Le monstre de Frankenstein et les dangers du transhumanisme moderne – Le monstre de Frankenstein et les dangers du transhumanisme moderne – Le monstre de Frankenstein et les dangers du transhumanisme moderne

(texte original en portugais / texte anglais après l'original portugais)

 

IL MOSTRO DI FRANKENSTEIN E I PERICOLI DEL TRANSUMANESIMO MODERNO

Le implicazioni etiche di Frankenstein e del moderno transumanesimo sono profonde. À Frankenstein, la creazione della vita artificiale solleva interrogativi sulla responsabilità del creatore e sui diritti delle creature. également, il transumanesimo sfida i concetti tradizionali di identità, dignità e valore intrinseco della vita umana.

— Riflessioni pastorali —

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L’opera Frankenstein di Mary Shelley, Publié dans 1818, racconta la storia di uno scienziato che sfida i limiti naturali creando la vita artificialmente, dando vita a un mostro che diventa una minaccia sia per lui che per la società.

Nel mondo contemporaneo, il transumanesimo emerge come un movimento che cerca di superare i limiti umani attraverso la tecnologia.

Il transumanesimo è un movimento filosofico e scientifico che propone l’uso della tecnologia per trasformare la condizione umana, migliorandone le capacità fisiche, intellettuali e psicologiche. Le promesse del transumanesimo includono la sconfitta delle malattie, l’aumento della longevità, l’espansione dell’intelligenza e il miglioramento delle capacità sensoriali e motorie.

I pericoli del transumanesimo sono altrettanto significativi. Le principali preoccupazioni riguardano la perdita dell’identità umana, la disuguaglianza sociale aggravata dall’accesso ineguale alle tecnologie, i rischi per la sicurezza associati alle nuove biotecnologie e le implicazioni etiche della modifica genetica degli esseri umani. Aussi, si teme l’emergere di una nuova forma di eugenetica e la creazione di un divario ancora più grande tra ricchi e poveri.

Mary Shelley, dans Frankenstein, solleva interrogativi sulle conseguenze imprevedibili della manipolazione della vita. Victor Frankenstein, creando il mostro, sfida i limiti naturali e subisce le conseguenze della sua arroganza scientifica. Il mostro, abbandonato e incompreso, diventa una forza distruttiva, riflesso della responsabilità morale ed etica che accompagna la creazione artificiale della vita.

Le preoccupazioni di Shelley sono simili ai pericoli del moderno transumanesimo, in cui la ricerca del superamento dei limiti umani può avere conseguenze indesiderate e dannose. Entrambi i contesti evidenziano il pericolo di una scienza senza confini etici e la necessità di considerare le implicazioni a lungo termine delle nostre innovazioni tecnologiche.

Le implicazioni etiche di Frankenstein e del moderno transumanesimo sono profonde. À Frankenstein, la creazione della vita artificiale solleva interrogativi sulla responsabilità del creatore e sui diritti delle creature. également, il transumanesimo sfida i concetti tradizionali di identità, dignità e valore intrinseco della vita umana.

Da un punto di vista teologico, entrambe le narrazioni mettono in discussione la posizione dell’essere umano come co-creatore insieme a Dio. La visione cattolica sostiene che la vita umana è sacra e che esistono limiti etici all’intervento tecnologico sulla natura umana. Modificare geneticamente gli esseri umani o creare vita artificiale può essere visto come un tentativo di usurpare il ruolo di Dio, mettendo a rischio la dignità umana e l’ordine morale stabilito.

Gli esseri umani sono creati a immagine e somiglianza di Dio (cf.. gn 1,27), il che conferisce a ogni persona un’intrinseca dignità. Modificare geneticamente gli esseri umani o creare vita artificiale può essere visto come un tentativo di usurpare il ruolo di Dio, mettendo a repentaglio la dignità di Dio e l’ordine morale da Lui stabilito. Aussi, psaume 139:13-14 sottolinea l’intima e divina partecipazione di Dio nella creazione della vita umana:

«Tu hai creato le mie reni, mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo, merveilleux; meravigliose sono le tue opere!».

Questi testi biblici sostengono la tesi secondo cui l’intervento umano nella creazione deve rispettare i limiti stabiliti da Dio, preservando la sacralità e l’integrità della vita.

La visione cattolica può dare un contributo significativo al dibattito sui limiti della tecnologia e della dignità umana, sottolineando la sacralità della vita e l’importanza di un’etica basata sulla dignità umana. La Chiesa cattolica sostiene un approccio prudente ed etico alla scienza e alla tecnologia, nel rispetto dei limiti naturali e dell’integrità della persona umana. Il documento vaticano Dignitas Personae rafforza questa posizione affermando che «l’essere umano deve essere rispettato e trattato come persona fin dal concepimento” (cf.. n. 4) e che «la scienza e la tecnologia devono essere ordinate al bene della persona umana e alla sua integrità» (cf.. n. 3). Questo documento sottolinea che qualsiasi progresso scientifico deve essere valutato alla luce del rispetto della dignità umana, evitando pratiche che manchino di rispetto alla vita o che possano portare a un’eccessiva manipolazione della condizione umana.

La prospettiva cattolica può offrire un necessario equilibrio tra innovazione e responsabilità, promuovendo l’uso della tecnologia per il bene comune e lo sviluppo integrale dell’essere umano, senza compromettere la dignità o creare disuguaglianze. Difendendo la dignità intrinseca di ogni persona, la Chiesa può contribuire a orientare lo sviluppo tecnologico in modi che vadano a beneficio di tutta l’umanità, specialmente dei più vulnerabili.

La visione cattolica offre una preziosa guida etica, sottolineando la dignità umana e i limiti necessari per garantire che il progresso tecnologico serva il bene comune senza compromettere l’essenza della condizione umana, l’immagine di Dio.

