In luxuriâ de turpibus, fabam mimum futurum: Enzo Bianchi, saecularem hereticum quae approbatione cum de episcopis et sacerdotibus receptum est praedicare de sacerdotibus universae patronus sepulcrum
16 cogitationes on "In luxuriâ de turpibus, fabam mimum futurum: Enzo Bianchi, saecularem hereticum quae approbatione cum de episcopis et sacerdotibus receptum est praedicare de sacerdotibus universae patronus sepulcrum”
Ad integrazione di questo cospicuo estratto del Vs. lavoro su Enzo Bianchi, mi permetto di segnalarvi – anche per farmi pubblicità, quod – un articoletto satirico che scrissi sul Sommo qualche anno gettando perfidamente luce su un aspetto particolare della sua personalità e che forse vi strapperà un sorriso. https://zamax.wordpress.com/2014/12/30/un-uomo-di-straordinario-successo-mondano-enzo-bianchi/
Sono stato a un incontro con Rod Dreher, l’autore del libro sull’Opzione Benedetto. Lui è stato molto bravo. Purtroppo i due altri commentatori non sono stati all’altezza. Erano Giuliano Ferrara e Giovanni Maria Vian: quest’ultimo è sia professore universitario di storia del Cristianesimo sia direttore dell’Osservatore Romano. E proprio Vian ha fatto un intervento penoso, da cui si capiva, inter alia,, che il libro l’aveva solo sfogliato e che culturalmente non solo ignora la cultura anglosassone ma è rimasto ai miti di decenni fa sul “dire le cose all’uomo di oggi” etc.. Ma ha raggiunto il climax del grottesco quando ha suggerito a Dreher di andare a visitare un’altra esperienza monastica recente. Indovinate un po’ quod? Bose! Mi è venuto spontaneo alzare il braccio destro nel gesto che popolarmente sta a significare “ma fammi il piacere…”!
vorrei capire che senso ha questo articolo di denuncia contro il signor Enzo Bianchi, quando poi la gerarchia a cui lei presta obbedienza, non fa nulla contro le sue accuse di eresia, anzi lo esalta mandandolo ad Ars a predicare gli esercizi spirituali ai sacerdoti?
Un semplice fedele come può aver fiducia in una gerarchia che tradisce il Vangelo, e il catechismo, e persino con la complicità di papi, sono costernato e confuso come milioni di cattolici di fronte alle molteplici notizie di abusi sui minori,l’omoeresia e il non voler rispondere alle accuse e insabbiando gli scandali che furono coperti anche sotto il pontificato del santo polacco, cos’è diventata la chiesa visibile?
il senso di questo articolo è semplice: chi lo ha scritto, potrà rispondere a Dio per avere peccato in pensieri, verbo et factis: … ma non in omissioni! E chi non omette di dire la verità e di servire la verità, finisce col rendere più tenui anche i propri peccati di pensieri, verbo et factis:.
Nei tempi che stiamo vivendo adesso pare che ricorrano tutti quegli elementi di cui ci parlano le Sacre Scritture e le Lettere Apostoliche, inclusa la grande apostasia.
E proprio in questi momenti noi dobbiamo particolarmente amare e proteggere, per quanto si possa riuscire a fare, Ecclesia Christi; perché resta chiaro che la Chiesa è sua, non è di quello o quell’altro Pontefice che la modella a propria immagine personale, posto che egli è della Chiesa è primo servitore e custode.
Diversamente da queste persone, che come spesso ho scritto vivono l’immediato e sono interamente incentrate sul “tutto e sùbito”, noi bisogna avere una prospettiva futura, una prospettiva escatologica.
tempus, noi non possiamo neppure immaginare cosa di altamente positivo, cras, potrà nascere da questo sfacelo.
quidem, i topi nella stiva, od i grandi avvelenatori, che sotto i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si muovevano con molta cautela, lavorando principalmente dietro le quinte, oggi sono saltati tutti allo scoperto, con tutte le loro eresie e le loro apostasie dalla fede. E questo è ottimo, perché almeno sappiamo chi sono quei nemici che fino a ieri stavano nascosti a lavorare nell’ombra.
