TRA PROZAN E PROZAC. QUEI PRETI CHE DERAGLIANO E SANTA MARIA DELL’EQUILIBRIO
Stiamo assistendo da giorni al caso di alcuni sacerdoti che hanno abbandonano il loro ministero, reputando che la causa sia anche dovuta a una questione di disequilibrio di quella virtù umana della temperanza e della fede. Questo porta sostanzialmente all’attuazione di due possibili scenari: c’è chi spinge sull’acceleratore della tradizione e del romantico passato retrò con la speranza di trovare una panacea ai mali della Chiesa e chi si tuffa sul progressismo spinto che sfiora pericolosamente l’eresia e lo scisma manifesto e conclamato.
– Los escritos de los Padres de la Isla de Patmos –
Autor Redacción de la Isla de Patmos
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Tra le tante devozioni mariane— vere o presunte — che affollano laorbe Catholicane esiste una molto simpatica che a nostro modo di vedere è decisamente originale e significativa. Stiamo parlando dellaAlma Aequilibri Materche è stata ribattezzata col nome di Santa Maria dell’Equilibrio, della cui festa non esiste data, perché da mane a sera, va invocata. Chi avrà piacere di conoscere di più la storia di questa devozione mariana potrà facilmente trovare varie notizie sul web e in altre fonti, per noi invece è occasione di spunto per alcune riflessioni sparse.
Nella vita di tutti giornic’è bisogno di equilibrio che è quella qualità umana che attiene alla virtù della temperanza. L’equilibrio tempera l’intelligenza e la rafforza, rendendola più arguta ed efficace. Nella stessa vita spirituale l’equilibrio è ugualmente fondamentale perché una fede senza equilibrio, ossia disequilibrata, è una fede caotica capace di ogni tipo di aberrazione e di esagerazione.
L’intelligenza della fede ragionevolenon può fare a meno dell’equilibrio così come un ministro di Dio non può che desiderare nell’esercizio del suo ufficio di essere equilibrato nella dottrina e nella pratica pastorale fuggendo gli antipodi della focosa emotività e dell’arido razionalismo.
Perché diciamo questo?Perché stiamoassistendo da giorni al caso di alcuni sacerdoti che hanno abbandonano il loro ministero, reputando che la causa sia anche dovuta a una questione di disequilibrio di quella virtù umana della temperanza e della fede. Questo porta sostanzialmente all’attuazione di due possibili scenari diversi nei fatti ma comuni nell’errore: c’è chi spinge sull’acceleratore della tradizione e del romantico passato retrò con la speranza di trovare una panacea ai mali della Chiesa e chi si tuffa sul progressismo spinto che sfiora pericolosamente l’eresia e lo scisma manifesto e conclamato.
Reputiamo che accertare che un uomo sia privo di equilibrionon sia materia per una querela, così come prendere atto e all’occorrenza segnalare che unministro sagradosia incorso nella pratica e nella forma in posizioni eterodosse e di separazione dal corpo ecclesiale della Chiesa non costituisca materia da Codice di diritto penale, semmai canonica e di materia che attiene al foro interno.
Questa metodologia è ahinoi tristemente notanelle variopinte lobby arcobalenate dove il processo alle intenzioni e ai pensieri equivale a una violenta repressione di chi “non la pensa come me”. Di chi vuole pavoneggiarsi in tolleranza, sapienza e acume intellettuale o teologico ma di fatto è irretito dall’ideologia e dalla superbia del sé che è la negazione stessa di ogni sano equilibrio e della capacità di andare dentro le cose.
Come Padri dell’Isola di Patmosreputiamo e riaffermiamo la libertà di utilizzare del libero arbitrio come meglio si reputa — sapendo che il Creatore stesso è il primo a lasciare libere le sue creature — anche a costo di rinnegare la fede e la Chiesa e cadere nell’errore e nel peccato. Siamo però ugualmente convinti che in virtù di questa libertà e assunzione di responsabilità nelle proprie posizioni — teologiche o non — ognuno debba lasciare agli altri la libertà della critica e del dissenso, non certo mandando messaggi intimidatori, o paventando improbabili querele seguendo il consolidato stile di certe lobby arcobalenate ormai specializzate a chiedere la condanna all’ergastolo e allacarcerazione dura del 41bisper coloro che osano esercitare la libertà di pensiero e di opinione. Tema questo al quale, i nostri padri Ariel S. Levi di Gualdo e Ivano Liguori dedicarono un libro che non ha perso attualità, anzi l’ha acquistata col passar del tempo: De Prozan a Prozac.
Desde la isla de Patmos, 9 Septiembre 2025
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IL GIUBIGAY DI QUEI GESUITI AGGIORNATI CHE FURONO FINO A IERI AFFETTI DA MORALFOBIA
Tra i Gesuiti di nuova generazione la tolleranza, lo spirito inclusivo e le varie arcobalenate arriveranno tra poco a un tale livello che alle persone intelligenti e cattoliche sarà vietato fare qualsiasi riflessione all’interno della Chiesa per non offendere i Gesuiti imbecilli.
Essendo stato allievo formato dai gesuitidella vecchia e ormai estinta scuola ignaziana, per dovuto rispetto distinguo la benemerita Compagnia di Gesù che fu, ossia quella dei miei Maestri (ver AQUI), dalla attuale Compagnia delle Indie, al cui interno è confluito di tutto e di più, inclusi fulminati e sbandati.
Ha causato enorme dolorein chi vive, come noi Padri de L’Isola di Patmos, una profonda e radicata fede eucaristica, l’assistere al Festival delle comunioni sacrileghe nella chiesa-simbolo dei gesuiti: la storica Chiesa romana del Gesù (ver el vídeo AQUI y AQUI). Eppure si tratta degli stessi gesuiti che nelle loro scuole maschili, Hasta que no hace muchas décadas, facevano dormire gli adolescenti con le mani fuori dalle lenzuola, tenendo sempre una luce soffusa accesa nei dormitori per evitare “turpi” peccati contro la purezza. Perché lì risiedeva l’intero mistero del male, dentro la mutanda, después, su tutto il resto, si poteva anche soprassedere, a partire dai più gravi peccati contro la carità. E sorvoliamo sul modello di purezza assoluta di San Luigi Gonzaga, rasente alle volte il terrorismo psicologico; modello impossibile da raggiungere, per com’era presentato, forse al perverso scopo di far sentire i poveri adolescenti in sempiterno peccato e costringerli a confessioni settimanali?
inutil decir,ma lo dico lo stesso perché nel farlo godo come Dante Alighieri sulle righe del XXXIIII Canto del Paradiso: perché non imporre certi modelli gesuitici di purezza coatta, oltre che assoluta, a Padre James Martin e ai suoi friendly arcobalenati? Un poco’ di vecchia e sana purezza assoluta alla San Luigi Gonzaga, mica gli farebbe male, o no?