Jundiaì, 31 août 2025

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FRANKENSTEIN’S MONSTER AND THE DANGERS OF MODERN TRANSHUMANISM

The ethical implications of Frankenstein and modern transhumanism are profound. À Frankenstein, the creation of artificial life raises questions about the creator’s responsibility and the rights of creatures. Likewise, transhumanism challenges traditional concepts of identity, dignity, and the intrinsic value of human life.

— pastoral reflections —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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Mary Shelley’sFrankenstein”, published in 1818, tells the story of a scientist who challenges natural limits by creating life artificially; creating a monster that becomes a threat to both himself and society.

In the contemporary world, transhumanism emerges as a movement that seeks to overcome human limitations through technology.

Transhumanism is a philosophical and scientific movement that proposes the use of technology to transform the human condition by enhancing physical, intellectual, and psychological capabilities. The promises of transhumanism include the eradication of disease, increased longevity, increased intelligence, and improved sensory and motor skills.

The dangers of transhumanism are equally significant. The main concerns include the loss of human identity, social inequality exacerbated by unequal access to technology, the security risks associated with new biotechnologies, and the ethical implications of genetic modification of humans. Furthermore, there are fears of the emergence of a new form of eugenics and the creation of an even greater gap between rich and poor.

Mary Shelley, in Frankenstein, raises questions about the unpredictable consequences of the manipulation of life. Victor Frankenstein, in creating the monster, challenges natural limits and suffers the consequences of his scientific arrogance. The monster, abandoned and misunderstood, becomes a destructive force, reflecting the moral and ethical responsibility that accompanies the artificial creation of life.

Shelley’s concerns are similar to the dangers of modern transhumanism, in which the pursuit of transcending human limitations can have unintended and harmful consequences. Both contexts highlight the danger of a science without ethical boundaries and the need to consider the long-term implications of our technological innovations.

The ethical implications of Frankenstein and modern transhumanism are profound. À Frankenstein, the creation of artificial life raises questions about the creator’s responsibility and the rights of creatures. Likewise, transhumanism challenges traditional concepts of identity, dignity, and the intrinsic value of human life.

Théologiquement, both narratives question the position of the human being as a co-creator with God. The Catholic view holds that human life is sacred and that there are ethical limits to technological intervention in human nature. Genetically modifying humans or creating artificial life can be seen as an attempt to usurp God’s role, jeopardizing human dignity and the established moral order.

Humans are created in the image and likeness of God (cf. Gén 1:27), which gives each person an intrinsic dignity. Genetically modifying humans or creating artificial life can be seen as an attempt to usurp God’s role, jeopardizing God’s dignity and the moral order He established. Furthermore, Psaume 139:13-14 emphasizes God’s intimate and divine participation in the creation of human life:

«For it was you who formed my inward parts; you knit me together in my mother’s womb. I praise you, for I am fearfully and wonderfully made. Wonderful are your works; that I know very well».

These biblical texts support the thesis that human intervention in creation must respect the limits established by God, preserving the sacredness and integrity of life.

The catholic vision can make a significant contribution to the debate on the limits of technology and human dignity by emphasizing the sacredness of life and the importance of an ethic based on human dignity. The Catholic Church advocates a prudent and ethical approach to science and technology, respecting natural limits and the integrity of the human person. The Vatican document Dignitas Personae reinforces this position by stating that «the human being must be respected and treated as a person from conception» (non. 4) and that «science and technology must be ordered to the good of the human person and to his or her integrity» (non. 3). This document emphasizes that any scientific progress must be evaluated in light of respect for human dignity, avoiding practices that disrespect life or that could lead to excessive manipulation of the human condition.

The catholic perspective can offer a necessary balance between innovation and responsibility, promoting the use of technology for the common good and integral human development, without compromising dignity or creating inequalities. By defending the intrinsic dignity of every person, the Church can help guide technological development in ways that benefit all humanity, especially the most vulnerable. The catholic vision offers valuable ethical guidance, emphasizing human dignity and the necessary limits to ensure that technological progress serves the common good without compromising the essence of the human condition, the image of God.

Jundiaì, 31 août 2025

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O MONSTRO DE FRANKENSTEIN E OS PERIGOS DO TRANSUMANISMO MODERNO

As implicações éticas de Frankenstein e do transumanismo moderno são profundas. EmFrankenstein”, a criação de vida artificial levanta questões sobre a responsabilidade do criador e os direitos da criatura. Similarmente, o transumanismo desafia conceitos tradicionais de identidade, dignidade e o valor intrínseco da vida humana.

Reflexões pastorais

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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A obraFrankensteinde Mary Shelley, publicada em 1818, narra a história de um cientista que desafia os limites naturais ao criar vida artificialmente, resultando em um monstro que se torna uma ameaça tanto para ele quanto para a sociedade.

No mundo contemporâneo, o transumanismo surge como um movimento que busca superar as limitações humanas por meio da tecnologia.

O transumanismo é um movimento filosófico e científico que propõe o uso da tecnologia para transformar a condição humana, melhorando capacidades físicas, intelectuais e psicológicas. As promessas do transumanismo incluem a superação de doenças, o aumento da longevidade, a ampliação da inteligência e o aprimoramento das capacidades sensoriais e motoras.

No entanto, os perigos do transumanismo são igualmente significativos. As principais preocupações incluem a perda de identidade humana, a desigualdade social exacerbada pelo acesso desigual às tecnologias, os riscos de segurança associados a novos biotecnologias, e as implicações éticas de modificar geneticamente seres humanos. Além disso, há temores sobre o surgimento de uma nova forma de eugenia e a criação de uma divisão ainda maior entre ricos e pobres.

