Le monstre de Frankenstein et les dangers du transhumanisme moderne – Le monstre de Frankenstein et les dangers du transhumanisme moderne – Le monstre de Frankenstein et les dangers du transhumanisme moderne

(texte original en portugais / texte anglais après l'original portugais)

 

IL MOSTRO DI FRANKENSTEIN E I PERICOLI DEL TRANSUMANESIMO MODERNO

Le implicazioni etiche di Frankenstein e del moderno transumanesimo sono profonde. À Frankenstein, la creazione della vita artificiale solleva interrogativi sulla responsabilità del creatore e sui diritti delle creature. également, il transumanesimo sfida i concetti tradizionali di identità, dignità e valore intrinseco della vita umana.

— Réflexions pastorales —

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L’opera Frankenstein di Mary Shelley, Publié dans 1818, racconta la storia di uno scienziato che sfida i limiti naturali creando la vita artificialmente, dando vita a un mostro che diventa una minaccia sia per lui che per la società.

Nel mondo contemporaneo, il transumanesimo emerge come un movimento che cerca di superare i limiti umani attraverso la tecnologia.

Il transumanesimo è un movimento filosofico e scientifico che propone l’uso della tecnologia per trasformare la condizione umana, migliorandone le capacità fisiche, intellettuali e psicologiche. Le promesse del transumanesimo includono la sconfitta delle malattie, l’aumento della longevità, l’espansione dell’intelligenza e il miglioramento delle capacità sensoriali e motorie.

I pericoli del transumanesimo sono altrettanto significativi. Le principali preoccupazioni riguardano la perdita dell’identità umana, la disuguaglianza sociale aggravata dall’accesso ineguale alle tecnologie, i rischi per la sicurezza associati alle nuove biotecnologie e le implicazioni etiche della modifica genetica degli esseri umani. Aussi, si teme l’emergere di una nuova forma di eugenetica e la creazione di un divario ancora più grande tra ricchi e poveri.

Mary Shelley, dans Frankenstein, solleva interrogativi sulle conseguenze imprevedibili della manipolazione della vita. Victor Frankenstein, creando il mostro, sfida i limiti naturali e subisce le conseguenze della sua arroganza scientifica. Il mostro, abbandonato e incompreso, diventa una forza distruttiva, riflesso della responsabilità morale ed etica che accompagna la creazione artificiale della vita.

Le preoccupazioni di Shelley sono simili ai pericoli del moderno transumanesimo, in cui la ricerca del superamento dei limiti umani può avere conseguenze indesiderate e dannose. Entrambi i contesti evidenziano il pericolo di una scienza senza confini etici e la necessità di considerare le implicazioni a lungo termine delle nostre innovazioni tecnologiche.

Le implicazioni etiche di Frankenstein e del moderno transumanesimo sono profonde. À Frankenstein, la creazione della vita artificiale solleva interrogativi sulla responsabilità del creatore e sui diritti delle creature. également, il transumanesimo sfida i concetti tradizionali di identità, dignità e valore intrinseco della vita umana.

Da un punto di vista teologico, entrambe le narrazioni mettono in discussione la posizione dell’essere umano come co-creatore insieme a Dio. La visione cattolica sostiene che la vita umana è sacra e che esistono limiti etici all’intervento tecnologico sulla natura umana. Modificare geneticamente gli esseri umani o creare vita artificiale può essere visto come un tentativo di usurpare il ruolo di Dio, mettendo a rischio la dignità umana e l’ordine morale stabilito.

Gli esseri umani sono creati a immagine e somiglianza di Dio (cf.. gn 1,27), il che conferisce a ogni persona un’intrinseca dignità. Modificare geneticamente gli esseri umani o creare vita artificiale può essere visto come un tentativo di usurpare il ruolo di Dio, mettendo a repentaglio la dignità di Dio e l’ordine morale da Lui stabilito. Aussi, psaume 139:13-14 sottolinea l’intima e divina partecipazione di Dio nella creazione della vita umana:

«Tu hai creato le mie reni, mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo, merveilleux; meravigliose sono le tue opere!».

Questi testi biblici sostengono la tesi secondo cui l’intervento umano nella creazione deve rispettare i limiti stabiliti da Dio, preservando la sacralità e l’integrità della vita.

La visione cattolica può dare un contributo significativo al dibattito sui limiti della tecnologia e della dignità umana, sottolineando la sacralità della vita e l’importanza di un’etica basata sulla dignità umana. La Chiesa cattolica sostiene un approccio prudente ed etico alla scienza e alla tecnologia, nel rispetto dei limiti naturali e dell’integrità della persona umana. Il documento vaticano Dignitas Personae rafforza questa posizione affermando che «l’essere umano deve essere rispettato e trattato come persona fin dal concepimento” (cf.. n. 4) e che «la scienza e la tecnologia devono essere ordinate al bene della persona umana e alla sua integrità» (cf.. n. 3). Questo documento sottolinea che qualsiasi progresso scientifico deve essere valutato alla luce del rispetto della dignità umana, evitando pratiche che manchino di rispetto alla vita o che possano portare a un’eccessiva manipolazione della condizione umana.

La prospettiva cattolica può offrire un necessario equilibrio tra innovazione e responsabilità, promuovendo l’uso della tecnologia per il bene comune e lo sviluppo integrale dell’essere umano, senza compromettere la dignità o creare disuguaglianze. Difendendo la dignità intrinseca di ogni persona, la Chiesa può contribuire a orientare lo sviluppo tecnologico in modi che vadano a beneficio di tutta l’umanità, specialmente dei più vulnerabili.

La visione cattolica offre una preziosa guida etica, sottolineando la dignità umana e i limiti necessari per garantire che il progresso tecnologico serva il bene comune senza compromettere l’essenza della condizione umana, l’immagine di Dio.

Jundiaì, 31 août 2025

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FRANKENSTEIN’S MONSTER AND THE DANGERS OF MODERN TRANSHUMANISM

The ethical implications of Frankenstein and modern transhumanism are profound. À Frankenstein, the creation of artificial life raises questions about the creator’s responsibility and the rights of creatures. Likewise, transhumanism challenges traditional concepts of identity, dignity, and the intrinsic value of human life.

