NOVITÀ – Dall’eresiarca Ario sino al Sinodo Panamazzonico, con tanto di lancio nel Tevere degli idoli asportati da una chiesa adiacente al Vaticano. Leonardo Grazzi: «Arianesimo, una eresia antica e oggi molto presente»

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NOVITÀ – DALL’ERESIARCA ARIO AL SINODO PANAMAZZONICO, CON TANTO DI LANCIO NEL TEVERE DEGLI IDOLI ASPORTATI DA UNA CHIESA ADIACENTE AL VATICANO. LEONARDO GRAZZI: «ARIANESIMO, UNA ERESIA ANTICA E OGGI MOLTO PRESENTE»

Attraverso la titanica figura del Santo Vescovo Atanasio di Alessandria, le vicende della sua vita di lotte, incomprensioni e di ripetuti esili dalla sua Città, è chiarito al lettore in che misura l’arianesimo non abbia mai cessato di vivere in certe frange di Chiesa, rigenerandosi di secolo in secolo, forse persino più forte e insidioso di prima. Non possiamo dimenticare che nel IV secolo, nel pieno dell’eresia ariana, i vescovi, per la assoluta maggioranza, erano ariani. E da questo dato storico si dovrebbe comprendere che sempre, le maggioranze, non sono affatto garanzia di cattolicità e sana dottrina.

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Edizioni L’Isola di Patmos: il libro di Leonardo Grazzi sull’Arianesimo [cliccare sull’immagine per andare alla pagina del NEGOZIO]

I Padri de L’Isola di Patmos hanno scelto e spiegato che non avrebbero parlato del Sinodo panamazzonico sin quando non sarebbe stata pubblicata la esortazione apostolica post-sinodale [vedere articolo, QUI], il tutto sia per questioni di prudenza sia perché non si devono fare processi alle intenzioni, neppure quando le intenzioni si manifestano pessime. Solo quando le intenzioni si saranno mutate in fatti e atti, sarà possibile agire e reagire.

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Ciò che sta accadendo non promette bene: nei giardini Vaticani si è assistito a un rito desolante alla presenza di cardinali, vescovi e dello stesso Romano Pontefice [cf. video QUI].

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Più volte il Pontefice regnante ha irriso con ironia, faccia seria e aria di disgusto, i preti che indossano sempre la loro veste talare, peggio quelli che portano il cappello circolare, detto saturno, perché certi abiti, per così dire anacronistici, connoterebbero a suo dire preti problematici. Al tempo stesso, però, le sue foto con i copricapi piumati degli sciamani amazzonici sulla testa hanno fatto il giro del mondo, ed in tutte risultava felice e sorridente. Infatti, sempre stando al suo dire, i “preti problematici” sono quelli che portano la veste talare e il saturno [cf. QUI], non quelli pizzicati a Roma dalla polizia durante le retate notturne che indossavano parrucche, calze a rete e tacchi a spillo, come più volte accaduto e narrato dalle cronache. Né pare abbia giudicati “problematici” i preti strafatti di cocaina, mentre dall’appartamento a loro dato in uso dentro la Città del Vaticano andavano e venivano i marchettari  per offrire le loro prestazioni sessuali [cf. precedente articolo, QUI]. Quelli pare non siano però “preti problematici”, specie poi se protetti da potenti prelati; al massimo possono esser preti un po’ … esuberanti. E se compiono qualche “ragazzata”, rientrano a pieno nel mercato mediatico del “misericordismo”.

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Prete molto problematico perché rivestito della talare, con il saturno di castorino in testa e per di più con un chihuhua mannaro tra le mani, famelico cane che nelle notti di luna piena diventa un licantropo [nella foto: Ariel S. Levi di Gualdo con in braccio Tiffany, la cagnolina di una coppia di amici]

A queste tematiche il nostro Padre Ariel S. Levi di Gualdo dedicò agli inizi del 2011 un libro dal titolo inquietante: E Satana si fece trino [vedere QUI] pubblicato in seconda edizione nel luglio 2019 dalle nostre Edizioni. Il problema centrale sul quale si incentra quel libro scritto tra il 2008 e il 2010 e pubblicato agli inizi del 2011, è quello del principio di inversione: il bene diviene male e il male bene, il vizio virtù e la virtù vizio, la sana dottrina eresia e l’eresia sana dottrina. Dieci anni fa veniva così descritta in quel libro la nostra attualità. E stiamo a parlare di una attualità nella quale il coro dei laudatori del nuovo corso non esita a stracciarsi le vesti indicando come “cattolici integralisti” coloro che di recente hanno tolto da una chiesa romana degli idoli pagani che al suo interno erano stati esposti [cf. QUI] …

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… mentre dei “cattolici integralisti” asportavano dalla chiesa metropolitana romana di Santa Maria in Traspontina gli idoli della dea Pachamama facendoli finire poche decine di metri dopo nel fiume Tevere, le Edizioni L’Isola di Patmos mandavano in stampa il libro del Professor Leonardo Grazzi, giovane docente toscano di religione, introdotto con una prefazione da uno degli ultimi esponenti della scuola teologica romana, Monsignor Antonio Livi.

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l’autore del libro: Leonardo Grazzi

In questi tempi è utile conoscere e studiare la prima tra le più grandi eresie che colpì la Chiesa, perché si tratta di un’eresia condannata dal Concilio di Nicea nell’anno 325, che potrebbe portarci a comprendere il senso vero e profondo degli idoli collocati nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, assieme a molte altre cose …

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L’Arianesimo è un virus che attraverso i tempi si trasforma, adattandosi ai diversi corpi e alle diverse condizioni climatiche. Un problema, quello dell’eresia ariana, al quale il nostro Autore offre una lapidaria risposta già nel sottotitolo: «Una eresia antica e oggi molto presente».

