Autore Padre Ariel

Divorziati risposati? La parola spetta adesso a Pietro, sul quale Cristo ha edificato la sua Chiesa

DIVORZIATI RISPOSATI? LA PAROLA SPETTA ADESSO A PIETRO, SUL QUALE CRISTO HA EDIFICATO LA SUA CHIESA

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Dal discorso del Sommo Pontefice Francesco: « […] Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chiesto: che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia? Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite. Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novità cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile. Nel cammino di questo Sinodo le opinioni diverse che si sono espresse liberamente – e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli – hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo un’immagine viva di una Chiesa che non usa “moduli preconfezionati”, ma che attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per dissetare i cuori inariditi ».

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Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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Avvenire 24.10.15 - 4

Avvenire del 24.10.2015, il servizio dedicato a Giovanni Cavalcoli dal quotidiano dei Vescovi italiani

Nel corso degli ultimi dieci giorni, il Padre Giovanni Cavalcoli ed io abbiamo disquisito su alcune delle tematiche più scottanti in fase di discussione al Sinodo sulla famiglia, basta scorrere i nostri ultimi articoli per trovare tutte queste recenti disquisizioni.

Se non fossimo uomini di fede e non vivessimo il sacerdozio e la speculazione teologia come un servizio, oggi potremmo rallegrarci con l’infelice frase: «Avevamo ragione!». Cadendo in tal modo nell’errore da noi criticato attraverso l’accusa rivolta a coloro che hanno tentato di “dogmatizzare” le proprie opinioni sul pretesto della presunta difesa delle verità di fede. 

Noi non abbiamo alcuna ragione, perché nessuno ha ragione, nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Chiunque difenda la verità dall’errore non segna la vittoria propria, ma la vittoria di Cristo. L’unica vittoria è stata infatti quella del Corpo della Chiesa, che attraverso il Collegio dei Padri Vescovi riuniti in sinodo ha fatto prevalere, nell’ossequio e nell’obbedienza alla fede, il pastorale senso comune.

Sia però chiaro: al momento non è accaduto niente e nessuna disciplina è stata modificata. Il Santo Padre dovrà scrivere la Esortazione Apostolica post sinodale, che è un atto suo, personale, nel quale potrà o non potrà tenere conto della relazione finale e di quanto emerso dalle discussioni dei Padri Sinodali. Per il momento, la disciplina alla quale attenersi, è quella sino a oggi dettata dalla Chiesa, senza alcuna alterazione.

A smuovere i cuori di certi farisei rinchiusi nel microcosmo dei loro legalismi cervellotici, non c’è riuscito neppure il Verbo di Dio fatto uomo, quindi non ci riusciranno certo i Padri dell’Isola di Patmos, che desiderano però rivolgere a costoro un supplice invito al sensus fidei : «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato» [cf. Mc 2,27-28]. In queste parole e in quelle che seguono è spiegato tutto ciò che ogni pio cristiano dovrebbe sapere:

«Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini » [cf. Mt 15, 7-9].

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CONCLUSIONE DEI LAVORI DELLA
XIV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

QUI

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21 commenti
  1. readysteadygo dice:

    Bella risposta, davvero. Contiene ineluttabili verità.
    Ma il Papa della Chiesa dei Poveri è anch’egli tenuto a scuotere la polvere dai propri calzari quando esce dalla casa di Scalfari?
    I suoi rapporti con le prostitute che lei dice aver dismesso, dunque, io li vedo continuare. Con una in particolare, di meretrice. Non capisco se lo faccia per carriera, per idolatria di sè stesso o ancor peggio: per ostacolare il Progetto di Dio. Volendo forse promuoverlo: quasi fosse necessario il Suo aiuto d’uomo..
    Sostenendo l’insostenibile, dando credibilità all’incredibile, nome all’innominato, Don Ariel: Lei firma la Sua condanna. Si riconosca Sacerdote di Dio!
    La smetta di fare il sacerdote della chiesa dei poveri. Faccia morire Don Ariel S. Levi di Gualdo con la sua altisonanza e rinasca don Stefano, che ora è nascosto dietro quel punto che è simbolo adimensionale ed infinito. Quasi si vergognasse di fronte a Dio!
    Non mi pubblichi, come spesso ha fatto. Ma pensi con attenzione a quanto ho scritto per Misericordia Spirituale nei Suoi confronti di Sacerdote della Chiesa di Gesù. Che chiamata ha ricevuto? La ricorda? Chi deve servire? La Chiesa di Gesù o la chiesa dei poveri?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Lettore.