— réflexions pastorales —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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Mary Shelley’sFrankenstein”, published in 1818, tells the story of a scientist who challenges natural limits by creating life artificially; creating a monster that becomes a threat to both himself and society.

In the contemporary world, transhumanism emerges as a movement that seeks to overcome human limitations through technology.

Transhumanism is a philosophical and scientific movement that proposes the use of technology to transform the human condition by enhancing physical, intellectual, and psychological capabilities. The promises of transhumanism include the eradication of disease, increased longevity, increased intelligence, and improved sensory and motor skills.

The dangers of transhumanism are equally significant. The main concerns include the loss of human identity, social inequality exacerbated by unequal access to technology, the security risks associated with new biotechnologies, and the ethical implications of genetic modification of humans. Furthermore, there are fears of the emergence of a new form of eugenics and the creation of an even greater gap between rich and poor.

Mary Shelley, in Frankenstein, raises questions about the unpredictable consequences of the manipulation of life. Victor Frankenstein, in creating the monster, challenges natural limits and suffers the consequences of his scientific arrogance. The monster, abandoned and misunderstood, becomes a destructive force, reflecting the moral and ethical responsibility that accompanies the artificial creation of life.

Shelley’s concerns are similar to the dangers of modern transhumanism, in which the pursuit of transcending human limitations can have unintended and harmful consequences. Both contexts highlight the danger of a science without ethical boundaries and the need to consider the long-term implications of our technological innovations.

The ethical implications of Frankenstein and modern transhumanism are profound. À Frankenstein, the creation of artificial life raises questions about the creator’s responsibility and the rights of creatures. Likewise, transhumanism challenges traditional concepts of identity, dignity, and the intrinsic value of human life.

Théologiquement, both narratives question the position of the human being as a co-creator with God. The Catholic view holds that human life is sacred and that there are ethical limits to technological intervention in human nature. Genetically modifying humans or creating artificial life can be seen as an attempt to usurp God’s role, jeopardizing human dignity and the established moral order.

Humans are created in the image and likeness of God (cf. Gén 1:27), which gives each person an intrinsic dignity. Genetically modifying humans or creating artificial life can be seen as an attempt to usurp God’s role, jeopardizing God’s dignity and the moral order He established. Furthermore, Psaume 139:13-14 emphasizes God’s intimate and divine participation in the creation of human life:

«For it was you who formed my inward parts; you knit me together in my mother’s womb. I praise you, for I am fearfully and wonderfully made. Wonderful are your works; that I know very well».

These biblical texts support the thesis that human intervention in creation must respect the limits established by God, preserving the sacredness and integrity of life.

The catholic vision can make a significant contribution to the debate on the limits of technology and human dignity by emphasizing the sacredness of life and the importance of an ethic based on human dignity. The Catholic Church advocates a prudent and ethical approach to science and technology, respecting natural limits and the integrity of the human person. The Vatican document Dignitas Personae reinforces this position by stating that «the human being must be respected and treated as a person from conception» (non. 4) and that «science and technology must be ordered to the good of the human person and to his or her integrity» (non. 3). This document emphasizes that any scientific progress must be evaluated in light of respect for human dignity, avoiding practices that disrespect life or that could lead to excessive manipulation of the human condition.

The catholic perspective can offer a necessary balance between innovation and responsibility, promoting the use of technology for the common good and integral human development, without compromising dignity or creating inequalities. By defending the intrinsic dignity of every person, the Church can help guide technological development in ways that benefit all humanity, especially the most vulnerable. The catholic vision offers valuable ethical guidance, emphasizing human dignity and the necessary limits to ensure that technological progress serves the common good without compromising the essence of the human condition, the image of God.

Jundiaì, 31 août 2025

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O MONSTRO DE FRANKENSTEIN E OS PERIGOS DO TRANSUMANISMO MODERNO

As implicações éticas de Frankenstein e do transumanismo moderno são profundas. EmFrankenstein”, a criação de vida artificial levanta questões sobre a responsabilidade do criador e os direitos da criatura. Similarmente, o transumanismo desafia conceitos tradicionais de identidade, dignidade e o valor intrínseco da vida humana.

Reflexões pastorais

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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A obraFrankensteinde Mary Shelley, publicada em 1818, narra a história de um cientista que desafia os limites naturais ao criar vida artificialmente, resultando em um monstro que se torna uma ameaça tanto para ele quanto para a sociedade.

No mundo contemporâneo, o transumanismo surge como um movimento que busca superar as limitações humanas por meio da tecnologia.

O transumanismo é um movimento filosófico e científico que propõe o uso da tecnologia para transformar a condição humana, melhorando capacidades físicas, intelectuais e psicológicas. As promessas do transumanismo incluem a superação de doenças, o aumento da longevidade, a ampliação da inteligência e o aprimoramento das capacidades sensoriais e motoras.

No entanto, os perigos do transumanismo são igualmente significativos. As principais preocupações incluem a perda de identidade humana, a desigualdade social exacerbada pelo acesso desigual às tecnologias, os riscos de segurança associados a novos biotecnologias, e as implicações éticas de modificar geneticamente seres humanos. Além disso, há temores sobre o surgimento de uma nova forma de eugenia e a criação de uma divisão ainda maior entre ricos e pobres.

Mary Shelley, em Frankenstein, levanta questões sobre as consequências imprevisíveis da manipulação da vida. Victor Frankenstein, ao criar o monstro, desafia os limites naturais e sofre as consequências de sua arrogância científica. O monstro, abandonado e incompreendido, se torna uma força destrutiva, refletindo a responsabilidade moral e ética que acompanha a criação artificial da vida.

As preocupações de Shelley se assemelham aos perigos do transumanismo moderno, onde a busca pela superação das limitações humanas pode resultar em consequências não intencionais e prejudiciais. Ambos os contextos destacam o perigo de uma ciência sem limites éticos e a necessidade de considerar as implicações a longo prazo de nossas inovações tecnológicas.

