Il Sommo Pontefice ha mentito? Si, ha mentito ed è bugiardo. Però non scandalizzatevi: Simone detto Pietro, scelto da Cristo stesso e non da un conclave di cardinali, era più bugiardo di lui

— attualità ecclesiale —

IL SOMMO PONTEFICE HA MENTITO? SI, HA MENTITO ED È BUGIARDO. PERÒ NON SCANDALIZZATEVI: SIMONE DETTO PIETRO, SCELTO DA CRISTO STESSO E NON DA UN CONCLAVE DI CARDINALI, ERA PIÙ BUGIARDO DI LUI.

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tutti coloro che oggi si stanno godendo i loro dieci minuti di potere e di gloria, sappiano che questo pontificato non sarà eterno. Pertanto comincino a pensare sopra a quale delle isole della spazzatura galleggianti vorranno ritirarsi, perché domani, per loro — i grandi distruttori e deturpatori della Chiesa —, non ci sarà posto, costasse pure dover celebrare un conclave fatto a colpi di coltellate tra i Padri Cardinali, i quali si guarderanno bene dal far affacciare alla loggia centrale dell’Arcibasilica di San Pietro qualche elemento come il nano malefico, che vive di cattiverie, vendette e crudeltà, pur non trovando di meglio da fare che andare in giro per il mondo a proclamare i nuovi beati, perché questi sono i soggetti ai quali, l’uomo Jorge Mario Bergoglio, ha aperto le porte del prossimo conclave, con le sue fantastiche «svolte epocali».

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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il papinocchio [le vignette di Dorothy Lancel, 2019]

Diversi Lettori affezionati mi hanno domandato dove fosse finita la mia «vena tagliente e ironica». Ho risposto varie volte dicendo che c’è poco da ironizzare di fronte a un morente ricoverato nel reparto dei malati terminali. A questo quesito oggi posso rispondere con più gravità ancóra: cosa c’è da ironizzare dentro un obitorio, dove la povera Chiesa visibile è distesa cadavere sul tavolo di marmo, in attesa di essere composta dentro la bara da quelli dell’impresa delle pompe funebri?

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Sin dai nostri primi esordi nell’ottobre del 2014, certi fatti riguardanti il Sommo Pontefice li ho sempre commentati in ritardo, rispetto ad altri, inclusi giornalisti di lunga esperienza. La prudenza da parte nostra è di rigore. Quello che esprime e scrive un sacerdote ha tutt’altro genere di valenza e peso, rispetto a ciò che in modo ottimo e preciso possono scrivere dei professionisti dell’informazione. Su di noi pesa infatti una grave responsabilità: le mani con le quali scriviamo e le bocche con le quali ci esprimiamo sono le stesse con le quali celebriamo i sacri misteri, a partire dal Sacrificio Eucaristico.          

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Nell’uomo Jorge Mario Bergoglio ho riscontrata una caratteristica che nel corso del tempo è emersa in miei rapporti con diversi e illustri membri della Compagnia di Gesù, di quelli piazzati ai livelli più alti: la propensione a mentire. Affermando ciò non intendo dire che i Gesuiti mentano in quanto tali, intendo bensì affermare di avere avuto lunghe relazioni con Gesuiti, posti in vari ruoli di dirigenza della Compagnia di Gesù, che all’occorrenza mentivano senza pudore, sentendosi non solo con la coscienza a posto, ma pure irritandosi se qualcuno non prendeva sul serio e per vere le loro menzogne. A suo tempo, un insigne Gesuita, mi creò persino problemi dando su di me un giudizio negativo all’Autorità Ecclesiastica, solo perché mi ero rifiutato di prendere per buone delle sue palesi menzogne e di lasciarmi con esse manipolare. L’Autorità Ecclesiastica comprese a tal punto bene da dirmi: «Il problema coi Gesuiti era stato finalmente evitato, fin che quel sant’uomo del Sommo Pontefice Pio VII — sbagliando gravemente — rifondò nel 1814 la Compagnia di Gesù [cf. Cum bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum, 1814]. 

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L’uomo Jorge Mario Bergoglio è un soggetto che in modo analogo a certi suoi confratelli mente sapendo di mentire. Poi, tramite i suoi fedeli killers, non esita a farti impallinare nel peggiore dei modi se tu non prendi per buone le sue menzogne e se non ti prodighi a tutelarle e diffonderle come verità. Ecco il motivo per il quale, una delle caratteristiche di questo pontificato è data dal fatto che quest’uomo si è circondato di persone mediocri, cattive, immorali e soprattutto ricattabili. Perché dalla prima all’ultima egli conosce tutte le loro nefandezze, per questo li può gestire con l’arma peggiore: il ricatto. Invece, come avrebbe potuto gestire uomini di fede dalla vita pubblica e privata immacolata come il Cardinale Carlo Caffarra, o come il Cardinale Gerhard Müller? Non a caso: il primo, è morto di crepacuore dopo essersi vista negare per oltre un anno una domanda di udienza privata, il tutto mentre l’uomo Jorge Mario Bergoglio riceveva i peggiori indiavolati di questo mondo. Dal canto suo, il Cardinale Gerhard Müller, com’egli stesso ha narrato, allo scoccare dei cinque anni di mandato è stato liquidato nel corso di un minuto e mezzo e sostituito presso la Congregazione per la dottrina delle fede da un gay friendly. Cosa quest’ultima che scrissi con cognizione di causa e di prove nel 2017, senza mai essere stato né smentito né ad alcun titolo richiamato all’ordine [cf. QUI]. O più semplicemente: il diretto interessato avrebbe potuto chiamarmi o farmi chiamare presso il suo dicastero per chiedermi conto e ragione di quel mio scritto. Però non lo ha fatto, anche perché la mia risposta sarebbe stata: «Perché mi chiami per chiedermi conto di ciò che tu sai e di ciò che tu hai realmente fatto, favorendo in ogni modo soggetti ad altissimo rischio, in modo particolare uno che ha finito poi col dare uno scandalo mondiale di proporzioni immani?» [cf. QUI e QUI]. E tutti coloro che devono sfuggire al confronto, di questi tempi e sotto questo pontificato così meraviglioso, anzi «epocale», o meglio «rivoluzionario», dinanzi alla verità detta anziché taciuta, sono solo capaci a reagire affondandoti un coltello nella schiena. E qualcuno la chiama persino «Chiesa della misericordia» (!?). Insomma … ‘ridatece Alessandro VI detto il Borgia. Perlomeno, sotto il suo pontificato, prima di procedere a una condanna si faceva un regolare processo garantendo soprattutto ogni miglior diritto alla difesa dell’imputato, mica come l’attuale e ridicolo Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, dove se tu hai ricevuta una delle peggiori ingiustizie da parte di un cardinale o di un curiale attraverso un abuso di autorità che vìola tutte le fondamentali leggi canoniche, se per disgrazia ti rivolgi a loro, questi dinanzi al potente prepotente si spaventano al punto tale da costringerti a correre in farmacia a comprargli — per buon cuore e carità cristiana — una scorta di assorbenti per le mestruazioni, tanto repentino giungerebbe il ciclo fuori tempo a quella combriccola di … 

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Il buon Marco Tosatti, il 29 maggio riporta nel suo blog un’intervista inquietante [cf. QUI]. In breve: intervistato dalla giornalista Valentina Alazraki, il Sommo Pontefice risponde ad una sua domanda affermando che della vicenda riguardante il molestatore sessuale seriale e per lungo tempo impunito, Cardinale Theodor McKarrick:

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 «[…] non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla, non ne avevo idea».