Mary Shelley, em Frankenstein, levanta questões sobre as consequências imprevisíveis da manipulação da vida. Victor Frankenstein, ao criar o monstro, desafia os limites naturais e sofre as consequências de sua arrogância científica. O monstro, abandonado e incompreendido, se torna uma força destrutiva, refletindo a responsabilidade moral e ética que acompanha a criação artificial da vida.

As preocupações de Shelley se assemelham aos perigos do transumanismo moderno, onde a busca pela superação das limitações humanas pode resultar em consequências não intencionais e prejudiciais. Ambos os contextos destacam o perigo de uma ciência sem limites éticos e a necessidade de considerar as implicações a longo prazo de nossas inovações tecnológicas.

As implicações éticas de Frankenstein e do transumanismo moderno são profundas. EmFrankenstein”, a criação de vida artificial levanta questões sobre a responsabilidade do criador e os direitos da criatura. Similarmente, o transumanismo desafia conceitos tradicionais de identidade, dignidade e o valor intrínseco da vida humana.

Do ponto de vista teológico, ambas as narrativas questionam a posição do ser humano como co-criador com Deus. A visão católica sustenta que a vida humana é sagrada e que há limites éticos para a intervenção tecnológica na natureza humana. Modificar geneticamente humanos ou criar vida artificial pode ser visto como uma tentativa de usurpar o papel de Deus, colocando em risco a dignidade humana e a ordem moral estabelecida.

A Bíblia afirma que o ser humano é criado à imagem e semelhança de Deus (cf. gn 1,27), conferindo uma dignidade intrínseca a cada pessoa. Modificar geneticamente humanos ou criar vida artificial pode ser visto como uma tentativa de usurpar o papel de Deus, colocando em risco essa dignidade e a ordem moral estabelecida por Ele. Além disso, o Salmo 139,13-14 destaca a íntima e divina participação de Deus na criação da vida humana:

«Tu criaste o íntimo do meu ser e me teceste no ventre de minha mãe. Eu te louvo porque me fizeste de modo especial e admirável; tuas obras são maravilhosas!».

Esses textos bíblicos fundamentam a visão de que a intervenção humana na criação deve respeitar os limites estabelecidos por Deus, preservando a sacralidade e a integridade da vida.

A visão católica pode contribuir significativamente para a discussão sobre os limites da tecnologia e a dignidade humana ao enfatizar a sacralidade da vida e a importância de uma ética baseada na dignidade humana. A Igreja Católica advoga por uma abordagem prudente e ética à ciência e tecnologia, respeitando os limites naturais e a integridade da pessoa humana. O documento Dignitas Personae (Dignidade da Pessoa) do Vaticano reforça essa posição ao afirmar que «o ser humano deve ser respeitado e tratado como uma pessoa desde o momento da concepção» (n. 4) e que «a ciência e a tecnologia devem ser ordenadas ao bem da pessoa humana e à sua integralidade» (n. 3). Esse documento destaca que qualquer avanço científico deve ser avaliado à luz do respeito à dignidade humana, evitando práticas que desrespeitem a vida ou que possam levar a uma manipulação excessiva da condição humana.

A perspectiva católica pode oferecer um equilíbrio necessáriO entre inovação e responsabilidade, promovendo o uso da tecnologia para o bem comum e o desenvolvimento integral do ser humano, sem comprometer a dignidade ou criar desigualdades. Ao defender a dignidade intrínseca de cada pessoa, a Igreja pode ajudar a orientar o desenvolvimento tecnológico de forma que beneficie toda a humanidade, especialmente os mais vulneráveis.

A visão católica oferece uma orientação ética valiosa, enfatizando a dignidade humana e os limites necessários para garantir que o progresso tecnológico sirva ao bem comum sem comprometer a essência da condição do ser humano, imagem de Deus.

Jundiaì, 31 Août 2025

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La contrainte pour faire le bien: La conversion de Jean Valjean en raison de l'évêque de Digne dans "Les Misérables" – La conversion de Jean Valjean à cause de l'évêque de Digne dans l'œuvre “Les Miserables” – L'embarras de faire le bien: La conversion de Jean Valjean à cause de l'évêque de Digne en "les misérables"

(texte original en portugais / texte anglais après l'original portugais)

 

La contrainte pour faire le bien: La conversion de Jean Valjean en raison de l'évêque de Digne en “LES MISÉRABLES

La question est: Quoi croire? Dans la doctrine? Dans la Bible? Dans la liturgie? Oui, ma soprattutto che Dio ci ama

— Riflessioni pastorali —

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La letteratura affronta frequentemente il tema della redenzione e della trasformazione morale dei suoi personaggi. Un esempio lampante è l’operaI Miserabili” (1862), Victor Hugo, in cui la conversione del protagonista Jean Valjean è innescata dall’atto di gentilezza e generosità del vescovo di Digne.

Valjean è presentato inizialmente come un ex detenuto ce, dopo aver scontato una lunga pena per aver rubato il pane per sfamare la sua famiglia, deve affrontare il rifiuto e l’emarginazione dalla società. Questo ambiente ostile lo porta ad adottare una posizione indurita nei confronti dell’umanità.

In un momento cruciale della narrazione, Valjean ruba le posate d’argento al vescovo Myriel. Questa scena segna una svolta nella vita di Valjean. Nonostante la rapina, quando Valjean viene catturato e riportato dalla polizia alla casa vescovile, il vescovo Myriel mostra una compassione e una misericordia straordinarie. Dice alla polizia che le posate d’argento erano un regalo fatto a Valjean, e gli regala anche due candelieri d’argento, aumentando la generosità del “dono”. Questo atto di gentilezza ha un profondo impatto su Valjean, influenzando le sue azioni per il resto della sua vita.

La reazione di Valjean alla gentilezza del vescovo rivela un’ambivalenza interna. D'un côté, si sente in imbarazzo e si vergogna della sua condotta precedente, riconoscendo la discrepanza tra le sue azioni e l’esempio di amore e di misericordia del vescovo. D'autre part, questa esperienza risveglia in lui un autentico desiderio di cambiamento e un desiderio di contraccambiare il bene ricevuto.

