Quella distruttiva ideologia immigrazionista clerico-politica: angioletti nigeriani in escandescenze a Roma? Il ricorso all’uso della violenza più che legittimo è indispensabile di fronte a certe situazioni e soggetti

— morale cattolica, politica e società —

QUELLA DISTRUTTIVA IDEOLOGIA IMMIGRAZIONISTA CLERICO-POLITICA: ANGIOLETTI NIGERIANI IN ESCANDESCENZE A ROMA? IL RICORSO ALL’USO DELLA VIOLENZA, PIÙ CHE LEGITTIMO È INDISPENSABILE DI FRONTE A CERTE SITUAZIONI E SOGGETTI

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Da sempre la morale cattolica insegna che devono essere valutate e applicate tutte le condizioni nelle quali l’uso della forza sia non solo necessario, ma indispensabile, vale a dire l’unico praticabile e perseguibile. Se tutti i mezzi civili più ragionevoli e non violenti si riveleranno però non solo inefficaci, ma dovessero persino risultare dannosi sulle persone che dovrebbero essere poste in condizione di non nuocere, a quel punto, il ricorso alla violenza, non solo è legittimo, ma è l’unico praticabile, ed è del tutto doveroso. In caso contrario: a breve ci ritroveremo con bande di immigrati incontrollabili e violenti che daranno vita a guerriglie urbane ….

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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45 commenti
  1. Daouda
    Daouda dice:

    Don Ariel vi fate prendere dal “colpo ad effetto” e per esempio dal punto della continuità etnica siete superficiale. Ma questa rimane solo un’imprecisione, pergiunta utile al fine retorico di questo doveroso articolo.

    L’impostazione che date è invece passibile di strumentalità.
    Non potete essere così ingenuo da ignorare la morsa a tenaglia sul mondo cattolico, che l’Oriente europeo interpreta semplicemente un ruolo quando dati alla mano spesso sta messo peggio dei paesi occidentali – ciò dal punto di vista dei soli temi di destra, sempre se da cattolici ci si debba interessare a questa dicotomia – prima fra tutti la Russia. Non potete neanche ignorare che il mondo tradizionalista è “infiltrato” o pagato da terzi.

    Parlate delle forze di polizia, che pur pregne di persone per bene ed esemplari, sanno chi non devono toccare, dall’alto al basso ed infatti il risultato lo palesa lei stesso : meglio lavorare che ammutinarsi.
    Certe affiliazioni stabiliscono da che parte si sta e lo stato italiano ab origine è una di queste. Siamo più soli di quanto si creda umanamente parlando e rigraziando DIO non verremo giudicati su quel che ignoriamo. Ma non si cerchi aiuto dove non…

  2. fabio
    fabio dice:

    caro padre Ariel
    vorrei domandarle conosce i messaggi di don stefano Gobbi ,cosa ne pensa?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Non posso pensarne niente, perché purtroppo non lo conosco se non di nome.
      E per dire qualche cosa, bisogna conoscere persona, vita e opere.
      Io non conosco nulla di queste tre cose.

  3. Elena Panzeri
    Elena Panzeri dice:

    E il cibo offerto ai migranti (i quali per altro si lamentano spessissimo vuoi della qualita’ vuoi che non e’ halal e via dicendo) finisce a quintali nella spazzatura, neanche aperto
    https://cronicasdepapafrancisco.com/2019/06/15/nei-centri-di-accoglienza-il-cibo-si-butta-a-quintali-ma-la-cei-e-bergoglio-fingono-di-non-sapere/
    Complimenti, in una botta sola si dimostra quanto questi aiuti non siano apprezzati ne’ utilizzati e come quanti gestiscono il tutto siano pure poco ecologici (non riciclano nemmeno nella maniera corretta, anche se questo mi pare il minore dei mali). Il pasto caldo che il comune portava a mia mamma era meno abbondante! E nessuno si e’ mai offerto di pagarle la luce, ma si sa, lei e’ italiana e non ha mai chiesto nulla

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … e poi sua madre era anche cattolica!
      Insomma, sua madre era un autentico concorso di cause ostative all’esercizio della carità verso di lei, cerchi di capire.

      Ebbene sa che io, più volte, ho dovuto rimproverare diversi preti africani che gettavano via il cibo fresco nella casa sacerdotale e che sprecavano tutti i giorni l’acqua e le bibite? Già, perché dopo avere aperto bottiglie di acqua gasata o bibite gasate, non le richiudevano, perché ciò comportava un grande dispendio di energia. Dopodiché, una volta sgasate, le gettavano.

      Nel 2010 inviai un documento filmato alla Congregazione per il clero per documentare lo spreco che veniva fatto in oltraggio alla miseria in due diverse case sacerdotali internazionali, ed il tutto, rigorosamente, da preti provenienti da vari Paesi del continente africano.
      Prefetto dell’epoca (2010/2011) era il Cardinale Mauro Piacenza.

      Mai ricevuta alcuna risposta, mai preso alcun provvedimento.
      Dopodiché, i soggetti qui descritti, nelle loro omelie tenute nelle parrocchie romane dove prestavano servizio dicevano che mentre in Europa si sprecavano soldi per dare da mangiare a gatti e cani domestici, nei loro Paesi i bambini morivano di fame.

      Ho sempre avuto animali domestici e posso testimoniare che mai, nessuno di loro, ha sprecato cibo.

  4. Iginio
    Iginio dice:

    L’articolo di don Ariel è ineccepibile nei contenuti e nella denuncia che fa. Chi nega, non sa di che si tratta. Accusare poi – come va di moda fare – di suscitare paura chi invece dà voce alla paura concreta e giustificata di molti, è semplicemente grottesco. Difendere la convivenza civile non è “fascista” (i fascisti anzi se ne infischiavano delle regole di buona convivenza), è solo di qualsiasi cittadino decente (e libero e democratico).
    Mi permetto solo di eccepire che i greci, anche se con molte usanze di matrice turca ( vedi la cucina), fisicamente non sono proprio simili ai turchi; le donne sono molto diverse (quelle turche sono più belle, ahimé). Anche se in effetti in Grecia nel Medioevo si ebbero stanziamenti di altri popoli (slavi e albanesi in primis, ma anche occidentali e persino qualche normanno) che ne mutarono la composizione etnica, e i turchi stessi hanno invaso e occupato terre già abitate da altri popoli.

