Con la Regina del Cielo che gioisce per la risurrezione di Cristo, ci rallegriamo per la falsa Madonna di Medjugorie fuggita dinanzi alla pandemia da coronavirus

— attualità ecclesiale —

CON LA REGINA DEL CIELO CHE GIOISCE PER LA RISURREZIONE DI CRISTO, CI RALLEGRIAMO PER LA FALSA MADONNA DI MEDJUGORIE FUGGITA DINANZI ALLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS

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Occorreva la pandemia da coronavirus per mettere allo scoperto questi pseudo veggenti che da oltre trent’anni abusano della credulità popolare con messaggi banali e ripetitivi dati da questa sedicente Madonna postina, mentre loro mietevano affari e si arricchivano, mentre conducevano vite tutt’altro che cristiane. O per dirla con un solo esempio: basti pensare al marito di una delle veggenti che ha messo al mondo una figlia con la propria amante, dopo avere costruito un paio di alberghi assieme alla moglie in perenne contatto con questa Madonna postina. E non risulta che la Madonna postina le abbia mai detto: “Figlia cara, cerca di recuperare tuo marito fedifrago, prima che combini qualche brutto guaio, perché sarebbe lesivo alla credibilità di tutto il mercato che avete messo in piedi!”.

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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dibattiti sul fenomeno di Medjugorie a Dritto e Rovescio

Durante il Triduo Pasquale non sono andato in giro per studi televisivi, come sui social alcuni hanno scritto. Collegato da casa mia ho partecipato al programma Dritto e Rovescio andato poi in onda Giovedì Santo [puntata del 9 aprile QUI a partire al minuto 02:30:00]. Così, alle porte della Pasqua, siamo tornati a discutere sulle Sante Messe celebrate senza la presenza dei fedeli in questo periodo di pandemia, con noi sacerdoti impegnati a offrire suffragi per le anime dei defunti e supplicando la misericordia di Dio per i vivi e soprattutto per gli ammalati [vedere anche la puntata del 26 marzo, QUI dal minuto 02:05:15].

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Durante quel dibattito televisivo mi sono accapigliato col giornalista Paolo Brosio, col quale già in passato avevo discusso in un’altra puntata animandomi sul discorso della Madonna di Medjugorie [puntata del 5 marzo QUI dal minuto 02:09:45]. Adesso, sia per quanto riguarda la sospensione delle sacre liturgie pubbliche sia per quanto riguarda la falsa Madonna dei sedicenti veggenti di Medjugorie, desidero chiarire ciò che non si può chiarire in una trasmissione televisiva. Infatti, se nell’ambito di questo programma o di qualsiasi altro, avviassi un discorso filosofico, metafisico e teologico, il conduttore mi dovrebbe interrompere. Sia chiaro che io stesso, se conducessi una trasmissione come quella dell’amico Paolo Del Debbio, non esiterei a interrompere un ospite, se prendesse la tangente verso certi discorsi molto specialistici. Già in passato ho spiegato in un mio articolo quelle che sono le regole di una grande azienda televisiva che vive e si regge sulla pubblicità e sugli ascolti [vedere QUI]. Sicché, chi partecipa a certi programmi, deve far passare entro brevi spazi, con linguaggio semplice e immediato, alcuni messaggi, ma non più di questo è possibile.

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Dissertando all’areopago con gli ateniesi, quale stile e linguaggio usò il Beato Apostolo Paolo? Un linguaggio a loro comprensibile, come prova il suo discorso [cf. At 17, 22-34]. Sicuramente, da grande comunicatore qual era, possiamo dedurre che a un adeguato stile oratorio unì una gestualità idonea a quel luogo e a quel pubblico, tanto i greci erano influenzati dalla cultura del loro teatro, al linguaggio del corpo, al tono della voce e via dicendo.

