carlo acutis, la Eucaristía. A veces, tener grillos para la cabeza es estéril y peligroso
Carlo agudo, La eucaristía. A VOLTE AVERE GRILLI PER LA TESTA È STERILE E PERICOLOSO
Abbiamo ascoltato parole profetiche, que no solo se dirigen a profesionales de la información, Pero a cada uno de nosotros. Porque todos, hoy en día, nos comunicamos. Lo hacemos en la familia, en el trabajo, sui sociales, en comunidades. E ogni parola, ogni immagine, ogni silenzio… è un frammento di cultura, è una scelta di pace o di conflitto. Il Papa ci ha detto che «la pace comincia da come guardiamo, ascoltiamo, parliamo degli altri».

Autor:
Gabriele Giordano M.. Scardocci, o.p.
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La canonizzazione di nuovi santi è sempre un momento di dono per la Chiesa. Per nuove figure che sono modello ed intercessione per noi che rimaniamo. Anche per soffermarci su alcuni temi che quegli stessi santi hanno approfondito e vissuto nella loro vita.
Papa Leone, confermando il cammino svolto finora da Papa Francesco, ha confermato la canonizzazione di due santi: Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati per il prossimo 7 Septiembre. Se dunque innanzi alle nuove canonizzazioni, un minimo di dibattito e di riflessione sono sempre comprensibili, ed anzi auspicabili anche in una linea più teologico speculativa, alcune esasperazioni sui presupposti teologici e dottrinali degli stessi santi può risultare pericoloso e sterile se non addirittura stucchevole.
L’impressione che, me parece, ci sia dietro alcuni scritti recenti non sia quella di valorizzare un’opera di un santo, che se come noto, per fede, in sé stesso non ci è ovviamente chiesto di accogliere come quarta persona della Trinità, però non ci è neanche chiesto di usarlo come grimaldello per smontare una visione classica della teologia eucaristica. È il caso di un recente articolo del Prof. Andrea Grillo sulla teologia Eucaristica di Carlo Acutis. Articolo che non ci sembra cogliere a pieno le potenzialità del santo. Vediamo ora di comprenderlo un passo alla volta. Ante todo, focalizziamoci su Carlo Acutis.
Carlo agudo: UN SANTO DELL’INTERNET OF THINGS[1]
carlo acutis, nato a Londra nel 1991 e trasferitosi a Milano poco dopo, è una figura venerata dalla Chiesa Cattolica, noto per la sua precoce e profonda fede. La sua biografia rivela una vita breve ma intensa, caratterizzata da una straordinaria devozione e un talento eccezionale per l’informatica, che mise al servizio della sua spiritualità. Fin da bambino, Acutis manifestò una notevole inclinazione verso la fede. Questa sua devozione innata lo portava a desiderare ardentemente di ricevere la Prima Comunione, che gli fu concessa in anticipo, all’età di sette anni. Da quel momento, la Messa quotidiana, l’adorazione eucaristica e il rosario divennero pilastri della sua giornata. Frequentò le scuole dalle Suore Marcelline e successivamente l’Istituto Leone XIII, distinguendosi come uno studente brillante e socievole. Parallelamente ai suoi studi, Acutis sviluppò una notevole passione per l’informatica, diventando autodidatta e guadagnandosi l’appellativo di “genio dell’informatica”. Questa abilità non fu per lui un mero Hobby, ma uno strumento di evangelizzazione. A soli quattordici anni, creò un sito web dedicato alla catalogazione dei miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, un’opera che divenne uno strumento di evangelizzazione a livello mondiale, attirando l’attenzione di numerosi fedeli. Il suo obiettivo era far conoscere la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, diffondendo la fede attraverso le nuove tecnologie.
Nonostante la sua profonda spiritualità, Acutis era un adolescente come tanti, che amava giocare a calcio, dedicarsi ai videogiochi e stare con gli amici. La sua carità era un tratto distintivo: utilizzava i suoi risparmi per aiutare i senzatetto e dedicava il suo tempo come volontario nelle mense per i poveri. Era anche un punto di riferimento per i suoi compagni di scuola, aiutandoli nello studio e offrendo supporto a chi affrontava bullismo o difficoltà familiari.
