Il vento caldo dell’estate e quella pontificia corte dei nani bugiardi col complesso dei giganti che non dobbiamo prendere sul serio, ma per salvifico imperativo di coscienza cristiana dobbiamo prendere solo per il culo

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IL VENTO CALDO DELL’ESTATE E QUELLA PONTIFICIA CORTE DEI NANI BUGIARDI COL COMPLESSO DEI GIGANTI CHE NON DOBBIAMO PRENDERE SUL SERIO, MA PER SALVIFICO IMPERATIVO DI COSCIENZA CRISTIANA DOBBIAMO PRENDERE SOLO PER IL CULO

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[…] questi personaggi, io non ho affatto paura a pigliarli all’occorrenza per il culo, avrei invece terribilmente paura a pigliarli sul serio, perché a prendere sul serio questa gente così bugiarda e sprezzante l’intelligenza altrui, quindi ad agire di conseguenza, c’è il serio rischio di sperimentare il caldo vero, il caldo eterno, vale a dire il caldo dell’Inferno. E all’Inferno in compagnia di chi ha fatto sì che E Satana si fece trino, io non ci voglio proprio andare.

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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Nella edizione 2019 del mio libro E Satana si fece trino, di cui pochi giorni fa Jorge Facio Lince, presidente delle nostre Edizioni L’Isola di Patmos, ha presentata ai nostri Lettori l’uscita [leggere QUI], ho inserita anzitutto una articolata presentazione alla nuova edizione, poi, in varie parti del testo, non ho potuto omettere di inserire a fondo di pagina delle note con la dicitura: “N.d.A. all’edizione del 2019”.  

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Invitandovi a legger questo libro sotto Il vento caldo dell’estate [cf. QUI], desidero procurarvi una ulteriore vampata di calore proprio con una di queste note. O non ci hanno forse insegnato di recente che le questioni più serie e delicate sono fatte finire in noticine a fondo di pagina? La noticina in questione è stata inserita nelle pagine in cui tratto il problema della pornocrazia clericale, si tratta della numero 287 nella pagina 239, dove a riguardo di questo delicato e diffuso fenomeno scrivo:

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… a questa faccia, affideresti il tuo amato chihuahua per portarlo dieci minuti a passeggio nel parco? Il Cardinale Francesco Coccopalmerio, al quale qualcuno ha affidato il Pontificio consiglio per i testi legislativi

«Se davvero vogliamo affrontare questo problema drammatico, dobbiamo partire da un triste dato di fatto: oggi, all’interno del clero secolare e religioso maschile, il numero degli omosessuali è spaventosamente alto e si divide tra gay praticanti e gay repressi; i secondi più attivi dei primi nell’esercizio della loro logorante omosessualità psicologica. Gli omosessuali per carattere psichico repressi nel corpo, sono di gran lunga peggiori di coloro che praticano l’omosessualità fisica, causando da sempre all’interno della Chiesa dei danni talora enormi talora irreparabili, puntando sempre e di rigore a piazzarsi nei posti più alti e nei ruoli-chiave di governo, per meglio rafforzare una lobby molto potente e solidale al suo interno, retta su criteri pornocratici.

