La nuova Cionci’s story: dal Seraphicum romano al Nimby britannico

LA NUOVA CIONCI’S STORY: DAL SERAPHICUM ROMANO AL NIMBY BRITANNICO

Egregio Cavalier Cionci ― perché per inciso è pure Cavaliere della Repubblica Italiana ― lei è liberissimo di pensare quel che crede, di scriverlo, naturalmente, di avere un suo seguito. Ma non prenda per scema la Chiesa Cattolica o chi gestisce le sue strutture, con mezzucci di tal genere.

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Molti conoscono l’espressione inglese «Not In My Back Yard» (non nel mio giardino), abbreviata spesso con l’acronimo: «Nimby». Un detto che serve a designare l’opposizione di qualcuno a ospitare realizzazioni sul proprio territorio.

Ma esiste anche un proverbio, stavolta italiano, che tutti conosciamo e che inizia così: «Fra i due litiganti …»; che vorrei concludere modificando un po’ la forma classica con «… il terzo ride».

I due litiganti in questione sono Alessandro Minutella, sacerdote palermitano scomunicato e dimesso dallo stato clericale, ed il giornalista Andrea Cionci autore del libro «Codice Ratzinger» nel quale propugna la tesi che Papa Benedetto XVI non avrebbe mai rinunciato al papato, ricoverandosi in una fantomatica sede impedita, con la conseguenza che Papa Francesco sarebbe stato un antipapa. Per l’attuale Pontefice il giudizio è sospeso. Un tempo i due andavano d’amore e d’accordo, condividendo idee e proventi. Ma come succede nelle coppie anche le più affiatate che prima si amano e poi si detestano, così è avvenuto fra i nostri due. Non passa giorno che sui social si becchettino, rinfacciandosi cose e non nominandosi più. Minutella indica Cionci come «il giornalista romano», mentre per il Cionci il palermitano viene apostrofato con: «il grande prelato». In verità ambedue hanno una voglia matta di notorietà, ma soprattutto di essere presi in considerazione e sul serio. E dove se non nella Chiesa Cattolica e in una delle sue strutture per esempio?

Accade così che Cionci venga invitato a parlare in un incontro promosso da un’associazione su tematiche apocalittiche, nientedimeno che presso una sala appartenente alla Pontifica Università San Bonaventura, che fa parte del complesso del Seraphicum in Roma. Naturalmente in sordina: «avevo tenuto un profilo basso», dirà Cionci. Per poi promulgare ai quattro venti, cosa che i suoi commentatori sui social avevano capito benissimo, basta leggere i commenti, che aveva potuto parlare di quel che crede addirittura in un Ateneo Pontificio. Apriti cielo. Minutella subito alza i toni: «A lui si, a me no?». E per tutta la durata del consueto appuntamento mattutino coi suoi seguaci ci ritorna sopra, facendo vedere la locandina dell’evento, cerchiata per bene ad evidenziare il nome di Cionci e il costo di partecipazione.

Accade che l’evento venga annullato. L’università ci ripensa e non dà la disponibilità dei suoi spazi. Naturalmente, Cionci, si affretta a darne notizia in un video su Youtube incolpando Minutella, accusandolo di aver arrecato un danno non tanto a lui, ma a quella straordinaria possibilità di poter parlare delle sue tesi in una Pontificia università.

Caro Cionci, noi conosciamo Minutella, ma stavolta colpe non ne ha: è innocente. Il colpevole sono io, lo ammetto: venuto a conoscenza della cosa e prevedendo l’uso che poi se ne sarebbe fatto, ho preso carta e penna, anzi il computer, perché anche nel mio sperduto eremo abbiamo connessione, e ho scritto una mail al segretario generale della facoltà Teologica San Bonaventura, chiedendo se ritenessero opportuno ospitare un evento nel quale si sarebbero presentate idee così bislacche che ancora offendono la persona di Papa Francesco, di venerata memoria, e quella di Papa Benedetto, fatto passare per una sorta di carbonaro che mette in scacco la Chiesa tutta. La risposta non si è fatta attendere: «è stato immediatamente disdetto l’affitto dell’aula e annullato l’evento presso la nostra sede».

Forse ha pesato anche la seconda mail, stavolta inviata con toni più forbiti e consoni dalla nostra redazione de L’Isola di Patmos al Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il Cardinale José Tolentino de Mendonça? Non lo so, ma tant’è.

Egregio Cavalier Cionci ― perché per inciso è pure Cavaliere della Repubblica Italiana ― lei è liberissimo di pensare quel che crede, di scriverlo, naturalmente, di avere un suo seguito. Ma non prenda per scema la Chiesa Cattolica o chi gestisce le sue strutture, con mezzucci di tal genere. Sa cosa le consiglio? Affitti un aereo, ecco, mi pare una buona idea. L’ha già provata? Oppure, come fa Minutella, andar per alberghi. Sarà costoso si, ma non credo che lei arriverà a comprare una ex palestra col tetto in eternit in una frazione della provincia di Padova, come il bi-dottore in teologia palermitano. Non ce la vedo.

Per rasserenarla concludo con le parole del professor Keating ad un suo studente, alias Robin Williams, nel celeberrimo film L’attimo fuggente: «Non ridiamo di lei, ridiamo con lei».  

Con stima.

Il Monaco Eremita de L’Isola di Patmos

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Grotta Sant’Angelo in Ripe (Civitella del Tronto)

 

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