Il coronavirus nella Quaresima del mondo. Nel mentre, tuttologi e dementi insultano vescovi e i sacerdoti sui social: «Atei senza fede, ci avete privati di Gesù!»

Padre Gabriele
—  attualità ecclesiale —

IL CORONAVIRUS NELLA QUARESIMA DEL MONDO. NEL MENTRE TUTTOLOGI E DEMENTI GRIDANO AI VESCOVI E AI SACERDOTI SUI SOCIAL: «ATEI SENZA FEDE, CI AVETE PRIVATI DI GESU!»

[…] aprire al culto pubblico delle chiese non può considerarsi un atto sicuro, pertanto andava immediatamente limitato, se non chiuso, come poi effettivamente accaduto. Il tutto, grazie a un’ampia fetta di popolo che, dalle piccole sino alle grandi cose, sembra ormai da lungo tempo specializzato a non ascoltare i pastori, anzi: semmai facendo persino il contrario di ciò che i pastori insegnano e chiedono, il tutto, non di rado, persino con atteggiamenti di compiaciuta sfida da parte di non pochi fedeli.  

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Autore:
Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

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14 commenti
  1. antonello
    antonello dice:

    Questa epidemia sta rivelando e svelando il cuore di molti. Ecco su questo sono perfettamente d’accordo e l’ho sostenuto sin dal primo momento. Questa epidemia è un momento di Grazia. Da non sprecare.

  2. Iginio
    Iginio dice:

    A quando una bella discussione col famoso Antonio Socci, un altro che non ama essere contraddetto e si atteggia a tuttologo in materia di religione?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      A dire il vero io l’ho contraddetto più di una volta e sono rimasto sempre suo amico.
      Antonio Socci è un giornalista professionista di talento, è un devoto cattolico con idee spesso sanguigne derivanti dal suo carattere e dal suo ceppo culturale tosco-senese; idee sulle quali si può discutere, ma mai si è atteggiato a teologo. Ha rivolto e rivolge critiche dove reputa opportuno rivolgerle, ma non lo fa elargendo lezioni di teologia.

  3. ClaudiusIII
    ClaudiusIII dice:

    La nuova bq, sito non molto amato, suppongo, da padre Ariel, ospita di una foto della benedizione impartita dall’arcivescovo di milano al nuovo ospedale in fiera dinanzi ad un centinaio di persone, distanziate, ma non troppo. Senza far eccessive polemiche, devo tuttavia concordare che ci sono chiese che possono ospitare decine e decine di persone, alcune centinaia di fedeli, distanziate due/tre metri. Nella Cattedrale di Asola, il mio piccolo paese, contando una persona per banco ( possono ospitare 6/8 persone almeno), ci possono stare almeno sessanta persone. Contando anche i più piccoli settanta; lasciando qualcuno in piedi o portando delle sedie distanti alcuni metri, sottolineo alcuni, si superano facilmente i cento posti. Le liturgie feriali sono frequentate al massimo da 50 persone. La chiusura, che sia del governo o del vescovo, lascia a dir poco perplessi. Se il problema fosse la messa festiva, basterebbe porre un numero chiuso massimo di fedeli- ad es. ad asola 100 ci stanno con distanze di 4/5 metri- ed aumentare il numero delle messe ad almeno 6. Il dubbio sul comportamento della cei resta ed è forte.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Sinceramente io non so se lei ha ascoltato i miei 25 minuti di video, evidentemente no.

      La mia riflessione si apre chiarendo, non in base alle mie opinioni, ma in base al deposito della fede cattolica, quello che è il ruolo dei vescovi nella Chiesa, da chi hanno ricevuto il loro mandato e quale è la loro potestas di governo pastorale.

      Ora, delle due cose l’una: o lei non ha proprio ascoltato quello che ho detto – ma in tal caso ci dovrebbe risparmiare i suoi commenti – oppure proprio non le è chiaro che lei, come qualsiasi fedele, non dovrebbe azzardarsi a proporre che cosa i vescovi devono fare in materia di pastorale, liturgia e disciplina dei Sacramenti, che cosa è giusto che facciano e come lo dovrebbero fare.

