Quando Gesù fu battezzato da suo cugino sulle rive del fiume Giordano
QUANDO GESÙ FU BATTEZZATO DA SUO CUGINO SULLE RIVE DEL FIUME GIORDANO
Quel battesimo non è quello sacramentale che noi abbiamo ricevuto. Quello del Battista era un bagno rituale di purificazione in uso tutt’oggi nella tradizione ebraica.
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Cari fratelli e sorelle,
nella nostra vita tutti quanti siamo in cerca di giustizia. Una giustizia per un torto subìto, per una persona che amiamo rimasta colpita da un’ingiustizia, per varie situazioni sociali e via dicendo. Cercare giustizia implica cercare che ognuno abbia ciò che gli è dovuto, secondo la classica definizione di giustizia offerta dal giurista Ulpiano nel Digesto. La festa del battesimo del Signore è la festa della giustizia dell’uomo che riceve l’amore di Dio. Una volta ricevuto questo amore, lo porta agli altri.
Nel brano del Vangelo di oggi Gesù si avvicina al Battista per essere battezzato. Giovanni rifiuta. Gesù allora risponde con quello che è il centro di questa solennità:
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«”Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora egli lo lasciò fare».
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Adempiere ogni giustizia vuol dire per Gesù farsi battezzare. Chiariamo: quel battesimo non è quello sacramentale che noi abbiamo ricevuto. Quello del Battista, fratello del Signore (ossia suo cugino, ma in ebraico i cugini sono indicato come fratelli), era un bagno rituale di purificazione, il cosiddetto מקווה (mikveh) in uso tutt’oggi nella tradizione ebraica. Gesù non ha il peccato originale da lavare attraverso quel Sacramento del Battesimo da lui stesso istituito [cfr. Mt 28,19-20]. Quel mikveh lo chiede proprio per rendere giustizia alla volontà di Dio Padre. Perché la missione di salvezza dell’uomo per cui il Padre lo ha mandato sia il centro di tutto.
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Gesù battezzandosi compie un atto di giustizia: dà al Padre ciò che gli è dovuto. Così subito dopo si spalancano i cieli. Ed ecco la voce del Padre e lo Spirito Santo si rendono visibili. Tutta la Trinità è presente. Il Padre dice che Gesù è suo Figlio e in quel Figlio ha posto il suo compiacimento. Da quel momento prendono inizio i tre anni di predicazione di Gesù e i suoi miracoli di guarigione.
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Dalla giustizia del Padre Gesù attinge grazia e forza per esprimere la verità di Dio in parole e segni. Tutto questo lo porterà ad accogliere anche i terribili giorni della Passione e la gloriosa resurrezione. Dio Padre e tutta la Trinità offrono questa possibilità anche a noi.
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Il Battesimo del Signore è una buona occasione per fare memoria anche del nostro Battesimo sacramentale, quando il Signore lavò il peccato originale e il nostro legame col male. Da quel momento noi siamo stati adottati anche dalla Trinità. Siamo diventati figli dell’Eterno Padre in Gesù Cristo. Siamo diventati Figli nel Figlio. Perciò, se responsabilmente e con libertà rispondiamo alla chiamata di essere figli e accettiamo la sua grazia, Dio pone anche su di noi il suo compiacimento.
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Che vuol dire questo in concreto? Anzitutto che da quando siamo stati concepiti Dio ha iniziato ad amarci di un amore viscerale e profondo. Questo amore ci ha accompagnato per tutta la nostra vita fino a oggi. Un amore che è, contemporaneamente, materno e paterno. Perchè Dio è Padre, e in quanto padre ci dona il Figlio e sin dall’inizio ci dona il desiderio di conoscere e cercare la verità, perchè Gesù è la verità. E al contempo ci dona lo Spirito Santo Amore. Che è la parte materna di Dio. Da qui l’espressione del Beato Pontefice Giovanni Paolo I che, lasciando un po’ perplessi alcuni, durante una sua catechesi disse «Dio è padre e madre» [cfr. Angelus, 10.09.1978] sottintendendo a questo modo che nel tutto sono racchiuse sia la paternità sia la maternità.
