Autore Padre Ariel

Servizio vigili del fuoco. Il Santo Padre Francesco ed il nuovo incendio mediatico: le offerte ai preti

«SERVIZIO VIGILI DEL FUOCO». IL SANTO PADRE FRANCESCO ED IL NUOVO INCENDIO MEDIATICO: LE OFFERTE AI PRETI

 

[…] a tutti i non pochi sacerdoti con funzione di parroci che vivono certe situazioni di disagio economico, vorrei lanciare sia un’idea sia un appello: quando vi arriva una bolletta della luce o del gas che non riuscite a pagare, mandatela alla Domus Sanctae Martae, indirizzata direttamente a Sua Santità il Sommo Pontefice Francesco, Città del Vaticano, accompagnata da questo biglietto: «Siamo i preti della Chiesa povera per i poveri e non abbiamo i soldi per pagare la bolletta della luce e del gas della chiesa parrocchiale, quindi rimettiamo il pagamento direttamente alla Sede Apostolica».

 

Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

 

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stemma dei Vigili del Fuoco della Città del Vaticano

Nella sua omelia mattutina il Santo Padre ha detto: «Quante volte vediamo che entrando in una chiesa ancora oggi c’è lì la lista dei prezzi: per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la messa. E il popolo si scandalizza».

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Chi desidera leggere tutto il resoconto può collegarsi direttamente al sito de La Repubblica [vedere qui] divenuta ormai organo ufficioso della Santa Sede, non ultimo anche per avere un saggio di come certi discorsi finiscono poi riportati dalla grande stampa.

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Pare che il Santo Padre tenda ad una certa parzialità che lo induce a vedere le cose da destra ma non da sinistra. A questo si aggiunga che appena l’audience tende a calare, il Santo Padre se ne esce fuori con qualche frase ad effetto che fa subito il giro del mondo; e per giorni e giorni sono garantite le prime pagine dei giornali, che delle sue parole espresse non di rado con scarsa chiarezza prendono di prassi ciò che vogliono e con tutto il possibile beneficio d’inventario, specie quando il Santo Padre dice cose sacrosante e giuste, ma espresse però in modo sbagliato, creando così non pochi problemi di comunicazione e di recezione dei suoi stessi messaggi, perché i media finiscono col fargli dire ciò che lui non ha neppure mai pensato.

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I Vigili del Fuoco dello Stato della Città del Vaticano montano il comignolo sul tetto della Cappella Sistina prima del conclave dei cardinali

Siccome ciò non può essere casuale, c’è da chiedersi: chi è il regista di certe strategie pubblicitarie, visto che di tali si tratta?

E “spara” oggi che ti “sparo” domani, se le sparate non dovessero più sortire effetto nei media assuefatti a tutte le peggiori droghe, tanto da richiedere dosi sempre maggiori di stupefacenti sempre più potenti, a che cosa dobbiamo prepararci?

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Il Santo Padre ha detto una cosa giusta espressa però nel modo sbagliato, puntando ancora una volta lo sguardo a destra senza però cogliere minimamente tutti i risvolti che si trovano a sinistra. Proprio come quel famoso «Chi sono io per giudicare?» lasciato tronco a metà, grazie al quale abbiamo potuto assistere per la prima volta nel corso della storia all’esaltazione di un pontefice sulle copertine delle riviste gay di tutto il mondo, mentre sacerdoti e teologi, presto costretti a calarsi nel ruolo di pompieri, spiegavano ciò che di giusto il Santo Padre intendesse dire con quella frase; e ciò spiegandolo non solo ai devoti fedeli, ma soprattutto ad un esercito di tracotanti ed aggressivi sodomiti impenitenti fieri ed orgogliosi d’essere tali, che su quella frase male compresa ci venivano a fare lezioni di ecclesiologia e di nuova morale cattolica [solo un esempio tra i tanti, qui] E lo abbiamo spiegato, il tutto, procacciandoci in risposta gli sberleffi dei laicisti e le aggressioni verbali di certi cattolici intransigenti o presunti tali che ci accusavano invece di «arrampicarci sugli specchi», di «difendere l’indifendibile» o di giocare ai «sofismi».

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Vigili del fuoco dello Stato della Città del Vaticano

Questo nuovo sport pontificio di prendersela periodicamente con i preti, stride parecchio col fatto che poi, al tempo stesso, egli parta senza esitare da Roma per andare a Caserta ad abbracciare gli eretici pentecostali, meritevoli peraltro del progressivo svuotamento delle chiese cattoliche nei paesi del Latino America, dove in alcune regioni, Argentina inclusa, si sono registrati cali di fedeli che sfiorano anche la percentuale del 30% …
… mi verrebbe voglia di affermare in tono grave che tutto questo grida quasi vendetta al cospetto di Dio, specie se consideriamo che per traghettare la barca di Pietro il Romano Pontefice Vescovo di Roma ha bisogno di noi preti brutti, sporchi e cattivi, non certo dei pastori pentecostali verso i quali è corso sorridente con l’abbraccio aperto ed il sorriso stampato in faccia, tra l’altro soprassedendo del tutto sul fatto che i membri di questa sètta sono degli straordinari procacciatori di quattrini e di ricchi creduloni da spennare come tacchini americani prima della grande Festa del Ringraziamento.

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Non so con qual genere di angelici fedeli il Santo Padre abbia avuto pastoralmente a che fare prima come sacerdote poi come vescovo; potrei presumere che non abbia avuto a che fare con quelli della Gerusalemme Terrena ma piuttosto con quelli della Gerusalemme Celeste, dove non c’è bisogno di pane, visto che in essa si vive di solo spirito nella beatifica contemplazione della eterna gloria di Dio.

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Io che invece ho sempre svolto il sacro ministero con gli uomini e le donne della Gerusalemme Terrena, mi sono ritrovano di fronte a tali forme di ingratitudine e di insensibilità verso la figura del sacerdote che benedico tutt’oggi Dio per avermi colmato dei necessari doni di grazia in virtù dei quali, se devo correre, mi prodigo a farlo soprattutto per ingrati, avari, egoisti … che dopo avere spremuto il prete come un limone ne gettano via la buccia, perché come ci insegna il Signore: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori» [Mc 2, 17]. E per un pastore in cura d’anime, tentare di curare certi malati comporta spesso dolori, amarezze e delusioni che lasciano talvolta dolorosi segni addosso come marchi a fuoco, perché non pochi sono i malati che rifiutano il medico e qualsiasi cura, o che sfruttano il medico solo quando hanno bisogno.