Nell’ottobre del 2006, la vita di Acutis fu bruscamente interrotta da una diagnosi di leucemia fulminante. Affrontò la malattia con una serenità sorprendente, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Morì il 12 de Octubre del 2006, a la edad de 15 años. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, portando all’apertura del suo processo di beatificazione nel 2013. Papa Francesco lo dichiarò Venerabile nel 2018 y en el 2020 riconobbe un miracolo a lui attribuito, aprendo la strada alla sua beatificazione, avvenuta il 10 de Octubre del 2020 para asistir. Il suo corpo è conservato ed esposto alla venerazione ad Assisi.
Carlo Acutis è oggi considerato un modello di santità per i giovani nell’era digitale, spesso chiamato «l’influencer di Dio» o «il cyber-apostolo dell’Eucaristia», per la sua capacità di unire fede e tecnologia.
Essendo personalmente legato all’apostolato di predicazione digitale, ritengo che per questa propensione alla divulgazione della fede in internet sia uno dei punti di luce, in cui tutti i giovani possano prendere modello ed ispirazione, per diventare dei «cyber predicatori digitali», senza per questo diventare bigotti o estremisti.
UNA SCHERMAGLIA ECCESSIVA
Il Professor Andrea Grillo, en su artículo Il giovane Carlo Acutis e la maleducazione eucaristica [2], offre una disamina critica dell’interpretazione teologica dell’Eucaristia veicolata dalla figura del Beato Carlo Acutis, con particolare attenzione all’insistenza sui cosiddetti «miracoli eucaristici». Grillo si interroga su come Acutis, un «super-comunicatore», possa essere stato orientato verso una comprensione così «distorta» e «unilaterale» dell’Eucaristia, focalizzata sui «miracoli» anziché sul genuino valore ecclesiale del sacramento.
Il Professore esamina attentamente il sito ufficiale dell’Associazione Carlo Acutis, in particolare la sezione dedicata ai miracoli eucaristici, e analizza criticamente i testi introduttivi redatti dal Cardinale Angelo Comastri, da Monsignor Raffaello Martinelli e dal padre domenicano Roberto Coggi, che fu anche mio docente di filosofia della natura negli anni bolognesi della mia formazione. Grillo definisce questi testi «vecchi … pesanti … ossessivi», suggerendo che essi incarnino una «cattiva teologia» imposta ad Acutis da «cattivi maestri». Egli evidenzia incongruenze e visioni teologiche superate nelle loro scritture, come la prefazione difensiva del Cardinale Angelo Comastri, la giustificazione dei miracoli come “ocasiones” per affrontare altri temi da parte di Monsignor Paolo Martinelli, e la comprensione antiquata delle parole della consacrazione di Padre Roberto Coggi. Il Professore sostiene che questa enfasi sui miracoli fisici distoglie l’attenzione dal «vero» e «”unico» miracolo eucaristico, che risiede nella comunione ecclesiale e nell’unità tra il corpo sacramentale e il corpo ecclesiale. La «maleducazione eucaristica», conclude Grillo, non è imputabile al giovane Carlo Acutis, quanto piuttosto agli adulti che hanno promosso queste interpretazioni sbilanciate, proponendo infine una “fissazione distorta sui miracoli eucaristici” come modello per i giovani.
AVERE GRILLI PER LA TESTA
Se da un lato concedo che l’eccessiva attenzione ai miracoli eucaristici «veicolato dagli adulti» in modo devozionalistico e quasi «eucaristolatrico» rischia di non far comprendere il vero senso dell’Adorazione in Gesù Cristo presente in corpo, sangre, anima e divinità e anche nell’Eucarestia quale comunione del nuovo popolo di Dio [3], ci sembra che il focus del professore non sia quello di smontare una falsa devozione eucaristica, sino, quanto al contrario, di minimizzare fino a quasi descrivere come obsoleta la concezione della presenza sostanziale di Cristo nelle specie eucaristiche. Sebbene questo non viene detto esplicitamente, el modus in rebus risulta eccessivo. Se davvero si voleva colpire solo una tendenza «eucaristolatrica», ritengo personalmente più giusto esaltare anche i passaggi di bontà dello stesso Acutis e del suo desiderio di far comunione in Cristo anche tramite internet. Saltando a più pari il riferimento al prossimo santo, ogni riferimento sembra proprio pensato per attaccare la dottrina della presenza reale, senza motivi dottrinalmente validi.