Da quel momento in poi, Valjean si impegna a diventare una persona migliore e a fare del bene agli altri. Inizia il suo viaggio di riscatto a Montreuil-sur-Mer, una piccola città dove fonda una fabbrica e implementa pratiche di lavoro innovative ed eque. La sua amministrazione non solo rivitalizza l’economia locale, ma migliora anche significativamente le condizioni di vita dei lavoratori. La sua reputazione di uomo giusto e caritatevole cresce e alla fine viene eletto sindaco della città.

La trasformazione di Valjean non si limita al successo aziendale e allo status sociale. Internamente, si dedica a vivere una vita di sacrificio e servizio agli altri, onorando la sua promessa al vescovo Myriel. Interviene in diverse situazioni per aiutare le persone in difficoltà, spesso mettendo a rischio la propria incolumità. Un esempio notevole è la sua interazione con Fantine, un’operaia caduta in disgrazia nella sua fabbrica. Dopo aver scoperto la situazione disperata di Fantine e di sua figlia Cosette, Valjean si impegna a prendersi cura della ragazza, promessa che mantiene con grande dedizione e amore.

Il parallelo tra l’esperienza di Valjean e il concetto di costrizione a fare del bene rivela una profonda riflessione sulla natura umana e sulla possibilità di redenzione. Presentando un personaggio che trova ispirazione e motivazione per diventare una persona migliore attraverso un atto di generosità, Victor Hugo sottolinea l’importanza dell’amore e del perdono nella trasformazione spirituale e morale.

Il racconto di Jean Valjean ne I Miserabili ci porta a riflettere sulla capacità dell’essere umano di riscattarsi e di cambiare il proprio percorso di vita. Attraverso il parallelo con il concetto di costrizione a fare il bene, ci rendiamo conto che l’esperienza di ricevere generosità e perdono incondizionato può innescare una profonda trasformazione. Come Valjean, ci confrontiamo con l’ambivalenza interna tra le nostre azioni passate e l’aspirazione a diventare esseri umani migliori e, encore plus, saint.

Come Valjean si è sentito costretto dall’atto di bontà del Vescovo di Digne, anche l’amore di Cristo vincola noi (cfr 2Cor 5,14). Il sacrificio supremo di Gesù sulla croce rivela l’amore incondizionato di Dio per l’umanità e l’estensione di quell’amore a tutti gli individui, indipendentemente dalla loro condizione o dai peccati passati. Questo amore ci vincola perché ci mette di fronte alla nostra stessa imperfezione e peccaminosità, portandoci a riconoscere il nostro bisogno di redenzione.

Ciò si traduce in una reale comprensione di cosa sia la santità, non semplicemente come atti morali, che è importante, ma come conseguenza del sentirsi amati da Dio. Il santo, donc, è colui che comprende la sua miseria e si lascia profondamente condizionare dall’amore di Dio per noi in Gesù Cristo sulla croce, in modo tale da cambiare il corso della sua vita spirituale e morale:

«E morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che per loro è morto ed è risorto» (2 Cor 5,15); «Dio infatti ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna» (Gv 3, 16).

La question est: Quoi croire? Dans la doctrine? Dans la Bible? Dans la liturgie? Oui, ma soprattutto che Dio ci ama:

«All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, mais la rencontre avec un événement, avec une personne, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Nel suo Vangelo Giovanni aveva espresso quest’avvenimento con le seguenti “parole: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in luiabbia la vita eterna” (3, 16). Con la centralità dell’amore, la fede cristiana ha accolto quello che era il nucleo della fede d’Israele e al contempo ha dato a questo nucleo una nuova profondità e ampiezza. L’Israelita credente, en fait, prega ogni giorno con le parole del Libro del Deuteronomio, nelle quali egli sa che è racchiuso il centro della sua esistenza: “Ascolta, Israël: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (6, 4-5). Gesù ha unito, facendone un unico precetto, il comandamento dell’amore di Dio con quello dell’amore del prossimo, contenuto nel Libro del Levitico: "Tu aimeras ton prochain comme toi-même" (19, 18; cfr Mc 12, 29-31). Siccome Dio ci ha amati per primo (cf. 1 Gv 4, 10), l’amore adesso non è più solo un “comandamento”, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro» (Le pape Benoît XVI Lettera Enciclica Deus Caritas Est, n.1).

Jundiaì, 3 mars 2025

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THE CONVERSION OF JEAN VALJEAN BECAUSE OF THE BISHOP OF DIGNE IN THE WORKLES MISERABLES

The question is: what to believe in? In doctrine? In the Bible? In the liturgy? Oui, but above all that God loves us.

— pastoral reflections —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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Literature frequently addresses the theme of redemption and the moral transformation of its characters. A striking example is Victor Hugo’sLes Misérables” (1862), in which the conversion of the protagonist Jean Valjean is triggered by the act of kindness and generosity of the Bishop of Digne.

Valjean is initially presented as a former convict OMS, after serving a long sentence for stealing bread to feed his family, must face rejection and marginalization from society. This hostile environment leads him to adopt a hardened position towards humanity.

At a crucial moment in the narrative, Valjean steals the silverware from Bishop Myriel. This scene marks a turning point in Valjean’s life. Despite the robbery, when Valjean is captured and brought back to the bishop’s house by the police, Bishop Myriel displays extraordinary compassion and mercy. He tells the police that the silverware was a gift to Valjean, and also gives him two silver candlesticks, increasing the generosity of thegift.This act of kindness has a profound impact on Valjean, influencing his actions for the rest of his life.