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un mezzo dei Vigili del Fuoco dello Stato della Città del Vaticano

Ho trascorso ore ad ascoltare e raccattare da terra delle mogli in pezzi umiliate e abbandonate da mariti sulla via dei sessant’anni che fatti quattro soldi hanno preso il largo con la segretaria di venticinque; a raccogliere i pianti di genitori con figli ingestibili dediti ai peggiori vizi; a confortare famiglie colpite dalla grave malattia di un loro congiunto ed a visitare e confortare il malato periodicamente in ospedale. Ho fatto alcune centinaia di chilometri per andare a visitare qualche ergastolano in un carcere di massima sicurezza, dopo avere impiegato tempo ed energie a chiedere il permesso di visita al magistrato di sorveglianza, non essendo cappellano di quel carcere e non avendo quindi per legge diritto di accesso. Ho dedicato giorni e giorni alla preparazione di certe omelie e catechesi per il conforto e la edificazione del Popolo di Dio. Sono sceso dal letto in piena notte per portare i Sacramenti ad un morente, ho fatto cinquanta chilometri all’andata e cinquanta al ritorno per andare a celebrare una Messa — senza che alcun buon fedele si domandasse se forse non era il caso di pagare le spese della benzina al prete — trascorrendo poi gran parte della giornata ad amministrare le confessioni ed infine, quasi di prassi, tornando a casa mi sono messo a lavorare fino alle due della notte, per poi alzarmi il mattino alle 7 e non certo a mezzogiorno. Non ho mai detto di no a nessuno che mi abbia cercato per un suo problema impellente, ed a quanto mi è dato sapere non sono poche le persone che —  grazie a Dio e bontà loro — vanno dicendo in giro che sono un buon prete affermando in tal senso di averlo sperimentato per loro esperienza personale …

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… c’è però un dato di fatto triste: quando nel bisogno mi ci trovo io, quando devo pagare delle bollette per dei costi di fornitura che non riesco a pagare, quando devo provvedere alle mie dignitose necessità e non certo ai miei vizi e lussi, due sole sono le porte alle quali posso andare a battere cassa: quella di mia madre e quella di mio fratello. Mi domando e vi domando: è giusto che una madre di 75 anni che riesce a vedere il figlio prete due o tre volte all’anno di sfuggita, debba arrotondare tutti i mesi le mie entrate consentendomi così di dedicarmi pastoralmente a persone che a fronte di qualsiasi bisogno umano e spirituale ritengono che per loro sia tutto quanto un diritto dovuto, ma che verso il cosiddetto “prete-limone” da spremitura ritengono però di non avere alcun genere di dovere? Penso che solo per questo mia madre — donna dura e dal carattere non facile — si guadagnerà il paradiso, avendomi dato tutto senza mai chiedermi niente; ma gli altri, quelli che dal prete pretendono tutto senza mai nulla dare in cambio, beneficeranno della stessa sorte felice, in quel loro sommo egoismo che genera una incorreggibile mancanza di generosità? O per dirla in altre parole: è giusto che io assista dei veri e propri eserciti di ingrati privi di riconoscenza verso il sacerdote, grazie ai soldi dell’onesto lavoro dei miei familiari che me lo permettono? Questo il motivo per il quale mi piacerebbe tanto chiedere al predicatore di Santa Marta — sempre ammesso che non sia troppo impegnato a parlare con l’ateo Eugenio Scalfari o con gli eretici della sètta pentecostale — se per caso sono diventato prete per risultare una tassa a vita per mia madre e per mio fratello, anziché per servire con i necessari mezzi la Chiesa universale e il Popolo che Dio le ha affidato; quel popolo che da sempre servo senza alcun risparmio di me stesso, ed il tutto fino a non facile prova contraria. O, più semplicemente, al Predicatore di Santa Marta vorrei chiedere: in che modo si può vivere nel 2014 con 800 euro al mese di stipendio percepiti dall’Ente Sostentamento Clero, con tutte le spese vive da pagare per il proprio mantenimento e con i cosiddetti fedeli sempre a mano tesa per i loro bisogni umani e spirituali, che però non hanno la minima bontà di remunarare il gravoso servizio pastorale del sacerdote, sempre sulla base del principio che a loro tutto è dovuto mentre invece al prete non è dovuto niente? Perchè, casomai non fosse chiaro, il fatto che io non abbia mai tempo per visitare o per dedicarmi ad una madre ormai anziana che pure mi mantiene, pur avendo sempre tempo per dedicarmi invece ad un fitto esercito formato anche e soprattutto di devoti fedeli ingrati, per me è stato ed è un problema oggettivo che più volte si è mutato in gravoso e doloroso quesito per la mia coscienza soggettiva, io che una coscienza ce l’ho e che la mia vita di prete la vivo sulla mia pelle e sul mio sangue e non certo sulle frasi popolari ad effetto pronunciate da un Sommo Pontefice che ha scelto di vivere dentro un albergo per essere più a contatto con la realtà, ma che dal rapporto con la realtà — stando fedelmente a certi suoi discorsi — sembra essere più distaccato di quanto invece non lo sono mai stati i suoi recenti predecessori che vivevano nel tradizionale appartamento a loro riservato nel Palazzo Apostolico.

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Vigili del fuoco all’opera

E siccome esercito da sempre anche il delicato ministero di confessore e direttore spirituale di numerosi sacerdoti sparsi per l’Italia, lo so bene io, nel segreto inviolabile del foro interno e nella segretezza del foro esterno, i dolori a volte lancinanti che vivono molti miei confratelli che oggi si sentono sempre di più bastonati e trascurati da chi invece dovrebbe seguirli e sostenerli … lo so io, quel che mi hanno detto molti di loro, quanto appunto il Santo Padre correva ad abbracciare gli eretici pentecostali, dopo avere ripetutamente bacchettato il proprio clero e dato ai preti degli untuosi. Cosa vera ma come sempre vera solo parzialmente, perché ormai la parzialità sembra divenuta un presupposto della pastorale di questo pontificato [vedere qui]. Anche in questo caso una domanda al Santo Padre sarebbe di rigore: posto che i peggiori untuosi sono da sempre a bivaccare dentro la curia romana e sino al più alto livello dentro il Vicariato di Roma, in un anno e mezzo, lui che ha potere di legare e di scogliere, quanti ne ha sbattuti fuori da casa sua, di untuosi? Perchè prima di dire ai preti sparsi per il mondo che certi preti sono untuosi, buon gusto ed equilibrio pastorale vorrebbero che fossero eliminati anzitutto gli untuosi di lusso che lui stesso si ritrova in casa propria e che ad oggi non sono stati ancora toccati. Anzi, sotto il suo pontificato, non pochi dei più untuosi in assoluto hanno fatto anche strepitose carriere, altri si sono invece affacciati direttamente con lui alla loggia centrale di San Pietro divenendo per questo dei veri intoccabili per un semplice affaccio in mondovisione.

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E non tocchiamo il tasto dolente dei “poveri” tanto cari alla omiletica del Santo Padre, perché sono convinto che egli ignori totalmente di quanto spesso, alla fine delle Sante Messe, appena giunti in sacrestia, siamo presi d’assalto e molestati con pianti da attori professionisti da parte di “poveri” che vengono a chiederci danaro con in tasca i telefoni cellulari che noi non abbiamo, che nelle proprie case hanno mega maxi schermi che noi non abbiamo, che fumano le sigarette di marca che noi non fumiamo, che ci vengono a chiedere di pagargli la bolletta della luce mentre nelle loro case trionfano tutti gli strumenti elettronici di ultima generazione che noi non possediamo, o che perlomeno, sia io sia molti miei confratelli, non abbiamo, perché non possiamo assolutamente permetterci. E vuole sapere, il Santo Padre, questo genere di arroganti accattoni che rivendicano il diritto ad avere tutto il superfluo, che si acquistano il voluttuario e che poi vanno alla Caritas ad esigere rifornimenti di generi di prima necessità, in che modo ci bacchettano quando giustamente gli diciamo di no? Sbattendoci in faccia che … «Papa Francesco non è una bestia come voi preti, lui ama i poveri!». E da me, più di uno, si è sentito rispondere: «Bene, allora vai in Vaticano ed i soldi per comprarti le sigarette e per rifarti la carica del tuo nuovo telefono cellulare da 500 euro, chiedili al Santo Padre, perché io uso da due anni un telefono cellulare che a suo tempo ho comprato in un discount al prezzo di 48 euro».

