Difendiamo il Sommo Pontefice Francesco dai lanciafiamme dei mariolatri assetati di nuovi dogmi mariani: «Maria non è corredentrice»

— attualità ecclesiale —

DIFENDIAMO IL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO DAI LANCIAFIAMME DEI MARIOLATRI ASSETATI DI NUOVI DOGMI MARIANI: «MARIA NON È CORREDENTRICE»

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Detto questo preferisco soprassedere su un altro piagnisteo collegato strettamente da questi devoti alla corredenzione: «… le cose stanno andando male perché non si è fatta la solenne e universale consacrazione al Cuore Immacolato di Maria!». E dico che preferisco soprassedere perché sono un modesto teologo, molto modesto e forse anche parecchio ignorante, però, per quanto ignorante io possa essere, non intendo occuparmi di magia e di auspicate soluzioni magiche, giocate a botte di apparizioni e veggenti inseriti nel mistero della rivelazione subito dopo il Prologo del Vangelo del Beato Apostolo Giovanni, se non addirittura prima.

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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l’opera di San Luigi Maria Grignon da Montfort

Apro con un esempio e una domanda: perché i Francescani dell’Immacolata ebbero vari problemi, pure se elevati da una certa frangia di mondo cattolico a vittime, rese tali – a loro dire – perché celebravano la Santa Messa col Vetus Ordo Missae? In verità non era questione di latinorum, come affermano coloro che dinanzi a un Dominus vobiscum perdono il lume della ragione, convinti che Il Signore sia con voi non abbia affatto la stessa valenza e potenza salvifica.

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Tra i problemi sorti in questa benemerita e giovane Congregazione, non solo vi era una mariologia teologicamente discutibile, ma il fatto che costoro dessero per scontata l’esistenza di un dogma che la Chiesa non ha mai proclamato e che si è ripetutamente rifiutata di proclamare: il dogma di Maria corredentrice. E chiunque sia libero da pregiudizi costruiti su umori e passioni personali, dovrebbe sapere che dare per esistente un dogma mai proclamato, è più grave che negare un dogma definito. Soprassediamo a tal proposito su Radio Maria e le catechesi del Padre Livio Fanzaga, perché mai, specie alle porte della imminente Settimana Santa, è opportuno sparare raffiche di mitra sulla croce rossa.

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Nella omelia di questa mattina, il Sommo Pontefice Francesco è tornato ad accennare alla figura della Beata Vergine, respingendo la insistente e persistente richiesta della proclamazione del dogma di Maria corredentrice. Poco dopo, la casella di posta elettronica della nostra redazione è stata subissata di email, in non poche delle quali si urla «al Bergoglio eretico e anticristo», con tutti gli annessi e connessi: «luterano, apostata, antipapa» e via dicendo a seguire …

Il discorso di “Maria corredentrice” non è faccenda bergogliana, ma faccenda molto vecchia. Basterebbe rammentare a certi assetati di nuovi dogmi, con relativi insulti rivolti quasi di prassi al Pontefice regnante, che numerosi Sommi Pontefici, a partire dal Beato Pio IX, per seguire col Santo Pontefice Pio X, appresso il Venerabile Pontefice Pio XII, infine i Santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, per seguire infine col Venerabile Benedetto XVI, si sono sempre rifiutati di proclamare il dogma di Maria corredentrice. Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, che il motto mariano «Totus tuus» lo aveva persino inserito nel proprio stemma pontificio, mostrando infine evidente fastidio per questa ciclica insistenza, disse in tono risoluto che non voleva più sentir parlare di questa questione nel corso del proprio pontificato.

Tutti questi Sommi Pontefici erano devotissimi alla Madonna, in particolare San Pio X, Pio XII e San Giovanni Paolo II. Però, al tempo stesso, non hanno mai mancato di replicare e precisare che attraverso il mistero dell’incarnazione del Verbo, Maria ha cooperato alla redenzione e che, detto questo, non era necessario proclamarla corredentrice con una definizione dogmatica. 

Dal punto di vista teologico e dogmatico, il concetto stesso di Maria corredentrice crea anzitutto grossi problemi alla cristologia, col rischio di dare vita a una sorta di “quatrinità” e di elevare la Madonna, che è creatura perfetta nata senza macchia di peccato originale, a ruolo di vera e propria divinità. Cristo ci ha redenti col suo sangue prezioso umano e divino, mentre Maria, ricoprendo un ruolo straordinario nella storia della economia della salvezza, ha cooperato alla nostra redenzione. Dire invece corredentrice equivarrebbe a dire che siamo stati redenti da Cristo e da Maria. Chiariamo: Cristo salva, Maria intercede per la nostra salvezza. E, come capite, non è una differenza di poco conto, salvo creare in caso contrario una religione diversa da quella nata sul mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio.

Questa mattina il Sommo Pontefice, con parole sue, non ha fatto altro che ribadire ciò che già hanno espresso e chiarito i suoi Sommi Predecessori nel corso degli ultimi due secoli di storia della Chiesa. Parole dinanzi alle quali già conosciamo la replica: «… ma San Luigi Maria Grignon de Montfort dice … ma la tal Madonna, apparendo in quello o quell’altro luogo, ai veggenti ha detto e chiesto … ma … ma … ma …». Credetemi: dispiace davvero dover chiarire che San Luigi Maria Grignon de Montfort non ha scritto un trattato di alta teologia ma un trattato sulla vera devozione a Maria. I grandi trattati sulla mariologia, toccando le più delicate sfere della dogmatica, li hanno scritti San Bernardo di Chiaravalle, San Tommaso d’Aquino, il Beato Duns Scoto … E i loro illuminati trattati dogmatici hanno costituito poi nei secoli il presupposto per la proclamazione dei dogmi mariani della immacolata concezione di Maria e della sua assunzione al cielo. Dogmi la cui definizione ha richiesta una gestazione durata secoli, caratterizzata da lunghe e accese polemiche tra teologi e tra scuole teologiche diverse.

È presto detto che dinanzi al «… ma San Luigi Maria Grignon de Montfort dice che …», è d’obbligo replicare alla luce del deposito della fede cattolica, perché sappiamo sì, cosa dice e auspica questo Santo, ma l’autorità di Pietro è di gran lunga superiore a quella del buon Montfort, perché si tratta di un’autorità che si regge su uno dei dogmi che stanno a fondamento costitutivo della Chiesa stessa:

«E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» [Mt. 16, 18-19].

Con le parole pronunciate dal Sommo Pontefice questa mattina, posto che non è la prima volta che fa riferimento alla “corredentrice”, ogni richiesta, strepito e piagnisteo è chiuso, persino con buona pace di San Luigi Maria Grignon de Montfort e il suo sublime trattato sulla vera devozione alla Beata Vergine Maria, persino con buona pace di chi strepita ai nostri giorni via radio …

Detto questo preferisco soprassedere su un altro piagnisteo collegato strettamente da questi devoti alla corredenzione: «… le cose stanno andando male perché non si è fatta la solenne e universale consacrazione al Cuore Immacolato di Maria!». E dico che preferisco soprassedere perché sono un modesto teologo, molto modesto e forse anche parecchio ignorante, però, per quanto ignorante io possa essere, non intendo occuparmi di magia e di auspicate soluzioni magiche, giocate a botte di apparizioni e veggenti inseriti nel mistero della rivelazione subito dopo il Prologo del Vangelo del Beato Apostolo Giovanni, se non addirittura prima. E non posso occuparmi di questo, perché quello del mago non è il mio mestiere …

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dall’Isola di Patmos, 3 aprile 2020

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86 commenti
  1. Valentino
    Valentino dice:

    Probabilmente in un futuro prossimo non è da escludersi che possa essere solennemente dichiarata come verità che la Beata sempre Vergine Maria ha cooperato in modo attivo alla Redenzione e alla salvezza del genere umano operata sola ed unicamente dal Cristo , l’agnello immolato per i nostri peccati, il cui solo sacrificio ha lavato le nostre colpe. Quand’anche non c’è tale dogma e effettivamente non è un dogma, o non dovesse mai esserci, per me non cambia molto. La sostanza è sempre quella. Gesù unico Redentore e Maria resa partecipe per volere del Figlio del suo piano di salvezza. Direi di non impantanarci in questi accidenti ma di andare alla sostanza.

  2. Luca
    Luca dice:

    solo una persona ignorante pretende che la Chiesa riconosca un’apparizione Mariana ancora in corso. L’apparizione deve terminare e poi va studiata attentamente e valutati gli effetti e i frutti. In questa critica continua, ricorrente e pesantemente offensiva scorgo una nota decisamente maligna e quasi satanica.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      La ringrazio per avere dato saggio e conferma ai nostri lettori di che cosa sia un autentico fanatiko che si lancia a fare commenti, in questo caso a una conferenza, senza averla assolutamente ascoltata.
      Infatti, se lei avesse prima ascoltato e poi solo dopo commentato ciò che presumerebbe attaccare, avrebbe udito con le sue proprie stesse orecchie che alla bufala del … “non si può perché le apparizioni sono ancora in corso”, ho risposto con rigore storico, teologico e canonico. E badi bene, non con le mie opinioni, ma con i fatti.

      Pertanto, se qui c’è un ignorante, questi è lei che, oltre a non ascoltare, non ha alcuna conoscenza storica, teologica e canonica.
      Come infatti spiego – e il tutto trova conferma nella storia e nei provvedimenti presi – la Chiesa si è più e più volte pronunciata in modo anche molto negativo su fenomeni che erano sempre in corso, il tutto allo scopo di stroncarli subito e di proteggere in tal modo i fedeli più ingenui e vulnerabili.

      La ringrazio ancòra per avere confermato come agiscono i fanatikos medjugoriani.

  3. Manuela
    Manuela dice:

    Carissimo padre, la tua piccola sorella nella fede vuole abusare ancora un pochino della tua pazienza. Noi donne siamo un po’ rompiscatole, cosa ci vuoi fare…e non ci arrendiamo facilmente.
    Ieri leggevo un articolo illuminante riguardo a questo tema. In particolare riguardo alle apparizioni (riconosciute) avvenute ad Amsterdam.
    Alla veggente Ida Peederman, la S. Vergine chiese che la Chiesa approvasse il nuovo dogma: Corredentrice, Mediatrice e Avvocata e che lei fosse venerata come Signora di tutti i popoli.
    Non voglio però soffermarmi sulle argomentazioni di questo articolo di cui ti lascio il link.
    Vorrei solo porre alla tua attenzione la seguente richiesta pervenuta alla veggente:
    “Di’ ai vostri teologi che essi possono trovare tutto nei libri. Non porto nessuna nuova dottrina. Porto adesso gli antichi pensieri” (04.04.1954).”
    Ecco, pregherò affinché nel tuo cuore nasca il desiderio di rispondere a questa richiesta della
    S. Vergine, mettendole ai piedi il tuo immenso sapere. Pensa come la faresti felice e pensa come faresti felice Suo Figlio!

    https://www.aldomariavalli.it/2020/04/06/per-il-nuovo-dogma-di-maria-corredentrice/

  4. Ivan
    Ivan dice:

    Caro padre Ariel, non so se la infastidiscano di più le ovvietà o le sciocchezze, ma mi auguro di non scriverne nè dell’una, nè dell’altra… Comunque sappia che, anche se mi stroncherà blutalmente, ho grande ammirazione per lei e per i collaboratori dell’Isola. Ma veniamo al dunque: penso sia corretto affermare, che chiunque sia provato dalle sofferenze, in qualsiasi forma si manifestino, se le accetta sinceramente e le offre al Signore, unisce questi suoi patimenti a quelli di Gesù crocifisso. In questo modo è possibile anche a noi di partecipare alla Sua azione redentrice, certamente non per il fatto di codividere la sua natura di Redentore (ci mancherebbe!), quanto piuttosto per il fatto di offrirgli la nostra piccola sofferenza, che si unisce alla sofferenza espiatrice del Suo sacrificio. Dalla vita dei Santi (santa Veronica Giuliani, san Padre Pio, ecc.) sappiamo che misteriosamente è proprio Dio a richiedere questa sofferenza vicaria. Ora, Maria ha unito le sue sofferenze a quelle di Gesù crocifisso al meglio e al massimo grado, perchè l’ha fatto sul Calvario, nel momento in cui si compiva la Redenzione. E la presenza di Maria sotto la croce con la sua partecipazione dolorosa (il cuore trafitto dalla spada), ha senz’altro sostenuto Gesù sotto il peso degli atroci patimenti. Il prefisso “co” viene “cum”, che significa “con” e non “uguale a”. Cooperatrice del Redentore è un titolo di Maria: a questo punto non potrebbe starci… Corredentrice?
    Mi raccomando, non picchi troppo duro….

