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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI
Reverendo Padre, una domanda diretta: visto che da domani, 18 maggio, potranno riprendere le sante Messe coram populo, Lei intende distribuire la Santa Comunione con guanti monouso?
Nessuno può obbligarmi a fare una cosa del genere, quindi, ciò che non si può comandare poiché contrario al sacro rispetto verso la Santissima Eucaristia, io non lo farò.
Anche perché l’Autorità Ecclesiastica dovrebbe poi spiegarmi e rispondere in modo chiari a preciso a questo quesito: e i guanti monouso, dopo l’uso degli stessi, che fine faranno? Forse dovranno essere gettati nella raccolta differenziata?
Figurarsi se io getterei nella raccolta differenziata guanti usati per toccare il Santissimo Corpo di Cristo.
Sia chiaro: non si tratta di disubbidire, tutt’altro! Si tratta di non attenersi a ciò che oltraggia la Santissima Eucaristia, verso la quali, di oltraggi, ne sono stati recati fin troppi.
Le faccio un altro esempio: una volta, mentre soggiornavo in una diocesi italiana, il vescovo diocesano mi disse: «Non portare la veste talare, perché i miei preti, che non la portano, sono infastiditi che uno porti la talare in pubblico». Risposi: «Vostra Eccellenza ha modificato il Codice di Diritto Canonico e le disposizioni date a tal proposito da Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e dalla Conferenza Episcopale Italiana?» Dunque: io porto la talare come previsto, pertanto, che i suoi preti non protestino e che Vostra Eccellenza non si permetta mai più di suggerirmi cose contrarie alle leggi e alle disposizioni della Chiesa»
Ecco, sempre per chiarire ciò che non è affatto disubbidienza.
Reverendo Padre, grazie. Sono rincuorata dalla sua risposta. Tuttavia, nella mia diocesi di appartenenza (Padova), le disposizioni del vescovo sono molto chiare e non certo identiche alle Sue. (http://www.diocesipadova.it/ripresa-delle-messe-con-il-popolo-il-decreto-del-vescovo-per-la-diocesi/).
Le chiedo: se io accetto la S. Comunione con questa modalità, sono anch’io in qualche modo colpevole di un ‘oltraggio’ – se non altro perché lo permetto – oppure no? E cosa dice del divieto di ricevere la comunione in bocca? Grazie in anticipo per la Sua risposta
Cara Adriana,
legga l’ultimo articolo di Padre Gabriele, perché al suo interno troverà molte risposte ai suoi quesiti.
Per quanto mi riguarda le ribadisco che nessun vescovo può obbligarmi a distribuire la Santa Comunione con i guanti di lattice; guanti che poi andrebbero smaltiti, presumo nella raccolta differenziata di rifiuti, perché una cosa simile mi fa letteralmente inorridire.
Una cosa molto importante, alla quale prestare attenzione, perché è una insidia nella quale è bene proprio non cadere, è l’uso ideologico e polemico della Santissima Eucaristia.
Sappiamo infatti che si sono gruppi di persone, oggi accompagnati anche da seguiti blog e siti, che fanno battaglie contro la Comunione data sulla mano. A questi ideologi – perché tali sono – non poteva capitar di “meglio” del coronavirus per incentivare le proprie polemiche.
Come spesso ho spiegato ai lettori: personalmente, la Comunione sulle mani, non l’ho mai data a nessuno, pur prestando totale ossequio alle disposizioni date in tal senso a suo tempo dalla Conferenza Episcopale Italiana. Infatti, il decreto in questione, autorizza a poter amministrare la Santa Comunione sia sulle mani o sulla bocca a scelta del fedele, sia a discrezione del celebrante sotto le due specie, ossia intingendo la sacra ostia nel Sangue di Cristo e porgendola al fedele sulla bocca. E così io ho sempre fatto sin da quando sono diventato prete: ho sempre dato la Santa Comunione sotto le due specie.
Le battaglie portate avanti da certe persone, siti e blog, non stanno né in cielo né in terra, perché ricevere con sacra devozione la Santa Comunione sulle mani, non è affatto il sacrilegio che loro vanno sbraitando in giro, quasi sempre attaccandosi a pseudo-teologie o a visioni catastrofiche di qualche mistico o mistica mal compresa.
La Comunione sulle mani, da laico, io non l’ho mai ricevuta. La prima volta che ho toccata la Santissima Eucaristia è stato dopo essere divenuto diacono. Ho sempre preferito riceverla in bocca, ma sempre ribadendo che, riceverla devotamente sulle mani, non è il sacrilegio che molti vanno dicendo in giro.
I fedeli hanno sensibilità diverse, come le ho espresso portandole come esempio me stesso, prima da laico e poi da prete. Quindi lei non deve sentirsi obbligata in alcun modo a ricevere la Santa Comunione in una modalità che potrebbe crearle disagio. In tal caso, faccia ciò che la sua coscienza le suggerisce di fare, per esempio rinunciando, nel caso, a fare la Comunione.
La disciplina della Chiesta stabilisce che il fedele si confessi almeno una volta all’anno e che riceva la Santa Comunione a Pasqua (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2041-2043).
La Chiesa non stabilisce, né mai ha stabilito, che è dovere del fedele fare di frequente la Comunione. Tutt’altro, come infatti chiarisce sempre il Padre Gabriele nel suo ultimo articolo, “la Comunione frequente” è cosa molto recente, risale all’epoca del Santo Pontefice Pio X, per l’esattezza al 1905.
Ciò che invece non va fatto è di dare vita a proteste e aggressioni verso l’episcopato, che per quanto riguarda la disciplina dei Sacramenti, non può e non deve certo prendere direttive e ordini da blogghettari, siti vari e giornalisti anziani che si sono messi a fare i teologi, i liturgisti, i canonisti … senza averne né la preparazione, né la sensibilità, né l’autorità.
Grazie per questa vigorosa testimonianza. Sono molto rattristata dalla situazione attuale, ma continuo a coltivare una tenace speranza fondata su Nostro Signore che “sarà con noi fino alla fine dei tempi”
Decisione lodevole. Purtroppo ormai i danni incalcolabili sono stati fatti, e in modi e misure diversi ne siamo tutti più o meno colpevoli, ma con capofila la CEIP (P=Patriottica), che (minimo esempio) addirittura ci ha spacciato per Devozione in trasmissione diretta del 1° maggio un “evento televisivo” registrato 5 giorni prima.