Jesús al buen escriba: «No estáis lejos del Reino de Dios»
JESÚS AL BUEN ESCRIBA: «NO ESTÁS LEJOS DEL REINO DE DIOS».
«Uno de los escribas le preguntó: “¿Cuál es el primero de todos los mandamientos??". Jesús respondió: “El primero es: Escuchar, Israel! El Señor nuestro Dios es el único Señor; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: "Amarás a tu prójimo como a ti mismo". No hay otro mandamiento mayor que éstos ".
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Prima del brano evangelico di questa domenica Gesù ha dovuto fronteggiare diversi gruppi di avversari: Sacerdotes, scribi e anziani del popolo (Mc 11,27ss.); farisei ed erodiani (Mc 12,13ss.), infine i sadducei (Mc 12,18ss.).
Ahora, sin embargo, Gli si accosta, él solo, un singolo membro di uno di questi gruppi. Non ha prevenzioni, né una disposizione pregiudizialmente negativa nei confronti di Gesù. Ha appena ascoltato l’ultima discussione coi sadducei sulla Risurrezione e deve averne apprezzato la sapienza. Infatti fra i due si instaura una consonanza sincera. Leggiamo il brano:
"En ese momento, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “¿Cuál es el primero de todos los mandamientos??". Jesús respondió: “El primero es: Escuchar, Israel! El Señor nuestro Dios es el único Señor; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: "Amarás a tu prójimo como a ti mismo". Non c’è altro comandamento più grande di questi”. Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Jesús le dijo: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo». (MC 12,28-34).
La domanda posta dallo scriba: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?», nasce da un’esigenza diffusa fra gli esperti della Tora: esiste un comandamento, una sintesi dei precetti di Dio, da cui dipendono tutti gli altri? I rabbini conteranno 613 comandi nel Talmud babilonese e questa ricerca dell’essenziale, del comandamento a cui «fosse appeso» tutto il resto non è nuova. Nell’Antico Testamento erano già presenti diverse formulazioni di precetti in forma sintetica. En el Sal 15 ne sono elencati 11, en Es 33,15-16 ce ne sono 6 y así. Elaborati in seguito dai saggi d’Israele, venivano suddivisi, in particolare dalla scuola di Rabbi Hillel, in «pesanti» o «leggeri». Anche Gesù sembra accettare questa impostazione e riconosce che vi sono precetti «minimi» (Mt 5,19), che però non possono essere tralasciati.
Jesús responde citando come primo comandamento l’inizio dello Shema, la professione di fede nel Signore Dio ripetuta tre volte al giorno da ogni credente ebreo, centrale in tutta la tradizione rabbinica:
«Escucha, Israel: el Señor es nuestro Dios, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tu Dios, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5).
Secondo questa preghiera l’ascolto ha un primato assoluto ed è la modalità di relazione decisiva dell’uomo nei confronti di Dio. Un ascolto obbediente sta poi alla base dell’amore verso Dio e non solo, como veremos. A ben guardare le parole del Deuteronomio, riprese da Gesù, delineano un percorso teologico, spirituale ed affettivo che partendo dall’ascolto, «Escucha, Israele», Esto lleva a la fe, «Il Signore è il nostro Dio»; dalla fede alla sua conoscenza intima, «Il Signore è uno», e dalla conoscenza all’amore: «Amerai il Signore». Questa conoscenza sempre più penetrante che contraddistingue il monoteismo ebraico e che ha influito sul Cristianesimo e poi sull’Islam è qualcosa di originale e unico nel panorama culturale e religioso del tempo. Essa non nasce da un’idea, da una riflessione filosofica, come poté succedere in Grecia, ma dall’esperienza che Dio ha agito nella storia in favore del suo popolo, salvandolo e facendo alleanza con esso. Da questa rivelazione che richiede un riconoscimento si approda al rapporto di amore per Dio, per cui noi siamo suoi e Lui è per noi. Unico e solo Dio che si ama con tutte le potenze dell’anima umana.
Pero hay más. Mentre lo scriba domanda a Gesù un solo comandamento, ecco che Lui ne avanza un secondo, citando quello dell’amore per il prossimo: "Amarás a tu prójimo como a ti mismo" (lv 19,18). La versione completa del versetto del Levitico recita:
«Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore».
