Il Re del Signore degli Anelli e il Re della croce Cristo Re dell’Universo

Padre Gabriele

Omiletica dei Padri de L’Isola di Patmos

—  omiletica —

IL RE DEL SIGNORE DEGLI ANELLI E IL RE DELLA CROCE CRISTO RE DELL’UNIVERSO  

Proprio perché si è donato totalmente, Gesù può portare il ladrone in Paradiso, nel suo regno.  E così, dall’evento della crocifissione, può portare ciascuno di noi in Paradiso; riflettiamo sul fatto che in origine abbiamo ricevuto la nostra vita per un atto di donazione libero e gratuito di Dio. E anche la libertà dal peccato ci è donata sempre gratuitamente e liberamente sulla croce. Perciò da questo momento in poi anche noi possiamo essere partecipi della regalità di Gesù. 

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Autore:
Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

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Cari fratelli e sorelle,

Il Signore degli anelli: «Il ritorno del Re»

recentemente è stata tradotta di nuovo la splendida opera di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli. Per noi più giovani, tra i vari racconti è rimasto impresso Il Ritorno del Re, terzo libro della trilogia nel quale l’intrepido Aragorn Grampasso, dopo la splendida vittoria finale contro Sauron – la distruzione dell’anello da parte di Frodo – è incoronato re di Gondor. La storia di Aragorn ci richiama un regno fatato, in cui però il bene ha vinto definitivamente sul male e la morte. C’è dunque questo re che dopo una serie di peripezie è incoronato e finalmente glorificato.

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La festa di Cristo Re dell’Universo che oggi la Chiesa universale celebra, è innanzitutto del Signore, poi riguarda tutti noi. Leggiamo nella prima lettura vetero-testamentaria tratta dal II Libro di Samuele:  

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«Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele».

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Il popolo d’Israele stringe un‘alleanza con il Signore che, in precedenza, aveva detto a Davide di pascere il suo popolo. Dai libri storici sappiamo che Re Davide è a un tempo forte, ma con molte fragilità e cadute, anche molto gravi. Questo ricorda come anche noi siamo deboli, nonostante la grande fede che abbiamo nel Signore. Questo però non ci deve rendere tristi o disperati. Infatti il Signore Gesù stesso, prende la nostra forza, debolezza e fragilità e la unisce a Lui. Così facendo la eleva. Ci unisce dunque al suo trono, che è la croce, come ci narrano le parole del Vangelo di San Luca:

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«Il ladrone disse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel Paradiso”».

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Il ladrone pentito riconosce la regalità di Gesù. La regalità fu proprio quella di sedersi sul legno della croce, e da lì fu reso sovrano: perché infatti si abbassò, pur rimanendo Dio, in una donazione totale a noi.

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Proprio perché si è donato totalmente, Gesù può portare il ladrone in Paradiso, nel suo regno.  E così, dall’evento della crocifissione, può portare ciascuno di noi in Paradiso. Riflettiamo: in origine abbiamo ricevuto la nostra vita per un atto di donazione libero e gratuito di Dio. E anche la libertà dal peccato ci è donata sempre gratuitamente e liberamente sulla croce. Perciò da questo momento in poi anche noi possiamo essere partecipi della regalità di Gesù.

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Siamo già col battesimo figli nel Figlio, vale a dire figli di Dio. Adesso possiamo diventare regnanti nell’unico Re.  Su questo ci dice qualcosa San Paolo Apostolo nell’inno di Colossesi:

«Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce».

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Questa partecipazione alla sorte dei santi, implica che noi diventiamo in Cristo re insieme a Lui. Questo accade ogni volta che ci doniamo totalmente a Dio e al prossimo. Quando dico donazione al prossimo penso alle opere di misericordia spirituali e corporali. È una donazione misericordiosa, che non pretende un tornaconto monetario o morale. Compiamo un’opera verso un povero di spirito, e il Signore ci dona la sua gioia e il suo amore come unica ricompensa. E in quel momento davvero gustiamo il regno di Dio.

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Ha scritto il filosofo francese Jean Luc Marion:

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«L’amore non si dona se non abbandonandosi, trasgredendo continuamente i limiti del proprio dono, sino a trapiantarsi fuori di sé».

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Signore aiutaci a uscire dalle piaghe dell’Io egoista e di trapiantarci nel tuo abbandono tenero ed affettuoso per donarti a te, alta eterna Trinità.

Così sia.

Roma, 24 novembre 2019

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2 commenti
  1. paolo
    paolo dice:

    “E così, dall’evento della crocifissione, può portare ciascuno di noi in Paradiso. Riflettiamo: in origine abbiamo ricevuto la nostra vita per un atto di donazione libero e gratuito di Dio. E anche la libertà dal peccato ci è donata sempre gratuitamente e liberamente sulla croce. Perciò da questo momento in poi anche noi possiamo essere partecipi della regalità di Gesù.”

    … dall’evento della crocifissione può portare ciascuno di noi in Paradiso. Non potrebbe farci il dono del Paradiso a prescindere dalla crocifissione?

    • orenzo
      orenzo dice:

      «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ASCOLTA la mia voce E MI APRE la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).

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