È una pena estremavedere i membri della odierna Compagnia delle Indie fare pubblico scandalo dando sacrilegamente il Corpo di Cristo alle coppie di gay felici e orgogliosi che si presentano manina nella manina alla mensa eucaristica col proprio fidanzato convinti che in errore non siano loro, pero la iglesia. Porque ese es el problema, lo vado ripetendo inutilmente da anni: all’interno della nostra povera e disastrata Chiesa ci sono soggetti che hanno stravolto senso e finalità, non accogliendo più il peccatore, che sempre deve essere accolto, perdonato e benedetto proprio per la missione a noi affidata da Cristo, ma accolgono il peccato che benedicono assieme al peccatore che vive fiero nel peccato, conducendo così eserciti di anime verso la perdizione. Questo hanno fatto nella giornata di ieri i membri della Compagnia delle Indie nella Chiesa del Gesù, gli stessi che fino a ieri facevano terrorismo psicologico tramite l’immagine di San Luigi Gonzaga verso degli adolescenti colpevoli di eccitarsi alla vista di una bella ragazza.
Pero entonces se conoce:tra i Gesuiti di nuova generazione la tolleranza, lo spirito inclusivo e le varie arcobalenate arriveranno tra poco a un tale livello che alle persone intelligenti e cattoliche sarà vietato fare qualsiasi riflessione all’interno della Chiesa per non offendere i Gesuiti imbecilli.
Desde la isla de Patmos, 7 Septiembre 2025
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Se llama al discípulo no solo para comenzar, MA ANCHE A PORTARE A COMPIMENTO
Debe ser, También en el discípulo, Libertad y ligereza para completar el camino de la vida recorrido como una secuencia de Cristo. El amor está llamado a convertirse en responsabilidad y libertad perseverancia: lì si situa la necessaria rinuncia, purificación, spogliazione.
L’immagine prevalente che di Gesùci hanno trasmesso i Vangeli è quella di un carismatico itinerante che impone a chi intende seguirlo la rottura con l’ethostradizionale esclusivamente in forza della sua parola, tanto le richieste dovettero apparire e tuttora ci appaiono estreme, come nel caso di questa: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio» (Lc 9,60).
Ma l’etica di Gesù è l’etica dell’attesa,incompatibile con l’etica moderna del progresso o con l’etica dei valori. Il brano di Vangelo di questa domenica misura la qualità del rapporto di Gesù con i discepoli, nonché la distanza che ci separa dal suo sentire religioso appena ci si affacci seriamente oltre la spessa cortina dell’elaborazione teologica. vamos a leerlo:
«Una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, niños, hermanos, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. ¿Quién entre ustedes?, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, diciendo: ‘Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro’. Oppure quale re, ir a la guerra contra otro rey, no se sienta primero a examinar si puede enfrentarse con diez mil hombres a quien venga a recibirlo con veinte mil? Se no, mientras el otro aun esta lejos, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”» (Lc 14,25-33).
L’occasione per i brevi detti di Gesùconservati dall’odierna pagina evangelica è narrata nel versetto d’apertura: «Una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse». La gente andavae Gesù si volta: il lettore capisce in questo modo che è ripreso il viaggio. Siempre y cuando, precedentemente, il Signore veniva colto a tavola coi suoi discepoli, invitato da un capo dei farisei (Lc 14,1). E ricordiamo anche la situazione del vangelo di domenica scorsa circa la scelta dei posti e degli invitati, mentre ora l’evangelista richiama l’attenzione sul viaggio che Gesù ha intrapreso e che giungerà a compimento in Gerusalemme. Il precedente contesto del banchetto terminava con parole di invito per tutti, affinché la casa fosse riempita: «Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia» (Lc 14,23); ora invece le parole di Gesù aggiungono qualcosa e chiariscono come poter entrare in quella casa. Si tratta di esigenti condizioni per poter seguire Gesù, alcune regole, de hecho, per essere discepoli, sono necessarie. Y, Una vez más, queste parole sono per tutti coloro che vogliono dirsi cristiani. L’invito ad amare Gesù più dei propri genitori, a portare la croce, e a rinunciare agli averi non è qualcosa riservato a pochi eletti, ma vale per ogni discepolo che vuole essere di Cristo.
Le parole sulle relazioni familiarile troviamo anche nel Vangelo di Matteo, quasi identiche, ma nel primo evangelista mancano le due brevi parabole, quella sulla torre e quella sul re che va in guerra, che sono dunque materiale propriamente lucano, attinto da una fonte precipua di questo evangelista. Sono in effetti parole che colpiscono, la sensibilità moderna recepisce come molto duro il contrasto di amare e odiare se riferito ai propri familiari o addirittura alla propria stessa vita: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, niños, hermanos, le sorelle e perfino la propria vita, No puede ser mi discípulo " (v.26). Gesù sta davvero chiedendo un rifiuto dei rapporti umani, una rigidità con gli altri, anche con quelli della propria famiglia? Senza depotenziare la tensione escatologica cha ha animato la predicazione di Gesù possiamo affermare che qui siamo di fronte ad un tipico ebraismo, dove il verbo odiare vuol dire: «porre dopo, mettere in secondo piano». Troviamo questo tipo di ricorrenze nell’Antico Testamento, come pure nei Vangeli, per esempio nel passo di Matteo: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24). Proprio Matteo ci aiuta a capire meglio le esigenti parole di Gesù, perché le riporta in una forma attenuata, ovvero senza usare il verbo odiare, ma un comparativo: «Chi ama padre o madre più di me, No es digno de mí; chi ama figlio o figlia più di me, no es digno de mi " (Mt 10,37). Se trata de, in conclusione, di subordinare ogni amore a quello per il Signore, senza cessare di amare coloro che la legge stessa comanda di amare, come i propri genitori. Vuol dire che essere discepoli è una cosa seria, a maggior ragione nel tempo che si è fatto breve, e queste sono indicazioni valide per tutti i credenti in Cristo, lo abbiamo già detto, e per ogni momento della vita.
Seguono, después, le parole di Gesù sul portare la croce,già incontrate inLc 9,23, e infine due brevi parabole. Come detto all’inizio di questo commento è da lì che si deve partire per comprendere cosa comporti essere discepoli. Queste parabole hanno in comune il denominatore della lotta e della perseveranza. Seguire Gesù equivale acostruire una torre, occorre impegno e costanza, come il costruire una casa sulla roccia (cf.. Mt 7,24); equivale adandare in guerra, sapendo ben misurare le proprie forze.
La sequela è esigenteanche perché il discepolo è chiamato non solo a iniziare, pero también para completar (v.v.. 28.29.30), e indispensabile per la sequela è la disponibilità a perdere tutto, anche «la propria vita» (v.26). Il bene da possedere è la rinuncia ai beni, imparare l’arte della perdita, del diminuire, del non cadere nelle maglie del possesso o della logica dell’avere. Gesù, afferma Paolo, «svuotò sé stesso» (Dentro 2,7) e «da ricco che era, si fece povero» (2Cor 8,9). Debe ser, También en el discípulo, Libertad y ligereza para completar el camino de la vida recorrido como una secuencia de Cristo. El amor está llamado a convertirse en responsabilidad y libertad perseverancia: lì si situa la necessaria rinuncia, purificación, spogliazione. Le esigenze della sequela hanno dunque a che fare con il tutto della persona — il suo cuore — e con il tutto del suo tempo, per la durata della sua vita. E ci mettono in guardia dal rischio di lasciare a metà l’opera intrapresa.