L’amore per il prossimo anche dalla tradizione precedente a Gesù veniva considerato un precetto fondamentale, que, insieme al precetto dell’amore per Dio, condensava tutta la Tora. Ma Gesù collega i due comandi, coniugando in modo indissolubile l’amore di Dio con quello per il prossimo. Per Gesù i due precetti uniscono il cielo alla terra; l’uomo a Dio e l’uomo all’uomo: l’amore «verticale» che implica amare Dio e quello «orizzontale» che chiede di amare il prossimo non possono essere più separati. Da questa risposta, por lo tanto, sembra che non possa esistere l’amore per Dio senza quello per il prossimo. Il primo comandamento implica il secondo e il secondo presuppone il primo.
È importante riflettere sulla novità, a livello dei contenuti della fede, che questo accostamento di passi biblici porta con sé. È indubbio che Gesù stabilisca una precisa gerarchia tra i due precetti, ponendo l’amore per Dio al di sopra di tutto. Al mismo tiempo, sin embargo, risalendo la volontà del Legislatore, egli discerne che amore di Dio e del prossimo sono in stretta connessione tra loro: la Legge e i Profeti sono riassunti e dipendono dall’amore di Dio e del prossimo, mai l’uno senza l’altro. Non a caso nella versione di Matteo il secondo comandamento è definito simile al primo (Mt 22,39), mientras que el evangelista Lucas incluso los une en un gran mandamiento: «Amerai il Signore Dio tuo [...] e il prossimo tuo» (Lc 10,27). En otras palabras, se è vero che ogni essere umano è creato da Dio a sua immagine (Gen 1,26-27), non è possibile pretendere di amare Dio e, al mismo tiempo, disprezzare la sua immagine sulla terra.
La tradizione cristiana ha declinato in modi diversi l’amore per Dio, esprimendolo come un movimento di ricerca, anelito o desiderio. Oppure l’amore per Lui è stato colto come un obbedire, nel senso proprio di ascoltare la sua parola e corrispondervi. È l’amore che cerca di realizzare la volontà di Dio e di vivere come Lui vuole. De todos modos, a dispetto di quel che il mondo pensa, mondo che curiosamente si lega a molti dèi e idoli, fino a esserne schiavo, l’amore cristiano è liberante perché inscritto in questa relazione con Dio che lo esalta e lo fortifica e come un polo attrae verso di sé ogni tipo di amore che l’uomo può costruire sulla terra.
Por fin, nel Vangelo di Giovanni, Gesù compirà un ulteriore passo quando affermerà: “Amaos unos a otros como yo os he amado” (Juan 13,34; 15,12), ossia senza misura, «fino alla fine» (Juan 13,1). In questa ardita sintesi, Gesù non esplicita neppure la richiesta di amare Dio, perché sa bene che quando le persone si amano le une e le altre, nel fare questo vivono già l’amore di Dio. Questo reciproco amore diviene anche il segno riconoscibile dei discepoli di Gesù:
«De esto todos sabrán que sois mis discípulos, si os amáis unos a otros" (Juan 13,35).
A questo punto tutti si fermano, come soddisfatti, e non vanno oltre. Del resto quale argomento è più coinvolgente e totalizzante dell’amore, soprattutto se è rivolto a Dio. me gusta, en cambio, concludere ricordando ancora questo scriba che ha provocato le risposte di Gesù. El hecho de, por ejemplo, che egli abbia atteso il momento opportuno per avvicinarlo. En Fondo, dopo tutte quelle discussioni con chi voleva metterlo alla prova, Gesù poteva anche declinare e dire basta. Invece il Signore deve aver trovato la sua domanda pertinente e ne ha preso spunto per un insegnamento nuovo che ancora oggi troviamo inesauribile. Questo scriba ribatte a Gesù che ha ben parlato, ricalca le sue parole, unificandole in un unico comandamento che le ricapitola. Infine riconosce che questo comandamento supera perfino il sistema dei sacrifici e degli olocausti che, en ese momento, rappresentava un articolo importante del credo e del culto ebraico. Si merita perciò ampiamente quell’elogio di Gesù che rimarrà per sempre: «Non sei lontano dal regno di Dio».
Desde la ermita, 3 Noviembre 2024
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