Abbasso il mafioso Toto’ Riina evviva la pornostar Cicciolina: miserie e derive di una Chiesa governata dalla umoralità

— fatti di attualità ecclesiale —

ABBASSO IL MAFIOSO TOTO’ RIINA EVVIVA LA PORNOSTAR CICCIOLINA: MISERIE E DERIVE DI UNA CHIESA GOVERNATA DALLA UMORALITÀ

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In una nostra Chiesa romana, la pornostar Ilona Staller in arte Cicciolina, durante la celebrazione del Sacrificio Eucaristico salì sul presbitèrio e dall’ambòne dal quale si amministra ai Christi fideles il nutrimento della Parola di Dio, annunciò: «Abbiamo fatto tanta poesia, si può dire, perché anche se era erotismo e pornografia, per noi era poesia. Giocherellando, abbiamo fatto quello che, magari, tantissime persone hanno paura di fare». Le mancò solo di concludere dicendo: «Sia lodato Satana!».

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

 

 

 

 

 

 

 

 

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«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» [Mt 9, 12-13]

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Roma, dicembre 2012, Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il francescano Francesco Bartolucci  amministra la Santa Comunione alla pornostar Ilona Staller, in arte Cicciolina, ai funerali del più grande regista e produttore di film porno Riccardo Schicchi

Nella Chiesa misericordiosa, col Sommo Pontefice che telefona ad un figlio di Lucifero come Marco Pannella per invitarlo a «tenere duro» o che accoglie in Vaticano l’abortista fiera e impenitente Emma Bonino, che in modo coerente seguita imperterrita a definire l’aborto «una conquista sociale» ed un «grande diritto civile», anche in questo caso ci saremmo aspettati una condotta più equilibrata nel negare i funerali al boss di Cosa Nostra Salvatore Riina, detto Toto’. Ma purtroppo, sembra che nella Chiesa sia esploso el tango de la pasion.

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Roma, dicembre 2012, Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il francescano Francesco Bartolucci  amministra la Santa Comunione alla pornostar Eva Henger, ai funerali del più grande regista e produttore di film porno Riccardo Schicchi

Noi che ci siamo formati sul grande magistero del Santo Pontefice Giovanni Paolo II e che continuiamo a rimanere saldi sui principi metafisici e teologici della Fides et ratio, ci troviamo a disagio in questa Chiesa in caduta libera che vive oggi all’insegna della Fides et passio, ma sia chiaro: avvolta da una passio che nulla ha da spartire con la passio Christi, tutto invece da spartire con la venefica passio che nasce dalla più irrazionale umoralità.  

 

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Roma, dicembre 2012, Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il porno-attore Rocco Siffredi tiene dall’ambone sul presbiterio un sacrilego elogio funebre al più grande regista e produttore di film porno Riccardo Schicchi

Chi sia stato il boss di Cosa Nostra Salvatore Riina detto Toto’, lo sappiamo tutti, ed altresì sappiamo di quanti crimini si sia macchiato. Ma una cosa è certa: costui non è il primo peccatore della storia, perlomeno non lo è per noi che consideriamo il peccato originale un fatto oggettivo e non una metafora [cf. Gen 3, 1-19], così come crediamo che il fratricidio di Caino che ha ucciso il fratello Abele sia anch’esso un fatto e non una allegoria [cf Gen 4, 1-16]. Pertanto, che dinanzi ad un Riina gridino “al peccato!” proprio i laicisti che al peccato non ci hanno mai creduto — a partire da quello originale — e che seguitano tutt’oggi a non crederci, pur invocando però in questa occasione persino la potenza di una scomunica … ebbene, come capite, se il tutto non fosse grottesco e ridicolo, sarebbe davvero tragico.

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Su ordine di Riina, sono state uccise dai killers molte persone innocenti, alcuni parlano di circa duecento omicidi da lui ordinati. I suoi sicari sono riusciti ad assassinare persone rigorosamente adulte che, pur non riuscendoci, avrebbero potuto comunque in qualche modo tentare di difendersi, o perlomeno di fuggire. E sempre su suo ordine sono state assassinate anche persone dotate dallo Stato, in quanto soggetti ad alto rischio attentati, di complessi sistemi di sicurezza, di meticolose protezioni e scorte armate.