Bisogna avere solo la pazienza della fede, perché stiamo sì parlando di persone che seminano danni immani, ma al tempo stesso anche di persone che hanno già perso, come ha perso, sin dalla notte dei tempi, il loro potente Padrone del Mondo, che da sempre è il grande sconfitto.
quidem, noi uomini abbiamo il problema del tempo, ma Dio no e la grazia di Dio neppure, non hanno problemi di tempo.
Certo ha esordito sotto altri pontificati, che hanno dato spazio chi più chi meno ai suoi servigi, sopravvalutando le capacità e sottostimando le ambizioni. Non è dal seme – buono o cattivo – ma è dall’albero – periodicamente accudito -che si riconosce la qualità dei frutti. Però dalla gavetta iniziale, ha con tenacia ed astuzia saputo crearsi e coltivare l’orticello, costruendosi opportune relazioni, accostandosi a persone che contavano e contano nella chiesa e nella mondo dei media. Nonostante le tempestive segnalazioni e i ripetuti avvertimenti di eminenti e preoccupati teologi, man mano che i frutti divenivano via via più cattivi, chi poteva, nulla ha fatto per circoscriverne l’azione, anzi è toccato ai teologi subire ritorsioni anche beffarde .. Un crescendo ininterrotto. E’ amaro costatare quanto sia pericolosamente cresciuto, quanto sia potente questo presunto maestro: omaggiato e riverito da prefetti, cardinali e vescovi, vezzeggiato e protetto da patroni e padrini, persino candidato alla porpora…
E’ ormai giunto al top: i suoi libri sono testi nei seminari italiani, un’agenda super impegnata, gli articoli sull’Osservatore Romano … Ma Ipazia vigila.
il problema non è che il Signor laico Enzo Bianchi si rivolga in questa lettera a noi segnati dal sacro ordine sacerdotale per Sacramento di grazia indelebile ed eterno, cum verbis:
«Cari presbiteri, mentre mi rivolgo a voi, a voi miei fratelli nel ministero […]».
Il problema è che questo lo faccia con una lettera pubblicata sul sito ufficiale della Congregazione per il Clero. Pertanto prendo atto, con dispiacere per me, ma soprattutto per il diretto interessato, che il nostro Prefetto della congregazione per il clero avrebbe bisogno di ripassare a fondo gli elementi basilari della dogmatica sacramentaria.
Il Bianchi non può rivolgersi a noida pari a pari, quod, come battezzato, partecipa al “sacerdozio comune dei battezzati”, nos – e noi soli -, venit ministri in sacris, attraverso il Sacramento dell’Ordine, partecipiamo invece al sacerdozio ministeriale di Cristo, al quale invece, Italo Bianchi, non partecipa affatto.
Spero che qualcuno lo spieghi al Prefetto della Congregazione per il Clero.
desidero cogliere l’occasione per precisare che per noi, non objective indicavit de Paulo II officium Iohannes et Benedictus de progressionem ad Italo Bianchi Phaenomenon, re vera erat,, praesertim cum dolore alteque.
Et ego natus in August 1963, a mensis et dimidium post mortem Ioannis XXIII, et fui mortuus Quapropter Paulus VI in teenager 1978, Ioannes Paulus Papa II, ut cresceret in me, et factus sacerdos in Summus Pontifex Benedictus XVI, in cuius parochia, Roma, Fui inter alios iussit.
Adiutor meus, Facio Lince Jorge, pro qua ille natus est in 1983, Natus annos viginti adolevit nescientes papam: Ioannes Paulus II.
Pontificis veneranda versa si non utriusque, unus de quo Sanctus, in analysis discrimine pios, ut ferebatur, tale fore, Si vos operor multus peius, omnium qui hodie, coram hominibus errorem, aut pastorales, ad maturitatem non semper est beatus Franciscus Pontifex ego hodie regnantis, Arguitur quod dicit aut semper, absolute et sine ulla dubitatione iustum. Et adde quod: nobis, certiores facti – et facta mihi dicere, non loqui – non tristi adulatione, ad quod inpudicus non movetur saltem ab aliquibus subiectis interest debitum ad oeconomicas subsidiorum sumptuosas appeto, ingenuis artibus vel mercandis illi percipiunt fructum eorum de locis. quia caritas, Nemo est Expectat aliis heroibus, sed etiam considerandum est quod pessimus palesino mercatores Templi Hierosolymitani. bottom, non est tamen, sine ingentis animi, tum dignitas silentium, et legatorum dell'esprimersi in via, ut ita dicam, aut aseptic, nuntium fabulas ut tantum modo adducere.
