La questione della validità delle ordinazioni sacerdotali oggi, ed i problemi della Fraternità di San Pio X

Padre Giovanni

— Theologica —

LA QUESTIONE DELLA VALIDITÀ DELLE ORDINAZIONI SACERDOTALI OGGI, ED I PROBLEMI DELLA FRATERNITÀ DI SAN PIO X

 

Il tragico errore nel quale è caduto Monsignor Marcel Lefébvre, certamente per un sottile inganno del demonio, è stato il formarsi nella sua mente di una irremovibile quanto errata convinzione, che gli insegnamenti del Concilio, che a lui apparivano inquinati da una mentalità secolaristica, modernista ed antropocentrica, avessero per conseguenza compromesso l’altissima, tradizionale dignità dell’Ordine sacro, degradandola ed asservendola alla profanità, alle bassezze, per non dire agli errori del mondo moderno.

 

Autore Giovanni Cavalcoli OP

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Giovanni Cavalcoli OP

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Giovanni Cavalcoli, OP – «LA QUESTIONE DELLA VALIDITÀ DELLE ORDINAZIONI SACERDOTALI OGGI»

10 commenti
  1. Paolo dice:

    Fotografia lucida della situazione.

    Et dixit illis: Hoc genus in nullo potest exíre nisi in oratióne et jejúnio

  2. Padre Ariel
    Don Angelo Rossit dice:

    Al termine di una lunga giornata domenicale (tre messe in due parrocchie, confessioni e incontri vari) leggo prima di andare a riposare in pace con Dio l’articolo di Padre Giovanni e il gustoso articolo di Padre Ariel provocatoriamente titolato “i santi antipatici” … geniali tutti e due !!
    Oltre che a dormire in pace con Dio vado a dormire anche in pace con la mia coscienza, perché in questo suo articolo Padre Giovanni ha tirato fuori ciò che molti noi preti pensiamo, ma che non abbiamo in parte il coraggio e in parte la preparazione dei due padri patmosiani per esprimere certi problemi che, prima ancora che spinosi, sono tristemente reali.
    Grazie Padre Giovanni per avermi donato con questo suo articolo … noctem quietam et finem perfectum

  3. Padre Ariel
    don Stefano dice:

    Reverendo e caro Padre Giovanni.
    Sono un sacerdote di 65 anni al quale 20 anni fa fu inviato come viceparroco un sacerdote appena ordinato, corrispondente, all’incirca, al soggetto descritto da don Michele. Furono mesi da incubo, anche perché vivevo con gli occhi sempre aperti, specie quando veniva a contatto con adolescenti e giovani.
    La bomba esplose quando gli negai di portare in estate il gruppo dei giovani maschi della parrocchia in campeggio.
    Il vescovo mi chiese conto, e io gli espressi le mie ragioni. Quando il vescovo cercò di obbligarmi a consentire al viceparroco di portare i giovani in campeggio, gli dissi che in tal caso mi dimettevo all’istante dall’incarico di parroco.
    Accettò subito le mie dimissioni e mi mandò a fare il cappellano nelle carceri.
    Sei anni dopo il sacerdote, denunciato da tre coppie di genitori, fu arrestato per molestie sessuali a danno di minori (14, 15 e 17 anni).
    Il vescovo dichiarò pubblicamente prima, ai magistrati poi, di non essere a conoscenza di niente, e che a lui era materialmente impossibile avere tutti i preti e le parrocchie sotto controllo.
    Io mi presentai alla procura della repubblica e dissi di avere informato il vescovo sei anni prima, con il risultato di finire cappellano nelle carceri, dove sono stato molto volentieri e di cui ho sempre un grandissimo bel ricordo, ricevo ancora oggi a distanza di molti anni visite di ex carcerati.
    A quel punto mi dovetti cercare un’altra diocesi che mi accogliesse. La trovai, e il vescovo che mi incardinò nella sua diocesi mi mandò in una parrocchia di campagna.
    Sono in questa diocesi da 14 anni, dove ho visto giovani sacerdoti, analoghi a quelli descritti da don Michele, diventare parroci delle più grandi parrocchie. Oggi io curo 4 piccole parrocchie di campagna che raggruppano circa 1200 fedeli in totale.
    Il mio ex vescovo è rimasto in carica fino ai 75 anni, seguitando a dire che lui non era informato e che, il prete che lo aveva “diffamato” davanti ai giudici (cioè io) era solo arrabbiato con lui per essere stato mandato a fare il cappellano nelle carceri.
    Questo è quanto.

    • Navigare necesse est dice:

      Un caso simile a quello da lei descritto, giovani pesantemente molestati da un prete di nuova generazione, giunse ai disonori della cronaca anche nella mia diocesi, dove però mi toccò udire dalla bocca di un sacerdote legato al solo rito antico e al “pacchetto sillabico” che il vescovo avrebbe dovuto coprire le malefatte del molestatore e sottrarlo alla giurisdizione secolare (il pacchetto è in genere anche antisiccardiano).