Valjean’s reaction to the bishop’s kindness reveals an internal ambivalence. On the one hand, he feels embarrassed and ashamed of his previous conduct, recognizing the discrepancy between his actions and the bishop’s example of love and mercy. D'autre part, this experience awakens in him a genuine desire for change and a desire to reciprocate the good received.

From that moment on, Valjean is committed to becoming a better person and doing good for others. He begins his journey of redemption in Montreuil-sur-Mer, a small town where he establishes a factory and implements innovative and fair labor practices. His administration not only revitalizes the local economy, but also significantly improves the living conditions of the workers. His reputation as a just and charitable man grows, and he is eventually elected mayor of the town.

Valjean’s transformation is not limited to business success and social status. Internally, he dedicates himself to living a life of sacrifice and service to others, honoring his promise to Bishop Myriel. He intervenes in various situations to help those in need, often risking his own safety. A notable example is his interaction with Fantine, a disgraced worker in his factory. After discovering the desperate situation of Fantine and her daughter Cosette, Valjean pledges to care for the girl, a promise he keeps with great dedication and love.

The parallel between Valjean’s experience and the concept of being forced to do good reveals a profound reflection on human nature and the possibility of redemption. By presenting a character who finds inspiration and motivation to become a better person through an act of generosity, Victor Hugo highlights the importance of love and forgiveness in spiritual and moral transformation.

The story of Jean Valjean inLes Misérables leads us to reflect on the ability of human beings to redeem themselves and change their life path. Through the parallel with the concept of being forced to do good, we realize that the experience of receiving generosity and unconditional forgiveness can trigger a profound transformation. Like Valjean, we are confronted with the internal ambivalence between our past actions and the aspiration to become better and, even more, saintly human beings.

Just as Valjean felt bound by the act of kindness of the Bishop of Digne, the love of Christ also binds us (cf. 2 Cor 5:14). The supreme sacrifice of Jesus on the cross reveals God’s unconditional love for humanity and the extension of that love to all individuals, regardless of their condition or past sins. This love binds us because it confronts us with our own imperfection and sinfulness, leading us to recognize our need for redemption.

This translates into a real understanding of what holiness is, not simply as moral acts, which is important, but as a consequence of feeling loved by God. The saint, donc, is one who understands his misery and allows himself to be profoundly conditioned by God’s love for us in Jesus Christ on the cross, so as to change the course of his spiritual and moral life:

«and that He died for all, that those who live should not henceforth live unto themselves, but unto Him who died for them and rose again» (2Cor 5,15) «For God so loved the world that He gave His only begotten Son, that whosoever believeth in Him should not perish, but have everlasting life» (JN 3, 16).

The question is: what to believe in? In doctrine? In the Bible? In the liturgy? Oui, but above all that God loves us:

«We have come to believe in God’s love: in these words the Christian can express the fundamental decision of his life. Being Christian is not the result of an ethical choice or a lofty idea, but the encounter with an event, a person, which gives life a new horizon and a decisive direction. Saint John’s Gospel describes that event in these words: “God so loved the world that he gave his only Son, that whoever believes in him shouldhave eternal life” (3:16). In acknowledging the centrality of love, Christian faith has retained the core of Israel’s faith, while at the same time giving it new depth and breadth. The pious Jew prayed daily the words of the Book of Deuteronomy which expressed the heart of his existence: “Hear, O Israel: the Lord our God is one Lord, and you shall love the Lord your God with all your heart, and with all your soul and with all your might” (6:4-5). Jesus united into a single precept this commandment of love for God and the commandment of love for neighbour found in the Book of Leviticus: “You shall love your neighbour as yourself” (19:18; cf. Mk 12:29-31). Since God has first loved us (cf. 1 JN 4:10), love is now no longer a mere “command”; it is the response to the gift of love with which God draws near to us» (Benoît XVI, Deus Caritas est, 1).

Jundiaì, 3 mars 2025

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O CONSTRANGIMENTO PARA FAZER O BEM: A CONVERSÃO DE JEAN VALJEAN POR CAUSA DO BISPO DE DIGNE EMOS MISERÁVEIS

A pergunta é crer no quê? Na doutrina? Na Bíblia? Na Liturgia? Sim, mas acima de tudo que Deus nos ama.

— Reflexões pastorais —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

 

A literatura frequentemente aborda a temática da redenção e da transformação moral de seus personagens. Um exemplo marcante é a obraOs Miseráveis” (1862), de Victor Hugo, em que a conversão do protagonista Jean Valjean é desencadeada pelo ato de bondade e generosidade do Bispo de Digne.

Valjean é inicialmente apresentado como um ex-presidiário que, após cumprir uma longa pena por roubar um pão para alimentar sua família, enfrenta a rejeição e a marginalização da sociedade. Esse ambiente hostil o leva a adotar uma postura endurecida em relação à humanidade.

No momento crucial da narrativa, Valjean rouba talheres de prata do Bispo Myriel. Esta cena marca um ponto de virada na vida de Valjean. Apesar do roubo, quando Valjean é capturado e levado de volta à casa do bispo pela polícia, o Bispo Myriel demonstra uma extraordinária compaixão e misericórdia. Ele diz à polícia que os talheres de prata foi um presente dado a Valjean, e ainda dá a ele dois castiçais de prata, aumentando a generosidade do “cadeau”. Este ato de bondade tem um impacto profundo em Valjean, influenciando suas ações pelo resto de sua vida.

A reação de Valjean diante da bondade do Bispo revela uma ambivalência interna. Por um lado, ele se sente constrangido e envergonhado por sua conduta anterior, reconhecendo a discrepância entre suas ações e o exemplo de amor e misericórdia do Bispo. Por outro lado, essa experiência desperta nele um desejo genuíno de mudança e uma vontade de retribuir o bem recebido.