Ego memini mœstitia quædam, in adolescentia mea, Beatus, et sanctus de formam postero Pontifex Paulus VI, omnis litteratisque hominibus per viam audisset iratus est et iuvenes radicitus reliquit de magis minusve hodie, et senes de patientibus arthritis, ne deteriores ex arteriosclerosis, possunt, Angulus chairs ad atheismum, Docuit nos theologi non parvi, haec admonitio, … 'Papa est infallibilis, quosdam autem non accusare illum, et recordabor eius ".
et ingenue, deinde nos, Post Pauli VI, deinde saepius vidimus “caedem” Ioannes Paulus II Pontifex Benedictus XVI et totius teams sicut diurnariis, de discrimine signa et Theologi, Qui signati contra illos, a maggior ragione proviamo santo sprezzo cristiano per questi odierni … culum lingere, direbbe Catullo, o detta in più triviale italiano: indegni leccaculo.
Che Giovanni Paolo II prima, il Cardinale Joseph Ratzinger e poi Benedetto XVI, abbiamo sbagliato a non frenare ilItalo Bianchi Phaenomenone ad impedire che questi divenisse addirittura una sorta diguru per gran parte dell’episcopato italiano, non compromette né la santità del primo, né l’alta teologia e anche la santità di vita del secondo.
Ci piacerebbe che le cose stessero in altri termini, ma bisogna prenderle per quelle che di fatto sono: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sono oggettivamente responsabili dello sviluppo delmostro Bianchi.
… che fatica, alzare tutto il braccio, sarebbe bastato alzare solo un dito della mano: il medio! Certi personaggi, statim fit nota publica figuras, Cogitant possunt dare quae realiter.
Qui coepit in academia professoris memini tamquam honoris exhibitionem aula Magnum libri, et faciens populum intellegere short cerebri, ut ne quidem scit quod hoc libro est.
Quod doctor autem discipuli post examen poterat impulit male de illis postulantes, constans in libro de libris textum parumper total 1500 illegible paginas scripsit in manibus suis adiutoribus large alia quinque, nota parum profundo page.
hic, Quod genus idem confirmo Giovanni Vian, generis tuta sit amet, ut omnes periclitatur species, sed quod valde dolendum non periclitatur.
scitis Episcopi aliique sacerdotes compellatae a me non praedicaret spiritualibus vacent per curas Enzo patriarchae dioecesim suam beatitudinem. Et dixit: … “hora perdere, Si expungi …”. Relinquens ad damnationem suspensus.
Puto, si sacerdos fuerat sanctificationis nostrae, huius articuli non excommunicatus, …
Hic quoque opus ad statuam, legit his comments sunt ad illos qui publicas, Scio te non solum sed etiam in dioecesibus vestris miserum statum in quo converso;, Unus multorum Italiae moralis ad conturbauit, dignissim doctrinalia, et ex parte contritum.
No, Pontifex tuus – si esset aliquis de presbyterii – non mi avrebbe fatto proprio niente, perché se avesse osato dirmi ciò che ha detto a voi, io gli avrei risposto che uno tra i suoi stretti collaboratori di curia, 35 annorum, divide il proprio appartamento non con un collaboratore fidato come il sottoscritto, in regime di innegabile sanità eterosessuale, ma lo divide con un fotomodello brasiliano palestrato di 24 anni che lavora come “uomo immagine” nelle discoteche e che posa per servizi fotografici vari.
