Autore Padre Ariel

Il Cardinale Kasper e il paradigma dell’utile idiota

IL CARDINALE KASPER E IL PARADIGMA DELL’UTILE IDIOTA

 

Porgo la mia più sincera stima al Cardinale Kasper di cui non condivido affatto teologia ed ecumenismo, ma di cui apprezzo la fedeltà verso quella sua idea di Pietro spinta sino al punto di offrirsi alla pubblica mattanza come tiro al bersaglio, in questa nostra povera Chiesa che somiglia sempre di più ad un luna park dove nessuno controlla chi entra e chi esce e nella quale le montagne russe sono ormai prive di manutenzione tecnica, senza che tutto questo scalfisca però la nostra certezza di fede: le porte degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa fondata sopra la roccia di Pietro al quale Cristo ha consegnato le chiavi del regno [Cf. Mt  16, 18].

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Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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come volevasi dimostrare …

Dopo l’uscita del libretto del Cardinale Walter Kasper, nel quale il porporato celebra le lodi dell’eresiarca Lutero e del Protestantesimo, ripropongo sulle colonne dell’Isola di Patmos uno dei primi articoli scritti poco dopo l’apertura di questa nostra rivista telematica. Merita forse ricordare che quando due anni fa pubblicavo e scrivevo su certe utili idiozie, correva il 19 ottobre 2014, come chiunque può verificare dal nostro archivio, dove si trovano raccolti per ordine di data tutti i nostri scritti. Mi ero proprio sbagliato? [ 7 giugno 2016 ]

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uno, nessuno o centomila?

Quello di «utile idiota» non è un termine ingiurioso perché se lo fosse non oserei farne uso, tanto più verso un vescovo come il Cardinale Walter Kasper, celebre teologo sulla cui cristologia ed ecclesiologia possiamo discutere, specie in questa Chiesa così libera, collegiale e democratica nella quale solo agli Alberto Melloni pare sia concesso il diritto di pensiero, di parola e di espressione, sino ad andare a darsi delle arie senza cattolico ritegno direttamente presso le Logge Massoniche [cf. mio precedente articolo, qui, qui, qui], liete di ospitare non tanto i «costruttori di pace» [Cf. Mt 1, 5-10] che per questa opera cristologica saranno beati, ma i de-costruttori della Chiesa, molto graditi per questo ai massoni che oggi non ci attaccano più da fuori ma direttamente da dentro.

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Col termine squisitamente politico di «utile idiota» che nulla, ripeto, ha da spartire col concetto di umana idiozia, venivano indicati quei fedelissimi che nei Paesi dell’Occidente difendevano in tutti i modi ed a tutti i costi il regime sovietico, anche contro l’evidenza dei fatti. E di questo, i veri campioni, non erano i placidi comunisti italiani da sacrestia, ma gli agguerriti comunisti francesi e spagnoli.

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extraterrestri e Michelangelo

ET, Michelangelo, il Giudizio Universale e … i vaticanisti

Nei giorni precedenti l’apertura del Sinodo sulla Famiglia ho letto molti resoconti di vaticanologi veri o presunti, ho isolato le loro parole da certi drammi ecclesiali in corso e mi sono concesso un sorriso, perché questi personaggi paralizzati nel presente immediato ed incapaci di capire quali pesanti ed ironici giudizi darà su di loro domani la storia, sono sempre più simili agli ufologi che parlano di extraterrestri e di visite di alieni al nostro pianeta, esercitando il loro sacrosanto diritto ad alienare la tragica realtà ecclesiale in corso. Per il momento gli unici ad uscire da questo coro di adulatori da kominform [vedere qui] sembrano essere Marco Tosatti [vedere qui] e Sandro Magister [vedere qui].

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In certe vicende ciò che sfugge è di prassi l’ovvio: il Cardinale Kasper merita a pieno titolo il premio fedeltà, perché prestandosi come utile idiota — e di nuovo ribadisco: sempre secondo il significato politico del termine usato in accezione totalmente lusinghiera — sta rendendo un grande servizio, offrendosi agli attacchi di varie frange del mondo cattolico, di vari teologi e non ultimo anche alle contestazioni espresse con garbo tutto quanto teologico da un gruppo di cardinali e di studiosi che hanno appena dato alle stampe un libro che analizza certe scottanti questioni che hanno costituito materia di discussione al Sinodo sulla famiglia [qui].

