VIDEO – In diretta da “Il salone letterario” de “Il Monito”. Francesco Mangiacapra e Padre Ariel S. Levi di Gualdo

— I video de L’Isola di Patmos —

VIDEO – IN DIRETTA DA IL SALONE LETTERARIO DE IL MONITO : FRANCESCO MANGIACAPRA E PADRE ARIEL S. LEVI DI GUALDO

Questa mattina alle ore 11.30, il direttore editoriale Rosa Criscuolo ha realizzato questa bella intervista di ampio respiro culturale e umano

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Dall’Isola di Patmos, 6 novembre 2021

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saggistica (mese di novembre/dicembre):

DAL PROZAN AL PROZAC, Ariel S. Levi di Gualdo — Ivano Liguori, Ofm. Capp.

IL SEGNO DI CAINO, Ivano Liguori, Ofm. Capp.

narrativa (mese di dicembre):

LE ULTIME LACRIME DI GIULIANO, Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

IL CAMMINO DELLE TRE CHIAVI, Ariel S. Levi di Gualdo 

 

 

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«Il golpe del politicamente corretto» un libro imperdibile di Francesco Mangiacapra che analizza anche i peli del re nudo politically correct

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

«IL GOLPE DEL POLITICAMENTE CORRETTO» UN LIBRO IMPERDIBILE DI FRANCESCO MANGIACAPRA CHE ANALIZZA ANCHE I PELI DEL RE NUDO POLITICALLY CORRECT 

«Quando la democrazia viene corrosa dal cancro del politicamente corretto, essa si trasforma in dittatura delle minoranze, un regime antidemocratico il cui integralismo è costituito dal negazionismo della realtà oggettiva per privilegiare un fanatico senso estremo di rispetto verso tutti, nel quale, pur di non incappare in una potenziale offesa a discapito di determinate categorie di persone, si discrimina, si nega e si abiura la libertà di pensiero e di espressione delle maggioranze. 

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Un omosessuale che non si identifica nella potente lobby gay finisce ostracizzato e riceve il plauso di quel pubblico sovranista e cristiano da loro tanto aborrito: questo è quanto è accaduto all’ex gigolò Francesco Mangiacapra, noto per aver presentato al Vaticano un dossier su cinquanta preti gay suoi ex clienti.

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«Il gigolò e l’amico prete» è la prefazione scritta per il libro di Francesco Mangiacapra da Padre Ariel S. Levi di Gualdo, fondatore delle Edizioni L’Isola di Patmos. E già questo è un programma [cliccare qui per aprire il PDF con la quarta di copertina]

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La cappa di piombo del “politicamente corretto” grava su una società indifferente alle vere violenze, ma pronta a esporre alla Gogna, per una battuta o una satira innocua, chi osa opporsi al pensiero unico. Sprezzanti la libertà di pensiero, si è giunti a proporre una legge che punisca non tanto parole opere e omissioni ma i pensieri dei non allineati. In Il golpe del politicamente coretto Mangiacapra analizza alcuni temi significativi della civiltà moderna, spaziando dalle dinamiche relative alle politiche sull’immigrazione, alla disfunzione degli organismi canonici verso una grande fetta di popolazione per favorirne una minoritaria; analizza l’ipocrisia dilagante del “politicamente corretto” e la disinvoltura con la quale questa viene diffusa offuscando le menti meno attente che si auto-sviliscono, abbracciando filosofie di pensiero che spesso portano a limitare la facoltà di giudizio e di espressione di chi si lascia coinvolgere in questo vortice di finto perbenismo.

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«Quando la democrazia viene corrosa dal cancro del politicamente corretto» afferma Mangiacapra: «essa si trasforma in dittatura delle minoranze, un regime antidemocratico il cui integralismo è costituito dal negazionismo della realtà oggettiva per privilegiare un fanatico senso estremo di rispetto verso tutti, nel quale, pur di non incappare in una potenziale offesa a discapito di determinate categorie di persone, si discrimina, si nega e si abiura la libertà di pensiero e di espressione delle maggioranze. Una tirannia che pretende di delegittimare la società civile della facoltà di opinare su qualsivoglia gruppo minoritario sociale, politico o religioso perché essi sono diventati tutti inoppugnabilmente sacri e intoccabili».

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Il saggio di Mangiacapra ha il pregio, anzitutto, di non essere un prodotto dettato dalla emotività, ma piuttosto una ricerca a lungo ponderata e perciò ricca di articolate analisi oggettive. Ne emerge una critica illuminante a una élite — il cui modus operandi è ormai assurto a sistema — che esige di regolare tutto in funzione della presupposta superiore capacità dei suoi membri di leggere e interpretare le problematiche psico-fisiche etiche e sanitarie della società attuale e conseguentemente di applicare le soluzioni — a loro dire — evolute, più idonee ed efficaci nell’interesse di certe, particolari minoranze, di cui si presentano come filantropici benefattori. La mentalità sottesa alla regola finisce per instaurare la dittatura della piccola minoranza, favorendo “il più intollerante”, di fronte a una maggioranza disattenta, flessibile, subdolamente circuita e poi vessata. Agiscono secondo una strategia sociopolitica molto precisa e sofisticata mediante la quale il fanatismo ideologico di pochi – che spacciano una serie di dogmi laici per imperativi etici – introduce di fatto un totalitarismo strisciante nella testa delle persone riuscendo a obnubilare il buon senso e l’interesse collettivo della maggioranza. Sono riconosciuti come difensori del politically correct e per questa presunta benemerenza sono sostenuti da campagne pubblicitarie e pseudo-informative ben orchestrate dai mezzi di comunicazione attraverso giornali, riviste, programmi culturali, d’inchiesta e di approfondimento, serie tv, film, talk show dove alcuni loro esponenti sono ospiti fissi, molto attivi sui social e seguiti da schiere di followers.