Detto questo avrei aggiunto: «… e se Vostra Eccellenza osa rimproverarmi di nuovo perché io mi sono rifiutato di venire ad ascoltare le perle di saggezza di un eretico, tal è Enzo Bianchi, alla prossima assemblea generale del clero io chiederò pubblicamente che lei faccia atto di rinuncia alla cattedra, perché un vescovo che si tiene in curia un prete finocchio che convive alla luce del sole con un marchettaro brasiliano, o è egli stesso altrettanto finocchio, oppure è cieco, delle due l’una».
igitur, smettetela di piagnucolare – detto con profondo affetto fraterno – e cominciate a dire a questi personaggi: «dovete togliervi di torno, perché siete uno scandalo rovinoso e noi non vi vogliamo!».
Ecco perché a me, Pontifex tuus, non avrebbe fatto assolutamente niente, ma neppure avrebbe osato rimproverarmi per non essermi recato ad ascoltare Enzo Bianchi che predicava ai preti della diocesi, perché in lui avrebbe prevalso … l’istinto di sopravvivenza!
Rev. patrem, La ringrazio per le sue ulteriori precisazioni sotto i diversi aspetti. Suppongo che, di fronte alla vostra circostanziata pubblica denuncia riguardo alle eresie del Bianchi, la Congregazione per la Dottrina della Fede dovrebbe intervenire per tutelare e ristabilire la vera dottrina cattolica. Già interpellata in passato, non risulta abbia mai risposto nel merito. Al contrario è stato concesso ulteriore spazio al Bianchi, quasi che la chiesa non possa fare a meno dei suoi contributi omiletici ed esegetici. Ho ragione di temere che anche in questa occasione difficilmente succederà qualcosa. I custodes, rivelatisi finora ciechi, sordi e muti, si consiglieranno con diverse altolocate eminenze in gran parte sodali del Bianchi; e cavillando, prenderanno tempo; di rimpallo in rimpallo, faranno ancora una volta lo gnorri e alla fine, temo che non ci saranno esiti di sorta.
Mala tempora currunt.
Rev.do padre Levi di Gualdo, nei testi citati del priore di Bose, spicca per numerosità e importanza delle ricorrenze, l’idea che Gesù sarebbe la narrazione autentica del Padre. La cosa in sè non è certo falsa, ma certamente riduttiva. Un narratore, per quanto autentico, non necessariamente è Figlio consustanziale. La narrazione non è la Rivelazione (“rivelato”, così la CEI traduce la parola chiave di Gv 1, 18), tanto meno è la Teofania salvifica e definitiva, quale è quella di Gesù nel suo vero corpo. ita, se pure il priore credesse fermamente al Credo niceno-costantinopolitano, la terminologia così ricorrentemente usata (tanto da farne una sorta di paradigma) rischia volente o nolente di snervare quanto meno l’esposizione delle verità di quel Credo. errat?
ci rallegriamo con lei e sinceramente la complimentiamo per il modo in cui, con poche parole, ha riassunto un fatto con una precisione veramente “chirurgica”.
Il ragionier Enzo Bianchi gestisce un agriturismo, che pretendete ? autem, c’è da riconoscere che nell’immaginario collettivo e di ciascuno di noi che siamo andati al catechismo da bambini, c’è un Dio Padre piuttosto severo, più forte e più esigente del nostro babbo, al quale viene abbastanza spontaneo di ribellarsi un po’. E’ tutto sbagliato, ma venitecelo a dire. in facto,, mica solo per Adamo, ma per ciascuno di noi è sempre in agguato la tentazione: Eritis sicut Dei, e perché Lui sì e io no ? La risposta teorica alla tentazione sta nella filosofia tomista, ma non è alla portata di tutti; la risposta orante sta nella teologia, ma non è alla portata di tutti; la risposta vitale sta nella Grazia, che è alla portata di tutti, e soprattutto dei piccoli e degli umili a cui è rivelato ciò che è nascosto ai dotti. Ma siccome l’ignoranza lasciata a sé stessa resta ignoranza, spetta ai dotti di mettersi umilmente al servizio dei piccoli e degli umili, dai quali impareranno molto. Purché si tengano alla larga dagli agriturismi.
