La “Puttana di Belluno” è un Vescovo che come pastore ha preso delle pecore l’odore più tipico: l’odore della merda. Si tratta della merda peggiore, quella degli invertitori satanici: domandare perdono a chi offende la Chiesa di Cristo e bastonare a sangue chi la ama, la serve e la difende dalle insidie del male
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Sono un cattolico della diocesi di Belluno e sono onorato di avere un vescovo come don Renato Marangoni. Il livore che leggo in questo sito mi sorprende e mi fa chiedere: Ma quale Vangelo leggete?
Buon Natale!
Mario
… sicuramente non quello che legge il suo vescovo, stando a ciò che di difforme al Vangelo e alle Lettere Apostoliche ha dichiarato riguardo la specifica questione – e solo riguardo la specifica questione – a cui viene fatto riferimento.
Fa benissimo a rispettare il suo vescovo: deve rispettarlo, è suo dovere di fedele. Esattamente come lo rispetto io, in quanto vescovo.
Semmai impari a distinguere ciò che è “mancanza di rispetto” da ciò che è una “disputa dottrinale” in toni accesi proporzionati alla gravità della questione e dell’errore espresso e diffuso da chi, della dottrina e della fede, dovrebbe essere custode.
Ecco hai avuto il tuo momento di gloria…ora torna nella tua fogna ariel
… scusi, ma l’enorme pantegana che ho incontrato l’ultima volta dentro la mia fogna, era lei, o qualcuno che le somigliava parecchio?
Al Vescovo di Belluno e al suo folto e pessimo gruppo di accoliti,
quella madre che a Roma ha denunciato alla pubblica autorità il figlio assassino non ha forse usato carità nei confronti del ragazzo? Meglio chiuso in prigione a meditare, si spera, sui suoi crimini, o libero a commetterne altri?
Chi ha orecchie da intendere…purtroppo vi hanno tagliato orecchie, cervello, ma soprattutto la comprensione del cuore.
Ma non era meglio entrare nel Regno dei Cieli con un occhio solo, amputati di ciò che ci impedisce di camminare speditamente verso la santità?
Cordialmente.
Mi pare inoltre troppo subitaneo l’intervento sconclusionato di “Vox populi”, solo a 9 minuti di distanza dal sedicente Padre Roberto.
In così poco tempo avrebbe letto il commento del “Padre” e si sarebbe accinto a rincarare la dose, sempre su don Minutella?
Sta attaccato al sito tutto il giorno per non perdersene una?
Ma per favore…
Se cominciano anche a mistificare l’identità spacciandosi per sacerdoti o religiosi, si arriva proprio a toccare il fondo.
Se poi mi sbagliassi, e Roberto Bellario fosse davvero un prete, chiedo scusa fin da ora.
Ma ne dovrei avere la certezza.
Ma siamo davvero sicuri che “Padre Roberto” sia davvero un Padre?
Normalmente in internet, se si digita il nome di un sacerdote, qualcosa appare sempre.
In questo caso non appare nulla di nulla digitando “don Roberto Bellario”, quale sembra essere il cognome dello scrivente.
Non vorrei fosse l’ennesima presa in giro di qualcuno che si spaccia per sacerdote.
Non mi sembra nemmeno il modo di scrivere di un prete o frate che sia…
A scanso di equivoci, una bella verifica la farei.
Comunque, al di là di tutto, personalmente sono in disaccordo con quanto scrive, soprattutto quando paragona Padre Ariel a don Minutella.
Se fosse davvero un prete poi, uno che si rivolge in quei toni ad un suo simile consacrato, non lo ascolterei nemmeno in una singola omelia.
ARIEL???? LETTERINA IN ARRIVO DA ROMA….HA HA HAAAA
MO TE SE N’CHIAPPETTANO…….
MINUTELLA 2…THE RETURN!!!
[Ah, l’ennesimo messaggio insultante-aggressivo dall’inconfondibile stile settarista-neokiko …]
Non ho ricevuto alcuna letterina, per adesso ho ricevuto invece numerosi messaggi privati di vescovi italiani che mi hanno mostrato apprezzamento per lo stile severo nella forma ma inattaccabile e impeccabile nella sostanza.
Credo che lei abbia un’idea a dir poco surreale e falsata di quello che nella realtà è il mondo ecclesiale ed ecclesiastico.
