Il Preposito Generale della Compagnia di Gesù, usa forse “roba” tagliata male? Le gravi menzogne del Gesuita Arturo Sosa

difendere il Santo Padre dai falsi amici

IL PREPOSITO GENERALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, USA FORSE “ROBA” TAGLIATA MALE? LE GRAVI MENZOGNE DEL GESUITA ARTURO SOSA

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A Roma, in Via dei Penitenzieri, all’angolo della Curia Generalizia dei Gesuiti si trova una bella caffetteria storica, con una gran collezione di vini e liquori pregiati. «Non vorrei che questo venezuelano» ― sbraitava Ariel S. Levi di Gualdo dopo avere letta l’intervista fatta al Preposito Generale della Compagnia di Gesù ― « abbia aperta la succursale del proprio ufficio presso questa pregevole enoteca ! ».

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Veleno d’aspide sotto le labbra

Sal 140,4

giovanni ariel - isola

Giovanni Cavalcoli, OP    Ariel S. Levi di Gualdo

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30 commenti
  1. Luiz Roberto Turatti
    Luiz Roberto Turatti dice:

    Parabéns, Padre Arturo Sosa Abascal! Continue revolucionando, SEMPRE, com esta mesma coragem, no alto de seus conhecimentos e de sua autoridade como Superior Geral da Companhia de Jesus, aniquilando essa tal “personificação do mal” – por “demônios”, “exus”, “ondinas”, “salamandras”, “larvas astrais”, “ETs”, “espíritos dos mortos” – irrisórias crendices e superstições! Sigamos em frente com nosso querido revolucionário Papa Francisco, jesuíta, os ensinamentos muito bem aprofundados, ao longo de mais de meio século, do nosso já saudoso, também revolucionário jesuíta, Padre Oscar González-Quevedo (1930-2019), sempre muito respeitado dentro da Igreja por seus abalizados estudos, especialmente no campo da Parapsicologia! Vamos apurar a nossa fé! Deus é MUITO mais!

  2. ettore dice:

    A proposito dell’intervista del preposito, altri eccepiscono su certe strampalate affermazioni :
    “La scorsa settimana don Bertacchini ha inviato a Francesco e al cardinale Gerhard L. Müller, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, un “Promemoria” di sei pagine molto critico delle tesi esposte in una recente intervista dal nuovo preposito generale della Compagnia di Gesù, il venezuelano Arturo Sosa Abascal, vicinissimo al papa”
    Qui gli argomenti di approfondimento:
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/03/31/sul-tavolo-del-papa-un-promemoria-contro-il-generale-dei-gesuiti-per-quasi-eresia/

    • Mshauri Alex Joseph
      Mshauri Alex Joseph dice:

      Je voudrais que vous m’envoyiez le contact du Révérendissime Père supérieur P.Arturo Sosa Abascal SJ.
      Je voudrais lui présenter ma requête.

  3. non metuens verbum dice:

    Sempre piangendo sui gesuiti che quasi 60 anni fa mi dettero indirettamente e poi anche direttamente una certa qual formazione cristiana non eretica, non aggiungerò nulla su codesto bellimbusto, tranne che, egli che ha tanta cura di farsi registrare da rossoporpora non sembra aver mai sentito parlare delle straordinarie mnemotecniche che nei millenni e nei secoli passati custodivano intatti e inalterabili i tesori dello spirito donati all’umanità.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Carissimo,

      chi, come il sottoscritto, è stato allievo dei Gesuiti della vecchia scuola, quelli formatisi e divenuti sacerdoti agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento, ha particolarmente sofferto, per le parole di questo povero soggetto.

  4. Alessandro B dice:

    Mi stupisco che qualcuno si stupisca se Padre Ariel dice quello che deve dire anche se si tratta di dirlo al capo dei Gesuiti. Ma é proprio perché quelle parole le ha dette non uno qualunque che non si può tacere! Mi sembra che Padre Ariel sia stato ancora gentile davanti alla gravità del fatto. Lo stile colorito non fa che avvolgere di leggerezza la carità cristiana che vi si sente.
    Riguardo alla signora teologa, si sente invece la superbia ed il senso di valere che non sono certo presenti in Santa Bernardette Soubirous di cui ho appena letto alcuni brani sulla sua vita. Tanto per citare una donna e una Santa. Tempo fa, ho corrisposto brevemente con una teologa cattolica tedesca che in un programma TV della chiesa protestante svizzera diceva tranquillamente che il demonio non esiste. Oggi (cioé noi uomini della civiltà moderna) capiamo che é una rappresentazione simbolica di problemi psicologici che la moderna psichiatria puo’ curare, e via dicendo…

    Stare zitti sarebbe un peccato di omissione.