      Evidentemente, quando sin dall’inizio ho spiegato questo e chiarito che la Chiesa non è una democrazia parlamentare, lei non ha proprio inteso e persiste e insiste a dire ” … secondo me … io credo che … io penso che …”. Oppure lei commenta una video riflessione che non ha proprio ascoltato.
      Delle due l’una, oppure tutte e due.

      Infine: lei, come fedele cattolico, non può dubitare, come in conclusione afferma, dell’intero collegio episcopale di questo Paese, perché, in tal caso, farebbe bene, per coerenza, a cambiare davvero bussola di orientamento.

      • ClaudiusIII
        ClaudiusIII dice:

        Non ho ascoltato il suo video. Infatti ho commentato un altro articolo, quello di P. Scardocci. L’ho citata nella mia mail, ma non ho fatto osservazioni sul filmato. Mi spiace. Faccio commenti, fino a che mi è consentito, su ciò che leggo, non su altri articoli. Quindi, non sul suo. Nella mia mail, comunque, non noto allocuzioni tipo secondo me, io credo che, io penso che…non ritengo giusto, anzi non è giusto che mi “metta in bocca” parole che non ho scritto. L’Italia è varia, ma la densità di fedeli per celebrazione è nota ai vari vescovi. Una messa per 100 persone nel Duomo di Milano, ad esempio, non cozza assolutamente con norme ancor più restrittive delle vigenti. E’ un dato di fatto. Non pretendo di avere l’autorità dei vescovi, devo loro obbedienza entro certi limiti. Ma posso fare osservazioni critiche. E’ il minimo, non li reputo così ignoranti del concetto di densità e delle leggi. Per il resto, sia loro che lei avete il diritto di pensarla diversamente. I padroni della Chiesa, è bene ricordarlo, non sono i fedeli, ma neppure i preti. E, come rispose il cardinale segretario di stato a Napoleone, non riuscirete a distruggerla.

        • Padre Ariel
          isoladipatmos dice:

          Ostinandosi e persistendo a contestare i pastori della Chiesa, come se fosse suo diritto e libertà dire loro cosa fare e il modo migliore in cui farlo, lei getta tra le righe un episodio tragico e drammatico della storia della Chiesa, diverso come tale dalla citazione a sproposito fatta da lei a fine commento.
          Questo il fatto tragico e drammatico: dopo avere fatto prigioniero il Sommo Pontefice Pio VII nel 1806, nel corso del tragitto verso la Francia Napoleone disse al Cardinale Ercole Consalvi … «In pochi anni, io avrò distrutto la Chiesa!». Il Cardinale gli rispose: «No, Maestà! non ci siamo riusciti noi preti a distruggerla in 17 secoli, non ci riuscirete neppure voi».
          Con questa frase ribadì anzitutto la natura divina della Chiesa e il fatto che, per quando indegni e peccatori, i pastori ne sono suoi fedeli custodi.

          A parte questo, mi dica: ma se lei ce l’ha così tanto con i prete, perché non si iscrive all’Associazione Laici Anarchichi Anticlericali?

          • ClaudiusIII
            ClaudiusIII dice:

            Non ce l’ho con i preti, tutt’altro. Hanno avuto troppa fretta- i vescovi- nel chiudere le s.messe- i decreti tra l’altro parlano genericamente di celebrazioni, perchè lo Stato non può vietare la partecipazione alla Messa, in base al Concordato- ai fedeli. Mia sorella va a lavorare in fabbrica, le banche sono aperte, lo studio del mio commercialista è aperto e non è possibile celebrare una s. messa per 20, 30,40 fedeli in chiese di 2000 mq ? La matematica non è un’opinione. Non sono teologo, ma, se la mettiamo su questo (inutile) piano, lei non è un matematico. L’obbligo della comunione sulla mano, per i pochi che hanno avuto o i pochissimi che hanno ancora la possibilità di comunicarsi, poi è un assurdo ridicolo e tragico, perchè favorisce la diffusione del virus. Taccio del tentativo di alcuni, Bassetti in primis, di chiudere le chiese (quando nel centro sud c’era una percentuale infima di infetti): una evidente oscenità. Ci sono alcuni prelati e probabilmente alcuni sacerdoti più realisti del re. Qualcuno è un pavido, qualcuno è connivente con il nemico. Non ho usato il termine ateo clericali o cose simili. Ma, i vescovi, hanno commesso errori e taluni di questi sono gravi e palesi. Si potrebbero riaprire al pubblico le Messe per PAsqua, almeno, in spazi adeguati e a numero chiuso. Lo hanno chiesto ? Non sembra. Lo possono tuttavia fare autonomamente, ho letto bene. Non lo fanno? Liberissimi: libero io di giudicarli male. Non drammatizzo, ma ho la sensazione che si siano sottomessi a chi non vuole che la gente vada a messa.