Per quanto riguarda il presbitero scomunicato Alessandro Minutella, il richiamo e il paragone è fuorviante e soprattutto fuori luogo. Di recente, i Padri de L’Isola di Patmos, hanno sollecitato il suo vescovo a voler procedere con gli ulteriori provvedimenti canonici. E l’ultimo provvedimento canonico sarebbe la dimissione dallo stato clericale, per evitare il perpetrarsi dello scandalo che sta dando ai Christi fideles.
Dunque, il paragone o parallelo che tenta di fare, è a dir poco assurdo.
https://isoladipatmos.com/stage/il-presbitero-scomunicato-alessandro-minutella-sta-avvelenando-le-membra-piu-semplici-e-quindi-vulnerabili-del-popolo-di-dio-i-padri-de-lisola-di-patmos-chiedono-allarcivescovo-di-palermo-di-vole/
Minutella santo subito!!
La profonda IGNORANZA con la quale Padre Ariel scrive questo post mi sorprende. Si definisce “dotto” e non riesce a capire che quella lettera (oltre che dovuta) ha a che fare con il discernimento delle “situazioni particolari” che sono ammesse dalla Chiesa Cattolica.
Le ricordo che ESISTONO situazioni nelle quali i separati POSSONO accedere ai Sacramenti; lei sta meramente cercando spazio per far crescere la sua fama ed e’ allo STESSO livello del Sig. Minutella.
Chiudo dicendo che lei il coraggio di umiliarsi davanti a tutti come ha fatto quel Santo Vescovo non lo potra’ mai avere; si chiama imitare Cristo…ha presente?
Vorrei tanto chiudere questo post con parole al suo livello, ma lei, mi creda, non merita nemmeno le parolacce.
Padre Roberto
Padre Roberto,
prendo atto che tu, oltre a non avere studiato teologia, non conosci neppure il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Non giocare sulle parole e con le parole fumose, almeno con me, ma piuttosto rispondi a due domande, anziché tirare in ballo termini “magici” svuotati di senso e usati a sproposito.
Questa la domanda:
La esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, ha in qualche modo, direttamente o indirettamente, abrogato le discipline ecclesiastiche contenute nella Familiaris Consortio del Santo Pontefice Giovanni Paolo II?
E’ stata riformata, con una lettera apostolica o un motu proprio, la disciplina dei Sacramenti, in particolare quella legata alla Santissima Eucaristia?
Queste sono le domande alle quali devi rispondere, mentre ti invito a vergognarti per avere ridotto la dottrina cattolica e la disciplina dei Sacramenti a una esplosione – oserei dire d’isteria mestruale – basata sulla pura, irragionevole e irrazionale umoralità, oltre che sul sentimento soggettivo.
La fede è altra cosa, la teologia è altra cosa, mi dolgo profondamente se non te l’hanno mai insegnato.
P.S.
Per quanto riguarda il presbitero scomunicato Alessandro Minutella, ti ricordo che di recente, i Padri de L’Isola di Patmos, hanno sollecitato il suo vescovo a voler procedere con gli ulteriori provvedimenti canonici. E l’ultimo provvedimento canonico sarebbe la dimissione dallo stato clericale, per evitare il perpetrarsi dello scandalo che egli sta dando ai Christi fideles.
Dunque, il paragone che fai, è a dir poco assurdo.
https://isoladipatmos.com/stage/il-presbitero-scomunicato-alessandro-minutella-sta-avvelenando-le-membra-piu-semplici-e-quindi-vulnerabili-del-popolo-di-dio-i-padri-de-lisola-di-patmos-chiedono-allarcivescovo-di-palermo-di-vole/
Hai letto con attenzione la lettera di “Renato vescovo”?
Ti sei accorto che, oltre ai separati si rivolge anche agli adulteri conviventi more uxorio ed ai conviventi non sposati?
Lo sapevi che i separati sono cosa ben diversa dagli adulteri conviventi more uxorio e dai conviventi non sposati?
Mio Signore e Re donaci un mucchio di sacerdoti con le palle come padre Ariel. Siamo con lui, quindi lavoriamo per il tuo Regno!
Sto pensando, dopo che il Padre Ariel ha scritto, e noi abbiamo commentato, quindi ci siamo detti (quasi) tutto, che però c’è un’ultima cosa da dire sulla questione.