A partir desse momento, Valjean se empenha em se tornar uma pessoa melhor e fazer o bem aos outros. Ele inicia sua jornada de redenção em Montreuil-sur-Mer, uma pequena cidade onde ele estabelece uma fábrica e implementa práticas de trabalho inovadoras e justas. Sua administração não só revitaliza a economia local, mas também melhora significativamente as condições de vida dos trabalhadores. Sua reputação como um homem justo e caridoso cresce, e ele é eventualmente eleito prefeito da cidade.

A transformação de Valjean não se limita ao sucesso empresarial e ao status social. Internamente, ele se dedica a viver uma vida de sacrifício e serviço aos outros, honrando sua promessa ao Bispo Myriel. Ele intervém em várias situações para ajudar pessoas em dificuldade, muitas vezes colocando sua própria segurança em risco. Um exemplo notável é sua interação com Fantine, uma trabalhadora de sua fábrica que caiu em desgraça. Ao descobrir a situação desesperadora de Fantine e sua filha, Cosette, Valjean se compromete a cuidar da menina, uma promessa que ele cumpre com grande dedicação e amor.

O paralelo entre a experiência de Valjean e o conceito do constrangimento para fazer o bem revela uma reflexão profunda sobre a natureza humana e a possibilidade de redenção. Ao apresentar um personagem que encontra a inspiração e a motivação para se tornar uma pessoa melhor através de um ato de generosidade, Victor Hugo ressalta a importância do amor e do perdão na transformação espiritual e moral.

A história de Jean Valjean emOs Miseráveis nos leva a refletir sobre a capacidade do ser humano de se redimir e mudar sua trajetória de vida. Através do paralelo com o conceito do constrangimento para fazer o bem, percebemos que a experiência de receber generosidade e perdão incondicional pode desencadear uma profunda transformação. Assim como Valjean, somos confrontados com a ambivalência interna entre nossas ações passadas e a aspiração de nos tornarmos melhores seres humanos e, mais ainda, santos.

Assim como Valjean sentiu-se constrangido pelo ato de bondade do Bispo de Digne, o amor de Cristo também nos constrange (cf. 2Cor 5,14). O sacrifício supremo de Jesus na cruz revela o amor incondicional de Deus pela humanidade e a extensão desse amor a todos os indivíduos, independentemente de sua condição ou pecados passados. Esse amor nos constrange porque nos confronta com a nossa própria imperfeição e pecaminosidade, levando-nos a reconhecer nossa necessidade de redenção.

Disso resulta na real compreensão do que é santidade, não meramente como atos morais, que é importante, mas como consequência, do sentir-se amado por Deus. O santo, pois, é aquele que entende a sua miséria e se vê profundamente constrangido pelo amor de Deus por nós em Jesus Cristo na cruz, de forma que, muda o rumo de sua vida espiritual e moral:

«Disso resulta na real compreensão do que é santidade, não meramente como atos morais, que é importante, mas como consequência, do sentir-se amado por Deus. O santo, pois, é aquele que entende a sua miséria e se vê profundamente constrangido pelo amor de Deus por nós em Jesus Cristo na cruz, de forma que, muda o rumo de sua vida espiritual e moral: “E ele morreu por todos, para que os que vivem não vivam mais para si mesmos, mas para aquele que por eles morreu e ressuscitou”(2Cor 5,15); ou ainda: “Com efeito, de tal modo Deus amou o mundo, que lhe deu seu Filho único, para que todo o que nele crer não pereça, mas tenha a vida eterna”(Jo 3,16).

A pergunta é crer no quê? Na doutrina? Na Bíblia? Na Liturgia? Sim, mas acima de tudo que Deus nos ama:

«Deste modo pode o cristão exprimir a opção fundamental da sua vida. Ao início do ser cristão, não há uma decisão ética ou uma grande ideia, mas o encontro com um acontecimento, com uma Pessoa que dá à vida um novo horizonte e, desta forma, o rumo decisivo. No seu Evangelho, João tinha expressado este acontecimento com as palavras seguintes: “Deus amou de tal modo o mundo que lhe deu o seu Filho único para que todo o que n’Ele crer (…) tenha a vida eterna” (3, 16). Com a centralidade do amor, a fé cristã acolheu o núcleo da fé de Israel e, ao mesmo tempo, deu a este núcleo uma nova profundidade e amplitude. O crente israelita, de facto, reza todos os dias com as palavras do Livro do Deuteronómio, nas quais sabe que está contido o centro da sua existência: “Escuta, ó Israel! O Senhor, nosso Deus, é o único Senhor! Amarás ao Senhor, teu Deus, com todo o teu coração, com toda a tua alma e com todas as tuas forças” (6, 4-5). Jesus uniu — fazendo deles um único preceito — o mandamento do amor a Deus com o do amor ao próximo, contido noLivro do Levítico: “Amarás o teu próximo como a ti mesmo” (Jo 4, 10), agora o amor já não é apenas ummandamento”, mas é a resposta ao dom do amor com que Deus vem ao nosso encontro» (Papa Bento XVI, Carta Encíclica Deus Caritas Est, n.1).

Jundiaì, 3 Marchar 2025

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Insatisfaction perpétuelle: “Madame Bovary”, l'ère des réseaux sociaux et du caractère sacré d'à côté (italien, portugais, Anglais)

(texte original en portugais / texte anglais après l'original portugais)

 

L’INSODDISFAZIONE PERENNE: “MADAME BOVARY”,
L’ERA DEI SOCIAL NETWORK E DELLA SANTITÀ ALLA PORTA ACCANTO

je réseau social amplificano l’insoddisfazione per la vita reale presentando una realtà filtrata e abbellita, dove i momenti di gioia sono esagerati, creando una percezione distorta della vita degli altri. Questo costante confronto con vite apparentemente perfette può aumentare i sentimenti di inadeguatezza, échec, invidia e insoddisfazione.