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In questi giorni di laicale catto-schizofrenia, l’argomento “inoppugnabile” di giustificazione di coloro che sono contrari alla sospensione delle sacre celebrazioni pubbliche è che «… si può andare a fare spesa nei supermercati ma non si può andare alla Messa di domenica». In questo modo si cerca di dire che per un cristiano i beni spirituali dovrebbero essere superiori a quelli materiali e che per l’uomo dovrebbe essere più importante salvare la propria anima immortale, anziché salvare il proprio corpo corruttibile in questo mondo. Soprassediamo sul fatto che l’anima immortale è racchiusa nel corpo mortale e che la Chiesa, dopo la cessazione delle persecuzioni contro i cristiani dei primi secoli, ha fondato ospedali e ricoveri per ammalati, anziani e bisognosi, cosa questa già spiegata in precedenza in altri miei articoli [vedere, QUI, QUI], ma come risaputo non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire  …

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… secondo questa errata definizione data da Paolo Brosio, che in ciò si è fatto portavoce di un diffuso sentire, la Chiesa si sarebbe piegata al materialismo e ai principi dell’utilitarismo, quindi alle logiche di questo mondo. Inutile dire che per me sacerdote è inaccettabile che un laico cattolico, nel contesto di una pubblica trasmissione che giunge a milioni di ascoltatori, contesti un intero collegio episcopale in base al “io sento … io penso … io ho vissuto …”. Se quindi sono presente ho il dove di difendere i vescovi e i provvedimenti da loro presi, perché sono loro i successori dei Beati Apostoli e i Pastori della Chiesa, non il “io sento … io penso … io ho vissuto …” dell’emotivo Paolo Brosio. Beninteso: sarebbe assurdo negare ― e specie da parte di un soggetto come me ― che una triste e ampia fetta di clero è caduto da alcuni decenni in una crisi dottrinale che ha generata una spaventosa crisi morale. Né mai potrei negare che una simile patologia è frutto delle peggiori eresie moderniste penetrate ormai da decenni dentro la Chiesa sino ai suoi più alti vertici. Posso pertanto denunciare le mediocrità e le inadeguatezze pastorali dei nostri desolanti pastori — cosa che ho fatto spesso e in modo severo con libri e articoli [vedere QUI] —, ma mai metterei in dubbio per un solo istante la loro autorità apostolica e l’obbedienza a essi in ogni caso dovuta, persino ai vescovi gravati dalle peggiori limitatezze pastorali, dottrinali e morali.

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Il ragionamento di Paolo Brosio è quindi falso perché contraddice anzitutto i basilari princìpi logici e metafisici del depositum fidei. Spieghiamo e chiariamo il tutto: è vero che i beni spirituali sono superiori a quelli materiali, ma lo sono proprio in quanto di ordine superiore, cosa che ci insegnano i Santi padri e dottori della Chiesa, da Sant’Agostino a San Tommaso d’Aquino. Pertanto questi due beni, materiali e spirituali, non possono essere messi sullo stesso piano, meno che mai posti a confronto, sino a giungere a una vera aberrazione che costituisce il peggiore sprezzo verso la logica e la metafisica, ossia porre in contrapposizione i supermercati e le chiese, o affermare che si può andare in tabaccheria a comprare sigarette ma non in chiesa a ricevere la Santa Comunione. A queste tesi aberranti e illogiche sul piano squisitamente metafisico, si aggiungono accuse al Governo Italiano e a quella che molti definiscono ormai come «la Conferenza Episcopale Italiana serva del potere politico».

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La tesi fideistico-spiritualista di Paolo Brosio, finisce col ricadere e affogare proprio in quel becero materialismo che egli vorrebbe condannare in nome di una fede che non è tale, ma che è solo un fideismo dal quale è generato un concetto magico-utilitarista dei Sacramenti di grazia. Non a caso, la grande porta di accesso al materialismo, spesso è quella falsa fede animata da devozionismo emotivo e irrazionale. Mentre invece la fede richiede la ragione e la ragione richiede la fede, come insegnava un caposcuola della scolastica, il Santo dottore della Chiesa Anselmo d’Aosta.