Dunque, un prete che è caduto nell’omosessualità e nella pedofilia, come nel caso dell’outing fatto a suo tempo dal famoso don Lorenzo Milani, vedi qui:
https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2019/11/07/comunicato-stampa-don-lorenzo-milani-ecco-perche-viene-accostato-a-bibbiano/
andrebbe rimosso da ogni incarico e messo in condizioni di non nuocere. Anzi, non avrebbe dovuto nemmeno esser fatto prete.
Ora, il caso del Vescovo di Belluno S.E. Marangoni, è più o meno grave di quello di don Milani? Più grave, direi, perché un Vescovo ha la responsabilità di una intera Diocesi, che è molto più di una sola parrocchia, che viene deviata tramite un magistero corrotto. Quindi si dovrebbe revocargli immediatamente ogni incarico, come sopra.
Verrà fatto?
Probabilmente no, vista l’aria che tira. Ma il Giorno del Giudizio incombe, e tutti i responsabili di questa situazione, che ora paiono inamovibili, non li vedo messi molto bene, in quella sede.
Caro Confratello,
è esattamente ciò che noi, chiamati a esercitare soprattutto il sacro ministero di confessori, tentiamo di far capire a tutte quelle persone che, male informate ed a quanto pare ormai deviate anche da alcuni vescovi stessi, osano chiamare la Santissima Eucaristia «è un mio diritto» e poi vengono anche a spiegarti perché «oggi si può». E come fonte ti portano articoli di giornale, interviste a vescovi e via dicendo …
Un anziano presbitero ottantenne mi diceva: «Mi vuoi bene? Allora prega affinché Dio mi faccia morire presto».
Ho risposto: «Stai sereno, tu ormai hai dato, adesso a patire e combattere vorrà dire che rimarremo noi».
In realtà, voleva essere una risposta al commento di Paolo che distorce le parole dell’apostolo (vedi sopra), ma devo aver sbagliato nell’inviare la risposta.
Caro Confratello,
la tua risposta è di una lucidità e di una pertinenza ineccepibili.
Per questo ti ho dato man forte incentivandola con un mio commento.
andrà sempre peggio
A quanto mi risulta anche il Vescovo di Vittorio Veneto Mons. Corrado Pizziolo ha dato analoghe “direttive pastorali in applicazione dell’esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Laetitia” (http://www.diocesivittorioveneto.it/….asp?news=4508)
Per quanto riguarda i divorziati per esempio, per rimanere nel tema dell’articolo, davanti allo Stato non possono rivendicare il diritto di esimersi dal pagamento degli alimenti se il giudice lo stabilisce secondo le norme vigenti. Se lo fanno incorrono nella debita sanzione e questo già lo sanno.
Si atterranno quindi a quanto stabilito o ne subiranno le conseguenze.
Non voglio con questo assimilare la Chiesa allo Stato, ma solo rendere l’idea che se non si intendono osservare i principi informatori alla base dell’entità con cui vogliamo interagire, si devono anche accettare le conseguenze che ne derivano.
Mi pare che si veda la Chiesa come un grande contenitore, in cui poter mettere di tutto, secondo le proprie regole e le proprie idee. Ma se la Chiesa predica il principio dell’indissolubilità del matrimonio come sacramento, fondandosi su Cristo e sul suo Spirito, se sciolgo questo vincolo sacramentale debbo sapere che ci sono delle conseguenze. Non sono in titolo per rivendicare diritti, perché non sono io che stabilisco i principi come pare a me.
Questo credo valga per tutto: matrimonio dei preti, donne sacerdote, ecc…
A me pare che la Chiesa, considerata la ragionevolezza di tutti i discorsi fatti sopra, sia proprio sotto un bell’attacco, da dentro e da fuori.
Esistono tante realtà nel mondo che hanno le proprie regole ed i propri principi e nessuno si sognerebbe mai di contraddirle per rivendicare diritti ad entrare a farne parte senza doverle osservare o, al massimo, si pagano le conseguenze per non averle osservate.
Mi vengono in mente le università col test d’accesso: se non lo superi non vieni ammesso. Inutile rivendicare il diritto di andare a farne parte. Le norme degli stati sulla cittadinanza: inutile rivendicarla per far parte di quello stato se non detieni i requisiti, ecc.