Per cui scherzosamente, rispetto alle posizioni del professore, scrivevo tempo fa che questa propensione ad usare Carlo Acutis come grimaldello per scardinare «i chiusi rimasti a concilio tridentino» o come un trampolino per saltare a piè pari tutta la bellezza della riflessione sulla contemplazione eucaristica, questa propensione è come avere grilli per la testa. Tre salti — in lungo, esagerati e fuori focus — di un grillo che penso vadano un po’ risistemati. Puntualmente adesso cercheremo di rispondere, documenti alla mano, alle posizioni del Professore.
Eucaristia «vecchia» e «fuori moda»? La verità sull’Eucaristia come presenza reale non ha età e non può essere “fuori moda” come probabilmente diventerà una coca cola zero fra quindici anni. La dottrina della Presenza Reale di Gesù nel Santissimo Sacramento è il cuore della nostra fede e un pilastro immutabile, non una «moda» passeggera. Il Concilio di Trento ha solennemente affermato che Cristo è «veramente, realmente e sostanzialmente» presente nell’Eucaristia [4]. Il Concilio Vaticano II, lungi dal negare questa verità, l’ha approfondita, esortandoci a una partecipazione più piena e consapevole al Sacrificio eucaristico [5] .carlo acutis, con la sua vita, ci ha semplicemente tentato di ricordarci la bellezza e la potenza di questa verità eterna, dimostrando che essa può infiammare il cuore di ogni generazione. Ha cercato di fare comunione digitale e virtuale a partire dalla comunione reale con Cristo Eucaristico. Se l’Eucaristia è davvero «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» [6] allora non è affatto inessenziale, ma il centro di tutto.
Miracoli Eucaristici vs. il «Vero Miracolo»? I miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, pur non essendo «oggetto di fede» come i dogmi, possono essere un grande aiuto per la nostra fede. Monsignor Raffaello Martinelli, in uno dei testi che presenta la mostra di Carlo, spiega che possono «costituire un utile e fruttuoso aiuto alla nostra fede». Essi sono segni straordinari che Dio, nella Sua infinita sapienza, ci offre per rafforzare la nostra adesione al Mistero. San Tommaso d’Aquino stesso ha spiegato come nelle specie eucaristiche si esprimono sostanzialmente le proprietà della carne e del sangue, anche se tale proprietà ineriscono a Dio per un miracolo [7]. Questo richiamo è davvero necessario per noi che quelle proprietà non potemmo adorarle nel corpo glorioso di Cristo, perché nati secoli e millenni dopo la presenza del Verbo Incarnato sulla terra. Questi fenomeni non eliminano il vero miracolo della Transustanziazione, ma possono aiutare a sottolinearlo in modo visibile, guidando molti a una fede più profonda nella Presenza Reale. Carlo Acutis non ha «trascurato» il vero miracolo, ma ha usato questi segni per condurre altri al cuore di quel Mistero che per lui era «la mia autostrada per il Cielo».
“Maleducazione eucaristica” e «cattivi maestri»? Queste proposizioni del Professore ci sembrano poco prudente. Nessun articolo teologico autorizza a processare le intenzioni di altri teologi. Padre Roberto Coggi, Monsignor Paolo Martinelli e il Cardinale Angelo Comastri sembrano quasi descritti come dei cattivi maestri portatori di una teologia obsoleta e stantia, que, per come descritta, sembra quasi lontana dalla dottrina cattolica. Questo non ci sembra. Leggiamo insieme cosa ci dice la Chiesa. Le parole della consacrazione, come ci insegna il Catechismo (n. 1353), hanno il loro fulcro nelle parole di Cristo: «Questo è il mio Corpo… Questo è il mio Sangue…». Il Messale riformato nel 1970 ha ripreso questa formula traducendola dal latino: e infatti ha così provato le parole essenziali che operano il Sacramento rimangono quelle istituite dal Signore. Come tutto questo possa entrare nel novero della «maleducazione» o della «fantasia», o della cattiva maestria, mi sfugge completamente. Nessuno degli autori succitati, es más, ha mai negato l’importanza dell’Eucarestia come Comunione del Nuovo Popolo di Dio, e in particolare il padre Coggi, nel suo bel libro La Iglesia, frutto delle sue meditazioni a Radio Maria, escribe;