— Riflessioni pastorali —

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L’insoddisfazione umana è una tematica senza tempo che si manifesta nella letteratura classica come nell’era dei réseaux sociaux. Nell’opera letteraria Madame Bovary (1856), Gustave Flaubert esplora l’insoddisfazione cronica di Emma Bovary per la sua vita ordinaria e la sua ricerca di un ideale romantico irraggiungibile.

L’opera cattura l’essenza della condizione umana e anticipa l’insoddisfazione moderna. Emma personifica la lotta contro la mediocrità e la ricerca di idealizzazioni romantiche, alimentate da letture che le fanno disprezzare la vita con il marito, Charles Bovary. La sua ricerca di evasione attraverso avventure amorose e lussi sconsiderati culmina nella rovina finanziaria ed emotiva, illustrando le conseguenze dell’insoddisfazione perpetuata dalle illusioni. L’esperienza di Emma riflette la condizione umana moderna, dove le idealizzazioni veicolate dai réseaux sociaux provocano un’insoddisfazione comparabile.

je réseau social amplificano l’insoddisfazione per la vita reale presentando una realtà filtrata e abbellita, dove i momenti di gioia sono esagerati, creando una percezione distorta della vita degli altri. Questo costante confronto con vite apparentemente perfette può aumentare i sentimenti di inadeguatezza, échec, invidia e insoddisfazione. Soprattutto tra i giovani, il confronto con i punti salienti rappresentati en ligne donne YouTuber e influencer porta a una bassa autostima e a sentimenti di inadeguatezza. L’esposizione continua a questi ideali irraggiungibili crea un circolo vizioso di confronto e insoddisfazione, simile a quello vissuto da Emma Bovary.

je réseau social promuovono una costante ricerca di convalida attraverso Mi piace, commenti e condivisioni, soprattutto tra i giovani. La mancanza di riconoscimento online può causare sentimenti di rifiuto ed esclusione, autolesionismo come meccanismo di sollievo temporaneo dal dolore emotivo e peggiorare le dinamiche tossiche dei réseau social. L’iperconnettività e la paura di perdersi qualcosa (FOMO: Fear of Missing Out) contribuiscono all’ansia costante. L’esposizione prolungata ad ambienti online competitivi può innescare o peggiorare la depressione, portando alla disperazione, al disinteresse per attività precedentemente piacevoli e, dans des cas extrêmes, a pensieri suicidi.

Contro l’ondata di insoddisfazione alimentata dalle illusioni, la santità nel quotidiano emerge come rimedio efficace, valorizzando le gioie semplici e genuine del quotidiano, frutti della Bontà divina. Questo concetto promuove un approccio più consapevole e grato alla realtà, concentrandosi sul presente e sulle piccole benedizioni che spesso vengono trascurate. Propone di accettare la vita così com’è, coltivando la gratitudine e la presenza invece di desiderare realtà alternative.

Le Saint-Père Francis rappelle le nous: «Mi piace vedere la santità nel popolo paziente di Dionei genitori che allevano i figli con amore, nei lavoratori, nei malati, nelle anziane consacrate che continuano a sorridere» (Gaudete et exsultate, n.7).

L’analisi dell’insoddisfazione perenne, dalla prospettiva letteraria di Madame Bovary alle manifestazioni nell’era dei réseau social, rivela una sfida costante della condizione umana: la ricerca della soddisfazione tra aspettative spesso irrealistiche. La santità della porta accanto emerge come una potente risposta a questo dilemma, offrendo un percorso verso un genuino apprezzamento della vita nelle sue forme più semplici e autentiche.

Concludo con un appello ai miei confratelli sacerdoti e alle Autorità Ecclesiastiche della Chiesa di Cristo, affinché tanti giovani non subiscano la stessa tragica sorte di Emma Bovary: svegliamoci di fronte a questa situazione!

Jundiaì, 2 janvier 2025

 

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A INSATISFAÇÃO PERENE: “MADAME BOVARY”,
A ERA DAS REDES SOCIAIS E A SANTIDADE AO PÉ DA PORTA

As redes sociais amplificam a insatisfação com a vida real ao apresentar uma realidade filtrada e embelezada, onde momentos de alegria são exagerados, criando uma percepção distorcida da vida dos outros.

— Reflexões pastorais —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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A insatisfação humana, tema atemporal, encontra expressão na literatura clássica e na era das redes sociais. Em Madame Bovary (1856), Gustave Flaubert explora a insatisfação crônica de Emma Bovary com sua vida ordinária e sua busca por um ideal romântico inatingível.

A obra captura a essência da condição humana e antecipa a insatisfação moderna. Emma personifica a luta contra a mediocridade e a busca por idealizações românticas, alimentadas por leituras que a fazem desprezar sua vida com o marido, Charles Bovary. Sua busca por escapismo através de aventuras amorosas e luxos imprudentes culmina em ruína financeira e emocional, ilustrando as consequências da insatisfação perpetuada por ilusões. A experiência de Emma reflete a condição humana moderna, onde idealizações veiculadas pelas redes sociais provocam insatisfação comparável.

As redes sociais amplificam a insatisfação com a vida real ao apresentar uma realidade filtrada e embelezada, onde momentos de alegria são exagerados, criando uma percepção distorcida da vida dos outros. Esse confronto constante com vidas aparentemente perfeitas pode aumentar sentimentos de inadequação, fracasso, inveja e insatisfação. Especialmente entre os jovens, a comparação com os altos momentos retratados en ligne por youtubers e influencers leva a baixa autoestima e sentimentos de inadequação. A exposição contínua a esses ideais inatingíveis cria um ciclo vicioso de comparação e insatisfação, semelhante ao que vivenciou Emma Bovary.

