Il valore del dogma nella vita cristiana: la crisi del dogma genera la crisi della fede

Padre Giovanni
— theologica —

IL VALORE DEL DOGMA NELLA VITA CRISTIANA: LA CRISI DEL DOGMA GENERA LA CRISI DELLA FEDE

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Senza l’immutabile verità, nessun dinamismo o divenire dello spirito. Senza la fedeltà al dogma, nessun progresso nella vita cristiana. Senza la conservazione della verità dogmatica, nessun fervore o rinnovamento nello spirito. Senza il mantenimento fedele degli impegni assunti davanti a Dio, nessuna perseveranza e nessun frutto nel cammino della salvezza. Senza l’univocità inflessibile del dogma, c’è l’equivoco, la truffa, la frode, la confusione, il caos.

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Autore
Giovanni Cavalcoli, O.P.

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la donna di spettacolo Alba Parietti, che più volte, durante vari programmi televisivi, si è improvvisata persino esperta in teologia e in morale cattolica [vedere questo vecchio articolo di Ariel S. Levi di Gualdo, QUI]

Dobbiamo tornare a parlare del valore dei dogmi, dei quali raramente si sente parlare nella predicazione e nell’omiletica. Si parla molto di “fede”, di “Vangelo” e di “Parola di Dio”; ma vien da chiedersi che fede è quella che non si cura di sapere e precisare che cosa dobbiamo credere, e quali sono le verità di fede e chi le stabilisce. Che Vangelo è quello che non chiarisce la dottrina di Cristo? Che Parola di Dio è quella che viene isolata dall’interpretazione che ne dà la Chiesa?

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Si diffondono con sicumera e saccenteria da molte parti nei mass-media e nelle istituzioni ecclesiastiche e civili, e si accolgono con fanatismo e credulità certe idee, slogan, proposizioni attinenti al Vangelo o alla Bibbia, diffuse da scrittori, giornalisti, filosofi, psicologi, sociologi, storici, teologi, esegeti, vescovi, cardinali, profeti o veggenti di successo. E così accade che  ognuno, sia la massaia, la fruttivendola, il barbiere o il barista ha da dire la sua, sull’esistenza di Dio, sulla salvezza, sulla morale o sul senso della vita, spesso in polemica col buon senso, con la sana filosofia o col dogma o con fratelli di fede o col Papa o con la Tradizione o con la Scrittura o col Magistero della Chiesa [per leggere tutto l’articolo cliccare sotto]

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Giovanni Cavalcoli, O.P.  —  IL VALORE DEL DOGMA NELLA VITA CRISTIANA: LA CRISI DEL DOGMA GENERA LA CRISI DELLA FEDE

 

 

 




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8 commenti
  1. orenzo
    orenzo dice:

    E’ contro qualche dogma ritenere che Gesù avesse un DNA come il nostro?
    E’ contro qualche dogma ritenere che il DNA di Gesù rispondesse alle leggi di natura?
    E’ contro qualche dogma ritenere che, senza che si “conoscessero”, nel DNA di Gesù erano “leggibili” gli RNA di Maria e di Giuseppe?

    • Padre Ariel
      Redazione de L'Isola di Patmos dice:

      Caro Lettore,

      noi non sappiamo quale laboratorio di analisi di Nazareth abbia letto nel DNA di Gesù Cristo gli RNA di Maria e Giuseppe.
      Però conosciamo degli esperti che potrebbero chiarire il problema, ossia questi …

      CLICCARE QUI

      • orenzo
        orenzo dice:

        Dalla risposta non vorrei dedurre che, per voi, la natura umana di Gesù era diversa dalla nostra: io sapevo che è dogma il Verginale Concepimento, non che Gesù non avesse, in contrasto con le leggi di natura, un DNA unico ed irripetibile.
        Ripeto la domanda: Gesù aveva un proprio DNA?

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Caro Lettore,

          nessuno di noi intende scherzare sui misteri della fede, di cui siamo annunciatori molto seri e per nulla giocosi.

          Lei sta però ponendo un quesito assurdo, nel senso etimologico del termine absurdum. Basti solo dire che sulla croce, Cristo Dio, ha versato sangue, non acqua distillata.

          Infatti, la risposta al suo quesito, è scritta nella professione di fede che recita «Dio da Dio, Luce da Luce,Dio vero da Dio vero», e ancora: «e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo».

          Il Verbo di Dio si è fatto uomo assumendo la nostra natura umana, in tutto e per tutto [cf. Fil 2, 6-11], eccetto che nel peccato
          [vedere Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 456-478, testo QUI]

          Per aiutarla a chiarirsi le idee le suggerisco la lettura del testo di Cirillo contro Nestorio:

          «Dice, dunque, il santo e grande concilio (di Nicea) che lo stesso Figlio unigenito, generato secondo natura da Dio Padre, Dio vero nato dal vero Dio, luce dalla luce, colui per mezzo del quale il Padre ha fatto tutte le cose, è disceso si è fatto carne, si è fatto uomo, ha sofferto, è risuscitato il terzo giorno, è salito al cielo. Dobbiamo attenerci anche noi a queste parole e a questi insegnamenti, riflettendo bene cosa significhi che il Verbo di Dio si è incarnato e fatto uomo. Non diciamo, infatti, che la natura dal Verbo si sia incarnata mutandosi, né che fu trasformata in un uomo, composto di anima e di corpo. Diciamo, piuttosto, che il Verbo, unendosi ipostaticamente una carne animata da un’anima razionale si fece uomo in modo ineffabile e incomprensibile e si è chiamato figlio dell’uomo, non assumendo solo la volontà e neppure la sola persona. Sono diverse, cioè, le nature che si uniscono, ma uno solo è il Cristo e Figlio che risulta non che questa unità annulli la differenza delle nature ma piuttosto la divinità e l’umanità formano un solo e Cristo, e Figlio, che risulta da esse; con la loro unione arcana nell’unità. Così si può affermare che, pur sussistendo prima dei secoli, ed essendo stato generato dal Padre, Egli è stato generato anche secondo la carne da una donna; ma ciò non significa che la sua divina natura abbia avuto inizio nella Santa Vergine, né che essa avesse bisogno di una seconda nascita dopo quella del padre (sarebbe infatti senza motivo, oltre che sciocco, dire che colui che esisteva prima di tutti i secoli e che è coeterno al Padre, abbia bisogno di una seconda generazione per esistere); ma poiché per noi e per la nostra salvezza, ha assunto l’umana natura in unità di persona, ed è nato da una donna così si dice che è nato secondo la carne. Non dobbiamo pensare, infatti, che prima sia stato generato un uomo qualsiasi dalla Santa Vergine, e che poi sia disceso in lui il Verbo: ma che, invece, unica realtà fin dal seno della madre, sia nato secondo la carne, accettando la nascita della propria carne».

          Il testo integrale tradotto in italiano può trovarlo QUI

          • orenzo
            orenzo dice:

            Concordo in pieno con il testo di Cirillo contro Nestorio, e quindi desumo che, anche per voi, Gesù, come tutti gli uomini soggetti alle leggi di natura, aveva un suo DNA unico ed irripetibile.
            Il problema che ora si pone è: essendo Gesù maschio, da dove viene il cromosoma Y?
            a. Se Maria non era affetta da qualche anomalia genetica non poteva avere il cromosoma Y.
            b. Se il cromosoma Y era stato “operato” dallo Spirito Santo si potrebbe affermare che il padre biologico di Gesù è lo Spirito Santo.
            Essendo i punti “a” e “b” irrazionali ed illogici, da dove deriva il DNA unico ed irripetibile e la coppia cromosomica XY di Gesù?

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Caro Lettore,

            esiste una enciclica del Santo Pontefice Giovanni Paolo II che si chiama Fides et ratio e che possiamo considerare la sintesi di secoli e secoli di speculazioni filosofico-teologiche dei più grandi santi padri e dottori della Chiesa.

            Se lei crede per fede – ammesso ovviamente che ci creda – che Dio si è fatto uomo, che cosa vuole che sia una quisquilia come il «DNA unico e irripetibile e la coppia cromosomica XY di Gesù»?

            Se il Figlio generato non creato della stessa sostanza del Padre si è fatto uomo, vuole che non sia stato sistemato anche il suo DNA umano?

            Ora, se lei considera «irrazionali ed illogici» i punti che ci illustra, quanto più irrazionale e soprattutto anti-scientifico dovrebbe considerare il fatto che Cristo, tre giorni dopo la morte, sia risorto e poi successivamente asceso al cielo? Quanto più irrazionale e soprattutto anti-scientifico dovrebbe considerare il fatto che attraverso la transustanziazione delle sacre specie eucaristiche, il pane e il vino diventino il Corpo e il Sangue di Cristo?

            Usando lo stesso metro da lei adottato, lo capisce che certi elementi sono molto più «illogici» della questione del DNA e dei cromosomi?

  2. Luca-78 dice:

    Come sempre un eccellente articolo esaustivo e delucidante. Nel mio piccolo credo che oggi la Chiesa faccia troppa politica e poca evangelizzazione. Tempo fa qualcuno mi disse che probabilmente il buon Papa Francesco I reputa la società del 2000 matura a tal punto da non aver bisogno di proselitismi e di bacchettate morali perchè propensa al discernimento. Io credo invece che l’uomo del 2000 sia avanti, e di molto anche, dal punto di vista del progresso tecnologico ma incapace in ambito spirituale. La carità filantropica non è la carità Cristiana, il rispetto verso il prossimo senza la visione di Cristo non può mai essere emancipazione spirituale bensì umanesimo di scarsa fattura che sfocia poi nel delirio di onnipotenza in cui l’uomo tende ad essere narcisista elidendo per sempre l’idea del Creatore, sostituendosi ad Egli con regole e diritti insani che divengono dogmi civici pericolosi . E la Chiesa, che dovrebbe rimettere a posto le cose rispolverando la Verità senza tanti compromessi e idee di misericordie take away, si arena su questo stato di cose come se nulla fosse. Ma d’altronde se oggi la gente ha perso la fede, è anche per colpa della Chiesa….

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