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A una lettura superficiale si potrebbe concludere che Mangiacapra proponga una visione misantropica, misogina e razzista della vita, ma in realtà l’oggetto della critica non è l’individuo singolo o la singola tematica ma la strumentalizzazione che una determinata fascia politica e intellettuale fa circa le tematiche più controverse della nostra epoca: l’Autore non odia le donne ma contesta il femminismo becero, non odia gli animali, ma contesta l’animalismo esacerbato, non odia gli stranieri ma contesta le politiche sconsiderate sugli stranieri. Chiaro è lo scopo di condurre dei ragionamenti che hanno l’obiettivo di smontare la propaganda nazionalpopolare che una certa intellighenzia vuole propinarci attraverso i mezzi di comunicazione.

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Un saggio politicamente scorretto in un regime dove il diritto di critica si è trasformato in “un’inversione dell’onere della prova”, e il buonismo imposto per legge assurge a dottrina ufficiale del totalitarismo liberal-democratico. Tematiche per le quali, da anni, l’attivista gay per l’autodeterminazione sessuale e i diritti civili, viene censurato sui social network e ostracizzato proprio dalla lobby delle stesse associazioni LGBT.

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Infine sono lieto di informare tutti i nostri lettori che a partire dalla stampa di questa opera, i libri in vendita sono disponibili sia con la consueta copertina flessibile che con la copertina rigida, come di seguito indicato:

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Dall’Isola di Patmos, 4 novembre 2021

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IL SEGNO DI CAINO, Ivano Liguori, Ofm. Capp.

narrativa (mese di dicembre):

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IL CAMMINO DELLE TRE CHIAVI, Ariel S. Levi di Gualdo 

 

 

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NOVITÀ – È stato ristampato il libro «Erbe Amare», inattaccabile e inattaccata critica storica al Sionismo politico che lanciò Ariel S. Levi di Gualdo come saggista nel 2006

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

È STATO RISTAMPATO IL LIBRO «ERBE AMARE», INATTACCABILE E INATTACCATA CRITICA STORICA AL SIONISMO POLITICO CHE LANCIÓ ARIEL S. LEVI di GUALDO COME SAGGISTA NEL 2006

Da anni si parla d’Ebraismo senza gemere su quel che è diventato: un fenomeno alla deriva politica rivestito d’aura religiosa. Queste pagine guidano il Lettore in un viaggio nel mondo arcaico con stile avvincente e non privo d’ironia, attraverso narrazioni che sminuzzano la figura dell’ebreo assurto a icona della vittima oppressa

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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In copertina: Marc Chagall: Il rabbino di Vitebsk opera nota come L’ebreo in preghiera. Olio su tela, anno 1914. Museo d’Arte Moderna Ca’ Pesaro Venezia

La Shoah ha reso agli ebrei la purezza da tempo perduta dando vita al tabù sociale di una ebreolatria che impedisce di narrare alla piazza le nudità del re.

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Da anni si parla d’Ebraismo senza gemere su quel che è diventato: un fenomeno alla deriva politica rivestito d’aura religiosa. Queste pagine guidano il Lettore in un viaggio nel mondo arcaico con stile avvincente e non privo d’ironia, attraverso narrazioni che sminuzzano la figura dell’ebreo assurto a icona della vittima oppressa e svelando ottusità e fanatismi che hanno imposto al mondo equivalenze pericolose: Ebraismo uguale Stato d’Israele, antisionismo uguale antisemitismo, critica rivolta a una istituzione ebraica uguale aggressione antisemita da stroncare col braccio della legge …

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Originale la difesa del Sommo Pontefice Pio XII, attraverso l’esame di fatti storici che portano allo scoperto la psicologia motrice della locomotiva che traina da decenni il carico di falsità mirate a colpire la figura titanica di Eugenio Pacelli. Da questo studio articolato e approfondito costruito sulle fonti storiche, nasce un saggio autonomo dato alle stampe nel gennaio 2021 dalle nostre edizioni: Pio XII e la Shoah – Essere grati a chi ti ha salvato la vita è una umiliazione che alcuni non reggono.

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Meditando su un preludio di San Paolo Apostolo l’Autore conclude che la carità è paziente e benigna, non dispera e non si adira. La carità è dunque tante cose, compreso l’ossequio alla verità. E talvolta anche la critica è segno di carità, se animata da sentimenti costruttivi e correttivi.

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lo storico italiano Franco Cardini: «[…] quel silenzio imbarazzato e imbarazzante su Erbe Amare di Ariel S. Levi di Gualdo»

Gli storici indipendenti accolsero Erbe Amare con molto favore. L’insigne storico italiano Franco Cardini lo definì «un libro molto importante, una pietra miliare tra le monografie storiche di critica scientifica al Sionismo politico». Insomma, un libro che aveva osato con coraggio e che per questo era destinato a rimanere per divenire più attuale col trascorrere del tempo. Trascorso poco più di un anno dalla pubblicazione il Prof. Franco Cardini scrisse in un suo articolo del 21 settembre 2008:

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«[…] E pensiamo, ancora, al silenzio imbarazzato e imbarazzante che ha accolto il libro di Ariel S. Levi di Gualdo, Erbe amare (2007), una desolata monografia sul Sionismo che avrebbe dovuto invece venir accolto da un fuoco di fila di attacchi e di liberatorie confutazioni. Perché tutto ciò non è avvenuto? Perché da noi certi argomenti possono solo venire non già discussi, bensì solo zittiti o demonizzati?».

