L’Islam e la guerra di religione

Padre Giovanni

– Theologica –

L’ISLAM E LA GUERRA DI RELIGIONE

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Tende ad esser violento chi lo è per natura, ma anche chi è stato violentato. Il Dio coranico, pur essendo il vero Dio, come riconosce lo stesso Concilio Vaticano II, è tuttavia, come rileva Benedetto XVI, concepito in modo difettoso come un Dio violento, che genera persone violente. È un Dio tirannico, dispotico, volubile, inaffidabile e capriccioso, contrario alla ragione. In questo senso non fa nascere uomini liberi, ma degli schiavi, che per rifarsi diventano violenti, sul modello appunto di questo dio.

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Autore Giovanni Cavalcoli OP

Autore
Giovanni Cavalcoli OP

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L’autorità non invano porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male

[Rm 13,4]

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I Padri dell’Isola di Patmos, nel loro fedele servizio alla fede cattolica, cogliendo numerose richieste di chiarimenti giunte dai nostri Lettori nel corso dell’ultima settimana, hanno deciso di dedicare alcuni articoli di carattere storico, filosofico e teologico al problema sempre più sentito dell’Islam, in modo particolare al suo rapporto con la violenza e la guerra.

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Per aprire l’articolo cliccare sotto:

10.08.2016   Giovanni Cavalcoli, OP   —   RIFLESSIONI SULLA GUERRA DI RELIGIONE

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2 commenti
  1. ettore dice:

    Una domanda che mi affligge, alla quale non so rispondere.
    Perché papa Francesco non festeggia pubblicamente e solennemente la Festa dell’Assunzione?
    Ben altra considerazione avevano gli altri papi.

  2. readysteadygo dice:

    Credo che sia sbagliato giustificare la guerra, anche quella più regolamentata e “rispettosa”. Gesù, fermando Pietro disse “chi di spada ferisce, di spada perisce”: proprio nell’atto difensivo per eccellenza e certamente più giustificabile in assoluto, orientato a preservare il Maestro dalla violenza che avrebbe subito. Mai ho inteso un messaggio di liceità all’uso della violenza nel Vangelo. Anche nell’espressione di Gesù rivolto a Pilato non vedo guerra: infatti nel Regno di Dio non può che esserci Pace. E allora, la frase? Il combattimento perso è stato spirituale: la folla urlava di mettere a morte Gesù. Nel Regno di Dio non esiste un Kaifa: perchè c’è un abisso invalicabile che lo divide dagli Inferi. La guerra e la morte sono strumento di satana. Espresso oggi come allora secondo logiche di “giustizia divina”, mondanizzata. Giustizia rappresentata dai maestri del tempio di allora. Rappresentata dallo spirito che porta all’esecuzione dell’Agnello nel Suo Corpo Mistico. Per il Trionfo di Dio, solo l’immolazione “materialmente passiva” ha pieno significato di testimonianza. Ed è quanto accade nei martiri brutalmente uccisi oggi. Con il sinedrio che inneggia ad una vita. Questa”.

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