  5. Samuel Jaco
    Samuel Jaco dice:

    Caro padre Ariel in questo “trambusto” questo sito mi sembra l’unico che scrive articoli, divertenti e pungenti, ma che comunque invitano sempre al buon senso, alla comunione ecclesiale, e soprattutto allo studio delle fonti della Rivelazione! Ti scrissi tempo fa sulla mia preoccupazione della mancanza di una lettura “teologica” chiara degli eventi di questo tempo….

    Ti scrivo oggi per dirti che tu stai “litigando”, o tentando di argomentare, con una porzione di ” battezzati “che nutre il proprio percorso cristiano cibandosi di rivelazioni private, siti di vaticanisti e parole di ” mistici” estrapolate dal contesto….

    fanno cosi tutti coloro che in maniera radicale seguono sette e movimenti fideistici… mentre la Chiesa Cattolica invita sempre ad un uso corretto della ragione… prima di proclamare i dogmi!

    Caro padre Ariel la storia della Chiesa ci insegna che le “eresie” vengono facilmente fuori durante i tempi di crisi del corpo mistico di Cristo….ma allo stesso tempo il Signore pone rimedio con i santi che obbedendo sempre ai pontefici e umilmente hanno risanato le ferite del corpo di Cristo.

    Ora il mondo e in crisi?
    Certo!La Chiesa? Certo? La soluzione? Preghiera….umiliazione e studio!

    Mi fermo qui…vorrei scriverti in privato se tu lo consente!
    Posso?
    Ti benedico! Poiché sono un sacerdote!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello,

      e da quello che scrivi e da come lo scrivi si percepisce quanto tu sia un santo sacerdote.
      Se mi scrivi in privato mi farai un dono e al tempo stesso una grazia.
      Un fraterno abbraccio sacerdotale.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Prego: mi sintetizzi in poche parole la processione delle Persone Divine e nello specifico come e perché, de fide, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.
      Mi faccia una sintesi.
      Se per la sintesi le serve materiale può vedere in San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, III: La SS. Trinità, I, qq. 27-43.

    • Jsns
      Jsns dice:

      Esatto! Mi hai tolto le parole di bocca.
      Chi non ha [CENSURATO]

      _______________________

      La sua email di trasmissione è inesistente.
      Quando vuole rivolgermi insulti, me li invii dal suo indirizzo di posta elettronica, così, se non posso risponderle in pubblico, le rispondo perlomeno in privato.
      A proposito … “felice banchetto pasquale clandestino” a lei e ai suoi sodali, nelle chiuse salette.
      Come tutte le pecore che belano kikamente, siete riconoscibili all’istante: privi di originalità persino nell’insulto, tutti sempre e di rigore uguali.

      Ariel S. Levi di Gualdo

  6. Antonello
    Antonello dice:

    Un dubbio che mi assale da qualche giorno… Ma le lamentele urlate, sconnesse e sguaiate sull’argomento corredenzione da parte dei mariolatri, possono essere definite MARIOLATRATI? No, tanto per… Della serie non prendiamoli sul serio… ???

  7. Cippalippa
    Cippalippa dice:

    Non riesco a capire tutto questo tracciamento di vesti.
    Manco avesse detto non è Immacolata concezione…

  8. Cippalippa
    Cippalippa dice:

    Non se ne può più!
    Sul Papa io prego per lui e penso che in questo momento non è facile capire chi è il diavolo che semina zizzania e ulteriori divisioni…..

    Grazie padre Ariel

  9. alberto
    alberto dice:

    Caro p. Ariel,
    sul punto, mi sono già espresso: i laici clericali sono come Valdo al Lateranense III; ognuno stia al suo posto, scienza e religione non sono democratici. Premesso poi che non ho personale simpatia per il papa e per i cattolici adulti-democratici che lo imboccano (cattolico adulto = miscredente che, volendo essere cattolico, si fa la sua religione limitata a quel poco che crede), siano bolognesi o piemontesi o romani (le prime due categorie le conosco perfettamente e di persona, i romani gesuiti e santegidini no), tuttavia il papa quando celebra una messa e qualsiasi prete, sia pure effeminato, ignorante o ladro, sono corredentori più della Madre di Dio, perché solo loro con le loro parole della consacrazione rinnovano il sacrificio della redenzione (cosa io creda non importa, questo è semplicemente ciò che il fedele deve tenere per fede, e il concilio di Trento l’ha espresso in forma di decreto). In terzo luogo coloro che evocavano troppo lo Spirito erano i catari che credevano che Cristo non avesse veramente avuto materialità umana, per cui l’Eucaristia non era corpo reale, e non è caso che Francesco fosse fissato coll’Eucaristia come presenza reale, ben più che con la povertà.
    Ma una domanda: io a parlar chiaro come Lei mi sono bruciato (con la scomunica accademica del gran capo dei cattolici adulti, che ne sa meno di me), ma non riesco a farmi passare il dolore della bruciatura per non aver avuto i “gradi” che mi spettavano. Lei come fa ad aver perso i gradi che le spettavano e starsene sereno? E vedere nullità rosse e viola che La ignorano…

  10. Michele D.
    Michele D. dice:

    Grazie padre Ariel per il chiarimento, è vero alcuni siti cattolici sono capaci solo a fare polemica, purtroppo.
    Ci sono cattolici che vorrebbero una chiesa con le idee del teologo Hans Kung e altri che sono fermi al concilio di Trento.
    Destreggiarsi verso queste due estremità è dura.

  11. PetrusLXXVII
    PetrusLXXVII dice:

    Vorrei esprimerle il mio apprezzamento, padre, per avere avuto il coraggio di onorare il Santissimo nome di Maria, dal devozionismo acefalo che la vorrebbe vittima di un titolo che serve più a fregiare chi lo richiede di uno pseudo-appagamento teologico, che alla Beatissima Vergine, le cui mirabili virtù sono già opportunamente decantate dai quattro dogmi a Lei riservati, proclamati dalla Chiesa.

    Purtroppo spesso il popolo dei fedeli “ragiona” più con sentimenti ed emozioni che con l’intelligenza della fede, altrimenti non avrebbe difficoltà a percepire come il ruolo di cooperatrice alla redenzione operata da Nostro Signore, cui Ella assolve, sia già pienamente rivelato ed efficacemente compendiato da suddetti dogmi, e comprendere che attribuirLe titoli equivocabili (quantomeno per i più sprovveduti) potrebbe diventare una operazione pedagogicamente discutibile, se non fallimentare, per una grossa fetta di battezzati.

    Tengo a dire che il mio è il parere di fervente devoto della Madonna.
    Se posso osare darle un suggerimento, tuttavia, cerchi di non essere eccessivamente severo con chi gliene chiede conto. Magari, giusto quel che basta.

    In questi tempi bui, le auguro una Domenica delle Palme santa e proficua, per la sua anima e per l’anima di coloro che sono nelle sue preghiere, con l’intercessione della Nostra SS. Madre.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      La ringrazio e colgo l’occasione per dirle che lei ha perfettamente ragione, circa la severità.
      Se posso giustificarmi le dirò che da sempre sono così abituato a essere severo ed esigente verso me stesso, al punto che spesso, sicuramente sbagliando – e più persone me lo hanno detto, che in questo sbaglio -, applico questa severità e questa esigenza anche agli altri.
      Attenzione però: non a tutti, ma solo a coloro che si dichiarano devoti fedeli. Mentre invece, verso non credenti, laicisti e via dicendo, sono sempre molto sereno e molto indulgente.
      Comunque è vero è ha ragione: a volte sono veramente molto severo e molti, in questa severità, non riescono a cogliere la passione cristologica dell’amorevolezza, ma ritengono che si tratti invece di aggressività.
      Sono quasi 57 anni che cerco di correggermi, sono certo che seguiterò a farlo, ed anche a riuscirci con la grazia di Dio.

    • stefano
      stefano dice:

      Petrus, ho apprezzato l’equilibrio del suo intervento, eccetto per il fatto che lei salta subito alle conclusioni che spetterebbero all’Autorità Ecclesiastica. Dire che non c’è bisogno di un dogma sul mistero di Maria “Corredentrice” (lo metto tra virgolette) perché già implicito nei primi quattro è almeno un po’ contraddittorio: se c’è già nei primi quattro, cosa vieta di esplicitarlo, estrapolandolo a sé stante (a parte motivi di opportunità o di pedagogia pastorale)? E poi, di questo passo, anche il quarto sarebbe di troppo, potendosi dedurre dai primi tre, e così via.
      Non nego che ci sia (come sempre c’è stato) chi “ragiona più con sentimenti ed emozioni che con l’intelligenza della fede”, ma cosa c’entra adesso? Questo è solo un diversivo del ragionamento, non serve a corroborarlo.

      • PetrusLXXVII
        PetrusLXXVII dice:

        Salve Stefano.

        Mi permetta qualche osservazione: ciascuno dei quattro dogmi mariani sono sì reciprocamente deducibili, ma si tratta di verità di fede la cui comprensione, per ciascuna di esse, non risulta così immediata dalla lettura dei Testi Sacri, tanto che intere confessioni cristiane non sono in grado di scorgervele e finiscono per ingannarsi, negandole. Le stesse confessioni cristiane, peraltro, non hanno difficoltà a riconoscere Maria, come ogni altro cristiano battezzato, come cooperatore umano, attraverso la grazia santificante, alla Redenzione operata unicamente da Cristo.

        E’ vero, per noi cattolici Maria lo è in modo speciale, cooperatrice alla redenzione (in tal senso, e solo tal in senso, corredentrice), in quanto ontologicamente “colmata dalla Grazia”, come i dogmi hanno definito. Se è vero che tutti i credenti in Cristo partecipano della sua opera (2Pt 1, 14; Cor 3, 9; 1 Tim 2, 5), è vero pure che Ella vi partecipa in modo straordinario, esemplare e più efficace, ma ciò non toglie che la natura della sua partecipazione sia la stessa cui siamo chiamati anche noi.