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Prossime pubblicazioni in uscita ad aprile:

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saggistica:

L’ERESIARIO, Leonardo Grazzi 

narrativa:

IL CAMMINO DELLE TRE CHIAVI, Ariel S. Levi di Gualdo

 

 

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Nuovo libro di Padre Ariel S. Levi di Gualdo – «Pio XII e la Shoah: essere grati a chi ti ha salvato la vita è una umiliazione che alcuni non reggono»

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NUOVO LIBRO DI PADRE ARIEL S. LEVI di GUALDO — «PIO XII E LA SHOAH: ESSERE GRATI A CHI TI HA SALVATO LA VITA E UNA UMILIAZIONE CHE ALCUNI NON REGGONO»  

Tra pochi giorni ricorrerà la Giornata in Memoria della Shoah, che vuol dire fare memoria di tutte le vittime, inclusi Santi, Sante e Testimoni della fede cattolica morti nei lager nazisti assieme agli ebrei, tutti quanti accomunati dall’appartenenza allo stesso genere umano, tutti quanti vittime della terribile «banalità del male» [Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil, publishing 1963]

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Gli Ebrei braccati dai nazisti e messi in salvo dalla Chiesa Cattolica hanno attestato per tutta la vita devota riconoscenza a Pio XII. Appresso giunsero poi i nipoti sionisti dei sopravvissuti alla Shoah, nati vent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, perlopiù ex comunisti trasmigrati con cinico opportunismo nei partiti della Destra dopo la caduta del Muro di Berlino, che li lasciò orfani inconsolabili e smarriti di Karl Marx. Una rozza compagine che a partire dal 1967 comincia ad attaccare la figura del Pastor Angelicus con libri, articoli, documentari e film costruiti su falsi storici generati da cieco odio ideologico verso il Cattolicesimo e il Papato.

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E fu così che un esercito di nipoti privi di misura e di senso del ridicolo comincia a smentire le testimonianze dei loro nonni sopravvissuti ai campi di sterminio, che equivale a dire:

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«Nonno, perché ti ostini a credere a ciò che hai visto e vissuto, anziché credere a quello che io ti racconto?».

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PROLOGO

tratto dall’opera: Pio XII e la Shoah 

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Questo libro costituisce il V Capitolo della mia corposa opera di saggistica Erbe Amare, il secolo del Sionismo, scritto un ventennio fa tra il 1998 e il 2002.

Nel corso degli anni successivi, in attesa di trovare un editore interessato a pubblicare il mio lavoro, ho inserito di tanto in tanto alcuni aggiornamenti legati perlopiù a nuovi fatti di attualità di particolare interesse. Il libro fu pubblicato alla fine del 2006 ed è stato distribuito con buoni riscontri di pubblico e vendite fino al 2014, quando ritirai all’Editore i diritti di pubblicazione per questioni sulle quali soprassiedo in virtù del mio spirito di carità cristiana.

Erbe Amare è un’articolata trattazione nella quale opero anzitutto una netta separazione tra il Movimento Sionista, fenomeno politico nato agli inizi del Novecento nella stagione dei rigurgiti nazionalisti e l’Ebraismo, che è la religione dell’entità spirituale del Popolo d’Israele.

Chi equipara l’antisionismo all’antisemitismo agisce ad absurdum.

La piaga dell’antisemitismo non può essere usata per difendere le ideologie del Sionismo, che restano criticabili, a partire dalla creazione dello Stato d’Israele, nato attraverso delle modalità che è lecito analizzare e all’occorrenza disapprovare sul piano storico e politico.

Quando scrivevo questo libro la crisi israelo-palestinese era particolarmente accesa e le Comunità Ebraiche della diaspora attive nella difesa di qualsiasi politica portata avanti dallo Stato d’Israele, senza esitare a reagire in modo irrazionale, ma anche aggressivo e offensivo.

Infatti, non pochi ebrei e istituzioni ebraiche della diaspora, col pretesto di difendere l’Ebraismo e di mantenere viva la memoria della Shoah, cercavano di legittimare in ogni modo l’ideologia e le politiche del Movimento Sionista riparandosi dietro ai campi di sterminio nazisti e tacitando a questo modo ogni voce avversa, quindi equiparando l’antisionismo all’antisemitismo.

In quegli anni, in Italia, tutto questo era aggravato dalla situazione politica interna. I partiti della Destra, in particolare Alleanza Nazionale erede del vecchio MSI-DN (Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale), nutriva forte il bisogno di rifarsi una verginità dinanzi alla storia e liberarsi da accuse di legame con le vecchie radici ideologiche fasciste.

Accadde così che nelle elezioni amministrative e politiche che si svolsero tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Nuovo Millennio, i partiti della Destra cominciarono a candidare noti esponenti delle Comunità Ebraiche italiane. Il tutto rasentò davvero il tragicomico, perché certi candidati erano personaggi che sino a pochi anni prima militavano nel vecchio Partito Comunista. Altri provenivano addirittura dalle file della sinistra più radicale, da Lotta Continua a Democrazia Proletaria.

Così, dinanzi alle domande, ma anche agli sfottò del tutto comprensibili a loro rivolti, questi ex comunisti, se non peggio ex membri della sinistra radicale, per giustificare le loro candidature nei partiti della Destra replicavano di essersi candidati «… perché Alleanza Nazionale difende lo Stato d’Israele».

Erbe Amare non è mai stato contestato nel merito dei contenuti. E quando più volte fui invitato a dei dibattiti, tutti gli interlocutori che avrebbero potuto cogliere l’occasione per cercare di smentirmi pubblicamente si rifiutarono di partecipare. Di solito ciò avviene in due diverse occasioni: quando l’Autore è un ignorante che solleva questioni illogiche e analisi insensate che rendono impossibile il confronto, oppure quando espone fatti e verità impossibili da smentire che inducono a evitare il pubblico confronto.

Diversi Lettori mi hanno di recente suggerito di prendere il V Capitolo dedicato alla figura di Pio XII e pubblicare un saggio dedicato allo specifico tema. Ho accolto il consiglio e pubblicato questo saggio a sé stante intitolato: Pio XII e la Shoah.

A questo riguardo desidero chiarire che all’epoca della stesura del testo ero semplicemente uno studioso impegnato ad approfondire i miei studi di ricerca in ambito storico, giuridico e socio-politico e l’idea di farmi prete era allora piuttosto lontana dalle mie aspirazioni …

La grazia della vocazione al sacerdozio mi ha “folgorato” parecchio dopo quando l’opera Erbe Amare era da anni cosa fatta, tenuta alcuni anni nel cassetto, poi pubblicata alla fine del 2006. Il Sacro Ordine Sacerdotale l’ho ricevuto a Roma ancora dopo, il 1° maggio 2010.