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Il giornalista italiano, nel riportare la sconcertante notizia commenta tra le righe postillando a giusta ragione:

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«Questa affermazione rasenta l’inverecondia. “Diverse volte”? A chi? Quando? Dove? Non ha mai detto nulla di pubblico, o anche di privato riportato poi in pubblico. Un’affermazione del genere o è pura menzogna, o è frutto di un disequlibrio».

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Replico a Marco Tosatti che questa risposta con la grave affermazione in essa contenuta, è frutto dell’una e dell’altra cosa: della propensione dell’uomo Jorge Mario Bergoglio a mentire e del suo evidente squilibrio psicologico.

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A chi proprio non fosse chiaro ricordo che la Chiesa non è stata fatta neppure precipitare nelle peggiori forme di dittature latinoamericane, bensì proprio nelle forme di dittatura tipiche del giovane dittatore coreano Kim Jong [si veda QUI e si riconoscano i metodi diffusi oggi nella Chiesa della misericordia]. Basti solo ricordare come hanno reagito e agito i giornalisti della moderna Pravda sovietica del Vaticano: riportando l’intervista hanno cancellata questa frase, come fa notare sempre Marco Tosatti, salvo poi reintegrarla successivamente, dopo che lui aveva riportato nel suo blog Stilum Curiae sia il testo originale sia il testo ufficiale della Santa Sede nel quale, questa grave affermazione, non era invece presente [cf. QUI]. Dopodiché, i capocomici della Pravda vaticana hanno tentato di dare a credere che la frase in questione era sfuggita dalla traduzione dallo spagnolo all’italiano. 

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A queste povere persone, convinte che il Popolo di Dio sia davvero formato da un ammasso di beoti, merita ricordare che loro, agendo a questo modo, sono come quel tal negoziante che ogni tanto, quando i clienti si accorgevano che il resto a loro dato era sbagliato, si giustificava dicendo: «Oh, mi scusi, mi sono sbagliato!». Ebbene vi dico e vi dimostro perché questi dirigenti della Pravda vaticana sono in totale malafede come questo negoziante: perché il negoziante, a dare il resto, guarda caso si sbagliava sempre a proprio vantaggio, dando sempre di meno, mai di più. Proprio come i dirigenti della Pravda vaticana: tra le tante frasi dell’intervista che per errore potevano saltare, guarda caso hanno saltato proprio quella nella quale il Sommo Pontefice mente spudoratamente. A questa insolita dimenticanza si aggiunga poi che non stiamo a parlare di una traduzione dal cinese all’italiano, ma di una traduzione dallo spagnolo all’italiano. Da ciò possiamo dedurre che i bugiardi sono tra di loro come le mani che si lavano, l’una lava l’altra e tutte e due si lavano assieme. Il tutto sempre con buona pace degli affetti dal complesso di furbizia, certi e sicuri di farci a tutti quanti fessi.

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Questa censura preventiva, ed il reinserimento della frase censurata, rende anzitutto il fatto in sé molto peggiore. Chi ha tolta quella frase, sbagliandosi come il negoziante disonesto che commette sempre l’errore di dare soldi in meno e mai in più, non ha tenuto in benché minima considerazione il monito dato da Cristo Signore in un passo di quel Santo Vangelo sempre più in disuso nella Chiesa della «rivoluzione epocale», ma soprattutto della «misericordia»:

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«Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio» [Lc 5, 36].

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In verità confesso che non so se arrabbiarmi o se ridere sull’esercito di pavidi opportunisti che si sono messi — come loro stessi dicono — «in prudente attesa». E quando abusano a questo modo del concetto di prudenza, che secondo la sapiente definizione di San Tommaso d’Aquino è l’auriga virtù, provo sconcerto e ribrezzo. Perché costoro, i pazienti dell’attesa, sono certi che, come dicono i napoletani: «Ha da passà ‘a nuttata».

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Indubbiamente la nottata passerà, però, quando sarà passata, quali danni e quali macerie rimarranno? E chi, riparerà i danni, o chi, ricostruirà sulle macerie? Forse i pavidi vigliacchi sempre in speranzosa carriera che attendono, o che forse credono veramente che il prossimo Pontefice darà loro l’agognato episcopato, o la tanto attesa berretta cardinalizia che non gli ha concesso l’attuale Pontefice regnante? Che l’uomo Jorge Mario Bergoglio si sia manifestato carente di prudenza ed equilibrio mentale lo scrissi nel marzo del 2018 [cf. QUI], senza comunque escludere che egli possa essere ugualmente uno strumento della grazia di Dio, anzi uno strumento persino privilegiato. Non a caso, il Pontefice regnante, ha un merito molto grande: ha fatto venire tutti i topi nascosti allo scoperto. E questi topi infetti e infettivi, si sono a tal punto scoperti, ammantati come sono da delirio di onnipotenza, da rendere loro del tutto impossibile qualsiasi tentativo di poter cambiare d’improvviso bandiera e riciclarsi domani, pur essendo dei camaleonti straordinari, ma soprattutto senza pudore, ritegno e dignità.

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Attualmente, il problema vero e serio, non è più l’uomo Jorge Mario Bergoglio, ma coloro che tagliano i pezzi dalle sue improvvide risposte, che mistificano, falsificano e che si ostinano a bollare come «odiatori» e «nemici del nuovo corso della Chiesa di Papa Francesco» tutti coloro che manifestano perplessità tutt’altro che odiose e irriverenti; ma soprattutto dimenticando che la Chiesa non è affatto «di Papa Francesco» da modellare come tale a immagine dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, ma è di Cristo, da modellare e conformare come tale al mistero della croce di Cristo Signore. Insomma: io sono diventato prete per conformare la mia vita a quella di Cristo, non sarei mai diventato prete per sprecare la mia vita nel tentativo di conformarla a quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio. Durante il rito della mia consacrazione sacerdotale, il Vescovo mi ha detto in tono solenne: «Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore». Hanno forse cambiato il rito a mia insaputa sostituendolo con questa nuova formula: «[…] imita le fisime del Sommo Pontefice sui migranti, conforma la tua vita al nuovo corso della Chiesa dell’uomo Jorge Mario Bergoglio»?

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Perché, il Segretario di Stato, si è ripetutamente giocata la faccia difendendo in più occasioni l’indifendibile? Forse perché è un devoto servitore? No, forse perché è solo uno che spera nel prossimo conclave; e lo spera per se stesso, s’intende. I veri e fedeli servitori, erano i Segretari di Stato Rafael Merry del Val, o Pietro Gasparri, o Eugenio Pacelli, che senza esitare, in diverse e delicate occasioni, hanno puntato i piedi e detto ai Sommi Pontefici, con tutta la debita riverenza, che quella decisione che volevano prendere o che quel discorso che intendevano pronunciare, sarebbe stato un grave errore. O non disse forse, il Cardinale Eugenio Pacelli, al sanguigno Pio XI, che se in un dato momento molto delicato e critico, avesse veramente voluto pronunciare il discorso preparato contro il regime fascista italiano, in tal caso lo pregava di accettare, prima, le sue dimissioni da Segretario di Stato?

