Si è svolto un concilio nel convento domenicano di Varazze che ha proceduto a condannare gli errori di Karl Rahner sotto gli auspici di Santa Caterina da Siena amata patrona di questa Città ligure

Suor Matilde

SI È SVOLTO UN CONCILIO NEL CONVENTO DOMENICANO DI VARAZZE CHE HA PROCEDUTO A CONDANNARE GLI ERRORI DI KARL RAHNER SOTTO GLI AUSPICI DI SANTA CATERINA DA SIENA AMATA PATRONA DI QUESTA CITTÀ LIGURE

In questi ultimi tempi ne L’Isola di Patmos c’è grande movimento: il Padre Ariel S. Levi di Gualdo è stato nominato Arcivescovo Metropolita di Napoli, mentre più in alto a salire, lungo la costa del Mar Ligure, nella Città di Varazze Padre Giovanni Cavalcoli presiedeva un Sacro Concilio di cui vi forniamo il summarium dei canoni.

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Autori
Matilde Nicoletti, S.D.B.I.
Jorge Facio Lince

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il concerto di campane del Convento domenicano di Varazze che annunciano l’apertura del Concilio [cliccare sull’immagine per aprire il video]

I concili della Chiesa non sono nuovi alla condanna di quegli errori dottrinari che sino a pochi decenni fa seguitavano ad essere chiamati eresie, oggi invece si chiamano “preziose diversità”, che come tali vanno accolte, interrogandoci semmai dove noi abbiamo sbagliato nel condannare in passato certi errori, talora anche con decisa durezza. Quelli che ieri venivano infatti chiamati «gravi errori dottrinari», oggi pare meritino di essere accolti come preziose diversità, sino a giungere a Martin Lutero che diventa un «dono dello Spirito Santo», come annunciò alla Pontificia Università Lateranse S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della C.E.I, dando in tal modo per scontato ‒ bene o male in modo implicito ‒ che i cupi Padri del Concilio di Trento lo condannarono ingiustamente, presumibilmente per la durezza dei loro cuori [cf. Mt 19, 8] chiusi all’amore e alla misericordia [cf. QUI].

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la Patrona della Città ligure Caterina da Siena, Santa e dottore della Chiesa, sotto i cui auspici si è svolto il Concilio di Varazze [cliccare sull’immagine per aprire il video]

Nella storia della Chiesa non mancano gli esempi di diversi concili che hanno sancito severe condanne a quegli errori che non dovremmo aver paura di chiamare tutt’oggi eresie. Forniamo solo alcuni esempi: nell’anno 325 il Concilio di Nicea condanna l’eresia di Ario che subordinava il Figlio al Padre, ossia che il Figlio, in precedenza non esistente, fu a un dato punto creato dal Padre. Mentre nella Professio fidei, nota come Simbolo niceno-costantinopolitano, professiamo «γεννηθέντα οὐ ποιηθέντα,ὁμοούσιον τῷ πατρί» [generato non creato, della stessa sostanza del Padre], in quanto «γεννηθέντα ἐκ τοῦ Πατρὸς μονογενῆ» [nato dal Padre prima di tutti i secoli]. Per seguire secoli dopo con un altro concilio, il IV Lateranense, che condanna invece l’eresia dell’Abate Gioacchino da Fiore, nota come eresia triteista, la quale consiste nel distinguere in Dio tre Persone o tre diverse nature o essenze, che di fatto equivale a dire: tre divinità. Va’ comunque precisato che di Gioacchino fu condannata la dottrina erronea, ma gli stessi Padri del Concilio che lo condannarono, non misero mai in discussione la sua indubbia santità di vita. Segue poi successivamente, nel XVI secolo, il Concilio di Trento che condanna gli errori di quel gran «dono dello Spirito Santo» di Martin Lutero [cf. QUI].

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il convento domenicano di Varazze, XVI sec.

Seguendo lo stile dei Concili, nel Convento domenicano di Varazze si sono riuniti sotto gli auspici di Caterina da Siena, Santa e Dottore della Chiesa, un gruppo di studiosi, i quali hanno indicato in quaranta brevi canoni alcuni degli errori di fondo che percorrono la speculazione teologica del teologo gesuita tedesco Karl Rahner, divenuto ormai da decenni, con i suoi clamorosi errori, un punto di riferimento per la speculazione teologica e per l’insegnamento accademico.    