        Personalmente non sento la necessità di definire dogmaticamente una verità deducibile con immediatezza dalla conoscenza dei fondamentali della nostra fede, e chi ne sente la necessità, ritengo lo sia, in buona fede, solo per un afflato emotivo.

        Auguro una Buona Domenica delle Palme anche a lei.

        • stefano
          stefano dice:

          Sarebbe proprio la missione della Chiesa, Luce del Mondo, quella di rendere sempre più chiare ed evidenti le verità a lei affidate, ovviamente non con lo scopo di dividere ancora di più la cristianità, ma consapevoli che senza verità non si fa unità.
          Comunque grazie Petrus, è stato piacevole confrontarsi con lei.

  12. Iacopo
    Iacopo dice:

    Mi sorge una curiosità sincera, a cui spero possa rispondere una delle persone che stanno insultando il buon padre Ariel per aver messo parola sulla questione: ma anche se Maria venisse definita Corredentrice, cosa cambierebbe nel concreto? Non c’è letteralmente nessuna definizione che possa cambiare la realtà della Rivelazione, cioè che Cristo è Dio e il Redentore, e Maria no.
    Non è per fare psicologia a buon mercato, ma, viste le reazioni, sembra quasi che in certe questioni riguardanti la madre di Dio ci sia una sete davvero antica di una Dea Madre da poter pregare al pari e in alternativa al Padre (spero vivamente non da parte degli stessi che poi inveiscono contro la ormai celebre Pachamama…).

    • stefano
      stefano dice:

      Iacopo, certamente che non cambierebbe nulla della Rivelazione, ci mancherebbe altro! L’attribuzione a Maria di un nuovo titolo, dogmaticamente definito o meno, non aggiungerebbe né modificherebbe in niente le Verità rivelate; servirebbe solo ad approfondirle la conoscenza di queste, anche attraverso discussioni come questa.

      • Iacopo
        Iacopo dice:

        Capisco, grazie per la risposta, quello che però non mi spiego è come l’approfondimento di questo tipo di conoscenza possa generare tanto fervore, visto che mi sembra un campo in cui possono fare “rissa” gli specialisti, ma per un fedele medio è qualcosa che non tange particolarmente e di cui prendere atto solo nel caso che diventi patrimonio ufficiale del pensiero e della teologia cattolica; per questo vedevo qualcosa di improprio nel desiderio forte di vedere questo dogma proclamato. Magari ho una visione limitata della questione.

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Caro Iacopo,

          non le rispondo al posto del lettore al quale lei ha inviato questo commento, ossia a Stefano, mi inserisco semplicemente nella vostra discussione.
          Lei solleva una questione davvero molto pertinente:

          «Quello che però non mi spiego è come l’approfondimento di questo tipo di conoscenza possa generare tanto fervore, visto che mi sembra un campo in cui possono fare “rissa” gli specialisti».

          Ebbene temo che molte persone, per una idea male intesa di democrazia, scambino il diritto di parola con il diritto all’ignoranza e all’arroganza. Quello di parola è infatti un diritto costituzionalmente riconosciuto, garantito e tutelato, quello d’ignoranza e arroganza non è un diritto.
          Mi spiego con un esempio: nel corso della mia vita, prima da secolare poi da chierico, ho acquisito un po’ di conoscenza fondamentale, poi un po’ di conoscenza nell’ambito di alcune scienze e materie specifiche.
          In tante altre materie, sono completamente ignorante, nel senso etimologico del termine: ignoro, non conosco.
          Da quando anche l’ultimo dei dementi ha confuso la libertà/diritto di parola con la libertà/diritto all’ignoranza, siamo caduti nel baratro, grazie soprattutto ai social nei quali, anche il più inesperto degli inesperti, può presentarsi non solo come un esperto, ma come un autentico maestro e specialista.

          Per farle un esempio di come io sono stato cresciuto e formato posso narrarle questo: una volta, presso gli studi di Mediaset a Milano, in attesa dell’inizio della trasmissione a cui partecipavo mi ritrovai in un salotto con due insigni virologi e un politico, i due virologi parlavano in termini strettamente scientifici della virologia, il politico e io li ascoltavamo. A un certo punto il politico, che di formazione è un economista, chiese ai due alcune specifiche informazioni su Codiv-19, allo scopo di comprendere meglio il problema.
          Nessuno di noi due, entrambi incompetenti in quella materia, dinanzi a quegli uomini di scienza interloquì, ascoltammo e cercammo di capire. Poi, i due, entrarono in trasmissione, il politico e io eravamo invece nel successivo blocco di trasmissione.
          Rimasti soli, il politico mi disse: “Padre, che differenza tra lei e me e le persone che sanno tutto e che s’intendono di tutto!”. Al ché gli risposi: “Senatore, sarebbe come se io avessi l’improvvida sfrontatezza di mettermi a discutere di economia con lei. Figurarsi, per me la matematica è solo una vaga opinione e senza la calcolatrice non so fare dieci diviso due!”.

          Un insigne Senatore della Repubblica Italiana e io, ultimo prete della orbe cattolica, avevamo questa consapevolezza che dovrebbe essere ovvia, ma che invece ovvia non lo è. Tanto che questa ovvietà si scontra ogni giorno con persone che non solo presumono parlare di ciò che non conoscono, ma lo fanno dicendo spesso cose errate di una gravità a tratti davvero inaudita.

          Insomma, se degli astrofisici mi invitassero ad ascoltarli mentre parlano, cercherei di ascoltarli e sicuramente capirei poco o niente di ciò che dicono, ma una cosa è certa: non mi metterei mai a ribattere o peggio a smentirli sulla base di alcuni film di fantascienza che ho visto in televisione.
          Nella triste realtà abbiamo invece a che fare con persone che, con una sicumera e una arroganza spaventosa, pretendono di spiegare a degli astrofisici l’evoluzione dell’universo indefinito perché hanno visto la saga del film Guerre stellari.

          Poi, le reazioni scomposte di certe persone, può leggerle lei stesso tra i commenti a questo articolo, verificando come reagiscono quando sono smentite. E non le sto a dire che cosa c’è scritto nei commenti cestinati nei quali si va dal sostenere eresie ai pesanti insulti rivolti a chi ha osato correggere certi gravi errori dottrinali.

          • Manuela
            Manuela dice:

            Caro Padre. Hai ragione. Ognuno ha il suo campo di conoscenza ,posso immaginare quanto tu abbia studiato e il livello di difficoltà dei testi con cui ti sei misurato. Riconosco poi che il Signore ti ha donato talenti in abbondanza: eloquenza, capacità logica, memoria, e una grande ironia.
            Se penso a me, credo che i miei neuroni siano ormai al disfacimento, spesso ho vuoti di memoria e quanto a dogmatica ne so poco o nulla. Rispetto a te potrei essere una piccola formica, mentre tu sei un gigante.
            E mi nasce uno scoraggiamento. Come vivere la fede dato che i suoi contenuti sono così difficili? Chissà quante imprecisioni, quante piccole eresie potrei avere detto e pensato senza essermene resa conto. Insomma, forse la fede cristiana è un gradino troppo alto per la mia povera gamba da formica. Poi penso alle parole di Gesù:
            «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli..”
            Nel Vangelo in tanti episodi è testimoniata questa rivelazione riconosciuta dai “piccoli”: San Giuseppe, i pastori di Betlemme, i Re Magi, i pescatori ecc. Ma in che senso sono “piccoli”? Cosa intendeva Gesù? Sicuramente non erano piccoli quei farisei che di fronte al miracolo del cieco nato invece di riconoscere un fatto, vanno in fibrillazione perché non ammettono che ci possa essere stato un intervento dall’alto.
            La Madonna che appare in questi tempi così difficili per redarguire, guidare, chiedere preghiere e digiuni, definendosi corredentrice, è un fatto. E tanti “piccoli” lo…

        • stefano
          stefano dice:

          Grazie a lei Iacopo.
          Sono incline a credere che l’approfondimento della conoscenza, di per sé, possa portare solo alla pacificazione degli animi e alla civilizzazione dei rapporti.
          Ritengo invece che la rissa sia l’esito dell’ideologizzazione del dibattito che porta a dividersi non su posizioni ma per tifoserie, e questo non solo tra gli ultrà, ma in primo luogo tra gli specialisti, i quali sono proprio loro che danno il “la” alle polemiche e che lanciano le grida di guerra raccolte dalla marmaglia dello scontro verbale fine a sé stesso.
          Questo vale in tutti gli ambiti – basti pensare alla tematica ambientale – e vieppiù in quello religioso, e l’orbe cattolico non è purtroppo esente da questo processo di imbarbarimento culturale con grave nocumento dello spirito umano.
          A mio avviso, però, i non specialisti hanno una colpa relativa, perché nessuno li ha educati al metodo dialogico e al piacere della conoscenza. Lo so che è una fatica impari, e che il cattivo esempio è sempre più facile da seguire, oltre che molto più abbondante, è una triste realtà difficile da accettare.
          Tuttavia, venendo al merito di quanto da lei notato, c’è da dire che le questioni di fede difficilmente nascono in ambito specialistico, questo è investito del problema solo in seconda battuta; nascono dal sensus fidei fidelium, cioè dall’apprezzamento soprannaturale della fede da parte di tutto il popolo, suscitato e sorretto dallo Spirito Santo nell’esperienza di un incontro (“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino”).

  13. Michele D.
    Michele D. dice:

    Salve padre Ariel,

    io la penso come lei, sia su radio Maria, sia su i “cattolici” sedevacantisti.
    Ho solo un dubbio,non capisco come mai il Pontefice Parla solo di problemi sociali,ma non parla mai dei novissimi,dei peccati mortali,del purgatorio ecc.
    Però, haimè ha chiamato Lutero “riformatore.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Michele,

      le persone – non è riferito a lei – hanno un terribile vizio: si limitano ai commenti dei commenti fatti su una frase principale tratta da un discorso del Santo Padre, sulla quale costruiscono un titolo e un articolo, di prassi cercando sempre una frase a effetto, perché così funziona il mercato dell’informazione.

      Benché la Santa Sede abbia messo a pubblica disposizione un sito ufficiale dove i discorsi, le catechesi e i documenti del Santo Padre sono riportati integralmente, tradotti in numerose lingue e corredati quasi sempre anche del filmato, la gran parte delle persone si limitano ai commenti dei commenti e poi, molti di loro, criticano e attaccano, inveiscono e sentenziano.

      Poco fa, rispondendo a un altro lettore, ho spiegato che mai, il Sommo Pontefice, ha negato i dogmi mariani definendoli tonterias, sciocchezze. Eppure, da settimane e settimane, ci sono persone inferocite che rivolgono a lui questa accusa infamante, totalmente smentita sia dal testo del discorso sia dal filmato in cui egli è ripreso mentre parla.

      Per risponderle nel merito: a San Giovanni Paolo II era molto cara la morale e la famiglia. Non a caso, all’epoca, si accusava il Sommo Pontefice di parlare solo di “sesso e famiglia”.
      Se San Giovanni Paolo II insisteva sulla famiglia, era perché aveva la consapevolezza che la famiglia era in corso di de-strutturazione e distruzione. Quindi era un problema urgente sul quale insistere.

