The Devil among crime news, itching and reality in the 2024 (prima parte)
THE DEVIL AMONG CRIME, ITCH AND REALITY IN 2024
(prima parte)
«Human beings are amphibians – half spirit, half animal […]. Come spiriti essi appartengono al mondo dell’eternità, ma come animali sono abitatori del tempo»
– Catechesi –
Nel febbraio di quest’anno i mezzi di comunicazione di massa hanno annunciato la terribile notizia di un omicidio familiare a sfondo religioso. Il tutto si è consumato, con particolare ed efferata crudeltà, ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Con l’ormai consolidato spirito di puro prurito i talk show nazional-popolari ne hanno parlato per alcune settimane, mettendo a discutere nei salotti televisivi persone completamente prive di basilare conoscenza su certe tematiche.
Secondo le fonti giornalistiche un uomo avrebbe ucciso la sua famiglia, a eccezione della figlia diciassettenne. Successivamente avrebbe poi chiamato le forze dell’ordine per costituirsi. Il movente dell’omicidio, sempre secondo le fonti, sarebbe la presenza demoniaca in casa.
Di fronte a una tragedia del genere, che inizialmente mi ha molto scosso, ho ritenuto scelta migliore quella di tacere e di pregare. Se di fronte a questo raccapricciante episodio condanniamo fortemente questo omicidio e la chiamata in causa del Demonio da parte di persone esaltate, al contempo non ha senso mettersi a giudicarle per il loro status religioso e la loro fede, che Dio solo conosce. As a priest, frate domenicano e teologo penso sia però necessario chiarire qual è la vera natura del Demonio, e distinguere fra la responsabilità dell’Angelo decaduto e quella dell’uomo.
Per quanto un testo sul demonio attiri sempre, è per me importante scriverlo per risvegliare anche la coscienza e responsabilità personale nell’esercizio della virtù. Quante battaglie ci sono state nella storia d’Italia? Pensate alle guerre puniche e a Scipione, senza il quale non avremmo avuto la civiltà romana ma quella cartaginese. Pensate alla seconda guerra mondiale, quando gli alleati sono arrivati per liberare la nostra nazione dai nazisti. Ma questa battaglia ci coinvolge in quanto figli di Dio: tutti quanto siamo responsabili sia di noi stessi, in quanto persone, sia del Bene Comune nostro e degli altri. Uno degli esempi di applicazione del Bene Comune fu quando durante il Lockdown ci impegnammo a rimanere in casa, permettendo la pratica di quel Bene Comune che secondo l’insegnamento della Chiesa è «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, to reach one's perfection more fully and more quickly » (Dottrina Sociale della Chiesa, 346). Now, una delle condizioni che tutti col nostro sforzo virtuoso abbiamo raggiunto in quel momento fu finire al più presto la fase pandemica affinché tutti gli italiani possano perfezionarsi. Ma noi che siamo chiamati alla vita di fede, anche noi affrontiamo una battaglia speciale. Di questo ce ne parla San Paolo:
«La nostra battaglia, indeed, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6, 12).
Questa battaglia contro queste realtà spirituali, i demoni chiamandoli col loro nome, non è una battaglia a suon di colpi di spade, bacchetta magica o stregonerie. È una battaglia interiore, spirituale appunto, in cui il demonio cerca di deviarci dalla strada descritta da Dio per noi. Proviamo allora a fare una piccola descrizione del demonio, che vediamo innanzitutto agire contro Adamo ed Eva, innanzitutto in Genesi 3.
«Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! On the contrary, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò».
Il testo biblico ci dice qualcosa di importantissimo. Quello che sappiamo legandolo insieme al Nuovo Testamento ― e che la Dottrina cattolica ha assunto ― è che Satana e gli angeli ribelli hanno disobbedito a Dio. Ce lo spiega San Pietro:
«Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò in abissi tenebrosi, tenendoli prigionieri per il giudizio» (2PT 2,4).
La teologia angelica e demoniaca offre un approfondimento al testo biblico. Il demonio è innanzitutto un angelo, un angelo che ha disobbedito a Dio ed è decaduto. So, ha le stesse caratteristiche naturali degli angeli, ma con delle differenze che vedremo adesso. Innanzitutto il demonio, essere spirituale privo di corpo, come tutte le creature è stato creato da Dio. In gergo tecnico si dice che è pura forma sostanziale senza materia.
Come allora spiegare apparizioni di angeli e demoni? Una domanda che è normale porsi, se la sono posta i teologi che poi hanno offerto diverse risposte. Secondo San Tommaso D’Aquino il Demonio, quando appare in un certo modo, è perché combina gli elementi naturali e materiali: dunque diremo ad esempio che crea dei giochi di luce, delle voci terribili e delle immagini inquietanti (QUESTION, I, q. 41, a2, ad3). Non perché le abbia nella sua natura, ma perché è in grado di interagire sul mondo esterno e sull’uomo.