          • ClaudiusIII
            ClaudiusIII dice:

            Far perdere alle persone comune l’abitudine alla s.messa, inoculare la sensazione che la fede e la messa non sono essenziali, far percepire ai piccoli e ai più deboli che il Potere può sanzionare chi partecipa alla messa, come un criminale comune: ecco l’obiettivo. Senza sacerdoti come posso sperare di non perdermi (eternamente, ma non solo)? Se li nascondono, me la prendo con i governi?. Se si nascondono loro, con chi devo prendermela? Mia madre è in ospedale in riabilitazione; se si ammalasse o mi ammalassi io, mi auguro che non crederà che io, nipote di un sacerdote cappellano di ospedale, mi attenga ai decreti dei vescovi e non chiami un sacerdote per la confessione! Io non voglio una chiesa senza preti e neppure una chiesa che valorizzi i laici, casomai l’esatto contrario. Capisco le necessità, ma devono essere reali. Non possiamo stare in casa per sempre; rischio di più al supermercato o in una chiesa semivuota? La matematica e la fisica, pure la medicina, dicono nel supermercato. Pertanto i vescovi ( e anche voi)hanno sbagliato le loro valutazioni. Adesso, col numero chiuso se necessario, riaprano le S.Messe al pubblico, almeno per Pasqua. Non mi interessa se il celebrante è santo o peccatore, se è frocio o si porta a letto le belle ragazze, se è colto o ignorante. Vivo con mia sorella e nella sua ditta ci sono casi: qualche rischio lo si corre sempre. Rischio meno a messa che in casa, mi creda. Buona Pasqua a tutti.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            «io non voglio» … «io voglio» … ma si rende conto di ciò che di grave afferma?
            Lei sta considerando i Sacramenti di grazia un suo diritto a suo di «io non voglio» … «io voglio» …
            E neppure posso invitarla a riflettere su ciò che di grave dice, perché l’ho già fatto più volte e con ampie spiegazioni, ma lei non ascolta altri che se stesso e le sue ragioni del tutto errate, quindi replica rincarando la dose.

          • Antonello
            Antonello dice:

            Sono d’accordo che la Chiesa non sia una democrazia e che sia uan struttura verticistica. Però credo che il problema non sia tanto obbedire o non obbedire a una direttiva ecclesiatica, ma il problema è di opportunità. La gerarchia può fare quello che vuole con i sacramenti (questo è il messaggio, piaccia o no, che passa fondamentalmente dai vostri articoli di questi ultimi giorni), ma non può pretendere che se i poveri dementi laici si sentano abbandonati, non esternino a loro modo questo disagio. Credo che in tutto questo si sia mancato di carità nei confronti dei fedeli. Ora Lei mi verrà a dire che sono i fedeli a non avere carità dei poveri pastori sofferenti, etc. etc. Ma oggettivamente non ci si può stupire se i fedeli avvertono la gerarchi acome un’accozzaglia (perchè in effetti la gerarchia stessa da tempo ha perso il senso verticistico della Chiesa, trasformandosi in accozzaglia, cioè in massa informe) di persone terrorizzate rinchiuse nei lor palazzi. Il messaggio poi del Santo Padre per la Settimana Santa è stato a dir poco glaciale. Ecco se posso sintetizzare direi proprio che in tutta questa faccenda si sia proprio mancato di carità, venendo almeno apparentemente meno da parte della Gerarchia alla sua missione di annunciare e portare Cristo al mondo, cioè in parole povere di essere Pastori con la P maiuscola. Non stupiamoci quindi se sempre più laici si chiedono quale sia l’utilità di simili pastori.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Caro Antonello,

            anche se mi sono sempre idealmente “identificato” – nel senso di ispirato – con la figura del Beato Apostolo Paolo, oggi mi sento molto il Battista che predica alle sabbia del deserto.