      Se il Sommo Pontefice Francesco insiste su problemi sociali, è perché sicuramente, secondo lui, questi sono al momento i problemi più urgenti.

      Non è vero che il Sommo Pontefice Francesco non parli mai dei Novissimi, basti dire che la parola “Demonio” e ” inferno” l’ha nominato più volte lui in sette anni che San Giovanni Paolo II in ventisei anni di pontificato.

      Così come nessuno dei suoi Predecessori aveva mai definito l’aborto con la severità con la quale lo ha definito il Sommo Pontefice Francesco il quale è giunto a dire che, abortire, è come assoldare un killer per uccidere un innocente.

      Quando chiamò Lutero “riformatore” e quella luterana “riforma”, io scrissi parole durissime – e gli articoli li trova nel nostro archivio anno 2017 – criticando l’uso di queste definizioni, ribadendo che Lutero è stato un eresiarca e il suo movimento non una riforma ma un drammatico scisma.
      Ulteriore severità la usai quando a Lund, in Svezia, per i 500 anni della cosiddetta e impropriamente detta “riforma luterana”, accettò di essere accolto e di stare accanto a una “arcivescova”, ossia una carnevalesca signora vestita con le insegne sacerdotali.
      Ulteriormente severo lo fui quando le Poste Vaticane emisero un francobollo commemorativo sulla cosiddetta e impropriamente detta “riforma luterana”.

      Il diritto di critica esiste da sempre nella Chiesa, pure nei riguardi del Romano Pontefice e dei Vescovi nelle loro scelte pastorali, purché sia fatto entro i limiti concessi con spirito di verità e carità, che a volte può anche esprimersi attraverso la severità. Diverso invece se il Sommo Pontefice da una direttiva ben precisa, per esempio attraverso un motu proprio, dinanzi al quale non c’è spazio per discussioni o critiche, ma solo per la devota obbedienza alla sua apostolica autorità.

      Purtroppo esiste invece un fitto esercito di cattolici molto deboli, umorali e fragili nella fede che, sentendosi più cattolici dei cattolici nonché detentori della autentica verità, dinanzi a certe espressioni ambigue o infelici del Sommo Pontefice, reagiscono mettendo in dubbio la sua autorità o addirittura rigettandola, non capendo che, sia quando parla come “dottore privato” sia quando si esprime “a braccio” o in modo colloquiale, può dire anche lui, come tutti, inesattezza o persino fesserie. Non però quando si esprime in materia di dottrina e di fede, infatti, in questo senso, sfido chiunque a dimostrare che il Pontefice regnante abbia affermato qualche cosa di contrario al deposito della fede cattolica e ai dogmi.

      • Antonio
        Antonio dice:

        Padre Ariel, non basta la critica, se questa non sortisce nessun effetto da parte del criticato, non subentra la frustrazione? Ha mai sentito il sommo pontefice ritrattare almneno uno sei suoi innumerevoli scivoloni? Se questi non vengono ritrattati, scivoloni non sono!

  14. ROBERTO
    ROBERTO dice:

    C.mo Padre Ariel,

    ma Lei come se lo spiega tutto questo fiorire di personalità così attente ed inflessibili di fronte alle più alte e complesse questioni teologiche della Chiesa?

    Ogni volta che vado in Chiesa la vedo vuota per almeno tre quarti ed i sacerdoti fanno veri e propri salti mortali per coprire le messe senza ridurle drasticamente o accentrarle in una sola parrocchia. E allora da dove scaturiscono tutte ‘ste anime pure così intimamente sofferenti e preoccupate per la situazione generale della Cattolicità e dell’integrità dei suoi ministri?

    E’ un fenomeno questo che si sta appalesando da un po’ di tempo a questa parte, successivo a decenni di quasi catatonia da parte dei c.d. fedeli nei confronti di passaggi epocali attraversati dalla Chiesa (l’aborto ? non hanno fatto anche un referendum?).

    Adesso poi che l’appartenenza cristiana si tinge di politica ( e dei più alti livelli come solo in Italia riusciamo a concepire) e tanti si sono scoperti tenutari e difensori dei Dogmi e della Dottrina. E magari non vedono un prete dal tempo della prima comunione.

    Beninteso chi le scrive non è migliore di questi ma, almeno, si riserva di non andare a rompere le palle agli altri, tantomeno ai preti.

    Lei cosa ne pensa?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Roberto,

      cosa vuole che le risponda? Lei ha dipinta in poche righe la realtà, che è tal quale come l’ha illustrata.
      Posso dirle che la nostra fede, quella di noi sacerdoti, oggi è messa veramente alla dura prova, anche e soprattutto attraverso umiliazioni e sofferenze che pochi, anzi pochissimi riescono a comprendere.

      Se lei ha tempo di leggere i vari commenti a questo articolo, potrà verificare in che modo certi soggetti appartenenti a una non meglio precisata Chiesa e cattolicesimo, aggrediscono in modo odioso, dissertando su temi che non conoscono, su una dottrina cattolica che ignorano, insegnandoti quello che – ovviamente secondo loro – è giusto, mentre invece è quasi sempre sbagliato e in contrasto con la fede cattolica stessa.

      Se poi io rispondo per le rime, usando semmai anche una certa severità, a quel punto ti danno dell’aggressivo, del volgare e dello scurrile.

      Più e peggio dei farisei costoro sono capaci, da una risposta articolata e tutta quanta rigorosamente basata sul deposito della fede cattolica, a estrapolare una “parolina” per costruirci sopra un castello e ricoprirti di contumelie, con unite accuse a non finire, dopo averti imputato ciò che non hai detto, se non peggio: a volte giudicando persino la tua intima e profonda coscienza.

      Quella decisione e severità che a volte uso, altro non è che principio evangelico e pedagogico, posto che Gesù Cristo, più e più volte ha mostrata severità, ricorrendo anche a parole dure e di per sé anche offensive, per scuotere le coscienze.

      Inutilmente, più e più volte, a chi ha l’immagine diafana di un Cristo androgino molto hippy, molto Pace&Amore, ho spiegato la potente carica di certe parole da lui rivolte alle caste dei più alti notabili dell’epoca, illustrando che chiamare certe personalità «serpenti, razza di vipere» o «sepolcri imbiancati …» era un’espressione e un’offesa molto più grave che dir loro “figli di puttana” o “pezzi di merda”. Nel primo caso, perché il serpente era un animale impuro, nonché emblema del male e simbolo del peccato, poi perché, dicendo “razza”, ciò comportava offendere assieme alla persona anche tutti i suoi antenati e parenti viventi. Nel secondo caso perché con i cadaveri, specie le caste sacerdotali, non potevano contaminarsi, al punto tale che era loro proibito avvicinarsi persino nelle vicinanze dei luoghi di sepoltura. Immagini dunque la portata della grave offesa a paragonarli neppure ai cadaveri, ma peggio: ai cadaveri putrefatti [cf. Mt 23, 23-39]. Altro che … “figli di puttana” e “pezzi di merda”.

      Pertanto, con buona pace di chi non capisce, al momento opportuno devo provare la tenerezza struggente che Cristo provò dinanzi alla folla di persone che gli parvero come pecore senza pastore: «Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose» [Mt 6, 24]. Però, se dinanzi all’amorevolezza e all’insegnamento, le pecore aggrediscono il pastore, presumendo di poterlo correggere con concetti del tutto sbagliati e di poter imporre il loro errore a tutti costi e con rara arroganza, a quel punto devo di necessità passare al Cristo che urla «serpenti, razza di vipere».

      E non le dico a quante persone amiche, dinanzi a loro scritti o pubbliche espressioni profondamente errate e dottrinalmente deliranti, ho inviato dettagliati messaggi privati per indicar loro, con la dottrina alla mano e alla luce del perenne deposito della fede e non certo delle mie opinioni, quanto gravi fossero i loro errori. E spesso, i più educati, nemmeno hanno risposto, salvo fare e affermare poco dopo ancora peggio, per esempio tirando valanghe di merda addosso al Sommo Pontefice per – udite, udite! – difendere la Madonna da lui (!?) Proprio così: per difendere la Madonna gravemente oltraggiata – secondo loro – dal Vicario di Cristo sulla terra.

      Ho perduto giornate, talvolta, per spiegare a certi passionari e soprattutto passionarie che mai, il Sommo Pontefice, ha negato i dogmi mariani e che mai li ha definiti tonterias, ossia scemenze, come loro vanno invece dicendo in giro da settimane e settimane. Nulla da fare! Incancreniti nella loro cieca superbia persistono a sostenere cose palesemente false e mai dette. Anche perché, se il Successore del Beato Apostolo Pietro, supremo custode della fede, avesse affermato pubblicamente cose del genere e soprattutto negati – come loro falsamente affermano in modo insistente – i dogmi mariani, posso garantire che ci sarebbe stato un immediato sollevamento di centinaia di vescovi in tutto il mondo, di migliaia e migliaia di preti, per non parlare dei teologi dogmatici.

      Questo esercito di persone spesso senza fede, a volte con una fede-fai-da-te, privi di guide e di maestri, pronti a dire ai maestri … “no, tu non hai capito bene i misteri della fede, aspetta che te li spiego io …”, hanno una inestinguibile voglia di polemica e di lite, a causa di chissà quali frustrazioni interiori che li portano alla ricerca di una valvola di sfogo.

      Detto questo, passiamo e concludiamo con l’accusa a me rivolta di volgarità: se in modo ironico, a questo genere di persone inamovibili ricordo che esistono donne di facili costumi o bordelli per uomini, o che esistono giovanotti aitanti che lavorano a pagamento come toy-boy per le signore insoddisfatte … ebbene, se ha rispondere con battute di questo genere sono volgare, oppure, portato da certa gente agli estremi più estremi, cerco in tutti i modi di scuotere fino in fondo le loro coscienze, sino a ricorrere a immagini ed esempi grotteschi o forti come quelli appena descritti, il tutto solo scuoterli e per dire che la fede, o quella che loro ritengono tale, non può essere una valvola di sfogo attraverso polemiche, liti e aggressioni insultanti rivolte al Pontefice, ai Vescovi e ai Presbiteri. E tutti noi, dal Sommo Pontefice all’ultimo dei preti, siamo gravati da inadeguatezze, limiti e peccati, ma per mistero di grazia rimaniamo i loro pastori, quindi maestri e guide del Popolo di Dio.

      Una volta, quando un prete passava per strada, la gente – soprattutto i fedeli cattolici – scendevano dal marciapiede per farlo passare. Oggi, se passiamo per strada, certi “devoti fedeli” ci mollano un calcio nel culo e ci intimano “spostati che devo passare io!”. E spesso, a soccorrerci e proteggerci da questi “autentici” fedeli della “vera” Chiesa, fedeli della Madonna, fedeli di San Pio da Pietrelcina e via dicendo, corrono in nostro soccorso atei, laicisti, comunisti, anticlericali e via dicendo, che semmai reagiscono dicendo a questi “devotissimi” che “non si trattano le persone a questo modo”.

      Oggi, essere prete e fare il prete, vuol dire questo: o soccombi a queste persone divenendo un burattino nelle loro mani, oppure gli ruggisci all’occorrenza come un leone inferocito.
      Parli con i miei confratelli, ed a tal proposito ne avrà conferma.