As implicações éticas de Frankenstein e do transumanismo moderno são profundas. EmFrankenstein”, a criação de vida artificial levanta questões sobre a responsabilidade do criador e os direitos da criatura. Similarmente, o transumanismo desafia conceitos tradicionais de identidade, dignidade e o valor intrínseco da vida humana.

Do ponto de vista teológico, ambas as narrativas questionam a posição do ser humano como co-criador com Deus. A visão católica sustenta que a vida humana é sagrada e que há limites éticos para a intervenção tecnológica na natureza humana. Modificar geneticamente humanos ou criar vida artificial pode ser visto como uma tentativa de usurpar o papel de Deus, colocando em risco a dignidade humana e a ordem moral estabelecida.

A Bíblia afirma que o ser humano é criado à imagem e semelhança de Deus (cf. gn 1,27), conferindo uma dignidade intrínseca a cada pessoa. Modificar geneticamente humanos ou criar vida artificial pode ser visto como uma tentativa de usurpar o papel de Deus, colocando em risco essa dignidade e a ordem moral estabelecida por Ele. Além disso, o Salmo 139,13-14 destaca a íntima e divina participação de Deus na criação da vida humana:

«Tu criaste o íntimo do meu ser e me teceste no ventre de minha mãe. Eu te louvo porque me fizeste de modo especial e admirável; tuas obras são maravilhosas!».

Esses textos bíblicos fundamentam a visão de que a intervenção humana na criação deve respeitar os limites estabelecidos por Deus, preservando a sacralidade e a integridade da vida.

A visão católica pode contribuir significativamente para a discussão sobre os limites da tecnologia e a dignidade humana ao enfatizar a sacralidade da vida e a importância de uma ética baseada na dignidade humana. A Igreja Católica advoga por uma abordagem prudente e ética à ciência e tecnologia, respeitando os limites naturais e a integridade da pessoa humana. O documento Dignitas Personae (Dignidade da Pessoa) do Vaticano reforça essa posição ao afirmar que «o ser humano deve ser respeitado e tratado como uma pessoa desde o momento da concepção» (n. 4) e que «a ciência e a tecnologia devem ser ordenadas ao bem da pessoa humana e à sua integralidade» (n. 3). Esse documento destaca que qualquer avanço científico deve ser avaliado à luz do respeito à dignidade humana, evitando práticas que desrespeitem a vida ou que possam levar a uma manipulação excessiva da condição humana.

A perspectiva católica pode oferecer um equilíbrio necessáriO entre inovação e responsabilidade, promovendo o uso da tecnologia para o bem comum e o desenvolvimento integral do ser humano, sem comprometer a dignidade ou criar desigualdades. Ao defender a dignidade intrínseca de cada pessoa, a Igreja pode ajudar a orientar o desenvolvimento tecnológico de forma que beneficie toda a humanidade, especialmente os mais vulneráveis.

A visão católica oferece uma orientação ética valiosa, enfatizando a dignidade humana e os limites necessários para garantir que o progresso tecnológico sirva ao bem comum sem comprometer a essência da condição do ser humano, imagem de Deus.

Jundiaì, 31 Août 2025

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La contrainte pour faire le bien: La conversion de Jean Valjean en raison de l'évêque de Digne dans "Les Misérables" – La conversion de Jean Valjean à cause de l'évêque de Digne dans l'œuvre “Les Miserables” – L'embarras de faire le bien: La conversion de Jean Valjean à cause de l'évêque de Digne en "les misérables"

(texte original en portugais / texte anglais après l'original portugais)

 

La contrainte pour faire le bien: La conversion de Jean Valjean en raison de l'évêque de Digne en “LES MISÉRABLES

La question est: Quoi croire? Dans la doctrine? Dans la Bible? Dans la liturgie? Oui, mais surtout que Dieu nous aime

— Réflexions pastorales —

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La littérature aborde fréquemment le thème de la rédemption et la transformation morale de ses personnages. Un exemple clair est l'opéra “Les Misérables” (1862), Victor Hugo, dans lequel la conversion du protagoniste Jean Valjean est déclenchée par l'acte de gentillesse et de générosité de l'évêque de Digne.

Valjean est d'abord présenté comme un ex-détenu ce, après avoir purgé une longue peine pour avoir volé du pain pour nourrir sa famille, fait face au rejet et à la marginalisation de la société. Cet environnement hostile l'amène à adopter une position durcie envers l'humanité..

À un moment crucial du récit, Valjean vole les couverts en argent à Mgr Myriel. Cette scène marque un tournant dans la vie de Valjean. Malgré le vol, quand Valjean est capturé et ramené par la police à l'évêché, Mgr Myriel fait preuve d'une compassion et d'une miséricorde extraordinaires. Il raconte à la police que les couverts en argent étaient un cadeau offert à Valjean, et lui donne aussi deux chandeliers en argent, accroître la générosité de “dono”. Cet acte de gentillesse a un impact profond sur Valjean, influencer ses actions pour le reste de sa vie.

La réaction de Valjean face à la gentillesse de l'évêque révèle une ambivalence interne. D'un côté, il se sent gêné et honteux de sa conduite antérieure, reconnaître la différence entre ses actions et l'exemple d'amour et de miséricorde de l'évêque. D'autre part, cette expérience éveille en lui un authentique désir de changement et un désir de rendre la pareille au bien reçu.

Dès lors, Valjean s'efforce de devenir une meilleure personne et de faire du bien aux autres. Il commence son voyage de rédemption à Montreuil-sur-Mer, une petite ville où il établit une usine et met en œuvre des pratiques de travail innovantes et équitables. Son administration ne se contente pas de revitaliser l'économie locale, mais cela améliore aussi significativement les conditions de vie des travailleurs. Sa réputation d'homme juste et charitable grandit et il est finalement élu maire de la ville..

La transformation de Valjean ne se limite pas à la réussite commerciale et statut social. Intérieurement, il se consacre à vivre une vie de sacrifice et de service aux autres, honorant sa promesse faite à Mgr Myriel. Il intervient dans diverses situations pour aider les personnes en difficulté, mettant souvent leur propre sécurité en danger. Un exemple notable est son interaction avec Fantine, une ouvrière en disgrâce dans son usine. Après avoir découvert la situation désespérée de Fantine et de sa fille Cosette, Valjean accepte de s'occuper de la fille, promesse qu'il tient avec beaucoup de dévouement et d'amour.

