La grande decadenza e «Il silenzio degli innocenti». Quando per proteggere la madre e la famiglia i figli devono superare la grande prova di fede: vivere e soffrire come se il padre non esistesse, ma senza mai dimenticare che egli rimane sempre il legittimo padre
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Se fosse stato possibile interloquire con Carlo Magno commentando il “Chi dicono gli uomini, le folle che io sia? E voi, voi chi dite che io sia?”, oggi come oggi avrei risposto:
tu sei il Cristo, il figlio del “matrimonio” tra Dio e l’Uomo, di quell’Uomo maschio e femmina in Maria la sposa di Giuseppe (Maria era donna, ma Maria la sposa di Giuseppe era “Uno” col proprio sposo).
Buona sera Padre Ariel , lei termina la sua riflessione invitando tutti a cercare isole sicure nelle quali si annunci e trasferisca la “rivelazione”…
Ora mi chiedo , perché non nell’Ortodossia Orientale ?
A parte i loro “problemi” attuali legati al “potere” centrale tanto contestato e presente anche tra loro ….mi sembra che dal punto di vista dottrinale e di fede stiano comunque reggendo meglio di noi Chiesa Occidentale.
…perché forse non li conosce dall’interno.
Hanno problemi molto più complessi dei nostri e sono affetti da una divisione e da una litigiosità spaventosa, proseguendo imperterriti da mille anni a scomunicarsi gli uni con gli altri.
Buona sera caro Padre Ariel, anche io spesso di fronte al caos che avanza nella Chiesa spesso ho invidiato le Chiese ortodosse come spiaggia più sicure. Pur non essendo un profondo conoscitore del mondo ortodosso mi pare di poter dire che le divisioni i litigi a cui Lei accenna o le continue scomuniche che i Patriarchi si lanciano tra loro da mille anni siano dovute sopratutto a problemi di giurisdizioni e competenze territoriali piuttosto che a differenze tra le varie Chiese in materia di fede o dottrina. Per concludere mi chiedo come mai se da secoli gli ortodossi hanno eliminato la Pietra voluta da N.S.G.C. sulla quale poggiare la Santa Chiesa, presso di loro esiste una stabilità per quanto riguarda la fede, la vera dottrina e anche nella sacra liturgia, a differenza di quello che da oltre mezzo secolo è avvenuto nella Chiesa Cattolica. La prego di illuminarmi in questo dubbio che le espongo, forse mi sbaglio, non capisco. Che IDDIO la benedica.
Gli ortodossi, con le dovute eccezioni, hanno una cultura religiosa elementare, venata di superstizioni. Il popolo non sa molto di religione: da ciò un anticlericalismo diffuso, con la convinzione che ai preti interessino solo le offerte. I loro prelati vanno a studiare teologia in Germania e ne tornano con le idee che possiamo intuire. Non esiste la parrocchia presso gli ortodossi né obbligo domenicale. I più vanno a messa solo per Pasqua, fanno battezzare i bambini e per il resto si arrangiano come gli va.
Tra l’altro, sono ammiratori degli ortodossi anche taluni prelati cattolici romani che allo stesso tempo sono bergogliani e melloniani, non indossano l’abito (ma magari si fanno crescere la barba come i preti ortodossi) e irridono ai cattolici “tradizionalisti”. Richiesti della contraddizione, rispondono che le situazioni sono diverse. Secondo me hanno solo una gran confusione in testa.
Caro padre Ariel,
Ho letto il suo articolo e se sulle prime mi sono trovato grosso modo d’accordo, riflettndoci poi con calma mi sono sentito di dover dissentre. Siamo proprio sicuri che mantenere a tutti i costi l’unità sia un bene? Non tutti gli scismi sono stati negativi, come ad esempio i tre papi dell’epoca avignonese. A volte dopo una grande crisi e un grande strappo, ci possono essere grandiricuciture e grandi rinascite. E se fosse proprio lo scisma la strada da perseguire. Capisco che è un’idea che spaventa e che viene rigettata soprattutto da chi, come lei, ama la Chiesa. Ció nonostante sono sempre più convinto che un grande strapposarebbe salutare. “Andate a comprare l’olio, affinchè non abbia a mancare nè a voi nè a noi” (cito a memoria). Beh, forse è giunto il tempo che certa gente vada a compranserlo l’olio, invece che attingere sempre dalle lampade degli uomini di buona volontà.
Tutte le vie dichiarano che porteranno alla salvezza o alla liberazione. Molte di esse propongono itimerari che già durante il corso della vita consentono di raggiungere determinate stazioni spirituali dalle quali più non si scende e non si torna indietro, perchè lo spirito si è fissato permanentemente nel cuore e l’anima sperimenta il distacco dal corpo, la dismissione della tunica di pelle o detto altrimenti la sua morte
E’ stato scritto in un’altra via:
“Nessuno può conserguire la via della gioia interiore
eccetto colui il quale segue la via dell’amato di Dio”
Credo che tra i percorsi quello proposto da dNajm al-Din Kubra dal titolo “Gli schiudimenti della bellezza e i profumi della maestà” sia particolarmente commendevole se non altro per la bellezza poetica del testo. Questa la silloge “Un altro affascinante testo di metafisica del sufismo. Najm al-Dīn Kubrā (1146-1221) di Khiva, in Asia Centrale, è con Suhrawardī e Ibn ͑Arabī uno dei caposcuola della mistica islamica medievale. Questo libro presenta in modo chiaro e diretto uno dei punti più alti del pensiero e dell’immaginazione religiosa dell’Islam nel medioevo. Capolavoro della mistica musulmana, è stato…
Caro Padre,
seguo regolarmente l’Isola di Patmos ma non mi sono mai permesso d’intervenire non essendo in grado di dire nulla di utile. Ne sutor ultra crepidam. Questa, però, gliela voglio raccontare, anche se riguarda un dettaglio secondario del suo prezioso intervento, così vasto e complesso. Il papà del più caro amico della mia adolescenza lavorava nel cinema come tecnico, ai tempi dello splendore di Cinecittà, e collaborò con tutti gli autori più noti. Una volta ci raccontò scandalizzato che quel regista, proprio quello che trasformò i primi seguaci di San Francesco in un gruppo di effeminati sculettanti, gli aveva fatto la seguente dichiarazione: «Noi omosessuali siamo considerati anormali perché siamo in minoranza, ma quando saremo in maggioranza gli anormali sarete voi».
Affermazione che all’epoca mi sembrò assurda. Ma lascio a lei e ai lettori del sito immaginare quante volte, con crescente frequenza, mi sia capitato di ripensarci negli oltre quarant’anni trascorsi.