  15. Piergiacchino Lepore
    Piergiacchino Lepore dice:

    La cifra della sua anima è l’arroganza della “molto pseudo” sapienza. E’ lo Sgarbi del clero. Tutto fumo… Pregherò per lei.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … si, preghi per me, come io prego per lei.
      Ho bisogno di preghiere e di conversione, considerando che ho scritto ormai in totale migliaia e migliaia di pagine – che lei ha esaminate ovviamente tutte – nelle quali mi cimento di prassi in gravi errori dottrinali, strafalcioni teologici e forse persino clamorose eresie.
      E il tutto lei potrebbe provarlo e documentarlo, dalla mia prima alla mia ultima pagina.
      Per questo ho veramente bisogno delle sue preghiere e di quelle di chiunque.

  16. Antonello
    Antonello dice:

    Stavolta non posso che essere d’accordo con padreAriel. Maria non è corredentrice. Sono anzi basito dall’articolo a riguardo comparso o ggi su la NBQ. Io non sono un teologo, ma un povero ignorante. Nel mio piccolo ho sempre pensato che Maria non potesse essere corredentrice perchè non ha natura divina come Cristo e tantomeno unisce natura umana e divina in un’unica persona come avviene in Gesù. Non so se è coretto il mio ragionamento. In altre parole essendo Maria avente sola natura umana non può redimere nè redimersi da sè. Ella è certamente la prime e più eminente cooperatrice della Redenzione. Mesi fa intervenni su un blog affermando appunto che Maria possiamo al limite chiamarla Cooperatrice della Redenzione, ma fui ovviamente subissato di insulti. Mi fa piacere ora che tale definizione sia usata anche da padre Ariel.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … e lei non immagina gli insulti piovuti addosso a me, gran parte dei quali a tal punto gravi che non è stato neppure possibile pubblicarli.
      Ovviamente, tutti inviati da devotissimi della Beata Vergine Maria, che è anche Madre dei Sacerdoti.

      • Antonello
        Antonello dice:

        Oh, posso vagamente immaginare.
        Visto che il can can che ancora una volta sull’argomento Corredentrice si va facendo in questi giorni sui vari blog, non sarebbe il caso di iniziare a prendere la cosa sul serio e scrivere un bel libro, ben argomentato che spiega perchè Maria non è Corredentrice?
        Tra l’altro stavo giusto ragionando stamattina (non entro nei dettagli perchè sarebbe lunga) come le estreme conseguenze della corredenzione, cioè di mettere Maria sullo stesso piano di Gesù, portino in prima battuta a ritenere che siamo tutti corredentori e, in seconda battuta, che in definitiva ci salviamo da soli senza l’aiuto di Dio. Io credo che scrivere un bel libro sull’argomento sia opportuno. Sicuramente solleverebbe un vespaio e potrebbe portare a chiudere l’argomento una volta per tutte.

    • stefano
      stefano dice:

      Caro Antonello,

      premesso che se la Gerarchia non ha ancora proclamato il dogma ha sicuramente ragione, altro è dire che il Redentore è uno solo, altro è dire che Maria non è Corredentrice.

      Io non pretendo di avere la soluzione in tasca, mi limito a fare delle considerazioni. E’ vero che non posso disputare di teologia perché non sono teologo, però è anche vero che nessun teologo ha l’autorità per dire che Maria non è corredentrice; il teologo può spiegare se e come si possa eventualmente giustificare teologicamente l’attribuzione a Maria di questo titolo e, se non ci riesce, può dire che secondo lui mancano gli argomenti giusti per farlo.

      Però fra noi basta capirsi, non c’è bisogno di gridare subito all’eresia.

      Corredentrice non vuol dire Redentrice, vuol dire associata alla Redenzione o, come dice lei, Cooperatrice della Redenzione. Si tratta solo di parlare lo stesso linguaggio – che come dice Benedetto XVI deve essere il linguaggio dei Padri – poi, eventualmente, specificare nella terminologia più appropriata i concetti facendo attenzione che l’interlocutore (o il popolo di Dio) non abbia a fraintendere.

      Il Redentore è Gesù Cristo Figlio di Dio, punto. Ma se la volontà di Dio è di associare Sua Madre al missione di Suo Figlio, se per redimere la nostra natura umana assumendola su di sé ha voluto chiedere il “fiat” della Figlia del Suo Figlio, cioè se è proprio Suo Figlio che la vuole “Corredentrice” insieme a Lui nel disegno di Salvezza del Padre, e addirittura Sposa dello Spirito Santo, come si fa a dire che Lei usurperebbe quel titolo?

      • Antonello
        Antonello dice:

        Ci mancherebbe, io non grido all’eresia. Il problema è appunto di linguaggio, infatti secondo me il termine Corredentrice è fortemente ambiguo e viene recepito come qualcosa che mette sullo stesso piano Gesù e Maria. Visto che lei ha citato Ratzinger, le riporto di seguito alcune sue affermazioni sull’argomento, che condivido in pieno e che sottolineano l’ambiguità del termine corredentrice:
        “Non credo – risponde il futuro Papa Ratzinger – che si darà seguito a questa richiesta, che nel frattempo si è guadagnata il consenso di parecchi milioni di persone, in tempi prevedibili. Secondo la “Congregazione per la Dottrina della Fede”, quelle caratteristiche di Maria che la proposta vorrebbe mettere in primo piano possono essere meglio espresse da altri titoli di Maria, mentre la formula “Corredentrice” si allontana troppo dal linguaggio delle Scritture e dei Padri della Chiesa; e può perciò produrre degli equivoci.

        Che cosa c’è di condivisibile in questa richiesta? Il fatto che Cristo non sia ad di fuori o accanto a noi, ma che stabilisca con noi una nuova, profonda comunione. Tutto ciò che è suo diventa nostro, e di ciò che è nostro Gesù si è fatto carico fino a farlo suo: questo grande scambio è il vero contenuto della Redenzione, che ci consente di oltrepassare i limiti della nostra individualità per approdare alla comunione con Dio.

        Poiché Maria prefigura la Chiesa, e impersonifica – per così dire – la Chiesa, questa comunione è realizzata esemplarmente in lei. Ma non ci si può spingere oltre questa comunione, fino a dimenticare la priorità di Cristo: tutto…

  17. Gabriele Spagna
    Gabriele Spagna dice:

    A lei del Papa non frega nulla. Lei ha capito che si è fatto terra bruciata ovunque. A Roma, e anche tra gli eretici che considerano i suoi pensieri neanche eretici ma solo squilibrati.
    Bel modo di spendere quel dono di Dio che è la vita

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … mentre invece, le monsignorine gossippare di curia, che in estate vanno in vacanza nelle isole gay di Mikonos e Ibiza e che poi le suggeriscono schizzi di veleno mestruale, sono persone equilibratissime, vero? Sicuramente le gaie monsignore non si sono bruciate su questa terra, ma certamente si sono bruciate per l’eternità se non si convertono, se non fanno penitenza e se non passano il resto dei giorni della loro vita a chiedere perdono a Dio.
      D’altronde lo so bene: da quando dieci anni fa scrissi un libro sul cancro della lobby gay nella Chiesa, o quando ho ripetutamente denunciato alla Santa Sede con relazioni, documenti e prove i vari froci clericali in scalata nella carriera ecclesiastica, costoro mi hanno giurato vendetta a vita e, ogni tanto, oltre a seminare veleni si servono anche degli utili idioti come lei.
      A proposito mi dica: quest’anno, con il problema del coronavirus, come faranno a partire dalla curiale Roma per andare in vacanza nelle gaie Mikonos e Ibiza, i numerosi gai ufficialetti dei vari dicasteri?
      Non oso pensare quali terrificanti pruriti reattivi al culetto, se privati dei loro ameni sfoghi!
      Me li saluti tutti!

  18. Manuela
    Manuela dice:

    Caro padre Ariel, sono una di quelle persone che credono che verrà proclamato, prima o poi, il dogma di Maria Corredentrice del mondo. Ne sono convinta perchè [CENSURATO].

    _________________________

    Gentile Signora,

    i Padri de L’Isola di Patmos non hanno alcuna intenzione, tramite il suo commento celebrativo, di dare risalto alle sue pubbliche lodi rivolte a un sacerdote scomunicato che ha dichiarato il Pontefice regnante «falso papa», «impostore» ed «emissario dell’anticristo», oltre ad accusare tutti noi membri del Sacro Collegio Sacerdote di celebrare Sante Messe invalide, poiché colpevoli di celebrare in comunione con il «falso papa».
    La rete brulica di blog e siti costruiti e gestiti da autentici fuori di testa che possono ospitare queste sue lodi celebrative, che non possono trovare però spazio in queste nostre colonne.

    Ariel S. Levi di Gualdo

  19. Antonio Bonifacio
    Antonio Bonifacio dice:

    Un uomo,un amico che reputo molto saggio, ‘innamorato’ di Maria e del rosario – su cui ha anche scritto ‘qualcosa’ – mi disse, constatato il mio interesse quasi morboso per le antiche religioni, quelle ancora anteriori al c. d. politeismo secondo un’osservazione storicista, che la mia anima era ‘molto antica’ per questo ‘ste sanguinose dispute teologiche mi fanno un po’ sorridere. Tanto dopo la disputa ci si alza dal letto nello stesso modo con cui ci si è andati. Io penso al ‘fare’ più che al ‘credere’ questo o quello e perciò propongo questo brano:

    “Lo sciamano è un viaggiatore cosmico […] che opera una rottura di livello fra le diverse zone del cosmo e il suo canale di comunicazione; una comunicazione illo tempore aperta a tutti gli uomini, ma ora prerogativa del viaggio estatico dello sciamano che trasforma così un ideogramma cosmologico in un concreto vissuto esperienziale (…) Una dimensione analoga a quella visione coesiva della terra, con tutto ciò che vi è sopra , come un solo e complesso sistema vivente, formalizzata recentemente dallo scienziato inglese Lovelock nell’ipotesi geofisiologica di Gaia”
    (F. Speziale: Il volo dello sciamano, 173)
    E per questo uno sciamano illetterato Sete Rumba, amico del grande Romano Mastromattei ha detto, per chiudere un noioso discorso “teologico”

    Senza portare il dio nel corpo
    nessuno può dire nulla

    Senza offesa
    A.B.

  20. alberto
    alberto dice:

    I concili hanno definito che Maria è Madre di Dio.

    Un “mariologo” che vuole un nuovo dogma, sopra ha scritto Madre di Cristo, il che ricorda l’aneddoto di Walter Map al concilio lateranense del 1179, detto Lateranense III: Valdo da Lione, un ex mercante, fondatore dei valdesi – allora eretici, ora sono metodisti – venne lì a chiedere di essere autorizzato a predicare; i padri lo interrogarono: Credi in ..? sì credi in … ? uno di loro, antenato di Padre Ariel, gli chiese “credi in Maria madre di Cristo” “sì”, e tutti scoppiarono a ridere e lo mandarono a quel paese. Giustamente.