Ovunque ci si deve attenere a ciò che è stabilito nei principi della realtà alla quale si ambisce.
La Chiesa si fonda su dei principi irrinunciabili, fondati da Cristo stesso e dal suo Spirito nei secoli. Sono quelli, chi rivendica il diritto a farne pienamente parte li deve accettare, altrimenti faccia la sua vita.
Che oggi si rivendichi il diritto di far parte della Chiesa, però alle proprie regole, lo vedo come un attacco atto a destabilizzarla e stigmatizzarla.
«[…] chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» [I Cor 11, 27-29]
Ma chi, stando a San Paolo, mangia il pane o beve il calice in modo indegno? stando a ciò che si legge chi mangia e beve SENZA RICONOSCERE in ciò che mangia e beve il corpo e il sangue del signore, quindi chi mangia e beve senza credere nel mistero dell’Eucarestia. ma certo non il peccatore…
Tutti siamo peccatori e nessuno, in senso assoluto, è degno di ricevere il Signore.
Però, attraverso il Sacramento della Penitenza, chiediamo perdono dei peccati e proponiamo sinceramente di correggerci.
Ora come si fa a chiedere perdono e a correggersi se non si ritiene peccato la propria scelta e, perciò, non si fa nulla per cambiare la propria situazione, perché la si ritiene del tutto legittima?
Riconoscere è la traduzione italiana del verbo greco “diakrinô” che non significa tanto “credere nel mistero dell’Eucarestia”, ma si potrebbe tradurre con: preferire qualcosa a qualcos’altro, decidersi per un qualcuno o qualcosa, prendere posizione in una disputa a favore di qualcuno o qualcosa.
Il senso è dunque: chi non abbandona il male scegliendo di stare dalla parte di Cristo sceglie la propria condanna.
@Paolo
hai qualche problema di comprensione testuale. Hai citato:
” chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore”
Vedi tu, e vedano anche Pizziolo e Marangoni, al quale hai fatto bene a scrivere, anche se servirà a poco – ciascuno fa le sue scelte, questo è un Paese libero – ma almeno non potrà dire di non essere stato avvisato, in previsione del Giorno del Giudizio, che viene per ciascuno di noi.
Vedi tu, se in quella sede, dove tutto quello che è già chiaro sarà chiaro anche a coloro che preferivano dare una loro interpretazione dei fatti, gradisci essere accomunato alla loro sorte?
Credo che questa sia una delle tante “perle” che i nostri Ordinari sessantottini stanno mettendo insieme… chissà che bei “gioielli” ne ricaveranno! C’è un particolare che mi inquieta e mi disturba molto: sembra quasi che chi cerca di vivere cristianamente, alla ricerca della propria santità e quella della Santa Chiesa, deve sentirsi in colpa nei confronti di chi vive nel torbido! Questo particolare mi irrita molto! Grazie padre Ariel per la strenua difesa del Santo Vangelo e della Santa Chiesa e del suo Magistero! Un ricordo nella preghiera.
Finalmente si parla chiaro ! Ho capito che dobbiamo cercare di rimanere attaccati alla vita Sacramentale altrimenti facciamo il gioco del nemico . Ma proprio tanti preti ma sopratutto vescovi che agiscono da “buon pastori” non ne vedo in giro. Sopratutto vescovi ….perché ? Che prova stiamo vivendo ? E se molliamo anche noi pecore smarrite ed impaurite che responsabilità abbiamo nei confronti del Maestro ?
segnalo https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2019/11/22/news/la-diocesi-apre-ai-divorziati-sara-possibile-la-comunione-1.37939296?fbclid=IwAR1i5xwn2Ua687c9Qo_mP0C41db74yqsnkLDJgAf8LIuoHLXlS0Nmz3W4M0
Caro padre Ariel,
a me sembra che il vescovo di Belluno voglia fare un po’ il primo della classe nel senso che ha imparato bene la lezione ed ora fa vedere per primo, appunto, che la sa e la mette in pratica.
Ma chi gliela ha insegnata con un documento ufficiale? Per non parlare delle perle diffuse in via ufficiosa tramite Scalfari. E non mi si dica che il giornalista è vecchio e capisce una cosa per l’altra.