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Nessun meccanismo di sicurezza, meno che mai alcuna meticolosa protezione e scorta armata, protegge invece le creature innocenti e totalmente indifese che ogni giorno sono soppresse nella totale indifferenza attraverso l’aborto, mentre il Sommo Pontefice telefona a Marco Pannella per invitarlo a «Tenere duro» e mentre annovera, su suggerimento di certi gesuiti a lui vicini, la Signora Emma Bonino nella candida rosa dei grandi italiani.

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Roma, dicembre 2012, Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il celebre “disturbatore” Gabriele Paolini [vedere QUI], dichiaratosi pubblicamente e ripetutamente ateo, anticlericale, a favore della cultura omosessualista, dell’aborto e dell’eutanasia, riceve la Santa Comunione dal pio francescano  ai funerali del più grande regista e produttore di film porno Riccardo Schicchi

A questo punto merita ricordare un altro grande funerale svoltosi proprio nella Diocesi di Sua Santità, nel dicembre del 2012, allora regnante il Venerabile Pontefice Benedetto XVI. Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma era il bertoniano di ferro Cardinale Agostino Vallini, mostratosi più volte indifferente alla lesione del sacro onore di Santa Madre Chiesa come un chirurgo è indifferente al sangue umano. Anche se, come di recente ho scritto, tra poco sarà rimpianto, tanto quella Diocesi è passata di male in peggio …

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In quel triste dicembre del 2012, presso la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, nel quartiere romano dell’EUR, si svolse il funerale porcino del più grande regista e produttore italiano di film pornografici, celebrato da Francesco Bartolucci, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Durante le esequie funebri, non solo l’improvvido francescano amministrò la Santa Comunione alla Signora Ilona Staller, in arte Cicciolina, ed alle altre famose pornostar presenti, ma affinché il sacrilegio fosse completo egli permise, sia alla Signora Staller, sia al celebre porno-attore italiano Rocco Siffredi, di salire sul presbitèrio, all’ambone dal quale si amministra ai Christi fideles il cibo spirituale della Parola di Dio, per tenere un elogio funebre decisamente satanico.

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La Signora Ilona Staller, in arte Cicciolina, con le spalle voltate al tabernacolo annuncia infatti a tutti i presenti:

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«Abbiamo fatto tanta poesia, si può dire, perché anche se era erotismo e pornografia, per noi era poesia … Giocherellando, abbiamo fatto quello che, magari, tantissime persone hanno paura di fare».

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questo soltanto, però, è il “male assoluto” che scandalizza la moderna Chiesa sociale: Salvatore Riina, detto Toto’, boss di Cosa Nostra [Corleone 1930 – Parma 2017]

Sale poi sul presbitèrio Rocco Siffredi, che pronuncia parole d’alta mistica che paiono tratte dai pensieri spirituali più profondi di Santa Teresina del Bambino Gesù:

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«Mi dicono che ho fatto sdoganare il porno, ma io non ho fatto sdoganare proprio nulla. Riccardo ha iniziato ed è grazie a lui se sono qui e se sono quello che sono» [cf Andrea Tornielli, QUI].

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Non ho altro da aggiungere, se non un fatto: la Chiesa misericordiosa, quella che ha chiesto perdono a tutti: agli ebrei, ai musulmani, agli indigeni latinoamericani e via dicendo a seguire, ai suoi fedeli ed ai suoi devoti servitori, perché non ha mai chiesto scusa per queste grandi sconcezze, che come ripeto hanno in tutto e per tutto del satanico? Non lo ha mai fatto neppure nell’èra di quella grande misericordia nella quale l’Augusto Pastore accarezza i lupi e bastona le proprie pecore fedeli. Quel che infatti importa è che il quotidiano La Repubblica, con tutti i giornali fricchettoni della sinistra radical chic appresso, col proprio coro di atei e non credenti dichiarati, tutti a favore dei “sacri diritti” dell’aborto, dell’eutanasia, del gender, delle sperimentazioni genetiche e via dicendo a seguire, proseguano a inneggiare alla gloria di Francesco «il grande rivoluzionario», mentre il Padre Antonio Spadaro, anziché recitare il breviario ed il Santo Rosario, ci mette sopra il carico da novanta sulle quinte e, soprattutto, dietro le quinte …