    • Klaus B
      Klaus B dice:

      “Accusare poi – come va di moda fare – di suscitare paura chi invece dà voce alla paura concreta e giustificata di molti, è semplicemente grottesco”. Parole sacrosante.
      Purtroppo non riesco quasi più a frequentare Facebook perché mi scontro quotidianamente con una coppia di amici che continuano a ripetere proprio questa accusa additando come spargitore di odio chi viene frequentemente ritratto a testa in giù come a Piazzale Loreto e trova anche sacerdoti che invitano alla sua uccisione durante le omelie (sic, a quanto sembra, ahimé).
      Ogni volta mi riprometto di tacere, poi la sparano più grossa della volta precedente e non ce la faccio. Persone che si vantano di essere state sempre accusate di essere cattocomunisti. Vorrei rispondere: non cattocomunisti, il comunismo era una cosa seria nel suo tragico errore, per non parlare del Cattolicesimo, Voi siete sempre stati pseudo-catto-radical-chic (senza entrare nella sincerità della loro convinzione religiosa, quello compete solo al Divino Giudice). Ma sarebbe la rottura definitiva e non me la sento.

  5. Klaus B
    Klaus B dice:

    Immigrato a Reggio Emilia palpa poliziotta e si masturba. Il giudice lo rimette subito in libertà perché il fatto è “di lieve entità”. Il giorno dopo in stazione dà in escandescenze con un bastone in mano,
    Non commento perché siamo su un sito religioso e non saprei farlo senza usare parole inappropriate.
    Mi limito a chiedermi come possa essere di lieve entità un’azione che prima offende una donna in quanto donna, poi la offende in quanto componente delle forze dell’ordine e di conseguenza offende tutti gli italiani che lei rappresenta nello svolgimento della sua funzione.
    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/immigrato-molesta-unagente-subito-libero-giorno-ancora-1710682.html

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      [… ] «Non commento perché siamo su un sito religioso e non saprei farlo senza usare parole inappropriate».

      Caro Klaus,

      allora commento io, anche perché, come forse avrà capito, non nutro alcuna velleità a diventare vescovo e cardinale. Anche perché considerato lo scadimento ai minimi termini dell’uno e dell’altro sacro collegio, trovarmi con certe persone sarebbe per me molto umiliante.

      Spero invece in ben altro genere di carriera. Infatti, ogni volta che celebro la Santa Messa, chiedendo perdono per i miei peccati prima della celebrazione, nel corso dell’atto penitenziale, durante la purificazione delle mani nel rito di offertorio e nella oratio secreta prima della Comunione, domando a Dio di concedermi la grazia di un leggero purgatorio.
      Pochi sono coloro che appena morti – ed in specie proprio noi preti – potranno andare immediatamente nel Paradiso.

      Senza paura che il Divino Giudice mi commuti, per quanto adesso le dirò, un eventuale leggero purgatorio in un duro purgatorio, posso affermare …

      … se il “fratello extracomunitario” in questione, si fosse eroticamente esibito davanti a qualche dicastero della Santa Sede mentre molti gioiosi monsignorini uscivano al termine dei loro estenuanti lavori, diversi di costoro si sarebbero affrettati a dargli il loro biglietto da visita dicendogli … «mi raccomando, teniamoci in contatto e appena sei libero chiamami!».

      Ecco, l’ho detta io molto più grossa di quanto mai l’avrebbe detta lei, ma sappia che purtroppo è la pura verità, lo sanno tutti, a partire da coloro che purgano le notizie negli uffici stampa della Santa Sede.

  6. Elena Panzeri
    Elena Panzeri dice:

    A quanti pensano che si stia incitando all’odio razziale, chiederei di fornire una soluzione pratica, realizzabile e non fumosa dei problemi legati alla immigrazione di soggetti incapaci di vivere accettando le regole di una società, che benché lontana dall’essere perfetta, cerca di garantire quantomeno la sopravvivenza e convivenza civile.

    Se uno di tali soggetti immigrati, o persone italiane affette da ipermisericordismo bergoglioso, volesse provare a delinquere in un qualsiasi altro paese, soprattutto musulmano, avrebbe modo di apprezzare la differenza di trattamento.

    Io parlo da immigrata, vivo a Londra, dove di immigrati di ogni genere sono sempre arrivati. E’ vero che questo paese è sempre più islamizzato ed eterofobo (se non sei omosessuale vali poco insomma!), ma legnate, quando servono, i poliziotti ne danno eccome.

    Se ne facciano una ragione anche gli ecclesiastici degenerati: è vero che siamo tutti creature di Dio ma non automaticamente Figli di Dio. Perchè “quelli che ha predestinati, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati, li ha anche glorificati”.

  7. Luigi
    Luigi dice:

    Grazie don Ariel. Discuto spesso con delle anime pie cattoimmigrazioniste naturalmente votanti sinistra, ma tutto è inutile. Sono talmente ideologizzate che non vogliono capire il problema. Pensi che uno di loro, il quale si vanta di essere laureato in teologia, sostiene che il poveretto soccorso dal buon samaritano fosse un immigrato..
    Tutto ciò è merito della nostra gerarchia ecclesiastica che non sa più ragionare secondo prudenza evangelica e a sua volta è fomentata dal nostro caro papa.
    Mi permetto una piccola osservazione che avvalora il suo discorso sul popolo egiziano: Cleopatra, della dinastia tolemaica, era di origine macedone.