      Mi dispiace che certi cattolici abbiamo preso la terminologia tipica di certe sètte protestanti radicalmente anti-cattoliche.
      Non posso tornare “Stefano”, mio splendido nome di battesimo, per un semplice fatto: sarebbe come chiedere a Paolo di tornare Shaul, o ad Agostino di tornare Aurelio.

      Ubi Petrus, ibi Ecclesia, et nulla salus extra ecclesiam.

      • readysteadygo dice:

        A me dispiace invece che siano certi Sacerdoti ad avere le “sètte” di salame, radicalmente anti-gastronomiche, davanti agli occhi. E non vedano che la Parola di Dio è stata invece fatta a fette laddove era da mantener totalmente, inequivocabilmente, integra per mantenere intatto il gusto e la digeribilità per i figli di Dio che in Gesù si riconoscono fratelli.
        Ubi Petrus, ibi Ecclesia, et nulla salus extra ecclesiam.
        Lo posso scrivere anche io, perchè parlo della Chiesa di Gesù Cristo innanzitutto; e di nessun’altra.
        E ne parlo come figlio di Dio, Cattolico, Apostolico, Romano. Consacrato al Carmelo e in aspirantato alla CfD.
        p.s. Per quale indicazione particolare ha dunque mantenuto la “S” puntata? Stava aspettando me per farmi la lezioncina 🙂

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Carissimo.

          Lei conferma di fatto con le sue stesse parole quello che le ho appena risposto, glielo spiego con un altro esempio: gli Evangelici, o Pentecostali, dicono che noi siamo indubbiamente cattolici, ma che come tali non siamo cristiani.
          Come vede cambia la musica ma la banda è sempre la stessa.
          Le auguro una felice festività dei morti, ed anche, come dicono a Roma, de li mortac

          • readysteadygo dice:

            Che pathos a Patmos! Le parole sono pietre: ho parenti molto cari defunti da poco e cui sto rendendo omaggio tra ieri ed oggi La invito ad una sincera riparazione, perchè non ho colto, se c’era, la vis comica. Inoltre mi chiamo ancora Stefano e le pietre, sa…
            La mia intenzione non era andare Off Topic: Lei invece sta tentando di strattonarmi alla rissa verbale.
            I miei commenti sopra erano tutti dedicati al sì-nodale sinodo. Tale “nodalità” io non l’ho capita ed attendo gli effetti delle nuove indicazioni pastorali di chi, parlando da dottore privato, ha definito anche lei non cattolico. Un altro Dottore, (certo un po’ più spesso), Tommaso d’Aquino, mi corregga se sbaglio: avrebbe cacciato chiunque avesse contestato la inconfutabilità che una mela che è una mela.
            Sostenete su quest’isola che non è cambiato niente? E’ cambiato tutto! Tanto che Lei è disposto ad accettare che la mela (che è Parola e Vita di Gesù, il Cristo) possa essere non più una mela, perchè il Papa della Chiesa dei Poveri ci spiegherà come potrà non esserlo. I papi della Chiesa di Gesù, fondata su di Sè, laddove rotolò il sasso che è Pietro: mai ci sarebbero riusciti. Troppo spirituali.. poco…

  2. ettore dice:

    Rev.Padre,
    per capire quanto siano variegati i pensieri e le parole del Papa. bisogna necessariamente leggere anche Repubblica.
    http://www.repubblica.it/politica/2015/11/01/news/dalle_miserie_politiche_alle_alte_visioni_di_francesco-126366372/?ref=HRER2-1
    Anche oggi Scalfari nella seconda parte della sua “lenzuolata” domenicale:
    1) ci informa di aver avuto il 28/10 un lungo scambio telefonico in cui il Papa si sarebbe complimentato per il contenuto dell’articolo segnalato in un commento qui sopra,
    2) sviluppa una delle sue ormai tipiche antropo-socio-poli-teologiche digressioni in cui esplora, interpreta e motiva le “alte visioni” e traccia le linee guida del prossimo futuro della Chiesa.
    3) svela l’ennesima confidenza ricevuta, testuale:
    “Questo è stato il contenuto della nostra telefonata. Con un’altra informazione di Francesco che mi ha detto: a marzo scriverò un lungo saggio sulla Chiesa missionaria e i suoi obiettivi. Poi, telefonicamente, ci siamo abbracciati.”
    Nel profondo del cuore, prego affinché, provvidenzialmente, qualche buon seme possa germinare tra i lettori di questo autorevole quotidiano.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Ettore.

