Los estudios de televisión Mediaset son el "Monte" de encima de la cual, como sacerdote y teólogo, Estoy feliz de hacer que brille la luz de una sola cerilla encendida, Así alumbre para … derecha y de revés
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Dice bene padre Ariel, quando definisce noi credenti “ovejas sin pastor”. Vaghiamo, cerchiamo pascoli buoni, ci avviciniamo ai pastori, ma ci mancano le guide.
Creyentes, sempre alla ricerca, percepiscono il guizzo della fiamma del fiammifero e se ne rallegrano.
I suoi interventi, padre Ariel, sono balsamici, fanno riconoscere l’odore del pastore.
E non è poco.
Anche noi credenti abbiamo bisogno di quelle parole, non solo chi non crede.
Lei dunque fa coraggiosamente ed egregiamente un doppio servizio: dà una parola ai fedeli, ed accende una fiammella per i lontani.
Apprezzo quello che fa per tutti noi che stiamo in una Chiesa spesso con pastori addormentati.
Reverendo padre Ariel,
chiedendo scusa se nel seguente intervento
https://isoladipatmos.com/stage/il-6-febbraio-padre-ariel-torna-in-prima-serata-negli-studi-di-mediaset-al-programma-dritto-e-rovescio-condotto-da-paolo-del-debbio/#comment-8546
il mio Nome* “orenzo” è stato dall’automatismo del mio computer mutato con quello di “Lorenzo”,
confermo che, se l’unico intervento era sui cibi cinesi, sarebbe stato meglio non partecipare: se era stato fatto un cambio di palinsesto in corso di programma perché intervenire ugualmente?
Per discutere di quale argomento era stato invitato?
Dicho esto, i suoi interventi, “incazzosi” quanto basta, in difesa della retta dottrina nelle altre sue partecipazioni, mi sono piaciuti moltissimo: continui così.
Concordo con don Ariel.
Anni fa mi capitò di partecipare ad una trasmissione televisiva di Sky su un argomento lavorativo abbastanza complesso da capire. Ricordo ancora tutta la mia tensione davanti alle telecamere in diretta per poter spiegare in poche battute e frasi il mio punto di vista.
Es verdad, chi non ha vissuto quei momenti non capisce “l’eroicità” di partecipare a trasmissioni televisive.
Nulla da eccepire sulle sagge precisazioni di p. Ariel, come sempre realista e accorto. Fossi in Mediaset, de todos modos, il pensierino di affidargli una trasmissione lo farei. Da quelle parti i programmi religiosi li sanno fare bene, ganas de. La trasmissione di Ravasi, discutibile fin che si vuole nei contenuti, era oggettivamente ben strutturata e gradevole. Piaceva persino a uno specialista di TV come A. Grasso.
Gentil don Ariel, mi ha colpito averla vista cambiare repentinamente tono quando, dopo aver affrontato il “signor Guadagno” definendola imitazione di una donna in maniera molto diretta e perentoria, l’ha poi blandita gratificandola con espressioni di apprezzamento circa le qualità intellettive o altro.
Ho pensato al caos e all’ambiguità che ormai pervade tutta la vulgata dottrinale cattolica e mi ha sorpreso vederla impelagata in quella stessa ambivalenza.
Ben altra monolitica versione é emersa dagli interventi di Guadagno e Parietti che avranno pure una visione ideologica dell’argomento ma sono state obiettivamente più chiare e incisive e coerenti tanto da arrivare, con un prevedibile salto mortale, a definirsi cattoliche evocando l’anima di don Gallo e qui apriti cielo!
No, purtroppo lo spettacolo televisivo non si addice alla diffusione o alla difesa della Fede Cattolica, così come la stessa non ha nessun appeal per ciò che concerne l’Auditel, la comunicazione di massa, i social e altre diavolerie. La Fede Cattolica non é per tutti e si trasmette soprattutto con l’esempio della vita e siccome spesso ciò non avviene essa langue ed é soggetta a incredibili stravolgimenti.
Mi scusi Nicola, ma se si trasmettesse solo con l’esempio di vita io sarei ancora felicemente ateo e non amaramente cattolico; c’è una parte e molto importante della comunicazione della fede che passa dal fatto di essere reperibile con la sua dottrina e la spiegazione della stessa sulle “diavolerie”, e quelle diavolerie stanno recuperando diverse persone, especialmente a los jóvenes, al pensiero tradizionale o direttamente alla conversione.
Poi sono d’accordo che a mediaset mettano il prete tradizionale in trasmissione come personaggio del circo, assieme alla drag queen e al nano bagonghi, per fare più controversia possibilie nella speranza che si traduca in ascolti; però da qualche parte si dovranno pur poter sentire dei preti che non si auspichino il matrimonio per i sacerdoti e non lacrimino sui rom e sui migranti. Credo che la tv non sia il media migliore per questo tipo di comunicazione, ma gli spazi dati finora a padre Ariel sono onestamente meglio di niente.
A mio malgrado non sono un suo ascoltatore, ma nonostante la mia insignificante assenza, Lei continui a fare un poco di bene a quegli Happy Few (sicuramente few e non many) in grado di recepire il baluginio di una sua scintilla.
Ammetto che all’inizio non ero felice della sua partecipazione a questi talk show…..
Ma leggendo il suo post mi ha convinto.