Sarebbe pertanto ridicolo se qualche singolo o istituzione che mai hanno protestato nel corso degli anni passati, decidesse di farlo per questa riedizione perché oggi sono diventato nel frattempo un presbitero e un teologo cattolico.

Questa delicata trattazione storica si apre con la frase di un nipote che dice:

«Nonno, perché ti ostini a credere a ciò che hai visto e vissuto, anziché credere a quello che io ti racconto?».

Partendo da questa battuta dimostro come gli ebrei messi in salvo da Pio XII si profusero nel corso degli anni in devoti e riconoscenti ringraziamenti, a partire dalle loro Autorità religiose e laiche, per seguire con le massime autorità politiche del neonato Stato d’Israele.

Fin quando giunsero i loro nipoti sionisti filo-israeliani, nati vent’anni dopo la fine della guerra, ex comunisti militanti emigrati per convenienza politica nella Destra, che attraverso libri e articoli privi di dignità storica cominciano a smentire quel che i loro nonni avevano dichiarato come protagonisti e testimoni oculari, rendendo al Sommo Pontefice Pio XII tutti i più alti onori.

Siccome è parecchio difficile credere al principio di casualità, ricordo che certi attacchi a raffica su Pio XII nascono a partire dal 1967, dopo la Guerra dei Sei Giorni, quando la Santa Sede fece sentire la propria voce condannando gli atti di violenza e l’occupazione dei Territori palestinesi da parte dell’Esercito Israeliano.

A partire da allora cominciano a essere costruite assurde falsità su Pio XII seguiti da leggende nere smentite dai reali dati storici. E mentre numerose Comunità Ebraiche della diaspora strepitavano e urlavano all’antisemita contro chiunque osava rivolgere critiche alle politiche discriminatorie portate avanti dal “perfetto”, “divino” e “paradisiaco” Stato d’Israele, al tempo stesso era però consentito pubblicare libri che infamavano Pio XII sin dal titolo di copertina: Il Papa di Hitler[1]. Con le riviste e i mensili periodici d’informazione delle Comunità Ebraiche che a questi libri facevano pubblicità prima ancora che entrassero in distribuzione.

Gli artefici di questo gioco al massacro, non bramano condannare alcune pagine, o certi personaggi poco edificanti che hanno attraversato anche la storia della Chiesa, come quella di tutte le più disparate società civili e religiose del presente e del passato. Bramano condannare in una sorta di nuovo Processo di Norimberga la Chiesa Cattolica nella sua interezza, portata sul banco degli imputati come vi fu portato il Nazismo nel dopoguerra. Soprattutto, quel che di fondo bramano, è condannare le verità di fede che la Chiesa annuncia.

Non rendersi conto di questo, per i cattolici è molto rischioso. Purtroppo se ne accorgeranno quando gravi danni ricadranno sulla Chiesa intera, trascinata come una associazione criminale alla sbarra degli imputati al nuovo Processo di Norimberga, dove non sarà condannata sulla base di prove e verità, come accadde per il Nazismo, ma di false leggende nere create dal peggior negazionismo storico mosso da distruttivo odio anti-cattolico.

Quando in una stagione del tutto diversa della mia vita scrissi Erbe Amare, mentre ricoprivo uno status che non era il mio attuale, da allora sono trascorsi due decenni. Oggi devo dire che le erbe sono divenute ancora più amare, anzi forse velenose.

Gennaio 2021

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[1] Cfr. Opera del giornalista britannico John Cornwell, edizione italiana Garzanti, 1999.

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Prossime pubblicazioni in uscita a metà febbraio:

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saggistica:

ERBE AMARE, IL SECOLO DEL SIONISMO (IIª ed.), Ariel S. Levi di Gualdo

saggistica:

L’ERESIARIO, Leonardo Grazzi

 

 

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LIBRI DI NATALE ― Due nuovi romanzi nella collana di narrativa de L’Isola di Patmos: «La nuova terra» e «Nonna non raccontava la favole»

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

LIBRI DI NATALE ― DUE NUOVI ROMANZI NELLA COLLANA DI NARRATIVA DE L’ISOLA DI PATMOS: «LA NUOVA TERRA» E «NONNA NON RACCONTAVA LE FAVOLE» 

Alle porte del Natale le Edizioni L’Isola di Patmos offrono ai Lettori due pregevoli ed edificanti opere di narrativa di Emilio Biagini e Maria Antonietta Novara.

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Emilio Biagini (Genova 1941), già professore ordinario di geografia alla Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari, è autore di numerose opere di saggistica e oltre cento articoli scientifici. Ha trascorso lunghi periodi di studio negli Stati Uniti, in India, nel Sud Africa, in Gran Bretagna e in Irlanda. Ma la sua vocazione è sempre stata quella letteraria. Ha pubblicato tre romanzi: La luce (2006), Labirinto oscuro (2008), La pioggia di fuoco (2012, con la moglie Maria Antonietta coautrice), Il prato alto. Storia romanzata dell’Austria (2019-2020, pure con la moglie Maria Antonietta coautrice), due volumi di racconti L’uomo in ascolto (2008), Montallegro ed altri racconti (2013) e vari volumi di pièces teatrali satiriche.

Alle porte del Natale Le Edizioni L’Isola di Patmos offrono ai Lettori due pregevoli opere di narrativa.

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La Nuova terra, romanzo di Emilio Biagini, è un viaggio denso di fascino che inizia dal Sud Africa e prende forma con la narrazione magistrale della vita e della storia dei due personaggi chiave, muovendosi dall’antico Continente Africano sino al vecchio e non sempre accogliente Continente Europeo.

Tra queste righe il dramma dell’apartheid non è narrato da un saggista né da un socio-politologo, ma dalla vita vissuta e dalla fede di due figure destinate a lasciare nel Lettore un tenero segno indelebile.

