Nuovo libro di Padre Ariel S. Levi di Gualdo – «Pio XII e la Shoah: essere grati a chi ti ha salvato la vita è una umiliazione che alcuni non reggono»

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NUOVO LIBRO DI PADRE ARIEL S. LEVI di GUALDO — «PIO XII E LA SHOAH: ESSERE GRATI A CHI TI HA SALVATO LA VITA E UNA UMILIAZIONE CHE ALCUNI NON REGGONO»  

Tra pochi giorni ricorrerà la Giornata in Memoria della Shoah, che vuol dire fare memoria di tutte le vittime, inclusi Santi, Sante e Testimoni della fede cattolica morti nei lager nazisti assieme agli ebrei, tutti quanti accomunati dall’appartenenza allo stesso genere umano, tutti quanti vittime della terribile «banalità del male» [Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil, publishing 1963]

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Gli Ebrei braccati dai nazisti e messi in salvo dalla Chiesa Cattolica hanno attestato per tutta la vita devota riconoscenza a Pio XII. Appresso giunsero poi i nipoti sionisti dei sopravvissuti alla Shoah, nati vent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, perlopiù ex comunisti trasmigrati con cinico opportunismo nei partiti della Destra dopo la caduta del Muro di Berlino, che li lasciò orfani inconsolabili e smarriti di Karl Marx. Una rozza compagine che a partire dal 1967 comincia ad attaccare la figura del Pastor Angelicus con libri, articoli, documentari e film costruiti su falsi storici generati da cieco odio ideologico verso il Cattolicesimo e il Papato.

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E fu così che un esercito di nipoti privi di misura e di senso del ridicolo comincia a smentire le testimonianze dei loro nonni sopravvissuti ai campi di sterminio, che equivale a dire:

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«Nonno, perché ti ostini a credere a ciò che hai visto e vissuto, anziché credere a quello che io ti racconto?».

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PROLOGO

tratto dall’opera: Pio XII e la Shoah 

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Questo libro costituisce il V Capitolo della mia corposa opera di saggistica Erbe Amare, il secolo del Sionismo, scritto un ventennio fa tra il 1998 e il 2002.

Nel corso degli anni successivi, in attesa di trovare un editore interessato a pubblicare il mio lavoro, ho inserito di tanto in tanto alcuni aggiornamenti legati perlopiù a nuovi fatti di attualità di particolare interesse. Il libro fu pubblicato alla fine del 2006 ed è stato distribuito con buoni riscontri di pubblico e vendite fino al 2014, quando ritirai all’Editore i diritti di pubblicazione per questioni sulle quali soprassiedo in virtù del mio spirito di carità cristiana.

Erbe Amare è un’articolata trattazione nella quale opero anzitutto una netta separazione tra il Movimento Sionista, fenomeno politico nato agli inizi del Novecento nella stagione dei rigurgiti nazionalisti e l’Ebraismo, che è la religione dell’entità spirituale del Popolo d’Israele.

Chi equipara l’antisionismo all’antisemitismo agisce ad absurdum.

La piaga dell’antisemitismo non può essere usata per difendere le ideologie del Sionismo, che restano criticabili, a partire dalla creazione dello Stato d’Israele, nato attraverso delle modalità che è lecito analizzare e all’occorrenza disapprovare sul piano storico e politico.

Quando scrivevo questo libro la crisi israelo-palestinese era particolarmente accesa e le Comunità Ebraiche della diaspora attive nella difesa di qualsiasi politica portata avanti dallo Stato d’Israele, senza esitare a reagire in modo irrazionale, ma anche aggressivo e offensivo.

Infatti, non pochi ebrei e istituzioni ebraiche della diaspora, col pretesto di difendere l’Ebraismo e di mantenere viva la memoria della Shoah, cercavano di legittimare in ogni modo l’ideologia e le politiche del Movimento Sionista riparandosi dietro ai campi di sterminio nazisti e tacitando a questo modo ogni voce avversa, quindi equiparando l’antisionismo all’antisemitismo.