      Io che non sono né un “prete di strada” né tanto meno un “prete da marciapiede” e che ogni anno ricevo sempre in dono da mia madre una nuova talare di lusso fatta dalle mani di un bravo sarto pontificio, certe cose le ho sempre fatte e le faccio senza suonare la tromba.
      E pur non suonando la tromba, desidero raccontarle alcuni fatti a semplice e puro titolo di esempio …

      Quando tra il 2008 e il 2009 alloggiai presso la casa sacerdotale internazione dei Legionari di Cristo a Castel di Guido (Roma), poco dopo conoscevo, una per una, tutte le prostitute che lavoravano sull’Aurelia.
      Il piccolo e stolto rettore della casa sacerdotale, un giorno mi disse che ero un imprudente, precisando: «Se qualcuno a distanza, con un tele-obiettivo, ti fa una fografia, capisci che potrebbe recarti un irreparabile danno»? Sorrisi con “paterna” pena a quell’omuncolo mai cresciuto e gli risposi: «… e se un paparazzo mi fa a distanza una foto, mentre vestito da prete, in pieno giorno, regalo una corona del rosario ad una prostituta, che se ne può fare di una foto del genere? O la pubblica sull’Osservatore Romano, o sull’Avvenire, o su Famiglia Cristiana …».
      I miei rapporti pastorali con le prostitute seguitarono poi nel pieno centro di Roma, quando prestavo servizio presso un’antica basilica nei pressi della Stazione Termini, anche se quelle erano perlopiù prostitute “d’alto bordo”.

      Ebbene, ammettendo pure che fingessero o che recitassero – cosa che non credo – posso dirle che non ne ho conosciuta una sola felice di fare quel mestiere; e nessuna di loro, provenienti 9 su 10 dagli ex Paesi dell’Est, tutte ragazze giovani e veramente molto belle, erano giunte in Italia per fare quel mestiere, ma vi erano giunte con tutt’altre promesse e garanzie, finendo poi in meccanismi di ricatto e temendo per i propri familiari rimasti nei loro Paesi.

      Nel 2010, dopo la Messa di Natale, uscii dalla basilica romana dove s’era tenuta la celebrazione natalizia e andai a portare a ciascuna di loro un piccolo Gesù Bambino.

      Se – grazie a Dio! – non sono diventato vescovo ausiliare di Roma, forse è stato anche perché, queste e altre cose d’ordinaria “amministrazione” sacerdotale, non le ho mai pubblicizzate, né direttamente né tramite certi movimenti cattolici radical chic; mi riferisco ovviamente agli amanti dei poveri e della Chiesa povera con il super attico ai Parioli e la villa ai Castelli Romani.

      La mia modesta esperienza con le prostitute mi insegna questo: c’è una grande differenza, ma non formale bensì proprio sostanziale, tra chi è consapevole di essere nell’errore e di vivere nell’errore – o se vogliamo nel peccato, più o meno attenuato da complesse situazioni come quelle appena illustrate – e chi invece, come Eugenio Scalfari, è fiero del proprio errore, della propria chiusura a Dio, alla fede e alla grazia. E per meglio sostenere sono ateo e me ne vanto, antepone di tanto in tanto la sua amicizia col Santo Padre.

      Come maestri e come saggi consiglieri, io non ho mai avuto gesuiti alla Spadaro specializzati in marketing delle comunicazioni a effetto, ma ho potuto beneficare dei consigli e dell’esperienza di autentici uomini di Dio. Quanto basta ad applicare, di fronte agli Scalfari di vario genere, il saggio monito evangelico: « Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi» [cf. Mt 10,14], procedendo verso chi è disposto ad accogliere voi che – sottinteso – portate Me, perché «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato» [cf. Mt. 10,40].

      Visuali diverse dell’idea di pastorale, semplici visuali diverse …

  3. nonsonobigotto dice:

    Madonna di Giampilieri Marina 15-09-15: “…Io vi dico, figli sacerdoti, che le parole di Mio figlio Gesù non si discutono ma si obbediscono. Dove c’è amore, voi portate amore. Rispettate i comandamenti di Mio figlio Gesù e cambiate la vostra vita andando verso Gesù.”