Purtroppo ha capito benissimo cosa pensa l’ Argentino!
D’accordo, sono decenni che noi popolo cristiano siamo diventati prostitute,ma chi ci ha quasi condotto per mano a frequentare il casino? Affinché noi puttane possiamo redimerci serve un miracolo: che la tenutaria si redima e chiuda il casino. Preghiamo per questo.
@nonversolottopermille
Ho letto tutti i commenti, e il tuo mi pare il più appropriato. E’ proprio quello che pensavo anch’io.
Aggiungerei che tutto deriva dal fatto che nessuno, da tempo immemorabile, ha più educato il popolo all'”essere”. Quello, con una certa sistematicità, solo il Giussani l’ha fatto. Ma non è che l’abbia pianificato, gli è uscito così, dalle mani, perché, certo, era un uomo di fede, ma aveva un carisma speciale per tirar fuori dalla gente il meglio di sé.
Questo pontificato, col suo magistero deviato, fa il contrario. Comunque, poi, ciascuno di noi è dotato di intelletto, e fa le sue scelte, nonostante Bergoglio & associati, come lo sventurato Marangoni.
Hai ragione, preghiamo, e convertiamoci, magari. E’ la meglio.
Caro Padre,
Sinceramente non capisco tutta questa attenzione verso i “divorziati risposati” come fossero delle vittime. Vittime di cosa?
Dietro i divorzi c’è nella maggior parte dei casi il peggio che si possa pensare. Le vendette, le calunnie, le lotte per spartirsi soldi, i cani, pentolame etc.. sono una costante dei divorzi, basta chiedere a un magistrato o avvocato…
La condizione di partenza è spessissimo questa e un divorziato che si risposa spesso cela il disinteresse verso la prima famiglia e verso i figli della prima moglie (penso ai miei cugini, il cui padre si è risposato e nemmeno li saluta più o ai diversi amici e conoscenti che hanno arricchito gli psicologi a causa di traumi ricevuti per una casistica infinita di violenze psicologiche).
Forse a Belluno pensano che si tratti di devoti cattolici che soffrono per il loro status di “divorziati risposati”? e chiede loro perfino scusa?
Stavo pensando alla Beata Elisabetta Canori Mora, ma chi gliel’ha fatto fare? poteva lasciare suo marito e risposarsi no?…
Caro Padre, appoggio la sua reazione e sarò con lei anche se dovessero fare il possibile per tapparle la bocca
Attilio
Sì, i cattivi pastori sono una causa seconda.
La causa prima è il popolo godereccio che si vuol “liberare”: ha i pastori che si merita.
D’altronde è il tipico schema delle punizioni divine: vi faccio vivere come volete voi, siete liberi, vi renderete conto da soli a cosa andate incontro procedendo lungo quella strada.
Certamente, ad un certo punto, tra popolo infedele e cattivi pastori si instaura un circolo vizioso.
Grazie Padre Ariel ed altri padri de L’Isola di Patmos.
Grazie, grazie, grazie. La Verità vi farà liberi! Ce ne fossero di pastori che sanno guidare così chiaramente il loro gregge. Certo che dover ribadire cose per certi versi così scontate significa che siamo messi proprio male.
Ancora grazie!
Mi auguro davvero di sbagliarmi, ma non mi stupirei se il suddetto Vescovo di Belluno fosse sommerso da missive di solidarietà, per prudenza magari “personali e riservate”, di tanti “colleghi” per le “offese” ricevute con il suo articolo, caro P. Ariel.
Perché, cosa che non devo certo spiegare a Lei, un conto è venerare la “parresia”, un altro praticarla.
Grazie Padre Ariel
Lei è un vero padre con veri controc* e una penna degna di Swift!
Anch’io ho scritto al Vescovo di Belluno pregandolo di scusare padre Ariel perché quest’ultimo, quando ha uno scatto d’ira (e gli succede spesso quando sente la parola omosessuale o anche soltanto divorziato) non sa che cosa gli esce di bocca
caro padre Ariel
lei parla di “apostasia” del vescovo di Belluno, ma vorrei domandarle chi è che l ha fomentata?
chi è che ha idolatrato la pachamama in Vaticano?
Perchè si meraviglia?
Chi è che dice che “DIO vuole la pluralità delle religioni”, chi dice che la madonna non è nata santa?
un fedele di fronte ad una gerarchia apostata e eretica cosa può fare?