Ad integrazione di questo cospicuo estratto del Vs. lavoro su Enzo Bianchi, mi permetto di segnalarvi – anche per farmi pubblicità, quod – un articoletto satirico che scrissi sul Sommo qualche anno gettando perfidamente luce su un aspetto particolare della sua personalità e che forse vi strapperà un sorriso.
https://zamax.wordpress.com/2014/12/30/un-uomo-di-straordinario-successo-mondano-enzo-bianchi/
Sono stato a un incontro con Rod Dreher, l’autore del libro sull’Opzione Benedetto. Lui è stato molto bravo. Purtroppo i due altri commentatori non sono stati all’altezza. Erano Giuliano Ferrara e Giovanni Maria Vian: quest’ultimo è sia professore universitario di storia del Cristianesimo sia direttore dell’Osservatore Romano. E proprio Vian ha fatto un intervento penoso, da cui si capiva, inter alia,, che il libro l’aveva solo sfogliato e che culturalmente non solo ignora la cultura anglosassone ma è rimasto ai miti di decenni fa sul “dire le cose all’uomo di oggi” etc.. Ma ha raggiunto il climax del grottesco quando ha suggerito a Dreher di andare a visitare un’altra esperienza monastica recente. Indovinate un po’ quod? Bose!
Mi è venuto spontaneo alzare il braccio destro nel gesto che popolarmente sta a significare “ma fammi il piacere…”!
Salve pater Ariel,
vorrei capire che senso ha questo articolo di denuncia contro il signor Enzo Bianchi, quando poi la gerarchia a cui lei presta obbedienza, non fa nulla contro le sue accuse di eresia, anzi lo esalta mandandolo ad Ars a predicare gli esercizi spirituali ai sacerdoti?
Un semplice fedele come può aver fiducia in una gerarchia che tradisce il Vangelo, e il catechismo, e persino con la complicità di papi, sono costernato e confuso come milioni di cattolici di fronte alle molteplici notizie di abusi sui minori,l’omoeresia e il non voler rispondere alle accuse e insabbiando gli scandali che furono coperti anche sotto il pontificato del santo polacco, cos’è diventata la chiesa visibile?
gratias ago tibi,
Caro Fabius,
il senso di questo articolo è semplice: chi lo ha scritto, potrà rispondere a Dio per avere peccato in pensieri, verbo et factis: … ma non in omissioni! E chi non omette di dire la verità e di servire la verità, finisce col rendere più tenui anche i propri peccati di pensieri, verbo et factis:.
Nei tempi che stiamo vivendo adesso pare che ricorrano tutti quegli elementi di cui ci parlano le Sacre Scritture e le Lettere Apostoliche, inclusa la grande apostasia.
E proprio in questi momenti noi dobbiamo particolarmente amare e proteggere, per quanto si possa riuscire a fare, Ecclesia Christi; perché resta chiaro che la Chiesa è sua, non è di quello o quell’altro Pontefice che la modella a propria immagine personale, posto che egli è della Chiesa è primo servitore e custode.
Diversamente da queste persone, che come spesso ho scritto vivono l’immediato e sono interamente incentrate sul “tutto e sùbito”, noi bisogna avere una prospettiva futura, una prospettiva escatologica.
tempus, noi non possiamo neppure immaginare cosa di altamente positivo, cras, potrà nascere da questo sfacelo.
quidem, i topi nella stiva, od i grandi avvelenatori, che sotto i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si muovevano con molta cautela, lavorando principalmente dietro le quinte, oggi sono saltati tutti allo scoperto, con tutte le loro eresie e le loro apostasie dalla fede. E questo è ottimo, perché almeno sappiamo chi sono quei nemici che fino a ieri stavano nascosti a lavorare nell’ombra.
Bisogna avere solo la pazienza della fede, perché stiamo sì parlando di persone che seminano danni immani, ma al tempo stesso anche di persone che hanno già perso, come ha perso, sin dalla notte dei tempi, il loro potente Padrone del Mondo, che da sempre è il grande sconfitto.
quidem, noi uomini abbiamo il problema del tempo, ma Dio no e la grazia di Dio neppure, non hanno problemi di tempo.