            Vede … i fedeli, o molti di loro, sono talmente presi dai loro dolori, più che comprensibili, al punto da essere sordi a qualsiasi ragionevole parola a loro rivolta. Per esempio: sono mesi e mesi che io scrivo e spiego che siamo dinanzi a una grande e dolorosa prova di fede. Una prova che, negli ultimi due mese, si è acutizzata ancora di più con la pandemia da coronavirus.

            Contrariamente a certi “soggetti tipo”, per mia struttura psicologica e per mia formazione spirituale, ecclesiale e teologica, parto sempre da una domanda: “Dove ho sbagliato io”. Ora lei comprende quanto talvolta io possa arrabbiarmi, partendo da questa mia impostazione, verso tutti coloro – non me ne voglia: lei incluso – che partono dal principio del tutto opposto: dove hanno sbagliato e dove sbagliano gli altri?

            Le pare possibile che da una parte vi sia un popolo di fedeli formato da vergini illibate vilipese e martirizzate e dall’altra un cattivo Pontefice, dei cattivi Vescovi, dei cattivi Presbiteri?
            Davvero le domando: le pare possibile?

            Noi Pontefici, Vescovi, Presbiteri, mi dica: di chi siamo prodotto e frutto, se non del Popolo di Dio? O conosce forse altro luogo dal quale Cristo ci sceglie e nel quale manda vocazioni?
            Volete Pontefici, Vescovi e Presbiteri scelti tra Arcangeli, Angeli, Cherubini e Serafini? E allora prendetevela con Gesù Cristo, che evidentemente ha sbagliato tutto e che persiste a scegliere invece i propri pastori tra il suo popolo.
            Insomma: vi duole proprio tanto dover ammettere che noi siamo la perfetta immagine vostra, o santi, illibati e lamentosi fedeli senza macchia e senza peccato?

            Dicevo che da mesi vado dicendo che siamo sottoposti a una grande e dolorosa prova di fede, dinanzi alla quale molti non trovano di meglio da fare che prendersela – come può vedere anche dai commenti qui inviati e pubblicati – con il Sommo Pontefice Francesco.

            Il Pontefice regnante è un uomo gravato di indubbi difetti e limiti, ha spesso il dono della non-chiarezza e dell’ambiguità, non è affatto estraneo a espressioni o a uscite infelici … e tutto questo, nel corso degli anni, io l’ho scritto e spiegato, senza esimermi dal rivolgere critiche all’uomo Jorge Mario Bergoglio e al suo carattere non facile.

            Piaccia o non piaccia, con buona pace di complottisti, di sostenitori di conclavi irregolari, sino a giungere a pesanti accuse di eresia e di apostasia dalla fede cattolica a lui rivolte, il Sommo Pontefice Francesco, per grazia o per disgrazia, per benedizione o per meritato castigo è il legittimo Successore del Beato Apostolo Pietro e il Vicario di Cristo sulla terra. Come tale dobbiamo a lui filiale rispetto e devota obbedienza, fosse anche il peggiore dei Pontefici dell’intera storia della Chiesa.

            Ci sono persone che mi accusano – quando non sanno più dove attaccarsi – di usare un linguaggio scurrile. Ovvio che lo faccio apposta e non certo per incapacità di controllo, esattamente come in questo caso, nel quale ricorrendo a un chiaro eufemismo le dico che, in questo momento di grande crisi senza precedenti nella storia della Chiesa, con una pandemia in corso e con lo scoramento, la paura e gli umori alle stelle, attaccare Pietro equivale a prendere una P38 e spararsi sui coglioni.

            Dunque la domanda che lei dovrebbe rivolgersi come molti altri ai quali io predico come il Battista nel deserto, è questa: come posso superare questa prova di fede? E, se non ci riesco, sarebbe bene domandarsi: perchè, non riesco a superarla? Forse sbaglio io, in qualche cosa?

            La Chiesa, nei momenti più difficili della sua storia è sempre stata salvata dall’unita. E l’unità non è mai stata indolore ma spesso pagata proprio a prezzo di dolore e sangue, una unità che è anzitutto unità con Pietro e sotto Pietro. E chi non comprende o si rifiuta di comprendere questo, danneggia la propria anima e danneggia la Chiesa.