    • Padre Ariel
      Giovanni Cavalcoli, OP dice:

      Caro Don Stefano,

      la sua lettera mi conferma, se ce ne fosse bisogno, che col mio articolo, per così dire, ho fatto “centro”.

      Si parla oggi più che mai di cause di nullità del matrimonio, ma troppo poco di cause di nullità di ordinazioni sacerdotali, salvo poi ad essere certi preti di formazione rahneriana o scillebexiana a dovere o voler trattare o a presumere di trattare di cause o problemi di nullità matrimoniali e a pretendere di consigliare o guidare coppie in crisi.
      Povere coppie che cadono nelle loro mani! Capita poi che questi preti, che dovrebbero innanzitutto correggere se stessi, si atteggino magari a maestri di spiritualità ed a profetiche guide carismatiche, e guai a chi li contesta!

      Sono convinto che anche il gravissmo problema dell’omosessualità o della pedofilia nei preti abbia radici profonde in idee sbagliate sul sacerdozio, tollerate dal vescovo, ammesso che egli stesso sia ortodosso, mentre sarebbe stato ancora in tempo a correggere o a congedare il seminarista indisciplinato.

      Il prete convinto della sua vocazione e che sa gustare le gioie del sacerdozio, certo, come peccatore, ha sempre bisogno di purificarsi, ma non pensa ad abbassarsi in certi turpi piaceri carnali e riesce a vincere facilmente queste degradanti tentazioni.

      Quello che dispiace e fa stringere il cuore, ma anche provoca sdegno, e questa è la mia esperienza di sacerdote da 40 anni, è che ci sarebbero i giovani adatti e disposti a intraprendere il cammino del sacerdozio, ma proprio loro vengono scoraggiati o derisi o allontanati da ambienti seminaristici malsani e corrotti.

      Ma senza pensare alle suddette bassezze, è sconfortante notare il disamore e la trascuratezza in tanti sacerdoti per la Messa e la confessione, che costituiscono quei servizi al popolo di Dio, che solo loro possono svolgere, mentre si dedicano ad altre attvità magari in sè buone, ma che possono essere svolte meglio anche da laici.

      Quante volte il Magistero recente è venuto sul tema del sacerdozio, oltre a considerare i preziosi documenti del Concilio! Quello che è mancato e che manca è lo zelo sufficiente nei vescovi per promuovere, incrementare, sostenere, difendere e correggere la formazione sacerdotale.

      • Padre Ariel
        antondon.12 dice:

        Caro Padre, leggendo gli articoli suoi e del padre Ariel mi ritorna a mente san Paolo quando dice: “Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto”.
        Leggo da anni i vostri scritti, anche se non sono mai intervenuto sull’Isola di Patmos, che seguo da ottobre del 2014. Ho letto il suo libro su Rahner e il libro del padre Ariel “Satana si fece trino”, e leggendovi mi sono fatto questa idea: sicuramente voi siete molto dediti al ministero delle confessioni. Mai ho letto un rigo vostro nel quale accusate i deboli, i peccatori, per i quali avete sempre parole di comprensione e conforto. Però siete duri con i “forti”, o con quelli che per ruolo e posizione ritengono di essere forti. Voi attaccate coloro che “mangiano” e disprezzano “chi non mangia”, accusando i mangioni e difendendo chi digiuna.
        Forse io sono debole nella fede, ma ho fede. Voi, invece, sareste capaci a mangiarvi un toro a morsi, io invece posso mangiare solo mele cotte.
        Articolo magistrale, questo suo ultimo, che può essere scritto solo da uno che prima prende il toro per le corna, poi, se il toro non sta fermo, lo prende a morsi.
        Le dico però che io, nel mio piccolo, ho avuto il coraggio di non andare alle ordinazioni fatte dal mio vescovo nel corso degli ultimi 11 anni, avendo ordinato 13 soggetti uno peggiore dell’altro, e non sto dire a che livelli “peggiori”, visto che in essi, le casistiche della nullità da lei descritte, ricorrono tutte, anzi sembra proprio che abbia scritto il suo articolo prendendo questi soggetti come campione.
        Sposo tutto ciò che ha scritto, Rev.mo Padre, e mentre lei continua con Don Ariel ad addentare i tori, io, nel mio piccolo, devo limitarmi a usare le forze che ho, mangiando mele cotte.
        Un sincero ringraziamento per il conforto che tutti e due ci date.

        don Antonio T.