Le parallèle entre l'expérience de Valjean et la notion de contrainte à faire le bien révèle une réflexion profonde sur la nature humaine et la possibilité de rédemption. Mettant en vedette un personnage qui trouve l'inspiration et la motivation pour devenir une meilleure personne grâce à un acte de générosité., Victor Hugo souligne l'importance de l'amour et du pardon dans la transformation spirituelle et morale.

Le conte de Jean Valjean ne Les Misérables nous amène à réfléchir sur la capacité de l'être humain à se racheter et à changer son chemin de vie. Par le parallèle avec la notion de contrainte à faire le bien, nous réalisons que l'expérience de recevoir la générosité et le pardon inconditionnel peut déclencher une transformation profonde. Viens Valjean, nous sommes confrontés à l'ambivalence interne entre nos actions passées et l'aspiration à devenir de meilleurs êtres humains et, encore plus, saint.

Comment Valjean s'est senti contraint par l'acte de gentillesse de l'évêque de Digne, l'amour du Christ nous lie aussi (cfr 2Cor 5,14). Le sacrifice suprême de Jésus sur la croix révèle l'amour inconditionnel de Dieu pour l'humanité et l'extension de cet amour à tous les individus., quelle que soit leur condition ou leurs péchés passés. Cet amour nous lie parce qu'il nous confronte à notre propre imperfection et à notre péché., nous amène à reconnaître notre besoin de rédemption.

Cela se traduit par une réelle compréhension de ce qu'est la sainteté., pas simplement comme des actes moraux, ce qui est important, mais comme conséquence du sentiment d'être aimé par Dieu. Le saint, donc, c'est celui qui comprend sa misère et se laisse profondément influencer par l'amour de Dieu pour nous en Jésus-Christ sur la croix, de manière à changer le cours de sa vie spirituelle et morale:

"Et il est mort pour tout le monde, pour que ceux qui vivent ne vivent plus pour eux, mais pour Celui qui est mort et ressuscité pour eux" (2 Cor 5,15); «Car Dieu a tellement aimé le monde qu'il a donné son Fils unique, pour que celui qui croit en lui ne périsse pas, mais ayez la vie éternelle" (Gv 3, 16).

La question est: Quoi croire? Dans la doctrine? Dans la Bible? Dans la liturgie? Oui, mais surtout que Dieu nous aime:

«Au début d'être chrétien, il n'y a pas de décision éthique ni de grande idée, mais la rencontre avec un événement, avec une personne, qui donne à la vie un nouvel horizon et avec lui la direction décisive. Dans son Évangile, Jean avait exprimé cet événement de la manière suivante “parole: "Dieu a tellement aimé le monde qu'il a donné son Fils unique, parce que tout le monde croit en lui … avoir la vie éternelle" (3, 16). Avec la centralité de l'amour, la foi chrétienne a accueilli ce qui était le noyau de la foi d'Israël et en même temps a donné à ce noyau une nouvelle profondeur et une nouvelle ampleur. L'Israélite croyant, en fait, priez chaque jour avec les paroles du livre du Deutéronome, dans lequel il sait que le centre de son existence est contenu: "Écouter, Israël: le Seigneur est notre Dieu, le Seigneur n'est qu'un. Tu aimeras le Seigneur ton Dieu de tout ton cœur, de toute mon âme et de toutes mes forces" (6, 4-5). Jésus uni, en faire un seul précepte, le commandement de l'amour de Dieu avec celui de l'amour du prochain, contenu dans le livre du Lévitique: "Tu aimeras ton prochain comme toi-même" (19, 18; cfr Mc 12, 29-31). Puisque Dieu nous a aimés en premier (cf. 1 Gv 4, 10), l'amour n'est plus seulement un "commandement", mais c'est la réponse au don de l'amour, avec lequel Dieu vient à notre rencontre" (Le pape Benoît XVI Lettera Enciclica l'amour de, n.1).

Jundiaì, 3 mars 2025

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LA CONVERSION DE JEAN VALJEAN À CAUSE DE L'ÉVÊQUE DE DIGNE DANS L'ŒUVRE “LES MISERABLES

La question est: en quoi croire? En doctrine? Dans la Bible? Dans la liturgie? Oui, mais surtout que Dieu nous aime.

— réflexions pastorales —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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La littérature aborde fréquemment le thème de la rédemption et la transformation morale de ses personnages. Un exemple frappant est celui de Victor Hugo. “Les Misérables” (1862), dans lequel la conversion du protagoniste Jean Valjean est déclenchée par l'acte de gentillesse et de générosité de l'évêque de Digne.

Valjean est d'abord présenté comme un ancien bagnard OMS, après avoir purgé une longue peine pour avoir volé du pain pour nourrir sa famille, doit faire face au rejet et à la marginalisation de la société. Cet environnement hostile l'amène à adopter une position durcie envers l'humanité..

À un moment crucial du récit, Valjean vole l'argenterie à Mgr Myriel. Cette scène marque un tournant dans la vie de Valjean. Malgré le vol, quand Valjean est capturé et ramené à l'évêché par la police, Mgr Myriel fait preuve d'une compassion et d'une miséricorde extraordinaires. Il dit à la police que l'argenterie était un cadeau à Valjean, et lui donne aussi deux chandeliers en argent, accroître la générosité des “cadeau.” Cet acte de gentillesse a un impact profond sur Valjean, influencer ses actions pour le reste de sa vie.

La réaction de Valjean face à la gentillesse de l’évêque révèle une ambivalence interne. D'une part, il se sent gêné et honteux de sa conduite antérieure, reconnaître la différence entre ses actions et l’exemple d’amour et de miséricorde de l’évêque. D'autre part, cette expérience éveille en lui un véritable désir de changement et un désir de rendre la pareille au bien reçu.