  8. Emanuele
    Emanuele dice:

    San Giovanni Paolo incoraggiò e consolò il mondo con una bellissima parola d’ordine cristiana: “Non abbiate paura!”. C’è chi invece collaziona le chiacchiere da bar di periferia, con capacità mimetiche da neorealismo d’antan, e le fa passare per una predica un po’ alcolica, le firma addirittura “dall’isola di Patmos” quasi fosse un beato apostolo (e qui siamo al goliardico, non c’è che dire), per ottenere nient’altro che una paura soffusa e rabbiosa negli animi semplici. Va bene il malessere dei preti, il dramma dei curati di metropoli, e peggio ancora quello di chi non ha neppure una parrocchia con confini certi, va bene il dramma del web che immateriale com’è inclina al delirio, ma spargere dolore e timore non mi sembra granché cristiano. Anche il don Camillo di Brescello agitava i pugni però Guareschi non faceva il bulletto alla moda. Anche il Vangelo usa parole toste ma quando in nome della legge si affollano intorno all’adultera (“alla mignotta”, direbbe don Ariel compiaciuto) già con le pietre in mano, il Maestro per calmare gli animi prende tempo, evita i linciaggi, scrive per terra, spegne la tensione. Non eccita gli animi contro le prostitute minorenni…

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … ma lei, ha letto che cosa hanno scritto e commentato diversi agenti delle Forze dell’Ordine che vivono nel mondo del reale e non del “buonismo onirico”, diversi dei quali aggrediti, feriti, finiti in ospedale sotto i ferri dei chirurghi e via dicendo?
      Una parola per loro, visto che difendono anche la sicurezza sua, non ce l’ha proprio?

      • Emanuele
        Emanuele dice:

        La parola è semplice: grazie. Ma forse la polizia non ha bisogno di preti che indichino come e dove picchiare gli alcolizzati benché islamici. Ma soprattutto non ha bisogno di questa patetica espressione di ‘buonista’ o ‘cattivista’. Non siamo all’asilo d’infanzia, non siamo le nonnine pietose: “fai il buono a nonna” o “non fare il cattivo, non fare arrabbiare l’angioletto”. Siamo grandi e grossi, cattivi alla radice per via di quel peccato nell’Eden che lei sa meglio di me, dovremmo cercare di vincere la malvagità che è in noi, magari anche di amare il nostro prossimo come noi stessi, né di più né di meno. E certo questo non va confuso con il sentimentalismo stucchevole, con la morale d’oratorio, con le pie intenzioni (ma con le opere pie magari sì), senza però finire nel club delle squadre speciali di polizia, degli agenti più duri. Sarà ignoranza personale non trovo una pagina evangelica che esalti la repressione o semplicemente l’ordine (di cui pure l’umanità ha bisogno). Non vi si trova neppure la parola ‘patria’. Forse ‘prima gli ebrei’ sì, ma siccome la risposta d’Israele non fu entusiasmante, Gesù disse ai suoi di predicare alle altre genti. Per…

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Lei parla di realtà che non conosce, di persone che non conosce, di antropologie che non conosce.
          Soprattutto non ha letto il mio scritto e se lo ha letto lo ha inteso in modo del tutto diverso. Per esempio temo non abbia prestato attenzione al fatto che io ho spiegato e illustrato che con africani provenienti da vari Paesi di quel Continente ci ho vissuto assieme per anni. A questo aggiunga che ho viaggiato più volte per tutto il Magreb e per vari Paesi di quel Continente. Per poco che abbia imparato, forse qualche cosa ho appreso, molto più che dagli articoli surreali della stampa della Sinistra italiana.

          Proprio non ha prestato alcuna attenzione a tutte le parti nelle quali, riportando proprio i miei colloqui con africani, spiego quale è il loro concetto di autorità e di autorevolezza, ecc … ecc …?

          Le persone sono antropologicamente e culturalmente ciò che sono, non possono essere mutate in ciò che a noi piacerebbe che fossero, ma che assolutamente non sono.

          Le porto un esempio legato alla pura natura animale:

          lei è libero di pensare che un cane randagio, o peggio un branco di cani selvaggi, possano essere trattati con le stesse maniere con le quali una nobildonna inglese può trattare il proprio cagnolino domestico.

          Le auguro dal profondo del cuore di avere qualche volta a che fare sia con un pericoloso cane randagio sia con un branco di cani selvaggi, affinché lei possa adottare i criteri che ritiene del tutto idonei.

          Quando poi sarà ricoverato mezzo in fin di vita in un ospedale, mi chiami o mi faccia chiamare, perché a quel punto le domanderò se la pensa sempre allo stesso modo.

          • Emanuele
            Emanuele dice:

            Leggermente risibile, ne fa una questione personale: non ci conosciamo, ma lei si permette di stabilire se ho dimestichezza con marocchini e poliziotti quanto lei, se sa di cani quanto me,ecc. I preti dovrebbero occuparsi di Vangelo, quando appunto entrano al bar e si mettono a dire su chi ce l’ha più lungo, con facezie buone per fare colpo all’oratorio, sono semplicemente patetici. Che serve far la dura vita del prete per annunciare poi la buona novella canina? Ma se ne rende conto? Le volpi hanno una tana ma il Figlio dell’Uomo no. Non ricambio il suo auspicio che io finisca accerchiato da feroci randagi (roba da don Carognetta impersonato dal grande Sordi), voglio anzi caritatevolmente sperare che lei non muoia di ridicolo quando passeggia con i suoi barboncini.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Lei mi imputa cose che non ho detto, affermazioni che non ho fatto e quel che è peggio stravolge totalmente delle narrazione che hanno una profonda valenza di carattere antropologico e socio-psicologico; ma soprattutto risponde aggredendo in modo sfottente e non rispondendo nel merito delle questioni.

            Io sono anzitutto un gentiluomo e sulla stoffa del gentiluomo è stata tessuta quella del prete.
            Non si permetta di dare di me una immagine grottesca di prete da bar che va a discutere amenamente con «chi ce l’ha più grosso», perché a me in questi luoghi non mi troverà mai, mi troverà invece a pregare, a celebrare la Santa Messa, ad amministrare confessioni, a predicare ed a dare l’unzione degli infermi a malati terminali.