  5. Anna dice:

    Vorrei rispondere alla “teologa” Martina Franci sulla questione del diaconato femminile.

    La Vergine Maria non si è mai permessa di mettersi al posto di Suo Figlio.

    Lei che è Immacolata, Regina del Cielo e della Terra si è fatta docile, obbediente e umile, quindi noi donne non avendo la Grazia che Dio ha donato a Maria, a maggior ragione dobbiamo fare la Volontà del Padre, servendo i fratelli ad imitazione della Vergine Maria: nel silenzio, nella carità, nel nascondimento, nella preghiera e nella SANTA UMILTA’!

    Le ricordo che San Giovanni Paolo II ha definito in Ordinatio Sacerdotalis che le donne non possono ricevere il Sacramento dell’Ordine.

    Da brava “teologa” dovrebbe sapere che quando un Papa si pronuncia ex cathedra su una questione di Fede o morale, la verità definita non è più confutabile. Ora io non so cosa significhi per lei la parola dogma, temo però che avendo studiato alla Gregoriana pensi che i principi di Fede mutino al cambiare dei tempi negando la trascendenza di Dio.

    La cosa migliore per il bene della Chiesa sarebbe che ognuno occupi il posto che Dio gli ha assegnato senza mettere in discussione quello che Lui ha stabilito.

    Anna

  6. Aquila dice:

    Reverendi Padri,

    la vostra analisi, le vostre confutazioni sono eccezionali, sono ineccepibili ed estremamente lucide.
    Coma in altri articoli vi arrestate sempre ad un passo dalla risoluzione dell’enigma. Penso che tutti gli indizi, la sintomatologia, conduce ad un problema, non capisco perché. Le fondamenta logiche (identità, non contraddizione, terzo escluso) sembrano franare miseramente.

    Il problema che non volete vedere è l’attuale Pontefice.
    I ciambellani di corte costituiscono un effetto, non la causa del problema.
    Cappuccetto rosso è stato divorato dal lupo e non è stato cappuccetto rosso a divorare il lupo.

    Mi dispiace che le vostre benemerite qualità tanto qualificate, non vogliano o non possano andare nel merito della questione, sarebbero un grande aiuto al bene attuale della Chiesa militante.
    Che peccato !!!

    Papa Clemente XIV avrebbe dovuto sopprimere i Gesuiti con un atto solenne di magistero così da chiuderli definitivamente.

    Buon lavoro.

  7. Padre Ariel
    ma.fra2008 dice:

    Entro in questo sitarello ogni tanto per fare due risate con gli anacronismi dei due integralisti che ci scrivono.
    Sono teologa, alla Gregoriana ho studiato, e so quanto sia seria, come seri sono i gesuiti, la differenza che c’è tra noi donne e voi preti (con tutto rispetto) persi in chiacchiere, è che se noi donne fossimo sacerdoti, impiegheremo meglio il nostro tempo, ma non è detto che un giorno, con gli impulsi dati dal grande Papa Francesco …
    intanto è a lavoro la commissione per lo studio del diaconato femminile …

    Martina Franci

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Gentile Signora.

      Il Demonio ride proprio come lei sulla verità, perché suo scopo è destituire di fondamento l’eterno assoluto ed elevare a suprema verità il mondo dell’irreale. Per questo egli scimmiotta Dio: per invertire bene e male e per creare un’altra realtà.

      Lei però ha studiato alla Gregoriana, quindi è stata presumibilmente formata secondo le sacre verità rahneriane, in base alle quali, il Demonio, è presentato come «una traduzione mitico-simbolica delle paure ancestrali dell’uomo».

      Una teologa che parla di donne diacono e di donne prete, può avere studiato solo alla Gregoriana, se non ce lo avesse detto lei, lo avremmo dedotto noi.