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… non è morto per una carica di tritolo fatta piazzare dai sicari di Toto’ Riina né per una sventagliata di mitra dei suoi killers, si tratta solo di un “grumo di cellule”. E dinanzi a questi insignificanti “grumi di cellule”, vi risulta forse che i giornali laicisti chiedano alla Chiesa scomuniche e funerali negati?

O qualcuno pensa che siamo così sprovveduti da non aver capito chi, al Sommo Pontefice, lo ha indotto a degli scivoloni umilianti per la Chiesa, dalla telefonata del «tieni duro» a Marco Pannella al titolo di «grande italiana» dato ad Emma Bonino? 

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L’episcopato tace, come più volte ho scritto, ma tra i preti il malumore sale sempre più giorno dietro giorno. E a noi, che La Repubblica gridi «Glory glory, alleluia a Francesco il rivoluzionario», non interessa niente. E un giorno, al buon Francesco, finiremo col rammentare che nel Canone della Santa Messa, a ricordarlo nella preghiera siamo noi preti, non Eugenio Scafari, non Emma Bonino, non il Pastore pentecostale Giovanni Traettino … 

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dall’Isola di Patmos, 20 novembre 2017

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ADESSO VI INVITIAMO A VEDERE IN QUESTO FILMATO, CHE HA INVERO DEL SATANICO, CHE COSA PERMETTONO, GLI STESSI ECCLESIASTICI, CHE NEGANO POI LE ESEQUIE FUNEBRI ANCHE IN FORMA PRIVATA AD UN BOSS MAFIOSO

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IL PRESBITERO BOLOGNESE FRANCESCO PIERI SI DOMANDA: «HA PIÙ MORTI SULLA COSCIENZA TOTO’ RIINA O EMMA BONINO?»..

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Caro Confratello Francesco Pieri,

qualora ti fosse “imposto”, dal politicamente corretto che ci sta uccidendo, tu non chiedere scusa a nessuno per avere detto semplicemente l’ovvio. non sei infatti tu, che devi chiarire l’ovvio, a dover chiarire è la Signora Bonino che afferma: «Don Pieri non insulta me, ma milioni di donne italiane che hanno subito in un modo o nell’altro il trauma dell’aborto». Ella deve adesso spiegare da chi, questi «milioni di donne», sarebbero state «traumatizzate», visto che ciascuna di esse si è recata liberamente ad abortire e che la gran parte, quando si è tentato di convincerle a non sopprimere una vita umana innocente, hanno negata qualsiasi forma di ascolto. Dunque, chi le ha traumatizzate? E che dire dell’esercito di teenagers che praticato l’aborto il giovedì mattina, il sabato sera erano già a darsi ai bagordi in discoteca, chi le avrebbe traumatizzate, ma soprattutto: chi le avrebbe offese? Perché applicando lo stesso principio boniniano, si potrebbe sostenere con altrettanta “impeccabile logica” che il boss Riina è rimasto traumatizzato per il numero di persone da lui fatte uccidere e che i duri di cuore — come per esempio noi che invece lo consideriamo un criminale e che consideriamo i morti per causa sua delle vittime innocenti —, non possono capire il suo trauma ed il suo conseguente dolore.

