il Vescovo di Springfield nega la Comunione ai politici che hanno votato la legge sull’aborto, perché? Semplice: perché due più due seguita a fare quattro.

Padre Gabriele
— le brevi dei padri de L’Isola di Patmos —

IL VESCOVO DI SPRINGFIELD NEGA LA COMUNIONE AI POLITICI CHE HANNO VOTATO LA LEGGE SULL’ABORTO, PERCHÉ? SEMPLICE: PERCHÉ DUE PIÙ DUE SEGUITA A FARE QUATTRO.

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Il canone n. 915 recita: «Non siano ammessi alla sacra comunione gli scomunicati e gli interdetti  dopo l’irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto».

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Autore:
Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

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la «grande conquista sociale dell’aborto» spiegata dalla madrina della legge 194 [cliccare sull’immagine per aprire il filmato]

Negli Stati Uniti d’America, l’Illinois cattolica tira fuori gli attributi, per dirla in modo chiaro e conciso. Mi rendo conto che può sembrare assurdo, ma certi bianchi e neri bisogna metterli, nelle sfumature di colore. Vi invito a leggere il comunicato del Vescovo, uscito nella giornata di oggi [testo leggibile QUI].

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State sereni. Nonostante il vostro vociare squinternato [cf. QUI], 2 + 2 continua a risultare sempre 4, mentre il cielo in questo momento, mentre scrivo, a Roma Centro è sereno; sono le ore  19:10 e le foglie sono verdi in estate:

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… la realtà della «grande conquista sociale» [cliccare sull’immagine per aprire il video]

«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto» [G.K. Chesterton, in Relativismo, realtà e dogma, 1905].

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Fighiting Necroculture to say farewell abortion [per combattere la cultura della morte bisogna dire addio all’aborto].

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Roma 6 giugno 2019

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2 commenti
  1. Stefano
    Stefano dice:

    Caro Padre Gabriele, grazie.
    Una cosa che mi ha sempre colpito è la potenza della manipolazione del linguaggio, in cui sono maestri negli Stati Uniti. Lì gli schieramenti in tema di aborto sono divisi tra “pro-life” e “pro-choice” ove, con una costante metodologia, il pro-life è fortemente stigmatizzato mentre il pro-choice è magnificato o quantomeno non stigmatizzato o addirittura percepito come neutrale. Trattandosi di schieramenti avversi, però, nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di chiamare coloro che si appellano a paladini di presunti e fondamentali diritti della donna con il nome che le regole del linguaggio attuale ci consentono ovvero “pro-death”. Il linguaggio ha una sua potenza nella coerenza significativa, ovvero nella corrispondenza tra quel che penso, dico, scrivo e faccio, la cui conseguenza è anche la risposta (abile) che gli altri si aspettano da me. In Italia, bene hanno fatto ad adottare la dicitura pro-vita e non pro-life, così non si è potuto replicare l’inganno. In italiano infatti pro-scelta è troppo sfacciato, tutti capirebbero. Fighiting Necroculture, in finale, si ottiene chiamandoli da ora in poi per quello che sono: PRO-DEATH! PRO-MORTE!

  2. carlone
    carlone dice:

    Sì potrebbe aggiungere alla lista anche coloro i quali operano la frode della mercede agli operai ?

I commenti sono chiusi.