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DECISIONI DEL SACRO CONCILIO DI VARAZZE

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Noi Prof. Walther Binni, biblista cattolico veterotestamentario della Shepherd University International, Padre Dionysios Papavasileiou, Monaco del Monte Athos, archimandrita ortodosso greco residente in Bologna e Padre Giovanni Cavalcoli, dell’Ordine dei Frati Predicatori, accademico pontificio, radunati nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo e della Santissima Madre di Dio, la Θεοτόκος, nel Convento domenicano di Varazze nei giorni 13-15 novembre 2017, per trattare dei

PROBLEMI SUSCITATI DALL’INFLUSSO HEGELIANO NELLA CRISTOLOGIA DI KARL RAHNER

intendiamo, seguendo i primi sette sacri Concili ecumenici della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, di far conoscere sommessamente, fiduciosamente ai nostri rispettivi Prelati, rappresentanti di Nostro Signore Gesù Cristo e Custodi della santissima dottrina ortodossa insegnataci dal nostro Divino Maestro, ossia

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ALLA SANTITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO IL ROMANO PONTEFICE FRANCESCO I, VESCOVO DI ROMA, ED A SUA BEATITUDINE BARTOLOMEO II, PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI, A LORO FILIALMENTE DEDICANDOLE, LE CONCLUSIONI ALLE QUALI SIAMO GIUNTI

  1. La verità non è identità dell’idea con la realtà, ma adeguazione dell’idea alla realtà, perché la realtà è superiore all’idea e regola della verità dell’idea.

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  1. La realtà, indipendentemente dalle nostre idee, non è posta dalle nostre idee, ma è creata da Dio.

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  1. I santissimi dogmi della fede cristiana ed ortodossa, insegnatici dalla Chiesa, non sono pure parole, umane e caduche categorie, puri pensieri umani e passeggeri, contingenti e profani, segni convenzionali, miti, simboli, immagini  o figure della verità divina, imposizioni arbitrarie che bloccano la libertà del pensiero, non sono relativi ai tempi e ai luoghi, ma sono infallibili interpretazioni della Parola di Dio, e della Sacra Tradizione dei Santi Padri. Essi, formulati con l’assistenza dello Spirito Santo, sono verità assolute e certissime, le quali raggiungono e concepiscono luminosamente, veracemente, precisamente, immutabilmente ed infallibilmente la realtà infinita dei divini Misteri, pur lasciandoli insondabili ed imperscrutabili al nostro limitato intelletto, mentre essi ci stimolano al pio e mistico silenzio ed all’adorazione.

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  1. Dio ha creato il mondo non alienandosi da sé e divenendo mondo, ma suscitandolo dal nulla.

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  1. Respingiamo fermamente come eresia gnostica la cosiddetta “esperienza preconcettuale trascendentale di Dio”, perché, come insegna il Beato Apostolo Paolo, conosciamo Dio in questa vita per mezzo delle creature (tois poièmasin, Rm 1,19-20), mentre le divine Scritture asseriscono infallibilmente che Egli è da noi conosciuto “per analogia” ( kat’analoghìan Sap 13,5).

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  1. Il mondo non completa l’essenza divina, quasi che Dio non possa esistere senza il mondo.

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  1. È eresia modalista sostenere che le Tre Persone Divine sono tre modalità di sussistenza dell’unica sussistente natura divina. Al contrario, esse sono tre soggetti sussistenti o tre ipostasi.

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  1. La Santissima Trinità non è economica per essenza, ma solo di fatto, per libera volontà. L’economia della salvezza non entra nell’essenza di Dio, ma è effetto di una sua liberissima decisione.

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  1. Il peccato originale è stato un peccato realmente commesso dalla coppia primitiva per istigazione del Tentatore e la cui colpa e le cui miserevoli conseguenze sono state trasmesse per generazione all’intera umanità.

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  1. Dio, per essere Dio, non ha avuto bisogno di incarnarsi.