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Il Cardinale Walter Kasper

Dalla vicenda in corso, che ne sta ricavando il Cardinale Kasper? È un vescovo della Chiesa Cattolica, è un cardinale ottantenne non più elettore, presidente emerito di un pontificio segretariato, teologo apprezzato e rigorosamente imposto come unico verbo in certi studi teologici infarciti di tutte le peggiori eresie moderniste e filo-protestanti, ovvero la quasi totalità di quelli esistenti …  ben poco ha quindi da perdere, poco o nulla da guadagnare, al contrario di altri vescovi sempre in pista che invece non sanno più come tentare di compiacere il Sommo Pontefice nel disperato tentativo di ottenere da lui benefici e promozioni …

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una manifestazione di fede popolare in Perù

Cerchiamo di essere chiari: i latinoamericani rispettano l’autorità a condizione che sia unita e mossa da profonda autorevolezza. Se uno si pone di fronte al latinoamericano-tipo in modo deciso e determinato, volendo anche con un rispettoso ma chiaro tocco di autorità, le soluzioni sono due: o quello reagisce ammazzandoti, oppure reagisce amandoti. Se però sceglierà di amarti, a quel punto sarà lui ad essere pronto a farsi ammazzare se qualcuno dovesse osare di toccare colui nel quale egli ha riconosciuto tutti i crismi della virilità e della potenza dell’uomo che merita come tale tutto il più indefesso rispetto. E come ben sappiamo, oggi, una di queste tipiche psicologie siede sulla Cattedra di Pietro.

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Chi con il Cardinale Kasper è d’accordo, tende a tacere, in quanto d’accordo e basta; chi invece non lo è, lo attacca. E fin quando si tratta dei garbati attacchi prelatizi, che per consolidata prassi di certi membri del collegio cardinalizio prima di addentarti col morso del cobra ti cospargono di anestetico la parte da mordere, tutto va bene; quando però si tratta di certi cattolici duri e puri o di certi blog e siti di area cosiddetta ultra tradizionalista che manco sanno più dove abiti quel rispetto sempre dovuto a un vescovo e ad un collaboratore del Romano Pontefice, le cose cambiano alquanto, perché in questo caso il porporato tedesco è stato sommerso da insulti nei quali l’offesa più lieve è stata quella di  “apostasia dalla fede”.

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Ho una certa esperienza di vita vissuta in mezzo ai latinoamericani, a partire dal mio più stretto e prezioso collaboratore, ed una cosa con la quale ho imparato a familiarizzare è questa: per un discorso di cultura e di costume tendono a non agire in modo diretto ma in modo indiretto. Altre volte accade che le cose che vorrebbero dire le fanno dire ad altri. Il tutto per tutelare la propria figura di autorità, la persona o le persone oggetto di certi pensieri ed espressioni, quindi per preservare la serenità del rapporto tra di loro, la persona o le persone.

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Barbara Eleonora Ciccone, in arte Madonna, interpreta Evita Peron

Non di rado certi caudillos hanno prima seminato attriti e creato tutte le premesse per litigi furenti, poi sono infine intervenuti per sedarli con bontà paternale, mentre Barbara Eleonora Ciccone, in arte Madonna, interpretava Evita Peron cantando dal balcone del palazzo della presidenza: Don’t cry for me Argentina [qui].

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Il pifferaio magico

Proviamo ad analizzare l’ovvio: può essere che il Santo Padre abbia favorito per interposta persona un vero e proprio vespaio allo scopo astuto di far uscire i topi allo scoperto come il pifferaio magico, per vedere chi era a favore e chi contro l’ipotesi di certe discussioni su delicate tematiche dibattute in questi giorni al sinodo sulla famiglia? Si tratta di una mia ipotesi, forse peregrina, ma sulla quale merita riflettere, non altro per darmi torto. Nel caso però fosse così, apparirà ovvio in che misura il Santo Padre non avrebbe potuto porre avanti se stesso in prima persona, perché in tal caso nessuno, in questo clima di clericale codardia, sarebbe mai venuto allo scoperto [cf. mio precedente articolo, qui], a partire dai grandi difensori storici dei “valori non negoziabili”, che quando però hanno dovuto scegliere tra certe non negoziabilità e la possibilità di riuscire a giungere finalmente ad una prestigiosa sede vescovile, hanno prontamente mitigato sia il linguaggio sia lo spirito battagliero, nascondendosi dietro al dito della pretestuosa prudenza; e dinanzi al proprio interesse o alla possibilità che gli faceva vedere o sperare color rosso porpora, all’occorrenza sono diventati maestri della negoziazione persino sui “valori non negoziabili”, anzi: soprattutto, sui “valori non negoziabili”.