As redes sociais promovem uma busca constante por validação através de curtidas, comentários e compartilhamentos, especialmente entre jovens. A falta de reconhecimento online pode causar sentimentos de rejeição e exclusão, automutilação como mecanismo de alívio temporário da dor emocional, e agravar a dinâmica tóxica das redes sociais. A hiperconectividade e o medo de perder algo (FOMO: Fear of Missing Out) contribuem para ansiedade constante. A exposição prolongada a ambientes en ligne competitivos pode desencadear ou agravar a depressão, levando à desesperança, desinteresse em atividades antes prazerosas e, em casos extremos, pensamentos suicidas.

A correlação entre o uso excessivo das redes sociais e o aumento de transtornos mentais entre os jovens exige uma resposta multifacetada. É crucial promover a conscientização sobre os riscos associados ao uso desmedido dessas plataformas e incentivar a adoção de hábitos online saudáveis.

Contra a maré da insatisfação alimentada por ilusões, a santidade no cotidiano surge como um remédio eficaz, valorizando as alegrias simples e genuínas da vida diária, frutos da Bondade Divina. Esse conceito promove uma abordagem mais consciente e agradecida da realidade, focando no presente e nas pequenas bênçãos frequentemente ignoradas. Propõe a aceitação da vida como ela é, cultivando gratidão e presença em vez de anseios por realidades alternativas:

«Gosto de ver a santidade no povo paciente de Deusnos pais que criam seus filhos com amor, nos trabalhadores, nos doentes, nas consagradas idosas que continuam a sorrir» (Papa Francisco, Gaudete et exsultate, n.7).

A análise da insatisfação perene, desde a perspectiva literária de Madame Bovary até as manifestações na era das redes sociais, revela um desafio constante da condição humana: a busca por satisfação em meio a expectativas muitas vezes irrealistas. A santidade «ao pé da porta» surge como uma resposta poderosa a esse dilema, oferecendo um caminho para a apreciação genuína da vida em suas formas mais simples e autênticas.

Termino com um apelo aos meus irmãos sacerdotes e para as demais lideranças da Igreja, para que muitos jovens não tenham o mesmo destino trágico de Emma Bovary: Acordemos para tal situação!

Jundiaì 30 de janeiro de 2025

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PERENNIAL DISSATISFACTION: “MADAME BOVARY”, THE ERA OF SOCIAL NETWORKS AND HOLINESS AT THE DOORS

The social networks amplify dissatisfaction with real life by presenting a filtered and embellished reality, where moments of joy are exaggerated, creating a distorted perception of the lives of others.

— pastoral reflections —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

 

The human dissatisfaction is a timeless theme that manifests itself in classical literature as well as in the era of social media. In the literary work Madame Bovary (1856), Gustave Flaubert explores Emma Bovary’s chronic dissatisfaction with her ordinary life and her search for an unattainable romantic ideal.

The work captures the essence of the human condition and anticipates modern dissatisfaction. Emma personifies the struggle against mediocrity and the search for romantic idealizations, fueled by readings that make her despise life with her husband, Charles Bovary. His search for escape through romantic adventures and reckless luxuries culminates in financial and emotional ruin, illustrating the consequences of dissatisfaction perpetuated by illusions. Emma’s experience reflects the modern human condition, where the idealizations conveyed by social media cause similar dissatisfaction.

The social networks amplify dissatisfaction with real life by presenting a filtered and embellished reality, where moments of joy are exaggerated, creating a distorted perception of the lives of others. This constant comparison with seemingly perfect lives can increase feelings of inadequacy, failure, envy and dissatisfaction. Especially among young people, comparison with the highlights represented online by YouTubers and influencers leads to low self-esteem and feelings of inadequacy. Continued exposure to these unattainable ideals creates a vicious cycle of comparison and dissatisfaction, similar to that experienced by Emma Bovary.

The social networks promote a constant search for validation through likes, comments and shares, especially among young people. Lack of online recognition can cause feelings of rejection and exclusion, self-harm as a temporary relief mechanism for emotional pain, and worsen toxic social network dynamics. Hyperconnectivity and fear of missing out (FOMO: Fear of Missing Out) contribute to constant anxiety. Prolonged exposure to competitive online environments can trigger or worsen depression, leading to hopelessness, disinterest in previously enjoyable activities and, in extreme cases, suicidal thoughts.

Against the wave of dissatisfaction fueled by illusions, holiness in everyday life emerges as an effective remedy, enhancing the simple and genuine joys of everyday life, fruits of divine goodness. This concept promotes a more conscious and grateful approach to reality, focusing on the present and the small blessings that are often overlooked. He proposes accepting life as it is, cultivating gratitude and presence instead of desiring alternative realities:

«I like to see holiness in God’s patient people […] in parents who raise their children with love, in workers, in the sick , in the elderly consecrated women who continue to smile» (Holy Father Francis, Gaudete et exsultate, n.7).

The analysis of perennial dissatisfaction, from the literary perspective of “Madame Bovary” to manifestations in the era of social networks, reveals a constant challenge of the human condition: the search for satisfaction amidst often unrealistic expectations. The sanctity of the front door emerges as a powerful response to this dilemma, offering a path to a genuine appreciation of life in its simplest and most authentic forms.

I conclude with an appeal to my confreres priests and the ecclesiastics auctority of the Christ’s Church, so that many young people do not suffer the same tragic fate as Emma Bovary: let’s wake up to this situation!

Jundiaì, 2 janvier 2025

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Coïncidence des contraires. Entre utopie et fondamentalistes catholiques sexophobes

Coïncidence des contraires. TRA UTOPIA E INTEGRALISTI CATTOLICI SESSUOFOBICI Certi tristi personaggi sono capaci a criticare due omosessuali che, ou par manque de honte, ou par provocation stupide, ils s'embrassent au milieu de la rue au soleil, appuyés contre le mur d'un immeuble, ma non si curano affatto, né si scandalizzano minimamente che sulle impalcature, Al...

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