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Nulla di questo ha detto e fatto il Cardinale Pietro Parolin, né di fronte alla svendita dei martiri cinesi che hanno pagata con una vita di persecuzioni la loro devota fedeltà a Roma, né dinanzi al Cardinale elettricista che con una sua improvvida ragazzata ha regalato un milione di voti cattolici a Matteo Salvini [cf. QUI]. E nulla ha fatto, altresì, il Segretario di Stato, di fronte all’entrata del clero dell’irreale e del politicamente corretto nel merito dell’ultima campagna elettorale per le elezioni europee, compiendo in tal modo un’ingerenza dinanzi alla quale nessuno ha sospirato, dai membri della sinistra ai radicali indemoniati di marca Pannella&Bonino che per decenni ci hanno assordati con urla contro «l’ingerenza clericale», ogni qualvolta Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si sono espressi su temi strettamente legati alla vita, alla morale ed alla bioetica. E se né i radicali indemoniati né i membri della sinistra radical chic hanno urlato contro «l’ingerenza clericale», è perché dei perniciosi soggetti come Padre Antonio Spadaro hanno trasformato direttamente l’uomo Jorge Mario Bergoglio in un leader della sinistra internazionale.

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Non solo la diplomazia vaticana ha fallito, perché quella che una volta era una scuola di diplomazia guardata con sommo rispetto persino dal Soviet di Mosca dell’epoca di Stalin, oggi è caduta nel ridicolo, non ultimo a causa di tutte le graziose signorine vanesie in carriere dalle quali è stata riempita; un vero esercito di pretini che, di finocchieria in finocchieria, nelle nunziature apostoliche del mondo fanno ridere sulla Santa Sede persino i diplomatici della Repubblica delle Banane.

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Il fallimento della diplomazia vaticana lo ha suggellato proprio il presidente di quella Repubblica Popolare Cinese con la quale, la lasciva Segreteria di Stato, si è letteralmente prostituita stilando un accordo col governo comunista che rimane tutt’oggi segreto (!?). Ricordo infatti che il 21 marzo il Presidente Xi Jinping è venuto in visita ufficiale in Italia, guardandosi però bene dal fare anche e solo una visita privata al Sommo Pontefice.

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E dopo avere mietuto questo successo, dopo che la Santa Sede è stata umiliata a questo modo dal governo cinese, col quale aveva poco prima stilato un accordo segretissimo, per caso, il Cardinale Pietro Parolin, attende davvero paziente il proprio meritato premio al prossimo conclave, dopo che …‘a nuttata sarà passata?

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Abbiamo cominciato dicendo che l’uomo Jorge Mario Bergoglio è bugiardo, proseguo concludendo: questo non deve spaventare più di tanto, al di là del comprensibile dispiacere dei devoti fedeli. Vi comunico infatti che anche l’uomo Simone figlio di Giona ribattezzato da Cristo Pietro, era un bugiardo, ed oltre a essere tale era pure vigliacco e traditore. Infatti, se assieme a quella del Padre Nostro non è uscita anche una versione corretta e aggiornata dei Santi Vangeli, sulle loro righe seguitiamo a leggere:

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«Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire”. Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: “Costui è di quelli”. Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: “Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo”. Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo che voi dite”.  Per la seconda volta un gallo cantò […]» [cf. Mc 14, 66-72].

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In ogni caso, l’uomo Jorge Mario Bergoglio le ha combinate meno grosse dell’uomo Simone detto Pietro, il quale non fu scelto da un conclave di cardinali, ma da Cristo in persona. E Pietro — lo ricordo a chi parla solo di migranti e non legge più i Santi Vangeli —, oltre a essere stato scelto da Cristo, fu formato per tre anni da Cristo e poté vedere per più volte, in tutta la sua gloria, il Corpo di Cristo risuscitato dalla morte apparso agli Apostoli. E se Pietro fu scelto, forse è stato perché Cristo sapeva bene che duemila anni dopo sarebbe giunto dall’Argentina un Suo vicario in terra più buono e misericordioso del Divino Maestro, circondato da un corifeo di ruffiani pronti a urlare, ad ogni sua sortita infelice, quanto è meraviglioso, ma soprattutto «epocale» e «rivoluzionario» questo pontificato.

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Un consiglio non richiesto: tutti coloro che oggi si stanno godendo i loro dieci minuti di potere e di gloria, sappiano che questo pontificato non è eterno. Pertanto comincino a pensare sopra a quale delle isole della spazzatura galleggianti vorranno ritirarsi [cf. QUI], perché domani, per loro — i grandi distruttori e deturpatori della Chiesa —, non ci sarà posto, costasse pure dover celebrare un conclave fatto a colpi di coltellate tra i Padri Cardinali, i quali si guarderanno bene dal far affacciare alla loggia centrale dell’Arcibasilica di San Pietro qualche elemento come il nano malefico, che vive di cattiverie, vendette e crudeltà, pur non trovando di meglio da fare che andare in giro per il mondo a proclamare i nuovi beati, perché questi sono i soggetti ai quali l’uomo Jorge Mario Bergoglio ha aperto le porte del prossimo conclave, con le sue fantastiche «svolte epocali».

Ditemi voi se non c’è da piangere …

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Dall’Isola di Patmos, 31 maggio 2019

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33 commenti
  1. orenzo
    orenzo dice:

    Questa che ho letto è troppo bella, ai tempi d’oggi, per non condividerla:
    “Anche Giuda era della compagnia di Gesù”
    A parte però le battute su taluni “merenderi” e “compagni di merende”, nessun vero cattolico dovrebbe mai tralasciare di recitare ogni giorno almeno un pater-ave-gloria per il Sommo Pontefice.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Ettore,

      la ringrazio tanto per la segnalazione, è stato un errore redazionale di battiture, cosa che ci dispiace anzitutto per il talentato e da noi sempre molto apprezzato vignettista Alfio Krancic.

      • ettore
        ettore dice:

        Rev. Padre,
        segnalo che questa risposta va inserita tra i commenti all’articolo di Padre Ivano relativo al “nichilismo”. Quì è come un pesce fuor d’acqua.

  2. Padre Ariel
    Nome tolto per libertà di risposta dice:

    Il cosiddetto padre Ariel deve fare solo una cosa: vergognarsi!
    Ciò detto da un prete vero a un prete fasullo, che ci mette il proprio nome senza problema.
    Il Levi di Gualdo appartiene semplicemente ad una chiesa che non esiste.
    Punto.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Gentile Lettore,

      da questo suo messaggio scritto il 1° giugno e pubblicato solo oggi, ho tolto il nome per essere libero di risponderle e per darle un severo monito: neppure il peggiore dei preti di questo mondo si esprimerebbe a questo modo nei riguardi di un confratello. Tutti noi sappiamo infatti che neppure un prete scomunicato e poi dimesso dallo stato clericale può essere definito “cosiddetto”, perché rimarrà sempre sacerdote; e lo sarà in eterno.