… Al di là del tempo esiste la vera realtà, dove il ridicolo e maledetto principe di questo mondo, che tanto meglio riesce ad operare quanto più gli stolti credono che non esista, non ha più alcun potere. Poiché tutte le cose del passato non esistono più, dove inizia la nuova terra. Là tutte le lacrime sono asciugate e tutti i dubbi e le miserie cancellati per sempre.

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Nonna non raccontava le favole, romanzo di Maria Antonietta Novara Biagini, prende avvio da scenari di tardo Ottocento inizi Novecento per poi condurre il Lettore nella contemporaneità. L’Autrice, con linguaggio semplice e diretto, con capacità narrative avvincenti, ripercorre nella memoria un susseguirsi minuzioso ed articolato di quadri familiari vissuti nella vecchia Genova e nelle vicine località costiere, sino a farne cogliere le vive atmosfere, i suoi vecchi vicoli e i sentimenti della sua gente. Un secolo di ricordi, di fatti, di occasionali incontri, di circostanze liete e di episodi tragici che hanno riguardato nel corso degli anni i numerosi componenti della famiglia – gioie, sofferenze e dolori di cui la nonna è stata protagonista e testimone  –-  vicissitudini personali e familiari che risultano fortemente intrecciate con le vicende storiche italiane del XX secolo.

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Maria Antonietta Novara Biagini, genovese, dopo la maturità classica conseguita all’Istituto delle Suore dell’Assunzione si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, senza giungere al conseguimento della laurea, preferendo occuparsi della sua famiglia, invece di abbandonarla in mano a “truppe mercenarie”. Questo le ha consentito di potersi dedicare a molti interessi culturali, viaggiando per varie parti del mondo e approfondendo al tempo stesso una formazione cattolica solida e controcorrente. È sposata col Prof. Emilio Biagini, autore di diverse pubblicazioni. Ha pubblicato il volume di racconti L’albero sacro (2010), insieme al marito il romanzo La pioggia di fuoco (2012) e un volume di Satire clericali (2014), formato da racconti e atti unici e illustrato dalla pittrice Elena Pongiglione [Copertina: olio su tela, opera della pittrice romana Anna Boschini – Vitarte Studio].

Una nonna, quella narrata dall’Autrice, che non raccontava le favole, come invece si potrebbe credere.

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Prossime pubblicazioni in uscita:

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narrativa:

IL CAMMINO DELLE TRE CHIAVI, Ariel S. Levi di Gualdo

saggistica:

ATTI E MISFATTI DEGLI APOSTATI, Ester Maria Ledda

 

 

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NOVITÀ ― L’aspirina dell’Islam moderato. Quando l’Europa inventa ciò che non esiste e nega il pericolo reale

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NOVITÀ ― «L’ASPIRINA DELL’ISLAM MODERATO. QUANDO L’EUROPA INVENTA CIÒ CHE NON ESISTE E NEGA IL PERICOLO REALE» 

I nuovi colonizzatori musulmani hanno scoperto un sistema più efficace della spada e della guerra per giungere alla conquista delle popolazioni degli infedeli: servirsi della democrazia e di quei principi intangibili della laicità degli stati che pure rigettano, ma di cui fanno ampio uso per imporsi nei Paesi dell’Occidente.

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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il libro è in distribuzione dal 3 novembre

Libro dedicato alla memoria di Oriana Fallaci «ragazza terribile e profeta inascoltato», queste pagine sono un atto anzitutto di coraggio. Per molto meno abbiamo assistito di recente ai tragici eventi delle teste decapitate in una Europa non più in grado di controllare il fenomeno di quella violenza che prende vita dalla cultura islamica. 

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l’Islam è per sua struttura violento e non può dialogare col Cristianesimo, né assimilare i principi della democrazia e della laicità degli Stati, incompatibili con la sua stessa essenza. I nuovi colonizzatori musulmani hanno scoperto un sistema più efficace della spada e della guerra per giungere alla conquista delle popolazioni degli infedeli: servirsi della democrazia e di quei principi intangibili della laicità degli stati che pure rigettano, ma di cui fanno ampio uso per imporsi nei Paesi dell’Occidente. In un’Europa priva d’identità che sprezza le proprie radici cristiane in odio a sé stessa, che ha eretto a valori intangibili il diritto all’aborto e all’eutanasia, il matrimonio tra coppie dello stesso sesso e la possibilità che due uomini possano adottare bambini o acquistarli da un utero in affitto, i musulmani hanno già vinto. Perché sanno chi sono e da quali radici provengono, perché posseggono quella fierezza di appartenenza che noi europei, ubriachi di dogmi laicisti, abbiamo distrutto.

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Dall’Isola di Patmos, 3 novembre 2020

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Il libro è in distribuzione, potete acquistarlo direttamente al nostro negozio e riceverlo a casa vostra entro 72 ore senza alcuna spesa postale cliccando sotto:

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e riceverlo in 5 giorni lavorativi senza alcuna spesa postale

 

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Prossime pubblicazioni in uscita:

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narrativa:

LA NUOVA TERRA, Emilio Biagini

NONNA NON RACCONTAVA FAVOLE, Maria Antonietta Novara

saggistica:

ATTI E MISFATTI DEGLI APOSTATI, Ester Maria Ledda

 

 

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«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
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NOVITÀ ― LA CHIESA E IL CORONAVIRUS. Tra supercazzole e prove di fede. L’apostolato dei Padri de L’Isola di Patmos in tempo di pandemia

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NOVITÀ ― LA CHIESA E IL CORONAVIRUS. TRA SUPERCAZZOLE E PROVE DI FEDE. L’APOSTOLATO DEI PADRI DE L’ISOLA DI PATMOS  IN TEMPO DI PANDEMIA 

I social media sono una savana dove i supercazzolari aggrediscono come iene. Chi crede di risolvere il problema ignorandoli, sbaglia. La Rivoluzione Francese insegna che è pericoloso rinchiudersi nella reggia di Versailles mentre a Parigi la piazza si carica d’odio. Quando infatti la piazza esplose, le teste di chi ignorò il problema finirono tagliate dal popolo furente.