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Il Cardinale Walter Kasper durante una preghiera interreligiosa

Ho molto da dissentire sulla teologia del Cardinale Kasper e sul suo ecumenismo dal quale ritengo possa nascere nel tempo solo del deleterio catto-protestantismo, posto che sotto le righe i suoi punti di riferimento tendono ad essere Kant ed Hegel, oltre all’onnipotente Rahner, con un occhio di simpatia per l’eretico Küng. Mi sento però di affermare che apprezzo molto di più lui di certe frange che rappresentano ormai solo la presunta traditio catholica di se stessi e che dai propri amati e intoccabili ghetti hanno preso a ringhiare contro il cane, mentre altri fingono invece di non sapere chi è il padrone che al cane ha tolto la museruola dicendogli: «Dai Fido, abbaia! Voglio vedere chi risponderà, ma soprattutto come. Poi, a tempo e luogo, ci penserò io, forse nel modo in cui nessuno manco s’immagina …».

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Pietro e Paolo ad Antiochia, mosaico bizantino

A quanti vescovi e cardinali, a partire dai difensori indefessi della sana dottrina e dei valori non negoziabili, nella propria veste di membri del Collegio Apostolico, è passato per la mente di fare quell’ovvio che si trova peraltro indicato con estrema chiarezza nel Vangelo? E l’ovvio cristiano ed apostolico da farsi sarebbe stato questo: andare ad Antiochia, ossia in Vaticano, alla Casa di Santa Marta, rivestirsi di virilità paolina, prendere il Principe degli Apostoli e domandargli: «Senti un po’ Pietro, vuoi spiegare ai tuoi devoti e obbedienti fratelli apostoli che con te condividono l’onore e l’onere dell’episcopato, a quali giochi certe frange sempre più irrequiete stanno tentando di giocare sotto ai tuoi occhi? Ammesso giochino sotto gli occhi tuoi e che non sia proprio tu a farli muovere come delle pedine?» [Cf. Gal 1-2,7.14].

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… qua la mano!

Porgo la mia più sincera stima al Cardinale Kasper di cui non condivido affatto teologia ed ecumenismo, ma di cui apprezzo la fedeltà verso quella sua idea di Pietro spinta sino al punto di offrirsi alla pubblica mattanza come bersaglio di tiro, in questa nostra povera Chiesa che somiglia sempre di più ad un luna park dove nessuno controlla chi entra e chi esce e nella quale le montagne russe sono ormai prive di manutenzione tecnica, senza che tutto questo scalfisca però la nostra certezza di fede: le porte degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa fondata sopra la roccia di Pietro al quale Cristo ha consegnato le chiavi del regno [Cf. Mt  16, 18].

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… a te darò le chiavi del regno

Piaccia o non piaccia a certuni oggi Pietro si chiama Francesco, ed a lui dobbiamo devota e filiale obbedienza. Se invece si vuole usare ed abusare della Chiesa Cattolica per essere altro, il discorso cambia, trattandosi appunto di altro rispetto alla Chiesa fondata da Cristo sopra una precisa pietra, che è quella di Pietro. E oggi la pietra è Francesco, Vescovo di Roma e Pontefice Massimo, senza possibilità di cattolica discussione alcuna, se fedeli alla traditio catholica vogliamo essere, a prescindere dal fatto che il Santo Padre possa o meno circondarsi di cattive compagnie, di pessimi consiglieri e persino di “utili idioti”.

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4 commenti
  1. Antonio dice:

    Devo confessare che il piu’ delle volte che leggo i vostri scritti resto insoddisfatto, non riesco a trovare quasi mai la concretezza di una risposta. Il nostro Papa ci disorienta con le sue estemporanee esternazioni e siccome lui sa cosa sta provocando nel popolo di Dio, se ne buggera altamente nel provvedere a qualche chiarimento , cosi’ io fiducioso che mi aspetto da voi un supporto a questo mio sbandamento, ancora una volta rimango, come si dice, a becco asciutto! Per favore, obbedienza si, rispetto si’, ma se c’e’ da correggere , suvvia! La verita’ non conosce gerarchie!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Stiamo ripetendo da mesi e mesi che siamo di fronte ad una crisi della Chiesa e ad una decadenza senza precedenti storici. Ciò genera una situazione anzitutto di paralisi, che non nasce qualche anno fa, ma prende vita mezzo secolo fa.