      Che i gesuiti siano seri, lo ha dimostrato il loro Preposito Generale che li rappresenta e che li guida, infatti, quando risponde alle interviste cadendo palesemente nello storicismo, nel relativismo e nell’eresia luterana, facendo ampio uso tra le righe dei concetti della de-mitizzazione di Rudolph Bultmann, in effetti è molto serio, come lo sono di prassi tutti coloro che enunciano eresie, perché nel farlo si prendono sempre molto sul serio, per questo riteniamo opportuno rispondere prendendoli in giro. Questo il motivo per il quale i Padri de L’Isola di Patmos, al Preposito Generale della Compagnia di Gesù hanno ricordato ch’egli non conosce il Catechismo della Chiesa Cattolica; e questo è un fatto, non un’opinione. Simile modo egli non conosce la Dottrina sociale della Chiesa, al punto da attingere al meglio del peggio di quelle derive post-conciliari – che niente hanno da spartire col Concilio Vaticano II – e che grazie soprattutto ai gesuiti e alle loro presunte interpretazione del “vero spirito del Concilio”, hanno dato vita a commistioni con il marxismo attraverso il cavallo di Troia della Teologia della liberazione, creando disastri immani in tutto il continente Latino Americano, dove la fuga dei fedeli dalle nostre chiese è giunta in alcuni Paesi a toccare anche il 50%, mentre le sètte degli eretici Protestanti riempivano le “chiese” proprie.

      Forse lei non concorda affatto che i Protestanti siano eretici e che i Pentecostali bestemmino ogni giorno lo Spirito Santo con la loro perniciosa ed ereticale pneumatologia, ma per noi sono invece tali.

      Non dubito che “voi donne”, se foste preti, impieghereste meglio il tempo, per esempio andando dal parrucchiere per la messa in piega prima della messa crismale nella chiesa cattedrale. Quale signora che si rispetti salirebbe infatti spettinata su un palcoscenico, pure si trattasse di una commedia comica intitolata: La riscossa delle donne diacono, produzione Carlo Maria Martini, regia Walter Kasper, sceneggiatura Luis Francisco Ladaria Ferrer ?

      Sul DIACONATO FEMMINILE rimando a questo mio studio: vedere QUI

    • Padre Ariel
      Aquila dice:

      Egregia teologa,

      l’impianto teologico suo e dei suoi amici gesuiti è totalmente erroneo poiché poggia su base filosofica anticristica (panteismo, scetticismo). L’io umano coincide con l’Io divino. Tale teologia è in realtà una mera filosofia della religione.

      Cara Signora, come lei dovrebbe sapere la teologia aiuta il magistero, non lo demolisce e si sostituisce ad esso. Non si può più andare avanti con questa follia idealista nella Chiesa.

      Necessariamente si arriverà allo scontro finale, rimandato per decenni. Questo tempo che oggi viviamo sembra essere il momento adatto per un epilogo finale. Non c’è alcuna possibilità di conciliazione tra Cristo e Satana, ma lei non può comprendere questo poiché le sue categorie mentali sono fondate sul principio di contraddizione.

      Il vostro maestro, primo idealista, è il serpente che ha contribuito alla nostra catastrofe originaria. Che il Signore Gesù Cristo abbia pietà della sua anima.

    • donnaisabella dice:

      Cara Signora Franci,
      Non intervengo mai, in nessun sitarello, ma ora mi trovo costretta a difendere due realtà: una è questo sitarello, che mi ricorda le vere origini del Cristianesimo, quando un gruppetto di ragazzi e uomini, fatto solo di maschi, pochi e poco teologi, venne chiamato da un Capo, che è Re in Eterno, l’altra è il RESTO del popolo femminile che è buono, saggio, intelligente e anche bello (fisicamente).
      Non sono teologa , né filosofa accademica per grazia, sebbene quando fui fra i venti e i trent’anni ricevetti ben tre offerte in tal senso (l’ ultima fu quella di un sacerdote che amava flirtare con i massoni.. avevo già pronto tutto anche il titolo del corso che avrei dovuto tenere a gente anche più vecchia di me). Rinunciai e in un caso venni “sputata” fuori come indesiderata, perché la mia coscienza quando fa a pugni con la verità perde sempre. E poi c’è quell’insopprimibile BISOGNO DI LIBERTÀ. E poi Pinocchio va letto fino alla fine. Anche il burattino è diventato un uomo, ma è dovuto ripartire da una stamberga donatagli dal Grillo importuno. Massoni a parte, sono memore che la vanagloria può accecarmi sempre. Dio non voglia che finisca teologa!