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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IN DISTRIBUZIONE DA GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE

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in copertina: La ghigliottina dei social media – vignetta della pittrice romana Anna Boschini      Vitarte Studio 

Il periodo del lockdown com’è stato vissuto dai sacerdoti? A simile emergenza chi era preparato? Non lo era il mondo della politica, della sanità, della scienza, della pubblica istruzione, del lavoro, del commercio, della imprenditoria, della finanza, della informazione, dello spettacolo. Quale è stato il difficile rapporto tra sacerdoti e fedeli durante i mesi di sospensione delle sacre liturgie? Soprattutto: cos’è accaduto nella piazza dei social media, a cui riguardo disse Umberto Eco:

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«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza recar danno alla collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». 

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I social media sono una savana dove i supercazzolari aggrediscono come iene. Chi crede di risolvere il problema ignorandoli, sbaglia. La Rivoluzione Francese insegna che è pericoloso rinchiudersi nella reggia di Versailles mentre a Parigi la piazza si carica d’odio. Quando infatti la piazza esplose, le teste di chi ignorò il problema finirono tagliate dal popolo furente. Durante il lockdown per il Covid-19 i Padri de L’Isola di Patmos si sono dovuti scontrare con le supercazzole dei falsi cattolici e dei teologi fai-da-te spuntati su internet come fiori di campo dopo la pioggia. In queste pagine è stata raccolta la loro esperienza di sacerdoti e teologi, assieme all’analisi di un pericolo da non sottovalutare con snobismo, perché sulla piazza dei social media l’emotività irrazionale imperversa, mentre le ghigliottine sono già da tempo in funzione.

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Un libro, quello dei nostri Padri, che vi porterà dentro il cuore di un problema che per mesi ha creato dibattiti, attriti e fiumi di idiozie pubblicate sui social media dai supercazzolari cattolici o presunti tali.

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Dall’Isola di Patmos, 3 novembre 2020

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Potete acquistare il libro direttamente al nostro negozio e riceverlo a casa vostra entro 72 ore senza alcuna spesa postale cliccando sotto:

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Prossima pubblicazione in uscita a giorni:

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L’ASPIRINA DELL’ISLAM MODERATO, di Ariel S. Levi di Gualdo

 

 

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L’intervista – «Il Vaticano è un circo che condanna a morte la verità e la giustizia». L’Intervista – «Padre Ariel tuona: “Tenere i preti lontano dai soldi”»

L’INTERVISTA ― «IL VATICANO È UN CIRCO CHE CONDANNA A MORTE LA VERITÀ E LA GIUSTIZIA»

L’INTERVISTA ― «VATICANO: PADRE ARIEL TUONA “TENERE I PRETI LONTANO DAI SOLDI”»

Il quotidiano nazionale “La Verità” diretto da Maurizio Belpietro, attraverso un’intervista realizzata da Stefano Filippi, sotto il titolo di redazione «il Vaticano è un circo che condanna a morte la verità e la giustizia», ha dedicato una pagina al nostro Padre Ariel S. Levi di Gualdo che ha risposto a domande attinenti a diversi problemi emergenti: la crisi della Chiesa, il volto tedesco del sinodo panamazzonico, il problema della immigrazione, i cattolici italiani e la politica odierna

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Autore
Redazione de L’Isola di Patmos

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LA VERITÀ edizione del  9.12.2019 – PDF testo dell’intervista

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il giornalista Stefano De Filippi

Ringraziamo il Direttore e la Redazione del quotidiano nazionale La Verità che hanno avuto la cortesia di mettere a disposizione dei nostri Lettori la pagina del loro quotidiano nel quale lunedì 9 dicembre è uscita un’intervista al Padre Ariel realizzata dal giornalista Stefano De Filippi.

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Il colloquio tra Stefano De Filippi e Padre Ariel ha toccato argomenti di delicata attualità, dalla crisi della Chiesa al Sinodo panamazzonico, dal problema dell’immigrazione incontrollata al rapporto tra i cattolici italiani e la politica del loro Paese. Aprendo il formato pdf potrete leggere il testo [vedere QUI].

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Dall’Isola di Patmos, 10 dicembre 2019

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il giovane giornalista Francesco Boezi

Il giovane giornalista Francesco Boezi, vaticanista de Il Giornale, ha realizzato una successiva intervista su altre tematiche, apparsa su Il Giornale.it.

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Dopo varie domande legate ai temi dei nuovi assetti della curia romana, dell’immigrazione e dell’assenza dei cattolici dalla scena politica del Paese, Padre Ariel conclude spiegando come mai, ma soprattutto da quale elemento reattivo dipendono le innegabili campagne di odio verso i cattolici ed il mondo cattolico di oggi.

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L’intervista è consultabile online  QUI

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Dall’Isola di Patmos, 13 dicembre 2019

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Visitate il negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos [vedere QUI e QUI] 

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Prossime opere in pubblicazione nel mese di dicembre/gennaio:

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NADA TE TURBE,  di Ariel S. Levi di Gualdo

ATTI E MISFATTI DEGLI APOSTATI, di Ester Maria Ledda

 

 

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NOVITA – Giovanni Cavalcoli: «Gesù Cristo fondamento del mondo: inizio, centro e fine ultimo del nostro umanesimo integrale»

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NOVITÀ – GIOVANNI CAVALCOLI: «GESÙ CRISTO FONDAMENTO DEL MONDO: INIZIO, CENTRO E FINE ULTIMO DEL NOSTRO UMANESIMO INTEGRALE»

Il concetto di Cristo fondamento del mondo, racchiude le altezze più sublimi del Santo Padre e Dottore della Chiesa Agostino vescovo d’Ippona: il Christus totus. Come ripeterà infatti il Sommo Pontefice Benedetto XVI nel corso del suo ministero apostolico: Cristo non è una parte dell’esperienza umana, ma la nostra totalità. Egli è l’inizio, il centro e il fine ultimo del nostro umanesimo integrale. E fu proprio su queste premesse teologiche che l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Cardinale Joseph Ratzinger, pubblicando su disposizione del Santo Pontefice Giovanni Paolo II la esortazione Dominus Jesus, ribadì questa totalità, in aperta contrapposizione a un male inteso ecumenismo e a un male inteso dialogo inter-religioso, ma soprattutto in contrapposizione al relativismo.