Certo ha esordito sotto altri pontificati, che hanno dato spazio chi più chi meno ai suoi servigi, sopravvalutando le capacità e sottostimando le ambizioni. Non è dal seme – buono o cattivo – ma è dall’albero – periodicamente accudito -che si riconosce la qualità dei frutti.
Però dalla gavetta iniziale, ha con tenacia ed astuzia saputo crearsi e coltivare l’orticello, costruendosi opportune relazioni, accostandosi a persone che contavano e contano nella chiesa e nella mondo dei media.
Nonostante le tempestive segnalazioni e i ripetuti avvertimenti di eminenti e preoccupati teologi, man mano che i frutti divenivano via via più cattivi, chi poteva, nulla ha fatto per circoscriverne l’azione, anzi è toccato ai teologi subire ritorsioni anche beffarde ..
Un crescendo ininterrotto. E’ amaro costatare quanto sia pericolosamente cresciuto, quanto sia potente questo presunto maestro: omaggiato e riverito da prefetti, cardinali e vescovi, vezzeggiato e protetto da patroni e padrini, persino candidato alla porpora…
E’ ormai giunto al top: i suoi libri sono testi nei seminari italiani, un’agenda super impegnata, gli articoli sull’Osservatore Romano … Ma Ipazia vigila.
E che dire della lettera “Ai Presbiteri” pubblicata sul sito della Congregazione del Clero:
http://www.clerus.va/content/clerus/it/notizie/new82.html
La lettera completa è scaricabile in pdf al medesimo link
carissimi Ettore,
il problema non è che il Signor laico Enzo Bianchi si rivolga in questa lettera a noi segnati dal sacro ordine sacerdotale per Sacramento di grazia indelebile ed eterno, cum verbis:
«Cari presbiteri, mentre mi rivolgo a voi, a voi miei fratelli nel ministero […]».
Il problema è che questo lo faccia con una lettera pubblicata sul sito ufficiale della Congregazione per il Clero.
Pertanto prendo atto, con dispiacere per me, ma soprattutto per il diretto interessato, che il nostro Prefetto della congregazione per il clero avrebbe bisogno di ripassare a fondo gli elementi basilari della dogmatica sacramentaria.
Il Bianchi non può rivolgersi a noi da pari a pari, quod, come battezzato, partecipa al “sacerdozio comune dei battezzati”, nos – e noi soli -, venit ministri in sacris, attraverso il Sacramento dell’Ordine, partecipiamo invece al sacerdozio ministeriale di Cristo, al quale invece, Italo Bianchi, non partecipa affatto.
Spero che qualcuno lo spieghi al Prefetto della Congregazione per il Clero.
carissimi Ettore,
desidero cogliere l’occasione per precisare che per noi, non objective indicavit de Paulo II officium Iohannes et Benedictus de progressionem ad Italo Bianchi Phaenomenon, re vera erat,, praesertim cum dolore alteque.
Et ego natus in August 1963, a mensis et dimidium post mortem Ioannis XXIII, et fui mortuus Quapropter Paulus VI in teenager 1978, Ioannes Paulus Papa II, ut cresceret in me, et factus sacerdos in Summus Pontifex Benedictus XVI, in cuius parochia, Roma, Fui inter alios iussit.
Adiutor meus, Facio Lince Jorge, pro qua ille natus est in 1983, Natus annos viginti adolevit nescientes papam: Ioannes Paulus II.
Pontificis veneranda versa si non utriusque, unus de quo Sanctus, in analysis discrimine pios, ut ferebatur, tale fore, Si vos operor multus peius, omnium qui hodie, coram hominibus errorem, aut pastorales, ad maturitatem non semper est beatus Franciscus Pontifex ego hodie regnantis, Arguitur quod dicit aut semper, absolute et sine ulla dubitatione iustum. Et adde quod: nobis, certiores facti – et facta mihi dicere, non loqui – non tristi adulatione, ad quod inpudicus non movetur saltem ab aliquibus subiectis interest debitum ad oeconomicas subsidiorum sumptuosas appeto, ingenuis artibus vel mercandis illi percipiunt fructum eorum de locis. quia caritas, Nemo est Expectat aliis heroibus, sed etiam considerandum est quod pessimus palesino mercatores Templi Hierosolymitani. bottom, non est tamen, sine ingentis animi, tum dignitas silentium, et legatorum dell'esprimersi in via, ut ita dicam, aut aseptic, nuntium fabulas ut tantum modo adducere.