Clemente Alessandrino (ProtretticoX,39) parlava della fede come di «un bel rischio» (kalòs kíndynos). Per i primi cristiani spesso aderire a Cristo, in un contesto a maggioranza pagano, comportava persecuzioni e perfino il martirio. Hoy en día, nei nostri paesi di vecchia e stanca cristianità, il prezzo della conversione non è sentito e ancor meno pagato. Cerchiamo l’assicurazione che elimina l’insicurezza ed i rischi, anche per ciò che riguarda la fede e la sua testimonianza, Cuándo, en cambio, Gesù, invita a perdere tutto per seguire Lui. Non nascondiamo di provare difficoltà di fronte alle parole dure ed esigenti di Gesù dimenticando che la radicalità del vangelo ha anzitutto una valenza di rivelazione, svela, es decir, prospettive che altrimenti ci resterebbero inaccessibili. Lo ha ricordato anche Papa Leone XIV in un recente Angelus:
«Fratelli e sorelle, è bella la provocazione che ci giunge dal Vangelo di oggi: mentre a volte ci capita di giudicare chi è lontano dalla fede, Gesù mette in crisi “la sicurezza dei credenti”. Él, de hecho, ci dice che non basta professare la fede con le parole, mangiare e bere con Lui celebrando l’Eucaristia o conoscere bene gli insegnamenti cristiani. La nostra fede è autentica quando abbraccia tutta la nostra vita, quando diventa un criterio per le nostre scelte, quando ci rende donne e uomini che si impegnano nel bene e rischiano nell’amore proprio come ha fatto Gesù; Egli non ha scelto la via facile del successo o del potere ma, pur di salvarci, ci ha amati fino ad attraversare la “porta stretta” della Croce. Lui è la misura della nostra fede, Lui è la porta che dobbiamo attraversare per essere salvati (Ver Juan 10,9), vivendo il suo stesso amore e diventando, con la nostra vita, operatori di giustizia e di pace» (AQUI).
Desde la ermita, 7 Septiembre 2025
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Cueva de Sant'Angelo en Maduro (Civitella del Tronto)
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IL POTENTISSIMONO PUEDO CALLARSTA FACENDO TREMARE GOOGLE
Dopo questo attacco da parte del temibile e potente capocomico Sileriano, En Silicon Valley están temblando. De hecho, hay muchas grandes incertidumbres en la reapertura del lunes de la Bolsa de Wall Street., dove si prevede un drastico crollo delle azioni di Google.
– L’angolino del ridicolo –
Autor Redacción de la Isla de Patmos
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Tutti gli amanti del comico grottescoconoscono il sito di gossip clericalino puedo estar en silencio, il responsabile del quale, come si dice noi a Roma, spara‘ndo coijo, coijo. Luego, se qualcuno lo redarguisce, a quel punto manda lettere deliranti ai Dicasteri della Santa Sede, alla Conferenza Episcopale Italiana, ai Vescovi diocesani, alla Presidenza della Repubblica Italiana, al Ministero della Difesa, al Parlamento Europeo, alle Nazioni Unite, al Pentagono e via dicendo a seguire, non mancando di architettare “comunicati” scritti da associazioni inesistenti pubblicati su siti rigorosamente anonimi (cf.. AQUI). El conjunto, no hace falta decir que, nella speranza o, mejor, nella certezza di essere preso persino sul serio. Ma ecco la sua ultima perla che prendiamo da una risposta data sui pubblicisocialdal giornalista Francesco Capozza vaticanista deTiempo:
Dopo questo attaccoda parte del temibile e potente capocomico Sileriano, En Silicon Valley están temblando. De hecho, hay muchas grandes incertidumbres en la reapertura del lunes de la Bolsa de Wall Street., dove si prevede un drastico crollo sul mercato delle azioni di Google.
Silere non Possum deve proseguire a esistere e vivereper farci godere in quel sano godimento suscitato dal ridicolo tragicomico, porque tiene siempre, i comici migliori, son los que, inconsapevoli di esserlo, prendono sé stessi terribilmente su serio.
Desde la isla de Patmos, 6 Septiembre 2025
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Nuestros artículos anteriores sobre el Banda del silerian:
- 16 Agosto 2025 -NO PUEDO CALLAR Y esa palabra tabú que simplemente no puede pronunciar: "HOMOSEXUALIDAD" (Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 14 Agosto 2025 - Hay un homosexual? EN ESE TIEMPO NO PUEDO CALLAR También defiende lo indefensible(Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 29 marzo 2025 - Siempre sobre NO PUEDO CALLAR: Dal "HOMBRE VERTICAL"A" Fireculo "y" Quadhow "de Leonardo Sciascia (Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 21 marzo 2025 - NO PUEDO CALLAR Y la historia de esa costurera convencida de que puede darle a Giorgio Armani lecciones de alta moda (Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 12 Febrero 2025 - El zarigüeyo es para el conocimiento del Vaticano, ya que Henger está en castidad y, como su fallecido esposo Riccardo Schicchi está trabajando Confesiones DE SAN AGUSTÍN (Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 15 Enero 2025 - EN LAS FRONTERAS clericales con la realidad: LA MUJER SUFRE ENVIDIA FRUDIANA DEL PENE, El zarigüeya de la envidia de Matteo Bruni Director de la sala de prensa de la Santa Sede(Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 20 Enero 2025 - El zarigüeya ignora que una monja puede convertirse fácilmente en gobernador del estado de la ciudad del Vaticano, Como ya era Giulio Sacchetti(Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 22 Noviembre 2024 - EL NOMBRAMIENTO EPISCOPAL DE RENATO TARANTELLI BACCARI. CUANDO ESTÁS AFECTADO POR CÁNCER DE HÍGADO, CARGAN AL ATAQUE A LOS QUE NO PUEDEN CALLAR(Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 31 Mayo 2024 - UNA NOTA DEL PADRE ARIEL EN EL SITIO NO PUEDO CALLAR: «TAN MOLESTO COMO UN ERIZO DE MAR DENTRO DE TUS CALZONES» (Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 8 diciembre 2023 - QUIÉN ES MARCO FELIPE PERFETTI SE REFIERE A DECLARAR DESDE EL SITIO NO PUEDO CALLAR «AQUÍ EN EL VATICANO… NOSOTROS EN EL VATICANO…», SI NI SIQUIERA PUEDES PONER UN PIE EN EL VATICANO? (Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
- 14 de Octubre del 2023 - HA MUERTO EL ARCABOTE EMÉRITO DE MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI: LA PIEDAD CRISTIANA PUEDE BORRAR LA TRISTE VERDAD?(Para abrir el artículo, haga clic AQUI)
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https://i0.wp.com/isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2022/01/faviconbianco150.jpg?ajuste = 150,150 y SSL = 1150150Padre Arielhttps://isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2022/01/logo724c.pngPadre Ariel2025-09-06 10:56:052025-09-06 11:17:12El poderoso silere no es posible hacer que Google temble
QUEL PAPA FRANCESCO DA SCOPRIRE NARRATO DA ANDREA TORNIELLI
Un elemento chiave senza il quale non sarebbe facile la lettura realistica di una personalità e di una figura complessa come quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio: Francesco è il primo Romano Pontefice ordinato sacerdote dopo il Concilio Vaticano II e per questo, a differenza dei suoi quattro predecessori, non sente il bisogno di difendere o giustificare questa ultima grande assise della Chiesa.
