Che vuol dire essere in comunione col Romano Pontefice? I criteri della infallibilità
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“che il Sommo Pontefice, grazie ad un’assistenza speciale garantita da Cristo a Pietro… è dottore veridico e verace delle verità immutabili della fede, per cui non può sbagliarsi… non solo nelle circostanze solenni e straordinarie… ma anche nelle circostanze ordinarie e quotidiane”
e che “il Romano Pontefice riceve in quanto tale da Cristo uno speciale dono dello Spirito Santo, che gli serve sia come maestro della fede”,
non credo significhi affatto che le sue parole, prese alla lettera, debbano sempre essere conformi alla millenaria fede della Chiesa.
Talvolta anche i maestri di verità utilizzano parole in contrasto con la verità stessa allo scopo di meglio insegnare ai propri discepoli la verità.
Ricordando allora che il vero maestro è lo Spirito Santo e che il Santo Padre è pur sempre uno strumento dei suoi imperscrutabili disegni, ritengo che affermazioni del tipo: l’illiceità assoluta della pena di morte, il Padre che mai mette alla prova i suoi figli, Maria e Giuseppe profughi a Betlemme, il peccatore che permane nel peccato gradito a Dio…,
siano stimolo ad approfondire Scrittura e Tradizione per alcuni, segno di contraddizione e svelamento dei cuori per…
Per incarico di Cristo, il Papa, qualunque Papa, è dottore e maestro della verità evangelica, che non s’inganna e non inganna. Certe frasi di Papa Francesco che sembrerebbero eretiche, devono essere interpretate in senso ortodosso.
Dire poi che «talvolta anche i maestri di verità utilizzano parole in contrasto con la verità stessa allo scopo di meglio insegnare ai propri discepoli la verità», vuol dire proporre un procedimento machiavellico e disonesto, al quale nessun Papa si potrà mai attenere, per quanto il Papa attuale arrechi a molti fedeli numerosi problemi ed anche scandalo per l’ambiguità e l’imprudenza di certe sue espressioni, estranee al linguaggio proprio della Chiesa.
Una domanda per il teologo. Visto che Benedetto XVI è ancora Papa, potrebbe un sacerdote celebrare messa una cum Papa Benedetto? Quali sarebbero le conseguenze? Potrebbe mai essere considerato per tale condotta scismatico? Grazie
Sarebbe come se dopo la lecita e valida rinuncia di Celestino V e la lecita e valida elezione di Bonifacio VIII, qualcuno avesse seguitato a celebrare la Santa Messa applicando nel canone « Una cum famulo tuo Papa nostro Coelestinum »
È consentito citare Papa Benedetto come Papa emerito accanto a Papa Francesco. Sarebbe scismatico chi citasse solo Papa Benedetto. Non importa che questi sia ancora Papa, perché Benedetto conserva l’ufficio pontificale, ma non lo esercita. Chi lo esercita è Francesco. È quindi sbagliato e scismatico dire, come fanno alcuni, che oggi «abbiamo due Papi».
Cristo ha stabilito un solo Capo operante e questo Capo oggi è Francesco, perché per esser Papa nella pienezza del suo potere, ossia efficacemente operativo, non basta l’ufficio, ma occorre anche l’esercizio dell’ufficio petrino. Benedetto è rimasto Papa in un senso diminuito, non giuridicamente operativo, ma solamente spirituale, senza il diritto e il dovere di governare la Chiesa, anche se, stante l’altezza della sua personalità teologica e spirituale, con la preghiera, il sacrificio e il suo consiglio a Francesco può dare e dà al bene della Chiesa un contributo prezioso, unico ed insostituibile.