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Attraverso la titanica figura del Santo Vescovo Atanasio di Alessandria, le vicende della sua vita di lotte, incomprensioni e di ripetuti esili dalla sua Città, è chiarito al lettore in che misura l’arianesimo non abbia mai cessato di vivere in certe frange di Chiesa, rigenerandosi di secolo in secolo, forse persino più forte e insidioso di prima. Come dimenticare infatti che nel IV secolo i vescovi, per la assoluta maggioranza, erano ariani? Un dato storico dal quale si dovrebbe comprendere che le maggioranze non sono affatto garanzia di cattolica e sana dottrina. Cosa che andrebbe spiegata al Cardinale Cláudio Hummes, il tedesco-brasiliano chiamato a presiedere il Sinodo Panamazzonico, lo stesso che tre anni fa, dinanzi ai dubia presentati da quattro cardinali sulle ambiguità contenute nel testo di Amoris Laetitia — tra i quali figurava uno studioso di fama mondiale nell’ambito degli studi sulla famiglia,  il Cardinale Carlo Caffarra —, con acida strafottenza rispose: «loro sono quattro, noi siamo duecento!» [cf. QUI, QUI]. Già, qualcuno dovrebbe proprio spiegare al vegliardo tedesco-brasiliano che all’epoca della grande crisi generata dall’eresia ariana, la assoluta maggioranza dei vescovi erano ariani. E da ciò, secondo la sua logica, cosa se ne dovrebbe dedurre?

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Raccomandiamo molto questo libro di Leonardo Grazzi, in particolare a coloro che vogliono comprendere veramente a fondo una delle cause che ci ha condotti alla crisi ecclesiale senza precedenti storici che attualmente stiamo vivendo: quel terribile virus mutante dell’arianesimo che percorre nei secoli la storia della Chiesa, sino ai giorni nostri.

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dall’Isola di Patmos 25 ottobre 2019

 

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Anticipiamo ai Lettori che tra la fine di ottobre ed il mese di novembre andranno in pubblicazione le seguenti opere:

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GESÙ CRISTO FONDAMENTO DEL MONDO, di Giovanni Cavalcoli, O.P.

DAGLI ATTI DEGLI APOSTATI, di Ester Maria Ledda

 

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10 commenti
  1. Paolo
    Paolo dice:

    comunque, non siete stati voi ad asportare dalla chiesa metropolitana romana di Santa Maria in Traspontina gli idoli della dea Pachamama facendoli finire poche decine di metri dopo nel fiume Tevere… ok, benissimo

  2. iesse35
    iesse35 dice:

    Certamente il Papa non si riferiva a padre Ariel ma a qualcun altro che poi è stato scomunicato

      • Padre Ariel
        Risponde Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        Certo che non sono io, è il Padre Ivano l’autore di questo articolo preciso e illuminante.
        Però, se sono chiamato direttamente in causa devo rispondere, specie dinanzi ad affermazioni del tutto false. Esattamente come Padre Ivano risponderebbe se, in un articolo mio, nei commenti fosse chiamato direttamente in causa lui.

  3. Paolo
    Paolo dice:

    “…. mentre dei “cattolici integralisti” asportavano dalla chiesa metropolitana romana di Santa Maria in Traspontina gli idoli della dea Pachamama facendoli finire poche decine di metri dopo nel fiume Tevere…”

    Ho letto, e mi chiedo se sei stato tu ad asportare e gettare nel Tevere le statuette?

    • Padre Ariel
      Redazione de L'Isola di Patmos dice:

      Il suo quesito a chi è indirizzato?
      All’Autore del libro o all’Autore dell’articolo che presenta il libro?
      Perché non sappiamo proprio chi dovrebbe rispondere.

  4. Don Ettore Barbieri
    Don Ettore Barbieri dice:

    Due considerazioni: primo, purtroppo in certi casi, Bergoglio ha ragione: ci sono preti che dietro certe forme esterne (talari, saturni e tricorni), nascondono un’omosessualità sfrenata; secondo, la causa principale del tracollo è proprio Jorge Mario Bergoglio. Va bene non anticipare le conclusioni dell’eventuale Esortazione apostolica, ma se questa sarà apertamente in contrasto con il magistero precedente che cosa faremo?

  5. orenzo
    orenzo dice:

    Non sarà proprio la concezione ariana dell’Eucaristia, però non mi sembra che sia nemmeno la concezione cattolica:
    “Il credente apprende la visione dalla liturgia e specialmente nella celebrazione della santa Messa. Il pane e il vino sono i primi cibi che l’uomo ha ottenuto trasformando i frutti della natura, grano e uva, con il proprio ingegno. L’uomo offre pane e vino a Dio ed Egli, attraverso lo Spirito Santo, li trasforma in Corpo e Sangue di Cristo. Li restituisce nel dono più grande: suo Figlio. Pane e vino si inseriscono in una circolarità di simboli: dono di Dio, impegno dell’uomo, lavoro, fatica; cibo necessario e quotidiano il pane, gioia e festa il vino”
    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-10/papa-francesco-ragioni-cristiane-cura-creato.html
    E’ forse corretto affermare che è l’uomo, e non il sacerdote in “persona Christi”, ad offrire a Dio il pane ed il vino affinché ce li restituisce trasformati nel Corpo e nel Sangue di in Cristo?

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