Dès lors, Valjean s'engage à devenir une meilleure personne et à faire du bien aux autres. Il commence son voyage de rédemption à Montreuil-sur-Mer, une petite ville où il établit une usine et met en œuvre des pratiques de travail innovantes et équitables. Son administration ne se contente pas de revitaliser l'économie locale, mais améliore également considérablement les conditions de vie des travailleurs. Sa réputation d'homme juste et charitable grandit, et il est finalement élu maire de la ville.

La transformation de Valjean ne se limite pas à la réussite commerciale et au statut social. Intérieurement, il se consacre à vivre une vie de sacrifice et de service aux autres, honorant sa promesse faite à Mgr Myriel. Il intervient dans diverses situations pour aider ceux qui en ont besoin, risquant souvent sa propre sécurité. Un exemple notable est son interaction avec Fantine, un ouvrier en disgrâce dans son usine. Après avoir découvert la situation désespérée de Fantine et de sa fille Cosette, Valjean s'engage à prendre soin de la jeune fille, une promesse qu'il tient avec beaucoup de dévouement et d'amour.

Le parallèle entre l’expérience de Valjean et le concept d'être forcé de faire le bien révèle une profonde réflexion sur la nature humaine et la possibilité de rédemption. En présentant un personnage qui trouve l'inspiration et la motivation pour devenir une meilleure personne grâce à un acte de générosité, Victor Hugo souligne l'importance de l'amour et du pardon dans la transformation spirituelle et morale.

L'histoire de Jean Valjean dans “Les Misérables nous amène à réfléchir sur la capacité de l'être humain à se racheter et à changer son chemin de vie. Par le parallèle avec la notion d'être obligé de faire le bien, nous réalisons que l'expérience de recevoir la générosité et le pardon inconditionnel peut déclencher une transformation profonde. Comme Valjean, nous sommes confrontés à l'ambivalence interne entre nos actions passées et l'aspiration à devenir meilleur et, encore plus, êtres humains saints.

De même que Valjean se sentait lié par l'acte de bonté de l'évêque de Digne, l'amour du Christ nous lie aussi (cf. 2 Cor 5:14). Le sacrifice suprême de Jésus sur la croix révèle l’amour inconditionnel de Dieu pour l’humanité et l’extension de cet amour à tous les individus., quelle que soit leur condition ou leurs péchés passés. Cet amour nous lie parce qu'il nous confronte à notre propre imperfection et à notre péché., nous amène à reconnaître notre besoin de rédemption.

Cela se traduit par une réelle compréhension de ce qu'est la sainteté., pas simplement comme des actes moraux, ce qui est important, mais comme conséquence du sentiment d'être aimé par Dieu. Le saint, donc, est celui qui comprend sa misère et se laisse profondément conditionner par l’amour de Dieu pour nous en Jésus-Christ sur la croix, afin de changer le cours de sa vie spirituelle et morale:

"et qu'il est mort pour tous, que ceux qui vivent ne doivent plus vivre pour eux-mêmes, mais à Celui qui est mort pour eux et est ressuscité» (2Cor 5,15) «Car Dieu a tant aimé le monde qu'il a donné son Fils unique, afin que quiconque croit en Lui ne périsse pas, mais ayez la vie éternelle» (JN 3, 16).

La question est: en quoi croire? En doctrine? Dans la Bible? Dans la liturgie? Oui, mais surtout que Dieu nous aime:

«Nous en sommes venus à croire en l’amour de Dieu: avec ces mots, le chrétien peut exprimer la décision fondamentale de sa vie. Être chrétien n’est pas le résultat d’un choix éthique ou d’une noble idée, mais la rencontre avec un événement, une personne, qui donne à la vie un nouvel horizon et une direction décisive. L’Évangile de Saint Jean décrit cet événement en ces termes :: "Dieu a tant aimé le monde qu'il a donné son Fils unique, que quiconque croit en lui devrait … avoir la vie éternelle » (3:16). En reconnaissant la centralité de l'amour, La foi chrétienne est restée au cœur de la foi d’Israël, tout en lui donnant une nouvelle profondeur et une nouvelle ampleur. Le juif pieux priait quotidiennement les paroles du livre du Deutéronome qui exprimaient le cœur de son existence.: "Entendre, Israël: le Seigneur notre Dieu est un seul Seigneur, et tu aimeras le Seigneur ton Dieu de tout ton cœur, et de toute ton âme et de toutes tes forces » (6:4-5). Jésus a réuni en un seul précepte ce commandement de l'amour de Dieu et le commandement de l'amour du prochain trouvés dans le livre du Lévitique.: « Tu aimeras ton prochain comme toi-même » (19:18; cf. Mk 12:29-31). Depuis que Dieu nous a aimé pour la première fois (cf. 1 JN 4:10), l'amour n'est plus un simple « commandement »; c'est la réponse au don d'amour avec lequel Dieu s'approche de nous» (Benoît XVI, Dieu est amour, 1).

Jundiaì, 3 mars 2025

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LA CONTRAINTE DE FAIRE LE BIEN: LA CONVERSION DE JEAN VALJEAN EN RAISON DE L'ÉVÊQUE DE DIGNE EN “LES MISÉRABLES

La question est de savoir quoi croire? En doctrine? Dans la Bible? Sur la liturgie? Sim, Mais Dieu nous aime surtout.

— Réflexions pastorales —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

 

La littérature aborde fréquemment le thème de la rédemption et la transformation morale de ses personnages. Un exemple frappant est le travail “Les Misérables” (1862), par Victor Hugo, dans lequel la conversion du protagoniste Jean Valjean est déclenchée par l'acte de gentillesse et de générosité de l'évêque de Digne.

Valjean est d'abord présenté comme un ex-détenu quoi, après avoir purgé une longue peine pour avoir volé une miche de pain pour nourrir sa famille, fait face au rejet et à la marginalisation de la société. Cet environnement hostile l’amène à adopter une position durcie envers l’humanité..

Au moment crucial du récit, Valjean vole des couverts en argent à Mgr Myriel. Cette scène marque un tournant dans la vie de Valjean. Malgré le vol, quand Valjean est capturé et reconduit à l'évêché par la police, Mgr Myriel fait preuve d'une compassion et d'une miséricorde extraordinaires. Il raconte à la police que les couverts en argent étaient un cadeau offert à Valjean., et lui donne même deux chandeliers en argent, accroître la générosité de “cadeau”. Cet acte de gentillesse a un impact profond sur Valjean., influencer vos actions pour le reste de votre vie.