Quello della pornocrazia è un dramma che ferisce la Chiesa colpendola con affondi mortali. Termine recente di origine francese, pornocrazia indica una forma di governo caratterizzata dal nefasto influsso di cicisbei e prostitute sugli uomini preposti all’esercizio del potere. Alla lettera significa “governo delle prostitute”, o governo fondato in buona parte sui meccanismi tipici della prostituzione. A caratterizzare la pornocrazia, non è tanto il baratto di favori sessuali con posizioni di privilegio, come nelle consuete relazioni tra potente e prostituta, perché questi rapporti di potere non sempre hanno avuto connotazioni di tipo sessuale, specie all’interno di certe sacche decadenti, che hanno costituito nei tempi passati e presenti orribili zavorre per la Chiesa, dove spesso il meccanismo, lungi dell’essere quello del tutto naturale della sessualità eterosessuale, si fonda sulla asessualità, o su puri meccanismi omosessuali, spesso più psicologici che fisici. Nella pornocrazia clericale, l’omosessualità praticata a livello fisico è solo la punta estrema di un’omosessualità mentale radicalizzata e andata non di rado al potere. Con l’esercizio del proprio influsso sull’uomo di potere la prostituta, o il gay-prostituto, non tanto riescono a esercitare in modo indiretto il loro personale potere, perché simili meccanismi di ruolo sono stati più volte esercitati in modo quasi istituzionale dalle legittime consorti dei sovrani, o dai loro vari amichetti-gay. Quel che risulta particolarmente logorante nella Chiesa, più che nel potere civile laicista, è la capacità del prostituto di creare un proprio potere personale a volte quasi assoluto, che si sostituisce spesso all’autorità del potente e che non di rado sopravvive al potente stesso. Si pensi per esempio al giovane ed efebico segretario dalle cui labbra il potente pendeva e che dopo avere influito sull’esercizio del potere del prelato – che era preposto a servire, non a pilotare colpendolo con le frecce di Cupido –, quando questi sta per ritirarsi dalla carica per sopraggiunti limiti di età, viene promosso vescovo prendendo il posto – in rango e dignità sacramentale – del suo padrone platonicamente innamorato» [E Satana si fece trino, cit. pag. 238-239].

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Rileggendo queste mie allarmanti analisi scritte un decennio fa e rimaste ovviamente inascoltate da parte delle autorità ecclesiastiche, come potevo, al termine di questo periodo che si conclude sulla dolce frase «del suo padrone platonicamente innamorato», omettere di inserire — con grande amore e letizia, s’intende! — una doverosa, anzi obbligatoria noticina a fondo di pagina nella edizione del 2019? Infatti ce l’ho messa, ed è la seguente:  

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A questa faccia, volteresti la schiena in tutta sicurezza? Il Cardinale Angelo Becciu, già sostituto alla segreteria di Stato, oggi Prefetto della Congregazione delle Cause di Santi. Nasce nella cittadina sarda di Pattada, famosa per la fabbricazione di coltelli artigianali a serramanico, detti resolza.

«N.d.A all’edizione del 2019 — Fatto di cronaca così riportato dagli organi di stampa: “Nell’estate 2017 la Gendarmeria Vaticana arresta Monsignor Luigi Capozzi, di anni cinquanta, segretario del Cardinale Francesco Coccopalmerio e addetto di seconda classe presso il Pontificio consiglio per i testi legislativi, presieduto da questo porporato. Il fatto: nel suo appartamento collocato in Vaticano nel palazzo dell’ex Sant’Uffizio, Monsignore organizzava festini gay a base di droga, tanto da render poi necessario il suo ricovero nella clinica romana Pio XI per adeguate terapie di disintossicazione” [Cf. Franca Giansoldati, Il Messaggero, 29 giugno 2017; Francesco A. Grana, Il Fatto Quotidiano, 5 luglio 2017; Libero, 7 luglio 2017; Domenico Gramazio, La Città di Salerno, 2 luglio 2017; Emanuele Barbieri, Corrispondenza Romana, 22 novembre 2017; Riccardo Cascioli, La Nuova Bussola Quotidiana, 4 dicembre 2017, etc..]. Rifacendosi a notizie a loro pervenute dall’interno della Santa Sede, i giornali precisano che Monsignore «era già stato proposto dal Cardinale per essere elevato alla dignità episcopale» [Francesco A. Grana, Il fatto Quotidiano, 28 Giugno 2017]. A oltre un anno dal fatto, i giornalisti Maike Hickson e John Henry Westen di LifeSiteNews lanciano una notizia poi riportata dal vaticanista Marco Tosatti [Stylum Curiae 11 ottobre 2018] e da Giuseppe Aloisi [Il Giornale, 11 ottobre 2018] e da vari organi di Stampa: “Il Cardinale Francesco Coccopalmerio […] era presente al party omosessuale a base di droga in cui ha fatto irruzione la polizia vaticana nell’estate del 2017 e in cui fu arrestato il suo segretario, Mons. Luigi Capozzi”. A questa notizia risponde la sera stessa con un tweet il Cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, all’epoca dell’accaduto Sostituto della Segreteria di Stato: “La notizia è priva di fondamento. Fui io ad informare dell’arresto del sacerdote il Card. Coccopalmerio a fine giornata, non avendolo trovato, per un disguido, il mattino. Il prete non fu arrestato durante un fantomatico party, ma nel cortile della casa”. Chiariamo: per oltre un anno il Cardinale Angelo Becciu ha permesso ai giornali di infangare un prete scrivendo senza mai essere smentiti che “l’arresto è avvenuto all’interno dell’appartamento durante un party gay a base di droga”, poi, trascorsi sedici mesi – quando in ballo è stato tirato un cardinale – l’ex sostituto alla Segreteria di Stato, con solerte tempismo e improvviso amore per la verità, informa con un tweet che l’arresto non avvenne “durante un fantomatico party” ma “nel cortile di casa” (!?). “Il 29 agosto 2018 crolla il tetto della chiesa romana di San Giuseppe ai Falegnami” [La Repubblica, 30 agosto 2018] il cui titolo è detenuto dal Cardinale Francesco Coccopalmerio. Dopo avere illustrata questa fedele cronologia non passibile di smentita, forse sarebbe bene tenere sotto stretto controllo, al fine di evitare altri crolli improvvisi, la necropoli etrusca maremmana di Roselle, di cui il Cardinale Angelo Becciu è stato Arcivescovo titolare, quindi il tetto della chiesa romana di San Lino, di cui egli detiene il titolo cardinalizio.  