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Forse mi arrabbio con Paolo Brosio perché mi sta antipatico? Giammai! Per lui provo tenerezza e spero che nel suo errore sia animato da buone intenzioni, non perché anche lui, come i personaggi di cui parleremo appresso, tra conversioni e madonne parlanti si è creato il proprio mercato. Soprattutto mi piacerebbe poterlo aiutare sia come sacerdote sia come teologo. Se mi sono arrabbiato è perché egli danneggia le anime dei semplici, peraltro in un momento di grande confusione, usando la notorietà e la visibilità pubblica che ha. Per questo, gli ho urlato.

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Applicare quindi la logica «si può andare al supermercato e in tabaccheria ma non alla Messa», vuol dire applicare una logica inferiore a una realtà metafisica di ordine superiore che, in quanto tale, dispone di conseguenza di risorse di natura superiori, a partire dall’onnipotenza di Dio. Questo modo di ragionare è grossolanamente illogico al punto tale che farebbe impallidire tutti gli ostili alla religiosità, da Tito Lucrezio Caro a Karl Marx che commenterebbero: “Neppure noi eravamo mai giunti a tanto!”. 

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Questi concetti aberranti prendono vita quando emotivi-fideisti, o quando teologi fai-da-te parlano di Chiesa e Sacramenti senza essere animati dalla fede che trascende, bensì mossi dall’elemento soggettivo-emotivo, finendo così ripiegati in forme di feticismo. A quel punto i Sacramenti si mutano in qualche cosa di magico, di superstizioso, ma soprattutto di materialista e utilitarista, o peggio in un diritto dovuto. Cosa questa che credo di poter dire, se come forse mi illudo ho imparato davvero qualche cosa sulla dogmatica sacramentaria e sulla storia del dogma, ma soprattutto come persona che ha ricevuta per anni e anni una formazione da sapienti maestri, che sono indispensabili a un autentico cammino di fede, per poi procedere alle speculazioni teologiche, ma soprattutto per crescere nella esperienza di fede autentica.

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Dinanzi alla assurda “logica” basata sul cavallo di battaglia di certi emotivi irrazionali: «Ci lasciate andare a fare la spesa al supermercato … si può andare alle tabaccherie a comprare le sigarette … ma non andare alla Messa, che è cosa ben più importante!», San Tommaso d’Aquino, che pure era soprannominato il bue muto, avrebbe urlato molto più di me, all’incirca come quando cercò di appiccare fuoco alla sua monumentale opera urlando: «Tutto è paglia, tutto è paglia!», dopo avere avuta una visione e percepito in tal modo più da vicino il mistero di Dio.

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Nella sua disarmante ignoranza Paolo Brosio non sa neppure cosa sia la fides catholica né cosa sia un cammino di autentica conversione, al punto da mettersi in “contrapposizione” con un intero Collegio Episcopale che ha deciso di sospendere le pubbliche celebrazioni liturgiche in questo periodo di pandemia, esordendo nella trasmissione del 9 aprile: «… io non sono assolutamente d’accordo!». Ebbene bisogna ricordare a Paolo Brosio che vescovi e sacerdoti, per quanto indegni peccatori, hanno ricevuto per mistero di grazia un mandato che procede per ordine soprannaturale e che valica le squallide e immorali miserie delle nostre persone umane, sino a renderci spesso fonte anche dei peggiori scandali. A noi è stato dato da Cristo mandato di guidare il Popolo di Dio, non al Popolo di Dio mandato di guidare i suoi Pastori. Non a caso, nella precedente puntata, per due volte gli ricordai: «… io sono un ministro in sacris e dalla Chiesa ho ricevuto il preciso mandato a insegnare, santificare e guidare il Popolo di Dio, tu come laico, che mandato hai ricevuto dalla Chiesa?» [puntata del 5 marzo QUI, minuto 02:09:45]. Ne consegue dunque che Paolo Brosio, che è un emotivo-madonnolatra-fideista, non sa neppure cosa sia l’obbedienza nella fede, cosa che pregiudica in lui la vera esperienza cristiana, perché il suo essere è interamente ripiegato sull’emotivo “io sento … io penso … io ho vissuto …”, ergo ciò che sento, penso e ho vissuto è autentica fede e, chiunque osi contraddirmi, fosse pure un vescovo, un sacerdote o un teologo che ne sa qualche cosa, è un nemico della “mia” fede.