      Se lei vuole insultarmi, si senta libero di farlo, ma non osi mai più firmarsi con il nome di un prete con tanto di indicazione della sua diocesi di appartenenza.

      Nella diocesi da lei indicata esiste un sacerdote con il nome col quale lei si è firmato, ma non ha mai mandato alcun messaggio e, quando io l’ho contattato e gli ho girato il suo commento, lui è rimasto molto colpito per il fatto che una persona si sia permessa di appropriarsi del suo nome per scrivere un messaggio insultante a un altro prete su una pagina che può essere – e che solitamente è letta – da migliaia e migliaia di lettori.

      L’indirizzo email dal quale lei ha spedito il messaggio non è attivo, ciò vuol dire che è stato creato appositamente e poi cancellato.

      A nome di questo mio Confratello, presbitero di una diocesi pugliese, le ufficializzo questa comunicazione: se in qualsiasi altra pagina di riviste, blog o siti, lei userà il nome di questo sacerdote per firmarsi, lui provvederà immediatamente a segnalare il tutto alla polizia postale.

      Per altro verso la ringrazio perché ho conosciuto – seppure solo telefonicamente – questo caro confratello della Puglia, il quale mi ha detto che legge L’Isola di Patmos dal 2016 e che, malgrado l’episodio increscioso da lei creato, è stato molto contento di sentirmi e di parlarmi di persona.

      Cerchi pertanto di impiegare meglio il suo tempo.

  3. Luigi
    Luigi dice:

    Grazie don Ariel, aggiungerei solo che San Pietro fece una figura barbina di fronte alla comunità cristiana quando venne ripreso da San Paolo per il fatto del prendere il cibo con i gentili convertiti. E lì non c’era nessuno a minacciarlo di morte! Per quanto riguarda Papa Francesco devo dire che mi ha fatto più male il passaggio nell’intervista dove tira fuori in modo subdolo il fatto della condanna di mons Viganò per la causa col fratello prete. Cito dall’intervista: dice il Papa: “Ho fatto molta attenzione a non dire cose che non erano lì ma poi le ha dette, tre o quattro mesi dopo, un giudice di Milano quando lo ha condannato.” “La questione della sua famiglia, intende? (Chiede la giornalista) “Certo. Ho taciuto, perché avrei dovuto gettare fango. Che siano i giornalisti a scoprirlo. E voi l’avete scoperto..”
    Questo passaggio l’ho trovato a dir poco vergognoso. A parte il fatto che la vertenza col fratello va conosciuta in tutti i suoi aspetti, non solo quelli che fanno comodo alla Bergoglio press gang. Ma cosa centra con il fatto se lui sapeva o no di McCarrick? Fa male sentire un Papa parlare così. Ciò non toglie che prego per il Papa ogni giorno, ma che…

  4. vincenzo
    vincenzo dice:

    Buona sera Padre Ariel,
    non riesco più a capire in che modo un Pontefice che eventualmente non sia un buon maestro della Fede, che alimenta divisioni nell Episcopato e quindi danneggia la stessa unità della Chiesa, continui a svolgere la funzione di roccia sulla quale poggia il sacro edificio è come tale fondamento voluto da Nostro Signore deve essere visto e venerato dai veri cattolici. Visto che la mia confusione aumenta sempre più, la prego di illuminarmi con una sua parola. La ringrazio di cuore

    • fabio
      fabio dice:

      Gentile vincenzo non c è niente da capire viviamo in un era di confusione e al momento non si hanno soluzioni quando il buon DIO vorrà, ci libererà da questo stato, saluti

      • Vincenzo
        Vincenzo dice:

        Caro Fabio,

        Grazie di avermi risposto ma purtroppo la mia domanda rivolta al padre Ariel è stata scritta in modo non chiaro e quindi facilmente fraintesa. Che nell attuale situazione solamente un intervento straordinario del Cielo sarà decisivo, da tempo ormai ne sono convinto anch’io. Ora, secondo la retta fede cattolica di sempre, (se non mi sbaglio) un Pontefice legittimamente eletto succedendo a San Pietro diviene pietra e fondamento della Chiesa secondo le promesse di Nostro Signore, indipendentemente se sia santo o meno santo..Quando un qualunque Pontefice volontariamente o in buona fede non esercita un fermo Magistero, favorisce la confusione dottrinale, tende a dividere l episcopato e quindi danneggia anche seriamente l unità della Chiesa tutta, in che modo se pur misterioso, mi chiedo, rappresenta ugualmente la famosa pietra voluta da Cristo stesso che da unità e stabilità a tutta la comunità ecclesiale. Questo è il punto oscuro che mi sfugge e non riesco a comprendere. Spero che il padre Ariel avrà del tempo e un po di pazienza di rispondere anche a me.
        Grazie di tutto ciò che fate.

  5. non metuens verbum
    non metuens verbum dice:

    Aveva scritto molto in precedenza, ma non mai come oggi. Per il futuro, non illudiamoci che basti confidare nell’anagrafe. Loro hanno in mano tutte le carte, e continuano a sfornare mazzi truccati. Questa partita la può vincere solamente Uno in grado di rovesciare il banco, come fece due millenni fa verso quei galantuomini di cambiavalute e mercanti di bestiame. Ieri abbiamo commemorato San Giustino, autore della prima Apologia: paramenti rossi, ovviamente Martire. Non illudiamoci: da sempre tutti i veri testimoni della verità tutti i difensori della vera fede furono sono e saranno testimoni col sangue, martiri.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Lettore,

      i suoi commenti sono sempre molto interessanti e molto profondi.

      Se come immagino lei segue i miei articoli, forse ricorderà che più volte – tanto per urlare sempre alle sabbie del deserto – ho parlato e spiegato che la decadenza, quando supera il “punto di non ritorno”, procede inarrestabile ed inevitabile, a prescindere dalla nostra volontà; perché oltrepassato quel limite, indietro non si torna più.

      A chi mi ribatté che non tenevo conto dell’azione dello Spirito Santo, replicai che le Terza Persona della Santissima Trinità non è Mago Merlino e che lo Spirito Santo non va’ né contro la volontà dell’uomo né contro i princìpi della fisica.
      A tal proposito portai questi due esempi:

      1. Adamo ed Eva, ai quali Dio non impedì di commettere il peccato originale. Volendo, avrebbe potuto limitare la loro libertà e il loro libero arbitrio, perlomeno in quel frangente. E non per loro, ma per l’umanità futura, per evitare che noi tutti, a causa loro e non per causa nostra, ereditassimo una natura corrotta dal peccato. Ma Dio, liberi li creò e liberi li lascio. Quindi è pacifico che Dio, contro la libertà dell’uomo, non ci si mette, con buona pace di chi ritiene che la pneumatologia sia la magomerlineria.

      2. L’esempio da me varie volte riportato del paracadutista che si lancia dall’aereo senza paracadute. Anche se una volta lanciato, mentre precipita, volesse tornare indietro, risalire sull’aereo, indossare il paracadute e lanciarsi di nuovo, questo non è possibile. Poi, dinanzi a un fatto fisico del genere, dire … va’ bene, s’è lanciato senza paracadute, ma abbi fede e non disperare, adesso ci penserà lo Spirito Santo a riportarlo sull’aereo, a permettergli di indossare il paracadute e poi lanciarsi di nuovo … Pensare questo è pura idiozia, lo Spirito Santo non sfida le leggi della fisica dopo che l’uomo ha esercitata la propria libertà.

