La filosofa Ipazia, gatta romana e socialista, entra nella questione “Enzo Bianchi ed i falsi profeti”, con un rimprovero a Nunzio Galantino

LA FILOSOFA IPAZIA, GATTA ROMANA E SOCIALISTA, ENTRA NELLA QUESTIONE «ENZO BIANCHI ED I FALSI PROFETI » CON UN RIMPROVERO A NUNZIO GALANTINO

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[…] la mia attenzione è caduta su una foto e sul relativo testo di S.E. Mons. Nunzio Galantino, il Segretario generale della C.E.I, che essendo avvezzo a frequentare anche istituzioni e relative persone sbagliate, si rivolgeva al sedicente Priore di Bose chiamandolo in pubblico: «Reverendo Priore».

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             Autore                 Ipazia gatta romana

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Cari Lettori.

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Ipazia gatta romana, durante il suo lavoro redazionale all’Isola di Patmos

Assieme alle compagne gatte della Lega Socialista mi rammarico per la nuova espressione scorretta del Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, S.E. Mons. Nunzio Galantino. Come infatti i Lettori sanno, io collaboro alla redazione dell‘Isola di Patmos con un ruolo di rilievo. Per esempio: salgo sulle scrivanie dove sono sistemati i computer di lavoro del Padre Ariel e di Jorge; quando il lavoro va’ per le lunghe ricordo che a una certa ora bisogna mangiare e via dicendo … insomma, svolgo la mia mansione redazionale. 

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Enzo Bianchi e Nunzio Galantino

il «Reverendo Priore» secondo S.E. Mons. Nunzio Galantino [in foto a sinistra].

Mentre i due di cui sopra montavano l’ultimo articolo di Giovanni Cavalcoli OP, che dinanzi alle ultime eresie del Bianchi pareva un toro da corrida dentro l’arena [cf. QUI], la mia attenzione è caduta su foto e relativo testo di S.E. Mons. Nunzio Galantino, che essendo avvezzo a frequentare anche istituzioni e relative persone sbagliate, s’è rivolto al Priore di Bose chiamandolo: «Reverendo Priore» [vedere testo QUI].

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Dovete sapere, Cari Lettori, che a causa di queste persone sono caduta in crisi di fede; e sebbene abbia ricevuta una formazione tomista e metafisica molto solida, al momento frequento l’Internazionale delle Gatte Socialiste. Padre Ariel non m’ha rimproverata, anzi sostiene che le crisi sono spesso salutari proprio per riportarci ad una fede più profonda e solida, per questo mi lascia fare. E lui di crisi se ne intende, visto che uscì a suo tempo da una crisi di fede per poi entrare anni dopo nel Sacro ordine sacerdotale.

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cirillo e metodio

i Santi Padri della Chiesa Cirillo e Metodio

Ciò detto voi capite, però, che questa del «Reverendo Priore» non l’ho digerita. Per questo – non perché condizionata da affetto ma per spirito di aequitas – esigo che il Segretario generale della C.E.I, qualora dovesse rivolgersi ai due Padri dell’Isola di Patmos, usi verso di essi il titolo riservato ai Patriarchi Maggiori: «Beatitudine». Se infatti in un pubblico contesto ufficiale S.E. Mons. Nunzio Galantino chiama «Reverendo Priore» un tale che mai ha professato i voti religiosi, che mai ha ricevuto i Sacri ordini e che è sottoposto solo all’obbedienza di se stesso, viepiù in un esotico monastero multi-religioso e multi-confessionale … capite che per senso delle ecclesiali ed ecclesiastiche proporzioni, a Padre Giovanni Cavalcoli ed a Padre Ariel S. Levi di Gualdo, egli deve rivolgersi col titolo di «Beatitudine», perché a confronto del sedicente priore bosiano, costoro vanno considerati due Padri della Chiesa, ma di un livello equiparabile a quello dei Santi Cirillo e Metodio.

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Vi invito ad ascoltare la canzone «Sebben che siamo gatte», eseguito da me e da tutte le mie compagne della Lega Socialista Felina.

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1 commento
  1. Angelo Bellettini dice:

    Cara Ipazia,

    come “gattolico” (cattolico amante dei gatti) non posso che unirmi alla tua correzione fraterna nei confronti dell’Ecc.mo Galantino che evidentemente i priori e i monasteri autentici non sa neanche dove stiano di casa, e percio’ regala a casaccio il titolo di priore a un eretico dal viso porcino che ha il physique du role di un macellaio di Trastevere.
    Quanto alla tua adesione al socialismo, ti rammento essere tale ideologia in aperta contraddizione con la Dottrina sociale: sono sicuro che te l’avranno ricordato anche padre Ariel e Jorge mentre eri intenta a rubare il cibo dal loro piatto (sono certo infatti che lo fai, in ottemperanza al motto social-comunista “quel che e’ mio e’ mio, e quel che e’ tuo e’ mio anche quello”)

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