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All’interno della logica perversa sin qui descritta accade che, chiunque non accetti le apparizioni e i messaggi dati ai sedicenti veggenti dalla sedicente Madonna di Medjugorie, è un blasfemo, a partire da tutti i vescovi bosniaci che si sono sempre opposti alla autenticità di queste apparizioni. Non a caso, sempre nel primo di questi dibattiti televisivi avuto con me il 5 marzo, Paolo Brosio giunse sul finire a infamare il defunto Vescovo di Mostar, S.E. Mons. Pavao Žanić [1918-2000] accusandolo di essere stato un emissario del vecchio regime comunista. Si tratta di una falsa calunnia messa in giro dai fanatici fanatizzanti di questa falsa Madonna che appariva a comando, come quel Vescovo disse poco dopo l’inizio delle presunte apparizioni e come tutt’oggi ripetono i Vescovi di quella regione, che mai hanno creduto all’autenticità delle apparizioni, seguitando a esprimersi unanimi nei successivi tre decenni con giudizi negativi, a partire dall’attuale Vescovo della Diocesi di Mostar, S.E. Mons. Ratko Perić, che in una relazione in difesa del suo predecessore, insolentito dai fanatici della risma di Paolo Brosio, in tempi molto recenti, nel 2017, in tono severo afferma:

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«Non è degno da parte dei “veggenti” fare, come hanno fatto fin dai primi giorni delle “apparizioni”, pronunciamenti molto preoccupanti, che non corrispondono alla verità ma ingannano i fedeli» [Vedere testo in traduzione italiana nel sito ufficiale della Diocesi di Mostar, QUI].

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Dal tutto ne deriva che la conseguenza del fideismo è la fanatizzazione, che può giungere sino alle forme più estreme: la demonizzazione dell’avversario e la distruzione della sua credibilità. Per farsene un’idea basti leggere cos’hanno rovesciato su di me sui social media [vedere QUI], inclusi personaggi che sul mercato di Medjugorie ci campano e che mi imputano ciò che mai ho detto, senza essersi mai premurati di leggere ciò che con precisione teologica ed ecclesiologica ho scritto dissertando sul tema di questo fenomeno, al quale non credo e al quale sono libero di non credere fino a quando la Chiesa non mi dirà il contrario [vedere QUI].

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Paolo Brosio sarebbe divenuto autenticamente cristiano, ma soprattutto si sarebbe convertito per davvero, se anziché le panzane dei sedicenti veggenti di Medjugorie avesse prestato ascolto al pagano Aristotele, il cui pensiero, assieme a quello del pagano Platone, è stato poi usato come strumento dai grandi Santi Padri della Chiesa per speculare sugli arcani misteri di Dio e sull’Incarnazione del Verbo di Dio fatto uomo. Infatti, ai percorsi autentici di fede, si applica il principio aristotelico della legge che è «ragione priva di passione». Vale a dire: se non siamo liberi dalle passioni o dagli umori umani, non possiamo trascendere, rimanendo sempre entro quei limiti che costituiscono insormontabile freno affinché si possano penetrare gli arcani misteri della fede, procedendo attraverso la ragione: fides et ratio.  