      Lei ha ragione sacrosanta quando afferma:

      «Questa partita la può vincere solamente Uno in grado di rovesciare il banco, come fece due millenni fa verso quei galantuomini di cambiavalute e mercanti di bestiame».

      Nella situazione in cui siamo precipitati, con le nostre sole forze noi non possiamo farcela a invertire questa rotta e questo stato di cose, dobbiamo supplicare un qualche intervento straordinario della grazia di Dio, se reputerà di accogliere le nostre suppliche in tal senso e di intervenire.

      E la grazia di Dio forse interverrà, solo però se chi la prega sarà più che mai operoso, con buona pace dell’esercito di pavidi, vigliacchi e irresponsabili che con un sorriso beota ti dicono … «Ah, ma non preoccuparti, la Chiesa è di Cristo, ci penserà lui!».

      Stupendo!
      Ciò vuol dire allora che noi sacerdoti, durante l’ultima cena, dal Cristo risorto, dal Cristo asceso al cielo e dallo Spirito Santo da lui inviato nel cenacolo, non abbiamo proprio ricevuta mai alcuna responsabilità e mandato?
      Cristo, ci ha forse detto, in queste diverse e particolari circostanze: “Buttatevi su una sedia a sdraio ai Caraibi, bevete una bella bibita esotica che tanto, alla Chiesa e a tutto il resto, poi ci penso io!”.

      Ecco perché dico che siamo alla follia, con dei pazzi furiosi e con dei pericolosi “truccatori di carte” piazzati tutti quanti nelle stanze dei bottoni.

      E con le nostre sole forze, purtroppo, allo stato attuale, non ne possiamo uscire. Cosa questa che lei stesso ha dipinto con tre battute.

  6. fabio
    fabio dice:

    caro padre Ariel

    lei mi fa l’esempio del padre indegno ma pur sempre genitore ma il paragone con il papa non regge perché nel primo caso (a meno che il figlio non sia adottivo) è la natura che ci garantisce mentre qui sappiamo che l’elezione di Bergoglio sia stata orchestrata prima del conclave e ci son dubbi anche sulla rinuncia di Benedetto XVI che si veste come fosse in carica ed è uno scandalo continuo.
    Poi la famosa fuga di SAN Pietro durante la persecuzione è ricavata da un testo apocrifo o c è qualche altro testo?
    https://it.wikipedia.org/wiki/Atti_di_Pietro
    vi ringrazio

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      La tradizione narra che Pietro, dopo essere fuggito dal carcere, si diresse verso la via Appia, che era una delle strade di ingresso e di uscita da Roma. La celebre pia leggenda nota come “Quo vadis, Domine?” narra da tempi immemorabili che sulla via Appia egli incontrò Cristo Signore che lo invitò a tornare a Roma per morirvi martire. Questo racconto, o pia leggenda, non si trova né negli Atti degli Apostoli né nelle Lettere Apostoliche, meno che mai nei Santi Vangeli, sappiamo però che è tramandata sin dai primi secoli della cristianità romana. Ciò che dalle cronache romane sappiamo è che Pietro fu catturato dai soldati romani nei pressi della Via Appia; e lei capisce bene che, se non stava entrando a Roma, sicuramente da Roma stava fuggendo durante le persecuzioni di Nerone, non ci sono molte altre possibili interpretazioni. La sua crocifissione, ed il modo particolare in cui egli fu crocifisso a testa all’ingiù, ci è narrata da Girolamo, Tertulliano, Eusebio e Origene.

      Che poi Pietro non abbia mai messo piede a Roma e che non sia mai stato giustiziato e poi sepolto sul colle Vaticano, dove sotto l’altare della confessione si trova la sua tomba, lo dicono delle sette eretiche di matrice cristiana, ma ciò è stato ampiamente smentito dall’archeologia, che ha riscontrato autentico, grazie sia a scritte sia a manufatti d’epoca il luogo della sepoltura.

      Da tempo ho capito che lei ha “problemi” con la presunta legittimità del Sommo Pontefice Francesco e più volte su questo tema le ho risposto, più volte lei mi ha però riproposto la domanda sotto altre forme, ed altrettanto le ho risposto.

      Le ragioni che lei porta sono irrilevanti e inconsistenti, se lo lasci dire, sempre ammesso voglia dare più credibilità ad un signore di 56 anni che la storia della Chiesa l’ha studiata in lungo e in largo e che proprio perché l’ha studiata può solo dirle che per quanto mi riguarda, in anni e anni di studio, ho imparato solo qualche cosa, ma davvero e solo qualche piccola cosa …
      Ciò dovrebbe rendermi – a rigore di logica – più credibile dell’esercito di anonimi che su pagine altrettanto anonime sparano colpi di mortaio a non finire, non avendo né nome, né identità né responsabilità alcuna per ciò che scrivono, però hanno purtroppo persone che si bevono per buono ciò che di assurdo sostengono, sino al punto che quando noi cerchiamo di spiegare cosa è vero e cosa è falso, anziché prendere per buone le risposte di teologi e studiosi, ribattono portando le ragioni diffuse da questi praticoni internetici fai-da-te.

      Questi blog catastrofistici-scandalistici, sull’elezione del Sommo Pontefice Francesco narrano di tutto e di più, tra complotti, profezie, catastrofismi e via dicendo. Per seguire con l’abuso delle rivelazioni private di alcuni santi e beati usati al solo scopo di demolire in tutti i modi questo pontificato.

      Se dunque vuole darmi il beneficio di avere studiato un po’ di storia della Chiesa, le dirò anzitutto che sono accadute cose ben peggiori di quelle che lei porta come una sorta di inconfutabile prova invalidante, in quanto l’elezione al sacro soglio dell’allora Cardinale Jorge Mario Bergoglio sarebbe stata orchestrata, come narrano i grandi guru internetici, che ne sanno più di noi teologi, storici della Chiesa e studiosi di diritto canonico.
      Ebbene, mettiamo che così stessero anche le cose: dunque?

      Ma lei, ha la più pallida idea di che cosa è accaduto, ed in specie in certi secoli, nel papato, del papato e con il papato?

      Glielo sintetizzo in breve: elezioni fatte non per accordi pre-conclave, ma proprio per simonia, elezioni al sacro soglio acquistate a botte di soldi e di compromessi politici, elezioni imposte da poteri esterni, pontefici che hanno persino venduta la carica del proprio ufficio, pontefici eletti dietro pressanti minacce esercitate da poteri politici sui cardinali elettori, imponendo ad essi un candidato a loro gradito e dagli stessi eletto …
      E tutto questo è rigorosamente e storicamente provato, lo ammette, lo dichiara e lo documenta la Chiesa stessa senza temere e senza vergognarsi per certi fatti tristi e reali del passato.