Se non si sente in comunione o non li considera più pastori fa male?
La ringrazio
Caro Fabio,
la decadenza irreversibile che stiamo vivendo non dipende né può dipendere da una persona, o da alcune persone. L’una e le altre sono solo il prodotto finale di un lungo processo che dura da sessanta/settant’anni.
L’analisi di certe situazioni è molto complessa e dare la totalità della colpa alle ultime ruote del carro non è né realistico e neppure giusto.
Cosa può fare un fedele?
Accettare la prova e con essa il dolore che questa tragica prova comporta.
L’epilogo della vita di Gesù Cristo non è il suo ingresso trionfale a Gerusalemme tra cori di “osanna!“, ma sulla croce, dove alla sua sofferenza fisica fu unito persino lo scherno, la presa di giro, la spugna imbevuta di aceto.
Da mezzo secolo a questa parte abbiamo “drogato” i fedeli con l’idea di un Cristianesimo che è tutto quanto emotiva gioia, pace, amore, festa …
Abbiamo dimenticata la croce, anzi l’abbiamo rinnegata.
Molti hanno dimenticato e persino negato (legga il mio libro su La sette Neocatecumenale), l’elemento soteriologico del sacrificio eucaristico, mutando la stessa Santa Messa in festa, banchetto, incontro tra i fratelli che saltano e ballano al suono delle chitarre e dei bonghi.
Ovvio che dinanzi al sorgere dei primi problemi, un elevato numero di fedeli è caduto in crisi profonda, del tutto privi degli anticorpi per farvi fronte.
Da tempo vado ripetendo – ah, li mortacci … ma chi me sente! – che stiamo vivendo una grande prova di fede che può essere superata solo rimanendo uniti alla Chiesa e comprendendo che certi cattivi pastori sono anche e non ultimo il prodotto di un esercito di fedeli che da tempo ha ceduto ai capricci e alle insidie di questo mondo, dando di conseguenza alla Chiesa quei cattivi pastori che non sono scesi dal cielo, ma che sono stati partoriti proprio dal Popolo di Dio, da eserciti di cattolici che votavano a favore dell’aborto, che consideravano lecita e “caritatevole” l’eutanasia, che compravano case ai figli affinché andassero a convivere al di fuori del matrimonio, che vivevano una morale soggettiva tutta quanta loro e del tutto avulsa dalla dottrina e dal magistero della Chiesa, facendosi un Cattolicesimo fai-da-te su misura.
“Voi”, avete dato vita ai cattivi pastori che da sempre sono scelti tra il Popolo di Dio.
E oggi, alla resa dei conti … ma di che “cacchio” vi lamentate?
In merito alla sua risposta sul tema oltre alla condivisibilissima frase “Cosa può fare un fedele?
Accettare la prova e con essa il dolore che questa tragica prova comporta” quindi a rimanere in teoria fedele alla Chiesa Cattolica Romana a livello pratico cosa deve fare un fedele? Personalmente mi trovo in difficoltà, ad esempio, nel difendere la Chiesa di fronte ad atei/agnostici che glorificano l’attuale situazione e pontificato. Ma soprattutto prendendo in riferimento un periodo tragico della Chiesa ovvero l’annosa questione della Chiesa Romana (ed i particolar modo Africana) che sorse dopo le persecuzioni cristiane (in particola modo di Diocleziano nel III/IV sec. ) sulla liceità delle nomine e quindi dei sacramenti dei preti cosiddetti lapsi la domanda e la questione, per me fedele sorge oggi ancora più dirompente: i sacramenti dei vescovi adoratori di Pachamama nei Giardini Vaticani sono ancora validi? e le loro ordinazioni? i loro insegnamenti? Saputo che per il Vescovo di Belluno il peccato non esiste, in poche parole, i suoi sacramenti valgono? L’Ostia data la prete comunista pro-immigrati è ancora sacra? E’ lecito dare 8×1000 ad una CEI immigrazionista?
“Voi”, avete dato vita ai cattivi pastori che da sempre sono scelti tra il Popolo di Dio.
E oggi, alla resa dei conti… ma di che “cacchio” vi lamentate?