«La Chiesa non è presentata dal Concilio solo come il Corpo mistico di Cristo, ma anche come il nuovo Popolo di Dio. De lo Contrario, si può dire che il Concilio ha sottolineato in modo particolare questo aspetto della Chiesa, che cioè la Chiesa è il Popolo di Dio. Lo dimostra il fatto che il Concilio dedica a questo argomento un intero capitolo fra gli otto di cui è costituita la Lumen Gentium. Infatti il secondo capitolo della costituzione dogmatica Lumen Gentium sulla Chiesa è intitolato: Il Popolo di Dio. Vedere la Chiesa come Popolo di Dio apre molte prospettive. Innanzitutto sottolinea la continuità del Nuovo Testamento con l’Antico Testamento: come Israele era il Popolo di Dio dell’Antica Alleanza, così la Chiesa è il Popolo di Dio della Nuova Alleanza. Inoltre sottolinea l’aspetto storico della Chiesa. Le denominazioni che abbiamo esaminato nelle passate trasmissioni, quando abbiamo detto che la Chiesa è il Regno di Dio, il Tempio di Dio, il Corpo mistico di Cristo, concentrano la nostra attenzione sul legame della Chiesa con Dio, con la Santissima Trinità, con Gesù risorto e glorioso, cioè sottolineano la dimensione eterna della Chiesa. Ma la Chiesa non ha soltanto questo aspetto, che in un certo senso la sottrae al mondo e alla storia. La Chiesa è anche inserita nella storia umana, la Chiesa cammina nel tempo. Dire che la Chiesa è il Popolo di Dio, il Popolo di Dio pellegrinante nella storia verso il traguardo dell’eternità – come l’antico Popolo di Israele peregrinava nel deserto verso la terra promessa -, dire questo è cogliere un aspetto essenziale della Chiesa» [8].
È davvero un passaggio splendido per comprendere anche la Chiesa come popolo di Dio. Insomma l’attenzione alla Presenza Reale non è disattenzione verso i fedeli: ma di un’attenzione al nucleo del Mistero che arriva ai fedeli. Accusare di «cattiva teologia» chi cerca di comunicare la centralità della Presenza Reale, anche attraverso la devozione popolare e i miracoli, significa non comprendere la pluralità e la ricchezza delle vie attraverso cui la fede viene trasmessa e vissuta.
CONCLUSIONI
Il futuro santo Carlo Acutis è un modello di santità proprio per la sua ardente fede eucaristica, un esempio luminoso per tutti noi e per i giovani. Una fede non devozionistica e ancorata a retaggi semipagani o protestanti. Quella di Acutis è una fede eucaristica che ci aiuta a ripetere l’azione del piccolo apostolo Giovanni nell’ultima cena. Egli cioè di fronte a Gesù appoggiò il suo capo sul petto di Gesù sul suo Sacro Cuore. E in quel «accoccolarsi» abbandonò tutto sé stesso a Dio. Così anche noi durante l’adorazione al Santissimo, possiamo appoggiare il nostro capo sul Suo Sacro Cuore. Abbandonare tutte le nostre ansie, tutte le nostre paure, e anche offrendo tutto quello che abbiamo a Lui. Un bel momento di preghiera che, di cuore, auguro anche al Professor Andrea Grillo.
Santa María Novella en Florencia, 23 De julio 2025
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Per approfondire
– Concilio de Trento, Sessione XIII, Decreto sobre la Eucaristía, canone 1. Ver. Denzinger-Hünermann, enchiridion, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, n. 1651.
– Concilio Vaticano II, Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, n. 14.
– Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 11.
– San Tommaso de Aquino, Summa Theologiae, III, q. 77, a. 1.
– Catecismo de la Iglesia Católica, n. 1353.
– R.Coggi, La Iglesia, EDS, Bologna, 2002, 81.
NOTAS
[1] Sintetizzo da qui https://biografieonline.it/biografia-carlo-acutis
[2] Si tú ves
https://www.cittadellaeditrice.com/munera/il-giovane-carlo-acutis-e-la-maleducazione-eucaristica/
[3] Non esiste la comunione dei fedeli in Cristo senza la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, sebbene anche questo, pasando, sembra essere assunto dal professore.
[4] Denzinger-Hünermann, n. 1651
[5] Sacrosanctum Concilium, n. 14.
[6] Lumen Gentium, n. 11
[7] Summa Theologiae, III, q. 77, a. 1, Somma Teologica III, q.76,a.8.
[8] R.Coggi, La Iglesia, EDS, Bologna, 2002, 81.
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