      Mi dica: intende per caso dichiarare nulle, oggi, a posteriori, le elezioni di diverse decine di pontefici avvenute a questo modo?
      Lo sa che nella storia della Chiesa sono ben 18 i cardinali nipoti di Pontefici divenuti a loro volta pontefici poco dopo la morte degli zii pontefici, con influenze esercitate sui cardinali sia dallo zio pontefice prima della sua morte e poi dopo la sua morte dalla cordata dei loro sostenitori, che non hanno risparmiato ai cardinali elettori né minacce né offerte di danaro e di benefici?

      Sa che ci sono stati alcuni pontefici che dopo la loro elezione hanno svuotato le casse dello Stato Pontificio per pagare il “debito” di elezione ai cardinali che li avevano appoggiati, alle loro famiglie ed ai potentati politici che li hanno sostenuti?

      Alcuni di questi pontefici, eletti non per accordi preventivi, ma per simonia, dietro ricatti, dietro influenze politiche e via dicendo, hanno persino aperto, presieduto e chiuso dei concili, hanno condannato degli eretici – che tali erano fuori d’ogni possibile dubbio -, hanno emanato importanti atti e sancito alcune dottrine fondamentali. Ebbene mi dica, che cosa facciamo, ci inventiamo una sorta di bella Mafia di San Gallo a posteriori e dichiariamo nulli e invalidi tutti i loro atti, compresi concili ecumenici e condanne per eresia da loro decretate?

      Infine, sulla rinuncia di Benedetto XVI non ci sono dubbi, già gliel’ho scritto è risposto in passato, ma vedo che debbo ripeterglielo perché lei torna a porre la solita domanda circa la presunta invalidità della elezione del Pontefice regnante: Benedetto XVI stesso ha dichiarato, chiarito e ripetuto la piena libertà maturata del suo atto di rinuncia senza alcuna influenza e meno che mai costrizione.

      Posso anche capire che il Sommo Pontefice Francesco possa non esserle particolarmente simpatico, ma pensa che valga davvero la pena, dare del bugiardo a Benedetto XVI, pur di trovare ogni possibile scappatoia per dire che il Pontefice regnante non è il legittimo successore di Pietro ?

      Della fede, lei intende accettare solo ciò che le piace o che le sta simpatico?
      Nemmeno a me il Sommo Pontefice Francesco sta particolarmente simpatico, ma non cesserò mai di vedere e di venerare in lui il legittimo successore del Beato Apostolo Pietro.
      Questa è la differenza che corre tra un uomo di fede che agisce sulla base della fede, ed un uomo emotivo che agisce sulla base del mi piace, non mi piace, mi sta simpatico, mi sta antipatico.

      • ornella
        ornella dice:

        Egregio padre Ariel,

        quanto a giudizio storico credo nessuno sia più competente di lei a sentenziare sulla validità dell’attuale papa.

        Nondimeno, vorrei rassicurarla che, da donna comune e senza nozioni di teologia, riconoscere nel vescovo di Roma il legittimo successore dell’Apostolo Pietro risulta quasi impossibile non tanto per un emotivo/istintivo rifiuto di una persona che non esito a definire sgradevole. È la nostra ragione che si scontra con i tanti atteggiamenti, parole, gesti, discorsi “dottrinali” di costui. Che dicendo tutto e il contrario di tutto, invece di confermare e arricchire la nostra fede ce la fa calpestare. Credo che nessuno dei suoi predecessori, pur saliti al soglio pontificio attraverso intrallazzi, compravendite o simonie abbia creato un tale scompiglio, parlato della Santissima Trinità, o della Madre di Dio o del nostro Salvatore in toni e accenti che definire terreni è un eufemismo.

        Trattare con semplicità i Misteri della Fede per avvicinare i semplici è opera santa, semplificare e banalizzare le cose del Cielo per renderle appetibili ai più lontani, e ricevere gli applausi degli atei è ben altra cosa.

        Con rispetto e stima, cordiali saluti…

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Cara Ornella,

          ci sono decine e decine di miei scritti dettagliati nei quali rimprovero in toni duri, sempre e di rigore a mio rischio e pericolo, le più alte Autorità Ecclesiastiche, accusandole anzitutto di vivere fuori dal reale, dopo essersi creati – semmai anche e solo per compiacere il “padrone” – una idea di popolo onirico-ideologico che non esiste nella realtà; e le garantisco che per questo di prezzi ne ho pagati alti e con cospicui interessi.

          Nel corso di questo pontificato si è particolarmente abusato del concetto di “popolo” e del concetto di “misericordia”. Probabilmente, quel compianto santo uomo di Dio del Cardinale Carlo Caffarra, non faceva parte del popolo – perlomeno di quello eletto – e forse non era neppure meritevole di misericordia, se pensiamo che per oltre un anno, questo devoto servitore della Chiesa, ha chiesto udienza privata, da solo, al Santo Padre, senza essere mai ricevuto. Però, l’Augusto Pontefice del Popolo e della Misericordia, aveva tempo di ricevere e di interloquire con Eugenio Scalfari e soprattutto con Emma Bonino.

          Poi si è tirato fuori anche l’altro bel concetto ad effetto: «Chiesa ospedale da campo».

          Lei, cara Ornella, è uno dei tanti membri del Popolo di Dio che rivolgendosi a noi sacerdoti – non alle irraggiungibili Autorità Ecclesiastiche che vivono nel loro mondo dell’irreale – domanda assistenza e quindi risposte presso il pronto soccorso della Chiesa Ospedale da Campo, dove non presta certo servizio Padre Antonio Spadaro, troppo impegnato a sparare scemenze su Twitter, affetto ormai da incontenibile delirio di onnipotenza, seguito a ruota da quel senile concentrato di acido con un falso sorriso sempiterno stampato sulla faccia, tal è Padre Bartolomeo Sorge, dinanzi al quale uno zircone è davvero un diamante autentico.

          Sono ormai anni, che ascolto il lamento del reale Popolo di Dio, che esprime turbamenti e preoccupazioni come quelle che esprime lei, mentre le chiese sono sempre più vuote; mentre Sat2000 si è ridotta a fare le inquadrature dall’alto per non far vedere alle celebrazioni pontificie in San Pietro o alle udienze in piazza gli spazi ed i posto vuoti sempre più numerosi.

          E nessuno come me la capisce, cara Ornella, perché con questo Popolo di Dio, smarrito e abbandonato, io condivido le amarezze e la bastonate che giorno dietro giorno ci prendiamo.

          Sembra quasi che il Santo Padre sia partito apposta per andare in questi giorni in Romania a chiedere perdono ai Rom, ai quali peraltro non capisco, noi cattolici, di che cosa dovremmo chiedere perdono; o siamo forse i nazisti che li mandarono nei campi di concentramento?

          Però, pur essendo capace a partire per la Romania per andare a offrire una richiesta di perdono ai Rom, questo smisurato concentrato di incoerenza non sarebbe mai capace a chiedere scusa ai diversi sacerdoti ed ai diversi santi vescovi che senza nulla avere fatto, se non del gran bene alla Chiesa e al suo Popolo, si sono ritrovati ad avere l’esistenza afflitta e a volte rovinata per l’operato dei sicari che si muovono come serpenti attorno alla Cattedra di Pietro ed al Sommo Pontefice, mossi da gelosie, cattiverie, invidie e crudeltà, ubriachi di potere per il potere e convinti, senza barlume alcuno di coscienza, di poter fare della vite delle persone ciò che vogliono, nel totale disprezzo delle leggi di Dio e degli uomini.