Ego memini mœstitia quædam, in adolescentia mea, Beatus, et sanctus de formam postero Pontifex Paulus VI, omnis litteratisque hominibus per viam audisset iratus est et iuvenes radicitus reliquit de magis minusve hodie, et senes de patientibus arthritis, ne deteriores ex arteriosclerosis, possunt, Angulus chairs ad atheismum, Docuit nos theologi non parvi, haec admonitio, … 'Papa est infallibilis, quosdam autem non accusare illum, et recordabor eius ".
et ingenue, deinde nos, Post Pauli VI, deinde saepius vidimus “caedem” Ioannes Paulus II Pontifex Benedictus XVI et totius teams sicut diurnariis, de discrimine signa et Theologi, Qui signati contra illos, a maggior ragione proviamo santo sprezzo cristiano per questi odierni … culum lingere, direbbe Catullo, o detta in più triviale italiano: indegni leccaculo.
Che Giovanni Paolo II prima, il Cardinale Joseph Ratzinger e poi Benedetto XVI, abbiamo sbagliato a non frenare il Italo Bianchi Phaenomenon e ad impedire che questi divenisse addirittura una sorta di guru per gran parte dell’episcopato italiano, non compromette né la santità del primo, né l’alta teologia e anche la santità di vita del secondo.
Ci piacerebbe che le cose stessero in altri termini, ma bisogna prenderle per quelle che di fatto sono: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sono oggettivamente responsabili dello sviluppo del mostro Bianchi.
carissimi Iginio,
… che fatica, alzare tutto il braccio, sarebbe bastato alzare solo un dito della mano: il medio!
Certi personaggi, statim fit nota publica figuras, Cogitant possunt dare quae realiter.
Qui coepit in academia professoris memini tamquam honoris exhibitionem aula Magnum libri, et faciens populum intellegere short cerebri, ut ne quidem scit quod hoc libro est.
Quod doctor autem discipuli post examen poterat impulit male de illis postulantes, constans in libro de libris textum parumper total 1500 illegible paginas scripsit in manibus suis adiutoribus large alia quinque, nota parum profundo page.
hic, Quod genus idem confirmo Giovanni Vian, generis tuta sit amet, ut omnes periclitatur species, sed quod valde dolendum non periclitatur.
Caro Arihel,
scitis Episcopi aliique sacerdotes compellatae a me non praedicaret spiritualibus vacent per curas Enzo patriarchae dioecesim suam beatitudinem. Et dixit: … “hora perdere, Si expungi …”. Relinquens ad damnationem suspensus.
Puto, si sacerdos fuerat sanctificationis nostrae, huius articuli non excommunicatus, …
dilectissimi Fratres,
ait autem amen dico vobis erras.
Hic quoque opus ad statuam, legit his comments sunt ad illos qui publicas, Scio te non solum sed etiam in dioecesibus vestris miserum statum in quo converso;, Unus multorum Italiae moralis ad conturbauit, dignissim doctrinalia, et ex parte contritum.
No, Pontifex tuus – si esset aliquis de presbyterii – non mi avrebbe fatto proprio niente, perché se avesse osato dirmi ciò che ha detto a voi, io gli avrei risposto che uno tra i suoi stretti collaboratori di curia, 35 annorum, divide il proprio appartamento non con un collaboratore fidato come il sottoscritto, in regime di innegabile sanità eterosessuale, ma lo divide con un fotomodello brasiliano palestrato di 24 anni che lavora come “uomo immagine” nelle discoteche e che posa per servizi fotografici vari.