Quello che non mi convince di Del Debbio (non discuto la professionalità) é che per rappresentare i maschi etero abbia invitato una macchietta…
Infatti la siliconata signora Parietti era starnazzava come un oca dalla felicità se questi sono i maschi…..
Io concordo sostanzialmente solo sul punto che Dio può convertire un cuore anche per una sola parola ascoltata durante un talk show, fosse anche un programma prodotto sul format di A Bocca Aperta. Por lo demás, No lo sé, forse la conversione di quel cuore val bene anche la magra figura di contraltare di una Drag Queen che quel format assegna a un sacerdote in talare esposto come animale raro. Ahora, sin embargo, quel prete in talare potrà anche convertire un cuore lontano – chi può dire di no? – ma la produzione l’ha voluto nel programma solo per il picco di ascolti che procura un prete “tradicionalista” gettato nel ring, al climax di uno scontro tra galli e galline. Del resto, ciò che fa audience è il fascino della perversione, al di là della professionalità e delle buone intenzioni dei giornalisti della redazione. Questa è l’amara verità che non si deve trascurare se si vuole evitare di essere manipolati a propria insaputa.
In TV si può andare o non andare, nessuno ha la formula in tasca, sino, se ci si va, oltre alla conversione di quel cuore lontano, bisognerebbe mettere nel conto anche il possibile scandalo che uno spettacolo poco edificante potrebbe provocare nei cuori meno lontani.
Estimado Stefano,
lei dice delle cose sostanzialmente giuste, però le applica alla persona sbagliata, forse anche nel modo sbagliato.
Padre Ariel ha data prova di essere un ottimo comunicatore, ha una grande proprietà di linguaggio, riesce a destreggiarsi nell’immediatezza, è molto chiaro e non scivola in espressioni confuse o ambigue.
Forse a lei sfugge un fatto molto importante: ha fatto tacere “Luxuria” con due frasi lapidarie dinanzi alle quali non ha replicato, perché non poteva. Lo ha “inchiodato” dicendogli … “allora come ideologo del movimento LBGT lei deve prendersi la responsabilità di far si che alle parate del gay pride non vengano più sbeffeggiati i simboli più cari e sacri alla cristianità” … e a raffica gli ha sbattuto in faccia le sceneggiate della “Madonna transessuale” del “Cristo gay” al Gay Pride, della “dissacrazione della passione di Cristo in chiave gay al Cassaro di Bologna …”.
Mi trovi un prete, sólo uno, che con questa chiarezza e determinazione le ha cantate così chiare al più famoso ideologo del movimento LGBT con una raffica di brevi e chiare parole a una diretta televisiva.
L’opera di padre Ariel è preziosa, e lo è per la Chiesa e per tutti noi.
McLuhan diceva che “the medium is the message”. Es decir, non importa ciò che uno ha da dire o il coraggio della sua testimonianza; al final, ciò che passa è solo e soltanto il mezzo scelto per la comunicazione. Siempre. En este caso, la TV è il messaggio. Ed è sempre il messaggio sbagliato. Ad es, se uno volesse mandare un messaggio evangelico attraverso You Porn, non passerebbe il messaggio evangelico, ma il fascino di una perversione ancora più grande.
Non si parla col diavolo, todo el mundo sabe. Non si batte il diavolo sul suo terreno.
Egr Padre Ariel,
chi la critica probabilmente vive e parla solo con cattolici osservanti, todos, d’accordo su tutto. Io dico soltanto che la stimo e apprezzo molto per quello che fa, de lo contrario! mi sembra che sia capace di autocontrollo, una vera qualità. En el pasado, mi è capitato di affrontare alcuni argomenti in dialoghi trasformati in “partido” de 4 versus 1 in cui tra risa e prese in giro, alla fine si rischia di passare per il cretino della compagnia.
Non immagino minimamente cosa voglia dire stare in un clima da bolgia di fronte tutta Italia con continue provocazioni.
I suoi critici pensano che Del Debbio stesse aspettando lei per imparare la dottrina cattolica, come no! Forse non è chiaro che a volte i preti in tv sono i pupazzi da sbeffeggiare come accaduto in troppe trasmissioni tv che hanno visto anche la partecipazione di vescovi, ridicolizzati da bulletti di provincia.
Lei difende benissimo i temi che affrontate e la esorto a continuare. Bravissimo Padre Ariel
Caro Padre Ariel,
da lettore del’Isola di Patmos, trovata dopo una ricerca avendo letto con enorme piacere Erbe Amare, ho avuto la sorpresa di imbattermi in un siparietto televisivo tra lei e non ricordo quale signora ad alta percentuale di polimeri. Bien hecho. Lei ha un grande coraggio, e si dimostra nel mondo ma non del mondo. Gracias.
Caro Padre Ariel,
rincresce vedere lei sotto il cosiddetto ‘fuoco amico’.
Nel mio piccolo desidero dimostrarle tutta la mia solidarietà e gratitudine per il suo coraggio e l’abilità nel lanciare messaggi di verità, che in questo tempo sono atti rivoluzionari.
Grazie e cordiali saluti
Stefano
caro padre Ariel
stavo pensando: Mediaset se solo volesse, le potrebbe offrire di fare una trasmissione religiosa alla domenica mattina, come faceva un tempo il cardinal Ravasi con Le frontiere dello spirito o anche la strada dei miracoli o I viaggi del cuore, ¿qué opinas??
gracias