Tre sacerdoti in barca verso il luogo dell’ultima rivelazione

TRE SACERDOTI IN BARCA

VERSO IL LUOGO DELL’ULTIMA

RIVELAZIONE

Autore Antonio Livi

Autore
Antonio Livi

 

Della Chiesa è utile parlare, quando ci si rivolge direttamente o indirettamente ai credenti, in termini rigorosamente teologici. Non è utile, anzi è dannoso parlarne in termini sociologici, perché questi costituiscono la materia della quale l’ideologia — non la fede — costituisce la forma. 

Raffigurazione dell'Apostolo Giovanni che redige l'Apocalisse a Patmos

Raffigurazione dell’Apostolo Giovanni che redige l’Apocalisse a Patmos

Chi, come i promotori di questa rivista telematica, vive la propria fede nella Chiesa con responsabilità genuinamente pastorale, limita i propri interventi sulle questioni di attualità ecclesiologica a considerazioni storico-dogmatiche che si mantengono sempre al livello che compete ad un discorso, appunto, rigorosamente teologico. L’aggettivo “teologico”, d’altra parte, ha senso solo se derivato da un concetto di teologia rigorosamente formulato d’accordo con la missione ecclesiale che la Chiesa ha sempre affidato ai teologi. Tale missione – che io ho esposto in termini scientifici nel trattato epistemologico intitolato Vera e falsa teologia (1) – consiste essenzialmente nel promuovere sempre e dappertutto la crescita della vita di fede tra i credenti attraverso l’ approfondimento dei contenuti razionali della dottrina rivelata, che il magistero ecclesiastico custodisce infallibilmente, interpreta autorevolmente e trasmette fedelmente in ogni tempo e in ogni luogo.

Le proposte teologiche, quale che siano le modalità linguistiche e concettuali della loro espressione, sono valide solo nella misura in cui partono dal dogma e lo illustrano attraverso ipotesi di interpretazione, da presentare sempre come provvisorie e relative, e da sottoporre sempre al vaglio e alla eventuale approvazione o riprovazione del magistero ecclesiastico.

isolotto

Approdo all’Isola …

Per queste solide e incontrovertibilmente valide ragioni, i promotori di questa rivista telematica sono soliti entrare nel dibattito teologico assicurandosi, con grande senso di responsabilità ecclesiale, che le loro opinioni non neghino nemmeno incidentalmente la verità del dogma, ossia la fede della Chiesa, comune a tutti prima e al di qua di ogni ipotesi di interpretazione teologica, finendo cioè per relativizzare ciò che in materia di fede è assoluto. Allo stesso tempo, essi cercano sempre di evitare l’uso di toni perentori, come se la loro interpretazione teologica fosse l’unica accettabile, con esclusione di tutte le altre; e finendo cioè per assolutizzare ciò che in materia di fede è relativo.

Siccome però non tutti coloro che intervengono nel dibattito teologico lachi mi vuole zitto pensano come noi, è successo che i nostri contributi scientifici siano stati talvolta respinti da testate giornalistiche a capo delle quali ci sono intellettuali cattolici di grande nobiltà d’animo ma anche troppo inclini a mescolare inavvertitamente opinioni rigorosamente teologiche con opinioni di altro genere: ideologiche, politiche … sempre sulla base di rilevamenti sociologici, spesso inevitabilmente parziali e sempre e comunque estranei alla sostanza soprannaturale della Chiesa di Cristo.

A woman dressed as a character from the nativity scene puts a lamb around the neck of Pope Francis as he arrives to visit the Church of St Alfonso Maria dei Liguori in the outskirts of Rome

Una immagine del Santo Padre al quale pongono un agnellino sulle spalle

Da questi intellettuali cattolici siamo anche stati talora accusati di non criticare apertamente il Santo Padre Francesco e di non denunciare le sue presunte intenzioni ereticali e pertanto di non opporci allo “scisma” che sarebbe in atto nella Chiesa. Noi non intendiamo però cedere a queste pressioni. Siamo convinti che il compito dei teologi non è quello di contribuire alla confusione dottrinale, equiparando ogni esternazione di un ecclesiastico a un pronunciamento definitorio del Magistero, o peggio ancora: interpretando ogni atto del Pontefice come adesione o promozione di una fazione ideologica all’interno della Chiesa. Fino ad ora, dal concilio ecumenico Vaticano II al Sinodo straordinario sulla nuova evangelizzazione in rapporto alla famiglia, non si ha alcuna notizia della pubblicazione di un pronunciamento ufficiale del Magistero con il quale sia stata modificata la sostanza di un dogma: né quello ecclesiologico, né quello riguardante i sacramenti del matrimonio, della Penitenza e dell’Eucaristia.

Spesso si è invece parlato di talune ambiguità nel testo di alcuni documenti del Vaticano II che intendevano proporre una formulazione nuova — nelle intenzioni, più comprensibile per la mentalità dell’uomo di oggi — della dottrina cattolica, ed è lecito deprecare rispettosamente tali ambiguità (2) e chiedere al Magistero postconciliare di chiarirle autorevolmente (3), ma senza confondere ancora di più la coscienza dei fedeli parlando in modo irresponsabile di “eresie”; cosa teologicamente insostenibile perché, stando ai documenti approvati dall’assemblea e confermati dal Papa, il Vaticano II non ha affatto introdotto nuove formule dogmatiche in opposizione o in sostituzione di quelle già sancite infallibilmente dai precedenti concili ecumenici.

papi postconcilio

Si è parlato anche di scelte operative, rispondenti a criteri prudenziali adottati dai Papi che si sono succeduti in questo periodo: il beato Paolo VI, san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. Scelte che possono essere giudicate inopportune o inefficaci, dal punto di vista pastorale, ma solo sulla base di criteri personali altrettanto opinabili, non certo sulla base di qualche criterio dogmatico o morale stabilito dalla Chiesa stessa per tutti coloro che esercitano il ministero petrino.

