Un Papa modernista? Le falsità di Raniero La Valle
— difendere il Santo Padre dai falsi amici —
UN PAPA MODERNISTA? LE FALSITÀ DI RANIERO LA VALLE
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È molto triste e scandaloso che un uomo di valore e di lunga esperienza di vita come La Valle sia precipitato così in basso calunniando il Papa mentre crede di lodarlo, senza essersi accorto di esser divenuto, con le sue bestemmie, miserevole strumento di un piano massonico di distruzione della Chiesa, destinato inesorabilmente al fallimento, come falliscono inesorabilmente tutti i nemici di Dio.
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Raniero La Valle, come è costume consueto dei modernisti, specialmente rahneriani, pretende di presentare le sue tesi ereticali come interpretazione delle dottrine del Concilio, ma, da quando regna il presente Pontefice, i modernisti hanno aumentato la loro audacia e sfrontatezza, e sono giunti al punto di presentare le loro eresie anche come il pensiero del Santo Padre stesso, approfittando di certe sue espressioni occasionali, che, a differenza del linguaggio dei Pontefici precedenti, che era sempre chiaro, si presta, se non è contestualizzato e rettamente interpretato, ad essere inteso in un senso modernista o rahneriano [segue l’articolo …].
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Giovanni Cavalcoli, OP — UN PAPA MODERNISTA? LE FALSITÀ DI RANIERO LA VALLE
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Ad onor del vero bisogna però riconoscere che il nostro Santo Padre Francesco sembra ci si metta d’impegno per non farci mancare “certe sue espressioni occasionali “, come quando ha affermato, riguardo alla schiavitù, che “E’ peccato mortale. Oggi diciamo questo. Lì si diceva: ‘No’. Anzi, alcuni dicevano che si poteva fare questo, perché questa gente non aveva anima! Ma si doveva andare avanti per capire meglio la fede, per capire meglio la morale “, quasi che a quei tempi la Chiesa non si fosse pronunciata chiaramente contro la schiavitù.
Fonte: http://it.radiovaticana.va/news/2017/05/11/papa_a_santa_marta_camminare_sempre_per_comprendere_la_fede/1311441
A me sembra che la per così dire costante ambivalenza dei discorsi del Papa sia dovuta, suo malgrado, alla teologia di stampo immanentista di cui sì è nutrito e nella quale ha voluto vedere soprattutto l’aspetto apparentemente misericordioso. Questa visione di un popolo in cammino verso la pienezza dei tempi e verso una verità che si disvela passo dopo passo in sé può anche andare bene, ma a patto che sia chiaro che la vera “pienezza dei tempi” si compirà in quell’eterno che succederà alla fine di questo mondo e che ci permetterà di vedere la verità “faccia a faccia”; una verità che in questo secolo noi possiamo, con l’aiuto dello Spirito Santo, cercare di rischiarare, non di modificare. Quanto al tema della schiavitù, umilmente ci permettiamo di dire che forse il Papa farebbe bene a rileggere questa paginetta di Leone XIII: non solo per il contenuto, ma anche per la capacità di sintesi, il nerbo e l’eleganza del testo.
https://w2.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_20111890_catholicae-ecclesiae.html
Sul tema della nonviolenza, basterebbe ricordare loro che è ben vero che Dio non è violento, ma non nel senso che è propriamente nonviolento: Dio è supremamente Essere, non è un Non-Essere qualche cosa; come dice lei, non è imbelle: esercita piuttosto la sua potenza per governare ai fini della nostra salvezza quel male e quella violenza che non provengono da lui. Faccio infine notare come sarebbe facile per uno di questi chiacchieroni maliziosi affermare che io non sono d’accordo con lei in quanto lei ha scritto che “non tutti di fatto sono figli di Dio”, mentre io ho scritto che “in senso lato, tutti siamo figli di Dio”; o in quanto lei ha scritto che “Dio è nonviolento, ma non imbelle”, mentre io ho scritto che “Dio non è violento, ma non nel senso che è propriamente nonviolento”: a quel punto io direi di mandarli tutti a quel paese…
Plaudo al suo paziente eroismo pedagogico, giacché io provo una certa qual rassegnata insofferenza di fronte a questi sofisti, neanche troppo sofisticati, che giocano con la natura convenzionale del linguaggio, la quale è anch’essa eredità del peccato originale, per seminare confusione con aria insopportabilmente pia. Sul tema del rapporto tra misericordia e giustizia, se volessero davvero capire, basterebbe ricordare loro che misericordia e giustizia non si possono separare, così come non si può separare la fede dalle opere. Si possono bensì distinguere, in una logica discorsiva, ma più alto è il grado al quale vengono esercitate, più diventano indistinguibili. Sul tema della fratellanza universale, basterebbe ricordare loro che è ben vero che, in senso lato, tutti siamo fratelli e figli di Dio in quanto da lui creati: ma è anche vero che solo chi accetta la sua paternità, facendo la sua volontà, diventa veramente figlio di Dio; mentre chi la rifiuta, non facendo la sua volontà, diventa figlio della ribellione, figlio del Diavolo.
Segnalo che questa Lectio di Padre Giovanni è stata ripresa ed approfondita da:
https://cooperatores-veritatis.org/2017/05/19/raniero-la-valle-ratzinger-e-levoluzione-del-dogma/
In particolare viene in questo articolo denunciata, smascherata e demolita analiticamente la palese strumentalizzazione che Raniero La Valle ha fatto delle parole e del pensiero di Benedetto XVI, come, sinteticamente, facevo notare al punto 2 del mio precedente commento,
Tre osservazioni:
1. Citazione da http://www.raimon-panikkar.org/italiano/biografia.html
che sintetizza la complessa esperienza spirituale di Pannikar:
“Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindù e ritorno buddhista, senza cessare per questo di essere cristiano”
2. La Valle – a sostegno delle sue tesi – richiama ed usa “impropriamente”(?) anche diverse espressioni di Benedetto XVI. Proprio nulla da eccepire, padre Cavalcoli?
3. Tutti i “modernisti” sono molto loquaci, godono di particolare autorevolezza e trovano spesso privilegiata ospitalità ed accoglienza anche sui più rinomati media cattolici, terreno fertile per spargere le loro idee eretiche … Come mettere in guardia i gestori ed i lettori di questi siti spesso sprovveduti …