  8. Padre Ariel
    Don Santo (CA) dice:

    … mah, caro don Ciro (simpatico come sempre!), forse si saranno convertiti da voi a Napoli, perché in estate, quando vengono dalle nostre parti (Sardegna) continuano sempre a celebrare la Messa sul mare in bermuda con la maglietta a mezze maniche e una sciarpetta variopinta che pende dal collo.
    Mi fanno anche tenerezza, in fondo non bisogna avere paura della tenerezza, come ci ricordava qualcuno che, teneramente, di volta in volta ci piglia sempre più a misericordiose bastonate, se osiamo essere preti cattolici …

    don Santo

  9. Padre Ariel
    don Ciro dice:

    … scusate, ma i gesuiti, sono sempre quelli che anni fa, qua a Napoli, facevano gli incontri con quelli di “Noi siamo Chiesa”, e che insegnavano che la presenza reale di Cristo nell’eucaristia era una credenza istituita nel XII/XIII secolo ?
    Forse è per questo che non s’inginocchiano nel canone della Messa, ci si può mica inginocchiare davanti a una metafora di pane azzimo e di vino ?
    Io parlo però di diversi anni fa, può darsi che nel mentre si siano convertiti …

  10. Padre Ariel
    don Francesco Messina dice:

    Cari Padri cari Confratelli,
    non voglio invitarvi alla prudenza perché prudenti lo siete, ma all’ … attenzione … all’ attenzione … avete toccato soggetti la cui permalosità procede in pari passo con la loro altezzosità e la loro vendicatività, ve lo dico perchè l’ho sperimentato.
    splendido articolo, veramente.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello,

      hai totalmente ragione, ma sappi però che non muoio di paura, anzi!
      Credo altresì che in diversi, abbiamo sperimentato ciò che hai sperimentato tu.
      In ogni caso, basta solo misurare il “nemico”.
      In fondo, stiamo parlando di persone che alle corti degli imperatori si presentavano a schiena curva come dei servi, certi di ottenere qualche cosa, che poi alla fine era solo qualche cosa, una elemosina …

      Con i deboli, invece, sono sempre stati forti; e Dio solo sa, in certi momenti, anche quanto rigidi, soprattutto da un punto di vista morale.

      Poi c’è il discorso della coscienza duttile, la coscienza a intermittenza, la coscienza assecondo il caso , per esempio: se i re delle grandi corti europee avevano amanti sparse in ogni dove e saltavano la cavallina dalla sera alla mattina, in tal caso non vedevano, perché c’era di mezzo la ragion di Stato e varie altre ragioni, incluse semmai le sovvenzioni per la costruzione dei faraonici collegi dei Gesuiti, con annesse chiese – tutt’oggi visibili – che dovevano ostentare, sia in grandezza architettonica sia in pregio, maggiori dimensioni e ricchezza di quella della locale chiesa cattedrale.

      Qualcuno vuol negare l’esistenza di questi monumenti architettonici, alcuni dei quali costruiti – per caso? – proprio nelle immediate vicinanze delle cattedrali ?

      Se però un contadino strizzava l’occhio ad una allegra contadinella, in quel caso la coscienza non era duttile e non funzionava a intermittenza, né asseconda il caso, ma scattavano subito le fiamme dell’Inferno.

      Vuoi neutralizzarli, anzi semmai farteli persino amici ?
      Allora mostrati sempre forte, perché solo così si scampa a coloro che sono storicamente forti con i deboli e deboli con i forti; e quando proteggono i deboli – si veda la storia dell’America Latina degli ultimi sessant’anni – non lo fanno per loro, ma per tutt’altri scopi e finalità.

      Se i Gesuiti fossero esistiti sotto il pontificato di Alessandro VI e se Alessandro VI li avesse favoriti in vario modo, incluso a livello patrimoniale, in tal caso, dinanzi a chiunque avesse osato sospirare sulle condotte private ma comunque note del Sommo Pontefice, i Gesuiti avrebbero sostenuto con decise argomentazioni logiche che Donna Marozia, per qualità, virtù e costumi di vita, era seconda solo alla Beata Vergine Maria.

