Il Sommo Pontefice ad alta quota: «Martin Lutero era intelligente». Certo, come lo era anche Jack lo Squartatore
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Penso sia utile far conoscere agli amici frequentatori dell’Isola l’ultima fatica letteraria di Padre Giovanni Cavalcoli, un saggio di 36 pagine intitolato ” Contro Lutero, perché non dobbiamo morire protestanti” disponibile su:
https://www.amazon.in/Contro-Lutero-dobbiamo-protestanti-Italian-ebook/dp/B077TVTZZG
Il vaticanista Tosatti recensisce il saggio sul suo blog:
http://www.marcotosatti.com/2017/12/07/contro-lutero-un-nuovo-libro-di-padre-cavalcoli-per-non-morire-protestanti-da-cattolici/
Come scrissi tempo fa, Papa Francesco è un grande ammiratore di Dostoevskij, e nell’opera dello scrittore russo il male e il bene sono spesso concepiti come le due facce di una stessa realtà, cosicché capita che il grande criminale conviva potenzialmente col santo nella stessa persona. E’- per me – una grande sciocchezza, che peraltro è piuttosto diffusa anche nella cultura cattolica, ma che Dostoevskij, grandissimo scrittore, tratta in maniera così fine e profonda da riuscire a spacciarla per vera. Non sto parlando qui del caso del “grande peccatore” che diventa “santo”, sul quale peraltro si indulge spesso in maniera caricaturale. S. Agostino, ad esempio, non fu mai propriamente un “grande peccatore” nel senso comune del termine, ma uno che visse un periodo giovanile di mondanità sentendone progressivamente tutto il peso e la vanità, periodo sul quale altri avrebbero fatto spallucce. Né dobbiamo immaginare, a mio avviso, che Saulo quando “perseguitava” i cristiani si lasciasse andare alla crudeltà, o che nel vivere quotidiano non tradisse già i segni della magnanimità di S. Paolo.
Quindi, non è solo “politica” o sapiente e caritatevole gesuitismo quello che gli mette in bocca giudizi assurdamente lusinghieri su Lutero (o su altri sciagurati personaggi) ma un tratto della sua personalità che gli rende arduo disingannarsi e che lo induce alla faciloneria. Così si spiega anche quel dare per scontato che Lutero fosse, almeno all’inizio, in buona fede nelle sue critiche alla Chiesa: ma tutti gli indizi ci dicono il contrario, e cioè che fin dall’inizio, invece – forse oscuramente e mentendo perfino a se stesso, giacché c’era qualcosa di morboso in lui – Lutero stesse posando le fondamenta della sua grande “auto-giustificazione”, la quale magari sarebbe rimasta sepolta fra le pieghe della storia se non fosse diventata strumento di poteri mondani che la fecero deflagrare. Così si spiegano anche certi suoi gesti teatrali verso quel “prossimo” che oggi il politicamente corretto chiama “altro”, sia esso il migrante, il protestante, il musulmano, l’ateo; gesti che però finiscono – al di là delle sue intenzioni – a fare della misericordia una rappresentazione nella quale il ruolo più importante lo gioca la gratificazione mondana.
Eh! Le cose bisogna dire come stanno. Riassunto molto chiaro e conciso. Possibile che il Papa non sappia queste cose che anche il credente poco informato puo’ facilmente apprendere e studiare da solo? Ad esempio, in un recentissimo documentario della BBC sulla riforma (vista come positivamente attiva contro l’orco rappresentato dalla Chiesa cattolica “….che comandava tutti gli aspetti della vita sociale del tempo….” come se la Chiesa sia fatta da persone non del proprio tempo, e la società non abbia spesso “devoti miscredenti” , come dice Padre Ariel) uno studioso tedesco ha detto tranquillamente che la parola “sola” in “sola fide” nella traduzione del Vangelo di Lutero non esiste in nessun testo biblico precedente. E’ una pura invenzione. Una goccia di verità in un mare di sproloqui di un presentatore televisivo e professore di storia che una veloce ricerca mi ha poi rivelato convivesse da decenni con il suo partner omesessuale. E te pareva.