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Tutt’altra cosa i veri poveri che vivono invece con tale disagio la propria situazione che dobbiamo essere noi a capire che hanno bisogno, perché non sono neppure capaci a chiedere aiuto; e dinanzi a quelle persone, ripetutamente, mi onoro in sacerdotale coscienza di essere rimasto io senza i soldi per poter poi provvedere al mio necessario, nella ferma convinzione di non avere compiuto nulla di eroico ma fatto solo il mio dovere di prete.

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Un mezzo dei Vigili del Fuoco dello Stato della Città del Vaticano in Piazza San Pietro

In fede e verità posso e debbo dire che purtroppo, non una sola delle numerose persone che ho aiutato nel corso degli anni, si è mai premurata di domandarmi se avevo bisogno di qualche cosa.

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Il Santo Padre, così toccato dalla sensibilità di un popolo riguardo il quale andrebbe anzitutto stabilito se è veramente il Popolo di Dio oppure se è semplicemente popolo e basta, se non peggio popolo giacobino, è informato di quanto alto sia il numero di preti che hanno trascorso la propria vita a servire gli altri, spesso privando se stessi pure del necessario, ma che nella vecchiaia si sono ritrovati ammalati, soli e totalmente abbandonati? E quale popolo ha gridato allo scandalo, dinanzi a vecchi preti morti senza che fosse neppure tutelata la loro umana dignità?

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Qualcuno ha spiegato al Santo Padre come mai la Conferenza Episcopale Italiana ha destinato una parte del cospicuo importo dell’Otto per Mille che percepisce dallo Stato attraverso il gettito fiscale dei contribuenti, per coprire tutti i preti con una polizza sanitaria stipulata con la Cattolica Assicurazione? La Conferenza Episcopale lo ha fatto per un motivo molto semplice: perché nel tempo sono stati non pochi i preti che navigando in situazioni economiche tutt’altro che floride, sono morti prima di riuscire ad avere una visita specialistica o prima di fare delle analisi cliniche. E coloro che non avevano fratelli o sorelle di buon cuore che li hanno assistiti, sono andati incontro ad una brutta morte dimenticati nella corsia di un reparto di geriatria dall’esercito di persone che per tutta la vita loro hanno assistito come dei veri padri premurosi.

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Vigili del Fuoco dello Stato della Città del Vaticano nel cortile di San Damaso

Ma veniamo ai “tariffari” per i quali si è levato solenne da Santa Marta l’ennesimo grido di disappunto che ha sortito l’effetto di far passare il Santo Padre per giusto castigatore dei cattivi costumi del clero, ed i suoi preti per degli irredimibili sporcaccioni. È vero: molte diocesi hanno stabilito non dei prezzari, ma delle offerte minime da lasciare alle parrocchie in occasione di certe celebrazioni, ad esempio per i matrimoni. E sulla parola “matrimoni” apriamo adesso il capitolo dolente …

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… il Santo Padre lo sa che cosa è, specie da Roma in giù, un matrimonio? Il Santo Padre, così preoccupato di un non meglio precisato popolo che si scandalizza, è informato che nessuno si scandalizza invece dinanzi a spose che spendono di media non meno di 1.000 euro solo per l’acconciatura del parrucchiere, che il servizio del fotografo costa di media sui 1.500 euro, stampa delle foto ed album del matrimonio escluse le quali a parte a parte costano migliaia e migliaia di euro; che la ripresa filmica del matrimonio ammonta a circa 3.000 euro? È informato, il Santo Padre, che certe spose entrano in chiesa con un vestito che costa 10.000 euro che sarà indossato solo quella volta e poi mai più? È informato il Santo Padre che certi sposi spendono tra i 5.000 ed i 10.000 euro per le sole bomboniere da regalare a invitati ed amici e che organizzano pranzi di nozze per una media di 150/250 invitati al costo di 80/100 euro a persona, ammontanti all’incirca a 15.000/25.000 euro per il solo pranzo di nozze? È informato il Santo Padre che certi sposi spendono 5.000 euro solo per tre minuti di fuochi artificiali?

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Un mezzo dei Vigili del Fuoco dello Stato della Città del Vaticano davanti al Palazzo del Governatorato

Il Santo Padre, è mai stato informato da qualche esponente di questo popolo scandalizzato dai preti, che le persone che fanno queste spese folli, che dentro le chiese facevano attaccare ai cineoperatori fari a giorno che succhiavano corrente a vortice, al povero parroco sottoposto tra l’altro a spese e consumi, non dicevano neppure «grazie!»? E lo sa, il Santo Padre, perché molti degli esponenti di questo popolo scandalizzato dai preti, che pure per un matrimonio hanno speso l’equivalente del costo d’acquisto di un appartamento, non dicevano neppure «grazie!»? Semplice il motivo: ma perché … «la Chiese deve!» e «i preti non devono chiedere niente», anzi «dovrebbero essere poveri».

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Ecco perché, giustamente, molte diocesi hanno stabilito delle quote minime di offerta da lasciare alla parrocchia in occasione della celebrazione di certi Sacramenti, soprattutto per i battesimi ed i matrimoni. E non l’hanno fatto perché i preti sono assatanati di soldi ma per evitare che certi parroci, dinanzi a persone che per un matrimonio hanno bruciato 100.000 euro di spese, non riconoscessero al prete neppure la dignità riconosciuta anche all’ultimo parrucchiere di provincia che gioca a fare il grande stilista acconciatore, lasciando al primo anche la mancia per il ragazzo di bottega, ed al secondo, ossia al brutto e sporco prete, cattivo e affamato di soldi, la bolletta della luce della chiesa da pagare, ed ancora ripeto: senza neppure un «grazie», perché «la Chiesa deve» e perché «i preti dovrebbero essere poveri».

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Domandi il Santo Padre a molti parroci, quante volte è accaduto che gli sposi abbiano dato 1.000 euro in compenso a organista, violinista e soprano, mentre al parroco o al rettore della chiesa che ha osato dirgli: «Ma una piccola offerta per le spese di mantenimento della chiesa, la volete lasciare?», hanno risposto andando a dire in giro per mezzo mondo che «il prete ha osato chiedere persino i soldi». E chiudiamo qua il discorso, senza toccare neppure la voce spese dei fioristi per l’addobbo della chiesa.

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Il Santo Padre Benedetto riceve in omaggio e indossa un casco dei Pompieri dello Stato della Città del Vaticano

Queste le persone, questo il popolo che si scandalizza e che ancora una volta ha trovato autorevole voce di protesta e di condanna verso i preti da parte del Santo Padre che pare davvero intenzionato a piacere a tutti, soprattutto ai non cattolici, meno che ai suoi devoti e fedeli servitori, ai quali dispensa periodiche frustate che non hanno né la profondità, né l’amore, né lo spessore pastorale di una enciclica scritta in toni decisi e duri, ma veramente e profondamente amorevoli, come la Ad catholici sacerdotii del Sommo Pontefice Pio XI [vedere qui].

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Certe pastorali del Santo Padre Francesco sembrano fatte più per piacere a tutti gli irriducibili anticlericali di questo mondo, anziché risultare preziose ed efficaci per la correzione del clero, che specie di questi tempi non è affatto esente da inadeguatezze, errori e vizi d’ogni mala sorta, avarizia e attaccamento al danaro inclusi.