Sì, in effetti… pur nella mia limitata esperienza, mi sono accorto che in ambiente parrocchiale è ormai diventato quasi impossibile parlare da cattolico fra cattolici.
Per dirne due:
– al centro aiuto alla vita si prescrive tranquillamente la pillola anticoncezionale; guai però a chiederne conto o a dirlo ad alta voce, si offendono e ti cacciano…
– in parrocchia ci sono riunioni dove si parla di tutto, una vera sagra; alla sagra divieto di ingresso solo a chi volesse parlare da cattolico fra cattolici di attualità, ad esempio di gender…
In effetti la differenza fra Chiesa e Mondo si fa sempre più sottile e non è il Mondo che si sta convertendo…
Io ho lasciato tutto! Non vado più a Messa e direi che son caduta anche in una discreta depressione, dovuta anche ad altre cause tipo l’aver assistito alla xsecuzione e annientamento fisico di una povera santa monaca, lavaggio del cervello ecc. Poi vedo il papa che ratifica tutto il male possibile e ripete ogni giorno le stesse parole da 7 anni, dimenticando e fregandosene delle xsone che non solo non ricevono più il nutrimento spirituale , ma devono ricevere legnate continue. E ancora, assistere alle uscite di preti e vescovi e cardinali squinternati che mettono fuori eresie e apostasie giornaliere. Me la vedo da sola con Gesù Cristo e tutto il cielo e poi si vedrà. Amarissimante.
Cara Anna,
comprendo lo scoramento. Ma – tra le tante risposte che potrei darle – analizziamo la cosa razionalmente. Tutti questi prelati traditori hanno uno scopo: demolire la Chiesa. È lo stesso scopo dei protestanti, da sempre: far credere che possiamo avere un rapporto con Cristo senza la mediazione della Chiesa. È sbagliato, perché finisce che perdiamo di vista il vero Cristo, così l’Anticristo ha buon gioco. Dunque, con la sua reazione pur in buona fede lei fa esattamente ciò che questi traditori vogliono. Invece, se vuole davvero “reagire”, deve fare proprio quello che non vogliono. Resti attaccata alla Chiesa e ai Sacramenti! Si scelga una chiesa diversa da quella che frequenta se c’è un prete indegno. A meno che lei non viva in una zona molto isolata, la troverà.
Signora Anna le sono vicina, per mia fortuna il mio parroco e “normale” ma capisco cosa intende, ormai non si può più dire nulla che si viene tacciati di essere integralisti, fascisti ecc.. da parenti, conoscenti e sconosciuti.
Mi dispiace anche per la suora di cui parla, cosa aveva fatto? Aveva sostenuto con qualche prete o vescovo o catechista che l’aborto o il divorzio non sono proprio delle cose fantastiche?
Spero che anche lei trovi un prete decente che sia per lei il conforto spirituale che adesso le manca.
Buona serata e buon Avvento.
Rev. Padre Ariel,
lei scrive nello stile di Lutero: brutalmente chiaro, dice mio figlio (ammirato). E pure taglia con perizia le scorciatoie che le persone di potere meschine e suscettibili tipicamente usano per tacitare subalterni coi mezzi del potere.
Cosicchè asini e/o puttane con la mitra sono avvertiti: tolleranza zero!
Continui così, indignato ma semplice e oggettivo nell’argomentazione, e le pronostico un futuro televisivo ragguardevole, per il bene di tutti; tranne forse del suo personale.
Caro padre Ariel,
non sono le scuse agli adulteri che mi irritano moralmente, è quello che, in quella lettera, segue a quelle scuse;
se infatti la lettera fosse stata del seguente tenore:
“C’è una parola iniziale da confidarvi: Scusate! C’è in questa parola la nostra consapevolezza di avervi spesso ignorato nelle nostre comunità parrocchiali. Forse avete anche sofferto per atteggiamenti tra noi di giudizio e di critica nei vostri confronti…”
… Perdonateci di non avervi accolti a braccia aperte al fine di farvi conoscere che la retta dottrina, finalizzata alla salvezza eterna, insegna che l’adulterio non è solo un peccato contro l’uomo ma anche contro Dio, che anche “chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” e di non avervi ben chiarito che, chi vive in costanza di adulterio, ha spanata la via che conduce all’inferno… pregate per chiedere la forza di tornare sulla retta via… accostatevi alla Riconciliazione… nell’Eucarestia restate fedeli alle parole di Cristo… noi non faremo mai mancare la preghiera per voi.
