno peggio». Forse sì, però sono scaltri e stanno zitti

LA LOGICA DI ALESSANDRO MINUTELLA: «GLI ALTRI FANNO PEGGIO». FORSE SÌ, PERÒ SONO SCALTRI E STANNO ZITTI

Se un avversario subisce una disfatta gioirne non è cristiano, affondare un colpo non è umano. Neppure elargire giudizi morali è opportuno, non spetta a noi farlo, mentre le sentenze date in via definitiva sono di pertinenza dei tribunali, non degli umori dei social media o di chicchessia. Minutella merita umano rispetto proprio perché ha subìto una solenne disfatta, ma altrettanto umano rispetto meriterebbero anche quelle persone semplici e ingenue che si sono messe al suo seguito e che da giorni sta rassicurando con racconti surreali, presentando loro un’altra realtà.

— Attualità ecclesiale —

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Autore
Redazione de L’Isola di Patmos

 

 

 

 

 

 

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La struttura di Piccola Nazaret fondata da Alessandro Minutella, presbitero panormitano incorso in scomunica per eresia e scisma, poi dimesso dallo stato clericale, dopo due sentenze del Tribunale amministrativo Regionale della Sicilia per irregolarità edilizie, una del 2023 (vedere QUI) e una del 2024 (vedere QUI), è stata acquisita dal patrimonio del Comune di Carini come disposto dal decreto esecutivo (vedere QUI).

«Si stanno accanendo contro di noi per due archi che sono stati chiusi, roba di appena 20 metri quadrati» (Alessandro Minutella da “Santi e Caffè” del 21.06.2024, ore 9:15, Canale YouTube di Radio Domina Nostra). Nella foto: gli «appena 20 metri quadrati» ripresi con il satellite nel maggio 2024. 

Se un avversario subisce una disfatta gioirne non è cristiano, affondare un colpo non è umano. Neppure elargire giudizi morali è opportuno, non spetta a noi farlo, mentre le sentenze date in via definitiva sono di pertinenza dei tribunali, non degli umori dei social media o di chicchessia. Minutella merita umano rispetto proprio perché ha subìto una solenne disfatta, ma altrettanto umano rispetto lo meriterebbero anche quelle persone semplici e ingenue che si sono messe al suo seguito e che da giorni sta rassicurando con racconti surreali, presentando loro un’altra realtà. Motivo per il quale, basandoci rigorosamente sui fatti oggettivi e atti, non su interpretazioni soggettive, riteniamo doveroso offrire una fedele sintesi dell’accaduto, nella totale aderenza a quanto narrato dalle sentenze motivate emesse dal Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia.

Su un terreno nel Comune di Carini (Palermo) è concessa licenza nel 2007 per realizzare un piccolo stabile rurale a uso agricolo. Appena iniziati i lavori il Minutella ordinò agli operai di modificare il progetto e quello che avrebbe dovuto essere un piccolo fabbricato a uso agricolo diventa una cappella di circa 180 metri quadrati. Quando in seguito a segnalazione i Vigili urbani vanno a verificare se stava costruendo in conformità alla licenza edilizia concessa, scoprono tutta una serie di irregolarità e un primo processo di cementificazione effettuata. A quel punto è emessa un’ordinanza che gli ingiunge di procedere all’immediato ripristino dello stato originario in conformità al progetto approvato e alla concessione edilizia concessa. In questo servizio fotografico del 2013 è documentato il processo di cementificazione dell’area rurale.

La prima sentenza del TAR del 2017 (vedere QUI), a seguire quella del 2018 (vedere QUI), fotografa e dettaglia in tutti i particolari questa situazione. Anziché proporre appello Minutella cambia però le carte in tavola e d’improvviso il terreno risulta essere non più suo ma di altra proprietà. Si torna così di nuovo al TAR, che sentenzia che non è certo il cambio di intestatari a sanare il tutto. Frattanto, alle vecchie difformità già contestate, si sono aggiunti il pozzo d’acqua “miracolosa”, la piscina della “aspirante Lourdes sicula”, un’ulteriore colata di cemento per realizzare all’esterno la cosiddetta cappella del Volto Santo di Manoppello, muri e cementificazioni sparse in ogni dove visibili e documentate dalle immagini riprese via satellite prima e dopo la realizzazione delle cementificazioni. Tutte queste opere sono state dichiarate abusive, sebbene l’interessato tenti di negare nei propri video l’evidenza dei fatti, presentandosi in veste di vittima perseguitata.

Minutella afferma da settimane nei suoi pubblici video che questo «accanimento persecutorio» scatenato nei suoi riguardi e verso «un’opera voluta dalla Madonna» si baserebbe su «piccolissime difformità», indicando ora una finestra, ora un paio di archi chiusi. Più volte ha precisato che le costruzioni realizzate in quest’area sono di legno e come tali smontabili (vedere suoi video QUI, QUI, QUI, etc..), omettendo però di precisare che sono state erette su di un terreno agricolo sopra basi cementificate con un massetto di 20 cm. successivamente piastrellato, con relativi impianti elettrici e idrici tutt’altro che regolari e conformi alle normative di sicurezza. A suo dire queste sarebbero piccole cose insignificanti realizzate in zone nelle quali ― ironizza ― l’abusivismo trionfa ovunque, vale a dire: gli altri fanno cose peggiori (vedere suoi video QUI, QUI, QUI, etc..). 