            Io ho parlato e spiegato in modo rigorosamente scientifico, in pagine e pagine che lei non ha letto o non ha capito, quale incidenza abbia il principio ed il concetto della virilità nelle varie culture africane, dove essa costituisce un elemento fondamentale. Ho poi spiegato con tutti i dettagli del caso come io stesso mi sono attenuto a certi stili di comportamento quando ho avuto a che fare con certi miei carissimi e amatissimi confratelli sacerdoti provenienti dai vari Paesi di questo continente, i quali sono stati i primi a istruirmi su come comportarmi e rapportarmi alle loro varie popolazioni.

            In quanto al mio essere «patetico», respingo il tutto a lei e le proibisco, per lo meno su questo nostre colonne, di usare a sproposito l’immagine del Santo Vangelo, che qualora non lo sapesse, della virilità, è la quintessenza, per quanto è vero che Cristo fu vero Dio e vero uomo; e come uomo era perfetto in tutto e per tutto nella sua natura umana.

            Lei ha del Vangelo una immagine falsata e sdolcinata, alla peace and love da Gay Pride, sino a divenire aggressivo e insultante con un ministro in sacris che le risponde a giusto tono e come lei si merita dopo avermi insultato e dopo avere mistificato in modo grottesco le mie parole.

            P.S.

            Al tutto aggiunga l’elemento della sua vigliaccheria: mentre io ho un nome, una identità e un volto col quale rispondo di ciò che dico e scrivo, lei lancia insulti protetto dietro al totale anonimato, cosa questa che la qualifica e la squalifica.

          • Padre Ariel
            Licia Oddo dice:

            Caro Padre Ariel,

            La dettagliata attenta disamina della società che fai riportando prove provate di vergognosi e sconcertanti episodi di efferata criminalità nei confronti dei cittadini italiani ti rende onore! Se un sacerdote prova a comunicare il messaggio mediante una semplice omelia non sarà mai cosi appassionato, a compiere una mirata ricognizione che appura persino la motivazione antropologica razziale di un comportamento criminale che va oltre i semplici confini culturali.

            Innumerevoli sono gli esempi di crimini riportati in territorio italiano, compiuti a causa di una pseudo vantata “evoluzione sociale” più involuzione direi, sfociata nella globalizzazione voluta a tutti i costi anche a discapito della stessa società in cui trionfa l’ignoranza. Quella stessa ignoranza di una società decadente,dovuta proprio alla libertà di dover dire ognuno la sua, per dare voce a luoghi comuni di uguaglianza, di parità senza capire la vera essenza dei mali che tale fenomeno genera e che deve essere fermato da chi come te ci mette la faccia al di la di qualsiasi ipocrisia o falsa ideologia, col dono della persuasione documentale e non solo verbale.

          • Padre Ariel
            don Angelo Rossit dice:

            Lei è stato veramente e gravemente insultate.

            Lo scritto del padre Ariel ha dei fondamenti e una valenza scientifica e antropologica sulla quale c’è molto poco da ironizzare.
            Tutti gli esempi che il padre Ariel le ha portato sono decisamente pertinenti, in particolare quello sul cane randagio aggressivo e sul branco di cani feroci, che non possono essere trattati come il cagnetto domestico di una dama britannica.
            L’esempio è talmente ovvio, ma proprio scientificamente ovvio!

            Non so a quale fede lei appartenga, se però fosse cattolico, allora nessuno, sin dal catechismo, le ha insegnato che non ci si rivolge a questo modo a un presbitero, il tutto con una aggravante di non poco conto: lei ha tentato in tutti i modi di stravolgere e falsare le parole e i contenuti di padre Ariel sino all’ultimo e grave tentativo, quello di rovesciare su di lui e su ciò che mai ha detto e affermato il puro e offensivo ridicolo, sbeffeggiandolo come fosse un prete triviale da bar, uno che ha da imparare il Vangelo e via dicendo … e tutto questo perché la sua personale emotività soggettiva e ideologica è l’unica verità e legge valida.
            Insomma: lei è il classico pacifista ideologico e violento con la spranga di ferro in mano.

            Rilegga la cronologia dei suoi commenti e delle sue risposte e vedrà che è esattamente così.

          • Padre Ariel
            ex insegnante auto-dimessa dal ruolo dice:

            ma lei dove vive? In quale città e in quale realtà? In quale mondo di pace alla “siamo tutti fratelli” lei conduce la sua esistenza?
            Lei lo sa, che io ho dovuto rinunciare a una cattedra di insegnamento poco dopo essere riuscita a entrare di ruolo?
            Gliela spiego subito, come donna oggi di 39 anni, la mia personale “dimestichezza con marocchini” ai quali lei allude.

            Sono modenese e vivo a Modena ed ebbi ruolo d’insegnamento a Bologna, non importa in quale scuola, conta il fatto che adesso le narro.
            In pieno giorno, e in pieno centro, da tre marocchini fui spinta dentro il portone di una casa, e lascio alla sua fantasia quelle che fossero le loro intenzioni.

            Mi sono salvata grazie a due studi professionali, uno di un dentista l’altro di un avvocato, che si trovavano al primo piano di quello stabile e che furono richiamati da due mie urla prima che uno dei “fratelli extracomunitari” mi tappasse con una mano la bocca mentre con l’altra cercava di aprirmi le gambe … ha capito: anima bella del pacifismo e dell’accoglienza dei miei c …..? Perché forse, gli attributi, ce li ho più io che sono donna di lei che come uomo ragiona a questo modo.

            Se il dentista, le sue assistenti e i pazienti che erano in sala di attesa non si fossero affacciati dal pianerottolo nell’atrio, inducendo i tre a scappare di corsa, mi dice lei, cosa poteva accadermi, mentre gli altri due avevano già chiuso il portone e l’altro mi aveva già tappata la bocca?