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poste vaticane

Cari Parroci, indirizzate le bollette della luce e del gas delle vostre chiese al Sommo Pontefice Francesco, Domus Sanctae Martae, Città del Vaticano

Alla fine dello scorso inverno un mio confratello, parroco di una chiesa del nord dell’Italia, dove il clima invernale è particolarmente duro, mi disse con grande preoccupazione: «… ad aprile ho chiesto un prestito alla banca per pagare il gas del riscaldamento». Questo santo uomo di Dio, con una temperatura spesso al di sotto dello zero, nella propria canonica teneva il riscaldamento spento ed aveva messo una brandina nella grande cucina dove c’era una vecchia stufa a legna; e lì in pratica viveva d’inverno, bruciando la legna da lui stesso raccolta in giro con le sue mani. Però teneva acceso il riscaldamento della chiesa per riscaldare i fedeli e quello delle due sale parrocchiali dove facevano il catechismo i bambini. Anche i genitori di quei bambini che andavano al catechismo facevano parte del popolo scandalizzato di cui parla il Santo Padre nella sua omelia ad effetto; ed anche loro, per festeggiare la Prima Comunione dei loro bimbi, hanno speso tanto e quanto hanno voluto, ma nessuno si è però domandato se il parroco aveva o no i soldi per pagare la bolletta del gas, sempre sulla base del solito principio: «La Chiesa non deve chiedere ma solo dare» … «i preti devono essere poveri» … e poi, è lo stesso Santo Padre che animato da grande anelito ha detto subito: «Ah, come vorrei una Chiesa povera per i poveri» [vedere qui] …

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… e lo stesso Santo Padre concedeva poco tempo dopo “in affitto” la Cappella Sistina in uso alla Porsche per un evento di beneficienza a favore dei poveri [vedere qui]. Anche in questo caso sorge però una domanda: i parroci delle parrocchie povere che non hanno a loro disposizione una Cappella Sistina da dare in affitto a ricchi privati per scopi benefici al fine di ricavarne danaro per le mense dei poveri, potrebbero ricavare qualche cosa affittando le loro chiese, per esempio a …

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A questo mio confratello che domandò un prestito alla banca per pagare il gas usato in inverno per riscaldare i fedeli ed i loro figli ed a tutti i non pochi sacerdoti che vivono certe situazioni di disagio economico, vorrei lanciare sia un’idea pertinente sia un appello: quando vi arriva una bolletta della luce o del gas che non riuscite a pagare, mandatela alla Domus Sanctae Martae indirizzata a Sua Santità il Sommo Pontefice Francesco accompagnata da questo biglietto: «Siamo i preti della Chiesa povera per i poveri e non abbiamo i soldi per pagare la bolletta della luce e del gas della chiesa, quindi rimettiamo il pagamento direttamente alla Sede Apostolica».

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Copertina - Ariel S. Levi di Gualdo - prete disoccupato

Prete disoccupato, omelie sul Vangelo [chi lo desidera può anche richiederlo scrivendo a isoladipatmos@gmail.com]

Chi legge certi miei scritti e certi miei libri, vi troverà indicato e spiegato, ed in modo anche molto severo, quanto sia per sua natura devastante un prete attaccato al danaro, un prete avido e avaro, un prete non generoso, un prete nato in una famiglia povera entrato in seminario con le pezze attaccate addosso e mantenuto agli studi dal buon cuore della diocesi e dei benefattori, che alla sua morte lascia eredità milionarie agli amati nipoti; e chi vuole approfondire questo discorso può procurarsi il mio libro «Prete disoccupato, omelie sul Vangelo» [vedere qui], ed andare a leggere l’omelia nella quale parlo dell’obolo della vedova e nella quale le mie critiche a certi malcostumi economici e finanziari del clero sono precise e severe, ma con una differenza: sono fatte con spirito pastorale e mirate a indurre certi miei confratelli alla riflessione ed alla salvezza delle proprie anime, non sono mirate a far sì che la anticlericale Repubblica o che la massonica Stampa esaltino certe sparate a zero fini purtroppo a se stesse.

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Detto questo devo però vedere, analizzare e parlare di tutti i risvolti della situazione, senza sorvolare sulla mancanza di generosità da parte di certi fedeli o presunti tali, che per organizzare le feste che seguono alla celebrazione di certi Sacramenti spendono somme di danaro davvero scandalose e che al tempo stesso, se non sono richiamati od obbligati a farlo, non lasciano neppure un centesimo alla chiese parrocchiale per le molte spese che questa deve sostenere, anzi, come già ho detto: con rara strafottenza non ti dicono neppure grazie …
… ebbene mi domando e domando, a questi fedeli o pseudo tali, il Santo Padre non intende proprio tirare le orecchie, impegnato com’è a tagliarle invece direttamente i suoi preti?

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Esercitando la libertà riconosciuta ai figli di Dio e concessa anche ai sacerdoti, in questo mio articolo ho sollevato tutte le perplessità del caso sul Sommo Pontefice che si esprime per mezze frasi ad effetto mediatico od attraverso espressioni non sempre felici pronunciate come dottore privato; e che come tale è criticabile con tutto il più profondo e devoto rispetto, senza che mai la sua apostolica autorità sia messa minimamente in discussione, ed in specie quando parla come supremo custode del deposito della fede, che è naturalmente tutt’altra cosa, rispetto ai predicozzi mattutini confezionati alla Domus Sactae Martae per la gioia ed il gaudio della stampa laicista, anticlericale e massonica, forse per la presumibile opera ed il devastante suggerimento di qualche “stratega” gesuita populista che lo consiglia a dir poco male come esperto di immagine e di comunicazione?

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cliccare sotto per ascoltare il corale Tu es Petrus – di  Marco Frisina

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52 commenti
  1. luca dice:

    Navigando ormai da tempo su internet alla ricerca di qualcuno che mi spieghi cosa stia succedendo nella nostra Chiesa Cattolica mi sono imbattuto in molti siti nei quali ho trovato risposte oneste ed utili al “riorientamento” mio e della mia famiglia: ho l’impressione che anche nell’ “Isola di Patmos” siano dati con libertà e carità gli strumenti per non perdere del tutto la bussola e rinsaldarsi nella fede in Cristo.
    Grazie.

  2. ItaloEsigibili dice:

    Un grazie anche alla tua mamma e alle altre mamme che sostengono e aiutano i loro figli sacerdoti, come mamma Margherita con il figlio Giovanni Bosco.

  3. ItaloEsigibili dice:

    Carissimo P. Ariel, come sempre hai scritto con chiarezza, senza ipocrisie, e nello stesso tempo con il rispetto di un figlio che si vede costretto a fare delle osservazioni al proprio Padre. Vivo un disorientamento che non avrei mai immaginato di sperimentare alla mia età (ho 77 anni). Sono stato sempre un “papista” orgoglioso di esserlo, e mi sono sempre sentito dentro una fortezza inespugnabile. Adesso vivo un profondo disagio, e la tua fede nella indefettibilità del Papa, chiunque esso sia, mi ridà coraggio. Oggi mi è sembrato di risentire Cefa e non Simone che parlava al Parlamento europeo. Spero che tra qualche giorno non ci arrivi di nuovo una doccia fredda, come spesso ormai ci accade. Comunque dal tuo sofferto articolo sulla situazione di tanti parroci e anche dalla tua esperienza personale – e ti ringrazio di averci aperto il cuore come si fa con i migliori amici – ho ricavato la necessità di essere più generoso con il mio Parroco e con la mia Parrocchia.
    Grazie di cuore

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      (Tra uno scherzo e l’altro si dice la verità …)

      Querido Daniel,

      un viejo proverbio italiano dice, riendo y bromeando Pulcinella ha confesado.
      (Ridendo e scherzando Pulcinella si è confessato)

  4. Franco Pampeano dice:

    Probabilmente Leonardo Castellani, prete italo-argentino conosceva bene il problema (scritto el 1968):

    “Sospecho que la actual decadencia de la Compañía de Jesús (o si se quiere, sus trastornos, que son innegables) comenzó cuando se puso en práctica la idea de Suárez en la elección de superiores, prefiriendo para ello a los “prácticos”, o sea a “los briosos y sin letras”, que dice airadamente el Padre Mariana. Ese “axioma” de los jesuitas actuales: “los sabios no sirven para gobernar” yo lo he oído cien veces; con revulsión, al principio, pues Aristóteles y Santo Tomás enseñaron exactamente lo contrario: “intelligentis est ordinare”: el ordenar pertenece a la inteligencia; por la cual palabra entendían los antiguos no la razón ni el discurso, (que en el hombre de acción puede darse muy vigente) sino la intuición de principios, y, por ende, la síntesis sistemática de la doctrina. El saber completo de las causas última.