La difformità urbanistica non dipende da «due archi chiusi» ma dal fatto che nel piano regolatore questo terreno a uso agricolo non era destinato a edificio di culto. Peraltro, per poter costruire una chiesa ― che si tratti di una cappella o di un edificio adibito in ogni caso al culto ―, a trattare con le autorità amministrative non può essere un prete dimesso dallo stato clericale dichiarato con sentenza della suprema autorità ecclesiastica non più membro del clero e della Chiesa Cattolica, ma solo l’ordinario diocesano del luogo peculiare, secondo le leggi che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa a norma del Concordato del 1929 revisionato nel 1984. Pertanto, un qualsiasi soggetto che dalla sera alla mattina ritenesse opportuno dichiarare che l’attuale è una «falsa Chiesa Cattolica governata da un falso Papa» e che loro, denominati «piccolo resto», sono invece la vera Chiesa Cattolica, non ha titolo giuridico per chiedere e trattare con i competenti organi amministrativi l’erezione di luoghi di culto, non costituendo lui e i suoi associati né un ente religioso di diritto pubblico né una associazione di culto riconosciuta dallo Stato. Questo il motivo per il quale S.E. Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, nella cui giurisdizione canonica rientrava la cittadina di Carini, con un pubblico decreto del 17 settembre 2015 definì «illecite» le attività del Minutella e «sospette di manipolare le coscienze dei semplici», oltre che «illegittima la costruzione della cosiddetta “cappella” in un terreno di proprietà privata, perché priva della necessaria licenza ecclesiastica» (vedere testo del decreto QUI).

Affermare e lamentare: «Danno spazio a tutti, agli Ebrei, ai Protestanti, ai Mormoni, ai Buddisti … ma non a noi!» è una posa vittimistica irrazionale. Queste associazioni religiose che di tanto in tanto cita sono tutti culti riconosciuti, a partire dall’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche d’Italia), altrettanto le varie aggregazioni cristiane non-cattoliche come la FCEI (Federazione Chiese Evangeliche Italiane) o la Sacra Diocesi Ortodossa d’Italia, per seguire con le aggregazioni non cristiane come l’UBI (Unione Buddisti Italiani) e altre varie che con lo Stato hanno stipulato precisi accordi ottenendo relativi riconoscimenti e tutela come culti ed enti religiosi di diritto pubblico.

I fatti dimostrano che più volte Minutella ha tentato di ottenere concessioni impossibili da concedere ai sensi di Legge ― come per esempio l’erezione di luoghi di culto ― ponendosi in modo aggressivo e irridente verso i pubblici amministratori e le autorità ecclesiastiche del luogo. Così accadde quando nel 2022, trovandosi di passaggio a Trebaseleghe (Padova), territorio canonico della Diocesi di Treviso, colto da ispirazione decise di fondare nel Triveneto il Piccolo Tabor, acquistando su due piedi per 200.000 euro lo stabile di una ex palestra che necessitava di essere interamente ristrutturata. E dopo avere effettuato l’acquisto si rese conto che questo stabile invenduto da otto anni sul mercato era interamente ricoperto da un tetto in eternit, lo smaltimento del quale è costato ― per sua pubblica e ripetuta ammissione ― 60.000 euro (vedere video QUI).

Pochi giorni dopo il suo arrivo a Trebaseleghe già pubblicava sul suo canale YouTube video giornalieri dove insolentiva tutti i Vescovi del Triveneto (vedere video QUI), a partire dal Patriarca di Venezia, per seguire con gli Amministratori del locale Comune, che non potevano concedere il cambio di destinazione d’uso di uno stabile da palestra a luogo di culto, per i motivi legali già spiegati poc’anzi (vedere video QUI). Per non parlare dell’opportunità e della prudenza, oltre alla conoscenza della storia e della società di zone che tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta hanno sempre costituito la grande roccaforte della vecchia Lega Nord, intrisa di tutte le sue prevenzioni — accettabili o non accettabili che fossero — verso il Meridione d’Italia; e dove forse non aspettavano trepidanti l’arrivo di un siciliano esuberante che irridesse i vescovi della regione e i pubblici amministratori locali.

Vedendo il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno bisogna prendere in considerazione quando Minutella lamenta che sui terreni confinanti ci sono case che non hanno realizzato abusi, ma che sono proprio costruzioni interamente abusive (vedere video QUI). Poi di seguito ironizza: «Altrove abusi e irregolarità non ci sono … no, è tutto regolare, specie qua in Sicilia!». Più volte ha anche narrato che quando i Vigili urbani si recarono a fare vari sopralluoghi, se ne stavano con le spalle voltate verso le costruzioni limitrofe gravate da altrettanti, se non peggiori abusi edilizi (vedere video QUI). 

Chiunque abbia conosciuto e visitato la Sicilia ha potuto vedere, soprattutto in certe zone costiere, delle irregolarità edilizie e degli abusi che in altre parti del nostro Paese, non sono solo impossibile da realizzare, ma sono proprio impossibili da pensare. La differenza che corre tra certi soggetti e il Minutella è che loro, sapendo di avere commesso irregolarità e abusi, stanno zitti, non vanno ad attaccare tutto e tutti in giro per il globo terracqueo. Così funzionano le cose ― in modo sicuramente sbagliato ― all’interno di un Paese come il nostro, che sa essere all’occorrenza corrotto e corruttore da Trieste sino a Porto Palo di Capo Passero, località nota anche come “ultimo sasso siciliano d’Italia”, molto più vicino a Malta che non a Roma.

 

dall’Isola di Patmos, 21 giugno 2024

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