          Dobbiamo pregare per la conversione ed il ravvedimento del Sommo Pontefice, affinché possa anzitutto salvarsi l’anima, ed al tempo stesso pregare che la grazia di Dio, quando vorrà, conceda quanto prima un santo Pontefice alla Chiesa universale, sperando che la solenne lezione fuoriuscita dal conclave del 2013, sia di severo monito a non ripetere nulla di simile in futuro.

          • ornella
            ornella dice:

            Carissimo padre Ariel,

            Quale infinita tristezza.
            Nel prossimo Conclave, se mai ci sarà, l’unica speranza è in un intervento diretto dello Spirito Santo. Quello vero.
            Preghiamo anche per questo.
            Non so se sia irrispettoso unire ad argomenti così seri un saluto gattoso alla micia Ipazia, ma lo faccio.
            A volte ereticamente spero che una scintilla di immortalità sia stata conferita anche a questi nostri consolatori dell’umano travaglio.

            Con affetto e stima le auguro una serena giornata.

  7. innominato
    innominato dice:

    Il vero cristiano non giudica mai il peccatore,ma ha sempre l’obbligo morale di condannare il peccato come illecito e non giustificabile : questo vale anche e soprattutto per la menzogna,se non altro per non smentire le parole di Nostro Signore Gesù Cristo “la Verità vi farà liberi”.Non mi sembra tuttavia appropriato paragonare la figura del cardinale Bergoglio a quella di San Pietro:quest’ultimo mentì in una situazione “straordinaria”in un contesto di smarrimento totale in tutti coloro che avevano seguito il Messia(esclusa ovviamente la Sua Santa Mamma);tale menzogna fu dettata da una paura, puramente umana,di perdere la vita.Inoltre San Pietro come tutti gli altri apostoli,non avevano ANCORA ricevuto lo Spirito Santo,IL CONSOLATORE, che li avrebbe confermati nella fede e accompagnati al martirio.Ben diversa mi sembra la posizione del cardinale il quale in questi ultimi sei anni ha più volte dimostrato.tra mezze verità, affermazioni ambigue, presunti “gesti misericordiosi”,di trovarsi a proprio agio con la menzogna che, sembra nascere SOLO da una “paura” di vedere danneggiata la sua immagine mediatica!C’era un apostolo che teneva MOLTO alla sua immagine:GIUDA…

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … e mi spiega come mai Pietro, dopo avere visto il corpo glorioso del Cristo risorto e dopo avere ricevuto lo Spirito Santo, nella vecchiaia, a Roma, stava per fuggire l’ennesima volta, abbandonando a sé stessa la comunità cristiana, impaurito e quindi preoccupato solo di mettere in salvo la propria pelle?
      Che cosa devo dedurre, seguendo la sua logica a dir poco teologicamente sconclusionata? Forse che il Beato Apostolo non era stato abbastanza abbagliato dall’apparizione del Risorto e abbastanza colmato di grazie dallo Spirito Santo?

      La prego, sia serio!

      • Maria
        Maria dice:

        San Pietro non fu mai a Roma, ma ci vennero portate le sue spoglie mortali. Da nessuna parte negli scritti c’è la presenza di San Pietro a Roma. La tradizione è una cosa, il testo scritto è un altra cosa. Io credo al testo scritto. Se mi verrà permesso le invierò gli studi fatti da un biblista e presentati ad un seminario religioso dell’Alta Italia all’inizio del mese in essere.

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          … e questa biblista, ha mai studiato niente, delle grandi ricerche archeologiche fatte sotto la basilica di San Pietro?

          • Eowin
            Eowin dice:

            Come spesso le capita non ascolta. Ho detto che ci sono solo le ossa, portate lì proprio per fondare la Chiesa a Roma, come accadeva allora. Sulle reliquie si fondavano le chiese e sui resti di San Pietro si è fondata la Chiesa Madre di Roma. Ma lei ne sa sempre di più di tutti, anche di quelli che passano la vita su testi antichi e su resti archeologici.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Io non ascolto?
            Nel suo commento lei afferma con sicumera:
            «San Pietro non fu mai a Roma, ma ci vennero portate le sue spoglie mortali»
            Non è che io ne so più di tutti, come lei dice, molto semplicemente conosco ciò che coloro che non sanno presumono invece di sapere, ed anche in modo arrogante.
            Ma lei lo sa che Pietro è stato fermato dai soldati romani lungo la Via Appia, che è stato crocifisso sul Colle Vaticano, sotto le persecuzioni di Nerone, che il tutto è attestato e documentato dalle cronache storiche romane e tramandato sin dal I sec. d.C. dalla comunità cristiana romana?
            Che Pietro sia stato crocifisso a Roma sul Colle Vaticano, è un fatto storico documentato.

            http://www.vatican.va/various/basiliche/san_pietro/it/necropoli/tomba.htm

            Per non parlare di tutte le ricerche e gli studi archeologici fatti sotto la basilica di San Pietro, gli ultimi dei quali voluti da Pio XII e portati avanti da archeologi e studiosi di fama internazionale.

            Lo sa chi è che nega che «Pietro non fu mai a Roma»?
            I Testimoni di Geova, i Mormoni ed altre sette di matrice evangelica.
            Ecco chi lo nega, pur di fronte alle documentazioni storiche.

  8. fabio
    fabio dice:

    caro padre Ariel,

    vorrei domandarle nelle profezie di La Salette si parla che Roma diverrà la sede dell’anticristo e anche le visioni della beata Emmerich parlano di due papi e una falsa chiesa, è giunto il tempo secondo lei? Nei fatti sembrano che si siano avverate, papa bergoglio non è da ora che sbaglia son sei anni che persevera nell’errore, troppi dubbi, lei come tutta la chiesa lo considera legittimo ma se un solo cardinale mettesse in dubbio la sua elezione, potrebbe questa dichiararsi invalida oppure no?
    Vi ringrazio.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Fabio,

      vado per ordine di risposta ai quesiti …

      Per quanto riguarda visioni e messaggi riconosciuti come autentici dalla Chiesa, dobbiamo sempre tenere presente che il riconoscimento non implica che i loro contenuti, per quanto autentici, siano elementi della fede rivelata inseriti come tali nel deposito della fides catholica.
      Dovrebbe essere una cosa ovvia, ma non sempre è facile purtroppo da far capire ai fedeli; ciò non per colpa dei fedeli, bensì di noi preti che anzichè fare catechesi, predicare il Santo Vangelo e trasmettere il magistero della Chiesa, ci siamo ridotti spesso ad assistenti sociali che parlano di tutto ciò che di politicamente corretto piace al mondo.
      E al mondo, invece, noi non dovremmo piacere, ce lo dice Cristo stesso [cf. Gv 15, 18-21 testo QUI]
      Se è giunto il tempo io non lo so, né posso saperlo perché «Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre» [cf. Mt 24, 36].
      In questo brano del Beato Evangelista Matteo, potrà trovare risposta a molti suoi quesiti, ed è Cristo Dio stesso, a rispondere [vedere QUI].