            Ma si … venite, venite: pace e amore!
            Quando io sento la frase “porti aperti” sono percorsa da un brivido, perché mi tornano alla mente quelli che dentro l’atrio di un portone in pieno centro a Bologna, cercarono di aprirmi le gambe.

            Lettera Firmata

  9. Pasquino romano redivivo
    Pasquino romano redivivo dice:

    Sonetto dedicato
    a Sua Em. Ill.ma il cardinal lucifero-movimentista-elettricista-(futurista?),
    alla nuova elettro-teologia di non pagare la luce terrena,
    e al nuovo uso vaticano delle bollette (non pagate),
    da N.N. miscredente-pagatore-di-bollette (e dei costi di chi non le paga).

    __________

    Supplica ‘l pio ministro delli frati
    zoccolanti la BOLLA d’esenzione
    dall’arcivescovil giurisdizione
    per esser pari a priori ed abati;
    e de’ li canonici prebendati
    il cattedral capitol speme pone
    nella mozzetta viola e ambizione,
    supplicando curiali e porporati.

    Ricever suppliche con boni uffici
    fu pel pontefice cosa ben accetta:
    fur esauditi sempre i pii auspici
    e presta era la bolla benedetta.
    Or si riceve – idee novatrici! –
    scaduta della luce una BOLLETTA.

    Pasquino romano redivivo

  10. Padre Ariel
    Giuliano Sarso dice:

    Ahi … ahi … ahi!
    Abbiamo su questa isoletta il prete fascistello che strombetta per Salvini !

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Giuliano,

      il mio bisnonno paterno, che ebbe pure il “piacere” di essere bastonato dagli agenti dell’O.V.R.A [cf. QUI] con Alberto Salustri detto er Trilussa fuori da un caffé di via Veneto nel 1927, dopo la promulgazione delle leggi fascistissime dovette scegliere tra l’esilio e il carcere. Nel 1937 morì in esilio fuori dall’Italia.

      Mio nonno paterno dovette lasciare Roma nel 1939 con i due bambini, uno dei quali mio padre, perché sospettato di idee sovversive. Mise al sicuro i figli e sua moglie che era di origine veneziana in una zona sperduta di confine del Friuli, dopodiché tornò per adempiere ai suoi patri doveri.

      Mio nonno materno, in guerra come ufficiale dei carabinieri, si offrì prigioniero volontario in Jugoslavia in cambio della liberazione di alcune famiglie di italiani, dicendo ai comunisti titini che nelle loro eventuali trattative avrebbe pesato di più un ufficiale che non delle povere famiglie. Quando agli inizi del 1940 partì per la guerra sua moglie era incinta e quando solo nel 1949 ritornò dopo essere stato liberato dalle carceri jugoslave anni dopo la fine della guerra, conobbe la sua unica figlia che aveva ormai nove anni. Nel 1954 gli fu conferita la medaglia d’oro al valore.

      Mio padre e mia madre, che io sappia, nel periodo in cui in Italia era presente un forte Partito Comunista si sono sempre turati il naso ed hanno dato il voto alla Democrazia Cristiana.

      Per quanto personalmente mi riguarda, se fossi stato vivo in quegli anni, per il tipo che sono e per la fede che mi anima, prima avrei protetto e cercato di salvare le vite dei comunisti perseguitati dai fascisti, poi, dopo il 1943, alla caduta del fascismo, avrei cercato di salvare le vite dei fascisti ricercati dai comunisti che non contenti di ammazzarli facevano anche osceno vilipendio dei loro cadaveri sulle pubbliche piazze.

      Siccome le storie delle nostre famiglie italiane sono a volte complesse e a volte sorprendenti, le suggerisco di fare una ricerca sull’albero genealogico suo, perché forse, mentre lei si diletta a dare del «fascistello» a me, potrebbe anche scoprire che mentre miei vicini antenati dai fascisti erano bastonati e mandati in esilio, gli antenati suoi cantavano “Duce, Duce!” e nel periodo coloniale “Faccetta nera bell’abissina“, diventando poi comunisti il giorno dopo la caduta del fascismo. Sa, ne ho conosciute tante, di storie di questo genere …

      • Luisa S.
        Luisa S. dice:

        Come ha ragione! Mia madre mi raccontava come finita la guerra il sacerdote, tornato libero dal carcere di S. Vittore dove invece era morto il parroco, ebbe a dire durante un’omelia di essere stato minacciato di morte chiudendo con queste parole ” abbiamo ricevuto minaccie, sappiamo che è cambiato il colore dell’inchiostro ma la mano che scrive è sempre la stessa.”

  11. Padre Ariel
    agente di polizia (Sardegna) dice:

    Rispondo qui per dare solidarietà al collega per quanto ha scritto, sono storie tristi e note, anche se non narrate.
    Quando accadono queste cose si riempiono le prime pagine dei giornali, quando i poliziotti sono scagionati perché innocenti si scrive un breve articoletto nelle pagine interne, possibilmente di lunedì, quando certi quotidiani danno principalmente notizie sportive della domenica precedente e la gente va a leggere altre cose …

    Caro Padre Ariel,

    grazie per questo servizio che è un servizio in tutti i sensi, noi stessi, come agenti di P.S. abbiamo sicuramente imparato molte cose circa usi, costumi, abitudini modi di agire di certe popolazioni e loro cittadini non facili da trattare quando vengono in Italia.

    Ho avuto modo di conoscere una delle vostre firme, il Padre Ivano Liguori, nostro sardo (quando visitava i malati), perché ho frequentato per motivi di servizio l’ospedale dove lui opera come cappellano a Cagliari, ogni tanto a noi capita di doverci portare qualcuno che semmai non è propriamente un libero cittadino, o frequentare per motivi di servizio il pronto soccorso ecc..
    Per email le ho dato i riferimenti, se capita in Sardegna nelle nostre zone, visiti il nostro commissariato perché la accoglieremo come un amico.

    Bellissima la sua battuta sui due sardi … uno che sembra uscito da una casba araba e uno che sembra uscito da un negozio della capitale della Norvegia. Vedo che conosce la nostra popolazione e tutte le nostre antiche mescolanze, che sono antiche e tante.