      E chi ha argomenti storici per smentire, che smentisca quanto ho detto.

  11. Cyrano dice:

    Carissimi,

    Complimenti vivissimi: insulti, diffamazioni, dare del drogato, alcoolizzato e minus habens ad un fratello nel sacerdozio é veramente una dimostrazione non solo di classe cristallina, ma di eroica testimonianza di ogni virtù cristiana ed umana.

    Mi compiaccio, sono i sacerdoti ed i teologi come voi che sanno dare della Chiesa l’immagine giusta, evangelica ed umana di cui tanto abbiamo bisogno.

    Cyrano

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      La diffamazione è un reato contemplato e perseguito dall’art. 595 del Codice Penale.
      Nel nostro articolo non è ravvisabile la fattispecie di questo reato, pertanto lei usa parole inappropriate e applica delle figure di reato laddove esso non sussiste.

      Detto questo: pensi lei quanto era scurrile e volgare nel linguaggio Nostro Signore Gesù Cristo quando ai più alti notabili dell’epoca ed agli stessi appartenenti alla casta dei Sacerdoti, si rivolgeva chiamandoli «Serpenti», «razza di vipere», «sepolcri imbiancati pieni di putridume all’interno», «figli degli uccisori dei profeti», colpevoli di «intemperanza» e di «rapina» … e quest’ultima si, che è un’accusa legata ad una figura ben precisa di reato: la rapina [cf. Mt 23, 1-37].

      E quanto fu poco misericordioso, Nostro Signore Gesù Cristo, quando in modo violento e aggressivo, tra urla e percosse, aggredì fisicamente i poveri mercanti nel cortile interno del tempio di Gerusalemme [cf. Ma 11,15-19; Mt 21,12-17; Lc 19, 45-48].

      Tutto sommato, quei poveri mercanti e cambiavalute, se ci pensiamo bene erano solo brave persone che si guadagnavano da vivere, dei padri di famiglia che avevano mogli da mantenere e figli da sfamare, al contrario di Gesù Cristo, che era nato invece in una famiglia benestante e che era sostenuto per tutte le spese necessarie alla sua vita pubblica da famiglie ricche e da vedove molto abbienti. Basti pensare che accettò di essere persino unto con un prezioso olio di nardo da Maria; un olio che costava più dell’oro. Tanto che quella persona pratica e realista di Giuda Iscariota calcolò quel vasetto di olio per il valore di 300 danari, che equivalevano a quasi un anno di paga di un soldato romano [cf. Mc 14,3-9; Gv 12,1-8].

      In ogni caso prendiamo atto che lei è più delicato e misericordioso del Verbo di Dio, ma soprattutto prendiamo atto della sua eccelsa pedagogia: dinanzi ai «falsi profeti» [cf. Mt 7, 15-20] e dinanzi all’operato devastante delle «guide cieche» [cf. Mt, 23] che inducono il Popolo di Dio in grave errore, bisogna testimoniare – a quanto lei ci insegna – la «virtù cristiana», forse facendo nella migliore delle ipotesi finta di niente ?

      E ci dica: per dare della Chiesa «l’immagine giusta, evangelica ed umana di cui tanto abbiamo bisogno», bisogna per caso spazzare la sporcizia dell’errore sotto il tappeto ?

      La mia battuta «togliete il fiasco di mano a quel Gesuita!» è tutta proporzionata a ciò che di gravissimo quel Gesuita ha enunciato in palese sprezzo alla dottrina cattolica ed al Magistero della Chiesa, dimostrando nei fatti di non conoscere quel Catechismo che anche lei, caro Cyrano, mostra di non conoscere con il suo commento.

    • Acchiappaladri dice:

      In risposta a Cyrano

      Poiché è la prima volta che scrivo qui premetto che non ho competenze per entrare nella discussione dei complessi dettagli teologici o canonici che trovo nelle argomentazioni degli Autori e dei Commentatori in questo utile sito.

      Sono un battezzato qualunque, da un paio di anni spinto dagli straordinari eventi della contingenza ecclesiale a dedicare un po’ di tempo per informarmi e capire meglio quello che sta avvenendo: se fra poco andrò all’Inferno vorrei almeno che ciò accadesse per orrida e consapevole scelta mia e non per aver lasciato accarezzare la mia cattiva coscienza da alcuni poveracci in vesti di ministri dell’Altissimo ma in effetti agenti del Nemico.