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Quando ho urlato che finalmente la Madonna di Medjugorie è fuggita dopo trent’anni di teatrini dei sedicenti veggenti, è stato solo per andare al cuore del problema, trasmettendo un concetto attraverso una iperbole tipica della predicazione paolina, rendendo il tutto comprensibile al pubblico che seguiva da casa, spiegando in modo animato che per la prima volta nella storia della Chiesa abbiamo avuta una Madonna scappata durante una pandemia. In questo modo la cosiddetta Gospa ha ampiamente contraddetta l’intera mariologia, perché alla intercessione della Vergine Maria è attribuita la cessazione improvvisa della grande peste del 1347, lo provano le chiese costruite negli anni successivi, per la gran parte dedicate in segno di riconoscenza alla Mater Dei. E tutt’oggi, storici della medicina e virologi, non sono stati in grado di spiegare in che modo quella pandemia cessò d’improvviso dopo avere sterminata circa metà della popolazione europea. Ve la immaginate la Madonna che nel 1571 fosse fuggita durante la battaglia di Lepanto all’arrivo dei musulmani? Invece, proprio alla sua intercessione, è attribuita la vittoria della Lega Santa, al punto che il Santo Pontefice Pio V istituì la festa di Santa Maria delle Vittorie, riconoscendo che quella vittoria era da attribuire alla potente intercessione della Mater Dei 

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Occorreva la pandemia da coronavirus per mettere allo scoperto questi pseudo veggenti che da oltre trent’anni abusano della credulità popolare con messaggi banali e ripetitivi dati da questa sedicente Madonna postina, mentre loro mietevano affari e si arricchivano, mentre conducevano vite tutt’altro che cristiane. O per dirla con un solo esempio: basti pensare al marito di una delle veggenti che ha messo al mondo una figlia con la propria amante, dopo avere costruito un paio di alberghi assieme alla moglie in perenne contatto con questa Madonna postina. E non risulta che la Madonna postina le abbia mai detto: “Figlia cara, cerca di recuperare tuo marito fedifrago, prima che combini qualche brutto guaio, perché sarebbe lesivo alla credibilità di tutto il mercato che avete messo in piedi!”. Sinceramente non so se il marito fedifrago e la sua amante, la bambina, l’hanno chiamata Immacolata in onore della Beata Vergine, quindi mi fermo a questo esempio senza andare oltre, riguardo questi personaggi sui quali Paolo Brosio ha costruita la propria fede dopo una folgorante conversione che, ripeto, è stata null’altro che un moto emotivo da analizzare nell’ambito psichiatrico, più che alla luce delle grandi conversioni della storia avvenute nei tanti Shaul di Tarso, Aurelio di Tagaste o Ignazio di Loyola che hanno percorso la storia della Chiesa. 

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Se vogliamo fare un discorso di pura spiritualità basterebbe chiedersi: persone che da trent’anni parlano veramente con la Beata Vergine Maria, è possibile che abbiano tempo e voglia di dedicarsi agli affari, di costruirsi ville, di aprire alberghi, di avere mariti che se la spassano con le amanti e via dicendo a seguire? Prima ho accennato a San Tommaso d’Aquino che stava per incenerire la sua monumentale Summa Theologiae dopo avere avuto solo un piccolo accenno a quella che è la dimensione divina. Troppi altri casi simili costellano la storia della Chiesa, inclusi Santi e Sante che dovevano essere obbligati a nutrirsi, perché erano capaci a stare per giorni senza mangiare e bere. Soprattutto, la gran parte di essi, dopo avere avuto visioni e apparizioni, quindi dopo avere avuto solo un piccolo assaggio della beatitudine eterna, quasi sempre sono morti poco tempo dopo, altro che dedicarsi agli affari e alla ricerca della bella vita!