  12. Padre Ariel
    un comandante dei carabinieri dice:

    Reverendissimo Padre,

    se fossimo in un contesto ufficiale la ringrazierei a nome dell’Arma dei Carabinieri, invece non posso inviarle un messaggio ufficiale né pubblicamente qualificarmi. La lettera privata che le ho inviato rimane come nostro rapporto privato e anche in questo commento le rinnovo l’invito a visitare la nostra caserma.

    Qualcosa mi dice che il suo articolo sta girando per tutta Italia, se considero che a me è stato inviato da ben 11 carabinieri che mi invitavano a leggerlo.

    Come le ho spiegato nel dettagliato testo privato: a me, quando ero capitano, fu bloccata la promozione e fui chiamato a rispondere in sede processuale. Tutto si risolse poi, ma dopo uno spiacevole e umanamente pure doloroso iter.

    Il fatto: i miei uomini arrestarono due prostitute nigeriane non tanto per prostituzione in sé (che come sappiamo è il reato che è) ma per spaccio e detenzione di cocaina.

    Tradotte in caserma le chiudemmo nella stanza di sicurezza mentre i tre carabinieri che le avevano arrestate si stavano facendo medicare le ferite, essendo stati ripetutamente aggrediti mentre le portavano in caserma. Chiamai io stesso i colleghi della vicina questura domandando se potevano inviarci alcune donne poliziotto per procedere alla perquisizione delle due arrestate giacché non ritenevo opportuno spostarle presso di loro, perché già avevano ferito tre carabinieri e trasportarle alterate a quel modo non era facile.

    Giunsero due agenti donne di polizia con una ispettrice capo e si ritrovarono dinanzi a una scena che definire “scena madre” sarebbe riduttivo: le due (che erano entrate vestite) avevano i vestiti strappati, il volto arrossato da schiaffi (che nessuno di noi aveva mai dato loro) e erano prive di biancheria intima (!?). Appena videro le donne poliziotto le abbracciarono piangenti.
    Roba da premio oscar per la recitazione!

    Il giorno dopo i giornali titolavano: “carabinieri sotto indagine per sospetto stupro”.

    Lei conosce i dettagli che le ho narrato, mentre a chi legge penso sia sufficiente quanto testé descritto per capire incontro a quale guaio andò il sottoscritto comandante della stazione e gli altri tre carabinieri.

    Dopo quell’episodio il nostro comando regionale dispose la installazione di videosorveglianza interna presso tutte le caserme che non ne erano ancora provviste, fatta eccezione per i servizi igienici tutto doveva essere videosorvegliato all’interno.

    Un ringraziamento, Padre carissimo, a nome mio e penso anche di tanti miei colleghi e commilitoni.

    Un comandante dei Carabinieri

  13. Maria Cristina
    Maria Cristina dice:

    Quanto sono migliori gli animali in certe cose di noi!
    Nessun cane si mette a lottare insensatamente con un altro cane in cui riconosce un maschio alfa o un suo capo branco, non importa le dimensioni , perché sa e sente che sarebbe una lotta insensata e gli animali non fanno nulla di insensato e privo di scopo.

    Fra gli umani invece preti e vescovi-capponi, per non dire un altra parola che finisce in …oni vogliono ergersi come aquile a dettar legge a politici ed elettori, ed indegne gazzarre fra conferenze episcopali e partiti politici deturpano perfino la Santa Messa di Pentecoste.

    I fedeli assistono attoniti.

  14. Padre Ariel
    Poliziotto con 30 anni di servizio dice:

    Egregio Padre,

    per un poliziotto con 30 anni di servizio sentire un prete parlare e analizzare le situazione in questo modo lucido, impietoso e realista, è una autentica ventata di ossigeno.

    8 anni fa mi sono fatto alcune settimane di ospedale e mesi di cure per un grave incidente in servizio.

    Nelle adiacenze della facoltà di giurisprudenza di una città italiana (non importa quale), tentammo di acciuffare due nigeriani che spacciavano e rifornivano gli studenti universitari consumatori abituali di droghe cosiddette leggere che, malgrado la loro “leggerezza” sono sia fuorilegge sia nocive.
    Eravamo in quattro poliziotti.
    Mentre stavamo ammanettando i due neri siamo stati aggrediti da un gruppo di una ventina di studenti che hanno gridato “polizia assassina”. A causa di quella aggressione i due sono fuggiti (faccio notare che solo due mesi dopo uno di quelli che stavamo arrestando uccise a coltellate una prostituta e ne occultò il cadavere in una discarica).

    Cassonetti rovesciati, un paio di vetrine di negozi rotte ecc … ecc… e mentre i rinforzi stavano per arrivare noi fummo malmenati da una ventina di studenti universitari.
    Io ho avuto quattro costole fratturate e ho rischiato perché, non fossero intervenuti subito e bene una costola stava per perforare il polmone e forse altri organi vitali.

    Diversi degli studenti si presentarono spontaneamente in questura a deporre il falso e a dichiarare che noi avevamo aggredito i due neri e che loro erano intervenuti per difenderli dalla nostra aggressione.
    Fu aperto il fascicolo a nostro carico.

    A me l’avviso di garanzia fu notificato in ospedale il pomeriggio del giorno in cui fui operato di prima mattina.

    Grazie alle ottime capacità investigative dei nostri colleghi fummo salvati per la presenza di cinque videocamere di sorveglianza di alcuni negozi, ma soprattutto di un video girato da un ragazzo di 17 anni che dal terzo piano di un balcone riprese tutto, che lo consegnò alla polizia dicendo che lui sognava di diventare poliziotto da quando faceva la classe quinta delle elementari.

    Le registrazioni e specie quella del 17enne dimostrarono che noi non avevamo aggredito nessuno e che l’aggressione verso di noi fu inscenata da quattro giovani che risultarono nel corso degli accertamenti studenti di giurisprudenza, ai quali in seguito non fu fatto niente.

    il questore sollecitò il rettore dell’università a procedere all’espulsione dei quattro ritenendo gravissimo che proprio degli studenti di giurisprudenza avessero istigata una aggressione ad agenti di polizia che stavano arrestando degli spacciatori.