      Venendo a Lei, dal punto di vista della sintetica descrizione dei risultati oggettivi degli Autori e del Soggetto dell’articolo qui sopra, trovo però il Suo commento talmente azzeccato come apprezzamento della realtà dei fatti che a mia volta, ritenendo in questo adeguata la mia preparazione, desidero esprimerle COMPLIMENTI VIVISSIMI per esso.

      Non mi è certo sfuggita la intesa forma sarcastica del Suo commento, che suppongo volesse stroncare con dura arguzia gli Autori.

      Le segnalo che facendo così a mio modo di vedere Lei ha fatto un errore perché Lei ha ottenuto il risultato opposto: nel senso che Lei ha efficacemente e con verità descritto i buoni atti degli Autori.

      In piccolo Lei ha inavvertitamente annunciato la Verità così come in grande Caifa profetizzò la divinità di Gesù Cristo.

      Riguardo a quanto dichiarato dal nuovo Generale dei Gesuiti, il tono ironico condito di epiteti con richiami alcolici è fra quanto di meglio un Autore fervidamente cristiano cattolico possa scegliere per fare discernimento sui fatti contemperando gli obblighi cristiani di misericordia e di verità.
      Fuori dall’ironia, la valutazione secondo gli immutabili dogmi cattolici dello sproloquio del Generale gesuita porterebbe a una correzione molto meno misericordiosa (che in altri tempi, non certo da me rimpianti, avrebbe anche comportato l’intervento repressivo del braccio secolare).

      Riguardo poi all’abbondante uso di epiteti duri, i due Autori, da diligenti presbiteri della Chiesa Cattolica, hanno dimostrato di seguire il pressante esempio degli ultimi quattro anni del loro supremo superiore gerarchico in Terra.

      Anzi mi sembra che nell’uso di questo lessico abbiano superato in abilità (per ciò che riguarda l’appropriatezza degli epiteti attributi) il magistero ordinario del detto superiore, del quale si ricordano [ad es. cfr. http://popefrancisbookofinsults.blogspot.it/ ] numerosi casi di improperi attribuiti senza ironia e possibili attenuanti a destinatari che a molti osservatori non sembravano poi così colpevoli da meritarseli.

  12. domanileggocicerone dice:

    Insomma, si relativizza il dogma considerandolo una delle tante possibili interpretazioni e si assolutizza una delle tante ipotesi che si incontrano nell’ambito della cosiddetta esegesi storico-critica. Sarebbe interessante capire perché questo avviene anche nelle più alte gerarchie della Chiesa. La prima cosa che mi viene in mente è lo studio di Garrigou-Lagrange sui presupposti delle formule dogmatiche: una volta messe da parte le premesse razionali grazie alle quali viene concepito e accettato il dogma (anche qui bisogna ribadire che non si tratta di una parolaccia, ma di un termine che viene dal greco e significa “decisione che si basa su un giusto giudizio”, e quindi “insegnamento”, “norma”, o anche “insegnamento che ha valore normativo”) cade anche il dogma e tutto ciò che si basa su di esso. La Congregazione della Dottrina per la Fede, nel 1973, al fine di mettere in guardia il mondo cattolico da interpretazioni fuorvianti, è intervenuta con la Dichiarazione Mysterium Ecclesiae, difendendo soprattutto il dogma cattolico da interpretazioni che ne sminuivano il valore (vedi il cap. 5). Dunque, visto che è necessario, se questo testo non è più in circolazione, lo si ristampi!