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3 commenti
  1. Padre Ariel
    Luciana (Milano) dice:

    Caro Padre Ariel,

    i suoi articoli sono sempre profondi e conditi con quella dose di amara ironia che obbliga a non passare indifferenti sopra ai drammi umani e sociali.
    Leggo da 2 anni L’Isola ma non vi avevo mai scritto, lo faccio oggi quasi per obbligo.
    Confondendo a suo tempo la natura diversa dei due referendum degli anni ’70 (ero appena ventenne), votai a favore dell’aborto come votai a favore del divorzio sostenendo che se una coppia voleva divorziare, non glielo potevo impedire.
    Lei e Padre Giovanni Cavalcoli, in alcuni articoli, avete scritto che non si può impedire allo stato di avere una legge civile sul divorzio, perché (cito a memoria un suo articolo), il matrimonio civile è un contratto che può essere sciolto, e, come tale, non va confuso con quello che è il matrimonio sacramentale, che è un sacramento indissolubile, e non un semplice contratto.
    Caddi stupidamente all’epoca nella logica del … non posso impedire agli altri di …
    Cosa applicabile al discorso divorzio, ma non all’aborto, dove invece non si dovrebbe mai permettere di sopprimere una vita.

    Da giovane specializzanda in ginecologia mi ritrovai ad assistere due ginecologi abortisti. Adesso vi spiego chi rimase traumatizzata … io! Rimasi traumatizzata perché quei due ginecologi erano proprio due diavoli.
    Non so dove la Bonino abbia conosciute “milioni di donne traumatizzate”, come dice nel filmato da lei qui inserito, perché io, in 5 mesi di lavori con quei due diavoli, davanti a 214 aborti da loro praticati, ricordo solo due donne scosse, una di 35 anni e una di 41. Tutte le altre sono entrate tranquille e tranquille sono uscite, ringraziando e sorridendo, a volte chiedendo informazioni del tutto futili nel post aborto.
    Nelle pazienti al di sotto dei 20 anni, ho potuto notare una superficialità impressionante, della serie (come lei scrive azzeccando veramente il problema) … il giovedì abortisco e il sabato sera vado in discoteca.

    Lasciai quel reparto dopo 6 mesi, e sul finire della specializzazione mi misi di nuovo a fare la “studente” prendendo poi la specializzazione in pediatria, e da anni svolgo la professione come medico pediatra.

    Di fronte a quei 214 aborti in 5 mesi, ho conosciuto solo tre donne che sono risultate, due sconvolte, e una traumatizzata. Si tratta delle due donne di cui sopra, sconvolte, e si tratta di me, che invece rimasi traumatizzata.

    Non ho precisato, lo faccio adesso, che io non ho mai praticato un aborto, assistevo i due medici abortisti sul finire della mia specializzazione in ginecologia, cosa però che non mi scusa, e a distanza di vent’anni, mi sento sempre responsabile e in colpa per avere “semplicemente” assistito.

    Quando uscii da quella sala senza mai più entrarvi? Quando il ginecologo estrasse senza “romperlo” un feto di circa 3 mesi perfettamente formato, lo immerse nella soluzione per lavarlo, poi lo mostrò ridendo agli assistenti, e con un ghigno che mai dimenticherò lo gettò nel secchio con i rifiuti organici destinati all’inceneritore.

    E io soffrii d’insonnia per mesi, essendo, come già detto, l’unica donna veramente traumatizzata.
    Ma la Bonino ha un concetto di trauma, evidentemente, del tutto diverso …

    Luciana – Milano

  2. ettore dice:

    La vicenda del prelato bolognese ha destato reazioni imprevedibili e contrastanti.
    Viene difeso dal Foglio, il quale titola “L’aborto è un crimine come la mafia”. A dirlo non è don Francesco Pieri ma è stato proprio Papa Francesco …. parole ovviamente “ignorate”, celate dai media. http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/11/20/news/l-aborto-e-un-crimine-come-la-mafia-non-e-don-francesco-ma-papa-francesco-164380/
    Al contrario stupisce non più di tanto Famiglia Cristiana:
    http://www.famigliacristiana.it/articolo/don-francesco-pieri.aspx

    • Zamax dice:

      In linguaggio manzoniano il titolo dell’articolo di FC si traduce: “Sopire, troncare… troncare, sopire”

I commenti sono chiusi.