Da Giovanni Cavalcoli a Donald Trump: « i sodomiti hanno perso ». Le lobby gay non denuncino il teologo domenicano per ciò che non ha detto, ma il corpo elettorale statunitense per quello che col voto ha espresso
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DA GIOVANNI CAVALCOLI A DONALD TRUMP: « I SODOMITI HANNO PERSO ». LE LOBBY GAY NON DENUNCINO IL TEOLOGO DOMENICANO PER CIÒ CHE NON HA DETTO, MA IL CORPO ELETTORALE STATUNITENSE PER QUELLO CHE COL VOTO HA ESPRESSO
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«Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» [I Cor 6, 9-10]
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Mentendo spudoratamente ed estrapolando dalla vicenda ciò che ad essi solo interessa, ma, quel che è peggio, sapendo in tal modo di alterare i fatti, quindi di mentire, i suscittibili Sommi Sacerdoti della “chiesa dogmatica” LGBT, hanno querelato sulla base del nulla il teologo domenicano Giovanni Cavalcoli entro questi termini: «L’Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale pubblica un comunicato stampa in merito alle famose frasi di Padre Cavalcoli pronunciate a Radio Maria: “La frase pronunciata ai microfoni di Radio Maria, secondo la quale il terremoto sarebbe un castigo divino per le unioni civili, ha suscitato imbarazzo e dissenso da parte del Vaticano. In molti, tra vescovi e cardinali, si sono precipitati a sconfessare l’idea del Dio vendicativo e a chiedere scusa ai terremotati. Nessuno, tuttavia, ha voluto affrontare il punto nodale della questione, chiedendo scusa anche alle persone LGBT» [vedere testo QUI]. Questi iper-ideologizzati, sul pretesto delle discriminazioni sull’orientamento sessuale, mirano di fatto, ed in modo luciferino, a togliere la libertà di pensiero, di parola e di espressione a chiunque non consideri la sodomia come una cosa meravigliosa. Ciò al quale essi di fatto mirano, è di instaurare, a colpi di legge, una dittatura del gender, dinanzi alla quale, il vecchio regime fascista italiano, risulterebbe a confronto dei novelli dittatori genderisti null’altro che la pia confraternita delle Dame della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
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Mentre nei giorni passati quattro rumorosi lobbisti cattolici si accanivano sul teologo domenicano con lo stesso stile in cui i lobbisti americani si accanivano sul candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America, nell’uno e nell’altro caso el Pueblo ha votato mostrando non solo la propria dissociazione dalle lobby, ma mostrando che il pensiero delle lobby è un pensiero fallimentare che rappresenta solo la loro chiusura irragionevole in se stesse, ma non il sentire del Popolo reale.
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I vari ecclesiastici che nel caso di Giovanni Cavalcoli si sono lanciati nella critica indignata e feroce, peraltro in clima di iper-misericordia verso tutto ciò che non è cattolico [cf. mio precedente articolo, QUI], rappresentano solo se stessi, non il Popolo di Dio, che invece ha approvato e appoggiato il teologo domenicano, difeso a spada tratta persino da riviste telematiche e blog cattolici con i quali sia lui sia io abbiamo avuto più e più volte duramente da questionare a livello teologico ed ecclesiale; primo avanti a tutti nella difesa di Giovanni Cavalcoli è stato lo storico Roberto de Mattei.
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Questi “vescovoni e cardinaloni” fanno sembrare gli eretici dei primi secoli della Chiesa (e non solo, vedi Lutero) dei “principianti inesperti”. Che scandalo senza più fine che si è abbattuto. In questa occasione la solidarietà nei confronti di Padre Cavalcoli e don Ariel è d’obbligo.
Sua Eccellenza Monsignor Pompili? Quello che non sapendo che dire, la butta sull’ingegneria:“Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!”.
Totale solidarietà ai Padri Cavalcoli e don Ariel.