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Autor: Jorge Facio Lince Presidente de Ediciones La isla de Patmos
Con la sua ultima opera letterariafrancesco. Il Papa della misericordia(Piemme, 2025), Andrea Tornielli offre ai lettori un’opera che valica la semplice biografia, andando oltre certe esaltazioni di circostanza più o meno agiografiche, dedicate spesso alle figure dei Sommi Pontefici.
Nella sua narrativa, misurata e precisa el autor, che ha conosciuto e frequentato Jorge Mario Bergoglio anni prima della sua elezione al sacro soglio, offre un racconto diretto molto interessante, senza cimentarsi in storie romanzate mirate a stuzzicare l’emotività del pubblico. Una cronaca sobria, com’è nello stile di questo Autore, capace a far emergere la dimensione più autentica e umana del Romano Pontefice scomparso da pochi mesi.
Uno tra gli elementi più interessantiè la ricostruzione del tempo intercorso dall’atto di rinuncia di Benedetto XVI al successivo conclave. L’Autore introduce il lettore nell’atmosfera che aleggiava tra i cardinali, dando al libro anche un valore storico, perché documenta con precisione e rigore i giorni che precedettero l’elezione di Francesco, un lavoro meticoloso già fatto in passato con le sue ricche biografie storiche sui Sommi Pontefici del Novecento. Seguendo questo suo stile già consolidato, en su francesco. Il Papa della misericordiaoffre un racconto lineare di fatti, scelte, parole e gesti.
Andrea Tornielli pone anche in luce un elementochiave senza il quale non sarebbe facile la lettura realistica di una personalità e di una figura complessa come quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio: Francesco è il primo Romano Pontefice ordinato sacerdote dopo il Concilio Vaticano II e per questo, a differenza dei suoi quattro predecessori, non sente il bisogno di difendere o giustificare questa ultima grande assise della Chiesa; per lui è un elemento che costituisce parte integrante del vivere ecclesiale, che come tale va vissuto e basta. Questo aspetto segna profondamente il suo pontificato: il Concilio non è più qualche cosa da spiegare, all’occorrenza persino da giustificare, come in più occasioni ebbe a fare Benedetto XVI, ma una realtà assunta e vissuta con naturalezza.
L’attenzione è anche posta su vari dettaglidella vita del Cardinale Jorge Mario Bergoglio, poi del Sommo Pontefice Francesco, prestando attenzione ai ricordi legati a date di particolari ricorrenze, a situazioni familiari o anche a semplici frasi espresse in incontri precedenti, oppure nel mettere i propri interlocutori a loro agio, creando un clima di tipo familiare.
Le descrizioni restano fedeli alla realtà dei fatti,senza mai trascendere in quegli artifizi narrativi svenevoli oggi tanto in voga nella comunicazione, quando si decide di esaltare qualità vere o presunte del “caro estinto”. Ma proprio in questa cronaca decisa e precisa si intravede la vera forza del Papa messa in rilievo dall’acume dell’Autore: la capacità di farsi vicino a tutti, in particolare a chi soffre o si trova in un momento di difficoltà.
Sono narrati anche alcuni episodi personali, come la malattia e la morte dei genitori dell’Autore e la costante vicinanza e interessamento di Papa Francesco, segno di una relazione che oltrepassa i ruoli, manifestando e insegnando che, quando si vuole stare vicino a qualcuno, non importa chi sei e quale posizione rivesti, perché volendo si può trovare sempre il tempo per un gesto semplice, come una telefonata o un piccolo messaggio di testo.
Nelle pagine si susseguono molti altri particolaricaratterizzanti la personalità dell’uomo Jorge Mario Bergoglio e del Sommo Pontefice Francesco: dalla critica alla cultura contemporanea basata su valori contrari alla vita, già denunciata in precedenza dai Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI come «cultura della morte», per seguire con i richiami di Francesco al concetto di «cultura dello scarto», i drammi degli anziani abbandonati in una sorta di silenziosa eutanasia, il dolore per gli aborti che «spezzano il legame con il futuro», la «teoria» della cultura de génerocontraria al dato naturale o l’ecologismo esasperato che vede l’uomo come problema o virus da eliminare. Per Papa Francesco, al contrario, l’uomo resta amministratore e custode del creato, chiamato a trasformare ciò che riceve in cultura viva.
Il tema della pace occupa poi un posto centrale.Per Francesco non basta disarmare gli arsenali perché «occorre disarmare prima le menti», ossia le coscienze dalla cultura della guerra che trasforma le persone in numeri e strumenti di potere. L’unico antidoto è la misericordia, capace di restituire dignità all’uomo e senso al suo futuro.
Non mancano spunti polemici riportati senza filtri,come la celebre battuta del Papa a chi gli chiedeva sulle donne cardinali: «Chi lo vuole soffre un po’ di clericalismo». Allo stesso modo Francesco non si risparmia nel criticare l’ideologia marxista, definendola «sbagliata», anche se durante il suo pontificato è stato bollato ripetutamente come filomarxista. Il Santo Padre non mancò di replicare che non si può fare di tutta l’erba un fascio, avendo conosciute persone buone che erano marxiste, ma non mancando di precisare quanto sbagliata fosse l’ideologia, seguendo a questo modo il pensiero e le linee pastorali dei suoi predecessori Pio XII e Giovanni XXIII.
Più volte il libro restituisce l’immagine di un Papa-pastoreche non lascia nulla di intentato verso chi si sente smarrito, anche insegnando che solo il voler cercare è già un passo in avanti. Le testimonianze dei viaggi e degli incontri dimostrano questa convinzione: Papa Francesco sempre si affida con fiducia e si fida degli altri. Particolarmente toccanti le pagine che raccontano gli incontri con i deboli, i feriti o i malati. Il Santo Padre ha parlato sempre col cuore, in molte occasioni anche come conseguenza, soprattutto per ringraziare chi lo ha aspettato per ore per ascoltarlo e vederlo, ossia per chi lo ha «accolto nella sua casa», non mancando di precisare più volte di sentirsi lui stesso arricchito dall’esperienza e dalla speranza da lui ricevuta come dono di grazia in questi incontri.