In quegli anni, in Italia, tutto questo era aggravato dalla situazione politica interna. I partiti della Destra, in particolare Alleanza Nazionale erede del vecchio MSI-DN (Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale), nutriva forte il bisogno di rifarsi una verginità dinanzi alla storia e liberarsi da accuse di legame con le vecchie radici ideologiche fasciste.

Accadde così che nelle elezioni amministrative e politiche che si svolsero tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Nuovo Millennio, i partiti della Destra cominciarono a candidare noti esponenti delle Comunità Ebraiche italiane. Il tutto rasentò davvero il tragicomico, perché certi candidati erano personaggi che sino a pochi anni prima militavano nel vecchio Partito Comunista. Altri provenivano addirittura dalle file della sinistra più radicale, da Lotta Continua a Democrazia Proletaria.

Così, dinanzi alle domande, ma anche agli sfottò del tutto comprensibili a loro rivolti, questi ex comunisti, se non peggio ex membri della sinistra radicale, per giustificare le loro candidature nei partiti della Destra replicavano di essersi candidati «… perché Alleanza Nazionale difende lo Stato d’Israele».

Erbe Amare non è mai stato contestato nel merito dei contenuti. E quando più volte fui invitato a dei dibattiti, tutti gli interlocutori che avrebbero potuto cogliere l’occasione per cercare di smentirmi pubblicamente si rifiutarono di partecipare. Di solito ciò avviene in due diverse occasioni: quando l’Autore è un ignorante che solleva questioni illogiche e analisi insensate che rendono impossibile il confronto, oppure quando espone fatti e verità impossibili da smentire che inducono a evitare il pubblico confronto.

Diversi Lettori mi hanno di recente suggerito di prendere il V Capitolo dedicato alla figura di Pio XII e pubblicare un saggio dedicato allo specifico tema. Ho accolto il consiglio e pubblicato questo saggio a sé stante intitolato: Pio XII e la Shoah.

A questo riguardo desidero chiarire che all’epoca della stesura del testo ero semplicemente uno studioso impegnato ad approfondire i miei studi di ricerca in ambito storico, giuridico e socio-politico e l’idea di farmi prete era allora piuttosto lontana dalle mie aspirazioni …

La grazia della vocazione al sacerdozio mi ha “folgorato” parecchio dopo quando l’opera Erbe Amare era da anni cosa fatta, tenuta alcuni anni nel cassetto, poi pubblicata alla fine del 2006. Il Sacro Ordine Sacerdotale l’ho ricevuto a Roma ancora dopo, il 1° maggio 2010.

Sarebbe pertanto ridicolo se qualche singolo o istituzione che mai hanno protestato nel corso degli anni passati, decidesse di farlo per questa riedizione perché oggi sono diventato nel frattempo un presbitero e un teologo cattolico.

Questa delicata trattazione storica si apre con la frase di un nipote che dice:

«Nonno, perché ti ostini a credere a ciò che hai visto e vissuto, anziché credere a quello che io ti racconto?».

Partendo da questa battuta dimostro come gli ebrei messi in salvo da Pio XII si profusero nel corso degli anni in devoti e riconoscenti ringraziamenti, a partire dalle loro Autorità religiose e laiche, per seguire con le massime autorità politiche del neonato Stato d’Israele.

Fin quando giunsero i loro nipoti sionisti filo-israeliani, nati vent’anni dopo la fine della guerra, ex comunisti militanti emigrati per convenienza politica nella Destra, che attraverso libri e articoli privi di dignità storica cominciano a smentire quel che i loro nonni avevano dichiarato come protagonisti e testimoni oculari, rendendo al Sommo Pontefice Pio XII tutti i più alti onori.

Siccome è parecchio difficile credere al principio di casualità, ricordo che certi attacchi a raffica su Pio XII nascono a partire dal 1967, dopo la Guerra dei Sei Giorni, quando la Santa Sede fece sentire la propria voce condannando gli atti di violenza e l’occupazione dei Territori palestinesi da parte dell’Esercito Israeliano.

