From the survivors of the catastrophic cinematography to the Kingdom of Christ which has no end
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Padre Gabriele grazie!
Ho letto con interesse la riflessione proposta sulla Parola dell’ultima domenica.
Mi ha dato una grande consolazione e una via: la semplicità, la serenità nell’andare avanti fiduciosi in Dio. La serietà con cui prendere la propria vita, guardando a quei peccati che commettiamo più di frequente e ai quali non facciamo neanche più caso.
Il tutto con moderazione e nessuna forzatura.
Mi è tornato alla mente un passo del Profeta a me molto caro:
Isaiah 30, 15
Poiché così dice il Signore Dio, il Santo d’Israele:
«Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza,
nell’abbandono confidente sta la vostra forza».
Lei ha donato un esempio meraviglioso di come fare l’omelia per aiutare i fedeli che arrivano assetati e desiderosi di arrivare ben disposti all’incontro eucaristico con il loro Re e Signore Cristo Gesù Amore.
Pax
Chiedo scusa per le ripetizione.. arrivano…arrivare…non ho riletto prima di pubblicare.
And so be it!!
Agree with you. Devo fare il mio dovere. Nulla di più e nulla di meno. Non è mio dovere avere fede, è mio dovere fare ciò che la mia coscienza mi dice esser mio dovere fare. Non so se ci sarà qualcosa. La mia vita un giorno, near or far, si concluderà. Nessuna ansia, nessuna agitazione; massima tranquillità, come suggerisce Paolo; lavorare (cioè fare ciò che devo fare), senza fretta ma senza sosta.
Concluso il mio percorso, ci sarà un Dio che mi giudica? I do not know; in ogni caso ci sarà la mia coscienza che mi giudica.