      Che il Santo Padre commetta errori, a volte gravi e a volte anche imbarazzanti, possono negarlo – e purtroppo lo negano – solo coloro che, spremendo questo pontificato come un limone e puntando ad avere tutto, subito e il più possibile, cercano di trarne in cariche e prebende tutti i possibili e migliori benefici. Se poi qualcuno li smaschera o li addita in pubblico, le loro reazioni aggressive non sono semplicemente cattive, perché sono intrise di una crudeltà satanica.
      Errori gravi o anche imbarazzanti, non compromettono però l’ufficio, né la legittima potestas e meno che mai la legittima elezione.

      Infine: la legittima elezione non può essere messa ragionevolmente in discussione.
      La cosa peggiore che certi fedeli possano fare, dinanzi ad un Pontefice che a loro non piace, è quella di attaccarsi a ipotesi sulla sua illegittimità. Come infatti ho spiegato più volte in passato: un figlio che per sventura avesse un padre molto difettoso, o anche indegno, non può reagire mettendo in discussione la legittimità del genitore:

      La grande decadenza e «Il silenzio degli innocenti». Quando per proteggere la madre e la famiglia i figli devono superare la grande prova di fede: vivere e soffrire come se il padre non esistesse, ma senza mai dimenticare che egli rimane sempre il legittimo padre

      preghi per il Romano Pontefice, se vuole, in modo particolare, chiedendo l’intercessione dei Santi Gregorio e Leone magno.

  9. Maria
    Maria dice:

    Non so se sei un troll o veramente un prete , ma non capisco come un parlare così duro non procuri guai . Sono fondamentalmente d’accordo sulla gravità della situazione che porta molti a staccarsi dalla Chiesa . Non condivido il paragone con Pietro poiché al tradimento seguì il pentimento e dopo la discesa dello Spirito Santo la testimonianza fino alla morte . Qui non vedo ravvedimento o sentimenti

  10. orenzo
    orenzo dice:

    Padre Ariel, non si vergogna?
    Come può muovere critiche ad una persona creata così com’è da Dio, il cui carattere, per giunta, è anche plasmato dalla febrerista Esther Ballestrino De Careaga e da una psicoanalista ebrea?

  11. Emanuele
    Emanuele dice:

    Oh Signore, se i cattolici votano la Lega perché si scandalizzano del gesto provocatorio di un cardinale son proprio uguali ai lettori di padre Ariel che arrossiscono quando lui scrive ‘mignotte e paraculi’.

    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Padre Ariel,

      il problema non è la bugia in sé, ma il contesto.
      Si parla d’aver nascosto e protetto un noto predatore omosessuale che ha abusato del suo ruolo infischiandosene delle restrizioni di Benedetto XVI.

      Abbastanza grave.

      • Padre Ariel
        Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        Caro Lorenzo,

        approfitto del suo commento per ricordare a tutti coloro che ci leggono che il Sommo Pontefice Leone XIII, dopo una terribile visione, scrisse e poi impose nel 1886 la recita della preghiera a San Michele Arcangelo al termine di tutte le Sante Messe.
        Nel testo integrale di questa preghiera troviamo un passo terrificante nel quale è scritto:

        «Ecclesiam, Agni immaculati sponsam,
        faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio;
        ad omnia desiderabilia eius impias miserunt manus.
        Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est,
        ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suae;
        ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.
        »

        In traduzione italiana:

        «La Chiesa, questa Sposa dell’Agnello Immacolato,
        è ubriacata da nemici scaltrissimi che la colmano di amarezze
        e che posano le loro sacrileghe mani su tutte le sue cose più desiderabili.
        Laddove c’è la sede del beatissimo Pietro posta a cattedra di verità per illuminare i popoli,
        lì hanno stabilito il trono abominevole della loro empietà,
        affinché colpendo il pastore, si disperda il gregge».

        Leone XIII, potrebbe avere visto ciò che oggi stiamo vivendo noi?
        Pertanto noi abbiamo l’obbligo di pregare per il Romano Pontefice, tutti i giorni, invocando l’ausilio della Beata Vergine Maria Mater Ecclesia e l’intercessione di San Michele Arcangelo.

        Chi si limita a indicare gli errori e le incoerenze del Sommo Pontefice ed a non pregare per lui, farebbe molto meglio a tacere.
        Per la persona e il ministero del Pontefice regnante bisogna offrire incessanti preghiere e anche i nostri atti privati di penitenza personale.

        In caso contrario, analogamente ai politici ed ai politicanti, rischiamo di ridurre tutto quanto ad una bagarre tra partiti politici che litigano tra di loro, incuranti del bene del Paese e del Popolo, perché ciò che solo conta, per taluni, è litigare.

        • Lorenzo
          Lorenzo dice:

          Confermo di ricordare il Pontefice nel Rosario quotidiano. Non era difatti un commento d’accusa o giudizio sulla persona, bensì mi limitavo a ricordare la materia della bugia che, personalmente, trovo inquietante.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Caro Lorenzo,

            lei ha ragione.
            E quando il Popolo di Dio rimane inquietato, a giusta ragione, i pastori in cura d’anime – cioè noi – non possono e non devono dire che tutto va bene, perché nulla purtroppo va bene, anche perché alla crisi e alla decadenza, si è aggiunto un elemento terribile: la nostra caduta nel ridicolo.

            E per noi figli della Santa Chiesa – sacerdoti e laici – vedere la nostra madre sbattuta per strada tra le risa dei passanti, è una ferita per la quale, chi l’ha causata e seguita a causarla, dovrà risponderne al severissimo giudizio di Dio.

            Per questo bisogna pregare per la conversione e il pentimento di queste persone, perché tre secondi dopo che saranno morti, non ci sarà più possibilità di chiedere e ottenere il perdono e la grazia, perché ci sarà il giudizio immediato di Dio, almeno per noi che seguitiamo a credere nei fondamenti del deposito della fede cattolica.

            In unione di preghiera.

  12. enzo
    enzo dice:

    Buon giorno padre Ariel,

    posto che la crisi della Chiesa senza precedenti inizio storicamente alla morte di Pio XII circa, non è scritto da nessuna parte come molti ottimisti pensano che alla fine dell attuale pontificato arrivi finalmente un pastore che inizi a rimediare seriamente i disastri di oltre mezzo secolo, perché potrebbe arrivare un Francesco II etc etc……. Allora, siccome tutto è possibile, come fare per continuare a vedere nella nostra Chiesa quella vera di Mt 16.18 sopratutto per chi non possiede la fede forte dei Santi, visto che ogni anno che passa si va di male in peggio?

    La ringrazio

  13. Maria Cristina
    Maria Cristina dice:

    Purtroppo tutto vero, ma sappiate voi santi sacerdoti che i fedeli comuni , come me , stanno soffrendo moltissimo di questa situazione.
    Paragonerei la nostra sofferenza a quella dei bambini i cui genitori litigano apertamente davanti a loro e si mostrano meschini e malvagi ai loro occhi. Il Papa e’ il Padre, e vederlo mentire fa soffrire terribilmente. Chiedo a voi tutti santi sacerdoti di fare il possibile perche’ questa situazione non continui, di sfoderare le virtu’ non della prudenza ma del coraggio e dello zelo per la salvezza delle anime.

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