Detto questo avrei aggiunto: «… e se Vostra Eccellenza osa rimproverarmi di nuovo perché io mi sono rifiutato di venire ad ascoltare le perle di saggezza di un eretico, tal è Enzo Bianchi, alla prossima assemblea generale del clero io chiederò pubblicamente che lei faccia atto di rinuncia alla cattedra, perché un vescovo che si tiene in curia un prete finocchio che convive alla luce del sole con un marchettaro brasiliano, o è egli stesso altrettanto finocchio, oppure è cieco, delle due l’una».
igitur, smettetela di piagnucolare – detto con profondo affetto fraterno – e cominciate a dire a questi personaggi: «dovete togliervi di torno, perché siete uno scandalo rovinoso e noi non vi vogliamo!».
Ecco perché a me, Pontifex tuus, non avrebbe fatto assolutamente niente, ma neppure avrebbe osato rimproverarmi per non essermi recato ad ascoltare Enzo Bianchi che predicava ai preti della diocesi, perché in lui avrebbe prevalso … l’istinto di sopravvivenza!
Rev. patrem,
La ringrazio per le sue ulteriori precisazioni sotto i diversi aspetti.
Suppongo che, di fronte alla vostra circostanziata pubblica denuncia riguardo alle eresie del Bianchi, la Congregazione per la Dottrina della Fede dovrebbe intervenire per tutelare e ristabilire la vera dottrina cattolica. Già interpellata in passato, non risulta abbia mai risposto nel merito.
Al contrario è stato concesso ulteriore spazio al Bianchi, quasi che la chiesa non possa fare a meno dei suoi contributi omiletici ed esegetici.
Ho ragione di temere che anche in questa occasione difficilmente succederà qualcosa.
I custodes, rivelatisi finora ciechi, sordi e muti, si consiglieranno con diverse altolocate eminenze in gran parte sodali del Bianchi; e cavillando, prenderanno tempo; di rimpallo in rimpallo, faranno ancora una volta lo gnorri e alla fine, temo che non ci saranno esiti di sorta.
Mala tempora currunt.
Rev.do padre Levi di Gualdo,
nei testi citati del priore di Bose, spicca per numerosità e importanza delle ricorrenze, l’idea che Gesù sarebbe la narrazione autentica del Padre. La cosa in sè non è certo falsa, ma certamente riduttiva. Un narratore, per quanto autentico, non necessariamente è Figlio consustanziale. La narrazione non è la Rivelazione (“rivelato”, così la CEI traduce la parola chiave di Gv 1, 18), tanto meno è la Teofania salvifica e definitiva, quale è quella di Gesù nel suo vero corpo. ita, se pure il priore credesse fermamente al Credo niceno-costantinopolitano, la terminologia così ricorrentemente usata (tanto da farne una sorta di paradigma) rischia volente o nolente di snervare quanto meno l’esposizione delle verità di quel Credo. errat?
Caro Lycopodium,
ci rallegriamo con lei e sinceramente la complimentiamo per il modo in cui, con poche parole, ha riassunto un fatto con una precisione veramente “chirurgica”.
Il ragionier Enzo Bianchi gestisce un agriturismo, che pretendete ? autem, c’è da riconoscere che nell’immaginario collettivo e di ciascuno di noi che siamo andati al catechismo da bambini, c’è un Dio Padre piuttosto severo, più forte e più esigente del nostro babbo, al quale viene abbastanza spontaneo di ribellarsi un po’. E’ tutto sbagliato, ma venitecelo a dire. in facto,, mica solo per Adamo, ma per ciascuno di noi è sempre in agguato la tentazione: Eritis sicut Dei, e perché Lui sì e io no ? La risposta teorica alla tentazione sta nella filosofia tomista, ma non è alla portata di tutti; la risposta orante sta nella teologia, ma non è alla portata di tutti; la risposta vitale sta nella Grazia, che è alla portata di tutti, e soprattutto dei piccoli e degli umili a cui è rivelato ciò che è nascosto ai dotti. Ma siccome l’ignoranza lasciata a sé stessa resta ignoranza, spetta ai dotti di mettersi umilmente al servizio dei piccoli e degli umili, dai quali impareranno molto.
Purché si tengano alla larga dagli agriturismi.
Se lo Spirito Santo non procedesse simultaneamente dal Padre e dal Figlio, Dio non sarebbe Trino.