            Infine, per quanto riguarda il suo lamento: «Il messaggio poi del Santo Padre per la Settimana Santa è stato a dir poco glaciale», posso risponderle che io ho pianto col cuore affranto, quando invece l’ho visto solo, zoppicante, con l’aria sofferente, in una Piazza San Pietro deserta, dinanzi al Santissimo Sacramento a pregare Dio per scongiurare questa pandemia, dando l’indulgenza plenaria ai malati gravi, a chi li assiste e accudisce. Una immagine terrificante: la Chiesa, tutta quanta, sta per entrare nell’Orto degli Ulivi dove tutti siamo chiamati a consumare una passione che sarà dolorosissima e che durerà chissà per quanto tempo prima che ci si possa riprendere. E dinanzi a questa evidenza terribile e drammatica, voi non avete proprio di meglio da fare che perdervi nei ciechi piagnistei di queste grandi, emerite e pericolose scemenze?

          • Padre Ariel
            Antonello dice:

            Rispondo alla risposta di padre Ariel qui, dato che non so perchè nella Sua risposta manca la possibilità di rispondere, come invece c’è altrove. Intanto La ringrazio per la considerazione che ha avuto del mio commento. Anche se come al solito molto verboso. A proposito, non sarebbe meglio sintetizzare un pò certi vostri articoli che effettivamente sono a volte troppo troppo lunghi e ridondanti? Tornando a quello che Lei mi ha risposto, Le faccio notare che non è entrato nel merito di quello che ho detto. IL succo del mio interventi è la mancanza di carità. Da ambo le parti, ovviamente. Come lei ha detto la Chiesa è sempre stata salvata dall’unità. Ma che segno di unità diamo se abbandoniamo i fedeli (sospendendo celebrazioni,confessioni e chiudendosi a doppia mandata in casa, alla faccia della strombazzata Chiesa in uscita) e voi per primi prendete a legnate (in senso figurato) gli stessi fedeli che prima di tutto esprimono il loro forte disagio? Credo che l’errore in cui cadiate nei vostri recenti articoli, sia quello di confondere quelli che dal mattino alla sera inveiscono contro il Papa con i tantissimi invece che oggi si sentono a disagio e in imbarazzo e per l’atteggiamento della gerarchia in questa pandemia e che fino a ieri non erano affatto critici nei confronti dei vescovi e del pontefice. Il fatto poi che i prebiteri e i vescovi sono scelti dal popolo di Dio, il qualepopolo a quanto pare a Lei sembra quasi fare schifo, non è una ragione sufficiente per affermare che i pastori abbiani “quasi il diritto” di essere mediocri. I pastori devono prendersi causa del prendersi cura del gregge. Quanto poi al chiedersi “dove sbaglio io”, Le assicuro che dai suoi articoli e dalle Sue risposte ai commenti, tale struttura psicologica che Lei afferma di avere, non traspare affatto. Anzi traspare proprio il contrario. Basti guardare cosa ha scritto due righe dopo:«Noi Pontefici, Vescovi, Presbiteri,..». Cioè mi faccia capire, perchè da quello che Lei scrive così sembra… Lei è pontefice? Forse era meglio dire «noi presbiteri, vescovi, pontefici..» per lo meno. Concludo riguardo alle accuse di scurrilità. Al di là dello scurrile, mi permetta e non me ne voglia, Lei appare a tratti (scientificamente o meno come Lei dice) triviale. Certi atteggiamenti potranno essere d’effetto tra il “sottoproletariato” romano, ma se attraverso il vostro sito l’intenzione è quello di raggiungere le diverse zone della penisola italica, forse è il caso di cambiare approccio o si finirà per essere da molto (certamente non da tutti) scambiati per dei buzzurri anzichè dei teologi.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            1. Legga il suo messaggio;
            2. legga la mia risposta;
            3. legga di nuovo la replica che ha inviato alla mia risposta.

            Fatto questo domando a chiunque ci legge: predico, o non predico nel deserto come ho lamentato?
            Ma soprattutto: ecco come reagiscono le persone che si sentono toccate nel vivo.

            E’ tutto qui, in ordine cronologico, basta solo leggere.

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