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Cerchiamo di portare questa conoscenza della verità a tutto il mondo tramite la tenerezza e gentilezza. Così trasformeremo il nostro battesimo da atto sacramentale ad atto di amore concreto per il prossimo. Scriveva lo storico Cesare Cantù: «La carità è il solo tesoro che si aumenta col dividerlo». Chiediamo al Signore, oggi, di fare memoria del nostro battesimo, per riscoprire di essere amati incondizionatamente da sempre e per
sempre.
Così sia.
Santa Maria Novella in Firenze, 6 gennaio 2023
Epifania del Signore
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Bene il differenziare nettamente i due battesimi: quello giovanneo di purificazione e quello cristiano di incorporazione. Mi perdo peró nel momento in cui si parla di Gesù e del peccato originale. Sembra quasi che si voglia dire che anche il battesimo di Giovanni tolga il peccato originale, ma su questo non concordo. Il battesimo di Giovanni è solo un battesimo di penitenza e purificazione per prepararsi all’arrivo del Cristo. È solo il battesimo di Cristo che cancella il peccato originale e incorpora in Lui, cioè nella Chiesa. Per questo Giovanni dice “sono io che devo essere battezzato da te”. Tra l’altro emerge sottotraccia nel NT che la stragrande maggioranza dei cristiani della prima ora avevano ricevuto il battesimo di Giovanni precedentemente. Adempiere ogni giustizia è per Cristo adempiere secondo la sua natura umana di appartenente al popolo ebraico al prepararsi all’avvento del Messia e al Regno di Dio imminente attraverso il battesimo giovanneo. Anche Gesù come figlio di Israele fa ciò che fanno i membri del popolo a cui appartiene.
Una eco di questo battesimo giovanneo che è un momento di preparazione all’incontro con Cristo lo abbiamo anche nella Santa Messa, che per me non è solo riattualizzazione del sacrificio, ma anche ricapitolazione della Storia della Salvezza. Tale eco è nei riti introduttivi che appunto ci purificano e ci preparano all’incontro. Ogni liturgia delle Parola ed Eucaristica è in qualche modo ancora oggi preceduta dal Battista. Una volta si cantava pure (ma guarda un po’) “asperges me”. Ah già, ora l’hanno tolto…
«Sembra quasi che si voglia dire che anche il battesimo di Giovanni tolga il peccato originale, ma su questo non concordo».
Temo proprio che lei non abbia letto bene il testo dell’omelia di Padre Gabriele che spiega e chiarisce:
«Adempiere ogni giustizia vuol dire per Gesù farsi battezzare. Chiariamo: quel battesimo non è quello sacramentale che noi abbiamo ricevuto. Quello del Battista, fratello del Signore (ossia suo cugino, ma in ebraico i cugini sono indicato come fratelli), era un bagno rituale di purificazione, il cosiddetto מקווה (mikveh) in uso tutt’oggi nella tradizione ebraica. Gesù non ha il peccato originale da lavare attraverso quel Sacramento del Battesimo da lui stesso istituito [cfr. Mt 28,19-20]. Quel mikveh lo chiede proprio per rendere giustizia alla volontà di Dio Padre. Perché la missione di salvezza dell’uomo per cui il Padre lo ha mandato sia il centro di tutto».
Quindi lei non è d’accordo su ciò che Padre Gabriele non ha detto e non ha scritto.
In effetti non è stato letto il passaggio in cui sottolineo la differenza fra il Battesimo di Giovanni e il Battesimo Sacramentale che chiarifica questi passaggi.
Per inciso leggo qua e là che si dice che i cristiani abbiano ricevuto il battesimo dal Battista, ma questo è assurdo perché il Sacramento del Battesimo è istituito da Cristo, cioè cronologicamente dopo la morte del Precursore.