    E’ forse questo il modo di obbedire alle parole di Gesu’?, e’ forse questa la maniera di rispettare i comandamenti di Gesu?
    Mi dispiace vedere come consacrati al Signore siano pronti a svenderLo e a mettere in dubbio cio’ che Egli stesso ha detto, mi dispiace ma coloro che si “fregano le mani” nella speranza di dar vita al cambiamento rischiano di rimanere “fregati” per sempre….
    Quando ascolto e leggo delle due fazioni che sembra si siano venute a creare non mi e’ difficile capire in quale fazione “alloggi” lo Spirito Santo!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Per favore, dica a nome mio alla Signora Madonna di Giampilieri Marina di farsi gli affari suoi e di non scocciarci con le sue stoltezze, comunicandole semmai che la Madonna, quella vera, la Mater Dei, ubbidisce alla Chiesa e non è mai stata una “isterica apocalittica”, ma in tutti i suoi messaggi, quelli riconosciuti dalla Chiesa, ci ha dato sempre, anzitutto e soprattutto, parole, segni e inviti di grande speranza, ma si trattava, appunto, della Mater Dei, non della Madonna di Giampilieri Marina

  4. ettore dice:

    Rev. Padre,
    riguardo al bel discorso finale del Papa, Lei cita il testo di alcuni passaggi… ma il tono usato non è stato forse sferzante, un poco stizzito? Evidentemente si avevano altre aspettative.
    Circa la conclusione del sinodo, è preoccupante quanto ha scritto Scalfari, nella ormai consueta e zoppicante “omelia” domenicale. alludendo a presunte confidenze del papa e del card. Martini.
    http://www.repubblica.it/politica/2015/10/25/news/conservatori_e_temporalisti_lo_frenano_ma_francesco_non_si_fermera_-125834299/
    Circa la comunione, ogni cardinale legge a proprio gradimento i paragrafi della relazione finale.
    Che dire poi del tweet di Spadaro “Non privatevi della comunione nè astenetevi da questi santi misteri per esservi macchiati di peccato” San Cirillo di Gerus., Cath Mist XXIII
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-cyberteologo-e-leucarestia-di-san-cirillo-14228.htm
    Signore, abbi pietà di noi tutti.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Ettore.

      Bisogna evitare anzitutto confusioni di alcun genere.
      Non è stata stabilita alcuna nuova norma e disciplina. Le norme e le discipline della Chiesa rimangono quelle in vigore ieri e oggi.
      Il documento riassuntivo stilato a chiusura del Sinodo, non è una esortazione apostolica.
      Quando il Sommo Pontefice darà la sua esortazione apostolica, essa conterrà e dettaglierà ciò al quale noi ci dovremo attenere.

  5. readysteadygo dice:

    Se una mela è una mela: che bisogno c’era di indire un consesso di scienziati per definire che effettivamente è una mela? Alcuni dei convitati al meeting probabilmente tornerebbero a casa, ridendo dell’imbecillità!
    Chi è dunque questo papa che sente la necessità di discutere Regole Regalmente istituite dal Re dell’Universo? Colui che edificò su Sè Stesso, Roccia, laddove il sasso Pietro rotolò: la sua Chiesa?
    Luogo di Sapienza assoluta, come si intravede anche dal nome di questa Santa Istituzione: Chi-E’-Sa.
    Chi sono gli scienziati fra i quali nessuno è tornato a casa, ridendo?
    Felicitandomi certamente che il risultato sia stato una conferma che la mela è proprio una mela: mi chiedo l’effetto che possa fare la perplessità di anche solo 1 di questi scienziati di fronte al frutto che per loro non è più esattamente tale!
    Alea iacta est! Il dado/danno è stato lanciato: ne vedremo le mostruosità fra non troppo tempo.
    Ci si interroga sui media che inneggiavano alla vittoria del mondo, Alcuni inneggiano ancora… I delusi del risultato… cavolo… pensavo di esser salvo… allora è vero: Il Dio Cattolico non esiste
    Non bisognava toccare la mela. Ancora una volta: non…

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Lettore.

      Nessuno può dire, ipotizzare o analizzare niente, fin quando il Santo Padre non darà la sua esortazione apostolica.
      Se poi, il Santo Padre, dovesse dire che una mela è una mela, al limite ci chiederemo che bisogno c’era di convocare un Sinodo per ribadirlo; se invece dirà che una mela non è una mela, in tal caso, con obbedienza nella fede, prenderemo atto che una mela non è una mela, anche perché in tal caso ce ne spiegherà tutti i più ragionevoli motivi.