La réaction de Valjean face à la gentillesse de l'évêque révèle une ambivalence interne. D'une part, il se sent gêné et honteux de sa conduite antérieure, reconnaissant la différence entre leurs actions et l'exemple d'amour et de miséricorde de l'évêque. D'autre part, Cette expérience éveille en lui une véritable envie de changement et une envie de rendre la pareille au bien reçu..

A partir de ce moment, Valjean s'efforce de devenir une meilleure personne et de faire du bien aux autres. Il commence son voyage de rédemption à Montreuil-sur-Mer, une petite ville où il établit une usine et met en œuvre des pratiques de travail innovantes et équitables. Son administration ne se contente pas de revitaliser l'économie locale, mais améliore également significativement les conditions de vie des travailleurs. Sa réputation d'homme juste et charitable grandit, et il est finalement élu maire de la ville.

La transformation de Valjean ne se limite pas à la réussite commerciale et au statut social. Intérieurement, il se consacre à vivre une vie de sacrifice et de service aux autres, honorant sa promesse faite à Mgr Myriel. Il intervient dans diverses situations pour aider les personnes en difficulté, mettant souvent leur propre sécurité en danger. Un exemple notable est son interaction avec Fantine, un ouvrier de son usine tombé en disgrâce. En découvrant la situation désespérée de Fantine et de sa fille,, Cosette, Valjean promet de prendre soin de la fille, une promesse qu'il remplit avec beaucoup de dévouement et d'amour.

Le parallèle entre l'expérience de Valjean et le concept de contrainte à faire le bien révèle une réflexion profonde sur la nature humaine et la possibilité de rédemption. En présentant un personnage qui trouve l'inspiration et la motivation pour devenir une meilleure personne grâce à un acte de générosité, Victor Hugo souligne l'importance de l'amour et du pardon dans la transformation spirituelle et morale.

L'histoire de Jean Valjean dans “Les Misérables nous amène à réfléchir sur la capacité de l'être humain à se racheter et à changer son chemin de vie. Par le parallèle avec la notion de contrainte à faire le bien, nous réalisons que l'expérience de recevoir la générosité et le pardon inconditionnel peut déclencher une transformation profonde. Comme Valjean, nous sommes confrontés à l'ambivalence interne entre nos actions passées et l'aspiration à devenir de meilleurs êtres humains et, encore plus, saints.

De même que Valjean se sentait gêné par l'acte de bonté de l'évêque de Digne,, L'amour du Christ nous contraint également (cf. 2Cor 5,14). Le sacrifice suprême de Jésus sur la croix révèle l'amour inconditionnel de Dieu pour l'humanité et l'extension de cet amour à tous les individus., quel que soit votre état ou vos péchés passés. Cet amour nous contraint parce qu’il nous confronte à notre propre imperfection et à notre péché., nous amène à reconnaître notre besoin de rédemption.

Cela aboutit à une réelle compréhension de ce qu’est la sainteté., pas seulement en tant qu'actes moraux, ce qui est important, mais en conséquence, de se sentir aimé par Dieu. Le saint, alors, est celui qui comprend sa misère et est profondément contraint par l'amour de Dieu pour nous en Jésus-Christ sur la croix, de sorte que, change la direction de votre vie spirituelle et morale:

« Cela aboutit à une réelle compréhension de ce qu’est la sainteté., pas seulement en tant qu'actes moraux, ce qui est important, mais en conséquence, de se sentir aimé par Dieu. Le saint, alors, est celui qui comprend sa misère et est profondément contraint par l'amour de Dieu pour nous en Jésus-Christ sur la croix, de sorte que, change la direction de votre vie spirituelle et morale: "Et il est mort pour tout le monde, pour que ceux qui vivent ne vivent plus pour eux, mais à celui qui est mort pour eux et est ressuscité.(2Cor 5,15); ou même: "En vigueur, tant Dieu aimait le monde, qui lui a donné son fils unique, pour que quiconque croit en lui ne périsse pas, mais ayez la vie éternelle »(Jo 3,16).

La question est de savoir quoi croire? En doctrine? Dans la Bible? Sur la liturgie? Sim, Mais Dieu nous aime surtout:

« De cette manière, le chrétien peut exprimer le choix fondamental de sa vie. Au début d'être chrétien, il n'y a pas de décision éthique ni de grande idée, mais la rencontre avec un événement, avec une Personne qui donne à la vie un nouvel horizon et, Par ici, la direction décisive. Dans ton Évangile, John avait exprimé cet événement avec les mots suivants: “Dieu a tant aimé le monde qu'il a donné son Fils unique pour que quiconque croit en lui (…) avoir la vie éternelle” (3, 16). Avec la centralité de l'amour, la foi chrétienne embrassait le noyau de la foi d'Israël et, en même temps, a donné à ce noyau une nouvelle profondeur et une nouvelle ampleur. Le croyant israélite, de facto, priez chaque jour avec les paroles du livre du Deutéronome, dans lequel il sait que le centre de son existence est contenu: “Écoute, d'Israël! Le Seigneur, notre Dieu, est le seul Seigneur! Tu aimeras le Seigneur, ton Dieu, de tout ton coeur, de toute ton âme et de toutes tes forces” (6, 4-5). Jésus a uni — en faisant un seul précepte — le commandement de l'amour de Dieu avec celui de l'amour des autres., contenu dans le livre du Lévitique: “Tu aimeras ton prochain comme toi-même” (Jo 4, 10), maintenant l'amour n'est plus qu'un “commandement”, mais c'est la réponse au don d'amour avec lequel Dieu vient à notre rencontre» (Le pape Benoît XVI, Lettre encyclique Deus Caritas Est, n.1).