Nelle riflessioni sulla sofferenza dei bambini,non offre risposte teoriche: il Papa piange, condivide il dolore, mostrando una compassione cristiana che va oltre ogni discorso, seguendo l’immagine di un Cristo che ha sofferto e pianto sulla Croce in silenzio, o esprimendo solo poche parole, anche perché non sempre si può avere una risposta per tutto, molti elementi, anche diversi drammi della sofferenza umana, come della vita e della morte, rimangono avvolti in parte nel mistero.
L’opera di Andrea Torniellipuò interessare non solo gli studiosi di questioni ecclesiali, ma chiunque voglia comprendere il senso di un pontificato complesso, reso non poco complicato dall’evento che lo ha preceduto, la rinuncia di Benedetto XVI, oltre al delicatissimo assetto geopolitico mondiale caratterizzato da focolai di pericolose guerre aperti ovunque. L’Autore restituisce così il ritratto di un uomo che ha scelto di stare vicino alla gente, con uno stile pastorale e umano a tratti apparso anche insolito, per molti persino stravagante, ma che ha segnato la storia contemporanea della Chiesa, generando apprezzamento in molti e smarrimento in altri. Se però ci pensiamo bene questa è la storia di tutti i Pontefici, perlomeno di quelli che, più che dagli schemi, uscivano da quella quieta mediocrità che tende ad accontentare tutti per non scontentare nessuno. Francesco ne ha sicuramente scontentati molti e, Tal vez, solo questo è sufficiente a non fare di lui un tranquillo mediocre, ma una figura molto complessa e complicata nella sua apparente semplicità. Il tutto a riprova che l’uomo, cada hombre, rimane per gran parte un mistero, compreso l’uomo Jorge Mario Bergoglio, compreso il Sommo Pontefice Francesco. Poi ci sono quelli che hanno sempre una risposta per tutto, ma questa è altra faccenda, o per meglio dire … beati loro!
desde la Isla de Patmos, 4 Septiembre 2025
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THAT POPE FRANCIS TO BE DISCOVERED, NARRATED BY ANDREA TORNIELLI
A key element without which a realistic reading of a personality and a complex figure like that of Jorge Mario Bergoglio would not be easy: Francis is the first Roman Pontiff ordained a priest after the Second Vatican Council and for this reason, unlike his four predecessors, he does not feel the need to defend or justify this last great assembly of the Church.
— books and reviews—
Autor: Jorge Facio Lince President of the Patmos Island Editions
With his latest literary work,francesco. Il Papa della misericordia (Piemme, 2025), Andrea Tornielli offers readers a work that transcends mere biography, going beyond the more or less hagiographical exaltations often dedicated to the figures of the Supreme Pontiffs. In his measured and precise narrative, the Author, who knew and associated with Jorge Mario Bergoglio years before his election to the sacred throne, offers a highly engaging, direct account, without engaging in fictionalized stories aimed at stirring the audience’s emotions. A sober chronicle, typical of this Author’s style, capable of bringing out the most authentic and human dimension of the Roman Pontiff, who passed away only a few months ago.
One of the most interesting elementsis the reconstruction of the time between Benedict XVI’s resignation and the subsequent conclave. The Author immerses the reader in the atmosphere that reigned among the cardinals, lending the book historical value by precisely and rigorously documenting the days preceding Francis’s election, a meticulous work already accomplished in his extensive historical biographies of the 20th-century Supreme Pontiffs. Following this well-established style, his “Francis: The Pope of Mercy” offers a linear account of events, elecciones, words, and gestures.
Andrea Tornielli also highlights a key elementwithout which a realistic reading of a personality and a complex figure like Jorge Mario Bergoglio would be difficult: Francis is the first Roman Pontiff ordained a priest after the Second Vatican Council, and for this reason, unlike his four predecessors, he feels no need to defend or justify the Church’s last great assembly; for him, it is an integral part of ecclesial life, which must be experienced simply as such. This aspect profoundly marked his pontificate: the Council was no longer something to be explained, or even justified if necessary, as Benedict XVI had to do on several occasions, but a reality accepted and experienced naturally.
Attention is also focused on various detailsof the life of Cardinal Jorge Mario Bergoglio, later the Supreme Pontiff Francis, paying attention to memories linked to particular anniversaries, family situations, or even simple phrases expressed in previous meetings, or to putting the interlocutors at ease, creating a family atmosphere.
The descriptions remain faithful to the facts,never descending into those sentimental narrative devices so in vogue today, when one decides to extol the real or imagined qualities of the “dearly departed”. But it is precisely in this decisive and precise account that one glimpses the Pope’s true strength, highlighted by the author’s acumen: the ability to reach out to everyone, especially those suffering or experiencing difficulty.
Some personal episodes are also recounted,such as the illness and death of the Author’s parents and the constant closeness and concern of Pope Francis, a sign of a relationship that transcends roles, demonstrating and teaching that, when you want to be close to someone, it doesn’t matter who you are or what position you hold, because if you want, you can always find time for a simple gesture, like a phone call or a quick text message.
The pages unfold with many other detailscharacterizing the personalities of Jorge Mario Bergoglio the man and the Supreme Pontiff Francis: from the criticism of contemporary culture based on values contrary to life, previously denounced by the Supreme Pontiffs John Paul II and Benedict XVI as a «culture of death», to Francis’s references to the concept of a «throwaway culture», the plight of the elderly abandoned in a sort of silent euthanasia, the pain of abortions that «break the link with the future», los “theory” of gender contrary to nature, or the exasperated environmentalism that sees humanity as a problem or a virus to be eliminated. For Pope Francis, en la otra mano, humanity remains the administrator and guardian of creation, called to transform what we receive into a living culture.
The theme of peace also occupies a central place.For Francis, disarming arsenals is not enough because «we must first disarm the minds» that is, consciences, from the culture of war that transforms people into numbers and instruments of power. The only antidote is mercy, capable of restoring dignity to humanity and meaning to its future.
There is no shortage of unvarnished polemical points,such as the Pope’s famous quip to those who asked him about female cardinals: «Whoever wants one suffers a bit from clericalism». Likewise, Francis is very strict in his criticism of Marxist ideology, calling it «mistaken», even though he was repeatedly branded a Marxist during his pontificate. The Holy Father did not fail to retort that one cannot tar everyone with the same brush, having known good people who were Marxists, but he did not fail to point out just how mistaken the ideology was, thus following the thinking and pastoral guidelines of his predecessors Pius XII and John XXIII.
The book repeatedly portrays a Pope-shepherdwho leaves no stone unturned for those who feel lost, even teaching that simply seeking is a step forward. The testimonies of his travels and encounters demonstrate this conviction: Pope Francis always trusts and entrusts himself to others. Particularly moving are the pages that recount his encounters with the weak, the wounded, or the sick. The Holy Father always spoke from the heart, often as a consequence, especially to thank those who waited for hours to hear and see him, es decir, those who «welcomed him into their home». He also repeatedly emphasized that he himself felt enriched by the experience and hope he received as a gift of grace in these encounters.
In his reflections on children’s suffering, he offers no theoretical answers: the Pope weeps, shares the pain, demonstrating a Christian compassion that transcends all discourse, following the image of Christ who suffered and wept on the Cross in silence, or expressing only a few words, also because one cannot always have an answer for everything; many elements, even the various tragedies of human suffering, as of life and death, remain partly shrouded in mystery.