      Nel suo articolo su Lutero, il Padre Giovanni Cavalcoli ha spiegato le ragioni storiche e socio-ecclesiali per le quali, non avendo agito prima, oggi è pressoché impossibile processare e sanzionare teologi ed ecclesiastici ribelli ed eterodossi, anche perché, come spiego io in una risposta ad un lettore, si sortirebbe come unico effetto quello di renderli delle celebrità protette dal mondo dei laicisti e dei mass-media [sia veda mio commento di risposta ad Atanasio all’articolo “il Papato crocifisso“].
      Ecc.. ecc ..

      Sinceramente, non so quali risposte specifiche lei si aspetterebbe, dinanzi a una situazione del genere.
      Una cosa è certa: noi non possiamo, non dobbiamo e, soprattutto, non siamo proprio in grado, di correggere il Successore di Pietro, in quanto a suo dire “la verità non conosce gerarchie”. La verità conosce eccome gerarchie: conosce gerarchie e conosce anche ruoli specifici e invalicabili.

  2. ettore dice:

    Don Ariel,
    che dice mai? E’ limitativo il ruolo di primattore, almeno co-sceneggiatore se non vero e proprio maitre a penser!
    Non ricorda le parole del primo Angelus ” In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Card. Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene..”? Quello è divenuto il testo-base del Giubileo!
    Non ricorda “Il vangelo della famiglia” e la relazione introduttiva al Sinodo?
    Non ricorda “Il matrimonio cristiano” e le proposte contenute?
    Non ricorda quest’altro libro “Papa Francesco – la rivoluzione della tenerezza e dell’amore
    Radici teologiche e prospettive pastorali” ?
    Non ricorda le parole “L’esortazione post sinodale che Bergoglio firmerà il 19 marzo segnerà l’inizio della più grande rivoluzione nella Chiesa da 1500 anni a questa parte”?
    Il “panzer” Kasper parla sempre a ragion veduta, perfetto alter ego.
    Lutero e l’ecumenismo? il copione è già lì scritto.
    Kasper non è vulnerabile. Sono altri che si fanno cogliere in fallo.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Ettore,

      mi ricordo … mi ricordo.
      Ma ricordo anche altre cose, che lei, fine studioso e persona dòtta, ricorda altrettanto bene e forse meglio ancora di me.
      Vede, in fondo, stiamo a parlare di un tedesco …

      … i tedeschi, se non ricordo male, hanno vinto diverse battaglie, ma se il mio ricordo non difetta in storia, pare proprio che abbiano perduto – e purtroppo anche male – tutte le grandi guerre.
      E’ scritto nel DNA di questo popolo, rimasto sempre, antropologicamente, un popolo barbaro, vincitore in battaglia, perdente in guerra.

      In fondo, solo un ammalato di teutonico romanticismo decadente come il buon Kasper, può illudersi di non essere “fregato” dall’antico genio italico.

      Durante l’ultima guerra, quando sul territorio italiano, da alleati che erano i tedeschi divennero invasori, che cosa accadde? Accadde che per metterli in condizione di crisi, bastava creargli degli imprevisti improvvisi, dinanzi ai quali non sapevano come reagire; perché la psicologia tedesca tende a ragionare a comparti stagno, anche in filosofia, anche in teologia.

      Semmai i tedeschi, dopo essere rimasti impietriti e paralizzati dall’imprevisto, reagivano dopo, rastrellando e fucilando 10 civili innocenti per ogni tedesco morto.

      Ora, siccome conosciamo da secoli la loro psicologia, è presto detto: creiamogli tutti i peggiori imprevisti, visto che noi italiani, in questo, siamo indiscussi maestri.

      E se la liberazione dell’Italia, l’abbiamo pagata all’occorrenza anche a prezzo di 10 italiani per un tedesco morto, la salvezza della Chiesa, siamo ben disposti a pagarla anche a prezzo di 100 italiani morti per un tedesco eretico che inneggia alle “virtù eroiche” dell’eresiarca Lutero.

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