Secondo Padre Serge Thomas Bonino il Demonio si è macchiato di peccato d’orgoglio: indeed, essendo un ente spirituale voleva un bene spirituale. Il bene spirituale maggiore è ovviamente quello di essere come Dio. Ma il Demonio non voleva essere come Dio per un dono di grazia, spiega San Tommaso: pretendeva proprio di diventare Dio. In short, davanti a Dio reclamava il diritto di essere chiamato alla partecipazione divina (S. Bonino, Les anges et les demons, Parole et Silence, 2007, 246 – 264). Questo non è mai un diritto, It is a gift of grace, che viene offerta dal Signore a chi si affida a Lui. Il demonio, secondo San Tommaso fu orgoglioso e non volle affidarsi a Dio, e pretendeva allora di farsi Dio da solo. Per questi motivi fu scagliato nella Geenna, e da lì prova a tirarsi sempre più dentro di essa e nell’Inferno. Il Demonio agisce sugli uomini proprio per tirarli tutti lontano da Dio e condursi verso l’inferno, dimensione e “luogo” tutt’altro che metaforico, ma reale e soprattutto eterno.
Pur essendo campioni di orgoglio e di egoismo, tutti i demoni si sono coalizzati, in un patto di soggezione a Satana, capo dei demoni, col fine di togliere credenti a Dio. United, nel loro essere superbi, sanno di essere forti. Ma noi non siamo soli. Dio è con noi e basta conoscere in che modo essi agiscono: la tentazione. L’azione ordinaria con cui il Demonio ci ostacola e combatte è chiamata tradizionalmente tentazione. Questo però non implica che il Demonio compia azioni al posto nostro o costringendoci a compierle.
La tentazione è la dimensione della sollecitazione e dell’istigazione al peccato, anche più terribile. A noi non rimane che combattere e resistere a questo invito al male facendo uso della nostra libertà e del nostro libero arbitrio, attraverso i quali si può sia cadere nelle tentazioni diaboliche sia resistere e respingerle. È una battaglia impari ma noi non siamo soli. La grazia del Signore ci aiuta. Il demonio lo sa bene e per questo cerca di allontanarci da lui.
Clive Staples Lewis ha saputo dare voce in modo ottimo a questa certezza del Demonio, quando nella sua splendida opera Screwtape Letters fa dire al diavolo Berlicche:
«Human beings are amphibians – half spirit, half animal […]. Come spiriti essi appartengono al mondo dell’eternità, ma come animali sono abitatori del tempo» (Le lettere di Berlicche, chapter 8).
Rimaniamo sempre forti nella sua grazia, che attingiamo specialmente nei sacramenti e nell’intimità della preghiera. Con questi strumenti non dobbiamo temere nulla e diventare sempre più uomini e donne della virtù.
Concludiamo con l’aspetto: Demonio e prurito. I nostri Padri redattori Ariel Levi di Gualdo e Ivano Liguori, che a loro tempo fecero la formazione per gli esorcisti, hanno sempre ripetuto: «Del Demonio, nei contesti televisivi e sulla stampa, meno se ne parla, better '. Chiariamo cosa intendono dire: quando sentono affrontare in modo pruriginoso i delicati aspetti della demonologia ai vari talk show televisions, dove semmai qualche improvvido sacerdote o religioso accetta di parlare in un parterre popolato di soubrette attempate messe nel ruolo di improbabili opinioniste e di laicisti più o meno aggressivi e irridenti, entrambi finiscono con l’essere assaliti da orticaria, ed è cosa del tutto comprensibile. Nessuno di noi dovrebbe prestarsi a fomentare, anche e solo involontariamente, certi giochi di prurito. Salvo essere zittito, se non aggredito dopo nemmeno mezzo minuto che tenta inutilmente di spiegare ciò che in quei contesti televisivi non interessa proprio, perché l’unica e sola cosa a cui si mira è il prurito, lo spettacolo, non di rado il trash. Per questo certi sacerdoti dovrebbero evitare di accettare inviti in quei salotti televisivi dove spiegare certi delicati temi e offrire su di essi chiarimenti è proprio impedito. È in questo senso che i nostri due confratelli affermano: «Del Demonio, meno se ne parla, better '. Which is to say,: evitino, certi sacerdoti, di prestarsi a far ridere il Demonio mentre certi suoi fedeli accoliti non perdono occasione per mettere il prete o l’esorcista in difficoltà per poi esporlo nel ridicolo. For which reason this, l’Associazione Italiana degli Esorcisti, ha più volte esortato sacerdoti ed esorcisti a non accettare inviti a programmi televisivi evitando di andare a parlare su certi temi dove è impossibile trattarli. Non tutti però ascoltano, come infatti dice Al Pacino a conclusione dello splendido film L’avvocato del Diavolo: «Vanità … tra tutti i peccati resta sempre il mio preferito».
Florence, 10 April 2024
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