Andrea Tornielli’s workmay be of interest not only to scholars of ecclesiastical affairs, but also to anyone seeking to understand the meaning of a complex pontificate, made more than a little complicated by the event that preceded it, the act of renunciation of Benedict XVI, as well as the extremely delicate global geopolitical order characterized by dangerous wars raging everywhere. The Author thus paints a portrait of a man who chose to be close to the people, with a pastoral and humane style that at times seemed unusual, even extravagant to many, yet one that has marked the contemporary history of the Church, generating appreciation in many and confusion in others. Sin embargo, if we think about it carefully, this is the story of all Pontiffs, at least those who, rather than following the norm, emerged from that quiet mediocrity that tends to please everyone so as to displease no one. Francis has certainly displeased many, and perhaps this alone is enough to make him not a quiet mediocre man, but a highly complex and complicated figure in his apparent simplicity. All of this proves that man, every man, remains largely a mystery, including the man Jorge Mario Bergoglio, including the Supreme Pontiff Francis. Then there are those who always have an answer for everything, but that’s another matter, or rather… lucky them!
De la isla de Patmos, 4 Septiembre, 2025
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ESE PAPA FRANCISCO POR DESCUBRIR NARRADO POR ANDREA TORNIELLI
Francisco es el primer Romano Pontífice ordenado sacerdote después del Concilio Vaticano II y por esto; a diferencia de sus cuatro predecesores, no siente la necesidad de defender o justificar la última gran asamblea de la Iglesia. Para él, es un elemento que constituye parte integrante del vivir eclesial, que como tal debe ser vivido. Este aspecto marca profundamente su pontificado: el Concilio ya no es algo que se debe explicar, o incluso, si es necesario justificar como había hecho Benedicto XVI en varias ocasiones, sino una realidad asumida y vivida con naturalidad.
-Libros y reseñas-
Autor: Jorge Facio Lince President de la Editiones de La Isla de Patmos
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Con su última obra literariaFrancisco. El Papa de la misericordia (Piemme, 2025), Andrea Tornielli ofrece a los lectores una obra que trasciende la simple biografía, yendo mucho más allá de ciertas exaltaciones de circunstancia, más o menos hagiográficas, dedicadas a menudo a las figuras de los Sumos Pontífices. Con su narrativa, medida y precisa, el Autor, quien conoció y frecuentó a Jorge Mario Bergoglio años antes de su elección al sagrado solio, ofrece un relato directo muy interesante, sin intentar historias noveladas miradas a tocar la emotividad del público. Una crónica sobria, como es en el estilo de este Autor, capaz de hacer emerger la dimensión más auténtica y humana del Romano Pontífice muerto hace pocos meses.
Uno de entre los elementos más interesantes,es la reconstrucción del tiempo transcurrido desde el acto de renuncia de Benedicto XVI al sucesivo cónclave. El Autor introduce al lector en la atmósfera que existía entre los cardenales, dando al libro con ello, un valor histórico; porque documenta con precisión y rigor los días que precedieron la elección de Francisco. Un trabajo meticuloso ya hecho por el Autor en sus pasadas biografías ricas históricamente de los Sumos Pontífices del siglo XX. Siguiendo este estilo ya consolidado, con Francisco. El Papa de la misericordiaofrece el Autor, un relato lineal de hechos, elecciones, palabras y gestos.
Andrea Tornielli destaca un elemento clavesin el cual no sería fácil la lectura realista de una personalidad y de una figura compleja como es la del hombre Jorge Mario Bergoglio: Francisco es el primer Romano Pontífice ordenado sacerdote después del Concilio Vaticano II y por esto; a diferencia de sus cuatro predecesores, no siente la necesidad de defender o justificar la última gran asamblea de la Iglesia. Para él, es un elemento que constituye parte integrante del vivir eclesial, que como tal debe ser vivido. Este aspecto marca profundamente su pontificado: el Concilio ya no es algo que se debe explicar, o incluso, si es necesario justificar como había hecho Benedicto XVI en varias ocasiones, sino una realidad asumida y vivida con naturalidad.
También se presta atención a varios detallesde la vida del Cardenal Jorge Mario Bergoglio, luego del Sumo Pontífice Francisco: prestando atención a los recuerdos relacionados con fechas de conmemoraciones especiales, situaciones familiares, o incluso a simples frases dichas durante en encuentros anteriores, o al hacer que sus interlocutores se sientan cómodos, creando un ambiente familiar.
Las descripciones se mantienen fieles a la realidad de los hechos,sin caer nunca en esos artificios narrativos sensibleros, tan en boga en la comunicación actual, cuando se decide exaltar las cualidades verdaderas o presuntas del “querido difunto”. Pero es precisamente en esta crónica decisiva y precisa se vislumbra la verdadera fuerza del Papa, resaltada por la perspicacia del Autor: la capacidad de acercarse a todos, en particular a quién sufre o se encuentra en un momento de dificultad.
En la obra también son narrados algunos episodios personales del Autor,como la enfermedad y la muerte de sus padres y la constante cercanía e interés del Papa Francisco. Signo de una relación que superaba los roles, manifestando y enseñando que, cuando se quiere estar cerca de alguien, no importa quién seas ni qué posición revistes, porque si se quiere, siempre se puede encontrar el tiempo para un gesto sencillo, como una llamada telefónica o un pequeño mensaje de texto.
En las páginas del escrito,se suceden muchos otros detalles que caracterizaban de la personalidad del hombre Jorge Mario Bergoglio y del Sumo Pontífice Francisco: desde la crítica a la cultura contemporánea basada en valores contrarios a la vida ya denunciada precedentemente por los Sumos Pontífices Juan Pablo II y Benedicto XVI como «cultura de la muerte»; para continuar con las referencias de Francisco al concepto de «cultura del descarte»: los dramas de ancianos abandonados en una especie de eutanasia silenciosa, el dolor por los abortos que «rompen el vínculo con el futuro»; La «teoría» del género contraria al dato natural; o el ecologismo exasperado que ve al hombre como problema o virus que hay que eliminar. Para el papa Francisco, al contrario, el hombre sigue siendo administrador y custodio de la creación, llamado a transformar lo que recibe en cultura viva.
El tema de la paz ocupa un lugar central.Para Francisco no basta desarmar los arsenales porque «ocurre desarmar antes las “mentes”», es decir las conciencias de la cultura de la guerra que transforma a las personas en números e instrumentos de poder. El único antídoto para ello es la misericordia, capaz de restituir dignidad al hombre y sentido a su futuro.
No faltan temas polémicos tratados sin filtros,como la célebre ocurrencia del Papa a quien le preguntaba sobre mujeres cardenales: «Quien lo quiere sufre un poco de clericalismo». Del mismo modo, Francisco no se ahorra en criticar la ideología marxista, calificándola de «erronea», aunque durante su pontificado ha sido tildado repetidamente de filo-marxista. El Santo Padre no dejó de replicar que no se puede hacer de toda la hierba un fajo, habiendo conocido personas buenas que eran marxistas, pero sin dejar de precisar cuán equivocada era la ideología. Siguiendo de este modo el pensamiento y las líneas pastorales de sus predecesores Pío XII y Juan XXIII.