A proposito, il vescovo Pompili non è colui che al funerale delle vittime di Amatrice – vellicando da una parte il malsano e direi quasi vendicativo giustizialismo dei nostri giorni, e dall’altra la pseudo-religione della Madre Terra, la quale, elevata a Dio, non può che essere perfettamente compiuta e benigna – sentenziò che “Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!” con gran plauso delle gazzette italiche? Il bello è che, letta teologicamente, molto, molto teologicamente, come a volo d’uccello dal cielo della metafisica, potrebbe sembrare un ammonimento molto, molto pertinente ai nostri giorni, quando si guarda con molto, molto più terrore alla morte del corpo che a quella dell’anima. Però forse non lo diceva da se stesso, ma essendo sacerdote…
Padre,
posso domandarle un chiarimento su questo punto dell’articolo? A pag 12 dice “Ora Dio punisce solo chi pecca sapendo di peccare.”
Immaginando che non andasse presa in modo troppo semplicistico (col rischio di trarre conseguenze di comodo tipo “se è così meglio non sapere nulla della volontà divina e fare quello che ho sempre fatto”), ho cercato riferimenti nel catechismo per capire meglio e ho trovato tre punti (1791/92/93) che discutono di giudizi erronei dati dalla morale per via dell’ignoranza che può essere responsabilità o meno dell’individuo. Se non ho preso un abbaglio e i tre punti in questione sono pertinenti, come si distingue tra le due categorie di ignoranza? E come è possibile la non-punizione? Nelle conseguenze dei peccati stessi non c’è “inclusa” la punizione? Per fare un esempio concreto, mettiamo uno o una che vive all’insegna del sesso,droga e rock n’roll nella convinzione, data dall’ambiente in cui è cresciuto/a, che “il corpo è mio e lo gestisco io, chi la pensa al contrario sono solo i preti che sono tutti pedofili” in che condizione si troverebbe nella sua ignoranza ? Responsabile o no? Grazie infinite e mi scuso nel caso avessi nel caso avessi domandato un’ovvietà.
Secondo me vale il vecchio detto: “il diavolo fa’ le pentole ma non i coperchi!”. L’elezione di Trump ha dimostrato soltanto che tutto l’impegno profuso dalle varie lobby (massoniche) di tenere sotto condizionamento continuo le persone attraverso i programmi televisivi, cinematografici e la pubblicità assillante non riesce a renderle un’ammasso di amebe. Credo che il motivo del fallimento sia abbastanza facile da capire: la libertà dell’uomo è qualcosa posto da Dio e tutto ciò che Lui fa’ è una roccia contro la quale tutto il male possibile può fare solo una cosa: infrangersi.
Codesta famosa immagine della Chiesa ospedale da campo non l’ho mai capita (come non capisco tutte le altre metafore e allusioni in che consistono gli insegnamenti d’El Papa); in un ospedale da campo, nel pieno della battaglia, altro che misericordia; i feriti gravissimi si lasciano morire per non perderci tempo a scapito di altri; i feriti gravi si amputano rapidamente perché non c’è tempo per complesse medicazioni e lunghe degenze; i feriti lievi si curano con un’aspirina e via subito di nuovo in linea a combattere. E’ questo che vuole El Papa ?
Il Becciu, d’accordo che non è in grado di capire le parole del padre Cavalcoli; ma anche nella sua acutezza, non gli viene in mente che potrebbe dedicare qualche suo illuminante commento a casi ben più gravi del Cavalcoli ? Se proprio deve badare alle parole, non ha mai sentito parlare il Giorgio De Capitani ?
Il vescovo di Rieti, padre Ariel è tanto ingenuo da raccomandargli per insegnante di religione un uomo di salda dottrina ? Figuriamoci che razza di requisito ! Non sa che oggi la salda dottrina è chiamata rigidezza e fariseismo ? La sua lettera è stata proprio una raccomandazione a rovescio.