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Partiamo a monte. In seguito alle prime presunte apparizioni del 1981 si ebbe la prima dichiarazione ufficiale della Conferenza Episcopale della ex Jugoslavia: dopo dieci anni di studio i vescovi decretarono unanimi che non si trattava di un evento di natura soprannaturale. Anziché intervenire e mettere sùbito dei paletti, la Santa Sede lasciò che il fenomeno proseguisse ad andare avanti senza alcuna risposta ufficiale, assumendo sempre più i connotati di una vera e propria religione parallela. A vent’anni da quel primo responso, il Sommo Pontefice Benedetto XVI istituì il 17 marzo 2010 una Commissione internazionale per lo studio di questo fenomeno. Nel 2014, sotto il pontificato di Francesco I, la Commissione concluse i propri studi e giunse ad ammettere, tra le varie cose, che i sedicenti veggenti avevano un rapporto ambiguo col danaro ed erano emerse dallo studio e dall’analisi delle loro persone evidenti carenze spirituali:

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«I testimoni del segno soprannaturale a loro originariamente indirizzato, hanno ora effettivamente un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro, però, più che situarsi sul versante dell’immoralità, si situa nel versante della struttura personale, spesso priva di un solido discernimento e di un coerente orientamento» […] «È mancata loro una attendibile e continuativa guida spirituale, nel corso di questi trent’anni. Vi sono, semmai, molti indizi di protagonismi spirituali esibiti e di relazioni pastorali mancate» 

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Su uno dei sedicenti veggenti in modo particolare la Commissione puntualizza:

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«Raggiunge il suo apice nel caso di Ivan Dragicevic, i cui continui incontri e conferenze sul fenomeno di Medjugorje sembrano costituire l’unico suo lavoro e sostegno. Egli inoltre ha mentito più volte ed è meno credibile anche nel modo in cui parla delle sue esperienze con la Gospa».

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La Commissione ritenne che le prime sette apparizioni avvenute agli inizi degli anni Ottanta del Novecento potessero essere autentiche, ma non quelle delle successive che si sarebbero verificate nel corso degli ultimi trent’anni, mettendo anzi in luce la progressiva banalizzazione del contenuto e della forma dei messaggi comunicati quotidianamente. Detto questo va precisato: coloro che esultano affermando che la Chiesa ha approvato le prime sette apparizioni, o mentono, o sono ignoranti. Il parere dato da una commissione meramente consultiva incaricata per lo studio, non è un riconoscimento da parte della Chiesa, che sino a oggi non c’è mai stato. Per adesso si è avuto solo l’esito di uno studio sul quale la Chiesa, attraverso la suprema autorità del Sommo Pontefice, dovrà esprimersi. 

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Talune cordate di fanatici medjugoriani procedono in modo illogico attraverso l’elemento emotivo unito al totale stravolgimento dei fatti, tipico questo delle psicologie fanatiche e fanatizzanti, conferendo a commissioni, oppure a decisioni precauzionali o di controllo, rango di indiscutibile riconoscimento da parte della Chiesa. Non solo — come abbiamo appena detto —, la Commissione di studio non ha riconosciuta la autenticità di alcunché, perché c’è di peggio: quando la Commissione presentò l’esito del suo lavoro alla Congregazione per la dottrina della fede, questo competente dicastero giudicò l’esito del lavoro inficiato da superficialità e troppo accomodante nei confronti del fenomeno Medjugorie. Quella contro-relazione della Congregazione per la dottrina della fede fu talmente dura che il Sommo Pontefice decise di chiedere un ulteriore parere a un gruppo di teologi di sua fiducia. Detto questo: i capifila di certe cordate fanatiche, sono forse in grado di esibire un documento ufficiale di riconoscimento suggellato dal Romano Pontefice? Perché questo è il punto centrale sul quale i fanatici fanatizzanti della parallela religione medjugoriana soprassiedono: dov’è l’atto ufficiale col quale la Chiesa, tramite l’augusta persona del Romano Pontefice, dichiara autentico il fenomeno? Dov’è il documento col pronunciamento della Chiesa: dov’è?   