  13. Padre Ariel
    dongipa dice:

    … vedo che don Gianni ha detto con una essenziale e incisiva epigrafe quello che avrei detto anch’io, sicché mi limito a dire che concordo in tutto.
    Di mio aggiungo che anni fa il mio vescovo mi mandò a far la specialistica alla Gregoriana, già prete da 4 anni.
    Durante una lezione mi alzai e me ne andai via dicendo a voce semi alta … “non possiamo star qui a udire certe eresie”.
    Informai il vescovo che non intendevo rimanere un giorno in più alla Gregoriana, e devo dire che non se la prese con me.
    Dopo due settimane giunse al vescovo una informativa che voleva avere il sapore dello psicologico mescolato a pastorale e sociale, in cui si informava l’ordinario diocesano che quel suo prete (il sottoscritto) aveva problemi di relazione, di rapporto, di pastoralità …
    Questi sono i gesuiti!
    Enunciano eresie dalle cattedre?
    E mica si può dire che una eresia è una eresia, eh che diamine!
    Se lo fai hai problemi di relazione, di rapporto, di pastoralità …
    il mio vescovo non ci cadde e si limitò a dirmi che “evidentemente sono divenuti peggiori di quanto già lo fossero nel 1972 quando ci studiava io, all’epoca si limitavano solo a negare l’esistenza del purgatorio !”
    Il vescovo mi disse anche un’altra cosa che mi fece riflettere, questa: “se una simil lettera su un suo prete fosse giunta da Roma, dalla grande Gregoriana, a un vescovo di qualche sperduta diocesi missionaria del mondo che semmai ancora non ha fatto la sua prima visita romana ad limina apostolorum, quanto se la serebbe vista brutta, quel povero prete ?”.
    E questo, ripeto, mi fece molto ma molto riflettere …

    don Giovanni Paolo

    • Padre Ariel
      Ingidon.11 dice:

      Pace e grazia da Dio a tutti voi cari confratelli che avete già commentato.
      vi parla un prete vecchiarello in cammino verso gli ottant’anni, forse voi siete tutti più giovani …
      Il mio vescovo di allora (sant’uomo che Dio lo abbia in gloria!), mi fece rimanere molto male all’epoca, quando nel 1976 gli chiesi se poteva mandarmi a fare una specializzazione in teologia dogmatica alla Gregoriana.
      Lo ricordo sempre … rimase almeno due minuti in silenzio, con la testa sulla scrivania, poi con aria accigliata mi disse un secco “no”, e agiunse pure “mai!”.
      Io tacqui. Sapete, all’epoca mica si chiedevano tante spiegazioni ai vescovi, e nessuno se ne sarebbe uscito con un … “non son d’accordo”.
      Lui, forse, temette d’esser stato troppo duro, e mi sorrise come un vero padre, poi mi disse … “come tu sai, io sono stato al Concilio, quello che voi conoscete dai giornali, dalle chiacchiere, da tante leggende. Durante quelle riunioni io ho sentito di tutto, e questo tutto me lo porterò nella tomba. Vedi … i soggetti peggiori e i teologi più pericolosi, quelli ai quali non permetterei mai di rivolger parola a uno dei miei seminaristi, oggi insegnano proprio tutti lì, si … tutti lì, alla Gregoriana”.
      Poi mi disse … “mi risulta che poco fa hai preso la patente. Bravo, hai fatto bene. Dimmi, dove hai preso lezioni di guida?”.
      Gli spiegai che ero stato alla scuola guida, che avevo avuto un bravo istruttore …
      E il vescovo mi disse … “bravo, hai fatto bene!” Poi si mise quasi a ridere e mi disse: “Ora, secondo te, io dovrei mandare un mio bravo prete a prendere lezioni di guida da un pericoloso pirata della strada? Proprio così caro mio: andare a far dogmatica alla Gregoriana, oggi, è come prender lezioni di guida da un pericoloso pirata della strada”.
      Dopo di lui, venne tutt’altra pasta di vescovo, e il giorno dopo averli ordinati … tutti a Roma alla Gregoriana!
      … e non vi dico che preti, poi, ci ritrovammo dopo in diocesi!
      Solo questo volevo dirvi: in cammino verso gli ottant’anni, benedico sempre quel santo uomo di Dio del mio vecchio vescovo.
      Una mia preghiera garantita per i padri dell’Isola di Patmos.

      don Igino

      • Padre Ariel
        luk23 dice:

        Caro Padre (chiamo sempre “padre” e mai “don” gli anziani)
        Dio mantenga in vita a lungo Te e i preti come Te, perché il giorno che avremo perduto quelli come voi, saremo nella totale desolazione, ogni volta che i nostri anziani vengono a mancare, me ne rendo conto sempre di più … specie con i tempi che corrono.
        Per rimanere in tema, nel 2009, al mio vescovo che dopo l’ordinazione mi aveva mandato alla Gregoriana per la licenza specialistica, dissi: “in quella università la fede cattolica è stata da tempo suicidata”. Fu comprensivo, l’anno successivo mi mandò alla Santa Croce, e devo dire (premesso che non ho nessun legame d’appartenenza con l’Opus Dei), che fu un’esperienza positiva e … cattolica.