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  1. È eresia marcionita affermare che, mentre il Dio dell’Antico Testamento è un Dio terribile, vendicatore, irascibile e punitore, il Dio del Nuovo Testamento è un Dio pietoso, compassionevole, misericordioso e amoroso. Al contrario, si tratta sempre dell’unico medesimo Dio, giusto e misericordioso, con la differenza che nel Nuovo è un Dio Incarnato.

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  1. Sa di eresia e di hegelismo parlare di ”storia di Dio”, anche dopo l’Incarnazione, come se l’essenza di Dio fosse immersa nel tempo e limitata dal tempo e non piuttosto eterna ed immutabile, al di sopra dello spazio e del tempo. Dio non è un ente temporale, ma è purissimo Spirito immortale, Egli che è il creatore del tempo. Con l’Incarnazione, Dio ha assunto ed innalzato a Sé, in unità di persona, in Cristo, il tempo e la storia, senza essere tempo e storia.

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  1. È eresia marcionita affermare che il vero Dio lo conosciamo solo nel Nuovo Testamento.

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  1. È eresia patripassiana e teopaschita affermare che la natura divina è passibile e mortale.

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  1. È l’eresia di Eutiche affermare che Dio, con l’Incarnazione, ha mutato la sua natura nella natura umana. Al contrario, nell’Incarnazione, resta immutato (atreptos), perché è immutabile.

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  1. È falso affermare che i concetti usati nel dogma calcedonese non sono più attuali o hanno mutato significato o vanno reinterpretati.

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  1. È un’assurdità hegeliana la tesi di Rahner, secondo la quale Dio, nell’Incarnazione, muta pur restando immutabile.

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  1. È da respingere come empietà gnostica la cosiddetta “cristologia trascendentale”, inficiata dalla ”esperienza trascendentale”, di cui al n. 5.

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  1. La “cristologia dall’alto”, ossia del Logos incarnato nel tempo, preesistente alla creazione del mondo (Gv 17,5) e la ”cristologia dal basso”, ossia “Gesù venuto nella carne” (I Gv 4,2; II Gv 7) non si escludono a vicenda, ma anzi sono reciprocamente complementari, perché questa rappresenta la via storica per iniziarsi ed elevarsi anagogicamente a quella.

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  1. In Cristo non c’è unità, ma unione delle due nature, non passano da due ad una, perché esse, benchè unite e non separate (adiairètos, e achoristos), restano distinte e non confuse (asynchitos).

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  1. Cristo sulla croce ha riconciliato noi col Padre, ottenendoci la remissione dei peccati e con la resurrezione ci consente di risorgere anche noi. Quindi, la Croce è sacrificio  pasquale ed espiativo.

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  1. È eresia nestoriana asserire che Cristo, morendo, perde la sua esistenza umana e diventa lo Spirito, come se in Cristo ci fossero due persone: una persona umana, che dilegua, e una Persona divina, che resta.

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  1. Rahner cade nel nestorianesimo anche sotto un altro aspetto. Egli assume il concetto hegeliano di persona come autocoscienza. Ora, siccome in Cristo ci sono due autocoscienze, quella umana e quella divina, ne viene che ci sono due persone. Il fatto è che le due autocoscienze dipendono dalle due nature, non dall’essere personale di Cristo, che è uno solo.

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  1. È eresia docetista e monofisita affermare che il corpo di Cristo risorto non è stato sensibilmente visto, toccato e palpato, come fosse stato una pura apparenza, svanita con la morte.

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  1. È eretico affermare che Cristo non è risorto dopo la morte, ma nella morte, quasi identificando hegelianamente la vita con la morte.

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  1. La Parusia non è un mito che rappresenta un futuro già presente, ma è predizione di un evento realmente futuro.

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  1. Noi non nasciamo in grazia, ma con la colpa originale, che viene tolta dal Battesimo.

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  1. Noi siamo creati per tendere a Dio, ma possediamo il libero arbitrio, per cui, di fatto, in base alla scelta che ciascuno fa, c’è chi vi tende e chi non vi tende.

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  1. Nel peccato si perde la grazia, ma con la metanoia la si può riacquistare.

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  1. La grazia non completa la natura umana, la quale è già di per sè dotata da Dio di una sua perfezione, benché ferita dal peccato, ma la guarisce e la libera dal peccato e la sopraeleva alla condizione della figliolanza divina ad immagine del Figlio.