  5. gianlub dice:

    Cari Sacerdoti, di sprangate, purtroppo, ve ne arriveranno ancora e ne sono veramente dispiaciuto perchè non lo meritatte affatto

  6. Padre Ariel
    don Luca Martinelli dice:

    caro padre Ariel: detto e fatto!
    Questa mattina ho spedito alla Domus Sanctae Martae una bolletta della luce dell’ultimo bimestre che ammonta a 1.108 euro e ho allegato l’importo delle offerte raccolte durante le messe negli ultimi due mesi, che ammonta a 402 euro. Ho pregato il Santo Padre di farmi avere i mancanti 706 euro che mi mancano per pagare l’Enel, altrimenti mi staccheranno la luce, e così saremo veramente … una chiesa povera per i poveri!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello.

      Non oso pensare con chi – eventualmente – se la prenderanno, forse con il sottoscritto.
      Nessun problema: sono in pace con la mia coscienza per avere … istigato non pochi parroci in bolletta ma con le bollette in scadenza da pagare.
      Ogni miglior bene per il tuo ministero radicato nel mondo della realtà pastorale.

      • don Savio Manzone dice:

        L’articolo di don Ariel risulta interessante non solo perché fornisce una necessaria chiarificazione ad alcune visioni parziali riguardanti l’attuale assetto ecclesiastico ma perché consente, da un punto di vista ministeriale, un puntuale esame di coscienza.
        Non si può non ringraziare articoli di questo genere !

  7. Padre Ariel
    Nicola Diliberto dice:

    Già da tempo seguo la sua rivista telematica. colgo l’occasione per ringraziarla per le sue analisi acute. Credo che la chiesa stia vivendo una fase difficile. Un osservatore attento quale lei è, aiuta noi lettori ad orientarci e a discernere meglio. Le auguro una buona giornata e un buon lavoro.

  8. Padre Ariel
    padre Giovanni Marra dice:

    Caro padre.
    L’equilibrio con il quale affronti certi argomenti delicatissimi, sempre salvaguardando la figura del pontefice e sempre chiarendo e distinguendo la persona in sé da quello che è il suo alto ufficio apostolico è opera veramente meritoria e di grande utilità nei giorni presenti.
    Papa Francesco non può continuare a esprimersi in maniera così estemporanea creando problemi a non finire. Sono due giorni che i fedeli mi domandano se … possono continuare a dare offerte oppure se sono state abolite.
    La tua idea provocatoria di mandare le bollette della luce e del gas a santa Marta è …. “diabolica”, ma ciò che mi fa sorridere è che, sicuramente, qualche nostro confratello sacerdote alla disperazione (e ce ne sono che hanno difficoltà a pagare le bollette) sicuramente lo farà sul serio.
    Quando sei in viaggio sulla Salerno-Reggio Calabria fermati a trovarmi, ti aspetto con i miei parrocchiani!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Vito,

      Lei non ha capito o più semplicemente non vuol capire, perché se parla di “livore” e di “nervosismo” allora vuol dire che lei risponde e sentenzia senza essersi preso cura e premura di leggere quello che è stato scritto. Comunque, sia così gentile da inviarci il suo indirizzo ed i suoi recapiti, perché quando molti parroci si troveranno senza soldi per mettere la benzina necessaria per andare a visitare gli ammalati, potranno lasciare il conto al distributore a nome suo; e quando avranno difficoltà a fare la spesa, perché saranno morte le loro mamme che con i soldi della loro pensione gli fanno la spesa e gli cucinano, potranno venire tranquillamente a pranzo ed a cena da lei. Il tutto in modo veramente molto cordiale: senza alcun nervosismo e senza alcun livore, mi creda, perchè noi non viviamo in un albergo dentro la Città del Vaticano, viviamo la realtà nel mondo del reale.

  9. Orion dice:

    Ecclesiae Romanae Episcopus […] vi muneris sui suprema, plena, immediata et universali in Ecclesia gaudet ordinaria potestate, quam semper libere exercere vale ” (can. 331)

    Il Romano Pontefice, in forza del suo ministero, gode di un potere che non ha paragoni su questa terra, e dell’esercizio di questo potere non deve rendere conto a nessuno all’infuori di Dio.

    Il Romano Pontefice non è quindi un politico qualsiasi che deve continuamente ottenere il consenso degli elettori attraverso slogan e frasi ad effetto.

    Santità, Lei non ha alcun bisogno di imitare Peron. Si ricordi che perfino gli imperatori hanno dovuto piegare il ginocchio al cospetto dei suoi predecessori. Se dunque ha avuto notizia di pastori simoniaci, dispone di sovrabbondanti mezzi per punirli: li usi, e lasci perdere gli slogan che come un boomerang si ritorcono contro la Chiesa.

  10. ettore dice:

    Articolo appassionato, da figlio amorevole che, prendendo spunto delle contraddizioni, anche lessicali, delle parole del nostro Papa, e dell’uso distorto che ne fanno i media, porta alla luce le condizioni disagiate, le tribolazioni in cui quotidianamente opera la maggior parte dei sacerdoti, autentici testimoni della fede, nel pieno, generoso e gratuito dono di sé stessi a beneficio degli altri.
    Quanto è amaro oggi essere cristiani e vivere al servizio del prossimo, quanta ingratitudine da parte nostra!
    Preghiamo Dio, perché dia ai suoi pastori la forza di perseverare in questa missione benemerita, sempre più invisa, criticata e derisa dai nuovi padroni del mondo.
    Un abbraccio fraterno.

  11. Padre Ariel
    Don Claudio Magrini dice:

    Carissimo Ariel.

    Come sacerdoti (e tu sai che io sono parroco di una chiesa periferica povera) abbiamo ricevuto dal papa una vera e proprio sprangata a tutta forza sui denti, mentre il papa sembra ignorare che molti dei suoi preti non hanno nemmeno i soldi per pagarsi il dentista, e adesso dobbiamo contemplare i pezzi dei nostri denti caduti a terra.
    Altro che tempi brutti …!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello.

      in effetti hai ragione, “dobbiamo contemplare i pezzi dei nostri denti caduti a terra”, perché la nostra polizza sanitaria del fondo clero non ci copre per le spese odontoiatriche. Se la sprangata ci arrivava sulle gambe, in tal caso potevamo essere coperti per tutte le cure ortopediche e le spese per le terapie di riabilitazione.
      Ogni bene per il tuo prezioso ministero pastorale e un sincero ricordo nella preghiera.