Jundiaì, 3 Partir 2025

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Insatisfaction perpétuelle: “Madame Bovary”, l'ère des réseaux sociaux et du caractère sacré d'à côté (italien, portugais, Anglais)

(texte original en portugais / texte anglais après l'original portugais)

 

L’INSODDISFAZIONE PERENNE: “MADAME BOVARY”,
L’ERA DEI SOCIAL NETWORK E DELLA SANTITÀ ALLA PORTA ACCANTO

je réseau social amplificano l’insoddisfazione per la vita reale presentando una realtà filtrata e abbellita, dove i momenti di gioia sono esagerati, creando una percezione distorta della vita degli altri. Questo costante confronto con vite apparentemente perfette può aumentare i sentimenti di inadeguatezza, échec, invidia e insoddisfazione.

— Réflexions pastorales —

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L’insoddisfazione umana è una tematica senza tempo che si manifesta nella letteratura classica come nell’era dei réseaux sociaux. Nell’opera letteraria Madame Bovary (1856), Gustave Flaubert esplora l’insoddisfazione cronica di Emma Bovary per la sua vita ordinaria e la sua ricerca di un ideale romantico irraggiungibile.

L’opera cattura l’essenza della condizione umana e anticipa l’insoddisfazione moderna. Emma personifica la lotta contro la mediocrità e la ricerca di idealizzazioni romantiche, alimentate da letture che le fanno disprezzare la vita con il marito, Charles Bovary. La sua ricerca di evasione attraverso avventure amorose e lussi sconsiderati culmina nella rovina finanziaria ed emotiva, illustrando le conseguenze dell’insoddisfazione perpetuata dalle illusioni. L’esperienza di Emma riflette la condizione umana moderna, dove le idealizzazioni veicolate dai réseaux sociaux provocano un’insoddisfazione comparabile.

je réseau social amplificano l’insoddisfazione per la vita reale presentando una realtà filtrata e abbellita, dove i momenti di gioia sono esagerati, creando una percezione distorta della vita degli altri. Questo costante confronto con vite apparentemente perfette può aumentare i sentimenti di inadeguatezza, échec, invidia e insoddisfazione. Soprattutto tra i giovani, il confronto con i punti salienti rappresentati en ligne donne YouTuber e influencer porta a una bassa autostima e a sentimenti di inadeguatezza. L’esposizione continua a questi ideali irraggiungibili crea un circolo vizioso di confronto e insoddisfazione, simile a quello vissuto da Emma Bovary.

je réseau social promuovono una costante ricerca di convalida attraverso Mi piace, commenti e condivisioni, soprattutto tra i giovani. La mancanza di riconoscimento online può causare sentimenti di rifiuto ed esclusione, autolesionismo come meccanismo di sollievo temporaneo dal dolore emotivo e peggiorare le dinamiche tossiche dei réseau social. L’iperconnettività e la paura di perdersi qualcosa (FOMO: Fear of Missing Out) contribuiscono all’ansia costante. L’esposizione prolungata ad ambienti online competitivi può innescare o peggiorare la depressione, portando alla disperazione, al disinteresse per attività precedentemente piacevoli e, dans des cas extrêmes, a pensieri suicidi.

Contro l’ondata di insoddisfazione alimentata dalle illusioni, la santità nel quotidiano emerge come rimedio efficace, valorizzando le gioie semplici e genuine del quotidiano, frutti della Bontà divina. Questo concetto promuove un approccio più consapevole e grato alla realtà, concentrandosi sul presente e sulle piccole benedizioni che spesso vengono trascurate. Propone di accettare la vita così com’è, coltivando la gratitudine e la presenza invece di desiderare realtà alternative.

Le Saint-Père Francis rappelle le nous: «Mi piace vedere la santità nel popolo paziente di Dionei genitori che allevano i figli con amore, nei lavoratori, nei malati, nelle anziane consacrate che continuano a sorridere» (Gaudete et exsultate, n.7).

L’analisi dell’insoddisfazione perenne, dalla prospettiva letteraria di Madame Bovary alle manifestazioni nell’era dei réseau social, rivela una sfida costante della condizione umana: la ricerca della soddisfazione tra aspettative spesso irrealistiche. La santità della porta accanto emerge come una potente risposta a questo dilemma, offrendo un percorso verso un genuino apprezzamento della vita nelle sue forme più semplici e autentiche.

Concludo con un appello ai miei confratelli sacerdoti e alle Autorità Ecclesiastiche della Chiesa di Cristo, affinché tanti giovani non subiscano la stessa tragica sorte di Emma Bovary: svegliamoci di fronte a questa situazione!

Jundiaì, 2 janvier 2025

 

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A INSATISFAÇÃO PERENE: “MADAME BOVARY”,
A ERA DAS REDES SOCIAIS E A SANTIDADE AO PÉ DA PORTA

As redes sociais amplificam a insatisfação com a vida real ao apresentar uma realidade filtrada e embelezada, onde momentos de alegria são exagerados, criando uma percepção distorcida da vida dos outros.

— Réflexions pastorales —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

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A insatisfação humana, tema atemporal, encontra expressão na literatura clássica e na era das redes sociais. Em Madame Bovary (1856), Gustave Flaubert explora a insatisfação crônica de Emma Bovary com sua vida ordinária e sua busca por um ideal romântico inatingível.

A obra captura a essência da condição humana e antecipa a insatisfação moderna. Emma personifica a luta contra a mediocridade e a busca por idealizações românticas, alimentadas por leituras que a fazem desprezar sua vida com o marido, Charles Bovary. Sua busca por escapismo através de aventuras amorosas e luxos imprudentes culmina em ruína financeira e emocional, ilustrando as consequências da insatisfação perpetuada por ilusões. A experiência de Emma reflete a condição humana moderna, onde idealizações veiculadas pelas redes sociais provocam insatisfação comparável.

As redes sociais amplificam a insatisfação com a vida real ao apresentar uma realidade filtrada e embelezada, onde momentos de alegria são exagerados, criando uma percepção distorcida da vida dos outros. Esse confronto constante com vidas aparentemente perfeitas pode aumentar sentimentos de inadequação, fracasso, inveja e insatisfação. Especialmente entre os jovens, a comparação com os altos momentos retratados en ligne por youtubers e influencers leva a baixa autoestima e sentimentos de inadequação. A exposição contínua a esses ideais inatingíveis cria um ciclo vicioso de comparação e insatisfação, semelhante ao que vivenciou Emma Bovary.