En varias ocasiones, el libro restituye la imagen de un Papa-pastorque no deja nada sin intentar por aquellos que se siente perdidos, enseñando incluso qué el simple hecho de querer buscar es ya un paso adelante. Las crónicas de los viajes y de los encuentros demuestran esta convicción: Papa Francisco siempre confía en los demás y se entrega a ellos con confianza. Son particularmente conmovedoras las páginas que narran los encuentros con los débiles, los heridos o los enfermos. El Santo Padre siempre ha hablado con el corazón: en muchas ocasiones como resultado sobretodo en agradecer a quienes lo había esperado por horas para escucharlo y verlo; es decir a quienes lo habían «acogido en su casa», sin dejar de precisar en muchas ocasiones que se sentía así mismo enriquecido por la experiencia y por la esperanza que había recibido como un don de gracia durante estos encuentros.
En las reflexiones sobre el sufrimiento de los niños,no ofrece respuestas teóricas: el Papa llora, comparte el dolor, mostrando una compasión cristiana que va más allá de cualquier discurso, siguiendo la imagen de un Cristo que sufrió y lloró en la Cruz en silencio, o expresando solo unas pocas palabras. Y esto porque no siempre se puede tener una respuesta para todo como son los dramas del sufrimiento humano de la vida y de la muerte que permanecen envueltos en parte por el misterio.
La obra de Andrea Torniellipuede interesar no solo a los estudiosos de cuestiones eclesiales, sino a cualquiera que desee comprender el sentido de un pontificado complejo, ya de por si complicado en gran medida por el acontecimiento que lo precedió la renuncia de Benedicto XVI; además de la delicada situación geopolítica mundial caracterizada por focos de peligrosas guerras abiertas por todas partes. El Autor restituye así el retrato de un hombre que ha elegido estar cerca de la gente, con un estilo pastoral y humano a veces insólito para muchos, e incluso extravagante para otros; pero que ha marcado la historia contemporánea de la Iglesia, generando aprecio en muchos y desorientación en otros. Sin embargo, si se piensa bien, esta es la historia de todos los Pontífices, por lo menos de aquellos que, más que por los esquemas, salían de aquella quieta mediocridad que tiende a complacer a todos para no descontentar a nadie. Francisco sin duda ha seguramente descontentado a muchos y, quizá solo esto, basta para no convertirlo en un tranquilo mediocre, sino en una figura muy compleja y complicada en su aparente simplicidad. Todo ello demuestra que el hombre, cada hombre, sigue siendo en su mayor parte un misterio, incluso el hombre Jorge Mario Bergoglio, incluso el Sumo Pontífice Francisco. Luego están los que siempre tienen una respuesta para todo, pero eso es otra cuestión, o para decirla en otra forma… ¡bienaventurados ellos!
4 de septiembre de 2025
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https://i0.wp.com/isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2022/12/Jorge-Isola-piccola2.jpg?ajuste = 150,150 y SSL = 1150150Jorge Facio Lincehttps://isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2022/01/logo724c.pngJorge Facio Lince2025-09-04 22:23:462025-09-05 12:43:31Ese Papa Francisco para descubrir narrado por Andrea Tornielli – Que el Papa Francisco a ser descubierto, Narrado por Andrea Tornielli
https://i0.wp.com/isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2019/01/Padre-Ivano-piccola.jpg?ajuste = 150,150 y SSL = 1150150padre ivanohttps://isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2022/01/logo724c.pngpadre ivano2025-09-04 19:11:022025-09-04 23:19:08El amargo caso del presbítero Paolo Zambaldi de la diócesis de Bolzano-Bressanone: cronica de una muerte anunciada
PAGARE DI TASCA PROPRIA PER LAVORARE GRATIS È UN PRIVILEGIO CHE SOLO POCHI “ELETTI” POSSONO PERMETTERSI
Nella sua operaNaturalezaTito Lucrezio Caro rivolge una critica alla religione indicandola come fonte che genera paura, superstición y sufrimiento, impedendo all’uomo di giungere alla vera felicità, od a quella conoscenza della verità — come afferma il Beato Apostolo Giovanni — che ci renderà liberi. Concetto al quale si rifarà Karl Marx con il celebre aforisma «la religione è l’oppio dei popoli». Avevano ragione tutti e due, Tito Lucrezio Caro e Karl Marx …
Duole lasciarsi andare alle geremiadi,specie quando si è consapevoli che non servono a niente, solo a manifestare comprensibile disagio fine a se stesso.
Nell’ottobre del 2024 questa nostra rivista ha compiuto 10 anni di attività,nel corso dei quali ha offerto servizi che possono essere più o meno condivisibili per contenuti e impostazioni, ma di indubbia qualità, cosa riconosciuta persino dai nostri avversari e da coloro che non la pensano come noi.
In un mondo cattolico sempre più devastato dal fideismo,da forme di millenarismo dal sapore esoterico, inquinato al presente da tutte le vecchie eresie di ritorno, i Padri de L’Isola di Patmos hanno sempre offerto un servizio improntato sul più aderente ossequio al deposito della fede, alla dottrina e al magistero della Chiesa, combattendo all’occorrenza pericolose derive e recuperando nel corso degli anni non poche persone che si erano smarrite al seguito di vari ciarlatani che oggi abbondano a dismisura, specie grazie aisocial media.
Pochi mesi fa si è concluso un complesso pontificatoreso complicato da un contesto geopolitico mondiale delicatissimo, il giudizio sul quale spetterà alla storia, che potrà darlo solo in futuro, quizás incluso en muchos años. Un pontificato nel corso del quale diverse persone, già di per sé immature e fragili nella fede, sono andate totalmente fuori strada mettendosi in marcia dietro preti usciti fuori equilibrio, finiti sospesia divinis, scomunicati o persino dimessi dallo stato clericale, seguido, Sucesivamente, da laici senza arte né parte che si sono improvvisati ecclesiologi, canonisti e teologi in stuzzicante salsa complottistica alla Dan Brownde noartri. La nostra ultradecennale missione pastorale su L’Isola di Patmos si è incentrate principalmente sul richiamo all’unità con Pietro e sotto Pietro, a prescindere dagli evidenti difetti dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, senza dimenticare che sotto vari aspetti, quel rozzo pescatore galileo scelto da Cristo in persona, non eletto da un conclave di cardinali, a suo tempo si rivelò molto peggiore di tanti pontefici problematici della storia, sia sul piano pastorale che su quello dottrinale, basti pensare a quando giurando e imprecando rinnegò Cristo (cf.. Mt 26, 69-75) o quando ad Antiochia fu redarguito da Paolo su questioni legate alla dottrina della fede (cf.. Gal 2, 11-21)
Premesso che nella vita nulla è dovuto, che tutto va meritato e che tutto è una grazia, va detto però che la mancanza di generosità da parte delle persone — a partire dalle non poche alle quali abbiamo fatto del bene —, induce a prendere atto che l’opera pastorale portata avanti dal 2014 da un gruppo di sacerdoti e teologi forse non merita di essere sostenuta. Per questo suscitano in noi particolare amarezza — ed è difficile negare il nostro sacerdotale disagio in tal senso — le numerose persone che i Padri de L’Isola di Patmos hanno aiutato e sostenuto nel corso degli anni, sanando le loro ferite doloranti dopo che erano state ingannate da “santoni”, “santuzze” e “veggenti”, dinanzi ai quali non esitarono ad aprire i loro portafogli come fossero fisarmoniche, gli stessi che sono rimasti invece chiusi ermeticamente dinanzi alla nostra opera alla quale non hanno mai versato un euro.