  4. Padre Ariel
    donmi.821 dice:

    Carissimo Padre Giovanni Cavalcoli,

    quante e quante volte mi son posto, silenziosamente, il quesito se certe ordinazioni (diciamo particolarmente “scandalose”) erano valide! E’ che il tema è talmente delicato che non è facile parlarne.
    Un caso per spiegarmi: uno dei miei precedenti vescovi (appartengo a una di quelle diocesi di “passaggio” dove la permanenza dei vescovi è di 4 anni al massimo) ha ordinato un elemento che era privo di questi requisiti

    1. non era un “uomo sano” poiché non solo palesemente effemminato (cosa sempre disdicevole per un prete, che sia o non sia poi omosessuale) perché attratto da quelli del proprio stesso sesso, e tutti lo sapevamo.
    2. Aveva un concetto errato dei sacramenti.
    3. Aveva una idea calvinista della Eucaristia che considerava “la cena del Signore”
    4. Affermava che in casi estremi non si può parlare di eutanasia, perché dinanzi a certi malati terminali, ai quali non possono essere evitate sofferenze, quella che viene chiamata “eutanasia” è un atto di carità.
    5. La stessa logica la applicava all’aborto affermando che vi erano casi molto particolari che andavano valutati, e come esempio portava feti affetti da gravissime malformazioni e donne stuprate.
    6. Affermava che se la chiesa avesse rivisto la Humanae vitae, attraverso la contraccezione si sarebbero evitati molti aborti
    eccetera, eccetera …

    A conoscenza del tutto, e, informato dai presbiteri, il vescovo accettò di ordinarlo per coprire il suo predecessore e altre situazioni poco edificanti, evitando così lo scoppio di un grosso scandalo.
    A tutti fu chiaro che

    1. il vescovo lo ordinava sotto ricatto, perciò non oso pensare che genere di riserve mentali avesse, questo lo sa lui in coscienza sua.
    2. il candidato diventava sacerdote con un’idea sbagliata del sacerdozio e per motivi che niente hanno da vedere con il ministero sacerdotale.
    3. il candidato è diventato sacerdote senza una corretta percezione della fede cattolica.

    Alla sua ordinazione, presero parte 39 sacerdoti, ma solo 21 di essi facevano parte del nostro clero diocesano composto in totale da 114 sacerdoti secolari e regolari.
    Quando molti di noi, parroci da 20, 30, 40 anni, lamentammo al vescovo di averlo nominato a due anni dall’ordinazione parroco della chiesa cattedrale, ci fu risposto che eravamo “gelosi” e “invidiosi”.
    Pochi mesi dopo, nella nostra chiesa cattedrale, avveniva quanto segue:

    1. predicazione di Enzo Bianchi sull’ecumenismo, con spiegazione che tutte le religioni possono portare alla salvezza e che essere cattolici vuol dire seguire una delle vie della salvezza
    2. conferenza di una “pastora” pentecostale alla presenza dei nostri carismatici per trattare il tema “lo Spirito Santo che ci unisce” e preghiera finale … “sciamana” danzante (come direbbe quella penna mordace di don Ariel) allo Spirito Santo sotto la cattedra del vescovo.
    3. conferenza di don Luigi Ciotti sul concetto di legalità (non nominò Cristo una sola volta).
    4. lettura di un rimaneggiamento del Vangelo della passione “riscritto” e “recitato” da quattro attori di teatro tre dei quali atei, una esponente della new age, due dei tre attori maschi erano omosessuali dichiarati e la parte di Gesù fu recitata dalla donna.
    5. serata danzante la sera della domenica delle palme sulla musica di Jesus Christ Superstar, anche in quel caso con una compagnia di balletto composta per la maggior parte da ballerini omosessuali.

    Provi a prendere per buono che quello che io le ho schematizzato corrisponda al vero, le domando, padre Giovanni, lei, avrebbe qualche dubbio sulla validità di questa ordinazione?

    don Michele

    • Padre Ariel
      don Andrea dice:

      Confermo, purtroppo, nella diversità dei singoli casi, di avere conosciuto in 25 anni di sacerdozio diversi casi identici nella sostanza di fondo.
      Anch’io vorrei conoscere il parere di Padre Giovanni Cavalcoli.

    • Padre Ariel
      Giovanni Cavalcoli, OP dice:

      Caro don Michele,

      La ringrazio per il suo intervento. ll caso che lei mi propone ha tutte le apparenze per non dire i segni di essere un’ordinazione invalida.

      Io credo che la grave questione che ho posto vada presa in seria considerazione. E’ un invito che modestamente faccio ai nostri vescovi e vorreri sperare che anche qualcuno della Santa Sede possa averlo notato.

      Certo, come ho detto, la grazia di Dio lavora e credo che anche un prete invalidamente ordinato, se si pente, si corregge e ripara, abbia ancora da Dio davanti a sè quella sublime missione, che in un primo tempo aveva accolto slealmente o da incosciente sulla base di idee false o cattive intenzioni. Si potrebbe pensare ad una sanatio in radice operata dalla divina misericordia.

      Penso che certe defezioni siano causate dal fatto che il prete si rende conto di essere stato ordinato invalidamente, ovvero di non esser mai stato prete. Occorre che i vescovi abbiano più cura di vigilare su questo punto sui loro seminaristi che si preparano al sacerdozio.

      • Navigare necesse est dice:

        Si potrebbe pensare ad una sanatio in radice operata dalla divina misericordia.

        Considerazione perigliosa. Non potrebbe allora la divina misericordia sanare in radice anche un matrimonio sorto su presupposti invalidi?

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