  6. Angelo Bellettini dice:

    Da semplice laico desidero ringraziare i padri dell’Isola di Patmos per gli articoli con cui hanno discusso – con ponderatezza e senza animosita’ – di temi cosi’ critici e divisivi. E’ un bene che ci siano ancora in giro teologi che sanno abbinare un cuore di padre a una mente di dottore. Non e’ facile mantenere il sangue freddo in un tempo in cui i modernisti scatenano contro la Chiesa i media come fossero branchi di lupi, mentre presunti traditionalisti urlano al Papa eretico (personalmente non sono affatto un fan di certe uscite pubbliche del Santo Padre e ancor meno di certi Eminentissimi Cardinali alla Maradiaga, ma da qui a gridare che la Santa Sede e’ tra le spire dell’eresia ce ne passa). Non era facile mantenere la calma e il sangue freddo ma i Padri dell’Isola ce l’hanno fatto e ci hanno regalato una collana di articoli di alto valore teologico., pastorale ed umano.

    Un ringraziamento e un saluto da un ravennate come il Padre Cavalcoli.

  7. Manuel dice:

    Qualcuno potrebbe per caso fornire il link a cui leggere l’intervista del P. Cavalcoli su Avvenire? Grazie e complimenti!

  8. Padre Ariel
    Don Angelo Rossit dice:

    Faccio 1+1 che inevitabilmente, e fino a non facile prova contraria, come risultato da 2.
    Quando due giorni fa ho letto su Avvenire l’articolo dedicato a padre Giovanni Cavalcoli, ho capito una cosa: l’organo ufficiale dei vescovi italiani (perché di questo stiamo parlando, non del rotocalco “Il mio Papa”) ha appoggiato ciò che avete scritto sull’Isola di Patmos.
    Se però, per qualcuno, 1+1 fa 3, che allora lo dimostri.
    Sono stato contentissimo leggendo quell’articolo, perché ho appoggiato da subito in toto la vostra linea pastorale, equilibrata e colma di buon senso cristiano, e ho usato le vostre argomentazioni per dare chiarimenti a molti fedeli, e non sono stato l’unico prete a farlo, ne conosco personalmente altri 3 solo del mio circondario che hanno fatto altrettanto.

    • Padre Ariel
      vittodon.89 dice:

      Don Angelo, suppongo che uno dei tre del circondario sia io che per chiarire il discorso sui divorziati risposati ho usato un articolo di padre Cavalcoli e un articolo di padre Ariel, dicendo naturalmente alla gente chi erano i teologi che si spiegavano in quel modo e dove potevano trovare i loro scritti.
      don Vittorio

  9. Padre Ariel
    srlucy.122 dice:

    In effetti, il testo del Papa, sembra proprio scritto dai padri dell’Isola di Patmos, c’è poco da dire: avete scritto giorni e giorni prima, quello che poi, il Papa, ha espresso nelle sue conclusioni, e questo è un fatto, puro e semplice fatto.

    Sr. Lucia

  10. Padre Ariel
    Michele Gazzaneo dice:

    … e come volevasi dimostrare, la cordata di coloro che sostengono che l’uomo è stato creato appositamente per il sabato, e non viceversa, già sono scatenati, tra blog e siti, ad urlare “ar papa eretico!”.
    E se anche in questo avesse ragione il padre Ariel, quando molti mesi fa scrisse che, il papa, tornerà a indossare le scarpette rosse, e ciò per quello che significano: il martirio?
    Personalmente posso dire che, in questo panorama schizofrenico, dove tutti si sono improvvisati esperti e teologi, siete stati gli unici (almeno per quanto mi riguarda) ad aiutare molti ma molti cattolici disorientati da certa propaganda … farisaica.

  11. andre@ dice:

    Senza gli articoli di Padre Cavalcoli, avrei fatto molta fatica a comprendere la differenza fra peccato e la condizione oggettiva, a volte insuperabile, che lo facilita ma non lo determina meccanicamente. Ho passato i miei mal di pancia, soprattutto per l’essermi trovato inaspettatamente in quella che pensavo fosse la trincea nemica … poi ho capito che non e’ una questione di trincee ma di caritas in veritate, e quindi si puo’sopportare con pazienza anche qualche transitorio mal di pancia. Senza di voi non so se ce l’avrei fatta.
    Credo sia difficile sopravvalutare l’importanza dell’Isola di Patmos in questo momento di confusione … Che lo Spirito Santo vi assista sempre.

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