    Poi ci fu il dogma dell’Immacolata, chiesto dai francescani, ma osteggiato dai domenicani; siccome fu proclamato dal Concilio di Basilea che era divenuto scismatico, dovette aspettare Pio IX, ma nessuno dubitava dell’Immacolata. Idem per l’Assunta, che è di Pio XII, ma dall’alba del cristianesimo le chiese sono dedicate all’Assunta.

    Corredentrice non è possibile, perché la redenzione avviene col sacrificio di Cristo uomo e Dio, e basta. Maria è madre di Dio e dell’uomo, ma non è Dio. è immacolata, priva del peccato originale; è assunta in cielo, può intercedere quindi, ma intercessione non ha a che fare con redenzione.

    Poi si può usare un linguaggio poetico, ma è un altro discorso. Un canto ora in disuso definiva il papa “dolce Cristo in terra”, non in senso proprio, ma poetico sottintendendo vicario. Per enfasi poetica si può dire Maria corredentrice, ma in senso proprio è eresia come dirla madre di Cristo. Se no si abolisce la teo-logia. (Naturalmente in un dibattito teologico non si…

    [Ndr. La frase è giunta incompleta alla fine, non dipende dalla redazione ma dalla trasmissione]

    • stefano
      stefano dice:

      Confesso che lei ha acceso la mia curiosità: quale sarebbe la sottile differenza tra Madre di Dio e Madre di Cristo, tale da costituire il discrimine tra un purosangue e un asino, tra un ortodosso e un eretico?
      Glielo chiedo perché vorrei capire se per secoli ci siamo ingannati a pregare Maria Madre di Cristo nelle Litanie Lauretane, e anche se tale è la dabbenaggine dei redattori del Catechismo della Chiesa Cattolica che hanno intitolato un paragrafo proprio MARIA – MADRE DI CRISTO, MADRE DELLA CHIESA (http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p123a9p6_it.htm).
      Grazie se vorrà replicare.

      • alberto
        alberto dice:

        Gentile Stefano,

        il concilio di Efeso ha stabilito che Maria è theotokos, ossia madre di Dio per il semplice fatto che Cristo è uomo e Dio. Al tempo (III-V secolo) c’erano dispute trinitarie sulla natura di Dio: l’eresia ariana, secondo cui Cristo aveva natura umana, altri che avesse solo natura divina, Le risparmio i dettagli, ma sono secoli di discussioni: Cristo ha 2 nature, umana e divina e una volontà. Per cui chi affermava che Maria fosse madre di Cristo, sottintendeva l’eresia di una natura umana. Questa è la massima glorificazione di Maria, per questo è stata concepita senza peccato (Immacolata Concezione) ecc..

        Le litanie non sono una definizione dogmatica, ma riprendono (anche dall’Antico testamento) tutti gli attributi di Maria. Per questo nel 1179, per dimostrare l’incapacità di predicare da parte di un laico, Valdo da Lione, gli fu fatta quella domanda-tranello, e lui in buona fede rispose ignorando il concilio di Efeso.

        Francesco d’Assisi, al contrario di Valdo (eretico) ebbe una vera fissazione per la transustanziazione e dunque per il ruolo dei soli che rendevano Cristo-redentore presente in terra, i sacerdoti, pure i peggiori.

        Poi c’è la devozione, la poesia ecc. Per questo p. Ariel ha 2 volte ragione, e ha la mia stima di pessimo miscredente, anche perché si va a cercare la polemica, unico mezzo per scuotere cervelli sonnolenti.

        Fino al 1917 (non so ora) nel Codex Iuris Canonici c’era solo un caso per deporre un papa, se eretico, non risulta mai applicato (o in casi dubbi: il concilio di Costanza contro Giovanni XXIII, ma era vero papa?). Ex cathedra de fide è…

        [Ndr. la frase finale è giunta incompleta, non dipende dalla redazione ma dalla trasmissione del testo]

  21. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Lei ha fatto una chiavica papà Francesco tante volte con la sua fragile (psicologicamente parlando) arroganza. Poi è tanto sicuro che Dio le ha dato i lumi per il discernimento. Mi è apparso proprio piccolo intellettualmente nelle comparsate a [CENSURATO]

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Signor Lorenzo,

      San Francesco d’Assisi era solito mandare i suoi frati a confessarsi dai peggiori preti del circondario, ed all’epoca ve n’erano in abbondanza, più e peggio di oggi. Molti di questi preti erano infatti parecchio ignoranti, alcuni semi-analfabeti, molti convivevano con concubine, facevano mercimoni sui Sacramenti e chi più ne ha ne metta.
      Il Santo di Assisi li inviava apposta da questi preti affinché i suoi frati e compagni di viaggio imparassero a onorare anche i peggiori dei sacerdoti, in quanto sempre e comunque, per mistero di grazia, resi partecipi, per quanto indegni e gravemente peccatori, del sacerdozio ministeriale di Cristo.

      Non entro nel merito delle gravi offese che lei si è permesso ripetutamente di rivolgermi, pur non essendo io un ignorante e un semi-analfabeta, né uno che vive in stato di concubinato né un simoniaco. Ho i miei limiti umani e i miei fardelli di peccati, ma perlomeno impiego la mia buona volontà per migliorarmi e correggermi.

      Posso però dirle che la sua sgradita presenza non è accetta su queste pagine, perché io ho il dovere morale di tutelare non il mio onore personale di uomo, ma la sacralità del sacerdozio con il quale sono stato segnato per sempre, indelebilmente, per l’eternità.

      Posto quindi che lei non conosce neppure i rudimenti del rispetto verso la figura sacerdotale, la prego di non inviare più commenti, perché se giungeranno saranno prontamente e di rigore cestinati.

      Pertanto si senta davvero fiero, tra pochi giorni, quando alla Missa in Coena Domini si farà memoria della istituzione del Sacerdozio ministeriale e della Santissima Eucaristia, di essersi rivolto alle porte della Settimana Santa a un presbitero di quasi 57 anni con insulti che hanno davvero del luciferino.
      Possa Dio aver pietà della sua anima, mentre di cuore la benedico.

      P.S.
      Conosco e sono amico di atei, non credenti, comunisti duri e puri e liberali anticlericali, ma posso garantirle che non solo, nessuno di loro, si sognerebbe di rovesciarmi addosso gli insulti suoi, ma se qualcuno osasse farlo mi difenderebbero a spada tratta e, alcuni di loro, particolarmente focosi, se non fossero in ciò frenati, giungerebbero senza esitazione a metterle persino le mani addosso.
      E sono atei, non credenti, comunisti duri e puri e liberali anticlericali …

      • Padre Ariel
        Un Sacerdote (Lettera Firmata) dice:

        Caro padre Ariel,

        da alcuni anni faccio ogni tanto qualche commento e mi firmo sempre con nome e cognome che, questa volta, ometto per il fatto che narro e per il quale devo evitare ogni genere di possibile identificazione di luoghi e persone.
        Il sindaco del popoloso paese di cui sono parroco, già docente di liceo in passato, è ateo, da giovane fu militante in Lotta Continua poi è passato al P.C.I. in seguito nella Rifondazione Comunista.
        A causa mia finì anni fa sotto processo per aggressione … proprio così. Tutto risolto con una condanna a una pena pecuniaria, però comunque fu condannato.
        Per motivi che non sto a spiegare fu deciso di comune accordo con il Comune di non fare una tradizionale processione perché non era il caso e sopra a tutto non era opportuno per certe situazioni di quel preciso delicato momento.
        Il cattolicissimo presidente di quella confraternita, figlio di cattolici … nipote di cattolici … vecchi democristiani etc … etc … prima mi strillò, e il sindaco presente cercò di zittirlo, poi anzichè zittirsi mi lanciò un insulto pesantissimo, questo: “ma vai a fare il pedofilo come tutti quelli della razza tua!”. Il sindaco ex giovane Lotta Continua, ex P.C.I. e poi della Rifondazione Comunista, il quale era a un metro di distanza, gli dette una sberla in faccia strillandogli “come osi rivolgerti così al Signor parroco testa di …. ?”.
        O come tu (parole sante!) mi dicesti una volta in uno dei nostri colloqui telefonici … “Dio ci salvi dai cattolici, apostolici, romani, impegnati e militanti a modo loro”, e oggi dobbiamo aggiungere … “e da quelli che si improvvisano teologi”.
        Questa però è la nostra situazione attuale, purtroppo.

        Lettera Firmata

  22. alberto
    alberto dice:

    Caro p. Ariel,

    Non sembri dissacrante, anche se la cosa è leggera: Ogni tanto, mal digerendo, ho sognato il diavolo. Per cacciarlo, in sogno, mi sono affrettato a recitare un Pater o un Ave Maria, ma sempre in latino, e il diavolaccio se ne andava subito. Mi sono poi chiesto perché in sogno usassi il latino, e la risposta è stata che (in sogno) ritenevo che il latino fosse più rapido ed efficace: satanasso, abituato da tanti secoli ad essere cacciato via in latino, appena sente “gratia plena” o “qui es in coelis” va via per riflesso condizionato, come il cane di Pavlov; se invece usassi l’italiano, ascolterebbe il senso dell’orazione e dovrebbe capirlo prima di andarsene. Non sto scherzando, ho davvero fatto e pensato così in sogno.

    Io sarò un po’ matto e mangerò pesante, però è da capire chi la pensa così anche da sveglio, ma c’è una differenza: satanasso è creatura, quindi soggetta ai riflessi pavolviani; il Signore no, e quindi vanno bene anche l’italiano o il serbo-croato. Magari i fedeli, come creature, sono soggetti al riflesso pavloviano del latinorum, non mi pare gran peccato, pur che non si ammetta che senza latinorum la transustanziazione avvenga meno bene, che sarebbe eresia (o, anathema, per i nostalgici dei vecchi concili).
    Laudetur J.C.
    ac

  23. ettore
    ettore dice:

    Ora i tempi non sono ancora maturi, ma nulla vieta che in futuro un novello Duns Scoto, opportunamente ispirato dal Cielo, formuli un preciso concetto di “Maria corredentrice xxxx ” quale cooperatrice e partecipe alla vita, alle opere, alla Passione e morte di Nostro Signore ed il suo ruolo di intercessione e mediazione – comunque sempre in subordine al Figlio.

    Nei mesi scorsi il blog di Aldo Maria Valli ha ospitato alcuni interventi al riguardo.