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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la nuova opera del teologo domenicano Giovanni Cavalcoli. Potete acquistare il libro direttamente al nostro negozio e riceverlo a casa vostra entro 72 ore senza alcuna spesa di spedizione [vedere QUI e QUI

È appena uscito il libro del teologo domenicano Giovanni Cavalcoli, che tratta la cristologia da un’angolatura sin oggi non molto approfondita: la metafisica di Gesù Cristo [copertina intera, vedere: QUI].

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Con stile chiaro, simile a quello del Pontefice Benedetto XVI, l’Autore rende accessibili al gran pubblico temi che sarebbero proponibili solo agli studiosi, se trattati in modo accademico.

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Il concetto Cristo fondamento del mondo, racchiude la sublime cristologia di Sant’Agostino: il Christus totus. Come infatti ripeté il Sommo Pontefice Benedetto XVI: Cristo non è una parte della umana esperienza, è la nostra totalità. È l’inizio, il centro e il fine ultimo del nostro intero umanesimo. Su queste premesse l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Cardinale Joseph Ratzinger, pubblicò per volontà di San Giovanni Paolo II l’esortazione Dominus Jesus, che ribadisce questa totalità di fronte a un mal inteso ecumenismo e un mal inteso dialogo inter-religioso, ma soprattutto in contrapposizione al relativismo.

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Giovanni Cavalcoli e Ariel S. Levi di Gualdo durante le riprese di alcune video lezioni tenute dal teologo domenicano [vedere la pagina “i nostri video” ne L’Isola di Patmos] 

«Come si fa ad accogliere Cristo, se non c’è nell’anima l’amore della sapienza, dato che Cristo è la Sapienza Eterna del Padre?». È un interrogativo posto in una sua omelia inedita del 5 gennaio 1986 dal Servo di Dio Padre Tomas Tyn [1950-1990]. Questo libro intende essere una guida agevole e chiara per quanti si interrogano sul significato del Vangelo di Gesù Cristo per l’uomo, per la fede che non può sussistere senza la ragione e per la ragione che necessità della fede, per la natura, per il mondo e per il cosmo. È stato scritto per coloro che già credono nel Verbo di Dio fatto Uomo e che cercano la via migliore e più elevata per incontrarlo, per coloro che sono colpiti dalla sapienza umana del Cristo e desiderano approfondirla, per gli amanti della contemplazione ai quali «solo Dio basta», come diceva Santa Teresa d’Avila. È stato scritto per coloro che credono che Cristo è l’inizio, il centro e il fine ultimo del nostro intero umanesimo.

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Dall’Isola di Patmos, 30 novembre 2019

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Potete acquistare il libro direttamente al nostro negozio e riceverlo a casa vostra entro 72 ore senza alcuna spesa postale [vedere QUI e QUI] 

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Prossime opere in pubblicazione nel mese di dicembre:

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ATTI E MISFATTI DEGLI APOSTATI, di Ester Maria Ledda

NADA TE TURBE, di Ariel S. Levi di Gualdo

 

 

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NOVITÀ – Dall’eresiarca Ario sino al Sinodo Panamazzonico, con tanto di lancio nel Tevere degli idoli asportati da una chiesa adiacente al Vaticano. Leonardo Grazzi: «Arianesimo, una eresia antica e oggi molto presente»

— negozio librario delle Edizioni L’Isola di Patmos —

NOVITÀ – DALL’ERESIARCA ARIO AL SINODO PANAMAZZONICO, CON TANTO DI LANCIO NEL TEVERE DEGLI IDOLI ASPORTATI DA UNA CHIESA ADIACENTE AL VATICANO. LEONARDO GRAZZI: «ARIANESIMO, UNA ERESIA ANTICA E OGGI MOLTO PRESENTE»

Attraverso la titanica figura del Santo Vescovo Atanasio di Alessandria, le vicende della sua vita di lotte, incomprensioni e di ripetuti esili dalla sua Città, è chiarito al lettore in che misura l’arianesimo non abbia mai cessato di vivere in certe frange di Chiesa, rigenerandosi di secolo in secolo, forse persino più forte e insidioso di prima. Non possiamo dimenticare che nel IV secolo, nel pieno dell’eresia ariana, i vescovi, per la assoluta maggioranza, erano ariani. E da questo dato storico si dovrebbe comprendere che sempre, le maggioranze, non sono affatto garanzia di cattolicità e sana dottrina.

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Edizioni L’Isola di Patmos: il libro di Leonardo Grazzi sull’Arianesimo [cliccare sull’immagine per andare alla pagina del NEGOZIO]

I Padri de L’Isola di Patmos hanno scelto e spiegato che non avrebbero parlato del Sinodo panamazzonico sin quando non sarebbe stata pubblicata la esortazione apostolica post-sinodale [vedere articolo, QUI], il tutto sia per questioni di prudenza sia perché non si devono fare processi alle intenzioni, neppure quando le intenzioni si manifestano pessime. Solo quando le intenzioni si saranno mutate in fatti e atti, sarà possibile agire e reagire.

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Ciò che sta accadendo non promette bene: nei giardini Vaticani si è assistito a un rito desolante alla presenza di cardinali, vescovi e dello stesso Romano Pontefice [cf. video QUI].