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A quel punto, i fanatici fanatizzanti medjugoriani procedono a stravolgere i fatti e a conferire, per esempio ad atti amministrativi di puro controllo, rango di approvazione al fenomeno. Vediamo come, ma prima ricapitoliamo che: posto che la commissione istituita dalla Chiesa non ha mai riconosciuto questi tre decenni di apparizioni e di messaggi a getto continuo, non essendo peraltro nei suoi poteri; posto che la commissione ha dovuto ammettere con imbarazzo l’inquietante «rapporto dei veggenti con il danaro»; posto che la commissione ha dovuto ammettere la scarsa formazione spirituale degli pseudo-veggenti; posto che la commissione ha negata ogni autenticità ad apparizioni e messaggi che si sono protratti per tre decenni; posto che la Chiesa non ha mai dato sino a oggi alcun riconoscimento ufficiale … ciò premesso ecco che a quel punto Paolo Brosio, seguendo lo schema tipico della fanatizzazione giocata sullo stravolgimento totale della realtà, sempre nella puntata del 5 marzo ha tentato di far passare l’invio a Medjugorie di un Arcivescovo in qualità di visitatore apostolico come una approvazione del Sommo Pontefice Francesco. Ma si tratta appunto di un totale stravolgimento del dato reale: S.E. Mons. Henryk Franciszek Hoser, Arcivescovo emerito di Varsavia, è stato inviato dal Sommo Pontefice come visitatore apostolico per controllare ciò che in quel luogo accade, come replicai con una breve battuta nella puntata di Dritto e Rovescio del 5 marzo a Paolo Brosio che, spaziando però su questo tema fuori dal reale — e spero lo sia per ignorante buonafede —, tentò di far passare l’Arcivescovo visitatore apostolico come “segno di approvazione”. Tutt’altra la realtà: appena giunto a Medjugorie il visitatore apostolico proibì per prima cosa che nelle omelie e nelle sacre celebrazioni fosse fatto qualsiasi genere di riferimento diretto o indiretto ai messaggi dati a getto continuo dalla Gospa agli pseudo veggenti, salvo immediata sospensione dalle facoltà di poter esercitare il sacro ministero sacerdotale in quel luogo dei sacerdoti che non si fossero attenuti a quella disposizione. Dinanzi a questi fatti e molto altro ancòra: che cos’hanno da raccontarci certi personaggi fanatici e fanatizzanti, inclusa Radio Maria diretta da Padre Livio Fanzaga, riguardo la nostra grande avvocata, la nostra potente fonte di intercessioni presso Dio, “miserabilmente fuggita” al sopraggiungere del coronavirus? [riguardo Padre Livio Fanzaga vedere questo mio precedente articolo, QUI]. Dovrebbe essere ovvio anche alle persone più limitate di questo mondo che la mia espressione sulla “Madonna in fuga” è tutta riferita ai sedicenti veggenti, spiazzati e infine sgominati da una inaspettata pandemia da Covid-19. Ma i fanatici sono tali proprio perché rifiutano di aprire gli occhi e di ragionare anche dinanzi agli elementi più evidenti che smentiscono l’oggetto del loro fanatismo, anzi, come ho appena dimostrato prendono gli elementi di reale smentita, li capovolgono, li falsificano e poi li presentano addirittura come approvazioni. A questo modo, da sempre, agiscono le psicologie dei fanatici caduti in quelle forme d’integralismo religioso che li rendono completamente privi di senso logico e di elementare spirito critico e analitico, per i quali non esiste la realtà ma solo la loro surreale realtà parallela.

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La mia affermazione: «Grazie al coronavirus la Madonna è scappata», è stata una provocazione che ha fatto urlare alla blasfemia chi non comprende perché non vuol comprendere. La provocazione non è fine a sé stessa ma si basa su fatti, non su malevole interpretazioni. O come in breve ho spiegato durante quel programma del 9 aprile: non era mai avvenuto nella storia della Chiesa che una apparizione protratta per oltre trent’anni cessasse nella piena emergenza di una pandemia conclamata. Questo è stato infatti il momento nel quale questa sedicente Madonna avrebbe annunciato alla falsa veggente Mirjana che non le sarebbe più apparsa a frequente cadenza, ma solo una volta all’anno. Non è forse una strana coincidenza, specie considerando che il tutto non era nel messaggio ufficiale del 18 marzo, ma solo una “confidenza” rivolta alla falsa veggente, o come dire: un dialogo privato tra donne?

