Una nota di Padre Ariel sul sito Silere non possum: «Molesto come un riccio di mare dentro le mutande»

UNA NOTA DI PADRE ARIEL SUL SITO SILERE NON POSSUM: «MOLESTO COME UN RICCIO DI MARE DENTRO LE MUTANDE»

Questo soggetto ha vergato pagine e pagine e distribuito decine di video sui social media nei quali cerca disperatamente di legittimare ciò che mai potrà essere legittimato nella Chiesa Cattolica: le tendenze omosessuali e la pratica dell’omosessualità all’interno del clero, sino ad affermare ripetutamente che le tendenze sessuali e la loro sottintesa pratica riguarderebbero solo la vita privata dei chierici (!?). Una affermazione del tutto illogica nonché aberrante sul piano jus-canonistico, se vogliamo parlare di quel Diritto Canonico a lui tanto caro.

 

 

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Non è ironia, men che mai sfottò, ma comprensione autentica e vera carità cristiana. Anche se questo sito riesce a essere molesto quanto un riccio di mare dentro le mutande, noi Padri della rivista L’Isola di Patmos capiamo il suo capocomico ― o forse tragicomico ― provando cristiana tenerezza verso di lui, perché siamo pastori in cura d’anime e teologi che fanno teologia, storia della Chiesa, morale cattolica e diritto pregando.

 

Silere non Possum, collegamento all’articolo QUI

Questo soggetto ha vergato pagine e pagine e distribuito decine di video sui social media nei quali cerca disperatamente di legittimare ciò che mai potrà essere legittimato nella Chiesa Cattolica: le tendenze omosessuali e la pratica dell’omosessualità all’interno del clero, sino ad affermare ripetutamente che le tendenze sessuali e la loro sottintesa pratica riguarderebbero solo la vita privata dei chierici (!?). Una affermazione del tutto illogica, nonché aberrante sul piano jus-canonistico, se vogliamo parlare di quel Diritto Canonico a lui tanto caro (vedere nostro articolo di ieri, QUI).

Capiamo quanto sia frustrante essere cacciati persino dall’ostello della Caritas e vedere al tempo stesso altri, che sono come te, diventare preti, fare carriera, infiocchettarsi e continuare a esercitare gusti e attività del tutto legittime nel mondo secolare, ma che non potranno mai essere legittime e compatibili col sacerdozio e l’esercizio del sacro ministero sacerdotale nel mondo ecclesiale.

Marco Felipe Perfetti è un cieco invidioso e crede che la sua invidia sia giustizia, mentre invece è uno tra i più gravi peccati capitali. Speriamo che un giorno se ne renda conto, possibilmente quando non sarà troppo tardi. Se poi vuole correggersi e intraprendere un serio cammino di crescita spirituale, i miei Confratelli e io siamo sin d’ora a sua completa disposizione.

Dall’Isola di Patmos, 31 maggio 2024

 

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