  12. Leonardo G. dice:

    Per l’ennesima volta il padre Ariel ha avuto il sacrosanto coraggio di dire senza indugi ciò che gli altri non hanno fatto (pur ricevendo grande sostegno soltanto dopo). La cosa non mi sorprende, perchè conosco molto bene il padre ed in tutta sincerità quest’uomo di Dio ha sempre dimostrato questa straordinaria capacità di metterci la cosiddetta faccia quasi sempre per gli altri e poco per se stesso.
    Tuttavia la cosa che mi rattrista molto è il fatto che presbiteri come Ariel, vengono messi nel dimenticatoio e talvolta perseguitati proprio da coloro che hanno il potere di premiare questo autentico servo di Dio, che non ha mai ricercato carriere e stipendi altisonanti, ma semplicemente ha … “PREFERITO IL PARADISO”.

  13. Padre Ariel
    don Michele dice:

    sono tre anni che padre Ariel è mio confessore e se sono rimasto nel sacerdozio lo devo a lui.
    Non ho altro da aggiungere, credo di avere detto tutto.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … non tentarmi nella vanità, peccato che mi terrorizza letteralmente. Capisco il tuo affetto e te ne sono grato, ma devo rispondere ciò che ti ho sempre detto in privato: “Ha fatto tutto la grazia di Dio”, che all’occorrenza si serve degli strumenti più impensabili, persino degli asini come me.
      Il mio fraterno affetto.

  14. Padre Ariel
    Don Carmelo Russo dice:

    Carissimo confratello Ariel.

    Non so che cosa pagherai e non so che stai pagando per quello che scrivi, perché quello che scrivi non può essere contestato e smentito, perché è sacrosantamente vero, e proprio quando si scrivono e si dicono cose vere che non possono essere smentite, giungono i prezzi cari edolorosi da pagare.
    Cosa dirti … posso portarti pure io come esempio la bolletta del gas riscaldamento dello scorso anno: io me la sono dovuta vedere con fedeli che arrivano in parrocchia con macchine da cinquantamila euro firmati dalla testa ai piedi e rimasti scandalizzati perché una volta a fine messa ho pregato i fedeli di contribuire alla spesa del gas, essendo giunti 2850 euro. Gas usato per riscaldare la chiesa e (manco a dirsi!) le stanze dove fanno catechismo e dove giocano i loro figli.
    Hanno detto in giro per tutto il paese che il parroco “pretendeva” di fargli pagare “l’affitto” delle stanze del catechismo ed il “biglietto d’ingresso” in chiesa. Mandarono anche una lettere al vescovo (anonima, naturalmente) contro di me, “prete attaccato ai soldi in modo vergognoso”.
    Quando ad alcuni fedeli dissi che quei soldi io purtroppo non li avevo, perché alle due messe della domenica le offerte ammontavano a 20/30 euro di spiccioli, hanno risposto: “sì, vabbè, ma il Vaticano non vi da niente?”.
    Anche io come quel parroco di cui tu scrivi, ho chiesto alla banca un prestito per pagare la bolletta del gas che ho pagato a rate di 250 euro al mese.
    I miei genitori sono pensionati, e grazie a loro ho la spesa garantita, che mi fa mia madre con i soldi della sua pensione, e le spese della mia macchina garantite, perchè con la pensione sua mio padre mi paga la rata mensile dell’acquisto e l’assicurazione.
    Quest’anno non ho acceso il riscaldamento. Risultato? Un gruppo di fedeli sono andati a protestare dal vescovo, che mi ha chiamato e rimproverato. Sai però cos’è il bello? Che quando ho detto al vescovo che io non avevo entrate per pagare simili consumi, lui mi ha risposto “questi sono problemi tuoi che devi cercare di risolverti come fanno tutti i preti e che non posso risolverti io, o pensi che io possa occuparmi delle bollette delle vostre chiese?”. Quando gli ho risposto che quelle chiese non sono nostre ma sono sue, a quel punto si è proprio inferocito!
    Il vescovo ha nel proprio palazzo aria condizionata, riscaldamento, vasca per idromassaggi, un cuoco stipendiato che gli cucina solo con prodotti biologici, viaggia con una audi a4 ecc … se quando viene ad amministrare le cresime non gli dai minimo 500 euro di offerta, la volta dopo ti manda uno dei vicari foranei. Ma indossa però la croce di ferro argentata come Papa Francesco e a ogni omelia parla di lui e della sua … “rivoluzionaria” figura.
    Ciò che hai scritto è la triste realtà di centinaia di preti che senza l’aiuto dei propri genitori, spesso degli operai pensionati, non potrebbero sopravvivere, e per ciò che hai scritto facendoti nostro interprete, il Signore ti benedica e … soprattutto ti preservi!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello,

      la frase: “sì, vabbè, ma il Vaticano non vi da niente?”, è la frase più ricorrente che noi preti ci sentiamo dire nelle zone del tuo splendido Meridione d’Italia, dove eserciti di confraternite più o meno cattoliche sono capaci a bruciare in pochi minuti decine di migliaia di euro per i fuochi artificiali, dove per feste di sapore pagano che celebrano santi e sante care alla tradizione popolare, vengono spese cifre iperboliche. Per citarne una tra le tante: la festa di Sant’Agata a Catania, di fronte alla quale solo i ciechi sordi e muti possono non riuscire ad afferrare che è un business gestito in pratica dalle cosche della mafia catanese per importi di decine e decine di milioni di euro. E mentre sotto i nostri occhi avviene tutto questo, poi, i prete come te, si ritrovano in difficoltà a pagare le bollette di luce e gas.
      E se dici qualche cosa ai fedeli che hanno dato soldi generosamente e senza alcun problema per lo spettacolo dei fuochi pirotecnici ad una confraternita portata avanti dai più noti angioletti affiliati alla camorra, alla ‘ndrangheta e alla cosche mafiose, in quel caso ti rispondono di chiedere i soldi al Vaticano.
      Ti sono profondamente nel cuore!

  15. Padre Ariel
    don Stefano dice:

    Ho letto, anzi mi sono bevuto, divorato, il tuo ultimo articolo sulle triste (chiamiamola così) ultima esternazione di papa Francesco. Vorrei solo dirti che hai articolato perfettamente quello che avrei anche io voluto dire. Approvo ogni virgola … dovremmo tutti scrivere a Papa Francesco. Lui la Panda 4×4 l’ha ricevuta in dono e la ricicla per la lotteria: io l’ho comprata con l’aiuto dei miei genitori in pensione e la pago un tanto al mese da scalare dallo stipendio … e sono fortunato perché mangio due volte al giorno grazie alla mamma del mio parroco che fa la spesa con i soldi della sua pensione…
    Mi chiedo come faccia a non rendersi conto della pericolosità di certe sue esternazione che non avvicinano la gente ma anzi l’allontanano … perché nelle chiese trovano noi e non lui…
    Un abbraccio e una preghiera, confidando nella Vera Provvidenza di Dio che grazie a Lui non manca …

  16. Padre Ariel
    Giorgio Roversi‎ dice:

    Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è la lista dei prezzi per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la messa.
    Ma chi ha mai visto in una chiesa la lista dei prezzi per il battesimo, etc. ?!!
    Invece di attaccare senza motivi i preti nelle parrocchie, Bergoglio dovrebbe accorgersi della classica trave nel suo occhio, ed evitare in futuro di affittare la Cappella Sistina alla Porsche.

  17. Padre Ariel
    Giovanna Campolo dice:

    Mi spiace, don Ariel, che lei si trovi circondato, anche lei come Gesù, da manipoli di peccatori che pretendono senza mai dare; mi spiace che anche lei, come tanti padri di famiglia o come tanti che una famiglia possono solo sognarla, si trovi a vivere con 750 euro al mese; mi spiace per l’ingratitudine e le bacchettate che si trova a dover subire, a quanto pare, proprio da parte del suo Pastore. Le auguro di trovar pace e gioia proprio nel suo ‘esistere per’, che mai sarà comodo né glorioso; nella suprema libertà e regalità della Croce, nell’essere sempre e comunque servo inutile, nell’essere un indice puntato verso il Cielo, spoglio di sé e trasparenza di Cristo.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Carissima.