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Più volte il Pontefice regnante ha irriso con ironia, faccia seria e aria di disgusto, i preti che indossano sempre la loro veste talare, peggio quelli che portano il cappello circolare, detto saturno, perché certi abiti, per così dire anacronistici, connoterebbero a suo dire preti problematici. Al tempo stesso, però, le sue foto con i copricapi piumati degli sciamani amazzonici sulla testa hanno fatto il giro del mondo, ed in tutte risultava felice e sorridente. Infatti, sempre stando al suo dire, i “preti problematici” sono quelli che portano la veste talare e il saturno [cf. QUI], non quelli pizzicati a Roma dalla polizia durante le retate notturne che indossavano parrucche, calze a rete e tacchi a spillo, come più volte accaduto e narrato dalle cronache. Né pare abbia giudicati “problematici” i preti strafatti di cocaina, mentre dall’appartamento a loro dato in uso dentro la Città del Vaticano andavano e venivano i marchettari  per offrire le loro prestazioni sessuali [cf. precedente articolo, QUI]. Quelli pare non siano però “preti problematici”, specie poi se protetti da potenti prelati; al massimo possono esser preti un po’ … esuberanti. E se compiono qualche “ragazzata”, rientrano a pieno nel mercato mediatico del “misericordismo”.

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Prete molto problematico perché rivestito della talare, con il saturno di castorino in testa e per di più con un chihuhua mannaro tra le mani, famelico cane che nelle notti di luna piena diventa un licantropo [nella foto: Ariel S. Levi di Gualdo con in braccio Tiffany, la cagnolina di una coppia di amici]

A queste tematiche il nostro Padre Ariel S. Levi di Gualdo dedicò agli inizi del 2011 un libro dal titolo inquietante: E Satana si fece trino [vedere QUI] pubblicato in seconda edizione nel luglio 2019 dalle nostre Edizioni. Il problema centrale sul quale si incentra quel libro scritto tra il 2008 e il 2010 e pubblicato agli inizi del 2011, è quello del principio di inversione: il bene diviene male e il male bene, il vizio virtù e la virtù vizio, la sana dottrina eresia e l’eresia sana dottrina. Dieci anni fa veniva così descritta in quel libro la nostra attualità. E stiamo a parlare di una attualità nella quale il coro dei laudatori del nuovo corso non esita a stracciarsi le vesti indicando come “cattolici integralisti” coloro che di recente hanno tolto da una chiesa romana degli idoli pagani che al suo interno erano stati esposti [cf. QUI] …

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… mentre dei “cattolici integralisti” asportavano dalla chiesa metropolitana romana di Santa Maria in Traspontina gli idoli della dea Pachamama facendoli finire poche decine di metri dopo nel fiume Tevere, le Edizioni L’Isola di Patmos mandavano in stampa il libro del Professor Leonardo Grazzi, giovane docente toscano di religione, introdotto con una prefazione da uno degli ultimi esponenti della scuola teologica romana, Monsignor Antonio Livi.

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l’autore del libro: Leonardo Grazzi

In questi tempi è utile conoscere e studiare la prima tra le più grandi eresie che colpì la Chiesa, perché si tratta di un’eresia condannata dal Concilio di Nicea nell’anno 325, che potrebbe portarci a comprendere il senso vero e profondo degli idoli collocati nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, assieme a molte altre cose …

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L’Arianesimo è un virus che attraverso i tempi si trasforma, adattandosi ai diversi corpi e alle diverse condizioni climatiche. Un problema, quello dell’eresia ariana, al quale il nostro Autore offre una lapidaria risposta già nel sottotitolo: «Una eresia antica e oggi molto presente».

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Attraverso la titanica figura del Santo Vescovo Atanasio di Alessandria, le vicende della sua vita di lotte, incomprensioni e di ripetuti esili dalla sua Città, è chiarito al lettore in che misura l’arianesimo non abbia mai cessato di vivere in certe frange di Chiesa, rigenerandosi di secolo in secolo, forse persino più forte e insidioso di prima. Come dimenticare infatti che nel IV secolo i vescovi, per la assoluta maggioranza, erano ariani? Un dato storico dal quale si dovrebbe comprendere che le maggioranze non sono affatto garanzia di cattolica e sana dottrina. Cosa che andrebbe spiegata al Cardinale Cláudio Hummes, il tedesco-brasiliano chiamato a presiedere il Sinodo Panamazzonico, lo stesso che tre anni fa, dinanzi ai dubia presentati da quattro cardinali sulle ambiguità contenute nel testo di Amoris Laetitia — tra i quali figurava uno studioso di fama mondiale nell’ambito degli studi sulla famiglia,  il Cardinale Carlo Caffarra —, con acida strafottenza rispose: «loro sono quattro, noi siamo duecento!» [cf. QUI, QUI]. Già, qualcuno dovrebbe proprio spiegare al vegliardo tedesco-brasiliano che all’epoca della grande crisi generata dall’eresia ariana, la assoluta maggioranza dei vescovi erano ariani. E da ciò, secondo la sua logica, cosa se ne dovrebbe dedurre?

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Raccomandiamo molto questo libro di Leonardo Grazzi, in particolare a coloro che vogliono comprendere veramente a fondo una delle cause che ci ha condotti alla crisi ecclesiale senza precedenti storici che attualmente stiamo vivendo: quel terribile virus mutante dell’arianesimo che percorre nei secoli la storia della Chiesa, sino ai giorni nostri.

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dall’Isola di Patmos 25 ottobre 2019

 

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andando alla pagina del nostro negozio [vedere QUI] potrete ordinare con estrema facilità questo libro e riceverlo a casa vostra entro due giorni lavorativi senza spese di spedizione postale. 

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Siamo certi che ci aiuterete a diffondere le opere delle Edizioni L’Isola di Patmos, specie per il servizio che esse possono rendere in questo momento così difficile alla Chiesa di Cristo e al Popolo di Dio.

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Anticipiamo ai Lettori che tra la fine di ottobre ed il mese di novembre andranno in pubblicazione le seguenti opere:

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GESÙ CRISTO FONDAMENTO DEL MONDO, di Giovanni Cavalcoli, O.P.

DAGLI ATTI DEGLI APOSTATI, di Ester Maria Ledda

 

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