«Chiesa Aperta» (XIII puntata) — Per motivi di sicurezza sono state sospese le celebrazioni, ma la Chiesa non ha mai sospesa la carità

— i Padri de L’Isola di Patmos vicini ai fedeli in questa quarantena —

«CHIESA APERTA» (XIII puntata) — PER MOTIVI DI SICUREZZA SONO STATE SOSPESE LE CELEBRAZIONI MA LA CHIESA NON HA MAI SOSPESA LA CARITÀ

Offriamo ai nostri Lettori questo nuovo prezioso video del nostro stimato confratello Giovanni Zanchi, presbitero della Diocesi di Arezzo, affinché possa fungere anche da efficace e sapiente antidoto a tutti coloro che purtroppo, in questo momento di straordinaria crisi ed emergenza, non hanno trovato di meglio da fare che polemizzare, spesso anche in toni duri e aggressivi, contro le decisioni prese dai nostri vescovi per motivi di sicurezza a tutela della salute pubblica: sospendere le sacre celebrazioni e in molti casi chiudere le chiese. Ricordiamo che la Chiesa, nei momenti di crisi ed emergenza, non è mai stata salvata dalle polemiche di coloro che si ergono in tutti i tempi ai più fedeli tra i fedeli o ai più puri tra i puri, ma dall’unità. Qualcuno ha scritto in questi giorni che «i vescovi stanno suicidando la Chiesa italiana». Purtroppo non ha capito niente dell’essenza della fede cattolica: la Chiesa “si suicida” attaccando i vescovi, anziché seguirli e sostenerli in un momento di così grave prova. 

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RIPRESE VIDEO E MONTAGGIO A CURA DELLA EMITTENTE TELESANDOMENICO (AREZZO)

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TESTO DEL VIDEO

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I testi del Padre Giovanni Zanchi, direttore del Centro Pastorale Culto Divino della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, non sono stati pensati come articoli ma come testi audio-narrativi. Abbiamo provveduto a trascrivere il testo audio per i nostri Lettori.

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Giovanni Zanchi

Benvenuti alla XIII puntata di Chiesa Aperta!

Il filmato appena visto è testimonianza della Chiesa Aperta anche in tempo di pandemia e che non si accontenta di tenere aperte solo le chiese di pietra e mattoni, ma si inventa mille modi per restare vicina alla nostra gente.

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In questa umile rubrica televisiva ho già segnalato alcune di tali forme emergenziali di presenza ecclesiale, sia per quanto riguarda la Liturgia, sia per la catechesi. Stavolta segnalo alla vostra attenzione l’impegno caritativo della Chiesa italiana, impegno già molteplice e diffuso in tempi normali e continuato anche durante questa calamità. Accenno a questo argomento perché con rammarico constato che i mezzi di comunicazione di massa, specialmente le televisioni nazionali, non mettono in rilievo l’attuale impegno caritativo dei cattolici.

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I notiziari delle grandi reti televisive ogni giorno preferiscono evidenziare i balletti e le canzonette diffusi a titolo di consolazione e incoraggiamento dai nomi più o meno noti del mondo dello spettacolo, piuttosto che le belle storie di carità germogliate all’ombra delle chiese rimaste aperte; come se in quest’ora tragica dovessimo attingere speranza e conforto dalla distrazione del divertimento di massa, invece che dall’impegno nella solidarietà che ha nella carità cristiana il suo fondamento di senso e il suo culmine operativo!

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Per raccontare l’attuale attività caritativa dei cattolici italiani ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta e la durata giornaliera di questa rubrica non lo permette. Del resto, chi vuole informarsi sull’attuale e fuori dell’ordinario impegno caritativo dei cattolici italiani può tenersi aggiornato tramite internet e particolarmente sul portale intitolato Chi ci separerà edito dalla Conferenza Episcopale Italiana. Mi limito in questa sede a fare alcune sottolineature.

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Prima sottolineatura: durante la pandemia i nostri vescovi hanno sospeso le Liturgie con il popolo, ma nelle chiese rimaste aperte i sacerdoti continuano a celebrare la Santa Messa e i fedeli possono pregare singolarmente. Allo stesso modo, durante la pandemia i servizi caritativi offerti dai cattolici italiani continuano a svolgersi, anche se con modalità diverse e prudenziali; per quanto possibile, nessuno è stato abbandonato e anzi sono nate nuove forme di esercizio della carità verso i bisognosi e la Chiesa italiana ha già destinato milioni di euro dai proventi dell’8xmille per sostenere la popolazione in difficoltà. Dunque, come continua la Liturgia, così continua la carità e non potrebbe essere altrimenti, considerati gli stretti legami intercorrenti fra Liturgia e carità. La Liturgia infatti è «il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia» (Sacrosanctum Concilium 10); assimilati a Cristo mediante l’azione liturgica, i cristiani si spendono in «tutte le opere di carità, di pietà e di apostolato» e manifestano così di essere «la luce del mondo e rendono gloria al Padre dinanzi agli uomini» (cf Ibidem 9). Questo sia ricordato senza polemica anche a coloro che protestano per la sospensione delle Sante Messe con il popolo, ma non dimostrano altrettanta preoccupazione per come sia possibile continuare a far la carità in mezzo alle attuali difficoltà.

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Seconda sottolineatura: La carità cristiana si distingue dalla semplice solidarietà, perché la carità è la manifestazione dell’amore di Dio riversato nei cuori dei credenti mediante Gesù Cristo e lo Spirito Santo (cf Rom 5, 5). Per questo la elemosina che i cristiani elargiscono specialmente nel tempo della Quaresima, è frutto della preghiera e del digiuno. È doveroso notare che anche la sensibilità sociale verso la solidarietà umana è un frutto delle misconosciute radici cristiane della nostra cultura; ad esempio, gli Ospedali sono stati inventati dai cristiani. Ciò comporta che più la società si scristianizza e meno solidarietà umana si manifesta all’interno della società.

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Terza sottolineatura: i cristiani non hanno mai sospeso l’esercizio delle opere di carità durante le calamità, anzi l’hanno sempre intensificato. Già gli antichi pagani erano impressionati dal comportamento dei cristiani durante le epidemie: mentre i pagani fuggivano pensando solo a sé stessi, i cristiani si sostenevano l’un l’altro e aiutavano il prossimo fino a rischiare la vita per amore di Dio. Come allora così oggi: cominciano a circolare notizie su come i cattolici cinesi di Wuhan si sono spesi per aiutare il prossimo nella loro Città devastata dall’epidemia, dando esempi di carità eroica.

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Concludo: i Vescovi che devolvono una mensilità del proprio sostentamento per il pronto soccorso degli ammalati, il personale e i volontari delle Misericordie, della Caritas, di tutti gli altri Enti e Associazioni cattolici di beneficenza, i medici e il personale degli Ospedali e delle Case di cura cattolici, eccetera, eccetera, eccetera … e tutti quelli che li sostengono spiritualmente e materialmente, sono la Chiesa rimasta Aperta anche durante la pandemia. Li accompagniamo tutti con la nostra preghiera, li sosteniamo con le nostre donazioni e, come atto di riconoscenza, diciamo a tutti loro: “Dio vi rimeriti!”.

A risentirci alla prossima puntata di Chiesa Aperta.

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Sansepolcro (Arezzo), 2 aprile 2020

 

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