    Le autorità accademiche rigettarono la richiesta e non provvidero alla loro espulsione.
    Domani questi tipi saranno (se già a distanza di anni non lo sono) avvocati e magistrati, e saranno tra quelli che si preoccuperanno non delle lesioni gravi riportate da agenti di P.S. ma di una leggera escoriazione sulla fronte dell’arrestato che ha sbattuto da se stesso la fronte sul muro.

    Lei ha reso un grande servizio informativo e credo che molti poliziotti, carabinieri e membri delle fiamme gialle le saranno parecchio grati.

    Grazie veramente.

    Poliziotto con 30 anni di servizio

    P.S. il diciassettenne di cui sopra tre anni dopo, terminata la scuola medio-superiore, entrava a 20 anni compiuti presso la scuola di polizia.

  15. Non Metuens Verbum
    Non Metuens Verbum dice:

    Magari qualcuno di noi fosse capace di impiantare una guerriglia urbana. Ci saranno solo massacri di polli sgozzati e pollastre stuprate a morte.

  16. orenzo
    orenzo dice:

    Nell’omelia della veglia di Pentecoste del Santo Padre dell’8 giugno 2019, il passaggio più bello è stato quando ha detto: “Questo pensiero alla maternità della Chiesa mi fa ricordare che 75 anni fa, l’11 giugno del 1944, il Papa Pio XII compì uno speciale atto di ringraziamento e di supplica alla Vergine, per la protezione della città di Roma. ”
    Andare a leggere quelle parole di Papa Pio XII
    http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1944/documents/hf_p-xii_spe_19440611_divino-amore.html
    è stato come potermi finalmente dissetare ad Acqua Viva di sorgente.
    Possibile che il passaggio in cui Pio XII implora: “Riconduci i profughi nelle terre abbandonate sotto l’imperversare della bufera, quelle care terre, ove essi nacquero, crebbero, lavorarono, invocarono il tuo dolcissimo Nome, e dà loro la forza di ricostituire con coraggiosa ed alacre lena le loro case distrutte, le loro chiese crollate, i loro campi desolati, le loro officine devastate, la loro domestica felicità turbata e sconvolta.”,
    non faccia sorgere il dubbio, a chi di dovere, che tutti quegli smartphonati ragazzotti nel fiore degli anni non sono propriamente dei profughi che fuggono da Erode?

  17. Attilio sacco
    Attilio sacco dice:

    Questo documento farà stare male le vittime del politicamente corretto odierno. E’ tutto vero quello che dice.

    Molti italiani pensano che nel rispetto delle regole gli europei siano fessi come noi. Dalla mia esperienza ricordo tutto l’opposto.

    Ho vissuto a Parigi per alcuni anni e ricordo come fui trattato quando svenni in un centro commerciale a seguito di una lieve intossicazione alimentare e dal caldo terribile di agosto. Altro che servizi di pronto intervento! Quando mi ripresi hanno voluto capire chi fossi da dove provenissi e mi hanno perfino chiesto l’indirizzo di residenza temporanea prima di chiamare l’ambulanza dei pompieri.

    Prudenza eccessiva ma conseguenza del lassismo dei decenni passati in quanto l’immigrazione di massa ha creato la Francia di oggi.

    L’immigrazione di massa e NON selettiva ci porterà ad avere i carabinieri coi mitra a difenderci fuori dalle chiese, è bene che ce lo mettiamo in testa. In Francia già è realtà, l’ho visto.

  18. Elena Panzeri
    Elena Panzeri dice:

    Caro Padre,

    standing ovation!
    Evviva Iddio che qualcuno abbia il coraggio di dire la verita’ e al diavolo (letteralmente) il politically correct. Mio cugino, da tanti anni in polizia, mi ha spesso raccontato come si comportano le prostitute Nigeriane. Un episodio su tutti: rimpatriate su un aereo perché deliquenti a tutti gli effetti, si sono tolte gli assorbenti sporchi e li hanno gettati in faccia ai poveri poliziotti.
    Che cultura!

    Sono stata in Africa e conosco anche io, nel mio piccolo gli Africani. Mi parrebbe troppo ovvio dire che non sono tutti uguali e quindi non lo dirò. Sta di fatto che quelli che veramente sono stati evangelizzati si comportano differentemente.

    Se islamici o tribali (o anche di qualche denominazione cristiana stile americano, dove ci si converte in cambio di vantaggi economico-sociali), è tutta un’altra storia. Ma ormai i missionari Cattolici non vanno più a convertire, ma a convertirsi alla cultura locale! Eh perche’ loro sono più vicino alla Madre Terra!

    https://www.corrispondenzaromana.it/il-modello-di-evangelizzazione-del-sinodo-panamazzonico/
    Leggere per credere! Aggiungo che ho conosciuto personalmente Padre Zanotelli e conosco la…

    • Padre Ariel
      Francesca (Roma) agente di polizia dice:

      Gentile Elena,

      ho 34 anni e sono entrata nella Polizia di Stato dopo la laurea in giurisprudenza. Diventare “donna poliziotto” era un mio sogno da quando ero al liceo, e dopo la laurea l’ho realizzato.
      Sono tutt’oggi molto onorata di lavorare nella Polizia di Stato.

      Agli assorbenti usati cui lei si riferisce può aggiungere i sacchetti contenenti escrementi umani, anche quelli hanno lanciato addosso ai nostri colleghi, mentre gli sputi sono il “minimo sindacale”, la cosa più pulita che con questi elementi a alto rischio ci capita di ricevere.

      Ho visto portare in commissariato donne nigeriane per le quali erano necessari tre poliziotti per ciascuna di esse, e riuscivano a reggerle con molta difficoltà, quasi sempre rimanendo feriti da graffi, morsi e percosse.