As redes sociais promovem uma busca constante por validação através de curtidas, comentários e compartilhamentos, especialmente entre jovens. A falta de reconhecimento online pode causar sentimentos de rejeição e exclusão, automutilação como mecanismo de alívio temporário da dor emocional, e agravar a dinâmica tóxica das redes sociais. A hiperconectividade e o medo de perder algo (FOMO: Fear of Missing Out) contribuem para ansiedade constante. A exposição prolongada a ambientes en ligne competitivos pode desencadear ou agravar a depressão, levando à desesperança, desinteresse em atividades antes prazerosas e, em casos extremos, pensamentos suicidas.

A correlação entre o uso excessivo das redes sociais e o aumento de transtornos mentais entre os jovens exige uma resposta multifacetada. É crucial promover a conscientização sobre os riscos associados ao uso desmedido dessas plataformas e incentivar a adoção de hábitos online saudáveis.

Contra a maré da insatisfação alimentada por ilusões, a santidade no cotidiano surge como um remédio eficaz, valorizando as alegrias simples e genuínas da vida diária, frutos da Bondade Divina. Esse conceito promove uma abordagem mais consciente e agradecida da realidade, focando no presente e nas pequenas bênçãos frequentemente ignoradas. Propõe a aceitação da vida como ela é, cultivando gratidão e presença em vez de anseios por realidades alternativas:

«Gosto de ver a santidade no povo paciente de Deusnos pais que criam seus filhos com amor, nos trabalhadores, nos doentes, nas consagradas idosas que continuam a sorrir» (Papa Francisco, Gaudete et exsultate, n.7).

A análise da insatisfação perene, desde a perspectiva literária de Madame Bovary até as manifestações na era das redes sociais, revela um desafio constante da condição humana: a busca por satisfação em meio a expectativas muitas vezes irrealistas. A santidade «ao pé da porta» surge como uma resposta poderosa a esse dilema, oferecendo um caminho para a apreciação genuína da vida em suas formas mais simples e autênticas.

Termino com um apelo aos meus irmãos sacerdotes e para as demais lideranças da Igreja, para que muitos jovens não tenham o mesmo destino trágico de Emma Bovary: Acordemos para tal situação!

Jundiaì 30 de janeiro de 2025

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PERENNIAL DISSATISFACTION: “MADAME BOVARY”, THE ERA OF SOCIAL NETWORKS AND HOLINESS AT THE DOORS

The social networks amplify dissatisfaction with real life by presenting a filtered and embellished reality, where moments of joy are exaggerated, creating a distorted perception of the lives of others.

— réflexions pastorales —

Auteur
Eneas De Camargo Bête

 

The human dissatisfaction is a timeless theme that manifests itself in classical literature as well as in the era of social media. In the literary work Madame Bovary (1856), Gustave Flaubert explores Emma Bovary’s chronic dissatisfaction with her ordinary life and her search for an unattainable romantic ideal.

The work captures the essence of the human condition and anticipates modern dissatisfaction. Emma personifies the struggle against mediocrity and the search for romantic idealizations, fueled by readings that make her despise life with her husband, Charles Bovary. His search for escape through romantic adventures and reckless luxuries culminates in financial and emotional ruin, illustrating the consequences of dissatisfaction perpetuated by illusions. Emma’s experience reflects the modern human condition, where the idealizations conveyed by social media cause similar dissatisfaction.

The social networks amplify dissatisfaction with real life by presenting a filtered and embellished reality, where moments of joy are exaggerated, creating a distorted perception of the lives of others. This constant comparison with seemingly perfect lives can increase feelings of inadequacy, failure, envy and dissatisfaction. Especially among young people, comparison with the highlights represented online by YouTubers and influencers leads to low self-esteem and feelings of inadequacy. Continued exposure to these unattainable ideals creates a vicious cycle of comparison and dissatisfaction, similar to that experienced by Emma Bovary.

The social networks promote a constant search for validation through likes, comments and shares, especially among young people. Lack of online recognition can cause feelings of rejection and exclusion, self-harm as a temporary relief mechanism for emotional pain, and worsen toxic social network dynamics. Hyperconnectivity and fear of missing out (FOMO: Fear of Missing Out) contribute to constant anxiety. Prolonged exposure to competitive online environments can trigger or worsen depression, leading to hopelessness, disinterest in previously enjoyable activities and, in extreme cases, suicidal thoughts.

Against the wave of dissatisfaction fueled by illusions, holiness in everyday life emerges as an effective remedy, enhancing the simple and genuine joys of everyday life, fruits of divine goodness. This concept promotes a more conscious and grateful approach to reality, focusing on the present and the small blessings that are often overlooked. He proposes accepting life as it is, cultivating gratitude and presence instead of desiring alternative realities:

«I like to see holiness in God’s patient people […] in parents who raise their children with love, in workers, in the sick , in the elderly consecrated women who continue to smile» (Holy Father Francis, Gaudete et exsultate, n.7).

The analysis of perennial dissatisfaction, from the literary perspective of “Madame Bovary” to manifestations in the era of social networks, reveals a constant challenge of the human condition: the search for satisfaction amidst often unrealistic expectations. The sanctity of the front door emerges as a powerful response to this dilemma, offering a path to a genuine appreciation of life in its simplest and most authentic forms.

I conclude with an appeal to my confreres priests and the ecclesiastics auctority of the Christ’s Church, so that many young people do not suffer the same tragic fate as Emma Bovary: let’s wake up to this situation!

Jundiaì, 2 janvier 2025

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Coïncidence des contraires. Entre utopie et fondamentalistes catholiques sexophobes

Coïncidence des contraires. TRA UTOPIA E INTEGRALISTI CATTOLICI SESSUOFOBICI Certi tristi personaggi sono capaci a criticare due omosessuali che, ou par manque de honte, ou par provocation stupide, ils s'embrassent au milieu de la rue au soleil, appuyés contre le mur d'un immeuble, ma non si curano affatto, né si scandalizzano minimamente che sulle impalcature, Al...

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