C’è poco da stupirsi,sappiamo com’è solito agire quello che una volta si chiamava popolino, già lo sapevagiovanni bocaccioquando nel lontano XIV secolo immortalò nelDecamerónla paradigmaticaNovela 10dedicata aFray Cipolla. Basta inebriarlo, il popolino, con la garanzia del vero “segreto” di Fatima finalmente svelato dopo essere stato tenuto nascosto dalla Chiesa bugiarda e mentitrice; oppure ubriacarlo con i “dieci segreti” che una Gospa logorroica e ripetitiva, ormai affetta da evidente demenza senile, avrebbe dato a un gruppo di scaltri zingari bosniaci che grazie a questa grande truffa del Novecento si sono fatti le budella d’oro; oppure drogarlo con qualche madonna che batte i piedi come una narcisista isterica mandando a dire da qualche altro visionario fulminato che vuole essere proclamata a tutti i costi corredentrice e che smercia anch’essa “segreti” in giro per la orbe terracquea, in attesa del magico e definitivo trionfo del suo cuore immacolato. Bueno, sí, diamo questi generi di oppiacei al popolino ed ecco aprirsi come per magico incanto i portafogli. Così avveniva nella Certaldo boccaccesca del XIV secolo così avviene oggi nel Terzo Millennio.
Nella sua operaNaturalezaTito Lucrezio Carorivolge una critica alla religione indicandola come fonte che genera paura, superstición y sufrimiento, impedendo all’uomo di giungere alla vera felicità, od a quella conoscenza della verità — come afferma il Beato Apostolo Giovanni — che ci renderà liberi (cf.. Juan 8, 32). Concetto al quale si rifaràCarlos Marxcon il celebre aforisma «la religione è l’oppio dei popoli». Avevano ragione tutti e due, Tito Lucrezio Caro e Karl Marx, sbagliavano però sia il concetto che il termine confondendo la fede con il fideismo dei beoti al seguito di Frate Cipolla, che nulla hanno da spartire con la purezza della fede, da loro vilipesa e trasformata in parodia grottesca tra madonne parlanti, madonne piangenti, segreti rivelati, profezie catastrofiche e via dicendo a seguire.
Siamo arrivati alla conclusione, triste ma realistica,che in fondo questa gente si merita i vari Frate Cipolla capaci a suscitare in loro pruriti morbosi, facendogli uscire fuori soldi come gli incantatori fanno uscire il serpente dalla cesta al suono dell’ipnotico pungi.
Il paradosso è che L’Isola di Patmos non è un fallimento, por el contrario: è un successo straordinario e a tratti incredibile. La mole di visite è pari a una media di oltre tre milioni al mese, l’anno 2024 si è chiuso con quasi quaranta milioni di visite totalizzate. Pronto dicho: se solo lo 0,1% di questi visitatori ci avesse donato un euro, le spese di gestione sarebbero totalmente coperte e ne avremo persino d’avanzo per qualche opera di carità.
Chiunque s’intenda solo un po’ di certi aspetti tecnici,con pochi colpi d’occhio coglie immediatamente la qualità del sito che ospita la nostra rivista, a partire dalla grafica. Offrire la versione stampabile degli articoli, la audio-lettura, spesso anche la traduzione degli stessi in tre lingue, comporta un lavoro redazionale notevole, tutto svolto dai Padri a titolo puramente gratuito. Cierto, fa specie che nel corso di un anno solare non si riesca a raccogliere neppure la metà del necessario per il pagamento delle spese vive di gestione e che puntualmente si debba provvedere di tasca nostra al sopraggiungere delle scadenze di pagamento. Perché impiegare le proprie personali risorse per avere il raro privilegio di lavorare gratis per le persone che prendono e non danno, o che dopo avere dato agli scaltri incantatori di serpenti, una volta finito il suono del piffero e con esso l’effetto ipnotico vengono a piangere da noi per essere aiutate e sostenute, è davvero una gran soddisfazione, de lo contrario: è proprio un privilegio, lavorareliberar el Amor Dei para esta gente! Ma siamo preti e per quanto tanta sarebbe la voglia, mettere queste persone alla porta, come meriterebbero, è contro la nostra natura ontologica sacerdotale.
L’Isola di Patmos sta concludendo il proprio undicesimo anno di attivitàsenza mai avere conosciuto flessioni ma solo un continuo incremento, lo prova l’alto numero di visite che a partire dal 2016 ci ha obbligati a spostare il sito su unservidor dedicado, che costituisce la maggior voce di spesa annuale seguita dalle altre spese per i vari abbonamenti quali l’acquisto dei programmi grafici, audio, vídeo, sistemi di sicurezza… En conclusión, stiamo parlando di qualche cosa che funziona e che funziona anche molto bene, ma che non dispone dei mezzi di sussistenza. Per questo abbiamo deciso di darci un altro anno di tempo: se a settembre del 2026 non avremo raccolto tutto il necessario per sostenere le spese del successivo anno 2027, o se non troveremo un ente pubblico o privato disposto a finanziarci, concluderemo la nostra felice e proficua esperienza di apostolato chiudendo la rivista L’Isola di Patmos, conservando sempre il ricordo indelebile di questa esperienza bellissima vissuta nell’unione cattolica d’intenti in piena comunione tra un gruppo di sacerdoti che hanno cercato di testimoniare il Cristo vivo e vero. Come però insegna il Beato Apostolo Paolo nella sua epistola al discepolo Timoteo:
"Porqué vendrá el día, de hecho, cuando no soportarán la sana doctrina,, sino, que teniendo el comezón de oídos, acumularan, para sí maestros conforme a sus propios deseos, negarse a escuchar la verdad para recurrir a los cuentos de hadas. Usted siempre será constante, sufre penalidades, completar tu trabajo como predicador del Evangelio, cumple tu ministerio " (II Tm 4, 1-4).
E quel giorno oggi è venuto, desafortunadamente, riteniamo di averne fatto triste spesa anche noi. Con todo y esto, también en este caso, il Santo Vangelo ci insegna:
«Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, salir de aquella casa o ciudad, sacudirse el polvo de tus pies».
Desde la isla de Patmos 31 Agosto 2025
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