      Ritengo sia giusto esprimere talvolta la dovuta amarezza, mi creda: non per sfogo personale, ma per indurre le persone variamente ripiegate sul loro egoismo e sulla loro avarizia a riflettere, specie quando poi, trovandosi loro nel bisogno, pretendono ed esigono di tutto e di più.
      Al di là di certe tirate di orecchie pastorali di cui talvolta i fedeli necessitano, non bisogna mai dimenticare che il sacerdozio è di per sé fondato e strutturato sulla gratuità.
      Io non ho avuto figli, ovviamente, ma non soffro certo di questa mancanza, perché di figli ne ho davvero tanti. Ecco quindi che alla gratuità si aggiunge la paternità, che è l’altro elemento fondante del sacerdozio.
      Un vero e degno genitore, se veramente è tale, tutto ciò che fa per i figli lo fa gratuitamente, augurandosi come unico ritorno il loro bene e la loro felicità.
      Esistono anche i figli ingrati, ma talvolta, più il figlio è purtroppo ingrato, più la coscienza del genitore – per quanto possa essere sofferente – è in pace con se stessa e con Dio, perché ha dato tutto senza nulla pretendere ed aspettarsi in cambio.
      Purtroppo, in molti dei nostri devastati e devastanti seminari, quelli che io chiamo “pretifici”, si infarciscono i futuri preti di sociologismi, teologismi e persino strategie pastorali organizzative, ma non gli insegnano purtroppo i due elementi sulla base dei quali si può costruire un buon prete: essere padri premurosi e mariti fedeli della Santa Chiesa.

  18. Padre Ariel
    don Fabio Bertelli dice:

    Buongiorno e buona domenica di Cristo Re e Signore dell’universo … ti leggo spesso su questo strumento anche bello che è internet e devo dire che le tue riflessioni non sono mai scontate o banali … come questa di adesso .. appena ho visto il Romano Pontefice in televisione che parlava a Santa Marta ho subito pensato: le offerte sono la nostra sola fonte di sostentamento – esclusa la congrua ovviamente -: se davvero veicoliamo il concetto che su queste siamo una organizzazione che ci specula rischiamo davvero poi di non avere gli strumenti necessari per la sopravvivenza … e mentre sto scrivendo è arrivato il primo “cliente” della giornata a chiedere qualcosa ed al quale non ho potuto certo dire non posso, non ho niente, rivolgiti altrove … credo davvero che prima di fare certe affermazioni estemporanee occorrerebbe un briciolino di oculatezza in più … bah, sono tempi davvero strani …
    con affetto, don Fabio

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello.

      Ti ricordo sempre con affetto, tanto sei parte viva della mia storia personale, quando ragazzini di dieci anni frequentavamo entrambi l’Azione Cattolica della parrocchia.
      E oggi, entrambi, dopo varie vicissitudini, ci ritroviamo per grazia di Dio preti.
      Spero di vederti presto di passaggio dalle tue e dalle mie parti di origine.

  19. Padre Ariel
    Gianfranco Petronio dice:

    Grazie Padre Ariel. Commovente. Però quanta amarezza, anzi quanta rabbia suscitano certe parole, certe scelte, certi atteggiamenti di questa sedicente nuova chiesa. Si picca di essere finalmente una chiesa umana e vicina agli uomini (come se mai prima la Chiesa lo fosse stata) e in realtà sa essere di un’inumanità sconcertante… Ad alcuni si vanta di non chiedere nemmeno il minimo dei sacrifici perchè “non si devono appesantire loro le spalle”… ad altri chiede una santità e un eroismo assolute, talmente assolute da non dover nemmeno meritare il premio che anche i più terribili tiranni non hanno mai negato agli eroi che si immolavano per loro e per la loro potenza… ossia una medaglia, un minimo riconoscimento anche solo formale… no, oggi anche questo è negato, sarebbe un cedere alla superbia, alla vanagloria, al credersi buoni e giusti. Anzi più fai cose buone e giuste e più devi essere frustato e umiliato perchè di certo le fai per viscido spirito farisaico, per ottenere il Paradiso, per crederti degno e migliore… quindi di fatto sei il peggiore… No, basta, tutto questo è inaccettabile, Io non ho mai nemmeno sopportato che i sacerdoti fossero parificati a noi laici (tanto che non mi è mai piaciuto anche solo l’uso comune di dare del tu ai sacerdoti come se ogni forma di rispetto dovuto ad un abito che si può indossare non semplicemente dopo aver fatto un corso o un esame, ma solo a patto di aver fatto l’eroica promessa di dedicare a Dio e al prossimo la vita, fosse da riguardarsi invece come una ingiusta distinzione) figuriamoci come posso tollerare questa loro continua umiliante e irriconoscente fustigazione. Comunque, se oltre Tevere vi sono soggetto che si divertono stupidamente a segare il ramo su cui sono seduti, poi ci si divertirà noi ad assistere alla inevitabile loro ridicola caduta…

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … se oltre Tevere vi sono soggetti che si divertono stupidamente a segare il ramo su cui sono seduti, poi ci si divertirà noi ad assistere alla inevitabile loro ridicola caduta …

      Carissimo,

      sono anni che con fiducia e speranza ripeto, a molti sacerdoti giustamente sconfortati da certe autorità ecclesiastiche giunte a un livello di mediocrità tale di cui non si ha ricordo storico, perlomeno recente: “Sono dei morti che camminano su due gambe”, degli zoombies.
      E lo sono perché certi soggetti, che vivono di potere per il potere in fuzione immediata del potere, sono paralizzati nel presente e privi di prospettiva futura, privi di senso escatologico.
      Sono già morti, ma non lo sanno, perché per leggere certe realtà occorre fides et ratio, occorre la luce e la libertà della fede; e chi vive paralizzato nel presente soffocato dalla brama di potere per il potere, non può avere lucida ragione e autentica fede.

  20. Padre Ariel
    Marco Biggi dice:

    Carissimo Padre Ariel,

    ho appena terminato di leggere il suo articolo sulle recenti esternazioni del Santo Padre Francesco. Sono amareggiato che il Sommo Pontefice tratti in questo modo i suoi figli preti.
    Vorrei esprimerle, caro Padre, tutto il mio affetto sincero e mi permetto di dirle quanto segue: sono uno studente di medicina e un giorno, a Dio piacendo, avrò un lavoro dignitoso. Non so se sarò solo oppure avrò una famiglia però se si troverà in difficoltà sappia, e lo dico seriamente, che se mi facesse l’onore di renderle anche solo un piccolo favore sarò la persona più felice di questo povero pianeta perché sono certo che mai come in quel caso oltre che per la sua dignità sacerdotale avrei la certezza di aver reso un servizio a Nostro Signore stesso! Caro Padre, lei ha il coraggio di un profeta. Un domani, a Dio piacendo, spero di lavorare a Pisa dove ha sede la mia Università e so che la conosce. Ebbene, conti pure su di me! Perdoni se mi sono permesso, ma pur non avendo la grazia di conoscerla di persona le voglio un gran bene!

  21. Padre Ariel
    Libero Thinker dice:

    Grazie don Ariel. Sono solidale con lei, dal momento che da tempo sono sconcertato dalle uscite del vescovo di Roma, che mi stanno causando non pochi disagi e conflitti interiori.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Carissimo.