        Un saluto dal Friuli da don Luca

        • Padre Ariel
          don Emanuele M. dice:

          Caro don Luca, esperienza tutta inversa, la mia.
          Al vescovo chiesi se ritenesse opportuno farmi fare una specialistica, e lui fu contento della mia richiesta (parliamo del 2010). Alla domanda dove vuoi andare, risposi che sarei andato volentieri alla S. Croce. Lui mi rispose che nell’università dell’Opus Dei non avrebbe mandato mai i suoi preti, sicché risposi che potevo far benissimo a meno della specialistica.
          Nel 2012 arrivò il suo successore, che mi mandò alla S. Croce, dove finii gli sudi del 2015.

          Anni prima, da seminarista, seguii le lezioni di metafisica del P. Prof. Giovanni Cavalcoli nello Studio Domenicano di Bologna.
          Esperienza meravigliosa e indimenticabile, grazie ancora per tutto e di tutto, Padre Giovanni Cavalcoli !!

  14. Padre Ariel
    don Gianni - Arezzo dice:

    Cari Confratelli dell’Isola di Patmos,

    io scongiuro ogni giorno Iddio misericordioso affinchè voglia elargire una grande grazia alla sua Santa Chiesa: la soppressione – stavolta definitiva – della (ex) Compagnia di Gesù.

    • Padre Ariel
      don Stefano Bellobuono dice:

      Caro don Gianni,
      sottoscrivo tutto.
      Non si lascia vivere un albero ormai marcito completamente, poiché piamente illusi che possa dare anche frutti buoni.
      Sappiamo bene che un albero marcio non può dare mai frutti buoni. E se in esso sono sopravvissute due o tre mele sane in un ramo, a quel punto bisogna salvare le due o tre mele sane staccandole dal ramo e poi bruciare tutto l’albero malato, altrimenti anche le due o tre mele sane, sopravvissute per miracolo, marciranno, assieme a tutto l’albero.

    • Padre Ariel
      don Gaetano da Genova dice:

      Caro don Gianni,

      qua a Genova abbiamo la sede del noviziato dei gesuiti, ebbi modo di passarci due volte anni fa per delle celebrazioni, e non vi rimisi più piede.
      Transeat !
      Decisi, una volta, di fare gli esercizi spirituali ignaziani. Arrivato nella casa di esercizi spirituali, per prima cosa, mi dettero un libro di preghiere e un libro di meditazioni di Bianchi Enzo alias priore di Bose. Rimasi a dormire la sera, il mattino addussi come scusa (lo ammetto!) una santa bugia … ero in cura dal dentista e mi era nuovamente esploso un forte dolore ai denti.
      E me ne andai, perché a che io sappia, gli esercizi ignaziani non prevedono i testi di preghiera e meditazioni di Bianchi Enzo alias priore di Bose.
      in questa seconda occasione, chiusi ogni genere di rapporto, che, dopo quanto premesso, dubito di riaprire in futuro.

      • Padre Ariel
        Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        Caro Confratello genovese,

        stessa storia stesso copione !

        Svariati anni fa, agli inizi della mia formazione al sacerdozio, ebbi anch’io la tua stessa malaugurata idea. E ti dico pure dove andai: nella casa di esercizi spirituali di Altavilla Milicia, vicino Palermo.

        Stessi libri del Bianchi stesse preghiere di Bose.

        Io fui mal guardato, di conseguenza mal giudicato, perché durante la Santa Messa mi rifiutai di auto-comunicarmi, avrei infatti dovuto prendere la SS. Eucaristia con le mie mani dalla pisside, intingerla dentro il calice del Prezioso Sangue di Cristo e quindi auto-comunicarmi.

        Insomma, una pia casa gesuitica di esercizi spirituali nella quale, liturgicamente, si imponeva agli ospiti un uso che è decisamente e severamente proibito dalla Redemptionis Sacramentum.

        Stesso copione, o come dicevano una volta nelle giostre dei luna park: «altro giro altra corsa!».

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