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  1. Cristo non è solo modello dell’uomo, ma anche guida dell’uomo alla figliolanza divina.

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  1. Con la grazia avviene la divinizzazione dell’uomo (theosis), non però nel senso che l’uomo diventi Dio, ma nel senso che partecipa analogicamente della vita (mèthexis, koinonia) divina.

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  1. Nella grazia Dio non ci comunica la sua essenza, perché questo lo fa solo col Figlio (Deum verum de Deo vero), ma ci comunica solo una partecipazione alla sua vita.

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  1. La grazia non è Dio, perché, se fosse Dio, non la potremmo distruggere col peccato, cosa che purtroppo avviene. Infatti Dio non lo si può distruggere.

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  1. Non è vero che gli uomini sono sempre in grazia: c’è chi la possiede e c’è chi non la possiede. Ed anche un medesimo uomo, ora può possederla ed ora può perderla.

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  1. Non è vero che tutti si salvano, ma solo coloro che accettano la grazia e vivono di conseguenza.

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  1. Il fine della vita cristiana non è semplicemente naturale, ma è soprattutto diventare figli di Dio.

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  1. Il fine dell’agire cristiano non è solo la riconciliazione con Dio ed essere perdonati dai peccati, ma è soprattutto arrivare alla comunione col Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo.

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  1. Compito e facoltà del cristiano non sono quelli di plasmare la propria essenza a proprio piacimento, ma quelli di obbedire alle leggi di Dio in base ad una conoscenza della natura umana e dei suoi fini naturali e soprannaturali.

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  1. Tra la natura umana nella sua finitezza e quella divina infinita c’è un dislivello infinito. Eppure la grazia ci rende figli di Dio.

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Sia lode e gloria nei secoli eterni alla Santissima Trinità.

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Varazze, 13-15 novembre 2017

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Post Scriptum

Il neoeletto Arcivescovo Metropolita di Napoli, S.E. Mons. Ariel S. Levi di Gualdo [cf. QUI], non ha potuto prendere parte al Concilio di Varazze perché si trova alle terme per un periodo di esercizi spirituali prima di ricevere la consacrazione episcopale. Ha infatti scelto come luogo di ritiro le terme, perché, facendo i fanghi, si sta preparando ad entrare nel suo ruolo di vescovo povero per i poveri. 

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VI RICORDIAMO CHE È DISPONIBILE IL LIBRO DELLA SANTE MESSE DE L’ISOLA DI PATMOS CHE POTETE VISIONARE QUI

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5 commenti
  1. Beppe1944 dice:

    Su Le phénomène humain, pubblicato postumo nel 1955, e su altri scritti del padre Teilhard de Chardin grava un Monitum pronunciato nel 1962 da parte della Congregazione per la dottrina della fede (già Sant’Uffizio); nelle sue opere (ma non si dice quali) sarebbero contenuti gravi errori (ma non si dice quali) per la dottrina cattolica… ma sono passati 55 anni, e riferimenti espliciti al pensiero filosofico e teologico di Teilhard de Chardin sono contenuti in documenti del magistero, da Paolo VI e Benedetto XVI fini a Papa Francesco, che lo cita nella Laudato Si’… certo, non lo menziona il recentissimo Concilio di Varazze…

  2. orenzo
    orenzo dice:

    Reverendissimi Padri Conciliari,
    il Pontificio consiglio della cultura, a guida card. Ravasi, ha approvato all’unanimità una petizione indirizzata a papa Francesco per chiedergli di recedere dalla condanna delle teorie del padre gesuita Teilhard de Chardin: per quali teorie è stato condannato?

  3. Beppe1944 dice:

    “9. Il peccato originale è stato un peccato realmente commesso dalla coppia primitiva per istigazione del Tentatore e la cui colpa e le cui miserevoli conseguenze sono state trasmesse per generazione all’intera umanità”

    L’uomo di Neanderthal discende dalla coppia primitiva (e peccatrice)?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      No, caro Beppe, in verità discende da un perfetto coglione preistorico che si ostina a prendere in giro coloro che impiegano tempo ed energie per fare discorsi seri come noi.

      Secondo lei, io che non sono un militante della sinistra radicale, mi metterei mai a perdere il mio tempo prezioso per fare commenti sul blog degli amici di Rifondazione Comunista?

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