      Noi agenti di polizia viviamo con il terrore di causare a esse un solo livido involontario, non perché picchiate, ma solo per tentare di reggerle o difendere noi stessi dalle loro aggressioni che sono sempre molto violente.

      I carabinieri feriti dal nigeriano che al policlinico di Roma tramortisce il portantino e a cui riguardo il magistrato ha voluto vederci chiaro da che cosa dipendesse la escoriazione che aveva sulla fronte mentre si premurava di rimetterlo in libertà, dice tutto su ciò che è il nostro lavoro sempre più difficile e nel corso del quale siamo da una parte esposti a certi delinquenti molto aggressivi, per altra esposti ai magistrati che non esitano ad aprire indagini su di noi.

      Sono finita pure io sotto indagine della magistratura e ho dovuto rispondere per avere percosso una nigeriana: mentre due miei colleghi stavano portando dentro per accertamenti questa furia tenendola sottobraccio (immagini degli uomini che tentano di trasportare una tigre, l’esempio è molto aderente alla realtà), lei si è divincolata, ne ha gettato uno a terra poi si è lanciata con le unghie sul viso dell’altro. Ero a pochi metri di distanza e ho impugnato il manganello colpendola ripetutamente.

      Nell’irrogarmi la sanzione il magistrato decretò che le percosse non erano motivate perchè la donna si trovava già dentro il posto di polizia e che (a suo dire) non poteva fuggire e nuocere. Il referto medico del collega al quale furono applicati sei punti su una guancia sulla quale la nigeriana aveva affondato delle unghie acuminate, non fu preso in minima considerazione, pensi se fosse riuscita a prenderlo agli occhi.

      In uno dei video riportati dall’ottimo padre Ariel nel suo lungo e molto interessante articolo, sono ripresi a Torino i commenti di un gruppo di buoni cittadini scandalizzati da un gruppo di poliziotti che cercano di ammanettare un nigeriano non facile da reggere. In quel video è rappresentato tutto: i buoni cittadini a difesa del ladro, del delinquente, dello spacciatore di droga, del violento ecc …
      [N.d.R. il video al quale la Agente di Polizia si riferisce è questo: QUI]

      Francesca (Roma)

      • Alessandro
        Alessandro dice:

        Francesca, per quello che può servire, tutta la mia solidarietà a lei e ai suoi colleghi. E la riconoscenza da parte dei cittadini onesti, anche con se stessi (i benpensanti di Torino non penso lo fossero).

  19. orenzo
    orenzo dice:

    Ma “Image” non è uno di quei canti tanto apprezzati dai bravi (vedi Manzoni) cattolici e che spesso si eseguono nelle Chiese come canto natalizio?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Orenzo,

      c’è un’aria di un’opera di Giuseppe Verdi nella quale il personaggio di Violetta, che non impersona né Sant’Agnese né Santa Cecilia vergini e martiri, bensì una allegra figura detta non a caso la Traviata, canta:

      Sempre libera degg’io
      folleggiare di gioia in gioia,
      vo’ che scorra il viver mio
      pei sentieri del piacer…

      Una volta, mentre ero in un contesto del tutto privato e allegro con dei confratelli sacerdoti e nessun’altra persona o secolare presente, feci morire dal ridere un paio di preti tedeschi spiegando loro che il Verdi – da questi due amatissimo come operista – aveva dovuto usare un linguaggio molto castigato ed edulcorato e pur malgrado, all’epoca, la figura di Violetta la Traviata, fu accolta da alcuni con profondo scandalo.

      Spiegato ciò dissi che il Verdi, forse senza alcun problema e senza scandalizzare nessuno, oggi avrebbe potuto far cantare tranquillamente alla soprano queste parole:

      Sempre libera degg’io
      voglio fare sempre la troia,
      vo’ che scorra il viver mio
      sopra i letti del piacer…

      Tutti i preti risero, i tedeschi più ancora di tutti.
      Ci fu un prete che non sorrise ma che poi, in privato, mi disse che era rimasto colpito dal mio spirito volgare e non consono a un sacerdote.

      Questo stesso prete dalla bocca così delicata, in sua qualità di docente di teologia presso un istituto superiore di scienze religiose, consigliava in lettura agli studenti i libri eretici di Andrea Gallo come spunti di ecclesiologia pastorale e di Vito Mancuso come spunto teologico. Il primo, sventolava la bandiera rossa e cantava “bella ciao!” alla fine della Santa Messa [cf. QUI], il secondo, sacerdote dimesso dallo stato clericale ad appena un anno dalla sacra ordinazione, autore di un libro che minava alla radice i principali dogmi della fede cattolica, tanto da essere bollato da un noto teologo di cosiddetta aerea progressista come S.E. Mons. Bruno Forte come affetto da «gnosi di ritorno» [Cf. QUI].

      Io sono allegro e scherzo in privato, con le persone opportune e nei luoghi opportuni, ma soprattutto senza mai trascendere nel volgare, mentre certi preti fanno eseguire, come dal filmato da lei inviato, un inno all’ateismo ed al nichilismo direttamente dentro le chiese con i coristi che danno le spalle al tabernacolo dal quale non è stato tolto neppure il Santissimo Sacramento.

      Che dire: evviva i preti “volgari” che però, in difesa dei sacri misteri, si farebbero fare la pelle!

      • orenzo
        orenzo dice:

        Caro padre Ariel,
        trovo che le parole scritte dal cardinale e gesuita Carlo Maria Martini nella prefazione al libro del sacerdote (Sacérdos in Aeternum) Vito Mancuso:
        “Anche quelli che ritengono di avere punti di riferimento saldissimi possono leggere le tue pagine con frutto, perché almeno saranno indotti o a mettere in discussione le loro certezze o saranno portati ad approfondirle, a chiarirle, a confermarle”,
        possano benissimo essere applicate anche a moltissime esternazioni del nostro Santo Padre sia riguardo ai migranti, come in questo caso, sia riguardo, soprattutto, a talune Sue interpretazioni evangeliche e dottrinali.

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