concilio foto

Assemblea di padri conciliari

Si è parlato infine, soprattutto, di interventi da parte di vescovi che furono padri conciliari, a suo tempo, e che oggi sono padri sinodali, i quali si sono espressi in termini dottrinalmente criticabili, e in effetti furono allora duramente criticati, anche da parte di altri padri conciliari, durante lo svolgimento del Concilio, così come oggi lo sono durante lo svolgimento del Sinodo che si concluderà solo alla fine del 2015, e con l’esortazione apostolica che di solito pubblica il Papa raccogliendo, a sua discrezione, i suggerimenti dell’assemblea. La storia e la cronaca di questa dialettica delle opinioni dei teologi e degli orientamenti pastorali dei vescovi, anche se suscitano allarme in chi giustamente ha a cuore le sorti della fede cattolica, non autorizzano però a parlare di un vero e proprio “scisma” in atto nella Chiesa, visto che le diverse opinioni “in corso d’opera” non “fanno testo”, ossia non costituiscono il magistero autentico dei vescovi in comunione con il Papa e non contribuiscono a formare  — e tanto meno a deformare — la fede della Chiesa.

mass media

il peso dei mass media nel falsificare spesso notizie sulla vita della Chiesa

Io queste cose le vado ripetendo da anni, senza essere né compreso né tanto meno approvato dai fanatici del cambiamento e della riforma, i quali si rifanno sistematicamente a teorie non solo scientificamente insostenibili ma addirittura chiaramente ereticali (4). Teorie che costoro hanno sempre cercato di imporre all’opinione pubblica cattolica attraverso un’immagine del Concilio come di una vera e propria rivoluzione dottrinale, interpretando i documenti di questo atto del magistero ecclesiastico solenne alla luce di un’arbitraria «ermeneutica della rottura», come ebbe a lamentare Papa Benedetto XVI. Il quale Papa Ratzinger parlò anche di un «Concilio dei mass media», che raccontava soltanto i retroscena dell’assemblea, privilegiando gli interventi di alcuni teologi e di alcuni padri conciliari per poter parlare di un’«anima del Concilio», di uno «spirito del Concilio», costruito artificialmente ignorando sistematicamente i testi ufficialmente approvati, che invece costituiscono i veri elementi di orientamento dottrinale dei fedeli e gli unici “dati” utili per una interpretazione rigorosamente teologica.

papa sinodo

Sinodo dei Vescovi 2014

Qualcosa di assai simile accade ai nostri giorni con il Sinodo. Anche oggi i progressisti o riformisti più fanatici vanno privilegiando gli interventi di alcuni teologi e di alcuni padri sinodali per immaginare una Chiesa che “va verso il futuro rompendo i ponti con il passato” e benedicendo tutto ciò che finora era stato denunciato come situazione di peccato e che non consentiva la piena comunione con la Chiesa se prima non ci fosse stata la conversione. Alcuni di costoro sono arrivati a presentarsi all’opinione pubblica cattolica come interpreti fedeli delle intenzioni del Papa, il che suona a sacrilega presunzione e ad ignobile manipolazione delle coscienze, ma non ha alcun valore teologico, perché del Papa, chiunque egli sia, importano ai fini dell’obbedienza nella fede, soltanto i suoi pronunciamenti ufficiali, quelli nei quali manifesta in actu l’intenzione di parlare come Pastore della Chiesa universale e di proporre la dottrina cristiana de fide et moribis, impegnando il carisma dell’infallibilità che gli è proprio in esclusiva.

Preti in barca

Raffigurazione pittorica della Chiesa di Cristo

Se dunque da una parte io sono stato combattuto dai progressisti o riformisti più fanatici e più dotati di mezzi di coercizione morale, ora che vengo combattuto anche dai più fanatici tra i tradizionalisti o conservatori, si capisce che sia divenuta un’esigenza vitale quella di trovare uno spazio pubblicistico che consenta di svolgere la propria missione apostolica senza dover prendere la tessera del partito progressista o di quello conservatore. Per questo ho accettato di buon grado la proposta fattami da don Ariel S. Levi di Gualdo di dare vita assieme a padre Giovanni Cavalcoli ad un sito in Internet che si dedichi solo all’orientamento dottrinale di fedeli attraverso studi teologici non strumentali alle ideologie e non legato a interessi politici; un sito che per questo vuole mettere al riparo da qualsiasi abusiva censura e che si impegna a sopravvivere autofinanziandosi.

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(1) Cfr Antonio Livi, Vera e falsa teologia. Come distinguere l’autentica “scienza della fede” da un’equivoca “filosofia religiosa”, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2012. Per una discussione di questa mia tesi, vedi La verità in teologia, a cura di Marco Bracchi e di Giovanni Covino, con interventi di Nicola Bux, Giovanni Cavalcoli, Christian Ferraro, Serafino Lanzetta, Dario Sacchi e Piero Vassallo, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014.
(2) È quanto ha fatto, tra gli altri, Enrico Maria Radaelli con il suo ultimo saggio, intitolato La Chiesa ribaltata. Indagine estetica sulla teologia, sulla forma e sul linguaggio del magistero di Papa Francesco, Edizioni Gondolin, Verona 2014.
(3) È quanto ha fatto, con fondati motivi pastorali, un teologo autorevole come Brunero Gherardini in Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Casa Mariana Editrice, Frigento 2010.
(4) Vedi in proposito il mio primo contributo a questa rivista telematica: L’ecclesiologia storicistica di Hans Küng [qui].

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