      Credo sia giusto non nascondere il disagio, la falsità la lasciamo di buon grado agli ipocriti clericali ed a certi ecclesiastici in carriera che per una fascetta rossa venderebbero Cristo e tutti i santi appresso per meno ancora di 30 danari.
      Per quanto riguarda i “conflitti interiori”, quelli noi preti li raccogliamo ogni giorni nei colloqui coi fedeli. Ai quali però io spiego e ripeto sempre che neppure Pietro, scelto e voluto da Cristo in persona, era perfetto: tutt’altro. Le imperfezioni e le fragilità di Pietro sono documentate nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, incluso il suo tradimento e la sua paurosa fuga.
      In questi tempi di squilibrio bisogna guardarsi bene:, per un verso dalla papolatria, per altro verso da attacchi spesso anche insolenti rivolti da certi cattolici o pseudo tali a quella che una volta solevamo chiamare la Augusta Persona del Romano Pontefice.
      Ecco, cerchiamo di ricordare che questa persona è Augusta sin dai tempi di Pietro, è Augusta da sempre e sempre, chiunque sia il Romano Pontefice, che sarà comunque gravato da tutte le sue fragilità e inadeguatezze, salvo quando parlerà come supremo custode del deposito della fede in materia di dottrina e di fede.
      Insomma: io invito sempre certi cattolici ad andare al di là dell’uomo Jorge Mario Bergoglio per concentrarsi su un elemento di fede che è peraltro dogma di fede: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherà la mia Chiesa”.

      • Padre Ariel
        Fiorellino Blu dice:

        Grazie per l’articolo, don Ariel. I singoli casi di abuso – che ci sono – non possono diventare motivo di parlare male dei sacerdoti, che anche qui in Croazia vivono situazioni molto difficili. Diffonderò il Suo articolo tra i sacerdoti che parlano l’italiano e spero di poterlo fare tradurre in croato.

      • cesare dice:

        Ha fatto bene a ricordarci della differenza tra un Bergoglio e Pietro. A me succede quanto non mi era mai successo: cioè di sentire poco rispetto per il Papa, per questo Papa. Lei ha fatto bene a ricordarci di Pietro.
        Grazie

  22. Padre Ariel
    Carraro Laura dice:

    Grazie Don Ariel.
    Quando ho letto del sacerdote che si scalda in cucina con la legna che lui stesso raccoglie dove trova il mio pensiero è andato a tutti i sacerdoti delle borgate qui dove abito io … In inverno da noi fa freddissimo e leggendola mi sono commossa.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … di recente abbiamo fatto una colletta tra preti per acquistare ad un anziano confratello un paio di pigiami che non aveva e della biancheria intima nuova, perché doveva ricoverarsi in ospedale per un intervento chirurgico e non poteva fare la figura dello straccione indossando i capi ormai vecchi che aveva a disposizione.
      Per acquistare il tutto abbiamo speso meno di quello che spendono invece certi suoi parrocchiani la domenica mattina nel bar della piazza della chiesa dove vanno a prendere l’aperitivo dopo avergli lasciato nella cesta delle offerte tagli da 5, 10, 20 centesimi di euro.
      Però, nel bicchiere d’acqua colorata del bar, ai baristi lasciano uno o due euro, ma d’altronde si sa: un vecchio prete che ha dato la vita per tutti gli abitanti del paese, vale molto meno di un giovane barman.
      Spero che questo anziano sacerdote che vive da tutta la vita la realtà nel mondo del reale non abbia avuto notizia e non abbia avuto modo di ascoltare l’ultima omelia di Santa Marta ….

      • Giovanni dice:

        Commovente l’idea dell’anziano prete. Voi si che siete la Chiesa di Cristo! Grazie mille volte mille …

  23. Padre Ariel
    don Matteo Malgioglio dice:

    Anche io, parroco nella periferia della periferia della mia diocesi, sono rimasto indignato dalle parole del papa. Troppo facile parlare di chiesa povera quando si vive in Vaticano. Inviterei il papa a raccogliere i secchi pieni dell’acqua che entra dal tetto della mia chiesa quando piove (coperto soltanto da rotoli di catrame, perché un tetto in tecu non lo possiamo pagare), e a celebrare messa chiudendo ora un settore ora un altro, a seconda di come tira il vento; o a spostarsi all’aperto in estate, perché la chiesa diventa rovente… Le sue parole hanno fatto già il giro del paese: “ma è vero che in chiesa si paga per avere i sacramenti?”. Grazie del servizio, Santità. Prima di parlare, conosca meglio la Chiesa!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello.

      Hai detto tutto, ma proprio tutto, dalla tua concreta e soprattutto reale “periferia esistenziale”.
      Un sincero augurio di ogni bene per il tuo prezioso ministero.

    • Giovanni dice:

      Tutta la mia solidarietà ai “preti” dono inestimabile per noi fedeli. Sono parole, lo so, ma di più che posso fare?

  24. Padre Ariel
    Ruggero Allodola dice:

    Quante contraddizioni dobbiamo subire…quanti sono smarriti…
    La domanda è: quando si finirà di parlare con leggerezza? Possibile che il Santo Padre non si renda conto egli effetti devastanti di molte sue parole sulle pecore del gregge di Cristo che dovrebbe pascere?
    Ottimo articolo

  25. Padre Ariel
    Adriana Quirico dice:

    Bellissimo articolo e bel suggerimento finale!
    Purtroppo in passato c’è stato qualche prete, quando le offerte erano ingenti, che si è incamerato per sè e per la propria famiglia del denaro, ma da quando le diocesi si sono incamerate i beni delle parrocchie questo non si è più potuto verificare. Semmai si sono verificati mutui “impossibili da restituire” per la costruzioni di cattedrali inutili in alcune diocesi a carico di vescovi megalomani, ma allora forse la mancanza grave c’è stata anche da parte di chi doveva sorvegliare. O no?
    Anche a me, giuro, di fronte a matrimoni tanto sfarzosi – e tanto poco cristiani – con dispendio economico enorme di fiori, luci, fotografie, vestiti, ecc, vedere che hanno il coraggio di non lasciare nemmeno un’offerta alla parrocchia e al prete che ha officiato la cerimonia, viene una tale rabbia … Oltre tutto è mancanza di rispetto per chi ha dedicato il proprio tempo per loro, che non è solo il sacerdote, ma anche le persone che dopo devono pulire e rimettere tutto a posto, come fossero al loro servizio. Ma non si vergognano?!?
    E poi si portano via anche tutti i fiori e si lamentano anche se il “vestito” delle poltroncine non è intonato con l’abito delle sposa o delle damigelle… Elemento basilare per il sacramento del matrimono….

  26. Cesare dice:

    Se ci fossero i prezzi esposti uno saprebbe come comportarsi senza rischiare di fare brutte figure offrendo poco o non danneggiandosi offrendo troppo. Dopo un funerale ho fatto un’offerta al prete un po’ alta perchè non volevo passare per avaro, ma obiettivamente avrei voluto mettere di meno. Il prete mi disse che era troppo ma si è ben guardato dal restituirvi il troppo e si è tenuto tutto. Se ci fosse stata una tabella avrei seguito quella magari aumentando un po’ ma sapendo su che ordine basarmi. Quello del papa mi sembra un discorso pubblicitario e un po’ ipocrita, chiedo scusa. Si sa benissimo che si deve fare un’offerta, non è mica un peccato, il prete deve vivere anche lui e se non serve a lui direttamente ha tante spese per la comunità,la chiesa,la parrocchia, il riscaldamento,i bisognosi ecc.

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