Caro padre Ariel,
ho perso per strada, nel mio intervento, la richiesta di una sua risposta:
Quale sarebbe stata la sua opinione se la lettera di quel Vescovo, dopo l’esordio delle scuse, fosse proseguita nei termini da me indicai sopra?
Ed anche il finale della lettera mi sembra condivisibile:
“Ci risuona una parola di Gesù: «Coraggio, alzati, ti chiama!». Parola che egli pronuncia su ogni vita, anche quando essa sembra compromessa nelle sue radici.
È per questa sua parola che vorremmo incontrarci tra persone che sentono delle ferite aperte nei loro affetti familiari o che hanno ricominciato una vita insieme e desiderano porla accanto a questa parola di vita di Gesù. ”
Peccato che però, prima, il presule affermi che sono più importanti le situazioni in cui vivono le persone di oggi di quanto non lo siano le parole che Cristo ha pronunciato due millenni fa: forse ha fatto scuola la nuova dottrina per cui, ai tempi di Cristo, non esistevano i registratori e la cultura di allora non era misericordiosa come quella odierna.
Articolo superlativo, complimenti Padre Ariel!
E adesso attendo…un pezzo sul ‘sinodo amazzonico’.
BENTORNATO !!!! p. Ariel…
Si sì….No no..
Dio la benedica !
Padre Ariel non ha capito niente.
Un mio amico, teologo gesuita di Civiltà Cattolica, mi ha invece spiegato tutto. Riporto le sue parole alla lettera, tanto splendono di luce cristallina:
“Il vescovo, nell’“aprire un rapporto di conoscenza” con coloro che “hanno iniziato nuove esperienze di unione”, nella semplice persona di “Renato, vescovo,” intende aprire idealmente le sue braccia verso l’altro da sé con un invito a dargli del tu, e ci chiama a concorrere con contrito spirito di servizio all’articolata posa in opera di strutture relazionali interattive e interpersonali, in un quadro rivoluzionario di rinnovata cooperazione e umanizzante reciprocità che sappia cogliere le opportunità che lo Spirito infonde nella ricettività umana per innescare fattori dinamici di creatività capaci di rigenerare potenzialità inerti nel campo delle vie dell’accoglienza, al fine, in un primo momento, di procedere all’attività preliminare di esplorazione degli spazi dell’affettività così come si configurano nelle realtà periferiche del vissuto quotidiano delle varie forme cosiddette irregolari di vita famigliare sul territorio, e in un secondo momento di giungere all’individuazione di percorsi condivisi di accompagnamento meglio focalizzati nel concreto di ogni situazione particolare, veri e propri cammini dialogici nella geografia dell’esistenza, atti a ricondurre le persone colpite da logiche di esclusione alla piena fruizione della vita comunitaria – non solo settariamente, e perciò equivocamente, “parrocchiale” – a coronamento di un processo che individua traiettorie di conversione accomunanti accompagnati e accompagnatori, nella misura in cui esse si configurano come laboratori permanenti e solidaristici di vicendevole e fraterno discernimento, i quali, in quanto tali, si pongono come centri nevralgici di virtuoso autosviluppo e crescita sostenibile dell’azione caritativa nelle viscere dolenti della società.” ?
Il Conte Mascetti è in estasi…
Ma lei, sig. Zamarion è rimasto ad ascoltare tutto quel discorso (supercazzola) del suo amico gesuita, fino alla fine???? Io alla terza frase gli avrei detto: ” ma và a ciapà i racc.
Ahahahah! Nemmeno satana sa usare un linguaggio così da azzeccagarbugli ?
Grazie Padre Ariel.
In questo tempo di relativismo assoluto, in cui ognuno (soprattutto i non credenti) si sente nel diritto di dire alla Chiesa cattolica ciò che dovrebbe fare e dire, Lei ha il coraggio di riaffermare la verità.
Questo mi riconforta.
Per fare questo lei rischia anche un rimprovero o altra punizione (mi scusi questo lessico banale e non preciso, ma non sono un’addetta ai lavori, come si suol dire).
Le auguro di poter continuare nel suo sacerdozio ministeriale ancora per lunghi anni.
Un caro saluto,
Paola