    Tre del mariologo americano Mark Miravalle che documenta come il termine di “corredentrice in subordine al figlio Gesù” sia stata spesso usata da Papi e Santi e che la richiesta di proclamare tale quinto dogma sia stata oggetto di antiche e recenti petizioni “vox populi” al Papa:

    https://www.aldomariavalli.it/2019/12/18/il-papa-il-popolo-di-dio-e-quel-quinto-dogma-mariano-che-fa-discutere/

    https://www.aldomariavalli.it/2020/01/01/maria-madre-di-dio-dunque-corredentrice/

    https://www.aldomariavalli.it/2020/01/21/i-sette-frutti-di-un-nuovo-dogma-mariano/

    Invece Silvio Brachetta ha richiamato gli studi di San Bonaventura da Bagnoregio:

    https://www.aldomariavalli.it/2019/12/20/il-valore-corredentivo-della-compassio-di-maria/

    La Commissione Teologica Mariana (1996) ha ritenuto che la questione del riconoscimento dei titoli di Mediarice, Corredentrice, Avvocata necessita di un ulteriore approfondimento in una rinnovata prospettiva trinitaria, ecclesiologica ed antropologica. Inoltre i teologi non cattolici hanno prospettato possibili difficoltà ecumeniche che implicherebbe una definizione dei suddetti…

  24. Alessandro
    Alessandro dice:

    Caro don Ariel, sono solo un povero ignorante. La mia fede, a dir la verità, assomiglia più a quella di un bimbo piccolo che a quella di un teologo. Le argomentazioni che Lei ha portato a sostegno della Sua tesi mi sembrano corrette. E tuttavia, credo che nel corso di questo pontificato la figura di Maria Santissima, Madre di Cristo e Madre nostra, senza essere stata elevata al rango di Corredentrice, sia stata oltremodo umiliata. Non è proprio il Papa a definirla “donna della porta accanto”, “donna che, assieme a Giuseppe, non è nata santa, ma ha dovuto apprendere la santità nel corso della vita”, “madre e meticcia, che ha meticciato anche Dio”? Ora, non è detto che il rifiuto del dogma della Corredenzione da parte di questo Pontefice sia motivato dalla medesima intenzione dei predecessori, fatto salvo il foro interno. Noto in questo Papa un’antipatia tendente all’odio verso nostra Madre. Se poi uniamo tutto ciò a quello che egli dice di Gesù Cristo, che “non era uno pulito” ed altre amenità, che la morte sulla Croce fu un “fallimento”, senza peraltro dimenticare la comunione ai protestanti, il fatto che egli regolarmente non s’inginocchi di fronte al santissimo e che almeno in un’occasione ha fatto il segno di croce con la sinistra, non si ha un quadro abbastanza completo? Però Lei di queste cose non fa menzione, o almeno così mi sembra. Se mi sbaglio, mi perdoni. Quanto ai Francescani dell’Immacolata trovai disgustoso il modo in cui una suora fuoriuscita andò in televisione a piagnucolare e vendere l’ordine a quel “vate” dei nostri giorni che è la…

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Il suo commento è un autentico florilegio, legga questa sua sola frase:

      «Noto in questo Papa un’antipatia tendente all’odio verso nostra Madre».

      Ma lei, dopo questo, riesce veramente a guardarsi in faccia allo specchio e a farsi il segno della croce la mattina e la sera?
      Non solo lei sta accusando il Sommo Pontefice di provare antipatia e odio verso la Mater Dei, ma presume addirittura di poter leggere e quindi giudicare la sua profonda coscienza, che Dio solo può leggere e giudicare, la sua come quella di tutti noi.

  25. vincenzo
    vincenzo dice:

    Buon giorno Padre Ariel, solo un chiarimento. Chi in questo momento crede in Maria Corredentrice secondo il corretto significato ed il senso che davano i precedenti Romani Pontefici quando utilizzavano tale espressione , rimane sempre nella Fede cattolica oppure no? ( considerando la mancanza di un dogma ufficiale)
    La ringrazio

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      La sua domanda nasce da un candore oserei dire disarmante e come tale merita risposta.
      Però non le rispondo io, le faccio rispondere direttamente da Gesù Cristo, che a una domanda come la sua risposte a questo modo:

      Dal Vangelo di San Matteo [22, 23-33] «In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c’è risurrezione, e lo interrogarono: «”Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello. Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta”. E Gesù rispose loro: “Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi”. Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina».

  26. stefano
    stefano dice:

    Io non disputo da teologo, quale non sono, ma da credente, quale sono.
    Perché la redenzione di Maria è speciale? Questa è una domanda a cui, da teologo, potrebbe rispondere lei da par suo. Io faccio del mio meglio.
    Io poi non ho detto, nè voluto intendere, che Bernardo sostenesse la corredenzione, non mi pare pure che se ne parlasse all’epoca. Non era questo il mio argomento. Il mio argomento partiva dall’affermazione, sicuramente creduta, di Bernardo, per osare un passo in più, in conformità e coerenza con quella verità. Certo, de Maria numquam satis non è verità dogmatica, né potrebbe esserlo, perché il dogma si ferma lì, mentre affermare che di Maria non si può mai dire abbastanza apre un orizzonte sconfinato di verità.
    Non voglio quindi usare un’affermazione roboante per dimostrare l’indimostrabile; ardisco solo a fare come Duns Scoto che non si arrese di fronte al dogma che non consentiva. Forse che Maria non era Immacolata anche prima? Ma quanti devoti ignoranti hanno dovuto aspettare fino al 1854, non per aver ragione, ma per veder trionfare le ragioni della fede?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Vedo che ha capito proprio bene tutta la precisa spiegazione che le ho data e per tutta risposta adotta la tecnica “filosofica” del sofista che rovescia le parole.
      Sa, il narcisista difende le proprie ragioni, il teologo non difende le proprie ragioni ma le verità di fede.
      Mancando certi presupposti, l’esperienza mi insegna che ogni dialogo equivale al lancio di una palla di gomma su un muro di cemento armato.

      • stefano
        stefano dice:

        Sul sofista e narcisista non replico, se ho dato adito a questi giudizi vuol dire che me li merito.
        Però di tutta la sua precisa spiegazione di sicuro ho imparato la morale, cioè che devo limitarmi a porre quesiti senza presumere di poter disputare di teologia.
        Beh, io un quesito gliel’ho posto: qual è il senso della speciale redenzione di Maria?

  27. stefano
    stefano dice:

    Io invece penso con San Bernardo, e molti prima di lui, che “de Maria numquam satis”. Si può anche ritenere non opportuno o poco appropriato al momento storico procedere ad una proclamazione ufficiale di un nuovo dogma, ma altro è attendere con speranza qualcosa che deve venire, altro è non desiderare affatto che venga sentenziando in modo categorico che certamente Maria non è Corredentrice, senza neppure provare a mettersi d’accordo sulle parole e a collocare queste parole nel giusto contesto.
    C’è invece una grande analogia tra la questione di Maria Corredentrice e quella, per molti versi simile e strettamente correlata, di Maria Madre di Dio. Ciò fa ben sperare.
    Anche allora si diceva che Maria non poteva essere chiamata Madre di Dio, essendo solo una creatura umana; Maria è stata la madre dell’uomo Gesù, si diceva, come si può soltanto ardire a immaginarla Madre di Dio, cioè Dea a sua volta (ma è proprio di oggi il Vangelo in cui Gesù dice “non c’è scritto nella vostra Legge che voi siete Dei? “). Anche allora qualche avventato si sarà stracciato le vesti contro i mariolatri assetati di nuovi dogmi.
    Certo, c’è un solo Redentore, ma Maria è la prima redenta e certamente con uno scopo: essere Madre di Dio e Madre della Chiesa. E forse che la Chiesa non partecipa alla redenzione di Cristo? Certo che sì, perché associata alla Sua passione e perché amministra i Suoi Sacramenti. Dunque in questo senso, cioè per partecipazione, anche Maria è, insieme a Cristo e dopo di Lui, Corredentrice. Questo titolo non serve a formulare una verità nuova, ma a compendiarle…

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Stefano,

      la teologia dogmatica non è poetica, né sentimentalismo emotivo: è una scienza che si basa su rigori scientifici non solo precisi, ma strettamente rigidi.
      Quando non si ha conoscenza profonda e lessicale delle complesse articolazioni della teologia dogmatica, si deve tacere, perché non si può dissertare quando si è privi dei solidi elementi per farlo.

      Lei parte con una citazione roboante di San Bernardo di Chiaravalle: «De Maria nunquam satis» [di Maria non si dirà mai abbastanza]. Sì, conosco questa espressione del Doctor Mellifluus come lo chiamò Pio XII, però io conoscono anche la sua opera, l’ho studiata per anni. Lei, può dire altrettanto, oppure si è limitato a questa frase a effetto? O per caso cerca di lasciar intendere che questo Dottore della Chiesa sostenesse il dogma di Maria corredentrice? Se io le ponessi dinanzi l’opera De Gratia et libero arbitrio di San Bernardo di Chiaravalle, lei pensa di uscirne fuori indenne con la citazione di un breve aforisma estrapolato tra le righe? Lei ha idea del fatto che per comprendere San Bernardo di Chiaravalle e richiamarsi a lui e alle sue opere, bisogna conoscere i principali Padri della Chiesa, a partire da Sant’Agostino, la filosofia classica e gli scolastici? O pensa che basti un aforisma a effetto?

      La dogmatica richiede anzitutto un linguaggio, perché ha un suo linguaggio proprio, specifico e stretto. Quando infatti si parla di dogmi, esistono parole molto precise per parlare di essi, se queste parole mancano, o se non si conoscono, a quel punto si può domandare, si può chiedere chiarimenti, ma non si può disputare sostenendo delle ragioni come fa lei che è del tutto privo degli elementi essenziali per farlo, a partire da quel linguaggio che esprime e che raffigura la sostanza immutabile ed eterna.

      Comunque non si amareggi, è in buona compagnia: da quando ho pubblicato questo articolo, in giro per la rete sono stati sparati articoli e commenti che sono un oltraggio ai fondamenti basilari della teologia dogmatica. E non le dico con quale sicumera certi ignoranti sostengono le loro tesi, roba da far impallidire San Tommaso d’Aquino che disputa sul principio dell’intelletto con Averroe. Basti a tal proposito dire che, una mia cara amica, per confutare in toni di fuoco questo mio articolo, è giunta a citare come verbum Dei le presunte rivelazioni private fatte a Bruno Cornacchiola, nella quali si afferma: «Io sono colei che sono nella Trinità Divina». Perché poi è a questo che molti si attaccano: apparizioni, veggenti, rivelazioni private e via dicendo. In fondo è la via più facile, rispetto a quella di chi è partito dalla filosofia, per seguire con la scolastica, la metafisica, la scuola di Sant’Anselmo d’Aosta e di San Tommaso d’Aquino e via dicendo, per poi infine arrivare, con tutto il necessario bagaglio, alle speculazioni sui grandi temi della dogmatica. Che dire … tempo perso! In fondo basta “essere innamorati della Madonna”, divorare libretti devozionali, leggere testi dei Padri della Chiesa ed encicliche che di rigore non si capiscono, condire il tutto con rivelazioni private, per sentirsi infine legittimari a “dare addosso” e “smontare” un teologo dogmatico che ha semplicemente enunciato delle verità di fede, il pensiero della Chiesa e, soprattutto, ciò che la Chiesa non ha mai definito e perché non l’ha mai definito, come ad esempio il dogma di Maria corredentrice.

      A parte questo: lei ha scritto una serie di cose profondamente inesatte o incomplete, frutto non di conoscenza ma di evidenti copia e incolla. E in dogmatica, l’incompletezza e l’approssimazione generano sempre errori.

      Un esempio: lei afferma che Maria è la prima redenta. Dire questo equivale ad affermare che la Beata Vergine “è stata redenta”. E da che cosa si è redenti, in linguaggio teologico? Si è redenti dal peccato, a meno che non si voglia intendere il concetto di redentore come un titolo fine a se stesso conferito a Cristo, che invece ci ha redenti dal peccato col suo sangue.