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Tutte le grandi menzogne messe in piedi da personaggi analoghi, sempre e di rigore si basano su rivelazioni, su un futuro terrificante da venire, su segreti terribili che prima o poi saranno svelati … insomma: tutto è giocato sull’elemento magico-emotivo della paura. Quindi la seconda puntata dell’ormai saga ridicola della Gospa-Story sarà quella dei fantomatici dieci segreti che dovrebbero essere svelati dopo un segno straordinario visibile in tutto il mondo. E qui faccio notare che a certi soggetti non è molto chiaro che il tempo passa e, come suol dirsi, tutti i nodi vengono poi al pettine. A tal proposito ricordo che nel 2001, alla sedicente veggente Vicka, dopo vent’anni dall’inizio delle apparizioni e dopo la rivelazione dei tremebondi segreti, fu chiesto: «Se non puoi comunicare la data dei segreti, puoi almeno dirci con una metafora calcistica, a che punto siamo del match?». Rispose Vicka: «È già iniziato il secondo tempo», dando così implicitamente come limite il 2021 [vedere QUI]. Dal gennaio del 2018 la trombetta della religione medjugoriana, Padre Livio Fanzaga, ammonisce che «i tempi sono vicini» e che «la rivelazione dei segreti è imminente» [vedere QUI]. Vedremo a breve che cosa s’inventeranno questi personaggi, o quale eventuale ripensamento metteranno in bocca alla Gospa, dopo essersi imprigionati da loro stessi in un castello di menzogne. Faranno all’incirca come i Testimoni di Geova che più volte annunciarono la fine del mondo, cambiando poi date o dicendo che c’era stato un errore di calcolo … Perché a questo sono giunti i capocomici della Gospa-Story: alla cabbala gospara. Un fatto è certo: la pandemia ha fatto cessare apparizioni e messaggi e fatta fuggire dopo tre decenni questa falsa Madonna postina. Qualcuno vuole smentire questo palese dato di fatto? 

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Concludo chiarendo: se la Chiesa mi dirà il contrario, io dirò a Paolo Del Debbio e agli amici della Redazione di Dritto e Rovescio che ho il dovere morale, come cattolico e come presbìtero, di presentarmi a quella stessa trasmissione per chiedere pubblicamente perdono agli pseudo veggenti di Medjugorie e a Paolo Brosio. Ma solo quando la Chiesa mi dirà che sono in errore, finché ciò non avverrà seguiterò a chiamare quegli oscuri personaggi “ciarlatani”, che nel senso etimologico del termine significa: imbonitori che si approfittano della buona fede e della credulità delle persone, anche per un tornaconto personale. Quindi proseguirò a indicare quella di Medjugorie come una “falsa Madonna” che dopo tre decenni di chiacchiere e messaggi di desolante banalità — in non pochi dei quali sono contenuti anche errori dottrinali —, dinanzi a una epidemia è scappata, anziché confortarci e intercedere per noi, come sempre ha fatto nel corso della storia e dell’economia della salvezza la Mater Dei.

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Fenomeni di questo genere, con i mostri che ne derivano, nascono da quando la Chiesa ha rinunciato all’esercizio della propria autorità, attendendo che le cose si sistemassero da sé, salvo però cadere, ad autorità distrutta, in forme di bieco autoritarismo, quelle con le quali oggi si colpiscono e si bastonano a sangue sia gli innocenti sia i servitori fedeli, mentre i ciarlatani come i sedicenti veggenti di Medjugorie prolificano, ingrassano e recano danni immani al Popolo di Dio e alla credibilità stessa della Chiesa mater et magistra.

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dall’Isola di Patmos, 13 aprile 2020

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