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Musica pop anni Settanta: Boney vestito di rosso porpora che con lodevole serietà e professionalità canta Rasputin [cliccare sopra l’immagine per aprire il video]

Chi non compra e legge il mio libro, è uno che odia il caldo, anzi un grandissimo odiatore di caldo. Perché vedete: io non ho affatto paura a pigliare all’occorrenza per il culo questi personaggi mosso da imperativo di coscienza cristiana. Avrei invece terribilmente paura a pigliarli sul serio, perché a prendere sul serio questa gente così bugiarda, cattiva e sprezzante l’intelligenza altrui, quindi ad agire di conseguenza, c’è il serio rischio di sperimentare il caldo vero, il caldo eterno, vale a dire il caldo dell’Inferno. E all’Inferno in compagnia di chi ha fatto sì che Satana si fece trino, non ci voglio andare. Come infatti diceva San Filippo Neri: «Preferisco il Paradiso!». Siccome purtroppo non sono santo, ma sono però un autentico credente e un servo fedele della Chiesa di Cristo, ogni giorno prego affinché Dio mi conceda nella sua amorevole misericordia la grazia di un leggero Purgatorio, tenendo conto del doloroso Inferno che a me, come ad altri miei confratelli sacerdoti, hanno fatto sperimentare certi ecclesiastici corrotti e corruttori in questa nostra terrena valle di lacrime, dopo avere permesso a Satana di farsi trino e di infangare nel peggiore dei modi la nostra Santa Madre Chiesa.

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Musica anni Settanta: Boney in Rivers of Babylon [Sulle rive di Babilonia], Salmo 136 cantato in versione pop [cliccare sopra l’immagine per aprire il video]

Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo 
ricordandoci di Sion.

Ai salici di quella terra 
appendemmo le nostre cetre,

perché là ci chiedevano parole di canto 
coloro che ci avevano deportato, 

allegre canzoni, i nostri oppressori: 
“Cantateci canti di Sion!”.

Come cantare i canti del Signore 
in terra straniera?

Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra;

mi si attacchi la lingua al palato 
se lascio cadere il tuo ricordo, 
se non innalzo Gerusalemme 
al di sopra di ogni mia gioia.

Ricordati, Signore, dei figli di Edom, 
che, nel giorno di Gerusalemme, 
dicevano: “Spogliatela, spogliatela 
fino alle sue fondamenta!”.

Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.

Beato chi afferrerà i tuoi piccoli 
e li sfracellerà contro la pietra [Salmo 136].

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dall’Isola di Patmos, 8 luglio 2019

 

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