A partire da allora cominciano a essere costruite assurde falsità su Pio XII seguiti da leggende nere smentite dai reali dati storici. E mentre numerose Comunità Ebraiche della diaspora strepitavano e urlavano all’antisemita contro chiunque osava rivolgere critiche alle politiche discriminatorie portate avanti dal “perfetto”, “divino” e “paradisiaco” Stato d’Israele, al tempo stesso era però consentito pubblicare libri che infamavano Pio XII sin dal titolo di copertina: Il Papa di Hitler[1]. Con le riviste e i mensili periodici d’informazione delle Comunità Ebraiche che a questi libri facevano pubblicità prima ancora che entrassero in distribuzione.

Gli artefici di questo gioco al massacro, non bramano condannare alcune pagine, o certi personaggi poco edificanti che hanno attraversato anche la storia della Chiesa, come quella di tutte le più disparate società civili e religiose del presente e del passato. Bramano condannare in una sorta di nuovo Processo di Norimberga la Chiesa Cattolica nella sua interezza, portata sul banco degli imputati come vi fu portato il Nazismo nel dopoguerra. Soprattutto, quel che di fondo bramano, è condannare le verità di fede che la Chiesa annuncia.

Non rendersi conto di questo, per i cattolici è molto rischioso. Purtroppo se ne accorgeranno quando gravi danni ricadranno sulla Chiesa intera, trascinata come una associazione criminale alla sbarra degli imputati al nuovo Processo di Norimberga, dove non sarà condannata sulla base di prove e verità, come accadde per il Nazismo, ma di false leggende nere create dal peggior negazionismo storico mosso da distruttivo odio anti-cattolico.

Quando in una stagione del tutto diversa della mia vita scrissi Erbe Amare, mentre ricoprivo uno status che non era il mio attuale, da allora sono trascorsi due decenni. Oggi devo dire che le erbe sono divenute ancora più amare, anzi forse velenose.

Gennaio 2021

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[1] Cfr. Opera del giornalista britannico John Cornwell, edizione italiana Garzanti, 1999.

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Prossime pubblicazioni in uscita a metà febbraio:

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saggistica:

ERBE AMARE, IL SECOLO DEL SIONISMO (IIª ed.), Ariel S. Levi di Gualdo

saggistica:

L’ERESIARIO, Leonardo Grazzi

 

 

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2 commenti
  1. Il gatto bianco
    Il gatto bianco dice:

    Il primo a parlare di Pio XII negativamente fu Rolf Hochhuth, nel 1963, con l’opera teatrale “Il vicario”, che all’epoca fece scandalo.
    Il libro vendette molto e fu ovviamente utilizzato polemicamente.
    L’operazione, perciò, è precedente al 1967 e in ogni caso fu condotta da persone nate prima della guerra (Hochhuth era del 1931) o durante o subito dopo, non certamente vent’anni dopo. Che poi le fandonie di Hochhuth siano state variamente riprese e amplificate anche in seguito da persone più giovani, questo è un altro discorso, naturalmente.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      La ringrazio per questa precisazione da lei fornita a chi studia la figura storica di Pio XII da vent’anni e che a partire dal 2001 ha avuto ripetutamente accesso a più riprese a documenti dell’Archivio vaticano e dell’archivio della Segreteria di Stato che indubbiamente lei conoscerà e avrà studiato molto meglio di me.

      A questo aggiunga che sono stato allievo dei due vecchi postulatori generali della Compagnia di Gesù alla quale fu affidata la causa di beatificazione di Pio XII e che per anni ho seguito il processo accedendo a numerosi carteggi storici che solo oggi cominciano a essere accessibili e resi pubblici.

      In ogni caso, nel mio libro, che evidentemente lei non ha proprio letto, parlo abbondantemente dell’opera teatrale di Rolf Hochhuth del 1963.

      Per poco che possa servire e valere le dico che non è mai opportuno né prudente fare puntualizzazioni come le sue basandosi non sul libro – che ripeto lei non può avere letto alla data del 21 gennaio -, ma basandosi solo su una semplice e breve presentazione al libro, o su una cosiddetta “quarta di copertina”, ossia il retro della copertina in cui si presenta l’opera.

      Purtroppo oggi va di moda fare la punta ai chiodi a questo modo, a maggior ragione non posso perdere occasione per dire e per dimostrare che un simile agire ed esprimersi non è affatto serio e che esula da ogni basilare criterio storico-scientifico.

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