      A tal proposito la illumino dicendole che il Beato Duns Scoto, il sublime “dottore dell’Immacolata”, assieme a diversi teologi del XII secolo, offrì la chiave per superare tutte le comprensibili, oggettive e complesse obiezioni circa la dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria. Egli sostenne infatti che Cristo, il mediatore perfetto, esercitò proprio in Maria l’atto di mediazione più eccelso, preservandola dal peccato originale.

      Ora lei capisce – o spero capisca – che tra “redimere” e “preservare“, non corre una differenza a livello di sfumatura semantica, corre una profonda differenza sostanziale. E fu proprio il Beato Duns Scoto che introdusse nella teologia il preciso concetto di “redenzione preservatrice“, vale a dire che Maria è stata redenta in modo ancor più mirabile di quella che è la redenzione dal peccato: ella fu redenta non per via di liberazione dal peccato ma per via di totale preservazione dal peccato.

      Per ciò le dico, con tutta l’amorevolezza del buon pastore: sollevi pure quesiti, ponga tutte le domanda e chieda tutti i chiarimenti che vuole, ma non disputi in materia di teologia dogmatica, perché non è il suo mestiere, quindi non eserciti un mestiere che non è il suo, perché ciò è pericoloso.

      • lorenzo
        lorenzo dice:

        O illustre teologo, non è forse vero che tutte le dotte disquisizioni del Beato Duns Scoto, stante lo spessore teologico dei pro e dei contro, non avrebbero portato a nessun dogma se egli non avesse risolto la questione con quel “Potuit, decuit, ergo fecit”?
        E chi scrive: “a meno che non si voglia intendere il concetto di redentore come un titolo fine a se stesso conferito a Cristo”,
        cosa ne pensa del definire semplice “titolo storico” il termine “Vicario di Cristo”?

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Lei è un polemista che confonde i temi più complessi della dogmatica con tifoserie da stadio.
          Inoltre non conosce il latino teologico, perché se lo conoscesse, dovrebbe sapere quale valenza hanno i termini da lei citati nell’ambito delle dispute teologiche del XIII secolo.
          Non si lanci in mestieri che non sono suoi, specie con lo spirito da bar dello sport.
          Infine: in questo tema – per ribadire quanto lei sia un polemista aggressivo – che cosa c’entra il «definire semplice “titolo storico” il termine “Vicario di Cristo”?».
          Proprio non poteva fare a meno di usare un tema mariano per lanciare una stilettata fuori luogo?
          Rifletta … rifletta …

      • Padre Ariel
        Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        … pertanto lei è in grado di stabile su cosa deve insistere o non deve insistere il supremo custode del deposito della fede?
        Bravo, del mistero della rivelazione e del cattolicesimo lei ha proprio capito tutto!

  28. AMCC
    AMCC dice:

    Buona sera Padre Ariel,
    benché molto ignorante in tutto, ho qualche legame con il metodo scientifico. Per tale ragione mi permetto di chiederLe, per piacere, almeno qualcuno dei tanti riferimenti a scritti o discorsi dei vari Pontefici da Lei citati. In special modo mi interesserebbero i riferimenti per il pensiero di San PioX, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Spero sia rintracciabile il testo da cui si evince il fastidio del Papa Santo Polacco per le cicliche insistenze che Lei ha ricordato.
    La ringrazio anticipatamente e Le chiedo di ricordarmi nelle sue preghiere alla Santa Trinità.
    AMCC

      • AMCC
        AMCC dice:

        La ringrazio, Padre.
        Francamente mi aspettavo una biblio/sitigrafia un pò più ampia.
        Da questa intervista si evince che l’allora Cardinale Ratzinger ponesse l’accento più sulla questione semantica che sui contenuti .
        Proseguirò la ricerca per conto mio. Grazie comunque.
        AMCC

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          In questo momento non ho potuto fare di più.
          Anch’io come la assoluta maggioranza degli italiani sono chiuso in casa e mi sono ritirato in una abitazione estiva della mia famiglia, totalmente isolata. Non ho quindi a disposizioni tutti i testi della mia biblioteca e neppure il grande archivio digitale in cui ho racchiusi vent’anni di documenti raccolti nel corso di studi e ricerche. Per questo le ho mandato ciò che sono riuscito a reperire, perché certi testi specialistici o documenti molto specifici non si trovano quasi mai, solitamente, in internet.

          • Davide
            Davide dice:

            Buonasera. Mi permetto di sottoporre un elemento che mi ha incuriosito. Nella sua monumentale opera liturgica, il “Liber Sacramentorum”, che da anni sto leggendo con grande interesse, il Beato Card. Schuster scrive, in riferimento alla festa dell’Assunta: “Maria anche in cielo esercita l’ufficio di avvocata nostra, quello che Gesù le affidò sul Calvario; e questo, affinché la redenzione ripari in tutto, anzi sia assai più sovrabbondante, che non la rovina. Ad Adamo ed Eva, peccatori e scaturigine della nostra originale colpa in terra, Dio ha contrapposto Cristo e Maria, il Redentore e la Corredentrice del genere umano”. Mi può dare un commento sull’uso che il Beato Arcivescovo di Milano fa del termine “Corredentrice”? La ringrazio per l’attenzione.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Lui, come altri, hanno usato questo termine per indicare che la Beata Vergine ha cooperato alla redenzione.
            Altri la indicano come cooperatrice.
            Non le sfugga però che una omelia, uno scritto pubblico o privato, una espressione di Beati e Santi, incluso il pluricitato a sproposito de Montfort, non sono elementi che vincolano de fide i fedeli a un dogma non proclamato dalla Chiesa.
            Né una persona oculata e sapiente come questo grande Arcivescovo di Milano avrebbe mai osato far uso di simile termine – come invece oggi fanno molti – per dare per assodato e per esistente un dogma della fede cattolica.

      • Salvo
        Salvo dice:

        San Pio da Pietrelcina la chiamava «nostra sì cara Corredentrice» e «Regina dei martiri». Per non parlare di p. Kolbe. Si informi p. Ariel.

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Signore e Signori: ecco un altro fenomeno che si è creato il suo personale San Pio da Pietrelcina!
          Ha idea di come avrebbe reagito, il San Pio da Pietrelcina vero, quello reale, dinanzi a un laico che con la sua strafottenza si fosse rivolto così al peggiore dei sacerdoti di questo mondo?
          Padre Pio l’avrebbe “informata” e “riformata” con due sberle.
          E lo fece in più occasioni: urlando, cacciando le persone e una volta mollando anche due sberle a uno che poi divenne un suo figlio spirituale, quando qualcuno si permise di trattare i sacerdoti come pensa di poterli trattare lei.

          Ciò premesso: intende forse dire che San Massimiliano Maria Kolbe e San Pio da Pietrelcina hanno proclamato un nuovo dogma?
          Lei è a tal punto arrogante-ignorante da non saper distinguere tra una espressione privata e una definizione dogmatica della Chiesa?
          E, fatto questo, mi intima pure d’informarmi?

          Lei è veramente un fenomeno!

          • Francesco
            Francesco dice:

            Va bene difendiamolo pure per questo ..
            C’è un solo mediatore tra Dio e gli uomini che è Cristo Gesù ..ok..

            Ma la pachamama in vaticano chi l’ha portata ?
            Chi nega che ci sia inferno ? Credo neghi tutta la redenzione
            Vogliamo andare a trovare le interviste?

            Magari avesse detto solo questo della corredentrice..

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Mi creda se le dico che di tutti gli stracciatori di vesti come lei sulla Pachamama non ne posso proprio più!

            Comunque, per quanto riguarda il discorso della Pachamama, inutile dirlo a me che dinanzi a quel fatto sono inorridito, l’ho scritto e l’ho dichiarato con tutto il dovuto garbo del caso.

            Tra lei è me c’è però un’enorme differenza: lei tenta di usare la Pachamama per delegittimare il Sommo Pontefice, l’allusione al quale è evidente, benché lei domandi … “e chi ce l’ha portata?”; io invece, al contrario di lei, non uso, né mai userei un male per cercare di correggere un altro male, o per dire che l’altro è peggiore e che fa peggio. Perché questa non è una logica né cristiana né umana.

            Impari a rispettare il Sommo Pontefice, anche se fosse il peggiore di tutta l’intera storia della Chiesa. Perché purtroppo lei, temo, è talmente umorale e talmente ignorante in materia di dottrina e di fede da non sapere o da non rendersi conto che se si tocca Pietro, sul quale Cristo ha edificato la sua Chiesa, cade tutta l’impalcatura. E mi creda, in tal caso, la Chiesa, non la salverebbero certo né la Gospa chiacchierona né gli pseudo veggenti che la fanno sproloquiare da quarant’anni a getto continuo.

            Sono stato chiaro?
            E basta, con questo … cavolo di Pachamama, per non dire di peggio.

        • stefano
          stefano dice:

          Caro p. Ariel, lei può ripetere all’infinito che una omelia, uno scritto pubblico o privato, una espressione di Beati e Santi (inclusi papi), non sono elementi che vincolano de fide i fedeli a un dogma non proclamato dalla Chiesa, e sottilizzare tra teologia e devozione; però, a lungo andare, quando il popolo si rivolgerà apertamente a Maria con questo titolo, la Chiesa dovrà alla fine intervenire, se non altro per sanare la divisione tra opposte fazioni. A quel punto chiederà ai teologi di fare il loro lavoro, cioè di mettete la loro competenza tecnica al servizio della fede del popolino.

      • Tola'at
        Tola'at dice:

        Ma è sicuro a riguardo del parere dei pontefici? Ho trovato questo: «Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato, ha partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell’umanità» (Giovanni Paolo II, 8 settembre 1982).

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Si faccia una domanda: come mai San Giovanni Paolo II, devotissimo alla Beata Vergine sotto la cui protezione pose il suo intero pontificato, nel corso di 26 lunghi anni di pontificato, non ha mai definiti il dogma di Maria corredentrice, anzi, supplicato a farlo, prima si rifiutò, poi disse che non voleva più ricevere quella richiesta nel corso del suo pontificato?
          Si domandi questo: perché non ha definito questo dogma?
          Un discorso privato o pubblico del Sommo Pontefice, non è un atto definitorio del supremo magistero infallibile.

          • Tola'at
            Tola'at dice:

            Concordo: un discorso pubblico non è pronunciamento magisteriale. Ma allora mi pare esistere una contraddizione, in GPII, nel dire la sua (di GPII) frase che ho postato con quanto lei gli attribuisce, cioè (copio dal resto del suo scritto): “(…) mostrando infine evidente fastidio per questa ciclica insistenza, disse in tono risoluto che non voleva più sentir parlare di questa questione nel corso del proprio pontificato”.
            Prima la chiama Corredentrice…poi è infastidito. Non comprendo…

  29. lorenzo
    lorenzo dice:

    Se “Dal punto di vista teologico e dogmatico, il concetto stesso di Maria corredentrice crea anzitutto grossi problemi alla cristologia, col rischio di dare vita a una sorta di “quatrinità” e di elevare la Madonna, che è creatura perfetta nata senza macchia di peccato originale, a ruolo di vera e propria divinità.”,
    chissà quali e quanti problemi, dal punto di vista dogmatico e teologico, potrebbe creare un eventuale pronunciamento su Maria Teotocora o Deipera che dir si voglia, col rischio di dare vita a una sorta di “dea madre”…
    Se fosse quella sopra la motivazione, mi sembra abbia ben poca consistenza.

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